Biografie di personaggi famosi e storici nato il 23 ottobre


Biografie di personaggi famosi e storici


Biografie di personaggi famosi nella storia e celebrità nate il 23 ottobre

Sommario:

1. Michael Crichton
2. Pele'
3. Sam Raimi
4. Ryan Reynolds
5. Gianni Rodari
6. Robert Trujillo
7. Alex Zanardi

1. Biografia di Michael Crichton

Dalla mente, al foglio, allo schermo
23 ottobre 1942
4 novembre 2008

Chi è Michael Crichton?


John Michael Crichton nasce a Chicago il 23 ottobre 1942 da John Henderson Crichton e Zula Miller.

Cresciuto nel quartiere di Roslyn, a Long Island, ha due sorelle, Kimberly e Catherine, e un fratello, Douglas, co-autore in uno dei suoi libri.

Studia presso la Harvard University di Cambridge (Massachusetts), dove si è diploma nel 1964.

Prosegue poi gli studi ottenendo una laurea alla Harvard Medical School nel 1969 in Medicina e Chirurgia.

Già in questi anni scrive i suoi primi romanzi; con un'altezza ben sopra la media (206 centimetri) gli piace scegliere degli pseudonimi che sottolineino questa sua fisicità: è prima John Lange ("Lange" in tedesco significa "persona alta"), poi Jeffrey Hudson (Sir Jeffrey Hudson fu un noto "gigante" alla corte della regina Maria Antonietta di Francia nel '700).

Dopo le prime esperienze professionali di medico, ben presto abbandona la carriera non trovando in questa strada completa realizzazione personale. Continua a scrivere romanzi. Grazie ai soldi guadagnati dalla vendita dei primi libri riesce a realizzare un suo grande desiderio, quello di viaggiare.

Visita così gli angoli più remoti del pianeta ottenendo da questi itinerari grande ispirazione per le trame di quelli che saranno i futuri successi letterari.

Tra i suoi più celebri romanzi spicca il best-seller "Jurassic Park", dal quale è stato poi tratto l'omonimo film diretto dall'amico Steven Spielberg.

La carriera di Crichton si estende negli anni anche verso la regia, la sceneggiatura e la produzione cinematografica. E' ad esempio il creatore della celebre serie televisiva "E.R. - Medici in prima linea" (trasmessa in Italia su Rai Due). Tra i suoi film ricordiamo "Il mondo dei robot" (1973), "Coma profondo" (1978), "1885 la prima grande rapina al treno" (1978), "Runaway" (1984), "Il corpo del reato" (1989), "Il tredicesimo guerriero" (1999).

Oltre ai vari record di vendite (si parla di oltre 100 milioni di lettori in tutto il mondo) può vantare anche un alto numero di mogli: ben cinque (Suzanna Childs, Joan Radam, Kathy St. Johns, Anne-Marie Martin - madre della figlia Taylor - e l'ultima Sherri Alexander).

Malato di cancro, la morte ha colto all'improvviso Michael Crichton il giorno 4 novembre 2008. Lo scrittore stava lavorando al quarto episodio della serie Jurassic Park, oltre ad aver in programma la scrittura della sceneggiatura del film "Westword".

Bibliografia essenziale:

- Andromeda (The Andromeda Strain, 1969)

- Il terminale uomo (The Terminal Man, 1972)

- La grande rapina al treno (The Great Train Robbery, 1975)

- Mangiatori di morte (Eaters of the Dead, 1976)

- Congo (Congo, 1981)

- Sfera (Sphere, 1987)

- Jurassic Park (Jurassic Park, 1990)

- Sol levante (Rising Sun, 1992)

- Rivelazioni (Disclosure, 1994)

- Il mondo perduto (The Lost World, 1995)

- Punto critico (Airframe, 1996)

- Timeline (Timeline, 1999)

- Preda (Prey, 2002)

- Stato di paura (State of Fear, 2004)

- Next (2006)

2. Biografia di Pele' Edison Arantes do Nascimento

O' Rei do futebol
23 ottobre 1940

Chi è Pele' Edison Arantes do Nascimento?


Edison Arantes do Nascimento, meglio conosciuto come Pelè, è considerato insieme a Maradona il più grande giocatore di tutti i tempi.

Anche il padre, João Ramos do Nascimento, o Dondinho (come era conosciuto nel mondo del calcio), era un giocatore professionista. Era considerato uno dei migliori colpitori di testa dell'epoca. La madre Celeste, invece, si prese sempre cura di Pelé e di tutta la famiglia con grande affetto e dedizione. Da piccolo, Pelé si trasferì con la famiglia a Baurú, all'interno dello stato brasiliano di São Paulo, dove imparò l'arte del "futebol".

Nato il 23 ottobre del 1940 a Tres Coracoes in Brasile, Pelè ha segnato in carriera più di 1200 reti, stabilendo un record difficilmente attaccabile (in pratica, è quasi la media di un gol a partita). Inoltre, è l'unico giocatore ad aver vinto tre campionati del mondo (ne ha disputati in totale quattro) e precisamente: nel 1958, nel 1962 e nel 1970.

La storia di Pelè comincia nel 1956 quando fu notato Waldemar de Brito, che lo accompagnò a San Paolo del Brasile per un provino per il Santos. Debuttò tra i professionisti il 7 settembre 1956 con un gol che lo lanciò nella sua strabiliante carriera. L'anno successivo fu il momento del debutto in nazionale. Il fatto impressionante è che Pelè aveva allora solo sedici anni. Era il 7 luglio 1957 quando il selezionatore Sylvio Pirilo, lo convocò per la partita contro l'Argentina. Il Brasile fu sconfitto per 2- 1, ma Pelè fu l'autore dell'unico gol della sua nazionale.

Bisogna tenere presente che a quel tempo il Brasile era considerata soltanto la terza squadra del Sud America ma, nel 1958, la posizione del Brasile cambiò rapidamente, grazie alle brillanti prestazioni del campione diciassettenne, che si meritò ben presto il titolo di "O' Rei" ("Il re").

L'anno successivo ancora, il 1958, Pelè partecipò al suo primo mondiale disputato in Svezia, ed essendo il campionato del mondo la vetrina più importante nel panorama calcistico, tutti ebbero l'opportunità di conoscere questo campione, che contribuì oltretutto alla conquista della vittoria finale (5-2 contro la Svezia: Pelè fu l'autore di due reti). I giornali e i commentatori fecero a gara per appiopparli appellativi e nomignoli di ogni tipo, il più famoso dei quali è rimasto "La perla nera". La sua velocità straordinaria ed i suoi tiri infallibili lasciarono molti a bocca aperta. Bastava che passeggiasse sul campo, perché la folla si scatenasse in balli e gli dedicasse canti di giubilo.

La vittoria in Svezia rivelò insomma al mondo intero la grandiosità del gioco di Pelé e da li cominciarono i trionfi. Egli condusse per altre due volte il Brasile alla vittoria della Coppa del Mondo, rispettivamente nel 1962 contro la Cecoslovacchia e nel 1970 contro l'Italia. Nella sua carriera, Pelé ha segnato complessivamente 97 goal per il Brasile durante competizioni internazionali e ben 1088 militando nella squadra del Santos, che grazie a lui vinse nove campionati.

Giunse al campionato del mondo di Cile nel 1962. Questo doveva essere l'anno della consacrazione di Pelè, solo che sfortunatamente, nella seconda partita, contro la Cecoslovacchia, la Perla Nera s'infortunò e dovette abbandonare il torneo.

In seguito, ci furono i Campionati del mondo del 1966 in Inghilterra (che non si concluse brillantemente), e quello del Messico del 1970, che vide il Brasile ancora una volta in vetta alla classifica, a spese proprio dell'Italia, che fu sconfitta per 4-1, con contributo fondamentale di Pelè.

Dopo diciotto anni trascorsi nel Santos, Pelé nel 1975 passò alla squadra New York Cosmos. Durante i suoi tre anni a New York, Pelé ha portato il Cosmos alla vittoria del titolo North American Soccer League nel 1977. La sua presenza in una squadra americana ha fortemente contribuito alla diffusione e alla popolarità del calcio negli Stati Uniti. Pelé ha dato l'addio al calcio in un'emozionante partita svoltasi il 1 ottobre 1977, di fronte a 75.646 tifosi allo Giants Stadium, giocando il primo tempo tra le fila del Cosmos e il secondo tempo tra le fila della sua storica squadra, il Santos.

Dopo il suo ritiro dall'attività agonistica, Pelé ha continuato a dare il suo contributo al mondo del pallone. Sono stati realizzati ben cinque film sulla sua storia ed egli ha preso parte ad altri sei film, tra cui quello con Sylvester Stallone, "Victory." Pelé è anche l'autore di cinque libri, di cui uno è stato trasformato in film.

Ancora, il 1° gennaio 1995 Pelé è stato nominato ministro straordinario per lo Sport in Brasile, mettendo a disposizione del governo la propria professionalità e competenza per lo sviluppo del calcio. Si è dimesso dall'incarico nell'aprile 1998.

3. Biografia di Sam Raimi

23 ottobre 1959

Chi è Sam Raimi?


Samuel Marshall Raimi nasce il 23 ottobre del 1959 a Royal Oak, nel Michigan, quarto di cinque figli di due commercianti, Leonard Ronald e Celia Barbara. Cresciuto a Birmingham, viene educato secondo i precetti ebraici; quindi, si diploma alla Groves High School.

Dopo essersi appassionato al mondo del cinema grazie all'acquisto di una cinepresa effettuato dal padre (con la quale inizia a girare i suoi primi filmati in Super 8), frequenta la Michigan State University studiando letteratura inglese, ma si ritira dopo tre semestri.

Durante gli anni dell'università gira, insieme con l'amico Bruce Campbell, un filmato in Super 8, intitolato "Within the Woods", che sarà lo spunto di partenza per "La casa": si tratta di un mediometraggio lungo 32 minuti, che ottiene ben 375mila dollari di incassi.

I primi film

Messosi in società con Campbell e Robert Tapert, suo compagno di camera, Sam Raimi inizia a cercare risorse economiche per realizzare un film horror a basso costo. Con i suoi due soci dà vita alla Renaissance Pictures, una casa di produzione cinematografica fondata con l'aiuto di Irvin Shapiro: grazie ad essa gira, a soli ventidue anni, il film "La casa", che ottiene un importante successo di critica e di pubblico.

In seguito, si dedica alla lavorazione del suo secondo lungometraggio, denominato "I due criminali più pazzi del mondo", tratto da un fumetto d'azione: la pellicola esce nel 1985, ma non ripete il successo dell'esordio di Raimi. Nello stesso anno, egli si cimenta anche come attore (dopo essersi mostrato - pur non accreditato - ne "La casa"), in "Spie come noi", diretto da John Landis.

Il regista, in seguito, decide di fare ritorno all'horror, e nel 1987 realizza "La casa 2", sequel del film con cui aveva debuttato: i toni sono più moderati, mentre grande spazio viene riservato allo slapstick. Negli anni successivi, complice la sua passione per i fumetti, Sam si mette in testa l'idea di creare un adattamento cinematografico del fumetto "The Shadow", ma i suoi propositi si scontrano con l'impossibilità di acquisirne i diritti; di conseguenza, decide di far nascere un super eroe di suo pugno.

Gli anni '90

È così che nel 1990 (anno in cui egli è protagonista di un cameo nel film dei fratelli Coen "Crocevia della morte") esce al cinema "Darkman", che pur non conquistando il pubblico consente a Raimi di guadagnare quei soldi che gli permettono di avere risorse per "L'armata delle tenebre", il terzo film della serie de "La casa": abbandonato quasi completamente il gusto per l'horror, in questa pellicola vira più verso la commedia e il fantasy.

Nel 1993 il regista appare nel film per la televisione "Body Bags - Corpi estranei", diretto da John Carpenter, e si sposa con Gillian Dania Greene, figlia dell'attore Lorne Green, che gli darà cinque figli.

Nel 1995 si dedica alla produzione delle serie tv "Hercules" e "American Gothic", mentre l'anno seguente produce il film di Bradford May "Darkman III - Darkman morirai". Dopo avere prodotto i telefilm "Spy Game" e "Young Hercules", nel 1998 Sam Raimi dirige Billy Bob Thornton e Bill Paxton in "Soldi sporchi", mentre l'anno successivo torna al cinema con Kevin Costner, protagonista di "Gioco d'amore".

Il successo di Spider Man

Nello stesso anno il regista viene scelto dalla Sony Pictures per girare un film sull'Uomo Ragno, venendo preferito a David Fincher, Chris Columbus, Tim Burton e Roland Emmerich, che pure avevano mostrato un certo interesse per il progetto. Per interpretare Peter Parker, cioè Spider Man, Sam Raimi sceglie Tobey Maguire, scontrandosi - per altro - con i produttori, poco fiduciosi a proposito delle capacità dell'interprete. "Spider-Man" si rivela uno strepitoso successo commerciale, superando gli 800 milioni di dollari di incasso in tutto il mondo, e consacrando Sam Raimi alla fama mondiale.

Gli anni 2000

Nel 2004, pertanto, egli viene chiamato a dirigere anche il sequel della pellicola: nonostante i dissidi con Danny Elfman, curatore della colonna sonora, "Spider-Man 2" bissa il successo del primo episodio, toccando i 783 milioni di dollari nei botteghini di tutto il globo.

È così che nel 2007 (anno in cui Raimi decide di donare al Partito Repubblicano 9.999 dollari, il massimo legale consentito per i privati), vede la luce anche "Spider-Man 3": Raimi fa centro anche questa volta, considerando che i guadagni sfiorano i 900 milioni di dollari.

Nel 2009 il regista del Michigan dirige l'horror sovrannaturale "Drag me to Hell", che vede nel cast Justin Long e Alison Lohman ed è prodotto dalla Ghost House Pictures: il film supera i 90 milioni di dollari di incasso in tutto il mondo. L'anno successivo, Raimi inizia a lavorare al quarto episodio di "Spider-Man", ma ben presto è costretto a cambiare i propri piani: la Columbia Pictures, infatti, rende noto che "Spider-Man 4" non verrà realizzato, e che al suo posto vedrà la luce "The Amazing Spider-Man", un reboot della saga girato con la tecnica tridimensionale.

Gli anni 2010

Nell'autunno del 2010, il cineasta di Royal Oak torna dietro la macchina da presa per "Il grande e potente Oz", che rappresenta il prequel de "Il mago di Oz": il film uscirà solo tre anni più tardi.

Nel 2014, Sam Raimi si dedica alla regia televisiva, dirigendo due episodi ("Serial killer" e "Il cannibale") della serie "Rake".

4. Biografia di Ryan Reynolds

23 ottobre 1976

Chi è Ryan Reynolds?


Ryan Rodney Reynolds nasce il 23 ottobre del 1976 a Vancouver, in Canada, figlio di Jim, un commerciante di prodotti alimentari, e di Tammy, una commessa.

Cresciuto con un'educazione cattolica, si diploma alla Kitsilano Secondary School della sua città nel 1994, per poi iscriversi alla Kwantlen Polytechnic University, senza laurearsi.

In realtà, la sua carriera di attore comincia già nel 1990, quando interpreta il ruolo di Billy Simpson nella teen soap canadese "Hillside", che negli Stati Uniti viene distribuita da Nickelodeon con il titolo "Fifteen". Nel 1993 Ryan Reynolds ha un ruolo in "The Odissey", dove veste i panni di Macro, mentre nel 1996 partecipa al film per la tv "Sabrina the Teenage Witch", al fianco di Melissa Joan Heart.

L'esordio sul grande schermo

L'anno successivo viene scelto come protagonista di "Due ragazzi e una ragazza", serie tv che ottiene un notevole successo negli Usa. Per Reynolds, quindi, si aprono anche le porte del cinema: nel 1997 recita per Evan Dunsky in "Allarme mortale", mentre due anni più tardi fa parte del cast di "Coming soon", di Colette Burson, e de "Le ragazze della Casa Bianca", di Andrew Fleming.

Gli anni 2000

Dopo aver lavorato con Martin Cummins in "We Are Fall Down" e con Mitch Marcus in "Big Monster on Campus", nel 2001 viene diretto da Jeff Probst in "Finder's Fee". L'anno successivo è uno degli attori della commedia demenziale "Maial College", per la regia di Walt Becker, e sempre con Becker recita in "Mai dire sempre"; nel frattempo, intraprende una relazione sentimentale con Alanis Morissette, cantante sua connazionale.

Nel 2003 Ryan Reynolds è al fianco di Michael Douglas in "Matrimonio impossibile", diretto da Andrew Fleming, e lavora in "Foolproof", di William Philips. Successivamente è protagonista di un cameo in "American Trip - Il primo viaggio non si scorda mai", di Danny Leiner, mentre in "Blade: Trinity", di David S. Goyer, veste i panni di Hannibal King, accanto a Jessica Biel e Wesley Snipes, mettendo in mostra una grande abilità nelle arti marziali.

Cimentatosi come doppiatore per la serie tv "Zeroman", nel 2005 è uno degli interpreti del film di Andrew Douglas "Amityville Horror", remake del famoso horror degli anni Ottanta, e di "Waiting…", di Rob McKittrick. Dopo aver fatto parte del cast di "Just Friends - Solo amici", di Roger Kumble, nel 2006 è presente in "Smokin' Aces", film di Joe Carnahan che vede nel cast anche Ray Liotta, Alicia Keys e Ben Affleck.

Nel 2007 la sua relazione con la Morissette finisce (la cantante trarrà ispirazione da questa vicenda per realizzare il suo disco "Flayors of Entanglement"), ma sul fronte professionale le cose vanno benissimo: Ryan Reynolds appare in "The Nine" e in "Chaos Theory", mentre l'anno successivo è sul grande schermo con "Un segreto tra di noi", di Dennis Lee, dove recita con Julia Roberts.

Nello stesso periodo è al cinema anche con "Certamente, forse", diretto da Adam Brooks, e con "Adventureland", di Greg Mottola. Il 27 settembre del 2008 l'attore canadese si sposa con Scarlett Johansson. Nel 2009 veste i panni di Dreadpool in "X-Men le origini - Wolverine", film diretto da Gavin Hood ispirato ai fumetti Marvel, per poi comparire accanto a Sandra Bullock nella commedia romantica "Ricatto d'amore", di Anne Fletcher, e in "Paper Man", di Michele Mulroney e Kieran Mulroney.

Gli anni 2010

Tra il 2010 e il 2011 Reynolds - diventato nel frattempo testimonial per Hugo Boss e inserito al primo posto nella classifica degli uomini più sexy di tutto il mondo redatta dal magazine "People" - si separa, e poi divorzia definitivamente, dalla Johansson; sul fronte lavorativo, doppia due episodi della serie animata dei "Griffin" e recita per Rodrigo Cortés in "Buried - Sepolto" e per Martin Campbell in "Lanterna verde", dove interpreta un altro eroe dei fumetti (Lanterna Verde, appunto, o Hal Jordan che dir si voglia) al fianco di Blake Lively.

Proprio con la Lively si risposa il 9 settembre del 2012. Due anni più tardi la coppia annuncia di aspettare una bambina, che nasce a dicembre del 2014: le madrine della piccola sono America Ferrera, Amber Tamblyn e Alexis Bledel, amiche e colleghe della Lively.

Nel frattempo, la carriera di Reynolds prosegue a vele spiegate: solo nel 2014, l'interprete nord-americano appare nel film di Atom Egoyan "The Captive" e in "The Voices", di Marjane Satrapi, oltre che nella commedia di Seth MacFarlane (il creatore dei "Griffin") "Un milione di modi per morire nel West", dove però non è accreditato.

L'anno successivo viene diretto da Ryan Fleck e da Anna Boden in "Mississippi Grind", prima di recitare in "Self/less", di Tarsem Singh, e in "Woman in Gold" (al fianco di Helen Mirren), di Simon Curtis. Lavora, inoltre, al film di Tim Miller "Deadopool", la cui uscita nei cinema è prevista per il 2016.

5. Biografia di Gianni Rodari

Filastrocche in cielo e in terra
23 ottobre 1920
14 aprile 1980

Chi è Gianni Rodari?


Tra i migliori scrittori per ragazzi del XX secolo, Gianni Rodari nasce il 23 ottobre 1920 a Omegna sul Lago d'Orta, il luogo in cui si erano trasferiti per lavoro i genitori originari della Val Cuvia nel Varesotto.

Il piccolo Rodari frequenta le scuole elementari fino alla quarta nel paese natìo. A soli dieci anni, in seguito alla prematura scomparsa del padre, fornaio nella via centrale del paese, tutta la famiglia è nuovamente costretta a trasferirsi, questa volta a Gavirate, paese natale della madre; qui Gianni ha modo di completare gli studi per la licenza elementare.

La povera donna rimasta priva del compagno può fortunatamente contare sull'aiuto di Gianni e dei suoi due fratelli Cesare e Mario: questi sono decisamente più vivaci di Gianni che viceversa è un bambino sensibile e piuttosto solitario, poco incline a stringere amicizia con i suoi coetanei.

Tale è l'interiorità di Rodari e la sua intensa spiritualità, così diverso gli pare di essere rispetto ai ragazzi che lo circondano, che il 5 agosto 1931 fa richiesta di entrare in seminario per frequentare il ginnasio. Si distingue subito per le ottime capacità diventando ben presto il primo della classe. Risultati confermati anche in seguito fino all'inizio della terza quando nell'ottobre 1933 si ritira dal liceo.

Conclude l'anno scolastico a Varese ma, stranamente, non prosegue gli studi liceali bensì sceglie di trasferirsi alle scuole magistrali. Un segno premonitore dell'eccezionale spirito pedagogico e dell'enorme amore per i bambini che già da allora questo timido intellettuale nutriva.

Inoltre, già a partire dal 1935, Rodari militava nell'Azione Cattolica arrivando per un certo periodo a ricoprire l'incarico di presidente di zona.

Nel 1936 pubblica otto racconti sul settimanale cattolico "L'azione giovanile" e inizia una collaborazione con "Luce" diretto da Monsignor Sonzini. Nel 1937 inizia un periodo di profondi cambiamenti interiori. Lascia la presidenza dei giovani gaviratesi dell'Azione cattolica, uno strappo destinato a non ricucirsi mai più.

Intanto persegue tenacemente la sua strada e dietro al ragazzino timido che non socializzava con nessuno si scopre un uomo forte capace di grandi iniziative. Diventa dapprima istitutore presso una famiglia ebrea di Sesto Calende poi si iscrive all'Università Cattolica, senza però arrivare alla laurea. In seguito viene assunto come maestro elementare in diversi paesi del Varesotto. Ironia della storia: Gianni Rodari viene valutato "insufficiente" come insegnante perchè si rifiuta di assumere un incarico nel partito fascista.

A partire da questo episodio, il suo impegno politico viene sempre più delineandosi. Dopo il 25 luglio 1943 inizia una collaborazione con "resistenti comunisti" e l'anno dopo, nel maggio 1944, si arruola nella Squadra di azione Patriottica di Saronno. Iscrittosi al Partito Comunista Italiano, ne diventa funzionario. Nel marzo 1947 viene chiamato al quotidiano "L'Unità" di Milano come inviato speciale. Sul giornale pubblica le prime filastrocche per bambini.

Nel 1950 a Roma dirige "Il Pioniere", cui dà un significativo contributo come scrittore e come organizzatore di un progetto educativo.

Sposato con Maria Teresa Ferretti dalla cui unione nasce la figlia Paola, passa alla direzione di "Avanguardia", settimanale della FGCI. Nel 1956 rientra a "L'Unità" di Roma come capocronista, mentre nel 1958 è a "Paese sera" in qualità di inviato speciale, commentatore e corsivista, incarico che manterrà fino alla sua scomparsa.

Gli anni della scrittura per l'infanzia e della notorietà sono comunque quelli dal 1960 in poi. Incomincia a pubblicare per una prestigiosa casa editrice come Einaudi e la sua fama si diffonde in tutta Italia. Il primo libro che esce con la nuova casa editrice è "Filastrocca in cielo ed in terra" nel 1959. Solo nel 1962-1963 raggiunge una certa tranquillità economica grazie alla collaborazione a "La via migliore" e all'enciclopedia per ragazzi "I quindici".

Vince nel 1970 il Premio Andersen, prestigioso riconoscimento alla sua opera di scrittore per l'infanzia.

Gianni Rodari muore a Roma il 14 aprile 1980 per collasso cardiocircolatorio, a seguito di un intervento operatorio per liberare una vena occlusa nella gamba sinistra.

Dal 1992 le opere di Rodari sono illustrate per la Einuadi Ragazzi dal famoso fumettista Altan.

6. Biografia di Robert Trujillo

23 ottobre 1964

Chi è Robert Trujillo?


Roberto Agustín Miguel Santiago Samuel Trujillo Veracruz, conosciuto più semplicemente come Robert Trujillo, nasce il 23 ottobre 1964 a Venice, in California.

Sin da giovane suona il basso per diversi gruppi della sua città natale: grazie alla sua bravura, comincia la carriera di bassista. Il cammino verso il successo è inesorabile e, dopo aver suonato in diversi gruppi come Suicidal Tendencies, Infectious Grooves e per Ozzy Osbourne, il 24 febbraio 2003 entra finalmente a far parte di un gruppo che fa la differenza: i Metallica.

Dopo l'abbandono di Jason Newsted, il gruppo si è dovuto infatti cercare un nuovo bassista. E' così che Robert e gli altri tre membri storici - James Hetfield, Lars Ulrich e Kirk Hammett - si sono incontrati entrando da questo momento a far parte l'uno della vita dell'altro.

7. Biografia di Alex Zanardi

Con la voglia di vivere, con la voglia di vincere
23 ottobre 1966

Chi è Alex Zanardi?


A 100 chilometri da Berlino e a 60 da Dresda è stato costruito, adiacente la nuovissima pista del Lausitzring (tristemente famosa per il terribile incidente costato la vita al pilota italiano Michele Alboreto), un circuito della lunghezza di 2 miglia che permette con facilità alle autovetture di raggiungere picchi di oltre 370 km/h.

E' proprio all'interno di tale circuito che, in una corsa a pochi giri dal termine, nel pomeriggio di sabato 15 settembre 2001 ha avuto luogo il terribile incidente fra il nostro Alex Zanardi e il pilota italo canadese Tagliani.

Zanardi, a undici giri dal termine, era rientrato per un rabbocco precauzionale di benzina e con foga aveva ripreso la pista, ricevendo schizzi di carburante sulla visiera. Ma nell'atto di detergerla successe che perse sfortunatamente il controllo della vettura la quale, dopo un testa e coda, rientrò lentamente ma trasversalmente sulla pista proprio mentre sulla stessa linea soppraggiungeva la vettura di Tagliani. Conseguenza di questa tragica fatalità fu un urto perfettamente perpendicolare fra le due vetture, inevitabile e violentissimo, che tagliò letteralmente in due la Reynard Honda di Zanardi, proprio all'altezza delle anche del pilota bolognese.

Subito le condizioni apparvero disperate e per limitare l'emorragia si dovette intervenire con la soluzione più drastica e radicale: l'amputazione degli arti inferiori. Come per Clay Regazzoni, come per Frank Williams. Se con quest'atto, dettato da "estrema ratio", si riuscì indubbiamente a salvare la vita del valoroso pilota, le condizioni di Zanardi rimasero gravissime per lungo tempo, complici altre numerose fratture e il perenne rischio di embolia.

Alessandro Zanardi nasce a Bologna il 23 ottobre 1966 con la passione per i motori nel sangue, ben supportata dell'esempio paterno. Anche il genitore era ottimo pilota dilettante e grande intenditore. Alex frequenta così le corse, inizia a gareggiare sui kart e segue con passione tutti gli avvenimenti legati a questo sport. La sua classe indiscussa pian piano emerge, ottenendo nel tempo ottimi risultati come i 3 Campionati Italiani ed il titolo Europeo di kart: i risultati lo fanno entrare di diritto in Formula 3 dove, come miglior risultato, ottiene un secondo posto nel Campionato Europeo.

Pur senza possedere grandi possibilità economiche (il padre è idraulico e la madre una valente artigiana camiciaia), Alex Zanardi riesce ad entrare in Formula 3000 nel 1990. Eddie Jordan, grande talent scout ed opportunista, lo segue e nel 1991 lo schiera nel suo Team in Formula 1. Pur confermandosi grande combattente non ottiene però in questo periodo risultati di rilievo. Passa per tutte le cosiddette squadre di "riempimento" (Minardi, Lamborghini e Lotus), fino al 1994. In 25 Gran Premi disputati non riesce ad ottenere che un solo punto in Classifica. A Spa è protagonista di un terribile incidente che, pur senza conseguenze, lo costringe a lasciare il Team Lotus.

Nel 1995 nonostante i tanti contatti con squadre di Formula 1, nulla va a buon fine e viene avvicinato da procuratori che lo propongono a manager della Formula Kart americana. Chip Ganassi, leggenda della Serie americana lo vuole e, con un ingaggio che non si può rifiutare, lo convince a fare il passo. Si ambienta in fretta e già nel primo anno (1996) ottiene tre vittorie che lo pongono in primo piano per la vittoria dell'anno successivo: un successo che gli fa guadagnare il rispetto (con anche un pizzico di sana invidia) dei piloti americani.

Le previsioni vengono pienamente confermate e per gli anni 1997 e 1998 il pilota da battere è lui. Con autentiche imprese che fanno impazzire i tifosi Alex si impone nel Campionato in entrambi gli anni, ma il desiderio di rivalsa per una Formula 1 che non lo ha nè capito, nè giustamente valutato, lo chiama. La richiesta da parte del Team Williams per un contratto triennale non lo fa neanche riflettere, firma ed abbandona gli Stati Uniti, lasciando un grande vuoto fra gli appassionati.

La Williams, pur sempre squadra di vertice, nel 1999 realizza una vettura mal riuscita e in 16 Gran Premi, Zanardi colleziona ben 10 ritiri. All'interno del Team il suo carattere educato e gentile si scontra con l'animo burbero del Capo progettista Patrick Head che lo scarica letteralmente, incaricando il giovane Ralf Schumacher dello sviluppo della vettura. Il clima diventa impossibile e così, a fine stagione, da gran signore, Alex accetta la transazione della risoluzione del contratto dei restanti due anni. Con una bella cifra di liquidazione si ritira a Montecarlo a godersi la dolce moglie Daniela ed il piccolo Niccolò, con frequenti puntate a Castelmaggiore a trovare le adorate mamma e nonna.

Dopo un 2000 di tutto riposo, Mo Nunn, altro grande manager della Cart convince Zanardi a tornare a correre nella Serie a bordo delle Reynard Honda del team e così Alex ritorna negli States. Toltosi la ruggine dell'inattività nelle prime corse, purtroppo quel fatale incidente, assolutamente casuale, ha interrotto quel ritorno.

Il pilota, dotato di un carattere di ferro, non senza fatica si è ripreso, si è adattato a quelle brutte (ma per lui salvifiche) protesi e il suo sorriso è tornato a splendere sulle piste, con grande gioia degli appassionati e di chi lo ha sempre amato.

Con l'aiuto di Gianluca Gasparini, giornalista della "Gazzetta dello Sport", Alex ha scritto "... Però, Zanardi da Castelmaggiore!" (2003), un libro che ripercorre la sua vita, la sua carriera e soprattutto il suo straordinario recupero.

Il ritorno di Alex Zanardi ha commosso l'intero mondo sportivo ancor più del dramma vissuto per l'incidente. Da sempre nobile e gentile nell'animo, Alex non solo ha dimostrato tenacia e determinazione, ma una grande umiltà, voglia di vivere e un immenso amore per il suo sport. Per tutte le sfortunate vittime di incidenti analoghi al suo, per i loro amici e famigliari, e per chiunque ami lo spirito sportivo, Alex Zanardi è un eroe, un esempio e un punto di riferimento.

Nel 2010 la sua carriera si arricchisce di una nuova esperienza, quella di conduttore televisivo: su Rai Tre conduce "E se domani", un'innovativa trasmissione di divulgazione scientifica in onda in prima serata.

Nel 2012 partecipa alle Paralimpiadi di Londra gareggiando ora sulle tre ruote dell'handbike: compie un'impresa straordinaria vincendo la medaglia d'oro e salendo sul gradino più alto del podio, per la prima volta nella sua carriera sportiva.

Il 12 ottobre 2014 compie un'altra impresa: dopo mesi di allenamento partecipa alle Hawaii alla più importante gara al mondo di triathlon "Ironman", che prevede 3,8 km da percorrere nuoto, 180 km con la handbike e 42 km (la distanza della maratona) con la carrozzina olimpica. Il solo fatto di portare a termine questa gara massacrante è per ogni partecipante un grande successo: Alex Zanardi vi riesce in meno di 10 ore. Al termine ha dichiarato (via Twitter): "Che emozione: migliaia di persone che urlano il tuo nome e lo speaker che dichiara: Alex Zanardi, you are an ironman!".

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