Biografie di personaggi famosi e storici nato il 24 ottobre


Biografie di personaggi famosi e storici


Biografie di personaggi famosi nella storia e celebrità nate il 24 ottobre

Sommario:

1. Roman Abramovich
2. Vincent Candela
3. Massimo d'Azeglio
4. Bob Kane
5. Gabriel Laub
6. Ezio Mauro
7. F. Murray Abraham
8. L' O.N.U.
9. Riccardo Rossi

1. Biografia di Roman Abramovich

Molti soldi, molto potere, molti interessi
24 ottobre 1966

Chi è Roman Abramovich?


Roman Abramovich nasce a Saratov, in Russia (a 800 chilometri da Mosca) il 24 ottobre 1966. Perde la madre quando ha solo 18 mesi; rimane poi orfano anche del padre, rimasto ucciso in un cantiere, quando ha solo quattro anni. Roman cresce così nella regione petrolifera di Komi dallo zio, fratello del padre; più tardi la sua educazione sarà affidata a un secondo zio, a Mosca.

Frequenta l'Istituto Tecnico Industriale nella città di Uchta prima di arruolarsi nell'esercito sovietico.

Alla fine degli anni Ottanta, all'epoca in cui il presidente Gorbaciov avvia la cosiddetta "perestrojka" (ricostruzione) riforma che avrebbe consentito la nascita di piccole imprese private, Abramovich dà vita alle sue attività imprenditoriali. E' proprio la privatizzazione dei sistemi produttivi e industriali dell'ex Unione Sovietica che farà la fortuna economica delle imprese di Roman Abramovich.

Il suo esordio nel mondo del lavoro inizia con Runicom, una compagnia specializzata nella compravendita del petrolio. Nel 1992, a 25 anni, è già indagato insieme ad altri per la scomparsa di 55 cisterne di greggio dirette a un compratore a Mosca e misteriosamente dirottate in Lituania prima di dissolversi nel nulla. Tra il 1992 e il 1995 fonda cinque diverse compagnie di import/export specializzandosi sempre più nel settore del commercio di petrolio e prodotti petroliferi.

A metà degli anni Novanta diventa amico intimo di Tatyana, figlia preferita di Boris Eltsin, e di Boris Berezovski, re degli oligarchi russi, energetico, spregiudicato e abile artefice della seconda vittoria di Eltsin. Insieme a Boris Berezovskij nel 1995 acquista la quota di controllo di Sibneft, colosso petrolifero russo. Per questa operazione i due imprenditori russi avrebbero speso complessivamente diverse decine di milioni di dollari, ottenendone in prestito circa 100 milioni in cambio di alcune quote azionarie. Nel giro di breve tempo la compagnia aumenta in modo enorme il proprio valore, consentendo ai due magnati di diventare ricchissimi.

Mentre Berezovski - e con lui l'altro magnate dei media Vladimir Gusinsky - devono lasciare il paese in seguito alle pressioni del governo per aver apertamente sfidato la politica del presidente Putin, Roman Abramovich riesce a inventare per sé un nuovo personaggio, rafforzato dalla scelta dell'auto-esilio. Il nuovo stile di vita non gli impedisce di acquistare - da Boris Berezovsky, quasi in disgrazia - il 49% delle azioni di ORT, rete tv che il vecchio amico di Eltsin aveva utilizzato contro Vladimir Putin. Grazie ad Abramovich la tv torna quindi nelle mani del potere statale.

Durante gli anni Novanta, attraverso la sua holding Millhouse Capital e il suo partner Eugene Shvidler, acquista una consistente quota della compagnia aerea di bandiera Aeroflot; entra poi come azionista nella Trans World Group, compagnia che fondendosi con le aziende di Oleg Deripaska, crea Rusal, colosso nel settore dell'alluminio.

Nel 2002 Abramovich vende la sua parte di Sibneft a Gazprom per 13 miliardi e la sua quota di Rusal a Deripaska per 2 miliardi, reinvestendo tutto il profitto in Evraz Group, una delle più importanti compagnie mondiali nella lavorazione dell'acciaio.

La rivista statunitense Forbes nel 2006 indica Roman Abramovich come l'undicesima persona più ricca al mondo, con un capitale di circa 18,2 miliardi di dollari: gli altri nomi della lista sono persone con almeno 10 anni più di lui.

Nel 2007 divorzia dalla moglie Irina, dalla quale ha avuto cinque figli; il divorzio rischiava di passare alla storia come il più costoso di sempre ma alla fine, le vie seguite dai legali del magnate, hanno fatto sì che il costo fosse limitato a 300 milioni di dollari.

Dal 2003 è proprietario della squadra di calcio londinese Chelsea F.C.; spesso in questo ambito hanno fatto parlare le cifre spese per i movimenti di giocatori nel panorama del mercato calcistico europeo. Noti sono anche i suoi contributi alle comunità ebraiche in Israele, così come nel resto del mondo, contributi questi che riflettono espressamente le sue radici.

Abramovich è inoltre proprietario del Pelorus, considerato uno fra i più lussuosi yacht al mondo, costruito dall'azienda tedesca Lürssen nel 2003 (dal costo stimato in 100 milioni di euro). Fra i vari gadget che rendono unico questo panfilo, v'è un sottomarino con ricovero interno allo scafo. Nel 2007 finisce la costruzione dell'Eclipse, lo yacht più grande al mondo (misura 167,60 metri) dal prezzo stimato di 300 milioni di dollari.

La carriera politica di Roman Abramovich inizia nel 1999, quando viene eletto deputato alla Duma di terzo grado nel territorio costituente della Chukotka, senza peraltro aderire ad alcun gruppo parlamentare. La Chukotka è una zona ghiacciata, poverissima, di fronte all'Alaska. Nel 2000 diventa membro della commissione della Duma per le regioni del nord e dell'estremo oriente. Nel dicembre dello stesso anno diventa (eletto con il 92% dei voti) governatore della Chukotka. Questa regione autonoma era stata formalmente creata nel 1930 dai sovietici, che contavano di sfruttarne i giacimenti di carbone, petrolio e oro attirando manodopera proveniente dalle altre repubbliche dell'Urss con promesse di lauti guadagni, vacanze gratuite in Crimea e pensioni anticipate. Le rosee prospettive di allora sono poi naufragate insieme all'Urss. Negli ultimi dieci anni la popolazione si è più che dimezzata.

Nel 2000 l'intera regione contava poco più di 70 mila abitanti; prima dell'avvento di Abramovich sopravvivevano a stento, spesso senza elettricità, gas, riscaldamento e assistenza sanitaria. A Mosca alcuni sostengono che Abramovich abbia fatto questa mossa per poter sfruttare indisturbato le ricchezze del sottosuolo. Altri avanzano l'ipotesi che Abramovich voglia utilizzare la regione come redditizio deposito per scorie nucleari. La spiegazione fornita dell'oligarca Abramovich a quel tempo rimane enigmatica: "Il mio interesse per la Chukotka non è né finanziario né filantropico. Certo che ho i miei motivi per vivere qui, lontano da mia moglie e dai miei figli che continuano a stare a Mosca. Lo faccio semplicemente perché mi piace. L'altruismo non c'entra".

Prima di essere eletto aveva personalmente sborsato 30 milioni di dollari per finanziare "Pole of Hope", una fondazione che ancora oggi garantisce a 8 mila bambini della regione cure odontoiatriche e vacanze al mare. Una volta divenuto governatore ha reso noto il budget della regione, dichiarando che un terzo del fabbisogno è stato coperto dalle tasse (35 milioni di dollari) mentre la quasi totalità dei due terzi rimanenti è stato elargito direttamente dalle sue tasche.

2. Biografia di Vincent Candela

24 ottobre 1973

Chi è Vincent Candela?


Vincent Candela nasce il 24 ottobre del 1973 a Bédarieux. Cresciuto calcisticamente nel Montpellier, con il quale diventa campione di Francia a nemmeno diciassette anni (senza mai giocare), inizia la carriera di calciatore professionista nel 1992 al Tolosa, dove rimane fino al 1995 totalizzando 56 presenze e mettendo a segno 3 reti.

Il suo debutto nella prima divisione francese risale all'ottobre del 1992, mentre al termine della stagione 1993/94 la squadra retrocede in seconda divisione.

L'anno successivo il Tolosa non riesce a centrare la promozione, e per questo Vincent Candela passa al Guingamp, squadra con la quale vince anche una Coppa Intertoto nel 1996 e in cui rimane fino al mese di gennaio del 1997 (lo score complessivo è di 48 presenze e 2 gol), quando si trasferisce alla Roma.

Campione del mondo con la Francia

Nel 1998 Vincent Candela, con la maglia della Francia (con la quale aveva già partecipato ai Giochi Olimpici di Atlanta due anni prima) vince i Mondiali che si disputano proprio in casa: i Bleus, al termine di una cavalcata esaltante, sconfiggono in finale il Brasile di Ronaldo.

Nel corso del torneo, Vincent Candela trova poco spazio, in quanto la fascia sinistra è presidiata da Bixente Lizarazu: ha, in ogni caso, l'opportunità di giocare nell'ultima partita del girone contro la Danimarca (con la Francia già qualificata agli ottavi di finale).

Campione d'Europa

Sempre con la maglia della nazionale transalpina si aggiudica gli europei del 2000: a farne le spese, in questo caso, è l'Italia di Dino Zoff, che viene battuta in finale ai tempi supplementari con il golden gol di David Trezeguet.

Anche in questo caso, il commissario tecnico Roger Lemerre lo impiega sporadicamente: Candela gioca solo contro la Repubblica Ceca e i Paesi Bassi.

In Italia

Nella Roma, invece, Vincent, impiegato inizialmente come difensore sinistro da Zdenek Zeman, viene trasformato in esterno di centrocampo da Fabio Capello. La sua esperienza nella Capitale lo porta a vincere, tra l'altro, uno scudetto e una Supercoppa Italiana nel 2001.

Nel 2002, con la Francia prende parte ai mondiali disputatisi in Giappone e Corea del Sud, giocando contro l'Uruguay e la Danimarca. Nell'agosto dello stesso anno, scende in campo per l'ultima volta con i Bleus, nel corso dell'amichevole contro la Tunisia: si tratta della sua quarantesima presenza con la nazionale (con la quale ha anche messo a segno cinque gol).

L'esperienza con la Roma, invece, dura per altri due anni e mezzo: è solo dopo nove stagioni in giallorosso, con 280 partite disputate e 16 reti messe a segno, che il calciatore transalpino viene venduto nel gennaio del 2005 al Bolton.

L'esperienza in Inghilterra e il ritorno in Italia

Nel team inglese milita fino a giugno (nel frattempo diventa anche padre di Angelica, avuta dalla moglie Mara), quando torna in Italia chiamato dall'Udinese allenata da Serse Cosmi: con i friulani, tra l'altro, ha l'occasione di tornare a giocare in Champions League, e nella massima competizione europea mette a segno anche una rete in trasferta, contro il Panathinaikos.

Nell'estate del 2006, Vincent Candela lascia il club di Pozzo e passa al Siena: la sua esperienza in Toscana, però, dura solo pochi mesi (per un totale di 14 partite), e nella sessione di calciomercato invernale il laterale francese viene ceduto al Messina. Anche la militanza in riva allo Stretto dura poco, e così Candela - rimasto senza squadra nell'estate successiva - il 3 settembre del 2007 annuncia al sito del quotidiano sportivo francese "L'Equipe" l'intenzione di ritirarsi dall'attività agonistica. Nel 2008, tuttavia, torna in campo, seppure a livello amatoriale, indossando la maglia dell'Albatros, squadra che milita nella Prima Categoria del Lazio.

Vincent Candela si ritira ufficialmente dal calcio il 5 giugno del 2009, quando disputa una partita di addio allo Stadio Olimpico organizzata appositamente in suo onore: a sfidarsi davanti a oltre 40mila spettatori sono i giocatori della Francia campione del mondo nel 1998 e quelli della Roma campione d'Italia nel 2001.

Il 22 luglio del 2014 Candela viene inserito nella Hall of Fame della Roma; pochi mesi più tardi viene chiamato a far parte del cast della decima edizione di "Ballando con le stelle", il varietà del sabato sera di Raiuno presentato da Milly Carlucci, nel quale si esibisce danzando al fianco di R. Elle Niane.

3. Biografia di Massimo d'Azeglio

L'arte, la cultura e la passione civile
24 ottobre 1798
15 gennaio 1866

Chi è Massimo d Azeglio?


Massimo Taparelli, marchese d'Azeglio, nasce a Torino il 24 ottobre 1798. Con la famiglia vive da esule a Firenze durante l'occupazione francese del Piemonte. Poi, dopo la caduta di Napoleone, frequenta i corsi universitari a Torino.

Intraprende poi la la carriera militare, come tradizione di famiglia, percorso che abbandona nel 1820. Si stabilisce a Roma per studiare pittura con il maestro fiammingo Martin Verstappen.

E' dal 1825 che Massimo d'Azeglio inizia a dedicarsi a temi sentimentali e patriottici. Nel 1831 muore il padre: si trasferisce a Milano dove conosce Alessandro Manzoni. D'Azeglio sposa la figlia Giulia Manzoni alla quale presenta il suo primo romanzo "La sagra di San Michele", e sul cui soggetto aveva già dipinto un quadro di intonazione prettamente Romantica.

Negli anni successivi si dedica alla scrittura; nel 1833 scrive "Ettore Fieramosca o Lo disfida di Barletta", nel 1841 "Niccolò de' Lapi ovvero i Palleschi e i Piagnoni" e l'incompiuto "La lega lombarda".

D'Azeglio continua comunque a dipingere soggetti patriottici e sentimentali che insieme ai paeseggi, caratterizzeranno tutta la sua produzione.

Inizia la sua carriera politica nel 1845 con la pubblicazione di vari opuscoli antiaustriaci ("Gli Ultimi casi di Romagna" è il suo opuscolo più noto).

Partecipa attivamente alle giornate del 1848 e, dopo Novara, viene chiamato da Vittorio Emanuele II alla presidenza del Consiglio dei ministri, che tiene dal 1849 al 1852. Il suo successore sarà Cavour.

Ceduta la presidenza si allontana dalla vita politica attiva; appoggia tuttavia la spedizione di Crimea e nel 1860 ricopre la carica di governatore di Milano.

I suoi ultimi anni saranno dedicati alla sua autobiografia "I miei ricordi".

Massimo d'Azeglio muore a Torino il 15 gennaio 1866.

4. Biografia di Bob Kane

Batman e Robert
24 ottobre 1916
3 novembre 1998

Chi è Bob Kane?


No, Batman non l'ha inventato Tim Burton, che pure ha tutto il merito di aver rilanciato il cupo eroe nell'immaginario collettivo. Il merito si deve al signor Robert Kane, un anonimo personaggio nato a New York City il 24 ottobre 1916, parco nell'attirare l'attenzione ma dotato di una fantasia assai fervida.

Il timido Bob Kane inizia a disegnare per lo studio Eisner-Iger a metà degli anni '30 ma il primo lavoro a firma propria viene pubblicato dalla Fiction House (la casa editrice fondata proprio dalla coppia Eisner-Iger) sulla rivista "Wow, What A Magazine" del settembre 1936. E' il periodo, questo, in cui Kane lavora più che altro su personaggi creati da terzi (e ormai caduti nell'oblio), come Peter Pupp, Hiram Hick, Pluto, Bobby e molti altri.

A partire dal 1938 Bob il creativo si ritrova fortunosamente a collaborare con la D.C. Comics, dove Superman aveva appena iniziato a spopolare, disegnando diverse storie scritte da Bill Finger.

Narra la leggenda, riportata anche da autorevoli ricostruzioni biografiche, che un bel giorno dell'anno di grazia 1939, Robert, ispirato dal grande successo ottenuto appunto da Superman, presentasse al supervisore capo il bozzetto di un nuovo super eroe: una creatura della notte, acrobatico e ardito ma anche umano, troppo umano (diversamente da tutti gli altri supereroi, non è dotato di alcun potere) che, traumatizzato dalla fine violenta dei genitori per mano di banditi senza scrupoli, si dedica alla lotta contro il crimine. Era nato Batman.

Per stessa ammissione di Kane molti furono gli elementi ispiratori del mito dell'"Uomo pipistrello": i predecessori Superman e Phantom, ma anche Dick Tracy, gli eroi dei pulp magazine, Zorro e addirittura Leonardo Da Vinci (per i disegni di uomini volanti simili appunto a pipistrelli e per le diavolerie tecnologiche usate dal suo eroe).

Ma di questa icona dei giorni nostri, Bob Kane non fu l'unico padre. Egli stesso ammise di aver presentato i suoi schizzi a Bill Finger, lo scrittore con cui aveva lavorato fino a quel momento alla D.C., il quale, innegabilmente, migliorò di molto il look del personaggio, sviluppando la veste finale di Bat-man (come era conosciuto in origine). Il nome di Finger, scomparso nel 1974, non è mai apparso nei credits delle storie, tanto è vero che a Kane scappò di definirlo in un'occasione come "l'eroe non celebrato".

Niente di più vero, in effetti. Per anni fu la sola firma di Bob Kane a comparire accanto al logo di Batman, nonostante Bill Finger abbia scritto alcune delle storie più belle del Batman classico: sua poi fu l'idea di una maschera con due spazi vuoti al posto degli occhi e l'idea di una cappa al posto delle rigide ali di pipistrello che apparivano nelle primissime storie.

Kane, complice l'abile mossa di registrare il marchio Batman a suo nome, fu abile nello sfruttare il titolo di "padre di Batman" nonostante poi pubblicamente si rammaricasse del sostanziale anonimato degli altri autori. In seguito non si occupò di altri personaggi ma si preoccupò, insieme al solito Finger, di creare una serie di comprimari di Batman, poi diventati una vera pletora. A partire da Robin (lanciando così la moda del ragazzo spalla dell'eroe), per arrivare al maggiordomo Alfred e ai cattivi Joker, il Pinguino, l'Enigmista e Catwoman.

Tutta la sua produzione rimase inoltre caratterizzata da una continua ricerca di innovazione grafica, nel tentativo di superare lo schema dei 5 - 6 riquadri per pagina ereditato dall'adattamento delle strisce giornaliere al formato comics. Lo stile di Bob Kane, invece, rimase pressoché immutato (con qualche variante alle orecchie del costume di Batman) fino al 1965, anche se in effetti Kane disegnava ormai solo pochissime storie di Batman già a partire dalla metà degli anni '40, sostituito da disegnatori come quelli già citati ed altri come Jack Burnley, Sheldon Moldoff, Carmine Infantino e Stan Kaye. Le sue tavole più belle rimangono proprio quelle delle strisce giornaliere del periodo 1943-1946.

Negli anni '50 fu chiesto a Bob Kane di andare ad Hollywood per creare dei personaggi per cartoni animati. Uscirono quindi cartoni (non certo memorabili) come Courageous Cat e Cool McCool, ma fu in particolare il successo della serie TV di Batman, nel 1965, a farlo spostare in permanenza nella mecca del cinema.

Coccolato dai media, coinvolto in tutti i progetti che riguardavano la sua creatura, Bob Kane visse nella sua villa nel West Hollywood gli ultimi 30 anni della sua vita, scrivendo libri, articoli, concedendo interviste e dipingendo qualche schizzo che poi vendeva a prezzi elevatissimi (ricordate quello in mano al giornalista collega di Viki Vale, nel film di Tim Burton?). Una sorte ben diversa da quella toccata ai creatori di Superman, che cedettero i diritti alla National e non si avvantaggiarono dei ricchi profitti del merchandising.

Bob Kane è morto a 82 anni il 3 novembre 1998, e il mondo del fumetto lo piange, anche se la sua creatura è in buone mani, più viva che mai: una vera icona moderna.

5. Biografia di Gabriel Laub

L'aforisma al microscopio
24 ottobre 1928
3 febbraio 1998
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Chi è Gabriel Laub?


Di origine ebraica, Gabriel Laub nasce in un paese della Polonia chiamato Bochnia, il 24 ottobre 1928. Perseguitato a causa delle sue origini, nel 1939 lo scrittore è costretto a lasciare Cracovia e raggiungere l'Unione Sovietica con i genitori. Qui viene catturato e deportato, trascorrendo parecchio tempo internato tra i monti Urali.

Nel 1946 si trasferisce a Praga, la città nella quale studia e lavora come editore, giornalista e scrittore. Oltre ad essere un apprezzato scrittore satirico, autore di aforismi ironici e irriverenti, Laub è anche un umorista sagace. Una delle caratteristiche che fanno di Laub un bravissimo autore è quella di comporre le sue opere in due lingue: tedesco ed ebraico.

Qualche tempo prima di lasciare Praga per raggiungere la città di Amburgo, nel 1967 pubblica un libro di aforismi in lingua ceca, mentre tutti gli altri suoi libri sono scritti e pubblicati in tedesco. Nel 1986 viene appunto pubblicata una raccolta di aforismi in lingua tedesca. Ad Amburgo Laub collabora con emittenti televisive e con la carta stampata.

Gabriel Laub è un aforista contemporaneo, e come tale più volte si chiede su quale sia la funzione dell'aforisma nell'ambito della letteratura. Si tratta infatti di un genere abbastanza inusuale, poco "battuto" dai critici, dagli editori e dalle collane editoriali. Nelle università e nelle scuole, poi, questo genere viene quasi del tutto ignorato! E' piuttosto difficile, infatti, trovare studi critici e recensioni su aforismi ed autori degli stessi.

Gabriel Laub scrive, all'interno di un suo libro, un "Piccolo trattato sugli aforismi", soffermandosi ad analizzare la nascita e lo sviluppo dell'aforisma come genere letterario. Tra gli aforismi utilizzati dall'autore per descrivere questo particolare genere di scrittura vi è: "l'aforisma viene molto apprezzato perchè contiene una mezza verità, cioè una percentuale non indifferente".

Gabriel Laub è inoltre bravo nel cogliere la novità dell'aforisma rispetto ad altre forme di espressione. Dice infatti che: "Non lo si mette da parte prima di averlo letto tutto".

Dopo la morte, avvenuta il 3 febbraio 1998 ad Amburgo (Germania), il corpo dello scrittore polacco viene portato nello stato di Israele per la sepoltura.

La raccolta di aforismi di Laub è molto ricca, e affronta varie tematiche. Ci sono alcuni aforismi riguardanti l'amore e l'amicizia. "La massima forma d'egoismo è l'amore. Non amiamo i nostri partner, ma soltanto la loro capacità di amare noi"; o ancora: "Uno stupido è un idiota che non ha fatto carriera".

Tra le opere di Laub ci sono anche alcuni romanzi scritti con stile satirico sulle varie situazioni della vita quotidiana. Gli aforismi di Gabriel Laub sono senz'altro i più conosciuti, mentre nel web si trova ben poco della vita e della produzione letteraria di questo autore polacco, che invece sembra parecchio arguto e anticipatore dei tempi moderni, quando afferma che "la carriera di molte attrici è cominciata con un ruolo nella vita di un regista". Come non giudicare questo ed altri suoi aforismi assolutamente "illuminanti"?

6. Biografia di Ezio Mauro

Informazione netta
24 ottobre 1948

Chi è Ezio Mauro?


Il panorama giornalistico italiano può ancora contare sulla presenza di professionisti che svolgono questo mestiere da anni con impegno e passione sempre costanti. Tra le "penne" più conosciute e apprezzate in Italia vi è sicuramente quella di Ezio Mauro, direttore responsabile del quotidiano "La Repubblica" dal 1996, quando è subentrato al fondatore del quotidiano Eugenio Scalfari.

Prima di allora, dal 1992 al 1996, Ezio Mauro ha diretto un altro grande quotidiano, "La Stampa". Nato a Dronero (Cuneo) il 24 ottobre 1948, il giornalista comincia la sua gavetta presso la redazione della "Gazzetta del Popolo" di Torino nel 1972. Qui Ezio Mauro si occupa in particolare dei gravissimi avvenimenti di cronaca degli "anni di piombo". Gli articoli da lui scritti riguardanti alcuni brigatisti rossi in particolare (come Patrizio Peci) provocano qualche reazione, ma per fortuna non vi sono conseguenze irreparabili.

Durante gli anni a "La Stampa" è inviato e corrispondente dagli Stati Uniti. Dal 1988, entra a far parte della redazione giornalistica de "La Repubblica", è inviato come corrispondente dalla città di Mosca. Per tre anni racconta alle pagine del quotidiano di Scalfari le trasformazioni dell'Unione Sovietica che esce dalla Perestrojka. Nel 1990 ritorna tra i redattori della "Stampa" di Torino, e viene nominato direttore nel 1992.

Durante la sua carriera ha ottenuto due importanti riconoscimenti: il "Premio Ischia Internazionale di Giornalismo" nel 1994 (dedicato ai giornalisti che si distinguono per il rispetto della deontologia e la professionalità), e nel 1997 il "Premio Internazionale Alfio Russo".

Ezio Mauro, oltre ad essere un bravo giornalista, è anche un ottimo scrittore. Nel 2011 ha pubblicato, edito da Laterza, il libro intitolato "La felicità della democrazia. Un dialogo", insieme a Gustavo Zagrebelsky, presidente della Corte Costituzionale e docente universitario presso l'Università di Torino. I due autori hanno realizzato un interessante confronto sul tema della democrazia, paragonandolo alla felicità: al pari di quest'ultima, infatti, la democrazia va conquistata a costo di impegno e sacrificio.

Sono noti gli interventi televisivi di Ezio Mauro, nei quali prende posizione aperta contro il berlusconismo come stile di vita. D'altronde la sua ideologia politica è netta e chiara da sempre.

La Repubblica, da lui diretta, è il secondo quotidiano più letto in Italia (al 2012). Dal taglio vivace e provocatorio, questo giornale - anche nella sua versione online- continua a conquistare nuovi lettori.

7. Biografia di F. Murray Abraham

Cattivi si diventa
24 ottobre 1939

Chi è F. Murray Abraham?


Attore molto popolare in Italia per aver interpretato il personaggio dell'Innominato nei "Promessi sposi" di Salvatore Nocita e di Jacopo nel "Marco Polo", nei rispettivi serial televisivi, si è fatto poi conoscere anche da un pubblico più selezionato attraverso notevoli partecipazioni cinematografiche. Quella effe puntata davanti al nome costituisce agli occhi del pubblico uno dei misteri più curiosi dell'attore. Nulla di particolarmente occulto: quella F. significa semplicemente Frank (a volte anche accreditata come Fred).

Attore dalla molteplice personalità ma stranamente utilizzato quasi sempre nei ruoli di "cattivo" (cosa che forse è da imputare anche alle sue scelte di copione, tutte sulla stessa falsariga), Murray Abraham è nato il 24 ottobre 1939 a Pittsburgh, in Pennsylvania.

La notorietà internazionale l'ha baciato in fronte quando decise di indossare i panni del perfido e invidioso (almeno nella versione fantasiosa del dramma di Puskin) Salieri nel film "Amadeus", con il quale ha vinto un Oscar. E' stato poi nuovamente un "cattivo", come antagonista del capitano Jean-Luc Picard (Patrick Stewart) in "Star Trek - L'insurrezione", che gli ha donato com'era prevedibile grande popolarità presso il pubblico più giovane.

Attore estremamente impegnato da sempre, Abraham di recente ha interpretato una serie di pellicole che lo hanno portato in giro per il mondo. Tra le sue altre memorabili interpretazioni si ricordano il signore della droga boliviano in "Scarface" (1983) al fianco dell'immenso Al Pacino, o l'odioso, ottuso e implacabile inquisitore ne "Il nome della rosa" (1986). Ma non è finita qui.

Nelle galleria di affascinanti e magnetici cattivi collezionata da Murray Ambraham c'è anche lo psicopatico procuratore distrettuale presente in "Il falò delle vanità" (1991).

A proposito di cattivi, lo stesso Abraham ha confessato: "Quando ho vinto l'Oscar avevo 42 anni: mi ha reso la vita infinitamente più semplice. Fino ad allora ero quasi sempre senza soldi. Certo, mi piacerebbe vincerne a ripetizione, ma può diventare una condanna allo stereotipo. Ci sono attori cui non è successo: è un pezzo che interpreto sempre dei 'cattivi', sebbene per i primi quindici anni della mia carriera, abbia fatto quasi esclusivamente la commedia. Oggi non mi prendono più neanche in considerazione per altri generi. Ho provato ad interpretare altri tipi di personaggi, ma devi prendere quello che ti viene offerto. E' una vita da zingari".

Ad ogni modo, l'attore americano, ora prestigioso insegnante presso il "Brooklyn College Theater Department", ha saputo ritagliarsi anche qualche ruolo comico, tutto da godere per l'effetto straniante che fa, come per esempio in "Last action hero - L'ultimo grande eroe" (1993), film che vede protagonista l'eroe Arnold Schwarzenegger.

Il pubblico italiano lo ha apprezzato anche in "La dea dell'amore" di Woody Allen e in "Mimich". Dal 2000 lo ritroviamo ancora in pellicole di grande successo come "Scoprendo Forrester" al fianco di Sean Connery (dove impersona il professor Robert Crawford) e "I cavalieri che fecero l'impresa" di Pupi Avati.

Nel 2003 per la regia di Renzo Martinelli partecipa al discusso "Piazza delle cinque lune" liberamente tratto dalla vicenda del sequestro e dell'uccisione di Aldo Moro.

8. Biografia di L' O.N.U.

Uniti nel ribollire del mondo
24 ottobre 1945

Chi è LO.N.U.?


L' O.N.U. è un'organizzazione internazionale aperta a tutti gli Stati, creata per mantenere la pace e la sicurezza, e promuovere la cooperazione internazionale nei settori economico, sociale e culturale. Alle Nazioni Unite aderiscono 189 Paesi di tutti e cinque i continenti. Le uniche nazioni a non aderire sono Città del Vaticano, Svizzera, Taiwan e Federazione Jugoslava. L'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) ha lo status di osservatore speciale.

L'Onu è nata il 24 ottobre 1945, in seguito alla ratifica del trattato di San Francisco, a cui parteciparono i rappresentanti di cinquanta Paesi. Gli organi fondamentali sono l'Assemblea generale, il Consiglio di Sicurezza, il Consiglio economico e sociale, la Corte internazionale di giustizia e il Segretariato.

L'Assemblea generale è composta dai rappresentanti di tutti gli Stati membri, si riunisce una volta l'anno e prende le sue decisioni a maggioranza semplice.

Al Consiglio di Sicurezza spetta la responsabilità di mantenere la pace e la sicurezza internazionale. E' composto da quindici membri, di cui cinque permanenti (Usa, Regno Unito, Francia, Russia e Cina) a cui spetta il diritto di veto. Gli altri dieci sono nominati ogni due anni dall'Assemblea generale.

Il Consiglio economico e sociale è composto da 54 membri, rinnovati ogni tre anni. Promuove le iniziative economiche e sociali dell'Onu.

La Corte internazionale di giustizia ha sede all'Aja ed è composta da quindici giudici, eletti ogni nove anni dall'Assemblea generale e dal Consiglio di Sicurezza.

Il Segretariato generale è nominato ogni cinque anni. Oltre a dare esecuzione ai programmi e alla politica deliberati dagli organi dell'Onu, ne sollecita l'attenzione e svolge funzioni di mediazione.

All'Onu, poi, sono collegate varie organizzazioni che qui di seguito elenchiamo:

Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea),

Banca mondiale, Organizzazione per l'alimentazione (Fao),

Fondo monetario internazionale (Fmi)

Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad)

Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo)

Organizzazione mondiale del commercio (Omc o Wto)

Organizzazione mondiale della sanità (Oms)

Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (Unisco), Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (Unido)

Organizzazione internazionale dell'aviazione civile (Icao)

Organizzazione internazionale marittima (Imo)

Unione internazionale delle telecomunicazioni (Itu)

Organizzazione meteorologica mondiale (Omm)

Unione postale universale (Upu).

Sotto l'egida delle Nazioni Unite operano, inoltre, alcuni organi ausiliari come la Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (Unctad), il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp), il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (Unicef) e l'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Acnur).

Tra gli ultimi segretari generali dell'ONU ricordiamo:

- Il peruviano Javier Pérez de Cuéllar (dal 1982 al 1991)

- L'egiziano Boutros Boutros-Ghali (dal 1992 al 1996)

- Il ghanese Kofi Annan (dal 1997 al 2006)

- Il sudcoreano Ban Ki-Moon (dal 2007)

9. Biografia di Riccardo Rossi

24 ottobre 1962

Chi è Riccardo Rossi?


Riccardo Rossi nasce a Roma il 24 ottobre 1962. Debutta al cinema nel 1984 con il film "College", di Castellano e Pipolo. Seguono "Mamma Ebe" (1985, di Carlo Lizzani), "Grandi magazzini" (1986, di Castellano e Pipolo), "Italian Fast Food" (1986, di Lodovico Gasparini), "Quelli del casco" (1987, di Luciano Salce).

Interpreta il ruolo di Mazzocchi nel telefilm "I ragazzi della Terza C (1986/1987).

Negli anni '90 recita in "Americano Rosso" (di Alessandro D'Alatri, 1990), "Agosto" (di Massimo Spano, 1992), "Volevamo essere gli U2" (di Andrea Barzini, 1992), "Piccolo grande amore" (Carlo Vanzina, 1993), "Un mese al lago" (John Irvin, 1994), "Cronaca di un amore violato" (Giacomo Battiato, 1994), "S.P.Q.R. 2000 e ½ anni fa" (Carlo Vanzina, 1994), "Un delitto esemplare" (Pier Belloni, 1995), "Uomini senza donne" (Angelo Longoni, 1995), "L'ultimo capodanno" (Marco Risi, 1998), "Dio c'è" (Alfredo Arciero, 1998), "Il padrone parla francese" (Jérôme Lévy, 1999).

In TV è comparso nelle pubblicità dell'acqua Ferrarelle e dei Baci Perugina, a "Non è la Rai" in cui interpretava Cenerentola, Forum e Buona Domenica.

Ha condotto inoltre "Assolo" (2002), trasmissione dedicata ai comici su La7, e i collegamenti esterni a "Quelli che il calcio" su Rai Due (2006/2007).

Ha preso anche parte al programma "Nessundorma" (2004) di Raidue in qualità di conduttore al fianco di Paola Cortellesi.

È ospite straordinario del programma radiofonico RAI "Gli spostati", nella stagione 2008/2009, con il "Gazzettino di Rossi".

Ricca è la sua carriera anche nelle fiction tv: oltre al già citato telefilm "I ragazzi della III C", ricordiamo "A cena col vampiro" (1988), "Il vizio

di vivere" (di Dino Risi, 1988), "Il vigile Urbano" (Rai Uno, di Castellano e Pipolo, 1990), "Don Matteo" (2001 e 2003), "Tutti pazzi per amore" (2008).

Per il teatro ha scritto e interpretato i monologhi "Pagine Rossi" e il seguito "La più bella serata della vostra vita". Da questi spettacoli è stato tratto il libro "Pagine Rossi - Manuale di sopravvivenza urbana" (2004, Arnoldo Mondadori Editore). Poi porta a teatro il suo nuovo spettacolo dal titolo "Per fortuna che c'è Riccardo" (2005) e "Se stasera sono qui" (2006).

Altri film successivi sono "Il grande botto" (2000, di Leone Pompucci), "Nemmeno in un sogno" (2001, di Gianluca Greco), "Passo a due" (2005, di Andrea Barzini), "Notte prima degli esami oggi" (2006, di Fausto Brizzi), "Scusa ma ti chiamo amore" (2007, di Federico Moccia), "Tutto l'amore del mondo" (2010, di Riccardo Grandi), "Nessuno mi può giudicare" (di Massimiliano Bruno, 2011).

Dal 2010 fa parte della giuria del programma televisivo "Cuochi e Fiamme", condotto da Simone Rugiati su LA7d, assieme a Chiara Maci (food blogger) e Fiammetta Fadda (critica gastronomica). Nel 2011 Riccardo Rossi conduce su "Dove TV" il programma "Conosco un posticino", sulle attrattive turistiche e gastronomiche delle varie regioni d'Italia.
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