Biografie di personaggi famosi e storici nato il 22 ottobre


Biografie di personaggi famosi e storici

Biografie di personaggi famosi nella storia e celebrità nate il 22 ottobre

Sommario:

1. Mario Bochi
2. Georges Brassens
3. Anna Maria Cancellieri
4. Robert Capa
5. Catherine Deneuve
6. Luigi Carlo Farini
7. Jeff Goldblum
8. Valeria Golino
9. Gilberto Govi
10. Doris Lessing
11. Franz Liszt
12. Paola Severino

1. Biografia di Mario Bochi

Un moderno Dottor Azzecca-Garbugli
22 ottobre 1942

Chi è Mario Bochi?


Mario Giulio Bochi nasce a Ravenna il 22 ottobre 1942, figlio del Tenente Mario Bochi (1913 - 1942) alla cui memoria è stata intitolata una via nella città di Perugia (zona di origine della famiglia) come vittima di guerra.

Dopo gli studi nautici e un periodo di navigazione intercontinentale in Marina Mercantile (nord Europa e nord America), il giovane Mario si avvicina al comparto tecnico assicurativo. Nel 1962 incomincia l'attività di consulente tecnico per varie società assicuratrici e per il Tribunale di Ravenna. Dopo cinque anni viene chiamato a Torino presso la direzione generale del Gruppo Toro Assicurazioni in qualità, dapprima di liquidatore sinistri, poi di Responsabile Ufficio Sinistri di Direzione, in seguito Funzionario alla Direzione Internal Audit per i sinistri e infine Assistente del Capo Servizio Sinistri di Gruppo (Toro, Vittoria, Allsecures e Preservatrice).

Nel 1985 Mario viene assunto dal Gruppo GPA, guidato dall'ex Gerente di Milano della Toro e dalla Dott.ssa Letizia Moratti, in qualità di Responsabile Servizio Sinistri di Gruppo, con mansioni di assistenza e consulenza alle varie società esterne. Nel 1992 segue la Dott.ssa Letizia Moratti nella acquisita Nikols/Aon, primo Broker d'Italia, come dirigente Responsabile Direzione Sinistri e coordinatore delle attività liquidative di Gruppo. Viene inoltre nominato Consigliere d'Amministrazione della Nikols SpA e della controllata EURA Srl. Nel 1987 viene chiamato quale Responsabile Tecnico dell'European Insurance Service Group, con la responsabilità del Servizio Sinistri e Amministratore Unico della controllata Ubint Srl (Società specializzata nei trasporti del Gruppo Cabassi).

Dal 2000 viene chiamato dall'Amministratore Delegato per il ruolo di Responsabile Servizio Sinistri di UniCredit Broker SpA, società di Unicredit Group, per la gestione dei sinistri: dell'ufficio di Milano, delle reti di Banca Assicurazione, dei grandi clienti e degli uffici commerciali Linea Aziende di Milano, Torino, Brescia, Verona, Roma, Bologna e Napoli.

Nella sua lunga attività professionale, Mario Bochi, è stato per il Gruppo Toro, componente di vari gruppi di lavoro in sede ANIA; per il Gruppo GPA, consulente della presidenza AIBA, di Letizia Moratti, con relazioni associative su "Osservatorio Sociale per le Assicurazioni" e "Disegno Legge Amabile sulla riforma RCA"; per la Fondazione Brichetto, è stato membro del CERAP - Centro Ricerche Assicurative Previdenziali, Università Bocconi; per la società Aon-Nikols, consulente della FederChimica e della Federazione Nazionale Notai; per la Società Aon-LV Broker consulente di Assopiastrelle di Confindustria Modena.

E' stato inoltre iscritto nei seguenti organismi: 1965 Consulente Tecnico d'Ufficio (CTU) presso il Tribunale di Ravenna; 1994 Dirigente presso la Confederazione Italiana Dirigenti di Azienda (CIDA); 1995 Broker presso l'Associazione Italiana Brokers di Assicurazione (AIBA); 1997 Broker nell'Albo dei Mediatori di Assicurazioni e Riassicurazioni; 2007 Mediatore nel Registro Unico Intermediari Assicurativi e Riassicurativi RUI, sezione B.

Mario, grazie alla sua comprovata esperienza in campo assicurativo, ha anche curato e pubblicato il manuale consultativo di tutti i rami - "...Cosa fare in caso di sinistro" (Editrice Antares 1993) - distribuito alla clientela ritenuta più importante ed ha presentato i seguenti progetti di tecnica aziendale: Il sinistro non solo come costo - "La liquidazione Delegata al Broker"; La redditività del Cliente - "Centro Costo Sinistri"; Metodica di Analisi comparata del "Fattore Sinistri nell'Azienda del Cliente".

Ha frequentato i seguenti corsi e master esterni: 1) La Gestione delle Risorse Umane - Forrad SpA (dr. Costa); 2) Gestione Aziendale - Forrad SpA (Dr. Pocar) 3) Valutazione del Personale - Forrad SpA (Dr. Triulzi); 4) Il Lavoro di Gruppo - Forrad SpA (Dr. Pocar); 5) Internal Auditing / Metodi e Procedure - Consulta srl (Dr. Wilmen); 6) Valutazione delle Persone - CSG Srl (Prof. Siata); 7) La Direzione per Obiettivi - Time Management (Rag. Della Valle); 8) Marketing Strategico - Quadri Nord (Prof. Origgi); 9) L'Impresa e le sue Risorse - Quadri Nord (Prof.ssa Patruno); 10) La Qualità del Servizio (Customer Satisfaction) - Gruppo Riferimento (Dr. Marletta); 11) Il nuovo Codice di Procedura Penale - S.A.I. (Avv.to G. Andreis); 12) Le Clausole Abusive - Cerap - Università Bocconi (Prof. A. D. Candian); 13) Direttiva Macchine e Legge 626/94 (e DL 242/96) - ITA srl (Dr. Guariniello, Avv. Petriga Nicolosi e Avv. Oddo); 14) Direttive Cantieri Legge 626/94 (e DL 494/96) - Assinform Srl (Dr. Dal Cin e Dr. Amati)

Ha organizzato e gestito quale docente i seguenti corsi aziendali "interni", alle società di cui era dipendente, o "esterni" (presso società clienti e per AIBA): 1) Estimo valutativo e Tecnica liquidativa Auto; 2) Legge 990 e successive modifiche; 3) La CID - Convenzione Indennizzo Diretto; 4) La RCO e sue implicazioni; 5) Le Operatrici Meccaniche nella RCT e RCA; 6) La "Terzietà" nella RCT; 7) La RC del Medico e il Consenso Informato; 8) Le connessioni tra Civile e Penale nella RCT e RCA; 9) L'Effetto e Portata Art. 13 Norme ANIA per la Liquidazione dei Sinistri;

10) Il Tendine d'Achille nella Polizza Infortuni; 11) La Clausola di "Vincolo" nelle Polizze; 12) La RC degli Amministratori; 13) L'obbligatorietà dell'Assicurazione INAIL; 14) La Regolazione Premio e gli effetti perversi sui Sinistri; 15) Il concetto di Accidentalità nella RCT; 16) La Clausola di Gestione della Lite nella RC; 17) La Clausola RC nelle Polizze Cumulative Infortuni; 18) La "Procedura Sinistri" altamente integrata; 19) Corso AIBA "Le polizze e l'addetto sinistri"; 20) La RCT nella Coassicurazione Indiretta (1910 CC); 21) Il danno Biologico e sua teoria, Danno Morale e Danno Patrimoniale; 22) Il nuovo Codice di Procedura Penale e l'Assicurazione; 23) Il Nuovo Codice di Procedura Civile e L'Assicurazione; 24) Corso Giuridico/Assicurativo di base; 25) Polizza Infortuni e "Altre Assicurazioni", effetto contrattuale; 26) Riforma della Legge INAIL ed effetto sull'RCO; 27) Coassicurazione diretta e Clausola di Delega (1911 CC); 28) La RCO e le Malattie Professionali.

Infine, ha gestito singoli sinistri di entità ragguardevole e/o procedure per gamma di sinistri confezionate ad hoc per i seguenti importati clienti: Air Liquide, Aeronautica Macchi, Alcatel, Associazione Calciatori Professionisti serie A, B e C, Autogril, Banca Polare di Milano, Banca dell'Etruria, Banco Ambrosiano, Credito Emiliano, Credito Varesino, Comuni di Rho e Saronno, Ente Fiera Milano, Gruppo Cabassi, Gruppo CapItalia, Gruppo Cremonini, Gruppo UniCredit, Dalmine, Esselunga, Falk, Ferrovie dello Stato, Gianni Versace, Lega Nazionale Basket, Merzario, Montefibre, Montedison, Ramazzotti, Recordati, Regione Lombardia, Rinascente, Rizzoli Corriere della Sera, Saint Gobain, San Pellegrino, Teatro alla Scala, Techint Gruppo Rocca, Tourig Club Italiano.

Dal 2011 è presente online con un servizio di consulenza gratuito (di base) attraverso il sito personale dal titolo Consulenza Sinistri (www.consulenzasinistri.it) frutto di oltre quarant'anni di passate esperienze a 360 gradi nell'ambito dei sinistri assicurativi. Tale servizio ha lo scopo di guidare l'utente e fornirgli utili informazioni in caso di sinistro assicurativo grazie ad importanti supporti pratici come il Glossario, costituito da oltre 700 definizioni spiegate in modo semplice da un autorevole professionista del settore bancario assicurativo, e il Manuale corredato da relativi supporti strategici per la gestione dei Sinistri Assicurativi ad uso pubblico.

2. Biografia di Georges Brassens

Anarchico della canzone
22 ottobre 1921
29 ottobre 1981

Chi è Georges Brassens?


Scrittore, poeta, ma soprattutto "chansonnier" autentico e originale, dissacrante e ironico, Georges Brassens nasce a Sète (Francia) il 22 ottobre 1921. La passione per la musica lo accompagna sin da bambino. Ascolta le canzoni riprodotte dal grammofono che i suoi genitori hanno ricevuto in dono per il matrimonio, ma anche quelle trasmesse alla radio, spaziando da Charles Trenet (che considererà sempre come il suo unico, vero maestro) a Ray Ventura, da Tino Rossi a Johnny Hess a altri ancora. I suoi stessi familiari amano la musica: il padre Jean Louis, che di professione è muratore ma si definisce "libero pensatore", e la madre Elvira Dragosa (originaria di Marsico Nuovo, paesino della Basilicata in provincia di Potenza), fervente cattolica, che canticchia le melodie della sua terra di origine, e impara velocemente quelle che le capita di ascoltare.

Il futuro chansonnier si dimostra ben presto insofferente nei confronti del sistema scolastico: è proprio tra i banchi di scuola, però, che fa un incontro fondamentale per la sua vita di artista. Alphonse Bonnafè, insegnante di francese, gli trasmette la passione per la poesia incoraggiandolo a scrivere.

Dopo essere stato condannato a quindici giorni di prigione con la condizionale per dei furti avvenuti al College Paul Valery di Sète, Georges Brassens decide di interrompere la sua carriera scolastica e si trasferisce a Parigi, dove viene ospitato da una zia italiana, Antonietta. Qui, diciottenne, comincia a fare lavoretti di vario genere (tra cui lo spazzacamino) fino a quando è assunto come operaio alla Renault.

Si dedica con sempre maggiore impegno alle sue vere passioni: la poesia e la musica, frequentando le "cantine" parigine, dove respira le atmosfere esistenzialiste dell'epoca, e fa ascoltare i suoi primi pezzi. Impara a suonare il pianoforte.

Nel 1942 pubblica due raccolte di poesie: "Des coups dépées dans l'eau'" (Buchi nell'acqua) e "A la venvole" (Alla leggera). Argomenti dei libri gli stessi che affronta nelle canzoni: la giustizia, la religione, la morale, interpretate in modo dissacrante e provocatorio.

Nel 1943 è costretto dal servizio di Lavoro Obbligatorio (S.T.O., istituito nella Francia occupata dai nazisti in sostituzione del servizio militare) ad andare in Germania. Qui, per un anno, lavora a Basdorf, vicino a Berlino, in un campo di lavoro. Durante questa esperienza conosce André Larue, suo futuro biografo, e Pierre Onteniente, che diventerà suo segretario. Scrive canzoni e inizia il suo primo romanzo, ma soprattutto sogna la libertà: così, quando riesce ad ottenere un permesso, torna in Francia e non rientra nel campo.

Ricercato dalle autorità, è ospitato da Jeanne Le Bonniec, donna di grande generosità, a cui Brassens dedicherà "Jeanne", e "Chanson pour l'Auvergnat" (Canzone per l'Alverniate).

Nel 1945 acquista la sua prima chitarra; l'anno successivo aderisce alla Federazione Anarchica e comincia a collaborare, sotto vari pseudonimi, al giornale "Le Libertaire". Nel 1947 conosce Joha Heyman (soprannominata "Püppchen"), che rimarrà sua compagna per tutta la vita, e alla quale Brassens dedicherà la celebre "La non-demande en mariage" (La non richiesta di matrimonio).

Scrive un romanzo grottesco ("La tour des miracles", La torre dei miracoli) e soprattutto si dedica alle canzoni, incoraggiato da Jacques Grello. Il 6 marzo 1952 Patachou, famosa cantante, assiste, in un locale parigino, a un'esibizione di Brassens. Decide di inserire alcune sue canzoni nel suo repertorio e convince il titubante chansonnier ad aprire i suoi spettacoli. Grazie anche all'interessamento di Jacques Canetti, uno dei massimi impresari dell'epoca, il 9 marzo Brassens sale sul palco del "Trois Baudets". Il pubblico rimane senza parole dinanzi a questo artista che non fa nulla per apparire un divo e sembra quasi imbarazzato, goffo e impacciato, così lontano e diverso da tutto ciò che la canzone del periodo propone.

Scandalizzano i suoi stessi testi, che narrano storie di ladruncoli, piccoli furfanti e prostitute, senza mai essere retorici o ripetitivi (come invece gran parte della cosiddetta "canzone realista", quella cioè di carattere sociale, ambientata anch'essa nei vicoli meno perbene della capitale francese, di moda in quel periodo). Alcuni di essi sono traduzioni da grandi poeti come Villon. Molti spettatori si alzano ed escono; altri, sorpresi dinanzi a questa novità assoluta, restano ad ascoltarlo. Ha inizio la leggenda di Brassens, il successo che non lo abbandonerà più da quel momento.

Grazie a lui, il teatro "Bobino" (che dal 1953 diventa uno dei suoi palcoscenici preferiti) si trasforma in un autentico tempio della canzone.

Nel 1954 l'Accademia "Charles Cros" assegna a Brassens il "Gran Premio del Disco" per il suo primo LP: le sue canzoni verranno raccolte nel tempo in 12 dischi.

Tre anni più tardi l'artista fa la sua prima e unica apparizione cinematografica: interpreta se stesso nel film di René Clair "Porte de Lilas".

Nel 1976-1977 si esibisce per cinque mesi ininterrottamente. E' la sua ultima serie di concerti: colpito da tumore all'intestino, si spegne il 29 ottobre 1981 a Saint Gély du Fesc, lasciando un vuoto incolmabile nella cultura, ben interpretato da queste parole di Yves Montand: "Georges Brassens ci ha fatto uno scherzo. E' partito per un viaggio. Alcuni dicono che è morto. Morto? Ma cosa significa morto? Come se Brassens, Prevert, Brel potessero morire!".

Grande l'eredità lasciata dall'artista di Sète. Tra i cantautori che maggiormente sono stati affascinati dalla musica di Brassens ricordiamo Fabrizio De André (che lo ha sempre ritenuto il suo maestro per eccellenza, e ha tradotto e cantato alcuni dei suoi brani più belli: "Marcia nuziale", "Il gorilla", "Il testamento", "Nell'acqua della chiara fontana", "Le passanti", "Morire per delle idee" e "Delitto di paese") e Nanni Svampa, che con Mario Mascioli ha curato la traduzione letterale in italiano delle sue canzoni, proponendole però spesso, durante i suoi spettacoli e in alcuni dischi, in dialetto milanese.

3. Biografia di Anna Maria Cancellieri

22 ottobre 1943

Chi è Anna Maria Cancellieri?


Nata a Roma il giorno 22 ottobre 1943, dopo aver conseguito la laurea in Scienze politiche, Anna Maria Cancellieri inizia nel 1972 la carriera direttiva al ministero dell'Interno partendo da Milano.

Ottiene la nomina di prefetto nel 1993 ed esercita tale ruolo in diverse aree dell'Italia: i suoi primi incarichi la portano nelle città di Vicenza, Bergamo e Brescia. Nell'anno 2003 arriva a Catania. Fa ritorno al nord nell'anno 2008 quando passa alla guida della prefettura della città di Genova.

Termina il suo servizio per il ministero dell'Interno nel 2009.

Nel mese di febbraio del 2010 Anna Maria Cancellieri riceve la nomina di commissario straordinario di Bologna; nel mese di ottobre dell'anno seguente ricopre il medesimo ruolo per il comune di Parma; torna alla guida del comune emiliano dopo un'esperienza precedente, risalente al 1994.

Anna Maria Cancellieri è sposata con Nuccio Peluso: la coppia ha due figli, uno dei quali, Piergiorgio Peluso, ha lavorato in Unicredit e ha ricoperto per un breve periodo la carica di direttore generale di Fondiaria-SAI tra il 2011 e il 2012.

Dal 16 novembre 2011 è Ministro dell'Interno per il governo Monti. Nell'aprile del 2013 è nominata ministro della giustizia dal premier Enrico Letta, giurando il giorno dopo. Nella storia della Repubblica è la seconda donna a ricoprire questo incarico, succedendo a Paola Severino, sua ex collega nel governo Monti.

4. Biografia di Robert Capa

Cogliere l'attimo
22 ottobre 1913
25 maggio 1954

Chi è Robert Capa?


Endre Friedman (il vero nome di Robert Capa) nasce a Budapest il 22 ottobre 1913. Esiliato dall'Ungheria nel 1931 per aver partecipato ad attività studentesche di sinistra, si trasferisce a Berlino dove si iscrive, in autunno, al corso di giornalismo della Deutsche Hochschule fur Politik. Alla fine dell'anno apprende che l'attività della sartoria dei genitori va male e che non può più ricevere danaro per gli studi, il vitto e l'alloggio.

Un conoscente ungherese lo aiuta allora a trovare un lavoro di fattorino e aiutante di laboratorio presso Dephot, un importante agenzia fotografica di Berlino. Il direttore, Simon Guttam, scopre ben presto il suo talento e comincia ad affidargli dei piccoli servizi fotografici sulla cronaca locale.

Ottiene il primo incarico importante in dicembre, quando Guttam lo manda a Copenaghen per fotografare una lezione di Lev Trotzkij agli studenti danesi. Nel 1933, al momento dell'ascesa al potere di Hitler, fugge però da Berlino, e precisamente subito dopo il drammatico incendio del Reichstag avvenuto il 27 febbraio. Si reca dunque a Vienna, dove ottiene il permesso di tornare a Budapest, la città natia. Qui trascorre l'estate e, per sopravvivere, lavora ancora come fotografo, anche se la sua permanenza dura ben poco. Giusto il tempo che si affacci la stagione invernale e parte alla volta di Parigi, seguendo il suo istinto errabondo ed irrequieto.

Nella città francese incontra Gerda Taro, una profuga tedesca, e se ne innamora.

In quel periodo, viene inviato in Spagna per una serie di servizi fotogiornalistici su interessamento di Simon Guttmann. E' l'anno 1936 quando, con un colpo di fantasia, si inventa un personaggio di fantasia, spacciando a tutti il suo lavoro come il frutto di un fotografo americano di successo.

E' la stessa Gerda, in verità, che vende ai redattori le fotografie di Edward sotto "mentite spoglie". Ben presto il trucco viene scoperto, allora cambia il proprio nome con quello di Robert Capa. Fotografa i tumulti di Parigi nell'ambito delle elezioni della coalizione governativa di sinistra nota come Fronte Popolare. In agosto si reca in Spagna con Gerda Taro, per fotografare la guerra civile scoppiata in luglio. Effettua un secondo viaggio in Spagna in novembre per fotografare la resistenza di Madrid. E' presente su vari fronti spagnoli, da solo e con Gerda, diventata nel frattempo una fotogiornalista indipendente. Nel luglio del '37, mentre egli si trovava a Parigi per lavoro, Gerda va a fotografare la battaglia di Brunete a ovest di Madrid. Durante una ritirata, nella confusione, muore schiacciata da un carro armato del governo spagnolo. Capa, che sperava di sposarla non si risolleverà mai dal dolore.

L'anno dopo trascorre sei mesi in Cina in compagnia del cineasta Joris Ivens per documentare la resistenza contro l'invasione giapponese ma, tornato in Spagna nel '39, fa in tempo a fotografare la capitolazione di Barcellona. Dopo la fine della guerra civile spagnola, in marzo, ritrae i soldati lealisti sconfitti ed esiliati nei campi d'internamento in Francia. Realizza vari servizi in Francia, tra i quali un lungo servizio sul Giro di Francia. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, in settembre, s'imbarca per New York dove comincia a realizzare vari servizi per conto di " Life ". Trascorre allora alcuni mesi in Messico, proprio su incarico di " Life ", per fotografare la campagna presidenziale e le elezioni. Non contento, attraversa l'Atlantico con un convoglio di trasporto di aerei americani in Inghilterra, realizzando numerosi servizi sulle attività belliche degli alleati in Gran Bretagna. Intanto, la guerra mondiale è scoppiata e Capa, da marzo a maggio del '43, realizza un reportage fotografico sulle vittorie degli alleati in Nord Africa, mentre in Luglio e Agosto, fotografa i successi militari degli alleati in Sicilia. Durante la parte rimanente dell'anno documenta i combattimenti nell'Italia continentale, compresa la liberazione di Napoli.

Gli avvenimenti sono convulsi e si succedono senza sosta, richiedendo sempre la sua indispensabile opera di testimonianza visiva. Nel Gennaio del 1944, ad esempio, partecipa allo sbarco alleato ad Anzio, mentre il 6 Giugno sbarca con il primo contingente delle forze americane a Omaha-Beach in Normandia. E' al seguito delle truppe americane e francesi durante la campagna che si conclude con la liberazione di Parigi il 25 agosto. In dicembre, fotografa la battaglia di Bulge.

Paracadutato poi con le truppe americane in Germania, fotografa l'invasione degli alleati a Lipsia, Norimberga e Berlino. In giugno incontra Ingrid Bergman a Parigi e inizia una storia che durerà due anni.

Terminato il conflitto mondiale, diventa cittadino americano. Trascorre alcuni mesi a Hollywood, scrivendo le sue memorie di guerra (che intendeva adattare in un copione ), preparandosi a diventare produttore-regista. Infine, decide che il mondo del cinema non gli piace e parte da Hollywood. Alla fine dell'anno, trascorre due mesi in Turchia per le riprese di un documentario.

Nel 1947, insieme con gli amici Henri Cartier-Bresson, David Seymour (detto "Chim" ), George Rodger e William Vandivert fonda l'agenzia fotografica cooperativa "Magnum". Per un mese viaggia in Unione Sovietica in compagnia dell'amico John Steinbeck. Si reca anche in Cecoslovacchia e a Budapest, visitando inoltre l'Ungheria, la Polonia e la Cecoslovacchia con Theodore H.White.

La sua opera di testimone del secolo è instancabile: Nei due anni che vannodal 1948 al '50 effettua tre viaggi in Israele. Durante il primo realizza servizi fotografici sulla dichiarazione d'indipendenza e i combattimenti successivi. Nel corso degli ultimi due viaggi si concentra invece sul problema dell'arrivo dei primi profughi. Finito di "fare il suo dovere", si trasferisce nuovamente a Parigi, dove assume il ruolo di presidente della Magnum, dedicando molto tempo al lavoro dell'agenzia, alla ricerca e alla promozione di giovani fotografi. Purtroppo, quelli sono anche gli anni del maccartismo, della caccia alle streghe scatenata in america. A causa di false accuse di comunismo, dunque, il governo degli Stati Uniti gli ritira il passaporto per alcuni mesi impedendogli di viaggiare per lavorare. Lo stesso anno è affetto da un grave mal di schiena che lo costringe a ricoverarsi.

Nel 1954, in Aprile, trascorre alcuni mesi in Giappone, ospite dell'editore Mainichi. Giunge ad Hanoi attorno al 9 Maggio in veste di inviato di " Life " per fotografare la guerra dei francesi in Indocina per un mese. Il 25 Maggio accompagna una missione militare francese da Namdinh al delta del Fiume Rosso. Durante una sosta del convoglio lungo la strada, Capa si allontana in un campo insieme con un drappello di militari dove calpesta una mina anti-uomo, rimanendo ucciso. L'anno dopo, " Life " e Overseas Press Club istituiscono il Premio annuale Robert Capa "per la fotografia di altissima qualità sostenuta da eccezionale coraggio e spirito d'iniziativa all'estero". Vent'anni dopo, spronato in parte dalla volontà di mantenere in vita l'opera di Robert Capa e di altri fotogiornalisti, Cornell Capa, fratello e collega di Robert, fonda l'International Center for Photography a New York.

5. Biografia di Catherine Deneuve

Quando si dice o si pensa… Femme fatale
22 ottobre 1943

Chi è Catherine Deneuve?


Catherine Fabienne Dorléac, famosa esclusivamente con il cognome di sua madre e meglio nota dunque come Catherine Deneuve, nasce il 22 ottobre del 1943, nella capitale francese, Parigi. Attrice di fama internazionale, poi conduttrice di alcuni programmi televisivi, è stata una delle donne più amate dal grande pubblico tra gli anni '60 e '70, complice la sua bellezza. È anche un'apprezzata cantante oltre che ambasciatrice dell'Unesco.

La piccola Catherine nasce e cresce in una famiglia d'arte, dove il cinema e la recitazione sono le arti preferite da tutti i suoi componenti. Suo padre è l'apprezzato attore Maurice Dorléac, noto al pubblico soprattutto come M. Teynac, e sua madre, anche lei attrice, è Renée Deneuve. Catherine è la terza di quattro figlie, tutte attrici: François, Sylvie e Danielle, le quali mantengono tutte il cognome paterno.

La giovane e ambiziosa Catherine ha sin da subito alcuni contrasti con le sorelle, soprattutto con la primogenita, François, la quale morirà prematuramente all'età di 24 anni in un incidente stradale, esattamente nel 1967. Per distinguersi dalle altre tre però prende quasi da subito il cognome della madre, Deneuve.

Il debutto arriva prestissimo. Quando è appena adolescente, all'età di tredici anni, la piccola e brava Catherine Deneuve esordisce nel film "Le collegiali", di André Hunebelle, datato 1956.

È l'inizio di una brillante carriera, la quale però decolla solo nel decennio successivo. Al film del '56, infatti, seguono piccole parti in film mediocri.

A cambiare la vita personale e artistica della giovane Catherine, è il regista Roger Vadim, il quale non appena fa la sua conoscenza si innamora perdutamente di lei. È lui ad imporla come nuova icona femminile del cinema francese degli anni '60. Dopo averla ammirata in "Les Parisiennes", per la regia di Marc Allégret, nel 1961, e nei "Caldi amori" di Grisha M. Dabat, l'anno dopo, Vadim la vuole nel sensuale film "Il vizio e la virtù". L'anno seguente poi, esattamente il 18 giugno del 1963, a conferma della loro passione sbocciata, i due hanno anche un figlio, l'attore Christian Vadim.

Intanto la Deneuve continua ad interpretare il ruolo di femme fatale, come nella pellicola del 1963, "Antologia sessuale", di Pierre Kast. L'anno è importante anche per la parte ricoperta nel film a episodi dal titolo "Le più belle truffe del mondo". L'anno dopo invece, affianca il grande Jean-Paul Belmondo nella commedia "Caccia al maschio", mentre nel 1965 arriva l'incontro con il regista americano Roman Polanski, firmando il forte e all'epoca scandaloso film dal titolo "Repulsion".

Catherine Deneuve lascia Vadim e sposa la sua nuova fiamma, il fotografo e regista David Bailey. I due convolano a nozze il 19 agosto 1965. Purtroppo però i due non riescono ad essere felici e dopo alcuni anni, già nel 1972, divorziano.

L'attrice recita e si lega in una forte amicizia con il grande attore Philippe Noiret, con cui lavora nel film "L'armata sul sofà", datato 1965. L'anno dopo conosce Michel Piccoli, in "Les creatures", che ritrova nel musical "Josephine", del 1966, con l'attore Gene Kelly.

Sono questi gli anni di maggior successo per la Deneuve che raggiunge il picco della sua arte e popolarità quando il regista Luis Bunuel le ritaglia addosso lo scandaloso "Bella di giorno", nel 1967, il quale diventa subito un film cult del genere e la vede interpretare il ruolo di una borghese annoiata che, per tre ore, trasforma la sua abitazione in una casa di appuntamenti. La sua interpretazione, secondo il "Premiere Magazine", è inserita tra le migliori cento di sempre del cinema internazionale.

Anche oltralpe ci si accorge del suo talento. E la bella Catherine va ad affiancare la meravigliosa Ava Gardner e l'attore James Mason, nel film inglese "Mayerling", datato 1968. L'anno dopo comincia una nuova relazione infuocata, tanto amorosa che professionale, quella con il padre della nouvelle vague, il regista François Truffaut. Questi la vuole con Jean-Paul Belmondo nel film "La mia droga si chiama Julie", nel 1969. Nonostante il matrimonio con Bailey, che in questo periodo comincia a naufragare, tra i due artisti sboccia l'amore e quando la Deneuve interrompe la relazione, Truffaut accusa il colpo, cadendo vittima di un esaurimento nervoso.

Arriva finalmente anche la chiamata da Hollywood. Il film che porta Catherine Deneuve nelle sale americane è "Sento che mi sta succedendo qualcosa", datato 1969, in cui recita al fianco di Jack Lemmon. Qualche anno dopo, nel 1975, recita con due grandi attori del cinema a stelle e strisce, Ernest Borgnine e Burt Reynolds, nel film "Un gioco estremamente pericoloso". Tuttavia l'attrice, poco entusiasta dei ruoli che le produzioni statunitensi le riserbano, decide di fare ritorno in Europa.

È l'Italia da questo momento la seconda patria dell'artista francese. Nel 1972 infatti, sul set del film "La cagna", di Marco Ferreri, incontra l'attore Marcello Mastroianni e se ne innamora totalmente. Divorziata da Bailey la Deneuve partorisce il 28 maggio del 1972 la figlia Chiara Mastroianni. È l'inizio di una delle relazioni più discusse e fotografate di sempre, almeno in Italia. Con Mastroianni l'attrice francese si ritrova in altre pellicole di successo, come "Niente di grave, suo marito è incinto", del 1973, e "Non toccate la donna bianca", del 1974, dove recita insieme al grande Ugo Tognazzi.

Nel 1977 Catherine Deneuve è una delle "Anime perse" dell'omonimo film di Dino Risi, insieme con Vittorio Gassman, successo bissato con il singolare "Casotto", nello stesso anno e per la regia di Sergio Citti.

Gli anni Ottanta segnano per l'artista parigina il suo sodalizio artistico con il "Re bianco" Gérard Depardieu. Il primo film che girano insieme è "Vi amo", del 1980, cui segue, sempre nello stesso anno, "L'ultimo metrò", nel quale, per l'ultima volta sotto la direzione di Truffaut, la Deneuve vince il César come miglior attrice e il David di Donatello per la migliore interpretazione straniera. L'anno dopo, sempre con Depardieu, recita in "Codice d'onore", mentre nel 1982 è con Philippe Noiret in "Vacanze africane".

Il 1983 è famoso per la sua interpretazione al fianco dell'attrice Susan Sarandon, nell'atipico horror "Miriam si sveglia a mezzanotte", in cui interpreta la parte di una vampiresca. La pellicola diventa un cult soprattutto per la scena in cui l'attrice francese si lascia andare con la collega americana in un momento saffico che fa il giro del mondo.

Dopo "Fort Saganne", del 1984, con Depardieu e Noiret, riceve la chiamata dal grande regista Mario Monicelli, che nel 1986 la vuole nel memorabile film "Speriamo che sia femmina".

Con il film "Indocina" riceve la sua prima nomination all'Oscar, nel 1992, quasi a sorpresa. Due anni dopo viene nominata vice presidente della Giuria al Festival di Cannes, edizione 1994.

L'anno dopo il regista Manoel De Oliveira la vuole ne "Il convento", con il bravo attore americano John Malkovich. È l'inizio di un sodalizio artistico con il regista il quale la richiama per i film "Ritorno a casa", nel 2000, e "Un film parlato", nel 2003. Intanto, dopo l'Orso d'Oro onorario al Festival di Berlino, grazie al graffiante "Otto donne e un mistero", del 2002, vince l'Orso d'Argento come miglior attrice. Nel 2000 lavora anche con il discusso e originale regista danese Lars von Trier, in "Dancer in the Dark".

L'esordio come scrittrice arriva dopo il film "I tempi che cambiano", del 2004, con il diario "A l'ombre de moi-meme".

Nel 2006 Catherine Deneuve viene nominata Presidente della giuria del Festival di Venezia. Tra il 2007 e il 2010, infine, prende parte ad alcuni altri film più o meno di rilievo come "The girl on the train", "Racconto di Natale" e "Bancs Publics", oltre a "The Big Picture" e "Potiche - La bella statuina", dove ritrova il suo amico e collega Depardieu.

6. Biografia di Luigi Carlo Farini

L'“ombra di Cavour”
22 ottobre 1812
1 agosto 1866

Chi è Luigi Carlo Farini?


Luigi Carlo Farini nasce a Russi, nel Ravennate, Stato Pontificio, il 22 ottobre del 1812. Studente in medicina a Bologna, dove conseguirà la laurea, si dedica anche alla sua passione per la politica: è infatti fra i primissimi affiliati alla "Giovine Italia" di Mazzini.

A causa delle sue attività eversive nel 1843 viene espulso dallo Stato Pontificio e ripara in Francia. Rientra in Italia nel 1845, alla vigilia dell'avvento al soglio pontificio di Pio IX, e pubblica il famoso "Manifesto di Rimini", nel quale denuncia la mancanza di libertà nei domini della Chiesa e reclama l'avvio di una stagione di riforme. Nello stesso periodo conosce e diviene amico di Massimo D'Azeglio.

La sua ostilità nei confronti dello Stato Pontificio viene intanto a cadere proprio con l'elezione di Pio IX, di quel Papa, cioè, le cui prime parole pronunciate dalla loggia di piazza San Pietro sono: "Gran Dio, benedite l'Italia!". E' l'annuncio del suo programma politico.

Nel primo governo liberale voluto da Pio IX, nel 1848, Luigi Carlo Farini è investito della Segretaria generale del ministro degli Affari interni e, scoppiata la prima guerra d'indipendenza, va a rappresentare il governo pontificio preso il campo di Carlo Alberto. Viene poi eletto deputato e Pellegrino Rossi, ministro del Papa, gli conferisce la direzione generale della sanità.

Con la fuga a Gaeta del Papa, amareggiato, si dimette dai suoi incarichi di governo e si schiera in favore della monarchia. Trasferitosi a Torino, nel 1850 pubblica "Lo Stato Romano dal 1815 al 1850", una dissertazione storica pesantemente critica verso i democratici che viene anche tradotta in inglese da William Gladstone, uno dei più eminenti statisti dell'Ottocento.

Nel 1851 Massimo D'Azeglio, divenuto capo del governo, chiama Farini quale ministro dell'Istruzione. Successivamente si avvicina a Cavour, del quale condivide appieno idee e progetti. Il suo sostegno allo statista piemontese è tale da valergli l'appellativo di "ombra di Cavour".

Nel 1859, dopo l'armistizio di Villafranca, assume la carica di dittatore dell'"Emilia", nome che egli stesso assegna a quella terra che comprende i ducati di Parma e Modena e le ex Legazioni pontificie di Ferrara, Bologna, Ravenna e Forlì, cominciando ad adoperarsi per la loro annessione al Piemonte.

Nel 1860, nella carica di ministro dell'Interno, inaugura, insieme al primo ministro Cavour, il Regno d'Italia. Con il plebiscito nell'Italia meridionale e la conseguente annessione del Regno delle Due Sicilie (1860-1861), Farini è nominato Luogotenente generale della province meridionali.

Nel 1862, dopo le dimissioni di Rattazzi, diviene primo ministro, ma è un'esperienza breve perché i suoi problemi di salute presto lo costringono ad abbandonare.

Colpito da una grave malattia mentale, Luigi Carlo Farini muore a Quarto, il giorno 1 agosto 1866, a 54 anni.

Altre opere di Luigi Carlo Farini: "La storia d'Italia dal 1814 sino ai nostri giorni" e tre volumi di "Epistolario".

7. Biografia di Jeff Goldblum

22 ottobre 1952

Chi è Jeff Goldblum?


Jeffrey Lynn Goldblum nasce il 22 ottobre 1952 a Pittsburgh, in Pennsylvania, da una famiglia ebraica. Appassionatosi alla recitazione fin dalle scuole superiori, una volta diplomatosi si trasferisce a New York per fare l'attore. Lavora in diverse produzioni teatrali, tra cui la shakespeariana "I due gentiluomini di Verona" a Broadway, per poi esordire al cinema nel 1974 con "Il giustiziere della notte", di Michael Winner. Nello stesso anno, viene diretto in "California Poker" da Robert Altman, che ritrova l'anno successivo in "Nashville".

Nella seconda metà degli anni Settanta Jeff Goldblum incrementa le sue apparizioni sul grande schermo, spesso con registi di primo piano: nel 1976 fa parte del cast di "Stop a Greenwich Village", di Paul Mazursky, mentre l'anno seguente trova dietro la macchina da presa Woody Allen, in "Io e Annie". Dopo avere preso parte a "Grazie a Dio è venerdì", di Robert Klane, e a "Terrore dallo spazio profondo", di Philip Kaufman, nel 1980 Jeff sposa l'attrice Patricia Gau (i due divorzieranno sei anni più tardi). In seguito, recita ne "Il grande freddo", di Lawrence Kasdan, e ancora per Philip Kaufman in "Uomini veri", oltre che nel film tv "Tre atti per un omicidio".

Nel 1984 è presente in "Buckaroo Banzai", di W.D. Richert, mentre all'anno seguente risalgono "Tutto in una notte", di John Landis, e "Silverado", di Lawrence Kasdan. Dopo essere stato tra i protagonisti di "La mosca", di David Cronenberg, e di "Terapia di gruppo", di Altman, nel 1987 Jeff Goldblum si sposa nuovamente, anche questa volta con un'attrice: Geena Davis (anche in questo caso, il matrimonio durerà poco, e la coppia si separerà quattro anni più tardi).

All'inizio degli anni Novanta, è diretto ancora una volta da Altman in "I protagonisti", ma soprattutto recita nel kolossal di Steven Spielberg "Jurassic Park": è il 1993. Due anni più tardi, l'interprete di Pittsburgh fa parte del cast del commovente e profondo "Powder - Un incontro straordinario con un altro essere", del controverso regista Victor Salva, e di "Nine months - Imprevisti d'amore", di Chris Columbus. Seguono film campioni di incasso come "Independence Day", di Roland Emmerich, e "Il mondo perduto - Jurassic Park", ancora di Spielberg.

Dopo essere stato uno dei doppiatori del cartone animato "Il principe d'Egitto", all'inizio degli anni Duemila Jeff recita in "Come cani e gatti", di Lawrence Guterman, e "Igby goes down", di Burr Steers. Nel 2003 appare in un episodio della nona stagione della sit-com "Friends", mentre l'anno successivo è tra gli attori di "Le avventure acquatiche di Steve Zissou". Dopo avere fatto ridere i telespettatori di "Will & Grace" in tre episodi della settima stagione del telefilm, nel 2006 l'attore americano recita in "L'uomo dell'anno", di Barry Levinson, e in "La prima volta di Niky", di Nick Guthe.

Nel 2010, mentre partecipa a oltre venti episodi del telefilm "Law & Order: Criminal Intent", Jeff Goldblum è tra i protagonisti di "Il buongiorno del mattino", di Roger Michell; due anni più tardi presta la propria voce al cartone animato di Wayne Thornley "Zambezia". Nello stesso periodo, è guest star della serie tv "Glee" vestendo i panni di Hiram Berry, padre omosessuale della protagonista Rachel. Nel 2014 torna al cinema nel film di Wes Anderson "The Grand Budapest Hotel".

8. Biografia di Valeria Golino

22 ottobre 1966

Chi è Valeria Golino?


Valeria Golino nasce il 22 ottobre del 1966 a Napoli, figlia di una pittrice greca con origini egiziane e francesi e di un germanista italiano. Cresciuta tra la sua città natale e Atene, intraprende la carriera di modella proprio nella capitale greca, prima di venire scoperta e valorizzata dalla regista Lina Wertmuller, che la fa esordire al cinema a soli diciassette anni nel film "Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada", nel 1983.

Dopo aver recitato in "Sotto…sotto… strapazzato da anomala passione", sempre per la Wertmuller, in "Blind date" di Nico Mastorakis e in "Figlio mio infinitamente caro" di Valentino Orsini, nel 1985 conosce il regista Peter Del Monte, con cui si lega sentimentalmente per due anni, e che la dirige nel film "Piccoli fuochi" (prima candidatura ai Nastri d'Argento). In seguito, Valeria Golino lavora, ancora giovanissima, per registi come Francesco Maselli ("Storia d'amore", che le vale il premio di migliore attrice al Festival del Cinema di Venezia), Giuliano Montaldo ("Gli occhiali d'oro") e soprattutto Barry Levinson, che la sceglie per il capolavoro hollywoodiano "Rain Man - L'uomo della pioggia", nel 1988. Nello stesso anno recita in "Paura e amore", di Margarethe von Trotta, e in "Big Top Pee-wee - La mia vita picchiatella", di Randal Kleiser, sul set del quale conosce l'attore Benicio Del Toro. I due si innamorano e vanno a vivere insieme nella casa di Los Angeles della Golino, a Mulholland Drive.

In quegli anni l'attrice napoletana lavora soprattutto in America, prendendo parte ad "Acque di primavera", di Jerzy Skolimowski, e a "Tracce di vita amorosa", di Peter Del Monte. Nel 1990 partecipa ai provini per diventare protagonista di "Pretty Woman", ma alla fine per quel ruolo viene scelta Julia Roberts: la competizione tra le due si ripete l'anno successivo, per "Linea mortale", e anche in quel caso è l'interprete americana ad avere la meglio. Valeria Golino comunque si consola entrando nel cast di "Lupo solitario", di Sean Penn, e de "L'anno del terrore", di John Frankenheimer. Siamo nel 1991, anno in cui Valeria è diretta anche da Jim Abrahams nel comico "Hot shots!". L'anno successivo, invece, torna a essere diretta da un regista italiano, scelta da Gabriele Salvatores come protagonista di "Puerto Escondido", al fianco di Claudio Bisio e Diego Abatantuono. Nello stesso periodo, conosce l'attore Fabrizio Bentivoglio, con il quale intraprende una relazione.

Dopo aver preso parte al sequel di "Hot Shots!", recita in "Come due coccodrilli", di Giacomo Campiotti, e nel cortometraggio "Submission". In quei mesi, viene scelta da James Cameron per interpretare al fianco di Arnold Schwarzenegger il ruolo di Helen in "True lies", ma è costretta a rinunciare perché impegnata sul set del film greco "I sfagi tou kokora", che contribuisce a produrre: al suo posto viene chiamata Jamie Lee Curtis. Nella seconda metà degli anni Novanta, alterna la carriera hollywoodiana a quella italiana (inframezzandola con una partecipazione al videoclip della canzone "Bittersweet me" dei Rem): in America recita, tra l'altro, in "Via da Las Vegas", di Mike Figgis, in "Fuga da Los Angeles", di John Carpenter, in "Strade laterali", di Tony Gerber, e nella serie tv "Fallen angels"; nel Belpaese, invece, è protagonista in "Escoriandoli", di Antonio Rezza, in "Le acrobate", di Silvio Soldini, e ne "L'albero delle pere", di Francesca Archibugi.

Nel 2000 lascia la California e inizia a dedicarsi principalmente al cinema italiano: compare in "Controvento" di Stefano Vicario, ed è la pluri-premiata protagonista di "Respiro", di Emanuele Crialese, che le permette di ottenere una candidatura al David di Donatello e una ai Nastri d'Argento come migliore attrice protagonista. E' il 2002, anno in cui si innamora dell'attore Andrea Di Stefano e prende parte al film di Nina Di Majo "L'inverno", per il quale contribuisce anche alla realizzazione della colonna sonora cantando "Maybe once more". Dopo "Prendimi e portami via", di Tonino Zangardi, e "36 Quai des Orfevres", di Olivier Marchal, nel 2005 Valeria Golino recita nel film di Fausto Paravidino "Texas": sul set conosce il collega Riccardo Scamarcio, al quale si lega sentimentalmente.

Sempre più orientata a lavorare con i cineasti italiani, prende parte a "La guerra di Mario" di Antonio Capuano (che la vale un altro David di Donatello e un Globo d'Oro come migliore attrice protagonista), e a "A casa nostra" di Francesca Comencini; nel 2007, invece, è la volta de "La ragazza del lago", di Andrea Molaioli, e di "Lascia perdere, Johnny!", dove viene diretta dal suo ex compagno Fabrizio Bentivoglio. Dopo "Il sole nero" di Krzysztof Zanussi e il controverso "Caos calmo", di Antonello Grimaldi, Valeria recita in "La fabbrica dei tedeschi", di Mimmo Calopresti, e in "Giulia non esce la sera", di Giuseppe Piccioni: per questa pellicola canta anche, insieme con i Baustelle, "Piangi Roma", brano che viene premiato come miglior canzone originale al Taormina Film Festival con il Nastro d'Argento.

Nel 2009 recita al fianco di Sergio Rubini ne "L'uomo nero, mentre l'anno successivo fa parte del cast de "La scuola è finita", di Valerio Jalongo. Tornata alla commedia con "La kryptonite nella borsa", di Ivan Cotroneo (grazie al quale conquista un Ciak d'Oro, una candidatura al Globo d'Oro e una al Nastro d'Argento), si dedica anche alla televisione, prendendo parte al remake italiano della serie "In treatment", in onda su Sky. Nel 2013 presenta al Festival del Cinema di Cannes il suo primo film da regista, "Miele", ispirato al drammatico tema dell'eutanasia; nella veste di produttore c'è il compagno Scamarcio.

9. Biografia di Gilberto Govi

Genovese stundo
22 ottobre 1885
28 aprile 1966

Chi è Gilberto Govi?


Amerigo Armando, vero nome di Gilberto Govi, simbolo ed emblema del teatro genovese, nasce il 22 Ottobre 1885 da una famiglia di origine mantovana; frequenta per tre anni l'Accademia di belle arti e a sedici anni viene assunto come disegnatore dalle Officine elettriche genovesi.

Appassionato di teatro recita fin da ragazzino e l'amore per questa forma d'arte lo induce ad iscriversi all'Accademia filodrammatica italiana ospitata nel Teatro Nazionale in stradone Sant'Agostino.

Qui, su iniziativa di Davide Castelli, da anni sulle scene, attorno al 1914 comincia a recitare in alcune commedie fino a che, due anni dopo, i "dialettali" guidati da Govi vennero espulsi dall'Accademia (l'attore venne poi riammesso, come socio onorario, solo nel 1931).

Forma quindi una nuova compagnia: la "Compagnia dialettale genovese", ed inizia ad esibirsi nei maggiori teatri genovesi, tentando la prima sortita a Torino nel 1917. Il successo a livello nazionale arriva nel 1923 quando Govi presenta al teatro Filodrammatici di Milano la commedia "I manezzi pe maja na figgia" di Nicolò Bacigalupo.

Dal 31 dicembre 1923, dopo il successo milanese, lascia il mestiere di disegnatore per dedicarsi totalmente alla vita di attore costruendo una serie di caratterizzazioni che sono entrate nella storia del teatro italiano.

La sua prima tournée all'estero è in America Latina nel 1926. Sua partner nella scena fin dalla prima "Compagnia dialettale" e dal 26 settembre 1917, anche nella vita, è Caterina Franchi Gaioni.

Govi presenta sui palcoscenici di tutto il mondo 78 commedie (alcune delle quali registrate dalla televisione italiana e incise anche su vinile) tra le quali si ricordano "Pignasecca e Pignaverde", "Colpi di timone", "Maneggi per maritare una figliola".

La carriera di Gilberto Govi lo vede impegnato anche in quattro film: "Colpi di timone" (1942), "Che tempi!" (1947), "Il diavolo in convento" (1950), "Lui,lei e il nonno" (1961).

Govi per gli spettatori di mezzo mondo rappresentava il vero genovese: furbo, sorridente e rude. Sulla scena, arricchiva di umori genovesi i testi delle commedie del teatro dialettale raccontando il carattere del ligure come un coesistere di opposti: contraddittorietà tra maschera e sentimento, tra immagine esterna e linee interiori, tra pubblico e privato; il ligure che sa guardare oltre la scorza delle cose e leggere dentro se stesso con una buona dose di humour sotto gli atteggiamenti da gente seria, anzi, per dirla con il suo amato dialetto, "stundaia".

Gilberto Govi morì a Genova il 28 aprile 1966.

10. Biografia di Doris Lessing

22 ottobre 1919
17 novembre 2013

Chi è Doris Lessing?


Doris May Taylor nasce il 22 ottobre 1919 in Iran (che all'epoca era ancora "Persia") da genitori inglesi. Dopo qualche anno suo padre lascia l'impiego in banca e si trasferisce con la famiglia nella colonia britannica della Rhodesia meridionale (oggi Repubblica dello Zimbabwe) per dedicarsi all'agricoltura. Doris studia dapprima presso un convento di suore e poi frequenta la High School for Girls di Salisbury (l'odierna capitale dello Zimbabwe, Harare), ma già all'età di tredici anni abbandona la scuola iniziando un lungo percorso di autodidatta.

A quindici anni, stanca dell'esasperante rigore educativo materno, va via di casa decisa ad affrontare la vita con i propri mezzi. Lavora come bambinaia e, al contempo, comincia ad appassionarsi alla politica ed alla sociologia, mentre coltiva già da tempo una particolare inclinazione per la letteratura. A Salisbury, dove si trasferisce poco dopo, conosce e si innamora di Frank Wisdom. I due si sposano nel 1939 mettendo al mondo due figli, John e Jean, ma l'unione sfocerà in divorzio dopo quattro anni.

Qualche tempo dopo Doris prende a frequentare un'associazione culturale di orientamento comunista, il "Left Book Club": qui conosce Gottfried Lessing, che diviene il suo secondo marito ma anche questa volta, dopo la nascita di Peter, il matrimonio si scioglie, nel 1949. Dopo trent'anni di vita in Africa - che hanno inciso profondamente nella sua formazione e durante i quali ha incominciato a scrivere - Doris Lessing si trasferisce a Londra con Peter, dove dà alle stampe il suo primo lavoro dal titolo "L'erba canta" (1950).

Il primo decennio della sua produzione letteraria è incentrato sul fallimento delle politiche coloniali britanniche - attraverso il racconto delle disperate condizioni di vita dei coloni bianchi in Africa - e sulle ipocrisie che sono a fondamento del modus vivendi della borghesia. Questo suo impegno le costerà l'espulsione dallo Zimbabwe e dal Sudafrica. Appartengono a questa fase "Racconti africani" (1951-54); il ciclo di "Martha Quest" ne "I figli della violenza", la cui stesura inizia nel 1952; "L'altra donna" (1953).

Dal 1956 Doris Lessing si dedica a temi più introspettivi e decisamente autobiografici, volgendo un occhio particolare alla condizione femminile, con "La noia di essere moglie" (1957), "L'abitudine di amare" (1957), "Il taccuino d'oro" (1962). Dopo il 1969, anche grazie alle frequentazioni con lo scrittore britannico Idries Shah, entra nella sfera spirituale del misticismo islamico (sufi) con il ciclo "Canopo in Argo: archivi", composto da sei romanzi pubblicati fra il 1979 ed il 1983. Ma la sua poliedrica sensibilità, fermo restando il filo conduttore - sempre autobiografico - della difesa delle libertà soprattutto in materia di emancipazione della donna e nel terzo mondo, l'ha portata a spaziare in molti altri campi, dal mondo dei gatti alla fantascienza, dalla vita nei sobborghi londinesi al terrorismo.

La sua ricchissima produzione letteraria annovera, fra gli altri: "Il diario di Jane Somers" e "If the old could ...", pubblicati rispettivamente nel 1983 e 1984 con lo pseudonimo di Jane Somers; "La brava terrorista" (1985); "Il vento disperde le nostre parole" (1986); "Racconti londinesi" (1986). Nel 1994 pubblica la prima parte della sua autobiografia, "Sotto la pelle", tutta dedicata ai lunghi anni in Africa, mentre la seconda parte, "Camminando nell'ombra", esce nel 1997; se ne attende l'ultima. Seguono nel 1996 "Amare ancora"; nel 1999 "Mara e Dann"; nel 2000 "Ben nel mondo"; nel 2001 "Il sogno più dolce". L'ultimo libro pubblicato è "Alfred and Emily", nel 2008.

Nel corso della sua lunga carriera Doris Lessing ha ricevuto moltissimi premi e riconoscimenti: il Somerset Maugham Award nel 1954; il Premio Shakespeare nel 1982; il Premio Los Angeles Times Book nel 1995 e, nello stesso anno, il "James Tait Black" ed una laurea honoris causa dall'Università di Harvard; nel 1999 è proclamata "Companion of Honour"; il "Premio letterario britannico David Cohen", l'italiano "Grinzane Cavour - Una vita per la letteratura", e lo spagnolo "Principe delle Asturie", tutti nel 2001; il "S.T. Dupont Golden Pen Award" nel 2002 e, dulcis in fundo, il Premio Nobel per la Letteratura nel 2007 con la seguente motivazione: «cantrice dell'esperienza femminile, con scetticismo, passione e potere visionario ha messo sotto esame una civiltà divisa».

Doris Lessing muore all'età di 94 anni a Londra il 17 novembre 2013.

11. Biografia di Franz Liszt

Visioni composte
22 ottobre 1811
31 luglio 1886

Chi è Franz Liszt?


Quando si dice essere sottovalutati. Un autore grande, talmente grande da sfiorare il gigantesco, un compositore che potrebbe tranquillamente sedersi al fianco di numi tutelari come Beethoven, Chopin, Brahms, Schumann e via elencando, viene considerato per anni poco meno che un istrione, un fenomeno da baraccone buono solo per esibire bellurie tecniche di grande impegno e di facile presa. E invece stiamo parlando non solo del più grande pianista mai esistito (e questo è scontato), ma anche di uno dei compositori più geniali e autenticamente visionari della storia.

Personaggio mistico e carnale, depressivo e al tempo stesso vitale, il nome di Liszt ha generato un culto, una conventicola di adoratori ben consapevoli che dietro al genio dell'ormai celebre "Sonata in Si minore" (e c'è voluto un secolo per capire che si tratta di un immenso capolavoro), si cela (anche) colui che nelle opere della maturità ha disseccato gli orizzonti tonali tradizionali, riducendo il concetto di melodia ad un ammasso di lugubri lacerti sonori; l'uomo che per primo ha osato scrivere un brano dichiaratamente atonale, la stupenda "Bagatella senza tonalità" (ben prima di Schoenberg).

Gli adepti sanno che negli incunaboli lisztiani si celano esoterici labirinti, pagine che si affiancano a quelle più conosciute in cui lo scintillio della diteggiatura stordisce l'ascoltatore ingenuo - ma la zampata lisztiana è pronta a colpire anche nelle pagine più innocue.

Perché Liszt è anche questo: un mondo tutto da esplorare, un pianeta in cui si incorre in lande desolate come in colline ubertose, in oasi ritempranti come in punitive radure espiatorie.

Anche la sua vita rispecchia quella caleidoscopica pienezza e varietà caratteristica delle esistenze più complesse. Nato a Doborjan (oggi Raiding), Ungheria, il 22 ottobre 1811, dopo aver iniziato precocissimo lo studio del pianoforte con il padre Adam, funzionario del principe Esterházy, a undici anni Franz Liszt si trasferisce con la famiglia a Vienna dove può seguire lezioni di composizione con Salieri e di pianoforte con Czerny, uno dei più rinomati virtuosi dell'epoca. Nel 1823 è a Parigi dove studia teoria e composizione con Paer ma viene rifiutato al Conservatorio della capitale da Cherubini.

Nel 1825, quando già si era fatto conoscere come pianista, suona a Londra al cospetto di Re Giorgio IV. Lo stesso anno completa la sua unica opera "Don Sanche" che debutterà a Parigi. La sua fama di interprete cresce e nel 1826 è in tournée in Francia e Svizzera pur proseguendo gli studi con Reicha.

Dal 1828 si stabilisce a Parigi dove vive insegnando musica; incappa in uno sfortunato affare con Caroline de Saint-Cricq che lo porta in uno stato di frustrazione e depressione che riuscirà a superare solo con l'aiuto della lettura e della fede. Nel 1830 fa parte del pubblico che assiste alla prima esecuzione della Sinfonia Fantastica di Hector Berlioz; farà inoltre la conoscenza di Mendellsohn e Chopin.

Nel 1833 Liszt conosce una delle donne che segneranno la sua vita, la contessa Marie d'Agoult; l'anno seguente George Sand. Nel 1835 fugge in Svizzera con Marie d'Agoult che lo farà diventare padre di Blandine; inizia intanto a comporre "Album d'un voyageur". Nel 1836 fa conoscere Chopin a George Sand. L'anno seguente scrive i "12 grand études" e combatte il famoso duello musicale contro Thalberg. Ne esce vittorioso.

A Como intanto nasce la secondogenita Cosima e nel 1839 il figlio maschio Daniel; Liszt inizia la composizione della parte Italiana dei suoi "Annes de Pelerinage" ma fa anche la conoscenza, nel 1840, di due figure fondamentali (per lui e per la storia della musica): Schumann e Wagner. Con quest'ultimo il sodalizio, in nome del progetto di una musica per l'avvenire, è immediato e trasforma il diabolico pianista, ormai anche idolo delle folle in senso pienamente moderno, in uno dei più accesi sostenitori dell'arte totale di Richard Wagner. Il carteggio che ci è rimasto costituisce un documento di rara intensità e profondità poetica.

I concerti in giro per il mondo si susseguono frenetici ma nel 1844 rompe con Marie d'Agoult; incontra nel 1847 a Kiev la principessa Caroline Von Sayn-Wittgenstein con la quale si trasferisce in Polonia. Insediatosi a Weimar nel 1848 inizia la composizione del poema sinfonico "Les Préludes" e della Sinfonia "Berg".

Durante la rivolta di Dresda del 1849, Liszt aiuta Wagner, noto rivoluzionario, a fuggire in Svizzera. Sono anni di febbrile rigurgito creativo, innumerevoli sono i capolavori che escono dalla sua penna (il poema sinfonico "Mazeppa", la Sonata, i due concerti per pianoforte ed orchestra n.1, il "Totentanz", e centinaia di pezzi pianistici), anche se la morte del tredicenne Daniel lo prostra notevolmente.

Nel 1861, durante un viaggio a Parigi, suonerà per Napoleone III e conoscerà Georges Bizet. Lo stesso anno a Roma cercherà di sposare Caroline Von Sayn-Wittgenstein, la quale però non riuscirà a farsi annullare il precedente matrimonio.

Nel 1862 compone lo stupendo "Cantico del sol di San Francesco d'Assisi" e deve sopportare la morte della primogenita Blandine. A questo punto una crisi mistica lo porta alla decisione di entrare nel monastero della Madonna del Rosario di Roma. La relazione che nel frattempo era nata tra la figlia Cosima ed il suo pupillo Richard Wagner minano i rapporti con quest'ultimo.

Nel 1864, in memoria di Blandine, scrive "La Notte" e nel 1865 finalmente può gioire della nascita di Isolde frutto dell'unione di Cosima e Wagner. In Vaticano intanto riceve gli ordini minori. La sua vena compositiva si volge sempre più verso la musica sacra; compone la "Missa Choralis" e il "Christus" (1867).

Nel 1870 la figlia Cosima ottiene il divorzio dal precedente matrimonio e può sposare finalmente Wagner, evento che due anni dopo porterà i due a riconciliarsi. Anche questi ultimi anni sono comunque assai fecondi, basti ricordare, accanto a decine di pagine di straordinaria bellezza, ora metafisiche ora potenti e coinvolgenti, alcune versioni di Romance oubliée, l'orchestrazione del Secondo Mephisto walzer, i Valse oubliée n.1, 2, 3 e 4.

Nel 1886 Liszt affronta un viaggio a Londra per riceve alcune onorificenze incontrando il Principe di Galles e la Regina Vittoria, nonché, a Parigi, l'uomo destinato a sconvolgere forse più ancora di lui la concezione stessa dell'arte musicale: Claude Debussy. In Germania, durante il festival di Bayeruth dello stesso anno (festival com'è noto creato da Wagner) Franz Liszt si ammala gravemente di polmonite. Muore il 31 luglio 1886.

12. Biografia di Paola Severino

Esperienza prestata al Paese
22 ottobre 1948

Chi è Paola Severino?


Nata il 22 ottobre 1948 a Napoli, Paola Severino Di Benedetto è una giurista italiana diventata ministro della Giustizia del governo Monti il 16 novembre del 2011: è la prima donna a ricoprire tale carica.

Dopo aver conseguito con la votazione di 110 e lode la laurea in Giurisprudenza all'Università "La Sapienza" di Roma, Severino frequenta presso lo stesso ateneo la Scuola di specializzazione in diritto penale e criminologia; allieva di Giovanni Maria Flick (futuro ministro della Giustizia per il primo governo Prodi e presidente della Corte Costituzionale), vince in seguito un concorso per il posto di assistente ordinario in diritto penale, sempre all'Università di Roma, dove rimane dal giugno del 1975 al febbraio del 1987: in questo periodo vince anche una borsa di studio del Cnr, che le permette di soggiornare presso l'Istituto Max Planck di Friburgo nel 1983.

Nel 1987 ottiene la carica di professore associato, che le vale la cattedra di diritto penale commerciale all'Università di Perugia, facoltà di Economia e Commercio. Entrata a far parte delle redazioni che producono l'Enciclopedia giuridica della Treccani e la rivista specializzata "Banca, borsa e titolo di credito", ottiene dal 1987 la possibilità di insegnare alla Luiss presso la cattedra di diritto penale afferente alla facoltà di Giurisprudenza. Nel 1989, poi, insegna anche diritto penale commerciale, sempre per la stessa facoltà.

Divenuta titolare della cattedra di diritto penale alla Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, nel 1990 conquista anche la supplenza di diritto penale commerciale all'Università di Perugia. Professore ordinario dal 1995, nel 1998 diventa titolare della cattedra di diritto penale alla Luiss, dove dal 2003 al 2006 è anche preside della facoltà di giurisprudenza. Nel frattempo, dal 1997 al 2001, ha anche rivestito il ruolo di vice presidente del Consiglio della Magistratura Militare.

Nel mese di maggio del 2006 Paola Severino diventa vice rettore della Luiss, dove in precedenza era stata anche coordinatrice della Scuola di Specializzazione per le professioni legali.

Relatrice in numerosi incontri scientifici e convegni, esperta di diritto penale e diritto penale commerciale, è consulente di diverse associazioni di categoria e società, oltre che direttore alla Luiss del Master in diritto penale di impresa. Nel corso della sua carriera Paola Severino, avvocato dal 1977, ha rappresentato tra l'altro l'Unione delle comunità ebraiche italiane in occasione del processo nei confronti dell'ex capitano delle SS nazista Erich Priebke, ma tra i suoi clienti si annoverano anche colossi industriali come Telecom Italia, Enel e Eni.

Inoltre, ha prestato assistenza legale a Romano Prodi in occasione del processo relativo alla vendita della Cirio, a Francesco Gaetano Caltagirone nella vicenda dell'Enimont a Perugia, a Giovanni Acampora (legale della Fininvest) nel processo Imi-Sir, a Cesare Geronzi a proposito del crac della Cirio, a Salvatore Buscemi in occasione del processo riguardante la strage di via D'Amelio (in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino) e a Gaetano Gifuni, ex segretario generale del Quirinale, nell'inchiesta che ha indagato sui fondi per la tenuta di Castelporziano.



 

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