Punti notevoli del libro: Ester | Lettura della Bibbia

Punti notevoli della lettura della Bibbia: Ester | Testi spiegati e lezioni pratiche

SCHEMA DEL LIBRO DI ESTER

Vivida descrizione di come Ester, sotto la guida del cugino più anziano Mardocheo, fu impiegata da Dio per impedire lo sterminio degli ebrei
Il libro, scritto a quanto pare da Mardocheo, abbraccia probabilmente il periodo che va dal 493 al 475 a.E.V. ca.
Ester diventa regina a Susa
Quando il re Assuero (probabilmente Serse I) convoca la regina Vasti durante un banchetto reale per esibirne la bellezza, essa rifiuta ostinatamente di presentarsi; il re la destituisce (1:1-22)
Ester viene scelta fra le più belle vergini del reame e diventa regina; dietro consiglio di Mardocheo non rivela la sua identità di ebrea (2:1-20)
Aman trama lo sterminio degli ebrei, ma la situazione si capovolge
Aman l’agaghita viene esaltato dal re al di sopra di tutti gli altri principi, ma Mardocheo rifiuta di inchinarsi davanti a lui (3:1-4)
Adirato per il rifiuto di Mardocheo, Aman progetta di annientare tutti gli ebrei dell’impero; il re è indotto ad acconsentire, viene fissata la data ed è emanato il decreto (3:5-15)
Mardocheo esorta Ester a fare appello personalmente al re, anche se presentarsi davanti a lui senza essere stata invitata può costarle la vita (4:1-17)
Ester è accolta con favore dal re; lo invita a un banchetto insieme ad Aman; poi chiede loro di tornare il giorno dopo per un altro banchetto (5:1-8)
La gioia di Aman è però turbata dal fatto che ancora una volta Mardocheo rifiuta di inchinarsi davanti a lui; così Aman fa erigere un palo molto alto e decide di chiedere al re di impiccarvi Mardocheo prima del banchetto del giorno dopo (5:9-14)
Quella notte, non riuscendo a prendere sonno, il re si fa leggere gli annali, e apprende che Mardocheo non è stato ricompensato per aver denunciato un complotto per assassinare il re; la mattina, all’arrivo di Aman, il re gli chiede cosa si debba fare per onorare un uomo nel quale il re prova diletto; pensando di essere lui l’uomo, Aman propone onori trionfali, dopo di che ad Aman stesso viene ordinato di onorare pubblicamente Mardocheo in tal modo (6:1-13; 2:21-23)
Quel giorno al banchetto Ester rivela al re che Aman ha venduto lei e il suo popolo perché siano distrutti; infuriato, il re ordina che Aman sia impiccato al palo che aveva eretto per Mardocheo (6:14–7:10)
Promozione di Mardocheo e liberazione degli ebrei
A Mardocheo viene dato l’anello col sigillo reale tolto ad Aman (8:1, 2)
Con l’approvazione del re viene emanato un decreto che autorizza gli ebrei a difendersi e ad annientare i loro nemici proprio nel giorno che era stato riservato alla loro distruzione; i nemici degli ebrei vengono uccisi a migliaia (8:3–9:19)
Viene decretato che questa liberazione sia commemorata ogni anno (9:20-32)
Mardocheo occupa il secondo posto dopo il re e opera per il bene del suo popolo (10:1-3)

29 febbraio 2016 – 6 marzo 2016
Ester 1-5

(ESTER 1:1)

“Ora avvenne ai giorni di Assuero, cioè l’Assuero che regnava dall’India all’Etiopia, [su] centoventisette distretti giurisdizionali,”

*** it-1 p. 234 Assuero ***
3. L’Assuero del libro di Ester si ritiene fosse Serse I, figlio del persiano Dario il Grande (figlio di Istaspe). Assuero (Serse I) regnava su 127 distretti giurisdizionali, dall’India all’Etiopia. Durante gran parte del suo regno la città di Susa (Susan) fu la sua capitale. — Est 1:1, 2.

*** it-1 p. 635 Cus ***
Il re persiano Cambise II (529-522 a.E.V.) conquistò l’Egitto ai giorni del faraone Psammetico III, aprendo così la via alla dominazione persiana dell’Etiopia; si poté quindi dire che Assuero (Serse I) regnava “dall’India all’Etiopia [Cus]”. (Est 1:1; 8:9) A conferma di ciò, in un’iscrizione Serse afferma: “Questi sono i paesi — oltre alla Persia — sui quali io regno . . . l’India . . . (e) Cus”. — Ancient Near Eastern Texts, cit., p. 316.

*** it-1 p. 872 Ester, Libro di ***
La situazione storica. Il libro stesso colloca gli avvenimenti descritti all’epoca di Assuero, che regnava sull’impero persiano quando questo si estendeva dall’India all’Etiopia e includeva 127 province o distretti giurisdizionali. (Est 1:1) Questi particolari, oltre al fatto che Esdra lo incluse nel canone biblico, indicano che abbraccia il periodo del regno di uno dei seguenti tre re noti alla storia secolare: Dario I il Persiano, Serse I e Artaserse Longimano. Tuttavia sia Dario I che Artaserse Longimano sono noti per aver favorito gli ebrei prima del 12° anno dei rispettivi regni, mentre a quanto pare l’Assuero del libro di Ester non conosceva bene gli ebrei e la loro religione, né era incline a favorirli. Si ritiene quindi che l’Assuero del libro di Ester sia Serse I, figlio del re persiano Dario il Grande. La traduzione a cura del Pontificio Istituto Biblico di Roma e quella di Fulvio Nardoni hanno “Serse” invece di “Assuero” nel testo.

*** it-2 p. 17 India ***
INDIA
Non si sa con precisione quale zona fosse indicata dalla Bibbia col nome “India”. (Est 8:9) Gli studiosi sono generalmente del parere che si tratti della regione bagnata dall’Indo e dai suoi tributari, cioè la regione del Punjab e forse anche quella del Sind. La testimonianza di Erodoto (III, 88, 94; IV, 44) mostra che l’“India” divenne parte dell’impero persiano durante il regno di Dario I figlio di Istaspe (521-486 a.E.V.). All’epoca di Assuero (Serse I, figlio di Dario I) l’India costituiva ancora il limite orientale dell’impero. — Est 1:1.

*** it-2 p. 890 Satrapo ***
Ai giorni di Ester e Mardocheo i satrapi soprintendevano ai 127 distretti giurisdizionali sotto il re persiano Assuero. (Est 1:1) In qualità di rappresentanti ufficiali del re, essi dovevano rendere conto a lui e avevano libero accesso alla sua presenza. Quindi esercitavano notevole influenza e potere come autorità civili e politiche. Riscuotevano tasse e inviavano alla corte reale il tributo stabilito.

*** w88 15/3 p. 28 Media-Persia: la quarta grande potenza mondiale della storia biblica ***
Ester 1:1,

*** w88 15/3 p. 28 Media-Persia: la quarta grande potenza mondiale della storia biblica ***
A Dario successe il figlio Serse, a quanto pare l’“Assuero” del libro biblico di Ester. Qui viene detto che Assuero “regnava dall’India all’Etiopia, su centoventisette distretti giurisdizionali” e “sedeva sul suo trono reale, che era a Susa il castello”.

(ESTER 1:2)

“[che] in quei giorni, mentre il re Assuero sedeva sul suo trono reale, che era a Susa il castello,”

*** it-1 p. 183 Archeologia ***
A Susa (Susan), dove si svolsero gli avvenimenti descritti nel libro di Ester, archeologi francesi compirono scavi fra il 1880 e il 1890. (Est 1:2) Venne scoperto il palazzo reale di Serse, che occupava un’area di circa un ettaro, testimonianza dello splendore e del fasto dei re persiani. Le scoperte hanno confermato l’esattezza dei particolari menzionati dallo scrittore di Ester circa l’amministrazione del regno persiano e la costruzione del palazzo. Un libro (I. M. Price, The Monuments and the Old Testament, 1946, p. 408) osserva: “Non c’è avvenimento descritto nell’Antico Testamento il cui ambiente strutturale possa essere ricostruito dagli effettivi scavi in modo così vivido e accurato come ‘il Palazzo di Susa’”. — Vedi SUSA.

*** it-1 p. 234 Assuero ***
3. L’Assuero del libro di Ester si ritiene fosse Serse I, figlio del persiano Dario il Grande (figlio di Istaspe). Assuero (Serse I) regnava su 127 distretti giurisdizionali, dall’India all’Etiopia. Durante gran parte del suo regno la città di Susa (Susan) fu la sua capitale. — Est 1:1, 2.

*** it-1 p. 443 Castello ***
“Susa il castello”, circa 360 km a E di Babilonia, era una delle residenze del re di Persia. Neemia, prima di partire per Gerusalemme, vi prestò servizio come coppiere del re. (Ne 1:1) Qui fu ambientata una delle visioni di Daniele. (Da 8:2) Ma “Susa il castello” è più noto per gli avvenimenti del libro di Ester. (Est 1:2, 5; 3:15; 8:14) Pare che “Susa il castello” non fosse un edificio particolare, ma un complesso di edifici regali entro una zona fortificata. Ciò è avvalorato da certi particolari della narrazione. Vi si trovava la “casa delle donne”, dove le vergini vennero preparate per essere presentate ad Assuero. (Est 2:3, 8) Prima di essere elevato alla dignità di ministro, Mardocheo se ne stava ogni giorno “alla porta del re”, “a Susa il castello”. — Est 2:5, 21; 3:2-4; vedi SUSA.

*** w88 15/3 p. 28 Media-Persia: la quarta grande potenza mondiale della storia biblica ***
A Dario successe il figlio Serse, a quanto pare l’“Assuero” del libro biblico di Ester. Qui viene detto che Assuero “regnava dall’India all’Etiopia, su centoventisette distretti giurisdizionali” e “sedeva sul suo trono reale, che era a Susa il castello”. Là Assuero fece sua regina la bella e giovane Ester. (Ester 1:1, 2;

(ESTER 1:3)

“nel terzo anno del suo regno tenne un banchetto per tutti i suoi principi e i suoi servitori, le forze militari della Persia e della Media, i nobili e i principi dei distretti giurisdizionali davanti a sé,”

*** w06 1/3 p. 8 par. 5 Punti notevoli del libro di Ester ***
1:3-5: Il banchetto durò 180 giorni? Il testo non dice che il banchetto durasse così tanto ma che il re continuò a mostrare ai funzionari la ricchezza e la bellezza del suo glorioso regno per 180 giorni. Forse il re si servì di quel lungo periodo per ostentare la gloria del suo regno, fare impressione sui nobili e convincerli che era in grado di attuare i suoi piani. In tal caso, i versetti da 3 a 5 potrebbero riferirsi al banchetto di 7 giorni che ebbe luogo al termine dei 180 giorni.

*** it-1 p. 873 Ester, Libro di ***
La menzione di un banchetto durato 180 giorni nel terzo anno del regno di Assuero è considerata da alcuni un’esagerazione del libro di Ester. (Est 1:3, 4) Ma si pensa che una festa di tale durata possa essere stata tenuta per venire incontro ai numerosi funzionari delle molte province che a motivo delle loro mansioni non potevano essere presenti per tutto il tempo e tutti insieme. In effetti il versetto non dice che il banchetto sia durato per tutto quel tempo, ma che il re mostrò loro le ricchezze e la gloria del suo regno per 180 giorni. Un banchetto è menzionato al versetto 3 e al versetto 5 del primo capitolo. Può darsi che non si trattasse di due banchetti, ma che il banchetto di sette giorni tenuto per tutti nel castello alla fine della grande assemblea fosse lo stesso menzionato al versetto 3. — C. F. Keil e F. Delitzsch, Commentary on the Old Testament, 1973, vol. III, Ester, pp. 322-324.

*** w86 15/3 p. 24 Liberazione divina dal genocidio ***
Leggete Ester 1:1–2:23. Intorno al 484 a.E.V., il re persiano Assuero (Serse I) tiene un sontuoso banchetto.

*** w86 15/3 p. 24 Liberazione divina dal genocidio ***
1:3-5 — Perché si tennero questi festeggiamenti?
Secondo lo storico Erodoto, Serse in una occasione convocò un’adunanza per organizzare una campagna militare contro la Grecia. Forse si tratta della stessa riunione. Serse, probabilmente, ostentò la gloria e le ricchezze del suo regno per convincere i nobili di avere la capacità di condurre a termine la campagna di Grecia.

(ESTER 1:4)

“quando mostrò le ricchezze del suo glorioso regno e l’onore [e] la bellezza della sua grandezza per molti giorni, centottanta giorni.”

*** w06 1/3 p. 8 par. 5 Punti notevoli del libro di Ester ***
1:3-5: Il banchetto durò 180 giorni? Il testo non dice che il banchetto durasse così tanto ma che il re continuò a mostrare ai funzionari la ricchezza e la bellezza del suo glorioso regno per 180 giorni. Forse il re si servì di quel lungo periodo per ostentare la gloria del suo regno, fare impressione sui nobili e convincerli che era in grado di attuare i suoi piani. In tal caso, i versetti da 3 a 5 potrebbero riferirsi al banchetto di 7 giorni che ebbe luogo al termine dei 180 giorni.

*** it-1 p. 873 Ester, Libro di ***
La menzione di un banchetto durato 180 giorni nel terzo anno del regno di Assuero è considerata da alcuni un’esagerazione del libro di Ester. (Est 1:3, 4) Ma si pensa che una festa di tale durata possa essere stata tenuta per venire incontro ai numerosi funzionari delle molte province che a motivo delle loro mansioni non potevano essere presenti per tutto il tempo e tutti insieme. In effetti il versetto non dice che il banchetto sia durato per tutto quel tempo, ma che il re mostrò loro le ricchezze e la gloria del suo regno per 180 giorni. Un banchetto è menzionato al versetto 3 e al versetto 5 del primo capitolo. Può darsi che non si trattasse di due banchetti, ma che il banchetto di sette giorni tenuto per tutti nel castello alla fine della grande assemblea fosse lo stesso menzionato al versetto 3. — C. F. Keil e F. Delitzsch, Commentary on the Old Testament, 1973, vol. III, Ester, pp. 322-324.

*** w86 15/3 p. 24 Liberazione divina dal genocidio ***
Leggete Ester 1:1–2:23. Intorno al 484 a.E.V., il re persiano Assuero (Serse I) tiene un sontuoso banchetto.

*** w86 15/3 p. 24 Liberazione divina dal genocidio ***
1:3-5 — Perché si tennero questi festeggiamenti?
Secondo lo storico Erodoto, Serse in una occasione convocò un’adunanza per organizzare una campagna militare contro la Grecia. Forse si tratta della stessa riunione. Serse, probabilmente, ostentò la gloria e le ricchezze del suo regno per convincere i nobili di avere la capacità di condurre a termine la campagna di Grecia.

(ESTER 1:5)

“E quando questi giorni si compirono, il re tenne un banchetto di sette giorni per tutto il popolo che si trovava a Susa il castello, sia per il grande che per il piccolo, nel cortile del giardino del palazzo del re.”

*** w06 1/3 p. 8 par. 5 Punti notevoli del libro di Ester ***
1:3-5: Il banchetto durò 180 giorni? Il testo non dice che il banchetto durasse così tanto ma che il re continuò a mostrare ai funzionari la ricchezza e la bellezza del suo glorioso regno per 180 giorni. Forse il re si servì di quel lungo periodo per ostentare la gloria del suo regno, fare impressione sui nobili e convincerli che era in grado di attuare i suoi piani. In tal caso, i versetti da 3 a 5 potrebbero riferirsi al banchetto di 7 giorni che ebbe luogo al termine dei 180 giorni.

*** it-1 p. 873 Ester, Libro di ***
Un banchetto è menzionato al versetto 3 e al versetto 5 del primo capitolo. Può darsi che non si trattasse di due banchetti, ma che il banchetto di sette giorni tenuto per tutti nel castello alla fine della grande assemblea fosse lo stesso menzionato al versetto 3. — C. F. Keil e F. Delitzsch, Commentary on the Old Testament, 1973, vol. III, Ester, pp. 322-324.

(ESTER 1:6)

“C’erano lino, cotone fine e panno turchino tenuti stretti in funi di tessuto fine, e lana tinta di porpora rossiccia in anelli d’argento e colonne di marmo, divani d’oro e d’argento su un pavimento di porfido e marmo e madreperla e marmo nero.”

*** it-1 p. 592 Cotone ***
COTONE
Fibra tessile ricavata dalla pianta omonima. Il termine ebraico karpàs, che può significare sia cotone che lino fine, è simile al sanscrito karpasa e al greco kàrpasos. In Ester 1:6 molti traduttori moderni preferiscono tradurlo “cotone”. Qui il cotone è menzionato fra i materiali usati per addobbare il cortile del palazzo di Susa in occasione del banchetto che il re Assuero vi tenne per sette giorni. La coltivazione del cotone in Persia e in India risale ai tempi più remoti. Invece in Egitto e in Palestina pare fosse più largamente usato il lino, anche se è dimostrato che l’uso del cotone vi era già stato introdotto a partire dal I millennio a.E.V.
La pianta del cotone menzionata nella Bibbia si pensa sia quella classificata come Gossypium herbaceum. L’arbusto raggiunge un’altezza di circa 1,5 m, ha fiori gialli o a volte rosa e, dopo che questi si sono seccati, produce le capsule che racchiudono i semi di cotone. Quando sono mature, le capsule si aprono, lasciando uscire il soffice cotone. Una volta che questo è stato raccolto, si devono separare i semi dalla fibra, a mano o in una sgranatrice. Le fibre di cotone sono quindi pronte per la lavorazione finale e la tessitura. Secondo alcuni studiosi i “tessuti bianchi” degli egiziani che lavoravano al telaio menzionati in Isaia 19:9 erano probabilmente di cotone. — Vedi TESSUTO.

*** it-2 p. 609 Porfido ***
PORFIDO
Pietra solitamente di colore rosso scuro, violaceo e a volte verde, che contiene cristalli di feldspato di potassio. Insieme a marmo e perle, fu usato per pavimentare il palazzo del re Assuero a Susa, in Persia. — Est 1:6.

*** it-2 p. 1106 Tessuto ***
Non sappiamo se gli ebrei usavano il cotone. In Ester 1:6 si legge che il cotone era usato nel palazzo reale persiano a Susa. Il cotone era noto in India, probabilmente già dall’800 a.E.V., e lo storico Plinio dice che era usato in Egitto. Oggi è coltivato anche in Israele. È possibile però che gli ebrei acquistassero da mercanti di passaggio certi materiali che non venivano prodotti in Israele.

(ESTER 1:8)

“Riguardo al tempo di bere secondo la legge, non c’era nessuno che costringesse, poiché questo era il modo in cui il re aveva disposto per ogni uomo grande della sua casa, che si facesse a piacimento di ciascuno.”

*** w06 1/3 p. 9 par. 1 Punti notevoli del libro di Ester ***
1:8: In che senso ‘non c’era nessuno che costringesse riguardo al tempo di bere secondo la legge’? In questa occasione il re Assuero fece un’eccezione a quella che pare fosse l’usanza persiana di incitarsi gli uni gli altri a bere una certa quantità durante tali raduni. Secondo un’opera di consultazione, “potevano bere quanto volevano, tanto o poco”.

*** w86 15/3 p. 24 Liberazione divina dal genocidio ***
1:8 — Qual era la legge sul bere?
Sembra che a queste feste i persiani avessero l’usanza di incitarsi l’un l’altro a bere una determinata quantità di vino. In questa circostanza, tuttavia, il re fece un’eccezione. La Bibbia non dice se questo ebbe come effetto una maggiore o una minore moderazione nel bere.

(ESTER 1:10)

“Il settimo giorno, quando il cuore del re era allegro per il vino, egli disse a Meuman, a Bizta, ad Arbona, a Bigta e ad Abagta, a Zetar e a Carcas, i sette funzionari di corte che servivano la persona del re Assuero,”

*** it-1 p. 14 Abagta ***
ABAGTA
(Abàgta).
Nome di uno dei sette funzionari di corte che servivano il re persiano Assuero, marito dell’ebrea Ester, nel suo palazzo a Susa, allora capitale della Persia. — Est 1:10.
In quasi tutte le versioni italiane si legge che Abagta era uno dei sette “eunuchi”; una versione (PS) però dice che era uno dei sette “servitori personali” del re. Anche se nei paesi del Medio Oriente eunuchi spesso venivano usati come servitori fidati delle famiglie reali, il termine ebraico originale sarìs ha in primo luogo il significato di “funzionario di corte” e solo in secondo luogo si riferisce a un evirato. Dal momento che questi sette funzionari di corte erano servitori del re e a quanto pare non avevano l’incarico di guardiani delle donne (come Egai, l’eunuco del re menzionato in Ester 2:3), può darsi che non fossero eunuchi in senso fisico.

(ESTER 1:11)

“di condurre davanti al re Vasti la regina con l’ornamento reale sulla testa, per mostrare ai popoli e ai principi la sua bellezza; poiché era di bell’aspetto.”

*** it-2 p. 1180 Vasti ***
Il settimo giorno Assuero ordinò ai funzionari di corte di far entrare Vasti adorna del copricapo reale, affinché tutti potessero vedere la sua bellezza. (Sembra che normalmente la regina prendesse i pasti alla tavola del re, ma la storia non attesta che questo avvenisse anche nei grandi banchetti. Inoltre Vasti in quel tempo teneva un banchetto con le donne). Per qualche ragione non rivelata, Vasti rifiutò ostinatamente di presentarsi. Assuero si rivolse ai saggi che conoscevano la legge, e Memucan, un principe, sostenne che in tal modo Vasti non aveva fatto torto solo al re ma anche a tutti i principi e alla popolazione dei distretti giurisdizionali. Perché, egli disse, saputo ciò che la regina Vasti aveva fatto (notizia che si sarebbe prontamente diffusa nel castello) le principesse, col pretesto della sua azione, avrebbero agito anche loro in modo irrispettoso. (Est 1:1-22)

(ESTER 1:12)

“Ma la regina Vasti continuò a rifiutarsi di venire alla parola del re che era [comunicata] per mezzo dei funzionari di corte. A ciò il re si indignò grandemente e il suo medesimo furore divampò dentro di lui.”

*** w06 1/3 p. 9 par. 2 Punti notevoli del libro di Ester ***
1:10-12: Perché la regina Vasti continuò a rifiutarsi di andare dal re? Secondo alcuni studiosi, la regina si rifiutò di ubbidire perché preferì non umiliarsi davanti agli ospiti ubriachi del re. O forse questa regina, bella esteriormente, non era sottomessa. La Bibbia non dice il motivo, ma i saggi dell’epoca pensarono che fosse in discussione l’ubbidienza al marito e che il cattivo esempio di Vasti avrebbe influenzato tutte le mogli che erano nelle province della Persia.

(ESTER 1:14)

“e i più vicini a lui erano Carsena, Setar, Admata, Tarsis, Meres, Marsena, [e] Memucan, sette principi di Persia e di Media, che avevano accesso presso il re, [e] che sedevano primi nel regno):”

*** it-1 p. 64 Admata ***
ADMATA
(Admàta) [da un termine persiano che significa “invitto”].
Uno dei sette principi del regno di Persia e di Media che avevano libero accesso presso il re Assuero. Questi principi convennero sull’opportunità di condannare la regina Vasti; a quanto pare un simile comitato di sette consiglieri prestava regolarmente servizio presso i re persiani. — Est 1:14; Esd 7:14.

(ESTER 2:3)

“e nomini il re commissari in tutti i distretti giurisdizionali del suo regno, e radunino tutte le giovani, vergini, di bell’aspetto, a Susa il castello, nella casa delle donne sotto la cura di Egai, eunuco del re, guardiano delle donne; e siano fatti i loro massaggi.”

*** it-1 p. 14 Abagta ***
Dal momento che questi sette funzionari di corte erano servitori del re e a quanto pare non avevano l’incarico di guardiani delle donne (come Egai, l’eunuco del re menzionato in Ester 2:3), può darsi che non fossero eunuchi in senso fisico.

*** it-1 p. 443 Castello ***
“Susa il castello”, circa 360 km a E di Babilonia, era una delle residenze del re di Persia. Neemia, prima di partire per Gerusalemme, vi prestò servizio come coppiere del re. (Ne 1:1) Qui fu ambientata una delle visioni di Daniele. (Da 8:2) Ma “Susa il castello” è più noto per gli avvenimenti del libro di Ester. (Est 1:2, 5; 3:15; 8:14) Pare che “Susa il castello” non fosse un edificio particolare, ma un complesso di edifici regali entro una zona fortificata. Ciò è avvalorato da certi particolari della narrazione. Vi si trovava la “casa delle donne”, dove le vergini vennero preparate per essere presentate ad Assuero. (Est 2:3, 8) Prima di essere elevato alla dignità di ministro, Mardocheo se ne stava ogni giorno “alla porta del re”, “a Susa il castello”. — Est 2:5, 21; 3:2-4; vedi SUSA.

*** it-1 p. 881 Eunuco ***
EUNUCO
Il termine ebraico sarìs e quello greco eunoùchos, quando sono usati in senso letterale, si riferiscono a un uomo evirato. Tali erano a corte i servitori o custodi della regina, dell’harem e delle donne. (Est 2:3, 12-15; 4:4-6, 9) Per la loro fedeltà alla famiglia reale, gli eunuchi che avevano delle capacità spesso raggiungevano un grado elevato.

(ESTER 2:5)

“C’era a Susa il castello un certo uomo, un giudeo, e il suo nome era Mardocheo figlio di Iair figlio di Simei figlio di Chis, beniaminita,”

*** it-2 p. 212 Mardocheo ***
2. “Figlio di Iair figlio di Simei figlio di Chis, beniaminita” (Est 2:5), anziano cugino e tutore di Ester. (Est 2:7) Di lui e della parte importante che ebbe nell’amministrazione dell’impero persiano all’inizio del V secolo a.E.V. si parla unicamente nel libro biblico di Ester, scritto probabilmente dallo stesso Mardocheo.
Alcuni mettono in dubbio che il libro sia autentico o che Mardocheo sia stato un personaggio reale. La loro obiezione — che Mardocheo doveva avere almeno 120 anni e una bella cugina di 100 anni più giovane — si basa sulla tesi infondata che Ester 2:5, 6 indichi che Mardocheo fosse andato in esilio a Babilonia insieme al re Ieconia. Tuttavia questi versetti biblici non intendono fare la storia di Mardocheo, ma tracciarne la discendenza. Può darsi che Chis fosse il bisnonno di Mardocheo, o anche un antenato più lontano che “era stato portato in esilio”. Un’altra tesi, che concorda con il linguaggio biblico, è che Mardocheo, benché nato in esilio, fosse considerato incluso fra coloro che erano stati portati in esilio nel 617 a.E.V. nel senso che, non essendo ancora nato, era nei lombi dei suoi antenati. — Cfr. Eb 7:9, 10.

(ESTER 2:6)

“che era stato portato in esilio da Gerusalemme con la gente deportata, portata in esilio con Ieconia re di Giuda che Nabucodonosor re di Babilonia aveva portato in esilio.”

*** it-2 p. 212 Mardocheo ***
2. “Figlio di Iair figlio di Simei figlio di Chis, beniaminita” (Est 2:5), anziano cugino e tutore di Ester. (Est 2:7) Di lui e della parte importante che ebbe nell’amministrazione dell’impero persiano all’inizio del V secolo a.E.V. si parla unicamente nel libro biblico di Ester, scritto probabilmente dallo stesso Mardocheo.
Alcuni mettono in dubbio che il libro sia autentico o che Mardocheo sia stato un personaggio reale. La loro obiezione — che Mardocheo doveva avere almeno 120 anni e una bella cugina di 100 anni più giovane — si basa sulla tesi infondata che Ester 2:5, 6 indichi che Mardocheo fosse andato in esilio a Babilonia insieme al re Ieconia. Tuttavia questi versetti biblici non intendono fare la storia di Mardocheo, ma tracciarne la discendenza. Può darsi che Chis fosse il bisnonno di Mardocheo, o anche un antenato più lontano che “era stato portato in esilio”. Un’altra tesi, che concorda con il linguaggio biblico, è che Mardocheo, benché nato in esilio, fosse considerato incluso fra coloro che erano stati portati in esilio nel 617 a.E.V. nel senso che, non essendo ancora nato, era nei lombi dei suoi antenati. — Cfr. Eb 7:9, 10.

(ESTER 2:7)

“Ed egli divenne il tutore di Adassa, cioè Ester, figlia del fratello di suo padre, poiché essa non aveva né padre né madre; e la giovane era graziosa di forme e bella d’aspetto, e alla morte di suo padre e di sua madre Mardocheo la prese come propria figlia.”

*** w11 1/10 p. 19 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
A Mardocheo sarà capitato di soffermarsi a guardare Ester e di notare, con un misto di orgoglio e preoccupazione, che la giovane cugina era cresciuta e si era fatta molto bella. “La giovane era graziosa di forme e bella d’aspetto”, leggiamo. (Ester 2:7) La bellezza incanta, ma dev’essere accompagnata da saggezza e umiltà, altrimenti può far nascere vanità, orgoglio e altri tratti sgradevoli. (Proverbi 11:22) L’avete riscontrato anche voi? Nel caso di Ester, cosa sarebbe stata la bellezza: un vantaggio o uno svantaggio? Solo il tempo l’avrebbe detto.

*** it-1 p. 25 Abiail ***
5. Padre della regina Ester e discendente di Beniamino. Era zio di Mardocheo, cugino di Ester. (Est 2:5, 15; 9:29) Ester 2:7 indica che lui e la moglie morirono quando la figlia Ester era piuttosto giovane e quindi qualche tempo prima del suo matrimonio col re Assuero.

(ESTER 2:10)

“Ester non aveva parlato del suo popolo né dei suoi parenti, poiché Mardocheo stesso le aveva imposto il comando di non dichiararlo.”

*** w11 1/10 p. 20 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
Ad esempio si legge: “Ester non aveva parlato del suo popolo né dei suoi parenti, poiché Mardocheo stesso le aveva imposto il comando di non dichiararlo”. (Ester 2:10) Mardocheo le aveva ordinato di tacere le sue origini ebraiche; aveva senz’altro notato che fra i reali di Persia c’erano molti pregiudizi nei confronti del suo popolo. Come dev’essere stato contento di sapere che Ester, anche se non era più con lui, si dimostrava ancora saggia e ubbidiente!

(ESTER 2:14)

“La sera essa stessa entrava, e la mattina essa stessa tornava alla seconda casa delle donne sotto la cura di Saasgaz, eunuco del re, guardiano delle concubine. Non entrava più dal re a meno che il re non avesse provato diletto in lei e non fosse stata chiamata per nome.”

*** w06 1/3 p. 9 par. 3 Punti notevoli del libro di Ester ***
2:14-17: Ester ebbe rapporti sessuali immorali con il re? La risposta è no. Stando alla narrazione, le altre donne portate dal re tornavano la mattina nella seconda casa sotto la cura dell’eunuco del re, il “guardiano delle concubine”. Le donne che passavano la notte con il re diventavano in tal modo sue concubine o mogli secondarie. Ester, però, dopo essere stata dal re non fu portata nella casa delle concubine. Quando fu condotta davanti ad Assuero, “il re amava Ester più di tutte le altre donne, così che essa ottenne davanti a lui più favore e amorevole benignità di tutte le altre vergini”. (Ester 2:17) Come ottenne ‘il favore e l’amorevole benignità’ di Assuero? Nello stesso modo in cui si era conquistata il favore di altri. “La giovane piacque [agli occhi di Egai], tanto che ottenne amorevole benignità davanti a lui”. (Ester 2:8, 9) Egai le mostrò favore unicamente in base a quello che aveva osservato: l’aspetto e le buone qualità della ragazza. Infatti “Ester otteneva di continuo favore agli occhi di tutti quelli che la vedevano”. (Ester 2:15) In modo analogo il re fu colpito da ciò che vide in Ester e quindi se ne innamorò.

*** w91 1/1 p. 31 Domande dai lettori ***
Dopo aver descritto i trattamenti di bellezza, la Bibbia dice: “Quindi, in queste condizioni, la giovane stessa entrava dal re. . . . La sera essa stessa entrava, e la mattina essa stessa tornava alla seconda casa delle donne sotto la cura di Saasgaz, eunuco del re, guardiano delle concubine. Non entrava più dal re a meno che il re non avesse provato diletto in lei e non fosse stata chiamata per nome”. — Ester 2:13, 14.
Le Scritture dicono che Ester “fu condotta” alla “casa delle donne” per il lungo trattamento di bellezza prescritto: “Quindi Ester fu condotta dal re Assuero . . . E il re amava Ester più di tutte le altre donne, così che essa ottenne davanti a lui più favore e amorevole benignità di tutte le altre vergini. Ed egli le poneva sulla testa l’ornamento reale e la faceva regina invece di Vasti”. — Ester 2:8, 9, 16, 17.
Avete notato dal racconto biblico dove venivano condotte le donne dopo aver passato la notte col re? ‘Nella seconda casa delle donne, sotto la cura del guardiano delle concubine’. Perciò esse erano divenute concubine. Mardocheo, lo scrittore del libro biblico di Ester, era un ebreo, e fra il suo popolo in quel tempo una concubina aveva la stessa posizione sociale di una moglie secondaria. La legge divina prevedeva che un israelita potesse prendere come concubina, o moglie secondaria, una ragazza straniera catturata in guerra, la quale in questo modo acquistava diritti e protezione legale. (Deuteronomio 21:10-17; confronta Esodo 21:7-11). I figli nati da una tale legittima concubina erano legittimi e potevano ricevere un’eredità. I dodici figli di Giacobbe, progenitori delle dodici tribù d’Israele, nacquero dalle sue mogli e legittime concubine. — Genesi 30:3-13.
La procedura era che dopo essere state con il re di Persia, le vergini andassero alla casa delle concubine. Questo indica che divenivano sue mogli secondarie.
Che dire di Ester? La Bibbia non dice che essa dormì con il re e che in questo modo ottenne il suo favore. Non dice che fu condotta alla casa delle concubine, ma dice solo: “Quindi Ester fu condotta dal re Assuero nella sua casa reale . . . E il re amava Ester più di tutte le altre donne”. Ricordate che in precedenza, senza compromettere la propria virtù e verginità, essa aveva ottenuto “amorevole benignità” da parte di “Egai, guardiano delle donne”. Leggiamo anche: “Intanto Ester otteneva di continuo favore agli occhi di tutti quelli che la vedevano”. (Ester 2:8, 9, 15-17) Perciò Ester chiaramente colpì il re e ne guadagnò il rispetto, proprio come aveva guadagnato il rispetto di altri.
Come possiamo essere grati di avere a disposizione i fatti e la perspicacia che la Bibbia ci provvede! Anche se sono passati millenni da quegli avvenimenti, abbiamo dunque motivo di ritenere che Ester agì in maniera virtuosa e in armonia con i princìpi divini.

(ESTER 2:15)

“E quando arrivò per Ester figlia di Abiail zio di Mardocheo, che egli aveva preso come sua figlia, il turno di entrare dal re, essa non chiese nulla eccetto ciò che Egai, eunuco del re, guardiano delle donne, menzionava (intanto Ester otteneva di continuo favore agli occhi di tutti quelli che la vedevano).”

*** w06 1/3 p. 9 par. 7 Punti notevoli del libro di Ester ***
2:15. Ester mostrò modestia e padronanza di sé non chiedendo più gioielli o abiti migliori di quelli che le erano stati provveduti da Egai. Fu grazie alla “persona segreta del cuore nella veste incorruttibile dello spirito quieto e mite” che Ester si guadagnò il favore del re. — 1 Pietro 3:4.

(ESTER 2:16)

“Quindi Ester fu condotta dal re Assuero nella sua casa reale nel decimo mese, cioè nel mese di tebet, nel settimo anno del suo regno.”

*** w91 1/1 p. 31 Domande dai lettori ***
Dopo aver descritto i trattamenti di bellezza, la Bibbia dice: “Quindi, in queste condizioni, la giovane stessa entrava dal re. . . . La sera essa stessa entrava, e la mattina essa stessa tornava alla seconda casa delle donne sotto la cura di Saasgaz, eunuco del re, guardiano delle concubine. Non entrava più dal re a meno che il re non avesse provato diletto in lei e non fosse stata chiamata per nome”. — Ester 2:13, 14.
Le Scritture dicono che Ester “fu condotta” alla “casa delle donne” per il lungo trattamento di bellezza prescritto: “Quindi Ester fu condotta dal re Assuero . . . E il re amava Ester più di tutte le altre donne, così che essa ottenne davanti a lui più favore e amorevole benignità di tutte le altre vergini. Ed egli le poneva sulla testa l’ornamento reale e la faceva regina invece di Vasti”. — Ester 2:8, 9, 16, 17.
Avete notato dal racconto biblico dove venivano condotte le donne dopo aver passato la notte col re? ‘Nella seconda casa delle donne, sotto la cura del guardiano delle concubine’. Perciò esse erano divenute concubine. Mardocheo, lo scrittore del libro biblico di Ester, era un ebreo, e fra il suo popolo in quel tempo una concubina aveva la stessa posizione sociale di una moglie secondaria. La legge divina prevedeva che un israelita potesse prendere come concubina, o moglie secondaria, una ragazza straniera catturata in guerra, la quale in questo modo acquistava diritti e protezione legale. (Deuteronomio 21:10-17; confronta Esodo 21:7-11). I figli nati da una tale legittima concubina erano legittimi e potevano ricevere un’eredità. I dodici figli di Giacobbe, progenitori delle dodici tribù d’Israele, nacquero dalle sue mogli e legittime concubine. — Genesi 30:3-13.
La procedura era che dopo essere state con il re di Persia, le vergini andassero alla casa delle concubine. Questo indica che divenivano sue mogli secondarie.
Che dire di Ester? La Bibbia non dice che essa dormì con il re e che in questo modo ottenne il suo favore. Non dice che fu condotta alla casa delle concubine, ma dice solo: “Quindi Ester fu condotta dal re Assuero nella sua casa reale . . . E il re amava Ester più di tutte le altre donne”. Ricordate che in precedenza, senza compromettere la propria virtù e verginità, essa aveva ottenuto “amorevole benignità” da parte di “Egai, guardiano delle donne”. Leggiamo anche: “Intanto Ester otteneva di continuo favore agli occhi di tutti quelli che la vedevano”. (Ester 2:8, 9, 15-17) Perciò Ester chiaramente colpì il re e ne guadagnò il rispetto, proprio come aveva guadagnato il rispetto di altri.
Come possiamo essere grati di avere a disposizione i fatti e la perspicacia che la Bibbia ci provvede! Anche se sono passati millenni da quegli avvenimenti, abbiamo dunque motivo di ritenere che Ester agì in maniera virtuosa e in armonia con i princìpi divini.

(ESTER 2:17)

“E il re amava Ester più di tutte le altre donne, così che essa ottenne davanti a lui più favore e amorevole benignità di tutte le altre vergini. Ed egli le poneva sulla testa l’ornamento reale e la faceva regina invece di Vasti.”

*** w91 1/1 p. 31 Domande dai lettori ***
Dopo aver descritto i trattamenti di bellezza, la Bibbia dice: “Quindi, in queste condizioni, la giovane stessa entrava dal re. . . . La sera essa stessa entrava, e la mattina essa stessa tornava alla seconda casa delle donne sotto la cura di Saasgaz, eunuco del re, guardiano delle concubine. Non entrava più dal re a meno che il re non avesse provato diletto in lei e non fosse stata chiamata per nome”. — Ester 2:13, 14.
Le Scritture dicono che Ester “fu condotta” alla “casa delle donne” per il lungo trattamento di bellezza prescritto: “Quindi Ester fu condotta dal re Assuero . . . E il re amava Ester più di tutte le altre donne, così che essa ottenne davanti a lui più favore e amorevole benignità di tutte le altre vergini. Ed egli le poneva sulla testa l’ornamento reale e la faceva regina invece di Vasti”. — Ester 2:8, 9, 16, 17.
Avete notato dal racconto biblico dove venivano condotte le donne dopo aver passato la notte col re? ‘Nella seconda casa delle donne, sotto la cura del guardiano delle concubine’. Perciò esse erano divenute concubine. Mardocheo, lo scrittore del libro biblico di Ester, era un ebreo, e fra il suo popolo in quel tempo una concubina aveva la stessa posizione sociale di una moglie secondaria. La legge divina prevedeva che un israelita potesse prendere come concubina, o moglie secondaria, una ragazza straniera catturata in guerra, la quale in questo modo acquistava diritti e protezione legale. (Deuteronomio 21:10-17; confronta Esodo 21:7-11). I figli nati da una tale legittima concubina erano legittimi e potevano ricevere un’eredità. I dodici figli di Giacobbe, progenitori delle dodici tribù d’Israele, nacquero dalle sue mogli e legittime concubine. — Genesi 30:3-13.
La procedura era che dopo essere state con il re di Persia, le vergini andassero alla casa delle concubine. Questo indica che divenivano sue mogli secondarie.
Che dire di Ester? La Bibbia non dice che essa dormì con il re e che in questo modo ottenne il suo favore. Non dice che fu condotta alla casa delle concubine, ma dice solo: “Quindi Ester fu condotta dal re Assuero nella sua casa reale . . . E il re amava Ester più di tutte le altre donne”. Ricordate che in precedenza, senza compromettere la propria virtù e verginità, essa aveva ottenuto “amorevole benignità” da parte di “Egai, guardiano delle donne”. Leggiamo anche: “Intanto Ester otteneva di continuo favore agli occhi di tutti quelli che la vedevano”. (Ester 2:8, 9, 15-17) Perciò Ester chiaramente colpì il re e ne guadagnò il rispetto, proprio come aveva guadagnato il rispetto di altri.
Come possiamo essere grati di avere a disposizione i fatti e la perspicacia che la Bibbia ci provvede! Anche se sono passati millenni da quegli avvenimenti, abbiamo dunque motivo di ritenere che Ester agì in maniera virtuosa e in armonia con i princìpi divini.

(ESTER 2:18)

“E il re teneva un grande banchetto per tutti i suoi principi e i suoi servitori, il banchetto di Ester; e concesse un’amnistia per i distretti giurisdizionali, e dava regali secondo i mezzi del re.”

*** it-1 p. 117 Amnistia ***
AMNISTIA
In Ester 2:18 si legge che il monarca persiano Assuero, dopo aver fatto regina Ester, tenne un grande banchetto in suo onore e concesse “un’amnistia per i distretti giurisdizionali” del suo reame. La parola ebraica hanachàh usata qui ricorre una sola volta nelle Scritture. È tradotta in vari modi, come “liberazione” (LXX), “sgravio delle imposte” (un Targum e PIB), “riposo” (Vg) o “giorno di riposo” (CEI); alcuni commentatori avanzano l’ipotesi che questa amnistia includesse uno sgravio fiscale, un esonero dal servizio militare, una scarcerazione, o un insieme di queste cose. Un’altra parola ebraica (shemittàh) è usata in altri passi delle Scritture per descrivere una remissione dei debiti o una sospensione del lavoro. — De 15:1, 2, 9; 31:10; vedi ANNO SABATICO.
In quanto a una liberazione di prigionieri, si noti che durante il regno di Serse I, ritenuto l’Assuero del libro di Ester, ci furono delle rivolte. Un’iscrizione di Persepoli attribuita a Serse dice: “Dopo che divenni re, ci furono (alcune) di queste nazioni . . . che si ribellarono (ma) io abbattei [lett. uccisi] queste nazioni, . . . e diedi (nuovamente) loro la condizione (politica precedente)”. (Ancient Near Eastern Texts, a cura di J. B. Pritchard, 1974, p. 317) In seguito alla repressione di queste insurrezioni ci furono senz’altro prigionieri politici, e la festa per la regina Ester offrì forse ad Assuero l’occasione di cancellare le accuse contro di loro e concedere l’amnistia o scarcerazione. (Cfr. Mt 27:15). La precisa natura dell’amnistia rimane comunque incerta.

(ESTER 2:19)

“Or quando le vergini furono radunate una seconda volta, Mardocheo sedeva alla porta del re.”

*** w86 15/3 p. 24 Liberazione divina dal genocidio ***
2:19, 20 — Perché Mardocheo “sedeva alla porta del re”?
A quanto pare, Mardocheo era un funzionario del re Assuero. Coloro che avevano una posizione di autorità di solito sedevano alla porta, pronti a esaudire le richieste del re. Mardocheo ricopriva probabilmente una posizione di una certa importanza. Altrimenti Aman avrebbe potuto farlo destituire subito. Mardocheo ricopriva perciò un ruolo grazie al quale poté venire a conoscenza e sventare un complotto per assassinare il re.

(ESTER 2:21)

“In quei giorni, mentre Mardocheo sedeva alla porta del re, Bigtan e Teres, due funzionari di corte del re, guardiani della porta, si indignarono e cercavano di mettere la mano sul re Assuero.”

*** it-1 p. 975 Funzionario di corte ***
Bigtan e Teres, funzionari della corte medo-persiana, erano servitori stimati, incaricati pare di sorvegliare la porta dell’appartamento privato del re Assuero. (Est 2:21)

(ESTER 3:1)

“Dopo queste cose il re Assuero magnificò Aman figlio di Ammedata l’agaghita e lo esaltava e poneva il suo trono al di sopra di tutti gli altri principi che erano con lui.”

*** w11 1/10 p. 21 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
Un uomo di nome Aman raggiunse una posizione di preminenza alla corte di Assuero. Il re lo nominò primo ministro, facendone il suo principale consigliere e la seconda persona più potente dell’impero. Il re decretò perfino che alla sua vista tutti si inchinassero. (Ester 3:1-4) Quella legge costituiva un problema per Mardocheo che, pur ritenendo giusto ubbidire al re, non era disposto a mancare di rispetto a Dio. Aman era un “agaghita”. Questo significherebbe che era un discendente di Agag, il re amalechita che fu messo a morte da Samuele, profeta di Dio. (1 Samuele 15:33) Con la loro malvagità gli amalechiti si erano resi nemici di Geova e d’Israele, e avevano ricevuto la condanna divina. (Deuteronomio 25:19) Un ebreo fedele non poteva certo inchinarsi di fronte a un amalechita di stirpe reale. E infatti Mardocheo non lo fece. Ancora oggi, come nel passato, uomini e donne di fede rischiano la vita per seguire questo principio: “Dobbiamo ubbidire a Dio come governante anziché agli uomini”. — Atti 5:29.

*** w11 1/10 p. 21 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
Aman forse era uno degli ultimi amalechiti ancora in vita, dato che “il rimanente di Amalec” era stato distrutto al tempo del re Ezechia. — 1 Cronache 4:43.

*** it-1 p. 74 Agaghita ***
AGAGHITA
[di Agag].
Termine riferito ad Aman e a suo padre, Ammedata, in Ester 3:1, 10; 8:3, 5; 9:24. A quanto pare indica che erano discendenti di Agag e quindi amalechiti. Gli ebrei per tradizione hanno inteso così questa espressione e ritengono che Agag sia il monarca menzionato in 1 Samuele 15:8-33. Giuseppe Flavio afferma che Aman era “di discendenza amalechita”. (Antichità giudaiche, XI, 209 [vi, 5]) Mardocheo era discendente di Chis della tribù di Beniamino, per cui lui e Aman in un certo senso erano tradizionalmente nemici. — Est 2:5.

*** it-1 p. 104 Amalec ***
Gli amalechiti non sono più menzionati direttamente nella storia biblica o secolare. Tuttavia ‘Aman figlio dell’agaghita’ probabilmente era loro discendente, infatti “Agag” era il titolo o il nome di certi re amalechiti. (Est 3:1; Nu 24:7; 1Sa 15:8, 9)

*** it-1 p. 104 Aman ***
AMAN
(Àman).
Figlio di Ammedata l’agaghita. Il titolo “agaghita” può indicare che Aman era un amalechita di stirpe reale. (Est 3:1; vedi AGAG n. 1; AGAGHITA). In effetti, se Aman era amalechita, ciò di per sé avrebbe spiegato la ragione di tanto odio verso gli ebrei, perché Geova aveva decretato il completo sterminio degli amalechiti. (Eso 17:14-16) Questo perché avevano manifestato di odiare Dio e il suo popolo, gli israeliti, prendendo l’iniziativa di attaccarli mentre erano in viaggio nel deserto. — Eso 17:8.
Aman era al servizio di Assuero (Serse I) re di Persia che regnò all’inizio del V secolo a.E.V. Aman era molto stimato e divenne primo ministro dell’impero persiano.

(ESTER 3:2)

“E tutti i servitori del re che erano alla porta del re si inchinavano e si prostravano davanti ad Aman, poiché così il re aveva comandato riguardo a lui. Ma in quanto a Mardocheo, non si inchinava né si prostrava.”

*** w11 1/10 p. 21 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
Un uomo di nome Aman raggiunse una posizione di preminenza alla corte di Assuero. Il re lo nominò primo ministro, facendone il suo principale consigliere e la seconda persona più potente dell’impero. Il re decretò perfino che alla sua vista tutti si inchinassero. (Ester 3:1-4) Quella legge costituiva un problema per Mardocheo che, pur ritenendo giusto ubbidire al re, non era disposto a mancare di rispetto a Dio. Aman era un “agaghita”. Questo significherebbe che era un discendente di Agag, il re amalechita che fu messo a morte da Samuele, profeta di Dio. (1 Samuele 15:33) Con la loro malvagità gli amalechiti si erano resi nemici di Geova e d’Israele, e avevano ricevuto la condanna divina. (Deuteronomio 25:19) Un ebreo fedele non poteva certo inchinarsi di fronte a un amalechita di stirpe reale. E infatti Mardocheo non lo fece. Ancora oggi, come nel passato, uomini e donne di fede rischiano la vita per seguire questo principio: “Dobbiamo ubbidire a Dio come governante anziché agli uomini”. — Atti 5:29.

*** w11 1/10 p. 21 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
Aman forse era uno degli ultimi amalechiti ancora in vita, dato che “il rimanente di Amalec” era stato distrutto al tempo del re Ezechia. — 1 Cronache 4:43.

*** w06 1/3 p. 9 par. 4 Punti notevoli del libro di Ester ***
3:2; 5:9: Perché Mardocheo rifiutò di inchinarsi davanti ad Aman? Per gli israeliti non era sbagliato prostrarsi davanti a un’alta personalità in riconoscimento della sua posizione superiore. Ma nel caso di Aman non si trattava solo di questo. Aman era un agaghita, probabilmente un amalechita, e Geova aveva decretato lo sterminio di Amalec. (Deuteronomio 25:19) Per Mardocheo inchinarsi davanti ad Aman equivaleva a venire meno alla propria integrità nei confronti di Geova. Egli rifiutò nettamente, dicendo di essere ebreo. — Ester 3:3, 4.

*** it-2 p. 213 Mardocheo ***
Rifiuta di inchinarsi ad Aman. In seguito Aman l’agaghita fu nominato primo ministro da Assuero, il quale ordinò che tutti coloro che si trovavano alla porta del re dovevano prostrarsi davanti ad Aman, a motivo della sua posizione ora così elevata. Mardocheo rifiutò recisamente di farlo e addusse come ragione il fatto di essere ebreo. (Est 3:1-4) Che Mardocheo spiegasse così la sua azione dimostra che era dovuta alla sua relazione, quale ebreo dedicato, con Geova suo Dio. Egli si rendeva conto che prostrarsi davanti ad Aman implicava più che inchinarsi fino a terra davanti a un personaggio di rilievo, come alcuni israeliti avevano fatto in passato, riconoscendo semplicemente la superiorità di un regnante. (2Sa 14:4; 18:28; 1Re 1:16) Nel caso di Aman c’era una buona ragione perché Mardocheo non si inchinasse. Aman era probabilmente amalechita, e Geova aveva dichiarato di essere in guerra con Amalec “di generazione in generazione”. (Eso 17:16; vedi AMAN). Per Mardocheo era una questione di lealtà a Dio e non una questione politica.

*** w86 15/3 p. 24 Liberazione divina dal genocidio ***
Leggete 3:1–5:14. Assuero nomina primo ministro un amalechita di nome Aman. Mardocheo, però, ricordando che Geova aveva stabilito di ‘far guerra ad Amalec di generazione in generazione’, si rifiuta di prostrarsi davanti ad Aman. (Esodo 17:8-16) Come ritorsione, l’orgoglioso Aman convince il re a eliminare i giudei!

(ESTER 3:4)

“E avvenne che, siccome di giorno in giorno gli parlavano, ed egli non li ascoltava, allora lo fecero sapere ad Aman per vedere se i fatti di Mardocheo persistessero; poiché egli aveva dichiarato loro che era giudeo.”

*** w06 1/3 p. 10 par. 2 Punti notevoli del libro di Ester ***
3:4. In certe situazioni può essere il caso di non rivelare la propria identità, come fece Ester. Tuttavia, quando si tratta di prendere posizione su questioni importanti, come la sovranità di Geova e la nostra integrità, non dobbiamo aver paura di dire che siamo testimoni di Geova.

*** it-2 p. 213 Mardocheo ***
Rifiuta di inchinarsi ad Aman. In seguito Aman l’agaghita fu nominato primo ministro da Assuero, il quale ordinò che tutti coloro che si trovavano alla porta del re dovevano prostrarsi davanti ad Aman, a motivo della sua posizione ora così elevata. Mardocheo rifiutò recisamente di farlo e addusse come ragione il fatto di essere ebreo. (Est 3:1-4) Che Mardocheo spiegasse così la sua azione dimostra che era dovuta alla sua relazione, quale ebreo dedicato, con Geova suo Dio. Egli si rendeva conto che prostrarsi davanti ad Aman implicava più che inchinarsi fino a terra davanti a un personaggio di rilievo, come alcuni israeliti avevano fatto in passato, riconoscendo semplicemente la superiorità di un regnante. (2Sa 14:4; 18:28; 1Re 1:16) Nel caso di Aman c’era una buona ragione perché Mardocheo non si inchinasse. Aman era probabilmente amalechita, e Geova aveva dichiarato di essere in guerra con Amalec “di generazione in generazione”. (Eso 17:16; vedi AMAN). Per Mardocheo era una questione di lealtà a Dio e non una questione politica.

(ESTER 3:5)

“Ora Aman vedeva che Mardocheo non si inchinava e non si prostrava davanti a lui, e Aman fu pieno di furore.”

*** it-1 p. 244 Atteggiamenti e gesti ***
Benché fosse una cosa comune per gli ebrei inchinarsi dinanzi alle autorità in segno di rispetto, Mardocheo rifiutò di inchinarsi davanti ad Aman. Questo perché Aman, essendo agaghita, molto probabilmente era amalechita, e Geova aveva detto che avrebbe cancellato completamente il ricordo di Amalec di sotto i cieli e gli avrebbe fatto guerra di generazione in generazione. (Eso 17:14-16) L’atto di inchinarsi o prostrarsi sarebbe stato un segno di pace verso Aman, e Mardocheo rifiutò di compierlo perché così facendo avrebbe violato il comando di Dio. — Est 3:5.

(ESTER 3:7)

“Il primo mese, cioè il mese di nisan, nel dodicesimo anno del re Assuero, qualcuno gettò il Pur, cioè la Sorte, davanti ad Aman, di giorno in giorno e di mese in mese, [fino al] dodicesimo, cioè il mese di adar.”

*** it-1 p. 105 Aman ***
Aman aveva manifestato le caratteristiche degli amalechiti. Ovviamente adorava falsi dèi, e forse era ricorso agli astrologi per tirare a sorte il giorno propizio per lo sterminio degli ebrei. (Est 3:7; vedi SORTE).

*** it-1 p. 710 Divinazione ***
Per ordine del malvagio Aman “qualcuno [evidentemente un astrologo] gettò il Pur, cioè la Sorte, . . . di giorno in giorno e di mese in mese”, per determinare il momento più favorevole per sterminare il popolo di Geova. (Est 3:7-9) Un commento a questo versetto dice: “Nel ricorrere a questo metodo per accertare il giorno più propizio per mettere in atto il suo atroce piano, Aman si comportò come i re e i nobili persiani, che non iniziavano mai alcuna impresa senza consultare gli astrologi, e senza essere sicuri che il momento fosse propizio”. (Jamieson, Fausset e Brown, Commentary on the Whole Bible) Basandosi sulla divinazione Aman diede immediatamente il via al suo piano iniquo. Ma ancora una volta fu dimostrato che Geova poteva liberare il suo popolo, e Aman, che aveva confidato nella divinazione, fu appeso allo stesso palo che aveva preparato per Mardocheo. — Est 9:24, 25.

*** it-2 p. 683 Pur ***
PUR
Termine non ebraico che ricorre in Ester 3:7 e 9:24, 26; significa “sorte” (ebr. gohràl; vedi SORTE). Questa è la forma singolare; il plurale è “Purim”. (Est 9:26, 28-32) “Pur” viene messo in relazione con una parola accadica, puru, che significa “sorte”. Da “Pur” deriva il nome della festa ebraica di Purim. — Vedi PURIM.

*** it-2 p. 683 Purim ***
Il nome deriva dall’azione di Aman che tirò a sorte, “gettò il Pur”, per determinare il giorno propizio per mettere in atto il complotto organizzato per sterminare gli ebrei. Essendo un agaghita, forse un amalechita di sangue reale, e adoratore di divinità pagane, Aman ricorse a ciò come a una forma di divinazione. (Est 3:7; vedi DIVINAZIONE; PUR; SORTE).

*** w86 15/3 p. 24 Liberazione divina dal genocidio ***
3:7 — Cosa comportava gettare il Pur?
Sembra che “Pur” sia una parola persiana che significa “sorte”. Spesso le sorti venivano gettate dagli astrologi come forma di divinazione. Probabilmente questo fu fatto per consentire ad Aman di determinare il momento più propizio per attuare il suo progetto di genocidio.

(ESTER 3:8)

“E Aman diceva al re Assuero: “C’è un certo popolo disperso e separato fra i popoli di tutti i distretti giurisdizionali del tuo regno; e le loro leggi sono diverse da quelle di tutti gli altri popoli, e non eseguono le leggi del re stesso, e non conviene che il re li lasci fare.”

*** w11 1/10 p. 21 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
Ester 3:5-10

*** w11 1/10 p. 21 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
Parlando al re, Aman dipinse gli ebrei a tinte fosche. Senza fare direttamente il loro nome, lasciò intendere che erano un popolo insignificante, “disperso e separato fra i popoli”. Rincarando la dose, disse che non ubbidivano alle leggi del re e pertanto erano pericolosi ribelli.

(ESTER 3:9)

“Se al re in effetti sembra bene, si scriva che siano distrutti; e io pagherò diecimila talenti d’argento nelle mani di quelli che fanno il lavoro portando[li] nel tesoro del re”.”

*** w11 1/10 p. 21 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
Si offrì di donare alle casse del re un’immensa somma di denaro per coprire le spese del massacro di tutti gli ebrei dell’impero.

*** w11 1/10 p. 21 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
Ester 3:5-10

*** w11 1/10 p. 21 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
Aman offrì 10.000 talenti d’argento, corrispondenti a centinaia di milioni di euro attuali. Se Assuero e Serse I erano la stessa persona, quella somma potrebbe aver reso l’offerta di Aman particolarmente allettante. Serse aveva bisogno di ingenti fondi per muovere guerra contro i greci, una guerra che pianificava da lungo tempo ma che si sarebbe conclusa con una disfatta.

*** it-1 p. 104 Aman ***
Fece inoltre un’offerta di natura economica dicendo al re: “Si scriva che siano distrutti; e io pagherò diecimila talenti d’argento [ca. 102.600.000.000 di lire] nelle mani di quelli che fanno il lavoro portandoli nel tesoro del re”.

(ESTER 3:13)

“E si mandarono lettere per mezzo di corrieri a tutti i distretti giurisdizionali del re, per annientare, uccidere e distruggere tutti i giudei, sia giovane che vecchio, piccoli e donne, in uno stesso giorno, nel tredicesimo [giorno] del dodicesimo mese, cioè il mese di adar, e predare le loro spoglie.”

*** w11 1/10 pp. 21-22 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
Presto corrieri a cavallo raggiunsero ogni angolo del vasto impero, annunciando la condanna a morte degli ebrei. Tale proclama deve aver avuto un impatto tremendo anche sugli ebrei che erano tornati a Gerusalemme dall’esilio babilonese e che a fatica cercavano di ricostruire una città ancora priva di mura di difesa.

*** it-1 p. 579 Corriere ***
CORRIERE
Messaggero scelto fra le guardie del corpo del re per portare i decreti reali e altri comunicati urgenti del re fino alle più remote parti del suo regno. La velocità dei corrieri (ebr. ratsìm) era di primaria importanza. Tali messaggeri speciali esistevano fin dall’antichità. — 2Cr 30:6, 10; Ger 51:31.
Nell’impero persiano si usavano cavalli veloci e c’erano stazioni di posta per il cambio dei cavalli, dove corrieri e cavalli freschi aspettavano di dare il cambio agli altri per far proseguire i messaggi importanti. (Est 3:13-15; 8:10, 14)

*** it-1 p. 848 Esdra ***
Senz’altro era già in vita durante il regno di Assuero, all’epoca di Mardocheo ed Ester, quando fu emanato il decreto di sterminare gli ebrei in tutto l’impero persiano. Molti ebrei risiedevano in Babilonia, perciò quella crisi nazionale dovette lasciare in Esdra un’impressione indelebile, rafforzando in lui la fede che Geova aveva cura del suo popolo ed era in grado di liberarlo. Fu anche un addestramento che accrebbe la sua maturità di giudizio e lo rese idoneo per portare a termine l’enorme compito che gli fu poi affidato. — Est 1:1; 3:7, 12, 13; 8:9; 9:1.

(ESTER 3:15)

“I corrieri stessi uscirono, spinti ad affrettarsi a causa della parola del re, e la legge stessa fu emanata a Susa il castello. In quanto al re e ad Aman, si misero a sedere per bere; ma in quanto alla città di Susa, era in confusione.”

*** w11 1/10 p. 22 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
Nel frattempo Aman se ne stava col re a bere, indifferente al dolore che aveva causato agli ebrei e ai loro amici a Susa. — Ester 3:12–4:1.

(ESTER 4:1)

“E lo stesso Mardocheo venne a sapere tutto ciò che era stato fatto; e Mardocheo si strappava le vesti e si copriva di sacco e cenere e usciva in mezzo alla città e gridava con alto e amaro grido.”

*** w11 1/10 pp. 21-22 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
Tale proclama deve aver avuto un impatto tremendo anche sugli ebrei che erano tornati a Gerusalemme dall’esilio babilonese e che a fatica cercavano di ricostruire una città ancora priva di mura di difesa. Quando udì la terribile notizia, forse Mardocheo pensò a loro, così come ai suoi amici e parenti di Susa. Sconvolto, si strappò le vesti, si coprì di sacco, si mise cenere sulla testa e gridò per le strade della città.

*** w11 1/10 p. 22 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
Ester 3:12–4:1

(ESTER 4:3)

“E in tutti i diversi distretti giurisdizionali, dovunque giungevano la parola del re e la sua legge, c’era fra i giudei grande cordoglio e digiuno e pianto e lamento. Sacco e cenere stessi si stesero per molti come un giaciglio.”

*** it-1 p. 245 Atteggiamenti e gesti ***
Per esprimere dolore spesso ci si strappava le vesti (1Sa 4:12; Gb 2:12; vedi STRAPPARSI LE VESTI) e a volte ci si metteva cenere sul capo. (2Sa 13:19) Quando per ordine del re Assuero gli ebrei furono condannati allo sterminio per mano dei loro nemici, “sacco e cenere stessi si stesero per molti come un giaciglio”. (Est 4:3)

*** w86 15/3 p. 24 Liberazione divina dal genocidio ***
4:3 — Perché Mardocheo e i giudei digiunarono?
Poiché era prossima una calamità nazionale, era tempo di riflettere molto seriamente. (Ecclesiaste 3:4) Avevano urgente bisogno della guida divina. Il digiuno pertanto indicava che si volgevano a Geova per ricevere la forza e la sapienza necessarie. Quando dovete affrontare delle prove, vi rivolgete anche voi a Dio in preghiera? — Ebrei 5:7.

(ESTER 4:11)

““Tutti i servitori del re e il popolo dei distretti giurisdizionali del re sono consapevoli che, riguardo a ogni uomo o donna che entri dal re nel cortile interno senza essere chiamato, la sua unica legge è di far[lo] mettere a morte; solo nel caso che il re stenda verso di lui lo scettro d’oro, allora certamente rimarrà in vita. In quanto a me, non sono stata chiamata per entrare dal re già da trenta giorni”.”

*** w11 1/10 p. 23 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
Serse I era noto per il suo temperamento lunatico e violento. Lo storico greco Erodoto ce ne fornisce alcuni esempi parlando della guerra di Serse contro i greci. Il re aveva ordinato di costruire un ponte di barche sullo stretto dell’Ellesponto. Quando una tempesta distrusse il ponte, Serse ordinò che gli ingegneri fossero decapitati e che i suoi uomini “punissero” l’Ellesponto flagellandone le acque mentre veniva letta ad alta voce una maledizione. Durante la stessa campagna, in risposta a un uomo ricco che aveva chiesto che suo figlio fosse esonerato dal servizio nell’esercito, Serse fece tagliare il figlio in due e ne fece esporre il corpo come monito.

*** w11 1/10 pp. 22-23 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
Aveva paura, come rivelò apertamente nella sua risposta a Mardocheo. Gli ricordò la legge del re: comparire di fronte a lui senza essere stati mandati a chiamare significava incorrere nella condanna a morte; si era risparmiati solo se il re stendeva lo scettro d’oro. Ester aveva ragione di aspettarsi una tale clemenza, specie dopo quello che era successo a Vasti? Disse a Mardocheo che il re non chiedeva di vederla da ben 30 giorni! Quel silenzio le dava buoni motivi per chiedersi se fosse ancora nelle grazie di quel volubile monarca. — Ester 4:9-11.

(ESTER 4:14)

“Poiché se in questo tempo taci del tutto, sollievo e liberazione stessi si leveranno per i giudei da un altro luogo; ma in quanto a te e alla casa di tuo padre, perirete. E chi sa se è per un tempo come questo che sei pervenuta alla dignità regale?””

*** w11 1/10 p. 23 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
Mardocheo replicò in modo fermo per rafforzare la fede di Ester. Le assicurò che se non avesse agito, la salvezza degli ebrei sarebbe giunta da qualche altra parte. Ma lei come poteva aspettarsi di aver salva la vita una volta che la persecuzione si fosse intensificata? Mardocheo mostrò qui la sua profonda fede in Geova, il quale non avrebbe mai permesso che il Suo popolo venisse sterminato e che le Sue promesse rimanessero inadempiute. (Giosuè 23:14) Poi Mardocheo disse a Ester: “Chi sa se è per un tempo come questo che sei pervenuta alla dignità regale?” (Ester 4:12-14) Mardocheo confidava completamente nel suo Dio, Geova. E noi? — Proverbi 3:5, 6.

*** w86 15/3 p. 24 Liberazione divina dal genocidio ***
Leggete 3:1–5:14. Assuero nomina primo ministro un amalechita di nome Aman. Mardocheo, però, ricordando che Geova aveva stabilito di ‘far guerra ad Amalec di generazione in generazione’, si rifiuta di prostrarsi davanti ad Aman. (Esodo 17:8-16) Come ritorsione, l’orgoglioso Aman convince il re a eliminare i giudei!
Mardocheo chiede a Ester di intervenire ricordandole che, se tacerà, “sollievo e liberazione stessi si leveranno per i Giudei da un altro luogo”. Dato che sono in gioco il destino del popolo di Geova e il suo giudizio contro gli amalechiti, Mardocheo ha fiducia che Dio provvederà una via di scampo. (I Samuele 12:22)

(ESTER 4:16)

““Va, aduna tutti i giudei che si trovano a Susa e digiunate a mio favore e non mangiate né bevete per tre giorni, notte e giorno. Anch’io, con le mie giovani, similmente digiunerò e dopo ciò entrerò dal re, il che non è secondo la legge; e nel caso che io debba perire, dovrò perire”.”

*** w06 1/3 p. 10 par. 6 Punti notevoli del libro di Ester ***
4:16. Facendo pieno assegnamento su Geova, Ester affrontò con fede e coraggio una situazione che avrebbe potuto portarla alla morte. È essenziale imparare a fare assegnamento su Geova e non su noi stessi.

*** it-2 p. 684 Purim ***
il digiuno di Ester prima di entrare alla presenza del re per rivolgergli la prima richiesta, cioè che andasse a un banchetto, rivela che anche lei confidava nell’aiuto di Dio. — Est 4:16.

(ESTER 5:1)

“E avvenne il terzo giorno che Ester si vestiva in maniera regale, dopo di che stette nel cortile interno della casa del re, di fronte alla casa del re, mentre il re sedeva sul suo trono reale, nella casa reale, di fronte all’ingresso della casa.”

*** w12 1/1 p. 24 Agì con saggezza, coraggio e altruismo ***
MENTRE si avvicinava lentamente al trono, Ester aveva il cuore in gola. Nella sala del trono del palazzo di Susa si sarà fatto silenzio, un silenzio così profondo che Ester avrà potuto sentire l’eco dei suoi passi leggeri e il fruscio dei suoi abiti regali. Non poteva permettere alla sua mente di vagare di fronte alla grandiosità di quella sala, con le sue eleganti colonne e i magnifici intagli del soffitto di cedro importato dal lontano Libano. Concentrò tutta la sua attenzione sull’uomo seduto sul trono, l’uomo da cui dipendeva la sua vita.
Mentre camminava verso il trono, il re la guardava attentamente, con lo scettro d’oro steso verso di lei. Si trattava di un gesto semplice, ma significava che Ester aveva salva la vita. In quel modo il re la perdonava per la colpa di cui si era appena macchiata, ovvero essersi presentata al suo cospetto senza aver ricevuto alcun invito. Giunta al trono, Ester allungò la mano e toccò riconoscente la punta dello scettro. — Ester 5:1, 2.

*** w11 1/10 p. 18 Si schierò in difesa del popolo di Dio ***
MENTRE si avvicinava alla sala del trono del palazzo di Susa, Ester cercava di non farsi prendere dall’agitazione. Ma non era facile. Tutto nel castello — i colorati bassorilievi di mattoni smaltati raffiguranti tori alati, arcieri e leoni, le colonne scanalate di pietra e le statue imponenti, perfino la sua posizione nei pressi degli innevati monti Zagros, sopra enormi terrazze che si affacciavano sulle acque cristalline del fiume Coaspe — tutto era concepito per ricordare a ogni visitatore l’immenso potere dell’uomo dal quale Ester si stava recando, colui che si definiva “il gran re”. Quell’uomo era anche suo marito.
Già, suo marito. Assuero era ben diverso dal tipo di marito che ogni devota ragazza ebrea si sarebbe aspettata di avere! Non prendeva esempio da uomini come Abraamo, il quale accettò umilmente il consiglio di Dio di ascoltare sua moglie Sara. (Genesi 21:12) Il re sapeva poco o nulla di Geova, il Dio di Ester, e della Sua Legge. Assuero conosceva però la legge persiana, che proibiva proprio quello che Ester stava per fare. Che cosa? La legge stabiliva che chiunque si fosse presentato al cospetto del monarca persiano senza essere stato mandato a chiamare da lui sarebbe stato passibile di morte. Ester non era stata mandata a chiamare, ma si stava comunque recando dal re. Mentre si avvicinava al cortile interno da cui gli sarebbe stata visibile, forse avrà pensato di andare incontro alla morte. — Ester 4:11; 5:1.

*** it-1 p. 873 Ester, Libro di ***
Ester “stette nel cortile interno della casa del re, di fronte alla casa del re, mentre il re sedeva sul suo trono reale, nella casa reale, di fronte all’ingresso della casa. E avvenne che, appena il re vide Ester la regina stare in piedi nel cortile, essa ottenne favore ai suoi occhi”. (Est 5:1, 2) Gli scavi hanno rivelato che i particolari della descrizione sono esatti. Un corridoio portava dalla Casa delle Donne al cortile interno, e dalla parte opposta del cortile rispetto al corridoio c’era la sala del trono del palazzo. Il trono si trovava al centro della parete in fondo, e da quel punto il re poteva guardare oltre il paravento e vedere la regina che aspettava di essere ammessa alla sua presenza.

(ESTER 5:2)

“E avvenne che, appena il re vide Ester la regina stare in piedi nel cortile, essa ottenne favore ai suoi occhi, così che il re stese verso Ester lo scettro d’oro che era nella sua mano. Ester ora si avvicinò e toccò la punta dello scettro.”

*** w12 1/1 p. 24 Agì con saggezza, coraggio e altruismo ***
MENTRE si avvicinava lentamente al trono, Ester aveva il cuore in gola. Nella sala del trono del palazzo di Susa si sarà fatto silenzio, un silenzio così profondo che Ester avrà potuto sentire l’eco dei suoi passi leggeri e il fruscio dei suoi abiti regali. Non poteva permettere alla sua mente di vagare di fronte alla grandiosità di quella sala, con le sue eleganti colonne e i magnifici intagli del soffitto di cedro importato dal lontano Libano. Concentrò tutta la sua attenzione sull’uomo seduto sul trono, l’uomo da cui dipendeva la sua vita.
Mentre camminava verso il trono, il re la guardava attentamente, con lo scettro d’oro steso verso di lei. Si trattava di un gesto semplice, ma significava che Ester aveva salva la vita. In quel modo il re la perdonava per la colpa di cui si era appena macchiata, ovvero essersi presentata al suo cospetto senza aver ricevuto alcun invito. Giunta al trono, Ester allungò la mano e toccò riconoscente la punta dello scettro. — Ester 5:1, 2.

*** it-1 p. 873 Ester, Libro di ***
Ester “stette nel cortile interno della casa del re, di fronte alla casa del re, mentre il re sedeva sul suo trono reale, nella casa reale, di fronte all’ingresso della casa. E avvenne che, appena il re vide Ester la regina stare in piedi nel cortile, essa ottenne favore ai suoi occhi”. (Est 5:1, 2) Gli scavi hanno rivelato che i particolari della descrizione sono esatti. Un corridoio portava dalla Casa delle Donne al cortile interno, e dalla parte opposta del cortile rispetto al corridoio c’era la sala del trono del palazzo. Il trono si trovava al centro della parete in fondo, e da quel punto il re poteva guardare oltre il paravento e vedere la regina che aspettava di essere ammessa alla sua presenza.

(ESTER 5:3)

“Quindi il re le disse: “Che hai, o Ester la regina, e qual è la tua richiesta? Fino alla metà del regno, ti sia pure dato!””

*** w12 1/1 p. 24 Agì con saggezza, coraggio e altruismo ***
Ogni cosa rivelava la ricchezza e il potere immensi del re Assuero. A quanto si sa, gli abiti regali dei monarchi persiani di allora valevano l’equivalente di centinaia di milioni di euro. Eppure Ester lesse un certo calore nell’espressione di suo marito; a modo suo lui l’amava. Così le chiese: “Che hai, o Ester la regina, e qual è la tua richiesta? Fino alla metà del regno, ti sia pure dato!” — Ester 5:3.

(ESTER 5:4)

“A sua volta Ester disse: “Se al re in effetti sembra bene, venga oggi il re con Aman al banchetto che gli ho preparato”.”

*** w12 1/1 pp. 24-25 Agì con saggezza, coraggio e altruismo ***
Scelse con saggezza il “tempo per parlare”
Ester avrebbe dovuto rivelare al re l’intera questione di fronte alla sua corte? Se l’avesse fatto il re sarebbe potuto uscirne umiliato e Aman avrebbe avuto il tempo per mettere in discussione le accuse. Cosa fece quindi Ester? Secoli prima, il saggio re Salomone era stato ispirato a scrivere: “Per ogni cosa c’è un tempo fissato . . . un tempo per tacere e un tempo per parlare”. (Ecclesiaste 3:1, 7) Probabilmente negli anni trascorsi con lei il fedele Mardocheo, suo padre adottivo, aveva avuto modo di insegnarle questo principio. Ester di certo aveva capito l’importanza di scegliere attentamente il “tempo per parlare”.
La regina rispose: “Se al re in effetti sembra bene, venga oggi il re con Aman al banchetto che gli ho preparato”. (Ester 5:4) Il re acconsentì e fece pervenire l’invito ad Aman. Riuscite a cogliere la saggezza delle parole di Ester? Ester evitò di screditare suo marito e creò una circostanza più adatta per metterlo al corrente delle sue preoccupazioni.

(ESTER 5:8)

“Se ho trovato favore agli occhi del re e se al re in effetti sembra bene esaudire la mia richiesta e agire secondo la mia domanda, vengano il re e Aman al mio banchetto che terrò per loro [domani], e domani farò secondo la parola del re”.”

*** w12 1/1 p. 25 Agì con saggezza, coraggio e altruismo ***
Assuero si divertì e chiese nuovamente a Ester quale fosse la sua richiesta. Era giunto il momento di parlare?
Ester pensava di no. Invitò invece il re e Aman a un secondo banchetto che si sarebbe tenuto il giorno seguente. (Ester 5:7, 8) Perché aspettò? Ricordate, tutto il suo popolo era in pericolo di morte a causa del decreto del re. Con una posta in gioco così alta, Ester doveva essere certa che il momento fosse quello giusto. Così aspettò, creando un’altra opportunità per dimostrare a suo marito quanto lo apprezzasse.

*** w86 15/3 pp. 24-25 Liberazione divina dal genocidio ***
5:6-8 — Perché Ester non informò subito il re?
A Ester non era certo venuto meno il coraggio, visto che aveva già rischiato la vita. È probabile, però, che prima volesse ingraziarsi il re. Per questo lo invitò a un secondo banchetto. Si deve tenere conto anche della guida divina, dato che il conseguente intervallo consentì che si verificassero certi avvenimenti.

(ESTER 5:9)

“Di conseguenza Aman uscì quel giorno gioioso e allegro di cuore; ma appena Aman vide Mardocheo alla porta del re e che non si levò e non tremò a causa di lui, Aman fu immediatamente pieno di furore contro Mardocheo.”

*** w12 1/1 p. 25 Agì con saggezza, coraggio e altruismo ***
La pazienza di Ester preparò il terreno per un’importante serie di avvenimenti. Quando lasciò il primo banchetto, Aman era di ottimo umore, “gioioso e allegro di cuore” perché il re e la regina gli avevano concesso quel privilegio. Ma varcando la porta del castello, i suoi occhi si posarono su Mardocheo, quell’ebreo che continuava a rifiutarsi di tributargli speciali onori. Se Mardocheo agiva così non era per mancanza di rispetto, ma a motivo della sua coscienza e della sua relazione con Geova Dio. Comunque, Aman “fu immediatamente pieno di furore”. — Ester 5:9.

(ESTER 5:10)

“Comunque, Aman si padroneggiò ed entrò nella sua casa. Quindi mandò e fece condurre i suoi amici e Zeres sua moglie;”

*** w93 15/8 p. 20 par. 10 La padronanza esista in voi e trabocchi ***
10 Considerate anche l’esempio di un contemporaneo di Mardocheo ed Ester. Un funzionario di nome Aman si adirò perché Mardocheo non si inchinava davanti a lui. In seguito Aman pensò a torto che sarebbe stato favorito. “Aman uscì quel giorno gioioso e allegro di cuore; ma appena Aman vide Mardocheo alla porta del re e che non si levò e non tremò a causa di lui, Aman fu immediatamente pieno di furore contro Mardocheo. Comunque, Aman si padroneggiò ed entrò nella sua casa”. (Ester 5:9, 10) Con la stessa facilità con cui si era rallegrato si adirò alla semplice vista di colui verso il quale nutriva rancore. Quando la Bibbia dice che Aman “si padroneggiò”, pensate che voglia additarlo come esempio di padronanza di sé? Difficilmente. Lì per lì Aman si dominò e non lasciò trasparire i suoi sentimenti, ma non tenne a freno la sua ira e la sua gelosia. Questi sentimenti lo spinsero a tramare un omicidio.

(ESTER 5:14)

“Allora Zeres sua moglie e tutti i suoi amici gli dissero: “Facciano un palo alto cinquanta cubiti. Quindi la mattina di’ al re che vi appendano Mardocheo. Va poi gioioso al banchetto col re”. La cosa sembrò dunque buona davanti ad Aman, e faceva fare il palo.”

*** w12 1/1 p. 26 Agì con saggezza, coraggio e altruismo ***
Quando Aman parlò alla moglie e agli amici dell’affronto subìto, loro lo incitarono a erigere un palo enorme, alto più di 22 metri, e di chiedere poi al re il permesso di appendervi Mardocheo. Ad Aman l’idea piacque, e si mise subito all’opera per tradurla in fatti. — Ester 5:12-14.

(ESTER 6:1)

“Durante quella notte il sonno del re svanì. Perciò disse di portare il libro delle memorie dei fatti dei tempi. Furono dunque lette davanti al re.”

*** w86 15/3 p. 25 Liberazione divina dal genocidio ***
Leggete 6:1–7:10. Assuero soffre di un’insonnia provocatagli senza dubbio da Dio. Pensando di aver magari mancato in qualche modo, si fa leggere il libro delle memorie, forse le cronache reali.

7-13 marzo 2016
Ester 6-10

(ESTER 7:2)

“Il re ora disse a Ester anche il secondo giorno durante il banchetto del vino: “Qual è la tua richiesta, o Ester la regina? Ti sia pure dato. E qual è la tua domanda? Fino alla metà del regno, sia pure fatto!””

*** w12 1/1 p. 26 Agì con saggezza, coraggio e altruismo ***
Ester non osò mettere ulteriormente alla prova la pazienza del re. Durante il secondo banchetto doveva dire tutto. Ma come? Fu il re a offrirgliene l’occasione, chiedendole di nuovo quale fosse la sua richiesta. (Ester 7:2) Per Ester era giunto il “tempo per parlare”.

(ESTER 7:3)

“A ciò Ester la regina rispose e disse: “Se ho trovato favore ai tuoi occhi, o re, e se al re in effetti sembra bene, mi sia data la mia propria anima alla mia richiesta e il mio popolo alla mia domanda.”

*** w12 1/1 pp. 26-27 Agì con saggezza, coraggio e altruismo ***
È probabile che Ester abbia pregato fra sé e sé il suo Dio prima di pronunciare queste parole: “Se ho trovato favore ai tuoi occhi, o re, e se al re in effetti sembra bene, mi sia data la mia propria anima alla mia richiesta e il mio popolo alla mia domanda”. (Ester 7:3) Si noti che per prima cosa Ester assicurò al re che rispettava il suo giudizio su ciò che ‘sembrava bene’. Com’era diversa rispetto a Vasti, la precedente moglie del re, che di proposito l’aveva umiliato! (Ester 1:10-12) Inoltre, Ester non criticò il re per aver commesso la follia di fidarsi di Aman. Anzi, lo pregò di proteggerla da una minaccia che metteva in pericolo la sua stessa vita.

(ESTER 7:4)

“Poiché siamo stati venduti, io e il mio popolo, per essere annientati, uccisi e distrutti. Ora se fossimo stati venduti come semplici schiavi e come semplici serve, avrei dovuto tacere. Ma l’angustia non conviene quando è di danno al re”.”

*** w12 1/1 p. 27 Agì con saggezza, coraggio e altruismo ***
Quella richiesta di certo toccò il re e al tempo stesso lo lasciò sorpreso. Chi mai osava attentare alla vita della regina? Ester continuò dicendo: “Siamo stati venduti, io e il mio popolo, per essere annientati, uccisi e distrutti. Ora se fossimo stati venduti come semplici schiavi e come semplici serve, avrei dovuto tacere. Ma l’angustia non conviene quando è di danno al re”. (Ester 7:4) Ester espose chiaramente il problema, aggiungendo però che non avrebbe parlato se il pericolo fosse stato solo quello della schiavitù. Ma quel genocidio sarebbe costato troppo anche al re stesso. No, non poteva tacere.

*** w06 1/3 p. 11 par. 1 Punti notevoli del libro di Ester ***
7:4: In che senso l’annientamento degli ebrei avrebbe causato “danno al re”? Facendo notare con tatto che gli ebrei potevano essere venduti come schiavi, Ester menzionò il danno che la loro distruzione avrebbe causato al re. I 10.000 pezzi d’argento promessi da Aman avrebbero recato al tesoro del re un profitto di gran lunga inferiore alla ricchezza che si sarebbe potuta produrre se Aman avesse tramato di vendere gli ebrei come schiavi. L’attuazione del complotto avrebbe significato anche la morte della regina.

*** w86 15/3 p. 25 Liberazione divina dal genocidio ***
7:4 — Perché la distruzione dei giudei avrebbe danneggiato il re?
Se Aman avesse progettato di vendere i giudei come schiavi, questo avrebbe probabilmente rappresentato un grosso profitto per Assuero. Ma con la distruzione di un intero popolo sarebbe andata perduta una somma molto più ingente dei diecimila talenti d’argento che Aman aveva promesso di pagare. Se il genocidio progettato fosse riuscito, inoltre, il re avrebbe perduto la sua regina: un danno di natura molto personale!

(ESTER 7:6)

“Quindi Ester disse: “L’uomo, l’avversario e nemico, è questo empio Aman”. In quanto ad Aman, si atterrì a causa del re e della regina.”

*** w12 1/1 p. 27 Agì con saggezza, coraggio e altruismo ***
Immaginate Ester che, puntato il dito, pronuncia le parole: “L’uomo, l’avversario e nemico, è questo empio Aman”. A quell’accusa scese il gelo nella sala del banchetto. Aman fu colto da terrore.

*** w12 1/1 p. 27 Agì con saggezza, coraggio e altruismo ***
Ester 7:5-7

(ESTER 7:7)

“In quanto al re, si levò nel suo furore dal banchetto del vino [per andare] nel giardino del palazzo; e Aman stesso stette in piedi per fare richiesta della sua anima a Ester la regina, poiché vide che il male era stato deciso contro di lui dal re.”

*** w12 1/1 p. 27 Agì con saggezza, coraggio e altruismo ***
Pensate a come la faccia del volubile monarca dovette cambiare colore per la rabbia quando questi si rese conto che il suo fidato consigliere l’aveva raggirato per fargli firmare un ordine che decretava la morte della sua diletta moglie! Il re si precipitò furente in giardino per ricomporsi. — Ester 7:5-7.
Smascherato, quel vile cospiratore di Aman strisciò ai piedi della regina.

(ESTER 7:8)

“E il re stesso tornò dal giardino del palazzo alla casa del banchetto del vino; e Aman si era lasciato cadere sul divano su cui era Ester. Di conseguenza il re disse: “Si deve anche fare violenza alla regina, con me in casa?” La parola stessa uscì dalla bocca del re, e coprirono la faccia di Aman.”

*** w12 1/1 p. 27 Agì con saggezza, coraggio e altruismo ***
Tornato nella stanza, il re vide Aman che si era gettato sul divano di Ester e la implorava; infuriato, lo accusò di aver tentato di stuprare la regina nella sua stessa casa. Quelle parole suonarono come una condanna a morte per Aman, che fu portato via con la faccia coperta.

*** w06 1/3 p. 11 par. 2 Punti notevoli del libro di Ester ***
7:8: Perché i funzionari di corte coprirono la faccia di Aman? Probabilmente in segno di disonore o di imminente condanna. Secondo un’opera di consultazione, “talvolta gli antichi coprivano la testa di quelli che stavano per essere giustiziati”.

*** it-2 p. 1198 Violare, Violentare ***
Quando l’intrigante Aman l’agaghita fu denunciato al cospetto di Assuero re di Persia per la sua macchinazione a danno degli ebrei, e in particolare della regina Ester, il re andò su tutte le furie. Sapendo che non avrebbe potuto aspettarsi alcuna misericordia dal re, Aman disperato si gettò sul divano su cui era sdraiata Ester, per implorarla. Quando il re rientrò nella stanza, vide Aman e gridò: “Si deve anche fare violenza alla regina, con me in casa?” Immediatamente condannò Aman a morte. La sentenza fu eseguita, dopo di che evidentemente Aman venne appeso al palo che egli stesso aveva eretto per Mardocheo, cugino di Ester. (Est 7:1-10) Nel riportare le parole del re (Est 7:8) viene usato il termine ebraico kavàsh, che significa “soggiogare, assoggettare” (Ge 1:28; Ger 34:16), ma può anche voler dire “violentare”.

*** w86 15/3 p. 25 Liberazione divina dal genocidio ***
7:8 — Perché la faccia di Aman fu coperta?
Aman non si coprì la faccia per la vergogna o per rimorso. Furono evidentemente funzionari di corte a coprirgli la faccia, forse a denotare disonore o condanna. Probabilmente questo fu il primo passo compiuto per eseguire la sua condanna a morte.

(ESTER 7:9)

“Arbona, uno dei funzionari di corte davanti al re, ora disse: “Inoltre, c’è il palo che Aman ha fatto per Mardocheo, che aveva proferito il bene riguardo al re, eretto nella casa di Aman, alto cinquanta cubiti”. Allora il re disse: “Appendetevelo”.”

*** it-1 p. 105 Aman ***
Quindi il re ordinò che Aman fosse impiccato al palo alto 22 m che egli stesso aveva preparato per impiccarvi Mardocheo. (Est 7:7-10)

(ESTER 8:1)

“Quel giorno il re Assuero diede a Ester la regina la casa di Aman, colui che aveva mostrato ostilità ai giudei; e Mardocheo stesso venne davanti al re, perché Ester aveva dichiarato ciò che egli era per lei.”

*** it-2 p. 327 Impero medo-persiano, L’ ***
Il re Assuero (evidentemente Serse I), opportunamente informato, firmò un decreto che sventò il complotto organizzato per sterminare gli ebrei. (Est 7:3–8:14)

*** it-2 p. 330 Impero medo-persiano, L’ ***
Mardocheo ed Ester davanti al re Assuero (evidentemente Serse I)

(ESTER 8:3)

“Inoltre, Ester parlò di nuovo davanti al re e cadde ai suoi piedi e pianse e ne implorò il favore perché allontanasse il male di Aman l’agaghita e il suo disegno che aveva tramato contro i giudei.”

*** w12 1/1 p. 29 Agì con saggezza, coraggio e altruismo ***
Ester 8:3

*** w12 1/1 p. 28 Agì con saggezza, coraggio e altruismo ***
La regina poteva dormire sonni tranquilli ora che lei e Mardocheo erano salvi? Solo se fosse stata egoista. Il decreto di Aman che sanciva lo sterminio degli ebrei stava ormai per raggiungere ogni angolo dell’impero. Aman aveva gettato le sorti, o Pur — evidentemente una forma di spiritismo — per individuare il momento giusto in cui sferrare il suo violento attacco. (Ester 9:24-26) Per quanto mancassero ancora alcuni mesi, il giorno stabilito sarebbe giunto molto presto. Si poteva ancora evitare il disastro?
Altruisticamente, Ester rischiò una seconda volta la vita comparendo di nuovo davanti al re senza un invito ufficiale. Questa volta pianse per il suo popolo, supplicando il marito di revocare quel terribile editto.

(ESTER 8:4)

“Quindi il re stese lo scettro d’oro verso Ester, al che Ester si levò e stette davanti al re.”

*** w86 15/3 p. 25 Liberazione divina dal genocidio ***
Leggete 8:1–10:3. Mardocheo diventa primo ministro al posto di Aman. Mettendo di nuovo a repentaglio la propria vita, Ester si avvicina al re senza essere stata invitata e implora che si faccia qualcosa per sventare il piano di Aman.

(ESTER 8:5)

“Essa ora disse: “Se al re in effetti sembra bene, e se ho trovato favore davanti a lui e la cosa è appropriata davanti al re e io sono buona ai suoi occhi, si scriva per revocare i documenti scritti, il disegno di Aman figlio di Ammedata l’agaghita, che egli scrisse per distruggere i giudei che sono in tutti i distretti giurisdizionali del re.”

*** w06 1/3 p. 11 par. 8 Punti notevoli del libro di Ester ***
8:5. Usando tatto Ester non menzionò la responsabilità del re nel decreto emanato per annientare gli ebrei. In modo analogo dobbiamo usare tatto quando diamo testimonianza ad alti funzionari.

*** w86 15/3 p. 25 Liberazione divina dal genocidio ***
Leggete 8:1–10:3. Mardocheo diventa primo ministro al posto di Aman. Mettendo di nuovo a repentaglio la propria vita, Ester si avvicina al re senza essere stata invitata e implora che si faccia qualcosa per sventare il piano di Aman.

(ESTER 8:8)

“E voi stessi, scrivete a favore dei giudei secondo ciò che è bene ai vostri propri occhi in nome del re e sigillate[lo] mediante l’anello con sigillo del re; poiché uno scritto che è scritto in nome del re e sigillato mediante l’anello con sigillo del re non si può revocare”.”

*** it-2 p. 570 Persia, Persiani ***
Anche se la loro storia rivela che i sovrani persiani non furono immuni da doppiezza e intrighi, tuttavia una certa fedeltà di fondo a qualche credo tribale che imponeva di ‘mantenere la parola’ è evidente dalla loro insistenza nel sostenere l’inviolabilità della “legge dei medi e dei persiani”. (Da 6:8, 15; Est 1:19; 8:8) Infatti quando il decreto di Ciro venne ritrovato circa 18 anni dopo la sua emanazione, il re Dario riconobbe la legittimità della posizione degli ebrei circa la ricostruzione del tempio e diede ordini che fosse prestata loro la massima collaborazione. — Esd 6:1-12.

*** w86 15/3 p. 25 Liberazione divina dal genocidio ***
Leggete 8:1–10:3. Mardocheo diventa primo ministro al posto di Aman. Mettendo di nuovo a repentaglio la propria vita, Ester si avvicina al re senza essere stata invitata e implora che si faccia qualcosa per sventare il piano di Aman. Il monarca è d’accordo e concede a Mardocheo di dettare un controdecreto in nome di Assuero. Anche se per consuetudine persiana non è possibile annullare il precedente ordine di sterminio, la nuova legge consente ai giudei di difendersi.

(ESTER 8:9)

“Pertanto i segretari del re furono chiamati in quel tempo nel terzo mese, cioè il mese di sivan, il ventitreesimo [giorno] d’esso; e si scriveva secondo tutto ciò che Mardocheo comandò ai giudei e ai satrapi e ai governatori e ai principi dei distretti giurisdizionali che erano dall’India all’Etiopia, centoventisette distretti giurisdizionali, [a] ciascun distretto giurisdizionale nel suo proprio modo di scrivere e [a] ciascun popolo nella sua propria lingua, e ai giudei nel loro proprio modo di scrivere e nella loro propria lingua.”

*** it-1 p. 635 Cus ***
Il re persiano Cambise II (529-522 a.E.V.) conquistò l’Egitto ai giorni del faraone Psammetico III, aprendo così la via alla dominazione persiana dell’Etiopia; si poté quindi dire che Assuero (Serse I) regnava “dall’India all’Etiopia [Cus]”. (Est 1:1; 8:9) A conferma di ciò, in un’iscrizione Serse afferma: “Questi sono i paesi — oltre alla Persia — sui quali io regno . . . l’India . . . (e) Cus”. — Ancient Near Eastern Texts, cit., p. 316.

(ESTER 8:10)

“E scriveva in nome del re Assuero e sigillava mediante l’anello con sigillo del re e mandava documenti scritti per mano dei corrieri a cavallo, che cavalcavano cavalli di posta impiegati nel servizio reale, figli di cavalle veloci,”

*** g93 8/4 p. 18 Né neve né pioggia né mole di lavoro fermano il servizio postale ***
Le lettere furono mandate “per mezzo di corrieri a cavallo, che montavano destrieri reali. . . . I corrieri che montavano destrieri reali partirono in fretta, incalzati dalla parola del re”, dice la versione della Bibbia di S. Garofalo in Ester 8:10, 14.
Quei fidati corrieri, che cambiavano cavallo nelle stazioni di tappa distanti circa 23 chilometri l’una dall’altra, furono il mezzo preferito per recapitare il controdecreto del re Assuero che avrebbe salvato gli ebrei dal genocidio nel V secolo a.E.V. Di questi messaggeri lo storico Erodoto disse: “Non c’è neve, né pioggia, né caldo, né notte che impediscano loro di compiere con la massima celerità il percorso stabilito”. (Le Storie, VIII, 98, trad. di L. Annibaletto, Milano, 1982) Questo era il normale sistema governativo di comunicazione che permetteva di raggiungere le più remote province dell’impero persiano.

*** it-1 p. 579 Corriere ***
Nell’impero persiano si usavano cavalli veloci e c’erano stazioni di posta per il cambio dei cavalli, dove corrieri e cavalli freschi aspettavano di dare il cambio agli altri per far proseguire i messaggi importanti. (Est 3:13-15; 8:10, 14) Per portare a destinazione i messaggi si correva notte e giorno, con qualunque tempo. Nell’impero romano c’erano stazioni di posta ogni poche miglia, dove 40 cavalli erano sempre a disposizione dei corrieri. I corrieri romani percorrevano anche 160 km al giorno, una distanza notevole per quei tempi. Con questo sistema i comunicati ufficiali potevano raggiungere i confini dell’impero in un periodo di tempo relativamente breve.

*** it-2 p. 571 Persia, Persiani ***
Probabilmente per ovviare allo svantaggio di avere la capitale imperiale quasi in un angolo dell’estesissimo territorio, si adottò un rapido sistema di comunicazioni: un regio servizio postale che impiegava corrieri che cavalcavano cavalli da posta; in tal modo il trono era collegato con tutti i distretti giurisdizionali. (Est 8:10, 14) Le strade regie, una delle quali andava da Susa fino a Sardi in Asia Minore, erano ben tenute.

(ESTER 8:14)

“I corrieri stessi, che cavalcavano cavalli di posta impiegati nel servizio reale, partirono, spronati e spinti ad affrettarsi dalla parola del re; e la legge stessa fu emanata a Susa il castello.”

*** g93 8/4 p. 18 Né neve né pioggia né mole di lavoro fermano il servizio postale ***
Le lettere furono mandate “per mezzo di corrieri a cavallo, che montavano destrieri reali. . . . I corrieri che montavano destrieri reali partirono in fretta, incalzati dalla parola del re”, dice la versione della Bibbia di S. Garofalo in Ester 8:10, 14.
Quei fidati corrieri, che cambiavano cavallo nelle stazioni di tappa distanti circa 23 chilometri l’una dall’altra, furono il mezzo preferito per recapitare il controdecreto del re Assuero che avrebbe salvato gli ebrei dal genocidio nel V secolo a.E.V. Di questi messaggeri lo storico Erodoto disse: “Non c’è neve, né pioggia, né caldo, né notte che impediscano loro di compiere con la massima celerità il percorso stabilito”. (Le Storie, VIII, 98, trad. di L. Annibaletto, Milano, 1982) Questo era il normale sistema governativo di comunicazione che permetteva di raggiungere le più remote province dell’impero persiano.

*** it-1 p. 579 Corriere ***
Nell’impero persiano si usavano cavalli veloci e c’erano stazioni di posta per il cambio dei cavalli, dove corrieri e cavalli freschi aspettavano di dare il cambio agli altri per far proseguire i messaggi importanti. (Est 3:13-15; 8:10, 14) Per portare a destinazione i messaggi si correva notte e giorno, con qualunque tempo. Nell’impero romano c’erano stazioni di posta ogni poche miglia, dove 40 cavalli erano sempre a disposizione dei corrieri. I corrieri romani percorrevano anche 160 km al giorno, una distanza notevole per quei tempi. Con questo sistema i comunicati ufficiali potevano raggiungere i confini dell’impero in un periodo di tempo relativamente breve.

*** it-2 p. 571 Persia, Persiani ***
Probabilmente per ovviare allo svantaggio di avere la capitale imperiale quasi in un angolo dell’estesissimo territorio, si adottò un rapido sistema di comunicazioni: un regio servizio postale che impiegava corrieri che cavalcavano cavalli da posta; in tal modo il trono era collegato con tutti i distretti giurisdizionali. (Est 8:10, 14) Le strade regie, una delle quali andava da Susa fino a Sardi in Asia Minore, erano ben tenute.

(ESTER 8:15)

“In quanto a Mardocheo, uscì d’innanzi al re in veste reale di panno turchino e lino, con una grande corona d’oro, e un manto di tessuto fine, sì, di lana tinta di porpora rossiccia. E la città di Susa stessa strillò e fu gioiosa.”

*** it-2 p. 1120 Tintura ***
La porpora si ricavava da certi murici, come il Murex trunculus e il Murex brandaris. Questi molluschi hanno nel mantello una piccola ghiandola contenente un’unica goccia di liquido. Inizialmente questa sostanza dalla consistenza cremosa è bianco-giallognola, ma una volta esposta all’aria e alla luce assume gradualmente un colore viola scuro o porpora. Questi molluschi si trovano solo lungo le rive del Mediterraneo, e le sfumature di colore della sostanza che se ne ricava variano a seconda del posto. Gli esemplari più grandi venivano aperti uno per uno, e se ne estraeva con cura il prezioso liquido, mentre i più piccoli venivano frantumati in un pestello. Dal momento che la quantità di liquido estratto da ogni mollusco era minima, accumularne una quantità notevole era un procedimento costoso. Perciò questa tintura era preziosa e gli abiti tinti di porpora distinguevano le persone ricche o altolocate. (Est 8:15; Lu 16:19)

(ESTER 8:17)

“E in tutti i diversi distretti giurisdizionali e in tutte le diverse città dove giungevano la parola del re e la sua legge, c’erano allegrezza ed esultanza per i giudei, un banchetto e un buon giorno; e molti [individui] dei popoli del paese si dichiaravano giudei, poiché il terrore dei giudei era caduto su di loro.”

*** w06 1/3 p. 11 par. 3 Punti notevoli del libro di Ester ***
8:17: In che senso “molti individui dei popoli del paese si dichiaravano giudei”? Evidentemente molti persiani divennero proseliti ebrei, pensando che il controdecreto fosse un’indicazione che gli ebrei avevano il favore di Dio. Vale lo stesso principio per quanto riguarda l’adempimento di una profezia che si trova nel libro di Zaccaria e che dice: “Dieci uomini da tutte le lingue delle nazioni afferreranno, sì, realmente afferreranno per il lembo un uomo che è un giudeo, dicendo: ‘Certamente verremo con voi, poiché abbiamo udito che Dio è con voi’”. — Zaccaria 8:23.

*** it-2 p. 672 Proselito ***
Quando all’epoca di Mardocheo i giudei ricevettero il permesso di difendersi, “molti individui dei popoli del paese si dichiaravano giudei”. (Est 8:17) La Settanta (ed. Bagster) dice: “E molti dei Gentili furono circoncisi, e divennero Giudei”.

*** w86 15/3 p. 25 Liberazione divina dal genocidio ***
Fra i giudei ci sono scene di giubilo! Non più vittime indifese, ora hanno a disposizione diversi mesi per organizzare la propria difesa.

*** w86 15/3 p. 25 Liberazione divina dal genocidio ***
8:17 — In che senso alcuni ‘si dichiararono Giudei’?
La Settanta dice che questi persiani “si facevano circoncidere e si rendevano giudei”. Considerando evidentemente il controdecreto come un segno del sostegno che Dio dava ai giudei, molti persiani divennero proseliti giudei. In modo analogo, oggi “una grande folla” di “altre pecore” si è schierata dalla parte dell’unto rimanente. — Rivelazione 7:9; Giovanni 10:16; Zaccaria 8:23.

(ESTER 9:5)

“E i giudei abbattevano tutti i loro nemici con una strage mediante la spada e con una uccisione e distruzione, e facevano a loro piacimento verso quelli che li odiavano.”

*** w12 1/1 p. 29 Agì con saggezza, coraggio e altruismo ***
Geova diede al suo popolo una grande vittoria e senza dubbio si assicurò che i nemici fossero sconfitti completamente così che non potessero più costituire una minaccia. — Ester 9:1-6.

(ESTER 9:10)

“i dieci figli di Aman figlio di Ammedata, colui che mostrava ostilità ai giudei, li uccisero; ma non misero mano alla preda.”

*** w06 1/3 p. 11 par. 4 Punti notevoli del libro di Ester ***
9:10, 15, 16: Perché gli ebrei si astennero dal predare le spoglie, visto che il decreto li autorizzava a farlo? Il loro rifiuto fu una chiara indicazione che volevano solo difendersi, non arricchirsi.

*** w86 15/3 p. 25 Liberazione divina dal genocidio ***
9:10, 15, 16 — Perché i giudei non presero alcun bottino?
Il decreto del re li autorizzava a prendere bottino. Rifiutandosi di farlo, tuttavia, mostravano chiaramente che il loro obiettivo era quello di difendersi e non di arricchirsi.

(ESTER 9:15)

“E i giudei che erano a Susa si congregavano anche il quattordicesimo giorno del mese di adar, e uccidevano a Susa trecento uomini; ma non misero mano alla preda.”

*** w06 1/3 p. 11 par. 4 Punti notevoli del libro di Ester ***
9:10, 15, 16: Perché gli ebrei si astennero dal predare le spoglie, visto che il decreto li autorizzava a farlo? Il loro rifiuto fu una chiara indicazione che volevano solo difendersi, non arricchirsi.

*** w86 15/3 p. 25 Liberazione divina dal genocidio ***
9:10, 15, 16 — Perché i giudei non presero alcun bottino?
Il decreto del re li autorizzava a prendere bottino. Rifiutandosi di farlo, tuttavia, mostravano chiaramente che il loro obiettivo era quello di difendersi e non di arricchirsi.

(ESTER 9:16)

“In quanto al resto dei giudei che erano nei distretti giurisdizionali del re, si congregarono, e stettero in difesa delle loro anime, e si vendicarono sui loro nemici e uccisero fra quelli che li odiavano settantacinquemila; ma non misero mano alla preda,”

*** w06 1/3 p. 11 par. 4 Punti notevoli del libro di Ester ***
9:10, 15, 16: Perché gli ebrei si astennero dal predare le spoglie, visto che il decreto li autorizzava a farlo? Il loro rifiuto fu una chiara indicazione che volevano solo difendersi, non arricchirsi.

*** w86 15/3 p. 25 Liberazione divina dal genocidio ***
Giunge infine il 13 adar (febbraio-marzo). Circa 75.000 persone “che cercavano il loro danno” vengono uccise dai giudei.

*** w86 15/3 p. 25 Liberazione divina dal genocidio ***
9:10, 15, 16 — Perché i giudei non presero alcun bottino?
Il decreto del re li autorizzava a prendere bottino. Rifiutandosi di farlo, tuttavia, mostravano chiaramente che il loro obiettivo era quello di difendersi e non di arricchirsi.

(ESTER 9:21)

“per imporre loro l’obbligo di celebrare regolarmente il quattordicesimo giorno del mese di adar e il quindicesimo giorno d’esso, ogni anno,”

*** it-2 p. 683 Purim ***
PURIM
(Purìm).
Festa celebrata il 14 e il 15 adar, l’ultimo mese dell’anno ebraico, corrispondente alla fine di febbraio e all’inizio di marzo. (Est 9:21) Il nome deriva dall’azione di Aman che tirò a sorte, “gettò il Pur”, per determinare il giorno propizio per mettere in atto il complotto organizzato per sterminare gli ebrei. Essendo un agaghita, forse un amalechita di sangue reale, e adoratore di divinità pagane, Aman ricorse a ciò come a una forma di divinazione. (Est 3:7; vedi DIVINAZIONE; PUR; SORTE). Nel 12° anno del regno di Assuero (Serse I), il 13 nisan, a quanto pare nella primavera del 484 a.E.V., il decreto ufficiale per lo sterminio degli ebrei che Aman aveva indotto il re ad approvare venne trasmesso a tutte le province persiane.

*** it-2 p. 684 Purim ***
Il 13 adar ci fu un grande massacro, non degli ebrei, ma dei loro nemici. Nella capitale, Susa, il massacro continuò anche il 14. Gli ebrei dei distretti giurisdizionali si riposarono il 14 adar, e quelli di Susa il 15, banchettando e rallegrandosi. — Est 8:3–9:19.
Per commemorare questa liberazione Mardocheo impose agli ebrei l’obbligo di celebrare ogni anno il 14 e il 15 adar, ‘banchettando e rallegrandosi, scambiandosi porzioni e facendo doni ai poveri’. (Est 9:20-22)

(ESTER 9:22)

“secondo i giorni nei quali i giudei si erano riposati dai loro nemici e il mese che si era cambiato per loro da mestizia in allegrezza e da cordoglio in un buon giorno, per celebrarli come giorni di banchetto e allegrezza e mandar porzioni gli uni agli altri e doni ai poveri.”

*** w06 1/3 p. 11 par. 9 Punti notevoli del libro di Ester ***
9:22. Non dobbiamo dimenticare i poveri che ci sono fra noi. — Galati 2:10.

(ESTER 9:24)

“Poiché Aman figlio di Ammedata, l’agaghita, colui che mostrava ostilità a tutti i giudei, aveva lui stesso tramato contro i giudei per distruggerli, e aveva fatto gettare il Pur, cioè la Sorte, per turbarli e distruggerli.”

*** it-1 p. 74 Agaghita ***
AGAGHITA
[di Agag].
Termine riferito ad Aman e a suo padre, Ammedata, in Ester 3:1, 10; 8:3, 5; 9:24. A quanto pare indica che erano discendenti di Agag e quindi amalechiti. Gli ebrei per tradizione hanno inteso così questa espressione e ritengono che Agag sia il monarca menzionato in 1 Samuele 15:8-33. Giuseppe Flavio afferma che Aman era “di discendenza amalechita”. (Antichità giudaiche, XI, 209 [vi, 5]) Mardocheo era discendente di Chis della tribù di Beniamino, per cui lui e Aman in un certo senso erano tradizionalmente nemici. — Est 2:5.

(ESTER 9:26)

“Perciò chiamarono questi giorni Purim, dal nome del Pur. Perciò, secondo tutte le parole di questa lettera e ciò che avevano visto in quanto a questo e ciò che era venuto su di loro,”

*** it-2 p. 683 Pur ***
PUR
Termine non ebraico che ricorre in Ester 3:7 e 9:24, 26; significa “sorte” (ebr. gohràl; vedi SORTE). Questa è la forma singolare; il plurale è “Purim”. (Est 9:26, 28-32) “Pur” viene messo in relazione con una parola accadica, puru, che significa “sorte”. Da “Pur” deriva il nome della festa ebraica di Purim. — Vedi PURIM.

*** it-2 p. 683 Purim ***
Commemora la liberazione. La festa commemora la liberazione degli ebrei dall’annientamento tramato da Aman. Perciò il nome di Purim probabilmente venne dato dagli ebrei con ironia. (Est 9:24-26)

*** it-2 p. 1018 Sorte ***
Aman fece gettare “il Pur, cioè la Sorte”, come forma di divinazione per determinare il giorno propizio per lo sterminio degli ebrei in tutto l’impero persiano. (Est 3:7) Dal plurale purìm prende nome la festa di Purim. — Est 9:24-26.

(ESTER 9:31)

“per confermare questi giorni dei Purim ai loro tempi fissati, proprio come Mardocheo il giudeo ed Ester la regina avevano imposto loro, e proprio come avevano imposto alla loro propria anima e alla loro progenie, i fatti dei digiuni e del loro grido di aiuto.”

*** it-1 p. 873 Ester, Libro di ***
Poiché manca qualsiasi diretta menzione di Dio, alcuni negano che il libro abbia carattere religioso. Comunque esso parla di un digiuno e di un “grido di aiuto”, cioè una preghiera, da parte degli ebrei. (Est 4:3, 16; 9:31)

(ESTER 10:1)

“E il re Assuero imponeva lavori forzati al paese e alle isole del mare.”

*** it-1 p. 235 Assuero ***
Poi “il re Assuero imponeva lavori forzati al paese e alle isole del mare”. (Est 10:1) Questo ben corrisponde alle imprese di Serse, che portò a termine molti dei lavori di costruzione iniziati da suo padre Dario a Persepoli.

(ESTER 10:2)

“In quanto a tutta la sua vigorosa opera e alla sua potenza e all’esatta dichiarazione della grandezza di Mardocheo con la quale il re lo magnificò, non sono scritti nel Libro dei fatti dei tempi dei re di Media e di Persia?”

*** w09 15/3 p. 32 Domande dai lettori ***
Non c’è dubbio che alcuni scrittori della Bibbia menzionarono o consultarono documenti o resoconti storici già esistenti ma non ispirati. Ester 10:2 menziona il “Libro dei fatti dei tempi dei re di Media e di Persia”.

*** it-2 p. 242 Medi, Media ***
Un secolo più tardi, nel libro di Ester (Est 1:3, 14, 18, 19), l’ordine è invertito, con una sola eccezione (Est 10:2) nella quale i medi vengono menzionati prima dei persiani, secondo l’ordine storico.

Punti notevoli del libro: Ester

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