Punti notevoli del libro: Esdra | Lettura della Bibbia

Punti notevoli della lettura della Bibbia: Esdra | Testi spiegati e lezioni pratiche

SCHEMA DEL LIBRO DI ESDRA

Storia della ricostruzione del tempio di Gerusalemme e del ripristino della vera adorazione dopo l’esilio
Abbraccia un periodo di circa 70 anni dopo il ritorno degli ebrei dall’esilio in Babilonia
Ciro emana il decreto di liberazione, e un rimanente degli ebrei esiliati torna a Gerusalemme (nel 537 a.E.V.) per riedificarvi il tempio (1:1–3:6)
Ricostruzione del tempio (3:7–6:22)
Le fondamenta vengono gettate nel secondo anno dal ritorno dall’esilio
I nemici ostacolano più volte la ricostruzione del tempio e infine riescono a fermare i lavori, finché i profeti Zaccaria e Aggeo, nel secondo anno di Dario I (520 a.E.V.), incoraggiano il popolo a riprendere la costruzione
Un’indagine ufficiale effettuata negli archivi di stato persiani a Babilonia e a Ecbatana rivela che la ricostruzione del tempio era stata autorizzata da Ciro, per cui Dario I decreta che i lavori continuino senza interruzione: i trasgressori saranno puniti con la morte
Nel sesto anno di Dario I (515 a.E.V.) la costruzione del tempio è completata, dopo di che l’edificio viene inaugurato e si celebra la Pasqua
Esdra va a Gerusalemme (nel 468 a.E.V.) portando doni per il tempio e nomina giudici (7:1–8:36)
Il re persiano Artaserse I Longimano autorizza il viaggio
Esdra e circa 1.500 uomini, oltre a 258 leviti e netinei di Casifia, partono da un punto d’incontro presso il fiume Aava portando con sé oro, argento e utensili per il tempio; arrivano a Gerusalemme oltre tre mesi e mezzo dopo
Purificazione di Israele, incluso il sacerdozio (9:1–10:44)
Informato della contaminazione causata dai matrimoni con donne straniere, Esdra fa pubblica confessione dinanzi a Geova in preghiera
Secania riconosce il peccato e propone di fare un patto per mandare via le mogli straniere e i loro figli
Tutti gli ex esiliati vengono convocati a Gerusalemme; si decide di incaricare i principi perché vaglino progressivamente i singoli casi di contaminazione
I sacerdoti, i leviti e il resto degli uomini agiscono di conseguenza per mandare via le mogli straniere e i figli

18-24 gennaio 2016
Esdra 1-5

(ESDRA 1:1)

“E nel primo anno di Ciro re di Persia, affinché si adempisse la parola di Geova dalla bocca di Geremia, Geova destò lo spirito di Ciro re di Persia, così che egli fece passare un bando per tutto il suo regno, e anche per iscritto, dicendo:”

*** w08 15/12 p. 22 Gli antichi testi cuneiformi e la Bibbia ***
In una famosa iscrizione cuneiforme rinvenuta nel 1879, nota come il Cilindro di Ciro, si legge che dopo aver conquistato Babilonia nel 539 a.E.V. Ciro attuò la politica di restituire i prigionieri ai loro luoghi di origine. Tra coloro che ne beneficiarono ci furono gli ebrei. (Esd. 1:1-4) Molti studiosi del XIX secolo avevano messo in dubbio l’autenticità di questo decreto menzionato nella Bibbia. Tuttavia i documenti cuneiformi risalenti al periodo persiano, incluso il Cilindro di Ciro, forniscono prove convincenti dell’accuratezza del testo biblico.

*** it-1 p. 498 Ciro ***
Il decreto di Ciro per il ritorno dall’esilio. Decretando la fine dell’esilio degli ebrei, Ciro assolse il suo incarico di ‘unto pastore’ di Geova a favore di Israele. (2Cr 36:22, 23; Esd 1:1-4) Il proclama fu emanato “nel primo anno di Ciro re di Persia”, cioè nel suo primo anno di regno sulla conquistata Babilonia. In Daniele 9:1 la Bibbia parla del “primo anno di Dario”, anno che può essere intercorso fra la caduta di Babilonia e il “primo anno di Ciro” su Babilonia. Se così fu, questo significherebbe che secondo lo scrittore l’inizio del primo anno di Ciro era forse da collocarsi verso la fine del 538 a.E.V. Se invece si considera la posizione di Dario simile a quella di un viceré, e il suo regno contemporaneo a quello di Ciro, secondo l’usanza babilonese il primo anno di regno di Ciro andrebbe dal nisan del 538 al nisan del 537 a.E.V.

*** it-1 p. 619 Cronologia ***
Un’altra data che si può considerare fondamentale è quella del 539 a.E.V., che secondo varie fonti storiche fu l’anno della conquista di Babilonia da parte di Ciro il Persiano. (Tra le fonti secolari che fanno riferimento al regno di Ciro ci sono Diodoro Siculo, Sesto Giulio Africano, Eusebio e Tolomeo, oltre alle tavolette babilonesi). Il decreto che liberava gli ebrei dall’esilio fu emanato nel primo anno di Ciro. E, com’è spiegato alla voce CIRO, molto probabilmente il decreto fu emanato nell’inverno del 538 o verso la primavera del 537 a.E.V. Questo avrebbe dato agli ebrei il tempo di fare i preparativi necessari, compiere il viaggio di quattro mesi fino a Gerusalemme e arrivare lì verso il settimo mese (tishri, cioè verso il 1° ottobre) del 537 a.E.V. — Esd 1:1-11; 2:64-70; 3:1.

*** it-1 p. 850 Esdra, Libro di ***
Quasi tutti gli esegeti sono d’accordo che il libro di Esdra prosegue la narrazione storica dal punto in cui termina quello di Cronache, come risulta confrontando 2 Cronache 36:22, 23 con Esdra 1:1-3. Questa è un’ulteriore indicazione che lo scrittore fu Esdra, come conferma anche la tradizione ebraica.

*** it-1 p. 851 Esdra, Libro di ***
Epoca e ambiente. Il libro di Esdra fu scritto verso il 460 a.E.V., insieme ai libri di Cronache. Esdra inizia riportando il decreto di Ciro sul ritorno degli ebrei da Babilonia. Ciro re di Persia emanò questo proclama nel suo primo anno. (Esd 1:1) Giuda e Gerusalemme erano rimaste disabitate dall’autunno del 607 a.E.V., quando quelli che Nabucodonosor vi aveva lasciato erano fuggiti in Egitto. Il 70° anno della desolazione di Gerusalemme, l’ultimo sabato che il paese dovette scontare, sarebbe terminato nell’autunno del 537 a.E.V. Il decreto di Ciro dovette essere emanato verso la fine del 538 a.E.V., o agli inizi del 537, per due ragioni. La desolazione doveva durare sino allo scadere del 70° anno, e non ci si poteva aspettare che gli israeliti liberati compissero il viaggio nella piovosa stagione invernale, cosa che invece avrebbero dovuto fare se il decreto fosse stato emanato pochi mesi prima. Probabilmente fu emanato all’inizio della primavera del 537 a.E.V. in modo da dare agli ebrei la possibilità di viaggiare durante la stagione asciutta, arrivare a Gerusalemme ed erigervi l’altare il primo giorno del settimo mese (tishri) del 537 a.E.V., 29 settembre secondo il calendario gregoriano. — Esd 3:2-6.

*** w87 1/9 p. 27 parr. 13-14 Confidiamo in Geova, non in una “cospirazione!” ***
13 Quando Ciro ascese al trono della Media-Persia nel 537 a.E.V., il profeta Daniele gli avrà senz’altro mostrato la profezia di Geova che parlava di lui in Isaia 45. Il libro di Esdra, posteriore all’esilio, inizia con queste parole:
14 “E nel primo anno di Ciro re di Persia, affinché si adempisse la parola di Geova dalla bocca di Geremia [cioè che l’esilio sarebbe durato settant’anni (Geremia 25:12; 29:10, 14)], Geova destò lo spirito di Ciro re di Persia, così che egli fece passare un bando per tutto il suo regno, e anche per iscritto, dicendo:

*** w87 1/9 p. 27 par. 14 Confidiamo in Geova, non in una “cospirazione!” ***
Esdra 1:1

*** w86 15/1 p. 7 “Punti notevoli della Bibbia” per fare acquistare più perspicacia ***
ca. 550-529 Ciro il Grande Ciro Esdra 1:1; 4:5

(ESDRA 1:2)

““Ciro re di Persia ha detto questo: ‘Geova l’Iddio dei cieli mi ha dato tutti i regni della terra, ed egli stesso mi ha incaricato di edificargli una casa a Gerusalemme, che è in Giuda.”

*** it-1 p. 498 Ciro ***
Nonostante questa interpretazione pagana degli avvenimenti, la Bibbia spiega che, nell’emanare il proclama che autorizzava gli ebrei esiliati a tornare a Gerusalemme per ricostruirvi il tempio, Ciro riconobbe: “Geova l’Iddio dei cieli mi ha dato tutti i regni della terra, ed egli stesso mi ha incaricato di edificargli una casa a Gerusalemme, che è in Giuda”. (Esd 1:1, 2) Ciò naturalmente non significa che Ciro si fosse convertito all’ebraismo, ma semplicemente che conosceva i fatti biblici relativi alla sua vittoria. Visto che Daniele ricopriva un’alta carica amministrativa, sia prima che dopo la caduta di Babilonia (Da 5:29; 6:1-3, 28), sarebbe stato molto strano che Ciro non fosse informato delle profezie che i profeti di Geova avevano pronunciato e scritto, inclusa la profezia di Isaia che conteneva il suo stesso nome.

*** it-2 p. 723 Regno ***
“Regno” può riferirsi in senso generale a uno qualsiasi o a tutti i governi umani, retti da un re o no. — Esd 1:2; Mt 4:8.

*** w87 1/9 p. 27 par. 14 Confidiamo in Geova, non in una “cospirazione!” ***
— Esdra 1:1-3.

*** w87 1/9 p. 27 parr. 13-14 Confidiamo in Geova, non in una “cospirazione!” ***
13 Quando Ciro ascese al trono della Media-Persia nel 537 a.E.V., il profeta Daniele gli avrà senz’altro mostrato la profezia di Geova che parlava di lui in Isaia 45. Il libro di Esdra, posteriore all’esilio, inizia con queste parole:
14 “E nel primo anno di Ciro re di Persia, affinché si adempisse la parola di Geova dalla bocca di Geremia [cioè che l’esilio sarebbe durato settant’anni (Geremia 25:12; 29:10, 14)], Geova destò lo spirito di Ciro re di Persia, così che egli fece passare un bando per tutto il suo regno, e anche per iscritto, dicendo: ‘Ciro re di Persia ha detto questo: “Geova l’Iddio dei cieli mi ha dato tutti i regni della terra, ed egli stesso mi ha incaricato di edificargli una casa a Gerusalemme, che è in Giuda.

(ESDRA 1:3)

“Chiunque fra voi è di tutto il suo popolo, il suo Dio sia con lui. Salga dunque a Gerusalemme, che è in Giuda, e riedifichi la casa di Geova l’Iddio d’Israele — egli è il [vero] Dio — la quale era a Gerusalemme.”

*** w88 15/3 p. 27 Media-Persia: la quarta grande potenza mondiale della storia biblica ***
Esdra, sacerdote, studioso e scriba, riferisce che Ciro decretò: gli adoratori di Geova ‘salgano a Gerusalemme, che è in Giuda, e riedifichino la casa di Geova l’Iddio d’Israele — egli è il vero Dio — la quale era a Gerusalemme’. (Esdra 1:3) Circa 50.000 persone, con un viaggio di quattro mesi, tornarono a Gerusalemme portando con sé i tesori del tempio. Nel 537 a.E.V. il paese cominciò di nuovo a essere abitato: esattamente 70 anni dopo che Gerusalemme era caduta. — Geremia 25:11, 12; 29:10.
L’archeologia ha confermato che un decreto del genere era consono alla politica di Ciro. Secondo un cilindro d’argilla rinvenuto fra le rovine di Babilonia, Ciro dice: “Ho restituito a (queste) città sacre . . . i cui santuari erano in rovina da molto tempo, le immagini che (solevano) dimorarvi e ho stabilito per quelle santuari permanenti. Ho (inoltre) radunato tutti (i precedenti) abitanti e (a quelli) ho restituito le loro abitazioni”.

*** w86 15/1 p. 8 Geova mantiene le promesse! ***
1:3-6 — Gli israeliti rimasti a Babilonia erano infedeli?
Non necessariamente, anche se in alcuni casi il materialismo e la mancanza di apprezzamento possono aver avuto il loro peso. Il decreto di Ciro non obbligava tutti a fare ritorno, ma lasciava che ciascuno decidesse volontariamente. Circostanze come età avanzata, infermità o obblighi familiari, possono aver impedito ad alcuni di compiere il viaggio. Dovevano comunque sostenere quelli che potevano tornare.

(ESDRA 1:5)

“Quindi i capi dei padri di Giuda e di Beniamino e i sacerdoti e i leviti si levarono, pure ognuno di cui il [vero] Dio aveva destato lo spirito, per salire a riedificare la casa di Geova, che era a Gerusalemme.”

*** w06 15/1 p. 17 par. 5 Punti notevoli del libro di Esdra ***
1:3-6: Gli israeliti che non si offrirono volontari per ritornare in patria avevano una fede debole? Forse alcuni non tornarono a Gerusalemme perché erano materialisti e non avevano apprezzamento per la pura adorazione, ma non per tutti era così. Innanzi tutto ci sarebbero voluti quattro o cinque mesi per andare a Gerusalemme, distante 1.600 chilometri. In secondo luogo, stabilirsi in un paese rimasto abbandonato per 70 anni e occuparsi della ricostruzione erano cose che richiedevano molta forza fisica. Senza dubbio, quindi, per alcuni non fu possibile ritornare a causa di circostanze sfavorevoli, come problemi fisici, età avanzata o responsabilità familiari.

*** w92 15/4 p. 13 par. 9 Geova provvede uomini che sono “dati” ***
9 Esdra 1:5 parla di “ognuno di cui il vero Dio aveva destato lo spirito, per salire a riedificare la casa di Geova”. Pertanto fu Geova a spingere tutti quelli che tornarono. Egli stimolò il loro spirito, cioè la loro impellente inclinazione mentale. Dio poté farlo anche dai cieli servendosi dello spirito santo, la sua forza attiva. Perciò tutti quelli che si levarono “per salire a riedificare la casa di Geova” furono aiutati ‘mediante lo spirito di Dio’. — Zaccaria 4:1, 6; Aggeo 1:14.

*** it-2 p. 332 Ritorno degli esuli da Babilonia, Il ***
Un rimanente, forse 200.000 fra uomini, donne e bambini, si mise in viaggio e giunse in Giuda nel 537 a.E.V. (Esd 1:5–3:1; 4:1)

(ESDRA 1:6)

“In quanto a tutti quelli intorno a loro, rafforzarono le loro mani con utensili d’argento, con oro, con beni e con animali domestici e con cose scelte, oltre a tutto ciò che fu offerto volontariamente.”

*** it-2 p. 198 Mano ***
‘rafforzare le mani’ significa autorizzare o equipaggiare e provvedere (Esd 1:6);

(ESDRA 1:7)

“Inoltre, il re Ciro stesso trasse fuori gli utensili della casa di Geova, che Nabucodonosor aveva asportato da Gerusalemme e aveva quindi messo nella casa del suo dio.”

*** it-1 p. 499 Ciro ***
La cooperazione di Ciro con gli ebrei era in netto contrasto col trattamento riservato loro da precedenti sovrani pagani. Egli restituì i preziosi utensili del tempio che Nabucodonosor II aveva portato a Babilonia, permise agli ebrei di importare legname di cedro dal Libano, e autorizzò lo stanziamento di fondi dalla casa del re per coprire le spese di costruzione. (Esd 1:7-11; 3:7; 6:3-5) Secondo il Cilindro di Ciro (ILLUSTRAZIONE, vol. 2, p. 332), il sovrano persiano seguì una politica generalmente umanitaria e tollerante verso i popoli vinti del suo reame. L’iscrizione riporta le sue parole: “Ho restituito a [certe già menzionate] città sacre sull’altra riva del Tigri, i cui santuari erano in rovina da molto tempo, le immagini che (solevano) dimorarvi e stabilii per quelle santuari permanenti. Ho (inoltre) radunato tutti (i precedenti) abitanti e (a quelli) ho restituito le loro abitazioni”. — Ancient Near Eastern Texts, cit., p. 316.

*** it-2 p. 359 Nabucodonosor ***
Molto religioso. Sembra che Nabucodonosor fosse estremamente religioso. Infatti eresse o abbellì i templi di numerose divinità babilonesi. Era particolarmente devoto a Marduk, il principale dio di Babilonia. A lui Nabucodonosor attribuiva il merito delle sue vittorie militari. Trofei di guerra, fra cui i sacri vasi del tempio di Geova, sembra venissero deposti nel tempio di Marduk (Merodac). (Esd 1:7; 5:14) In un’iscrizione di Nabucodonosor si legge: “A tua gloria, o eccelso MERODAC, ho eretto una casa. . . . Possa accogliere al suo interno l’abbondante tributo dei re di nazioni e di tutti i popoli!” — Records of the Past: Assyrian and Egyptian Monuments, Londra, 1875, vol. V, p. 135.

(ESDRA 1:8)

“E Ciro re di Persia li traeva fuori sotto il controllo di Mitredat il tesoriere e li contava a Sesbazzar capo principale di Giuda.”

*** it-1 p. 499 Ciro ***
La cooperazione di Ciro con gli ebrei era in netto contrasto col trattamento riservato loro da precedenti sovrani pagani. Egli restituì i preziosi utensili del tempio che Nabucodonosor II aveva portato a Babilonia, permise agli ebrei di importare legname di cedro dal Libano, e autorizzò lo stanziamento di fondi dalla casa del re per coprire le spese di costruzione. (Esd 1:7-11; 3:7; 6:3-5) Secondo il Cilindro di Ciro (ILLUSTRAZIONE, vol. 2, p. 332), il sovrano persiano seguì una politica generalmente umanitaria e tollerante verso i popoli vinti del suo reame. L’iscrizione riporta le sue parole: “Ho restituito a [certe già menzionate] città sacre sull’altra riva del Tigri, i cui santuari erano in rovina da molto tempo, le immagini che (solevano) dimorarvi e stabilii per quelle santuari permanenti. Ho (inoltre) radunato tutti (i precedenti) abitanti e (a quelli) ho restituito le loro abitazioni”. — Ancient Near Eastern Texts, cit., p. 316.

*** w86 15/1 p. 8 Geova mantiene le promesse! ***
1:8 — Chi era Sesbazzar?
Con tutta probabilità era il nome ufficiale di Zorobabele presso la corte caldea. (Confronta Daniele 1:7). Ciò che è detto di Sesbazzar altrove viene riferito a Zorobabele. (Esdra 5:16; Zaccaria 4:9) A entrambi viene attribuito il titolo di “governatore”. (Esdra 5:14; Aggeo 2:21) E in Esdra 2:2 e 3:1, 2 si dice che fu Zorobabele a guidare gli esiliati che tornavano e, opportunamente quindi, non si menziona il nome Sesbazzar.

(ESDRA 2:1)

“E questi furono i figli del distretto giurisdizionale che salirono dalla cattività del popolo esiliato che Nabucodonosor re di Babilonia aveva portato in esilio a Babilonia e che in seguito tornarono a Gerusalemme e in Giuda, ciascuno alla sua propria città;”

*** si p. 86 par. 8 Libro biblico numero 15: Esdra ***
Un rimanente, composto di forse 200.000 fedeli servitori di Geova, fra uomini, donne e bambini, affronta il lungo viaggio. Per il settimo mese, secondo il calendario ebraico, sono stabiliti nelle loro città, e si radunano quindi a Gerusalemme per offrire sacrifici nel luogo in cui si trovava l’altare del tempio e per celebrare la festa delle capanne nell’autunno del 537 a.E.V. Così i 70 anni di desolazione terminano esattamente nel tempo stabilito!

*** si p. 137 par. 29 Libro biblico numero 26: Ezechiele ***
Anche se molti schernirono e derisero il profeta, alcuni credettero. Questi ne trassero grande beneficio. Furono rafforzati dalle promesse di restaurazione. A differenza di altre nazioni portate in cattività, conservarono la loro identità nazionale, e, nel 537 a.E.V., Geova ristabilì un rimanente, come aveva predetto. (Ezec. 28:25, 26; 39:21-28; Esd. 2:1; 3:1)

*** it-1 p. 705 Distretto giurisdizionale ***
Forse perché avevano vissuto nel distretto giurisdizionale di Babilonia, gli esuli ebrei rimpatriati sono chiamati “figli del distretto giurisdizionale”. (Esd 2:1; Ne 7:6) Oppure questa designazione può alludere al fatto che erano abitanti del distretto giurisdizionale medo-persiano di Giuda. — Ne 1:3.

(ESDRA 2:2)

“quelli che vennero con Zorobabele, Iesua, Neemia, Seraia, Reelaia, Mardocheo, Bilsan, Mispar, Bigvai, Reum, Baana. Il numero degli uomini del popolo d’Israele:”

*** it-1 p. 260 Azaria ***
22. Uno di coloro che nel 537 a.E.V. tornarono a Gerusalemme con Zorobabele dopo l’esilio in Babilonia. (Ne 7:6, 7) Chiamato Seraia in Esdra 2:2.

(ESDRA 2:13)

“i figli di Adonicam, seicentosessantasei;”

*** it-1 p. 65 Adonia ***
3. Uno dei “capi del popolo” il cui discendente, se non lui stesso, si unì a certi principi e leviti nell’autenticare mediante sigillo la confessione solenne fatta dagli israeliti ai giorni di Neemia ed Esdra. (Ne 9:38; 10:1, 14, 16) Secondo alcuni sarebbe l’Adonicam di Esdra 2:13, i cui discendenti, 666 di numero, nel 537 a.E.V. tornarono da Babilonia sotto Zorobabele. Questa ipotesi sembra confermata dal confronto fra i nomi di coloro che, quali rappresentanti del popolo, suggellarono la risoluzione, riportati in Neemia 10 e l’elenco dei capi di coloro che tornarono dall’esilio contenuto in Esdra 2.

(ESDRA 2:16)

“i figli di Ater, di Ezechia, novantotto;”

*** it-1 p. 242 Ater ***
ATER
(Àter) [chiuso; impedito].
1. Israelita, 98 figli o discendenti del quale tornarono dall’esilio in Babilonia con Zorobabele nel 537 a.E.V. (Esd 2:1, 2, 16; Ne 7:21) Questi sono così elencati: “I figli di Ater, di Ezechia, novantotto”, forse a indicare che erano progenie di Ater, discendente di un certo Ezechia (ma probabilmente non l’omonimo re di Giuda), oppure che erano discendenti di Ater tramite un certo Ezechia. Può darsi che un discendente di questo Ater fosse uno dei capi del popolo che autenticarono mediante sigillo la “disposizione degna di fede” dei giorni di Neemia. — Ne 9:38; 10:1, 17.

(ESDRA 2:20)

“i figli di Ghibbar, novantacinque;”

*** it-1 p. 1088 Ghibbar ***
GHIBBAR
(Ghìbbar) [superiore; potente; irresistibile].
Nome forse di un capofamiglia, 95 “figli” (discendenti) del quale nel 537 a.E.V. tornarono dall’esilio in Babilonia con Zorobabele. (Esd 2:1, 2, 20) Tuttavia nel brano parallelo di Neemia 7:25 al posto di Ghibbar è elencato Gabaon. Quindi “i figli di Ghibbar [Gabaon], novantacinque”, potrebbero essere i discendenti degli ex abitanti di Gabaon. Infatti in Esdra 2:21-34 compaiono altri nomi propri di luogo, per esempio, “i figli di Betleem”.

(ESDRA 2:43)

“I netinei: I figli di Ziha, i figli di Asufa, i figli di Tabbaot,”

*** w06 15/1 p. 18 par. 1 Punti notevoli del libro di Esdra ***
2:43: Chi erano i netinei? Erano persone di origine non israelita che servivano nel tempio in qualità di schiavi o ministri. Tra loro c’erano i discendenti dei gabaoniti del tempo di Giosuè e altri “che Davide e i principi diedero al servizio dei leviti”. — Esdra 8:20.

*** w92 15/4 pp. 13-17 Geova provvede uomini che sono “dati” ***
Ritornano anche non israeliti
8 Quando coloro che amavano Geova in Babilonia furono invitati a tornare nella Terra Promessa, migliaia di non israeliti risposero all’invito. Negli elenchi compilati da Esdra e Neemia leggiamo dei “netinei” (che significa “dati”) e dei “figli dei servitori di Salomone”, che insieme assommavano a 392 unità. Vi si menzionano anche più di 7.500 altri: ‘schiavi e schiave’, oltre a “cantori e cantatrici” non leviti. (Esdra 2:43-58, 65; Neemia 7:46-60, 67) Cosa spinse così tanti non israeliti a fare ritorno?
9 Esdra 1:5 parla di “ognuno di cui il vero Dio aveva destato lo spirito, per salire a riedificare la casa di Geova”. Pertanto fu Geova a spingere tutti quelli che tornarono. Egli stimolò il loro spirito, cioè la loro impellente inclinazione mentale. Dio poté farlo anche dai cieli servendosi dello spirito santo, la sua forza attiva. Perciò tutti quelli che si levarono “per salire a riedificare la casa di Geova” furono aiutati ‘mediante lo spirito di Dio’. — Zaccaria 4:1, 6; Aggeo 1:14.
Un parallelo odierno
10 Chi prefigurarono quei reduci non israeliti? Molti cristiani potrebbero rispondere: ‘I netinei corrispondono alle odierne “altre pecore”’. È vero, ma non solo i netinei: infatti tutti i non israeliti che tornarono rappresentano i cristiani che oggi non fanno parte dell’Israele spirituale.
11 Il libro (inglese) Potete sopravvivere ad Armaghedon per entrare nel nuovo mondo di Dio osservava: “Il rimanente composto di 42.360 israeliti non fu il solo a lasciare Babilonia insieme al governatore Zorobabele . . . C’erano migliaia di non israeliti . . . Oltre ai netinei c’erano altri non israeliti, gli schiavi, i cantori e le cantatrici di professione e i discendenti dei servitori del re Salomone”. Il libro spiegava: “I netinei, gli schiavi, i cantori e i figli dei servitori di Salomone, nessuno dei quali era israelita, lasciarono il paese dell’esilio e tornarono insieme al rimanente israelita . . . Quindi, ci sono motivi per ritenere che oggi persone di varie nazionalità che non sono israeliti spirituali si sarebbero unite al rimanente dell’Israele spirituale per promuovere insieme ad esso l’adorazione di Geova Dio? Sì”. Esse ‘sono diventate moderni o antitipici netinei, cantori e figli dei servitori di Salomone’.
12 Come nel modello antico, Dio dà il suo spirito anche a questi che sperano di vivere per sempre sulla terra. È vero che non sono nati di nuovo. Ognuno dei 144.000 ha l’esperienza — unica — di nascere di nuovo come figlio spirituale di Dio e di essere unto con lo spirito santo. (Giovanni 3:3, 5; Romani 8:16; Efesini 1:13, 14) Ovviamente questa unzione è una speciale manifestazione dello spirito di Dio riservata al piccolo gregge. Ma lo spirito di Dio è necessario anche per compiere la Sua volontà. Per questo Gesù disse: ‘Il Padre che è in cielo dà spirito santo a quelli che glielo chiedono’. (Luca 11:13) Sia che il richiedente nutra la speranza celeste o che appartenga alle altre pecore, lo spirito di Geova è disponibile in abbondanza perché si compia la Sua volontà.
13 Lo spirito di Dio spinse sia israeliti che non israeliti a tornare a Gerusalemme, e oggi rafforza e aiuta tutti i suoi leali servitori. Sia che un cristiano nutra la speranza data da Dio di vivere in cielo o di vivere sulla terra, deve predicare la buona notizia, e lo spirito santo gli consente di farlo fedelmente. Ciascuno di noi, a prescindere dalla nostra speranza, dovrebbe coltivare i frutti dello spirito, di cui tutti abbiamo bisogno in piena misura. — Galati 5:22-26.
“Dati” per un servizio speciale
14 Fra le migliaia di non israeliti che lo spirito spinse a tornare c’erano due piccoli gruppi di cui la Parola di Dio fa speciale menzione: i netinei e i figli dei servitori di Salomone. Chi erano? Cosa facevano? E che significato potrebbe avere questo oggi?
15 I netinei erano un gruppo di origine non israelita che aveva il privilegio di servire insieme ai leviti. Ricordate i cananei di Gabaon che divennero “raccoglitori di legna e attingitori d’acqua per l’assemblea e per l’altare di Geova”? (Giosuè 9:27) Probabilmente fra i netinei che tornarono da Babilonia c’erano alcuni loro discendenti, come pure altri che si erano aggiunti in qualità di netinei durante il regno di Davide e in altri periodi. (Esdra 8:20) Cosa facevano i netinei? I leviti erano stati dati per aiutare i sacerdoti, e i netinei furono successivamente dati per aiutare i leviti. Anche per degli stranieri circoncisi, questo era un privilegio.
16 Quando il gruppo tornò da Babilonia, comprendeva pochi leviti, in paragone con i sacerdoti o con i netinei e i “figli dei servitori di Salomone”. (Esdra 8:15-20) Un dizionario biblico (Dictionary of the Bible, a cura di James Hastings) osserva: “Dopo qualche tempo troviamo [i netinei] così ben affermati come classe sacra ufficiale che vengono accordati loro dei privilegi”. L’autorevole periodico Vetus Testamentum osserva: “Si verificò un cambiamento. Dopo il Ritorno dall’Esilio, questi [stranieri] non furono più considerati schiavi del Tempio, ma officianti in esso, con uno status simile a quelli di altri gruppi che officiavano nel Tempio”. — Vedi il riquadro “Un cambiamento di condizione”.
17 Ovviamente i netinei non divennero uguali ai sacerdoti e ai leviti. Questi due ultimi gruppi erano israeliti, scelti da Geova stesso, e non potevano essere sostituiti da non israeliti. Eppure nella Bibbia ci sono indicazioni che, a motivo del ridotto numero dei leviti, ai netinei fu affidato più lavoro da compiere nel servizio di Dio. Furono concessi loro degli alloggi in prossimità del tempio. Ai giorni di Neemia lavorarono insieme ai sacerdoti alla riparazione delle mura vicino al tempio. (Neemia 3:22-26) E il re di Persia decretò che i netinei fossero esentati dalle tasse, proprio come ne erano esenti i leviti a motivo del servizio che compivano nel tempio. (Esdra 7:24) Ciò indica quanto questi uomini che erano stati “dati” (leviti e netinei) fossero allora intimamente uniti nelle attività spirituali e come ai netinei venissero affidati maggiori incarichi man mano che la necessità aumentava, quantunque non fossero mai annoverati fra i leviti. Quando in seguito Esdra radunò gli esiliati per il ritorno, inizialmente fra loro non c’era nessun levita. Perciò egli intensificò gli sforzi per trovarne alcuni. Fu così che 38 leviti e 220 netinei tornarono per servire come “ministri per la casa del nostro Dio”. — Esdra 8:15-20.
18 Un secondo gruppo di non israeliti che viene messo in evidenza erano i figli dei servitori di Salomone. La Bibbia fornisce poche informazioni su di loro. Alcuni erano “i figli di Soferet”. Esdra aggiunge a questo nome l’articolo determinativo, e così esso diventa hassofèreth, che forse significa “lo scriba”. (Esdra 2:55; Neemia 7:57) Poteva quindi trattarsi di un corpo di scribi o copisti, forse scribi del tempio o con funzioni amministrative. Pur essendo di origine straniera, i figli dei servitori di Salomone dimostrarono la loro devozione a Geova lasciando Babilonia e tornando per partecipare al ripristino della Sua adorazione.
Diamo noi stessi oggi
19 Nel nostro tempo Dio ha impiegato in maniera grandiosa l’unto rimanente per promuovere la pura adorazione e dichiarare la buona notizia. (Marco 13:10) Come si sono rallegrati i suoi componenti nel vedere prima decine di migliaia, poi centinaia di migliaia e infine milioni di altre pecore unirsi a loro nell’adorazione! E che splendida cooperazione esiste fra il rimanente e le altre pecore! — Giovanni 10:16.
20 Tutti i non israeliti che tornarono dall’esilio nell’antica Babilonia trovano riscontro nelle altre pecore che ora prestano servizio con il rimanente dell’Israele spirituale. Ma perché, fra tutti, la Bibbia dà risalto ai netinei e ai figli dei servitori di Salomone? Nel modello antico, ai netinei e ai figli dei servitori di Salomone furono affidati privilegi in più rispetto agli altri reduci non israeliti. Questo potrebbe ben prefigurare il fatto che oggi Dio ha affidato certi privilegi e maggiori responsabilità ad alcuni componenti maturi e volenterosi delle altre pecore.
21 Gli accresciuti privilegi dei netinei avevano direttamente a che fare con le attività spirituali. I figli dei servitori di Salomone ricevettero a quanto pare responsabilità di carattere amministrativo. Similmente oggi, Geova ha benedetto i suoi servitori con “doni negli uomini” che hanno cura dei loro bisogni. (Efesini 4:8, 11, 12) In questo provvedimento sono incluse molte centinaia di fratelli maturi ed esperti che contribuiscono a ‘pascere i greggi’, prestando servizio come sorveglianti di circoscrizione e di distretto e come membri dei Comitati di Filiale nelle 98 filiali della Società (Watch Tower). (Isaia 61:5, Ge) Alla sede mondiale della Società, sotto la guida dell’“economo fedele” e del suo Corpo Direttivo, uomini capaci vengono addestrati per aiutare a preparare porzioni di cibo spirituale. (Luca 12:42) Altri volontari dedicati da molto tempo sono stati addestrati per mandare avanti le case Betel e i relativi stabilimenti e per soprintendere in tutto il mondo a programmi di costruzione di nuovi edifici delle filiali e di sale da adibire all’adorazione cristiana. Essi si sono distinti per il loro servizio in qualità di stretti collaboratori dell’unto rimanente, che appartiene al regal sacerdozio. — Confronta 1 Corinti 4:17; 14:40; 1 Pietro 2:9.
22 Nell’antichità sacerdoti e leviti continuarono a prestare servizio fra i giudei. (Giovanni 1:19) Oggi, invece, il rimanente dell’Israele spirituale sulla terra deve continuare a diminuire. (Nota il contrasto in Giovanni 3:30). Infine, dopo la distruzione di Babilonia la Grande, tutti i 144.000 ‘suggellati’ saranno in cielo per il matrimonio dell’Agnello. (Rivelazione 7:1-3; 19:1-8) Ma ora le altre pecore devono continuare ad aumentare. Il fatto che ad alcuni di loro, come nel caso dei netinei e dei figli dei servitori di Salomone, vengano ora affidate onerose responsabilità sotto la sorveglianza dell’unto rimanente non li rende presuntuosi né li fa sentire importanti. (Romani 12:3) Questo ci fa avere fiducia che, quando il popolo di Dio avrà superato la “grande tribolazione”, ci saranno uomini esperti — “principi” — pronti a prendere la direttiva fra le altre pecore. — Rivelazione 7:14; Isaia 32:1; confronta Atti 6:2-7.
23 Tutti quelli che tornarono da Babilonia erano disposti a lavorare strenuamente e a dimostrare che l’adorazione di Geova era al primo posto nella loro mente e nel loro cuore. Lo stesso può dirsi oggi. Insieme all’unto rimanente ci sono ‘stranieri che pascono i greggi’. (Isaia 61:5, Ge) Perciò, indipendentemente dalla speranza che Dio ci ha dato e dai privilegi che prima del giorno della rivendicazione di Geova ad Armaghedon possono essere offerti ad anziani costituiti dallo spirito, ci sia concesso di coltivare tutti un sano e altruistico spirito di abnegazione. Anche se non potremo mai ripagare Geova per tutti i benefìci di cui ci colma, possa ognuno di noi rendere servizio con tutta l’anima, qualunque cosa facciamo in seno alla sua organizzazione. (Salmo 116:12-14; Colossesi 3:23) In questo modo, mentre le altre pecore prestano servizio a stretto contatto con gli unti, destinati a ‘regnare sulla terra’, noi tutti potremo dare noi stessi spendendoci per la vera adorazione. — Rivelazione 5:9, 10.

(ESDRA 2:50)

“i figli di Asna, i figli di Meunim, i figli di Nefusim;”

*** it-2 p. 273 Meunim ***
Uzzia re di Giuda (829-778 a.E.V.), con l’aiuto di Geova, combatté vittoriosamente contro i meunim. (2Cr 26:1, 7) Forse in quel tempo alcuni meunim presi prigionieri furono costituiti schiavi del tempio, e perciò i loro discendenti sono poi elencati insieme ai netinei tornati dall’esilio in Babilonia. — Esd 2:1, 2, 43, 50; Ne 7:52; cfr. Sl 68:18.

(ESDRA 2:55)

“I figli dei servitori di Salomone: I figli di Sotai, i figli di Soferet, i figli di Peruda,”

*** w06 15/1 p. 18 par. 2 Punti notevoli del libro di Esdra ***
2:55: Chi erano i figli dei servitori di Salomone? Erano non israeliti a cui erano stati affidati speciali privilegi nel servizio di Geova. Forse servivano nel tempio come scribi o copisti, oppure con funzioni amministrative.

*** w92 15/4 pp. 13-17 Geova provvede uomini che sono “dati” ***
Ritornano anche non israeliti
8 Quando coloro che amavano Geova in Babilonia furono invitati a tornare nella Terra Promessa, migliaia di non israeliti risposero all’invito. Negli elenchi compilati da Esdra e Neemia leggiamo dei “netinei” (che significa “dati”) e dei “figli dei servitori di Salomone”, che insieme assommavano a 392 unità. Vi si menzionano anche più di 7.500 altri: ‘schiavi e schiave’, oltre a “cantori e cantatrici” non leviti. (Esdra 2:43-58, 65; Neemia 7:46-60, 67) Cosa spinse così tanti non israeliti a fare ritorno?
9 Esdra 1:5 parla di “ognuno di cui il vero Dio aveva destato lo spirito, per salire a riedificare la casa di Geova”. Pertanto fu Geova a spingere tutti quelli che tornarono. Egli stimolò il loro spirito, cioè la loro impellente inclinazione mentale. Dio poté farlo anche dai cieli servendosi dello spirito santo, la sua forza attiva. Perciò tutti quelli che si levarono “per salire a riedificare la casa di Geova” furono aiutati ‘mediante lo spirito di Dio’. — Zaccaria 4:1, 6; Aggeo 1:14.
Un parallelo odierno
10 Chi prefigurarono quei reduci non israeliti? Molti cristiani potrebbero rispondere: ‘I netinei corrispondono alle odierne “altre pecore”’. È vero, ma non solo i netinei: infatti tutti i non israeliti che tornarono rappresentano i cristiani che oggi non fanno parte dell’Israele spirituale.
11 Il libro (inglese) Potete sopravvivere ad Armaghedon per entrare nel nuovo mondo di Dio osservava: “Il rimanente composto di 42.360 israeliti non fu il solo a lasciare Babilonia insieme al governatore Zorobabele . . . C’erano migliaia di non israeliti . . . Oltre ai netinei c’erano altri non israeliti, gli schiavi, i cantori e le cantatrici di professione e i discendenti dei servitori del re Salomone”. Il libro spiegava: “I netinei, gli schiavi, i cantori e i figli dei servitori di Salomone, nessuno dei quali era israelita, lasciarono il paese dell’esilio e tornarono insieme al rimanente israelita . . . Quindi, ci sono motivi per ritenere che oggi persone di varie nazionalità che non sono israeliti spirituali si sarebbero unite al rimanente dell’Israele spirituale per promuovere insieme ad esso l’adorazione di Geova Dio? Sì”. Esse ‘sono diventate moderni o antitipici netinei, cantori e figli dei servitori di Salomone’.
12 Come nel modello antico, Dio dà il suo spirito anche a questi che sperano di vivere per sempre sulla terra. È vero che non sono nati di nuovo. Ognuno dei 144.000 ha l’esperienza — unica — di nascere di nuovo come figlio spirituale di Dio e di essere unto con lo spirito santo. (Giovanni 3:3, 5; Romani 8:16; Efesini 1:13, 14) Ovviamente questa unzione è una speciale manifestazione dello spirito di Dio riservata al piccolo gregge. Ma lo spirito di Dio è necessario anche per compiere la Sua volontà. Per questo Gesù disse: ‘Il Padre che è in cielo dà spirito santo a quelli che glielo chiedono’. (Luca 11:13) Sia che il richiedente nutra la speranza celeste o che appartenga alle altre pecore, lo spirito di Geova è disponibile in abbondanza perché si compia la Sua volontà.
13 Lo spirito di Dio spinse sia israeliti che non israeliti a tornare a Gerusalemme, e oggi rafforza e aiuta tutti i suoi leali servitori. Sia che un cristiano nutra la speranza data da Dio di vivere in cielo o di vivere sulla terra, deve predicare la buona notizia, e lo spirito santo gli consente di farlo fedelmente. Ciascuno di noi, a prescindere dalla nostra speranza, dovrebbe coltivare i frutti dello spirito, di cui tutti abbiamo bisogno in piena misura. — Galati 5:22-26.
“Dati” per un servizio speciale
14 Fra le migliaia di non israeliti che lo spirito spinse a tornare c’erano due piccoli gruppi di cui la Parola di Dio fa speciale menzione: i netinei e i figli dei servitori di Salomone. Chi erano? Cosa facevano? E che significato potrebbe avere questo oggi?
15 I netinei erano un gruppo di origine non israelita che aveva il privilegio di servire insieme ai leviti. Ricordate i cananei di Gabaon che divennero “raccoglitori di legna e attingitori d’acqua per l’assemblea e per l’altare di Geova”? (Giosuè 9:27) Probabilmente fra i netinei che tornarono da Babilonia c’erano alcuni loro discendenti, come pure altri che si erano aggiunti in qualità di netinei durante il regno di Davide e in altri periodi. (Esdra 8:20) Cosa facevano i netinei? I leviti erano stati dati per aiutare i sacerdoti, e i netinei furono successivamente dati per aiutare i leviti. Anche per degli stranieri circoncisi, questo era un privilegio.
16 Quando il gruppo tornò da Babilonia, comprendeva pochi leviti, in paragone con i sacerdoti o con i netinei e i “figli dei servitori di Salomone”. (Esdra 8:15-20) Un dizionario biblico (Dictionary of the Bible, a cura di James Hastings) osserva: “Dopo qualche tempo troviamo [i netinei] così ben affermati come classe sacra ufficiale che vengono accordati loro dei privilegi”. L’autorevole periodico Vetus Testamentum osserva: “Si verificò un cambiamento. Dopo il Ritorno dall’Esilio, questi [stranieri] non furono più considerati schiavi del Tempio, ma officianti in esso, con uno status simile a quelli di altri gruppi che officiavano nel Tempio”. — Vedi il riquadro “Un cambiamento di condizione”.
17 Ovviamente i netinei non divennero uguali ai sacerdoti e ai leviti. Questi due ultimi gruppi erano israeliti, scelti da Geova stesso, e non potevano essere sostituiti da non israeliti. Eppure nella Bibbia ci sono indicazioni che, a motivo del ridotto numero dei leviti, ai netinei fu affidato più lavoro da compiere nel servizio di Dio. Furono concessi loro degli alloggi in prossimità del tempio. Ai giorni di Neemia lavorarono insieme ai sacerdoti alla riparazione delle mura vicino al tempio. (Neemia 3:22-26) E il re di Persia decretò che i netinei fossero esentati dalle tasse, proprio come ne erano esenti i leviti a motivo del servizio che compivano nel tempio. (Esdra 7:24) Ciò indica quanto questi uomini che erano stati “dati” (leviti e netinei) fossero allora intimamente uniti nelle attività spirituali e come ai netinei venissero affidati maggiori incarichi man mano che la necessità aumentava, quantunque non fossero mai annoverati fra i leviti. Quando in seguito Esdra radunò gli esiliati per il ritorno, inizialmente fra loro non c’era nessun levita. Perciò egli intensificò gli sforzi per trovarne alcuni. Fu così che 38 leviti e 220 netinei tornarono per servire come “ministri per la casa del nostro Dio”. — Esdra 8:15-20.
18 Un secondo gruppo di non israeliti che viene messo in evidenza erano i figli dei servitori di Salomone. La Bibbia fornisce poche informazioni su di loro. Alcuni erano “i figli di Soferet”. Esdra aggiunge a questo nome l’articolo determinativo, e così esso diventa hassofèreth, che forse significa “lo scriba”. (Esdra 2:55; Neemia 7:57) Poteva quindi trattarsi di un corpo di scribi o copisti, forse scribi del tempio o con funzioni amministrative. Pur essendo di origine straniera, i figli dei servitori di Salomone dimostrarono la loro devozione a Geova lasciando Babilonia e tornando per partecipare al ripristino della Sua adorazione.
Diamo noi stessi oggi
19 Nel nostro tempo Dio ha impiegato in maniera grandiosa l’unto rimanente per promuovere la pura adorazione e dichiarare la buona notizia. (Marco 13:10) Come si sono rallegrati i suoi componenti nel vedere prima decine di migliaia, poi centinaia di migliaia e infine milioni di altre pecore unirsi a loro nell’adorazione! E che splendida cooperazione esiste fra il rimanente e le altre pecore! — Giovanni 10:16.
20 Tutti i non israeliti che tornarono dall’esilio nell’antica Babilonia trovano riscontro nelle altre pecore che ora prestano servizio con il rimanente dell’Israele spirituale. Ma perché, fra tutti, la Bibbia dà risalto ai netinei e ai figli dei servitori di Salomone? Nel modello antico, ai netinei e ai figli dei servitori di Salomone furono affidati privilegi in più rispetto agli altri reduci non israeliti. Questo potrebbe ben prefigurare il fatto che oggi Dio ha affidato certi privilegi e maggiori responsabilità ad alcuni componenti maturi e volenterosi delle altre pecore.
21 Gli accresciuti privilegi dei netinei avevano direttamente a che fare con le attività spirituali. I figli dei servitori di Salomone ricevettero a quanto pare responsabilità di carattere amministrativo. Similmente oggi, Geova ha benedetto i suoi servitori con “doni negli uomini” che hanno cura dei loro bisogni. (Efesini 4:8, 11, 12) In questo provvedimento sono incluse molte centinaia di fratelli maturi ed esperti che contribuiscono a ‘pascere i greggi’, prestando servizio come sorveglianti di circoscrizione e di distretto e come membri dei Comitati di Filiale nelle 98 filiali della Società (Watch Tower). (Isaia 61:5, Ge) Alla sede mondiale della Società, sotto la guida dell’“economo fedele” e del suo Corpo Direttivo, uomini capaci vengono addestrati per aiutare a preparare porzioni di cibo spirituale. (Luca 12:42) Altri volontari dedicati da molto tempo sono stati addestrati per mandare avanti le case Betel e i relativi stabilimenti e per soprintendere in tutto il mondo a programmi di costruzione di nuovi edifici delle filiali e di sale da adibire all’adorazione cristiana. Essi si sono distinti per il loro servizio in qualità di stretti collaboratori dell’unto rimanente, che appartiene al regal sacerdozio. — Confronta 1 Corinti 4:17; 14:40; 1 Pietro 2:9.
22 Nell’antichità sacerdoti e leviti continuarono a prestare servizio fra i giudei. (Giovanni 1:19) Oggi, invece, il rimanente dell’Israele spirituale sulla terra deve continuare a diminuire. (Nota il contrasto in Giovanni 3:30). Infine, dopo la distruzione di Babilonia la Grande, tutti i 144.000 ‘suggellati’ saranno in cielo per il matrimonio dell’Agnello. (Rivelazione 7:1-3; 19:1-8) Ma ora le altre pecore devono continuare ad aumentare. Il fatto che ad alcuni di loro, come nel caso dei netinei e dei figli dei servitori di Salomone, vengano ora affidate onerose responsabilità sotto la sorveglianza dell’unto rimanente non li rende presuntuosi né li fa sentire importanti. (Romani 12:3) Questo ci fa avere fiducia che, quando il popolo di Dio avrà superato la “grande tribolazione”, ci saranno uomini esperti — “principi” — pronti a prendere la direttiva fra le altre pecore. — Rivelazione 7:14; Isaia 32:1; confronta Atti 6:2-7.
23 Tutti quelli che tornarono da Babilonia erano disposti a lavorare strenuamente e a dimostrare che l’adorazione di Geova era al primo posto nella loro mente e nel loro cuore. Lo stesso può dirsi oggi. Insieme all’unto rimanente ci sono ‘stranieri che pascono i greggi’. (Isaia 61:5, Ge) Perciò, indipendentemente dalla speranza che Dio ci ha dato e dai privilegi che prima del giorno della rivendicazione di Geova ad Armaghedon possono essere offerti ad anziani costituiti dallo spirito, ci sia concesso di coltivare tutti un sano e altruistico spirito di abnegazione. Anche se non potremo mai ripagare Geova per tutti i benefìci di cui ci colma, possa ognuno di noi rendere servizio con tutta l’anima, qualunque cosa facciamo in seno alla sua organizzazione. (Salmo 116:12-14; Colossesi 3:23) In questo modo, mentre le altre pecore prestano servizio a stretto contatto con gli unti, destinati a ‘regnare sulla terra’, noi tutti potremo dare noi stessi spendendoci per la vera adorazione. — Rivelazione 5:9, 10.

(ESDRA 2:58)

“Tutti i netinei e i figli dei servitori di Salomone furono trecentonovantadue.”

*** w92 15/4 pp. 13-17 Geova provvede uomini che sono “dati” ***
Ritornano anche non israeliti
8 Quando coloro che amavano Geova in Babilonia furono invitati a tornare nella Terra Promessa, migliaia di non israeliti risposero all’invito. Negli elenchi compilati da Esdra e Neemia leggiamo dei “netinei” (che significa “dati”) e dei “figli dei servitori di Salomone”, che insieme assommavano a 392 unità. Vi si menzionano anche più di 7.500 altri: ‘schiavi e schiave’, oltre a “cantori e cantatrici” non leviti. (Esdra 2:43-58, 65; Neemia 7:46-60, 67) Cosa spinse così tanti non israeliti a fare ritorno?
9 Esdra 1:5 parla di “ognuno di cui il vero Dio aveva destato lo spirito, per salire a riedificare la casa di Geova”. Pertanto fu Geova a spingere tutti quelli che tornarono. Egli stimolò il loro spirito, cioè la loro impellente inclinazione mentale. Dio poté farlo anche dai cieli servendosi dello spirito santo, la sua forza attiva. Perciò tutti quelli che si levarono “per salire a riedificare la casa di Geova” furono aiutati ‘mediante lo spirito di Dio’. — Zaccaria 4:1, 6; Aggeo 1:14.
Un parallelo odierno
10 Chi prefigurarono quei reduci non israeliti? Molti cristiani potrebbero rispondere: ‘I netinei corrispondono alle odierne “altre pecore”’. È vero, ma non solo i netinei: infatti tutti i non israeliti che tornarono rappresentano i cristiani che oggi non fanno parte dell’Israele spirituale.
11 Il libro (inglese) Potete sopravvivere ad Armaghedon per entrare nel nuovo mondo di Dio osservava: “Il rimanente composto di 42.360 israeliti non fu il solo a lasciare Babilonia insieme al governatore Zorobabele . . . C’erano migliaia di non israeliti . . . Oltre ai netinei c’erano altri non israeliti, gli schiavi, i cantori e le cantatrici di professione e i discendenti dei servitori del re Salomone”. Il libro spiegava: “I netinei, gli schiavi, i cantori e i figli dei servitori di Salomone, nessuno dei quali era israelita, lasciarono il paese dell’esilio e tornarono insieme al rimanente israelita . . . Quindi, ci sono motivi per ritenere che oggi persone di varie nazionalità che non sono israeliti spirituali si sarebbero unite al rimanente dell’Israele spirituale per promuovere insieme ad esso l’adorazione di Geova Dio? Sì”. Esse ‘sono diventate moderni o antitipici netinei, cantori e figli dei servitori di Salomone’.
12 Come nel modello antico, Dio dà il suo spirito anche a questi che sperano di vivere per sempre sulla terra. È vero che non sono nati di nuovo. Ognuno dei 144.000 ha l’esperienza — unica — di nascere di nuovo come figlio spirituale di Dio e di essere unto con lo spirito santo. (Giovanni 3:3, 5; Romani 8:16; Efesini 1:13, 14) Ovviamente questa unzione è una speciale manifestazione dello spirito di Dio riservata al piccolo gregge. Ma lo spirito di Dio è necessario anche per compiere la Sua volontà. Per questo Gesù disse: ‘Il Padre che è in cielo dà spirito santo a quelli che glielo chiedono’. (Luca 11:13) Sia che il richiedente nutra la speranza celeste o che appartenga alle altre pecore, lo spirito di Geova è disponibile in abbondanza perché si compia la Sua volontà.
13 Lo spirito di Dio spinse sia israeliti che non israeliti a tornare a Gerusalemme, e oggi rafforza e aiuta tutti i suoi leali servitori. Sia che un cristiano nutra la speranza data da Dio di vivere in cielo o di vivere sulla terra, deve predicare la buona notizia, e lo spirito santo gli consente di farlo fedelmente. Ciascuno di noi, a prescindere dalla nostra speranza, dovrebbe coltivare i frutti dello spirito, di cui tutti abbiamo bisogno in piena misura. — Galati 5:22-26.
“Dati” per un servizio speciale
14 Fra le migliaia di non israeliti che lo spirito spinse a tornare c’erano due piccoli gruppi di cui la Parola di Dio fa speciale menzione: i netinei e i figli dei servitori di Salomone. Chi erano? Cosa facevano? E che significato potrebbe avere questo oggi?
15 I netinei erano un gruppo di origine non israelita che aveva il privilegio di servire insieme ai leviti. Ricordate i cananei di Gabaon che divennero “raccoglitori di legna e attingitori d’acqua per l’assemblea e per l’altare di Geova”? (Giosuè 9:27) Probabilmente fra i netinei che tornarono da Babilonia c’erano alcuni loro discendenti, come pure altri che si erano aggiunti in qualità di netinei durante il regno di Davide e in altri periodi. (Esdra 8:20) Cosa facevano i netinei? I leviti erano stati dati per aiutare i sacerdoti, e i netinei furono successivamente dati per aiutare i leviti. Anche per degli stranieri circoncisi, questo era un privilegio.
16 Quando il gruppo tornò da Babilonia, comprendeva pochi leviti, in paragone con i sacerdoti o con i netinei e i “figli dei servitori di Salomone”. (Esdra 8:15-20) Un dizionario biblico (Dictionary of the Bible, a cura di James Hastings) osserva: “Dopo qualche tempo troviamo [i netinei] così ben affermati come classe sacra ufficiale che vengono accordati loro dei privilegi”. L’autorevole periodico Vetus Testamentum osserva: “Si verificò un cambiamento. Dopo il Ritorno dall’Esilio, questi [stranieri] non furono più considerati schiavi del Tempio, ma officianti in esso, con uno status simile a quelli di altri gruppi che officiavano nel Tempio”. — Vedi il riquadro “Un cambiamento di condizione”.
17 Ovviamente i netinei non divennero uguali ai sacerdoti e ai leviti. Questi due ultimi gruppi erano israeliti, scelti da Geova stesso, e non potevano essere sostituiti da non israeliti. Eppure nella Bibbia ci sono indicazioni che, a motivo del ridotto numero dei leviti, ai netinei fu affidato più lavoro da compiere nel servizio di Dio. Furono concessi loro degli alloggi in prossimità del tempio. Ai giorni di Neemia lavorarono insieme ai sacerdoti alla riparazione delle mura vicino al tempio. (Neemia 3:22-26) E il re di Persia decretò che i netinei fossero esentati dalle tasse, proprio come ne erano esenti i leviti a motivo del servizio che compivano nel tempio. (Esdra 7:24) Ciò indica quanto questi uomini che erano stati “dati” (leviti e netinei) fossero allora intimamente uniti nelle attività spirituali e come ai netinei venissero affidati maggiori incarichi man mano che la necessità aumentava, quantunque non fossero mai annoverati fra i leviti. Quando in seguito Esdra radunò gli esiliati per il ritorno, inizialmente fra loro non c’era nessun levita. Perciò egli intensificò gli sforzi per trovarne alcuni. Fu così che 38 leviti e 220 netinei tornarono per servire come “ministri per la casa del nostro Dio”. — Esdra 8:15-20.
18 Un secondo gruppo di non israeliti che viene messo in evidenza erano i figli dei servitori di Salomone. La Bibbia fornisce poche informazioni su di loro. Alcuni erano “i figli di Soferet”. Esdra aggiunge a questo nome l’articolo determinativo, e così esso diventa hassofèreth, che forse significa “lo scriba”. (Esdra 2:55; Neemia 7:57) Poteva quindi trattarsi di un corpo di scribi o copisti, forse scribi del tempio o con funzioni amministrative. Pur essendo di origine straniera, i figli dei servitori di Salomone dimostrarono la loro devozione a Geova lasciando Babilonia e tornando per partecipare al ripristino della Sua adorazione.
Diamo noi stessi oggi
19 Nel nostro tempo Dio ha impiegato in maniera grandiosa l’unto rimanente per promuovere la pura adorazione e dichiarare la buona notizia. (Marco 13:10) Come si sono rallegrati i suoi componenti nel vedere prima decine di migliaia, poi centinaia di migliaia e infine milioni di altre pecore unirsi a loro nell’adorazione! E che splendida cooperazione esiste fra il rimanente e le altre pecore! — Giovanni 10:16.
20 Tutti i non israeliti che tornarono dall’esilio nell’antica Babilonia trovano riscontro nelle altre pecore che ora prestano servizio con il rimanente dell’Israele spirituale. Ma perché, fra tutti, la Bibbia dà risalto ai netinei e ai figli dei servitori di Salomone? Nel modello antico, ai netinei e ai figli dei servitori di Salomone furono affidati privilegi in più rispetto agli altri reduci non israeliti. Questo potrebbe ben prefigurare il fatto che oggi Dio ha affidato certi privilegi e maggiori responsabilità ad alcuni componenti maturi e volenterosi delle altre pecore.
21 Gli accresciuti privilegi dei netinei avevano direttamente a che fare con le attività spirituali. I figli dei servitori di Salomone ricevettero a quanto pare responsabilità di carattere amministrativo. Similmente oggi, Geova ha benedetto i suoi servitori con “doni negli uomini” che hanno cura dei loro bisogni. (Efesini 4:8, 11, 12) In questo provvedimento sono incluse molte centinaia di fratelli maturi ed esperti che contribuiscono a ‘pascere i greggi’, prestando servizio come sorveglianti di circoscrizione e di distretto e come membri dei Comitati di Filiale nelle 98 filiali della Società (Watch Tower). (Isaia 61:5, Ge) Alla sede mondiale della Società, sotto la guida dell’“economo fedele” e del suo Corpo Direttivo, uomini capaci vengono addestrati per aiutare a preparare porzioni di cibo spirituale. (Luca 12:42) Altri volontari dedicati da molto tempo sono stati addestrati per mandare avanti le case Betel e i relativi stabilimenti e per soprintendere in tutto il mondo a programmi di costruzione di nuovi edifici delle filiali e di sale da adibire all’adorazione cristiana. Essi si sono distinti per il loro servizio in qualità di stretti collaboratori dell’unto rimanente, che appartiene al regal sacerdozio. — Confronta 1 Corinti 4:17; 14:40; 1 Pietro 2:9.
22 Nell’antichità sacerdoti e leviti continuarono a prestare servizio fra i giudei. (Giovanni 1:19) Oggi, invece, il rimanente dell’Israele spirituale sulla terra deve continuare a diminuire. (Nota il contrasto in Giovanni 3:30). Infine, dopo la distruzione di Babilonia la Grande, tutti i 144.000 ‘suggellati’ saranno in cielo per il matrimonio dell’Agnello. (Rivelazione 7:1-3; 19:1-8) Ma ora le altre pecore devono continuare ad aumentare. Il fatto che ad alcuni di loro, come nel caso dei netinei e dei figli dei servitori di Salomone, vengano ora affidate onerose responsabilità sotto la sorveglianza dell’unto rimanente non li rende presuntuosi né li fa sentire importanti. (Romani 12:3) Questo ci fa avere fiducia che, quando il popolo di Dio avrà superato la “grande tribolazione”, ci saranno uomini esperti — “principi” — pronti a prendere la direttiva fra le altre pecore. — Rivelazione 7:14; Isaia 32:1; confronta Atti 6:2-7.
23 Tutti quelli che tornarono da Babilonia erano disposti a lavorare strenuamente e a dimostrare che l’adorazione di Geova era al primo posto nella loro mente e nel loro cuore. Lo stesso può dirsi oggi. Insieme all’unto rimanente ci sono ‘stranieri che pascono i greggi’. (Isaia 61:5, Ge) Perciò, indipendentemente dalla speranza che Dio ci ha dato e dai privilegi che prima del giorno della rivendicazione di Geova ad Armaghedon possono essere offerti ad anziani costituiti dallo spirito, ci sia concesso di coltivare tutti un sano e altruistico spirito di abnegazione. Anche se non potremo mai ripagare Geova per tutti i benefìci di cui ci colma, possa ognuno di noi rendere servizio con tutta l’anima, qualunque cosa facciamo in seno alla sua organizzazione. (Salmo 116:12-14; Colossesi 3:23) In questo modo, mentre le altre pecore prestano servizio a stretto contatto con gli unti, destinati a ‘regnare sulla terra’, noi tutti potremo dare noi stessi spendendoci per la vera adorazione. — Rivelazione 5:9, 10.

(ESDRA 2:63)

“Di conseguenza il Tirsata disse loro che non avrebbero potuto mangiare delle cose santissime finché non ci fosse stato un sacerdote con Urim e Tummim.”

*** w06 15/1 p. 18 par. 3 Punti notevoli del libro di Esdra ***
2:61-63: Gli ebrei rimpatriati avevano gli Urim e i Tummim, che servivano per avere le risposte da Geova? Gli uomini che si dichiaravano di discendenza sacerdotale ma non riuscivano a dimostrare la loro genealogia avrebbero potuto avere la conferma consultando gli Urim e i Tummim, ma Esdra ne parla solo come di un’eventualità. Le Scritture non indicano che gli Urim e i Tummim siano stati usati né allora né in seguito. Secondo la tradizione ebraica scomparvero quando il tempio fu distrutto nel 607 a.E.V.

*** it-2 p. 1171 Urim e Tummim ***
Uso cessato nel 607 a.E.V. Secondo la tradizione ebraica, l’uso degli Urim e dei Tummim cessò nel 607 a.E.V., quando Gerusalemme fu desolata e il tempio distrutto dagli eserciti babilonesi al comando del re Nabucodonosor. (Talmud babilonese, Sotah 48b) Questa idea è confermata da quanto si legge a proposito di questi oggetti nei libri di Esdra e Neemia. Qui a certi uomini, che si dichiaravano di discendenza sacerdotale ma non riuscivano a trovare i loro nomi nel pubblico registro, fu detto che non dovevano mangiare delle cose santissime provvedute per il sacerdozio finché non si fosse presentato un sacerdote con Urim e Tummim. Ma non risulta che questi oggetti sacri siano stati usati in quel tempo, e in seguito la Bibbia non ne parla più. — Esd 2:61-63; Ne 7:63-65.

*** w86 15/1 p. 8 Geova mantiene le promesse! ***
2:61-63 — Che cos’erano gli Urim e i Tummim?
Si pensa fossero sacre sorti usate quando era necessario che Geova rispondesse a una domanda. Secondo la tradizione ebraica, scomparvero quando il tempio fu distrutto nel 607 a.E.V. Questo è confermato dal fatto che coloro che pretendevano di appartenere alla discendenza sacerdotale furono esclusi dal sacerdozio e dal mangiare le cose santissime, “finché non ci fosse stato un sacerdote con Urim e Tummim”. Ma sia allora che in seguito non si parla più di una loro utilizzazione.

(ESDRA 2:64)

“L’intera congregazione come un solo gruppo fu di quarantaduemilatrecentosessanta,”

*** it-1 p. 1054 Gerusalemme ***
Nel “primo anno” (evidentemente quale sovrano di Babilonia) di Ciro il Persiano (538 a.E.V.) fu emanato il decreto reale che permetteva agli ebrei esiliati di ‘salire a Gerusalemme, che è in Giuda, e riedificare la casa di Geova l’Iddio d’Israele’. (Esd 1:1-4) Coloro che compirono il lungo viaggio fino a Gerusalemme, portando con sé i tesori del tempio, includevano 42.360 uomini, oltre agli schiavi e ai cantori. Arrivarono in tempo per celebrare la festa delle capanne nel mese di tishri (settembre-ottobre) del 537 a.E.V. (Esd 2:64, 65; 3:1-4)

*** it-2 pp. 378-379 Neemia, Libro di ***
Sia il libro di Esdra (2:1-67) che quello di Neemia (7:6-69) indicano il numero degli uomini delle varie case o famiglie che tornarono con Zorobabele dall’esilio in Babilonia. Concordano sul numero complessivo di 42.360 uomini che tornarono dall’esilio, a parte gli schiavi e i cantori. (Esd 2:64; Ne 7:66) Tuttavia ci sono differenze nel numero degli appartenenti a ciascuna casa o famiglia, e in entrambi gli elenchi le varie cifre danno un totale molto inferiore a 42.360. Molti studiosi vorrebbero attribuire queste divergenze a errori di trascrizione. Anche se questa ipotesi non può essere scartata a priori, esistono altre possibili spiegazioni.
Può darsi che Esdra e Neemia abbiano compilato i rispettivi elenchi basandosi su fonti diverse. Per esempio, Esdra può aver usato un documento in cui erano elencati coloro che avevano chiesto di tornare in patria, mentre Neemia può aver copiato da un documento in cui erano elencati quelli effettivamente tornati. Poiché c’erano dei sacerdoti che non erano in grado di stabilire la propria genealogia (Esd 2:61-63; Ne 7:63-65), non è illogico ritenere che molti altri israeliti avessero lo stesso problema. Quindi i 42.360 uomini potevano essere il totale complessivo degli appartenenti a ciascuna famiglia più molti altri che non erano in grado di dimostrare la loro origine. Più tardi però alcuni possono essere riusciti a stabilire la propria genealogia. Questo spiegherebbe come mai da cifre diverse si possa arrivare allo stesso totale.

(ESDRA 2:66)

“I loro cavalli furono settecentotrentasei, i loro muli duecentoquarantacinque,”

*** it-1 p. 452 Cavallo ***
Cavalli sono menzionati fra le bestie da soma che avrebbero riportato a Gerusalemme il popolo di Dio che era stato disperso. (Isa 66:20) È perciò degno di nota che nel primo adempimento delle profezie sulla restaurazione gli ebrei tornarono con 736 cavalli. — Esd 2:1, 66; Ne 7:68.

(ESDRA 2:67)

“i loro cammelli quattrocentotrentacinque, [i loro] asini seimilasettecentoventi.”

*** it-1 p. 398 Cammello ***
Cammelli sono menzionati anche fra le bestie da soma che da tutte le nazioni portano i fratelli dei servitori di Dio a Gerusalemme “come dono a Geova”. (Isa 60:6; 66:20) È interessante notare che, nel primo adempimento della profezia di Isaia relativa alla restaurazione, fra il bestiame degli ebrei che tornarono da Babilonia nel 537 a.E.V. c’erano 435 cammelli. — Esd 2:67; Ne 7:69.

(ESDRA 2:69)

“Secondo il loro potere diedero oro per le provviste dell’opera, sessantunomila dramme, e argento, cinquemila mine, e cento lunghe vesti da sacerdoti.”

*** it-1 p. 729 Dramma ***
La dramma d’argento greca non va confusa con la “dramma” (darkemòhn) d’oro delle Scritture Ebraiche, moneta che aveva generalmente valore pari al darico persiano (8,4 g; ca. 134.000 lire). — Esd 2:69; Ne 7:70-72.

(ESDRA 2:70)

“E i sacerdoti e i leviti e alcuni del popolo, e i cantori e i portinai e i netinei presero a dimorare nelle loro città, e tutto Israele nelle sue città.”

*** it-2 p. 66 Israele ***
Dopo l’esilio in Babilonia. Per i successivi 390 anni dalla morte di Salomone e dal frazionamento del regno unito fino alla distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V., il termine “Israele” indicò in genere solo le dieci tribù del regno settentrionale. (2Re 17:21-23) Ma col ritorno dall’esilio di un rimanente di tutt’e dodici le tribù, e fino alla seconda distruzione di Gerusalemme nel 70 E.V., il termine “Israele” tornò ad includere tutti i discendenti di Giacobbe allora viventi. La popolazione delle dodici tribù fu di nuovo chiamata “tutto Israele”. — Esd 2:70; 6:17; 10:5; Ne 12:47; At 2:22, 36.

(ESDRA 3:1)

“Quando arrivò il settimo mese, i figli d’Israele erano nelle [loro] città. E il popolo si raccoglieva come un sol uomo a Gerusalemme.”

*** w06 15/1 p. 19 par. 2 Punti notevoli del libro di Esdra ***
3:1-6. I fedeli rimpatriati offrirono il loro primo sacrificio nel settimo mese del 537 a.E.V. (tishri, corrispondente a settembre/ottobre). I babilonesi erano entrati a Gerusalemme nel quinto mese del 607 a.E.V. (ab, corrispondente a luglio/agosto) e due mesi dopo la città era desolata. (2 Re 25:8-17, 22-26) Com’era stato predetto, la desolazione di Gerusalemme terminò allo scadere dei 70 anni. (Geremia 25:11; 29:10) Qualunque cosa sia predetta dalla Parola di Dio si avvera.

*** si p. 150 par. 15 Libro biblico numero 30: Amos ***
Come aveva predetto Geova per mezzo di Amos, i prigionieri di Israele tornarono nel 537 a.E.V. per riedificare e abitare le loro città desolate e piantare le loro vigne e i loro giardini. — Amos 9:14; Esd. 3:1.

*** it-1 pp. 498-499 Ciro ***
In base a quanto dice la Bibbia, il decreto di Ciro che permetteva agli ebrei di tornare a Gerusalemme fu probabilmente emanato alla fine del 538 o all’inizio del 537 a.E.V. Così gli ebrei esiliati avrebbero avuto il tempo di prepararsi a partire da Babilonia, compiere il lungo viaggio fino in Giuda e Gerusalemme (viaggio che secondo Esd 7:9 poteva richiedere quattro mesi circa) e sistemarsi in Giuda “nelle loro città” entro il “settimo mese” (tishri) del 537 a.E.V. (Esd 3:1, 6) Questo segnò la fine dei predetti 70 anni di desolazione di Giuda iniziati nello stesso mese di tishri del 607 a.E.V. — 2Re 25:22-26; 2Cr 36:20, 21.

*** it-1 p. 619 Cronologia ***
Un’altra data che si può considerare fondamentale è quella del 539 a.E.V., che secondo varie fonti storiche fu l’anno della conquista di Babilonia da parte di Ciro il Persiano. (Tra le fonti secolari che fanno riferimento al regno di Ciro ci sono Diodoro Siculo, Sesto Giulio Africano, Eusebio e Tolomeo, oltre alle tavolette babilonesi). Il decreto che liberava gli ebrei dall’esilio fu emanato nel primo anno di Ciro. E, com’è spiegato alla voce CIRO, molto probabilmente il decreto fu emanato nell’inverno del 538 o verso la primavera del 537 a.E.V. Questo avrebbe dato agli ebrei il tempo di fare i preparativi necessari, compiere il viaggio di quattro mesi fino a Gerusalemme e arrivare lì verso il settimo mese (tishri, cioè verso il 1° ottobre) del 537 a.E.V. — Esd 1:1-11; 2:64-70; 3:1.

*** it-1 p. 623 Cronologia ***
Tuttavia “alcuni della gente misera del paese” ebbero il permesso di rimanere, cosa che fecero fino all’assassinio di Ghedalia, il governatore nominato da Nabucodonosor, dopo di che fuggirono in Egitto lasciando infine Giuda nella completa desolazione. (2Re 25:9-12, 22-26) Ciò avvenne nel settimo mese, etanim (o tishri, corrispondente a settembre-ottobre). Quindi i 70 anni di desolazione dovettero iniziare verso il 1° ottobre del 607 a.E.V. e terminarono nel 537 a.E.V. Nel settimo mese di quest’ultimo anno i primi ebrei rimpatriati giunsero in Giuda, esattamente 70 anni dopo l’inizio della completa desolazione del paese. — 2Cr 36:21-23; Esd 3:1.

(ESDRA 3:6)

“Dal primo giorno del settimo mese cominciarono a offrire sacrifici bruciati a Geova, quando non si erano ancora gettate le fondamenta dello stesso tempio di Geova.”

*** w06 15/1 p. 19 par. 2 Punti notevoli del libro di Esdra ***
3:1-6. I fedeli rimpatriati offrirono il loro primo sacrificio nel settimo mese del 537 a.E.V. (tishri, corrispondente a settembre/ottobre). I babilonesi erano entrati a Gerusalemme nel quinto mese del 607 a.E.V. (ab, corrispondente a luglio/agosto) e due mesi dopo la città era desolata. (2 Re 25:8-17, 22-26) Com’era stato predetto, la desolazione di Gerusalemme terminò allo scadere dei 70 anni. (Geremia 25:11; 29:10) Qualunque cosa sia predetta dalla Parola di Dio si avvera.

*** it-1 p. 851 Esdra, Libro di ***
Il 70° anno della desolazione di Gerusalemme, l’ultimo sabato che il paese dovette scontare, sarebbe terminato nell’autunno del 537 a.E.V. Il decreto di Ciro dovette essere emanato verso la fine del 538 a.E.V., o agli inizi del 537, per due ragioni. La desolazione doveva durare sino allo scadere del 70° anno, e non ci si poteva aspettare che gli israeliti liberati compissero il viaggio nella piovosa stagione invernale, cosa che invece avrebbero dovuto fare se il decreto fosse stato emanato pochi mesi prima. Probabilmente fu emanato all’inizio della primavera del 537 a.E.V. in modo da dare agli ebrei la possibilità di viaggiare durante la stagione asciutta, arrivare a Gerusalemme ed erigervi l’altare il primo giorno del settimo mese (tishri) del 537 a.E.V., 29 settembre secondo il calendario gregoriano. — Esd 3:2-6.

(ESDRA 3:12)

“E molti dei sacerdoti e dei leviti e dei capi delle case paterne, i vecchi che avevano visto la casa precedente, piangevano ad alta voce alla posa delle fondamenta di questa casa davanti ai loro occhi, mentre molti altri levavano la voce con urla di gioia.”

*** w06 15/1 p. 18 par. 4 Punti notevoli del libro di Esdra ***
3:12: Perché “i vecchi che avevano visto la casa [di Geova] precedente” piangevano? Questi uomini potevano ricordare la grandiosità del tempio costruito da Salomone. Le fondamenta del nuovo tempio erano, in paragone, “come nulla ai [loro] occhi”. (Aggeo 2:2, 3) I loro sforzi avrebbero reso il tempio glorioso quanto il precedente? Saranno stati demoralizzati, e quindi piangevano.

*** w86 15/1 p. 8 Geova mantiene le promesse! ***
3:12 — Perché questi uomini piansero?
Erano uomini molto anziani che riuscivano a ricordare la magnificenza del tempio di Salomone di cui Dio aveva fornito il progetto. In paragone ciò che vedevano ora — semplici fondamenta — non era nulla. Probabilmente erano scoraggiati, dubitando che i loro sforzi sarebbero valsi a ripristinare la precedente gloria. — Aggeo 2:2, 3.

(ESDRA 4:2)

“si accostarono immediatamente a Zorobabele e ai capi delle case paterne e dissero loro: “Lasciateci edificare insieme a voi; poiché, proprio come voi, noi ricerchiamo il vostro Dio e gli sacrifichiamo fin dai giorni di Esar-Addon re d’Assiria, che ci fece salire qui”.”

*** it-1 p. 45 Acaz ***
In quanto ai “sessantacinque anni” di Isaia 7:8, cioè il periodo in cui Efraim sarebbe stato “frantumato”, un commentario biblico afferma: “Una prima deportazione d’Israele avvenne nel giro di un anno o due da questo momento [in cui fu pronunciata la profezia di Isaia], sotto Tiglat-Pileser (2 Re 15. 29). Una seconda durante il regno di Oshea, sotto Salmaneser (2 Re 17. 1-6), circa vent’anni dopo. Ma la deportazione finale che diede il ‘colpo di grazia’ a Israele così che non fosse più ‘un popolo’, accompagnata dall’insediamento di stranieri in Samaria, avvenne sotto Esar-Addon, che deportò anche Manasse, re di Giuda, nel ventiduesimo anno del suo regno, sessantacinque anni dopo che era stata pronunciata questa profezia (cfr. Esdra 4.2, 3, 10 con 2 Re 17.24; 2 Cronache 33.11)”. — Jamieson, Fausset e Brown, Commentary on the Whole Bible.

*** it-1 pp. 842-843 Esar-Addon ***
I “sessantacinque anni”. All’epoca della ricostruzione del tempio di Gerusalemme alcuni abitanti non israeliti del paese dissero di essere stati portati in Samaria da “Esar-Addon re d’Assiria”. (Esd 4:2) Se il trasferimento della popolazione dalla e nella Samaria continuò fino all’epoca del suo regno, questo secondo alcuni spiegherebbe il periodo di “sessantacinque anni” indicato in Isaia 7:8 a proposito della desolazione di Efraim (la cui capitale era Samaria). L’intervallo fra il regno di Tiglat-Pileser III (che iniziò la deportazione della popolazione dal regno settentrionale d’Israele poco dopo che fu pronunciata la profezia di Isaia) e quello di Esar-Addon spiegherebbe tale periodo di 65 anni fino al momento in cui Efraim non fu completamente “frantumato in modo da non essere [più] un popolo”.

(ESDRA 4:3)

“Comunque, Zorobabele e Iesua e il resto dei capi delle case paterne d’Israele dissero loro: “Voi non avete nulla a che fare con noi nell’edificare una casa al nostro Dio, poiché noi stessi, insieme, edificheremo a Geova l’Iddio d’Israele, proprio come ci ha comandato il re Ciro, re di Persia”.”

*** w06 15/1 p. 19 par. 3 Punti notevoli del libro di Esdra ***
4:1-3. I fedeli rimpatriati rifiutarono l’offerta dei falsi adoratori, in quanto accettare avrebbe significato formare un’alleanza religiosa con loro. (Esodo 20:5; 34:12) In modo simile, oggi gli adoratori di Geova non partecipano a nessun movimento per l’unione delle fedi.

*** w86 15/1 p. 8 Geova mantiene le promesse! ***
4:1-3 — Perché fu rifiutata l’offerta di aiuto?
Questi non ebrei, fatti trasferire lì dal re d’Assiria per ripopolare il paese, non erano veri adoratori di Dio. (II Re 17:33, 41) Accettare il loro aiuto avrebbe significato compromettere la vera adorazione, e Geova aveva esplicitamente messo in guardia il suo popolo contro questi movimenti di unione delle fedi. (Esodo 20:5; 34:12) Per di più, il racconto definisce questi non ebrei “avversari”.

(ESDRA 4:4)

“Allora il popolo del paese indeboliva di continuo le mani del popolo di Giuda e lo scoraggiava dall’edificare,”

*** si p. 166 par. 4 Libro biblico numero 37: Aggeo ***
4 Come mostra il racconto, erano state appena poste le fondamenta del tempio (nel 536 a.E.V.) che già “il popolo del paese indeboliva di continuo le mani del popolo di Giuda e lo scoraggiava dall’edificare, e assoldava consiglieri contro di loro per frustrare il loro consiglio”. (Esd. 4:4, 5) Infine, nel 522 a.E.V., questi oppositori non giudei riuscirono a far sospendere d’autorità i lavori.

(ESDRA 4:5)

“e assoldava consiglieri contro di loro per frustrare il loro consiglio per tutti i giorni di Ciro re di Persia fino al regno di Dario re di Persia.”

*** it-1 p. 555 Consigliere, Consiglio ***
Uomini noti per la loro sapienza erano altamente stimati come consiglieri del re. (Vedi 2Sa 16:23). A motivo della loro posizione influente, venivano a volte fatti tentativi per corromperli. Quando i nemici degli ebrei assoldarono dei consiglieri, lo fecero forse corrompendo funzionari persiani che ricoprivano tale incarico. — Esd 4:5.

*** w86 15/1 p. 7 “Punti notevoli della Bibbia” per fare acquistare più perspicacia ***
ca. 550-529 Ciro il Grande Ciro Esdra 1:1; 4:5

*** w86 15/1 p. 7 “Punti notevoli della Bibbia” per fare acquistare più perspicacia ***
521-486 Dario I Dario Esdra 4:5, 24; 6:1-15

(ESDRA 4:6)

“E sotto il regno di Assuero, all’inizio del suo regno, scrissero un’accusa contro gli abitanti di Giuda e Gerusalemme.”

*** it-1 p. 234 Assuero ***
2. L’Assuero di Esdra 4:6, all’inizio del cui regno i nemici degli ebrei scrissero un’accusa contro di loro, poteva essere Cambise, successore di Ciro il conquistatore di Babilonia e il liberatore degli ebrei. Cambise regnò dal 529 al 522 a.E.V.

*** it-2 p. 571 Persia, Persiani ***
Dalla morte di Ciro a quella di Dario. Il regno di Ciro il Grande terminò nel 530 a.E.V. con la sua morte, avvenuta durante una campagna militare. Gli succedette il figlio Cambise II che riportò la vittoria sull’Egitto. Pur non essendo menzionato per nome nella Bibbia, Cambise è evidentemente l’“Assuero” al quale coloro che si opponevano alla ricostruzione del tempio presentarono false accuse contro gli ebrei, come si legge in Esdra 4:6.

*** w86 15/1 p. 7 “Punti notevoli della Bibbia” per fare acquistare più perspicacia ***
529-522 Cambise II Assuero Esdra 4:6

(ESDRA 4:7)

“Inoltre, ai giorni di Artaserse, Bislam, Mitredat, Tabeel e il resto dei suoi colleghi scrissero ad Artaserse re di Persia, e la scrittura della lettera era scritta in caratteri aramaici e tradotta in lingua aramaica.”

*** si p. 86 par. 9 Libro biblico numero 15: Esdra ***
I popoli vicini, loro avversari, si offrono di aiutare nella costruzione, dicendo che ricercano lo stesso Dio, ma il rimanente giudaico rifiuta apertamente ogni alleanza con loro. Gli avversari cercano continuamente di indebolire i giudei, di scoraggiarli e di frustrare la loro opera, dal tempo del regno di Ciro fino a quello di Dario. Alla fine, ai giorni di “Artaserse” (Bardiya o forse il mago Gaumata, 522 a.E.V.), i lavori vengono sospesi con la forza per ordine del re. Questa proibizione resta in vigore “fino al secondo anno del regno di Dario re di Persia” (520 a.E.V.), oltre 15 anni dopo che erano state gettate le fondamenta. — 4:4-7, 24.

*** it-1 p. 208 Artaserse ***
ARTASERSE
(Artasèrse).
Nome o titolo riferito nella Bibbia a due re persiani.
1. Sovrano persiano che fece interrompere la costruzione del tempio di Geova a Gerusalemme. (Esd 4:7-24) Nell’intervallo fra il regno di Ciro il Grande, che aveva permesso il ritorno degli ebrei a Gerusalemme (537 a.E.V.), e quello di Dario I il Grande, che nel 520 a.E.V. tolse il veto imposto alla costruzione del tempio, ci furono tre re: Cambise II, suo fratello Bardiya (o forse un mago conosciuto col nome di Gaumata, che si dice si spacciasse per Bardiya e che regnò sette mesi), e Nidintu-Bel (sconfitto e ucciso da Dario dopo due soli mesi). Cambise è evidentemente l’“Assuero” menzionato in Esdra 4:6 a cui fu presentata la prima protesta da coloro che si opponevano alla ricostruzione del tempio. Perciò, da Esdra 4:7 in poi, il sovrano chiamato “Artaserse” deve essere Bardiya o Gaumata, che rimase al potere solo sette mesi (522 a.E.V.).

*** it-2 p. 569 Persia, Persiani ***
Il persiano appartiene alla famiglia delle lingue indoeuropee ed è considerato affine al sanscrito, antica lingua indiana. A un certo punto della loro storia i persiani cominciarono a usare la scrittura cuneiforme, ma con molti meno caratteri rispetto alle centinaia in uso presso i babilonesi e gli assiri. Anche se esistono iscrizioni in persiano antico con traduzione in accadico e in una lingua generalmente chiamata “elamita” o “susiano” risalenti all’epoca dell’impero persiano, i documenti ufficiali usati nell’amministrazione dei domini imperiali erano principalmente in aramaico, lingua internazionale. — Esd 4:7.

*** w86 15/1 p. 7 “Punti notevoli della Bibbia” per fare acquistare più perspicacia ***
Gaumata (Smerdi) Artaserse Esdra 4:7-23

(ESDRA 4:10)

“e il resto delle nazioni che il grande e onorevole Asenappar portò in esilio e stabilì nelle città della Samaria, e il resto oltre il Fiume, . . . ; e ora”

*** it-1 p. 45 Acaz ***
In quanto ai “sessantacinque anni” di Isaia 7:8, cioè il periodo in cui Efraim sarebbe stato “frantumato”, un commentario biblico afferma: “Una prima deportazione d’Israele avvenne nel giro di un anno o due da questo momento [in cui fu pronunciata la profezia di Isaia], sotto Tiglat-Pileser (2 Re 15. 29). Una seconda durante il regno di Oshea, sotto Salmaneser (2 Re 17. 1-6), circa vent’anni dopo. Ma la deportazione finale che diede il ‘colpo di grazia’ a Israele così che non fosse più ‘un popolo’, accompagnata dall’insediamento di stranieri in Samaria, avvenne sotto Esar-Addon, che deportò anche Manasse, re di Giuda, nel ventiduesimo anno del suo regno, sessantacinque anni dopo che era stata pronunciata questa profezia (cfr. Esdra 4.2, 3, 10 con 2 Re 17.24; 2 Cronache 33.11)”. — Jamieson, Fausset e Brown, Commentary on the Whole Bible.

*** it-1 p. 220 Asenappar ***
ASENAPPAR
(Asenappàr).
Questo nome compare in una parte del libro di Esdra (4:10) scritta in aramaico. Evidentemente è una forma abbreviata del nome del re assiro Assurbanipal in cui una r sostituisce la l finale, come avviene nell’alfabeto persiano in cui manca la lettera l. Gli abitanti di Susa (capitale dell’Elam) vennero trasferiti in Samaria da Asenappar. (Cfr. 2Re 17:24-28). La storia conferma che Assurbanipal fu l’unico re assiro in grado di compiere tale azione nei confronti degli abitanti del paese di Elam.

*** it-1 p. 233 Assiria ***
Assurbanipal. Prima di morire Esar-Addon aveva nominato il figlio Assurbanipal erede al trono d’Assiria e un altro figlio, Shamash-shum-u-kin, erede al trono di Babilonia. Shamash-shum-u-kin si ribellò poi contro il fratello Assurbanipal che ebbe la meglio e saccheggiò la città di Babilonia.
Con Assurbanipal l’impero pervenne alla massima espansione. Egli represse un’insurrezione in Egitto e saccheggiò la città di Tebe (No-Amon). I confini dell’impero assiro giunsero a includere le regioni dell’Elam, parte della Media fino all’Ararat, estendendosi a O fino alla Cilicia in Asia Minore, attraverso la Siria e Israele (ma non Gerusalemme), e giù fino in Egitto, in Arabia e nella Babilonia. A quanto pare è “il grande e onorevole Asenappar” menzionato in Esdra 4:10. — Vedi ASENAPPAR.

*** w88 15/2 p. 28 La spietata Assiria, seconda grande potenza mondiale ***
Assurbanipal, figlio di Esar-Addon, è considerato il “grande e onorevole Asenappar” menzionato in Esdra 4:10. Sotto di lui l’impero assiro raggiunse la massima espansione.

(ESDRA 4:13)

“Ora sia noto al re che, se questa città sarà riedificata e le sue mura saranno finite, essi non daranno né tassa né tributo né pedaggio, e ciò causerà perdita alle tesorerie dei re.”

*** it-2 p. 1078 Tassazione ***
Durante la dominazione persiana, gli ebrei (fatta eccezione per i sacerdoti e altri che prestavano servizio nel santuario, i quali erano stati esonerati da Artaserse Longimano) dovevano pagare una tassa (aram. middàh o mindàh), un tributo (belòh) e un pedaggio (halàkh). (Esd 4:13, 20; 7:24) Si pensa che middàh fosse una tassa pro capite, belòh un’imposta sui consumi, e halàkh un pedaggio pagato dai viaggiatori alle stazioni di posta sulle strade o ai guadi dei fiumi. La middàh (“tributo” in Ne 5:4, CEI, NM, VR) doveva essere abbastanza alta se molti ebrei dovevano ricorrere a prestiti per pagarla. Oltre a pagare le tasse imposte dai persiani, gli ebrei normalmente dovevano anche pensare al mantenimento del governatore. — Ne 5:14, 15.

(ESDRA 4:20)

“E ci furono forti re su Gerusalemme e che dominarono su tutto [ciò che è] oltre il Fiume, ed erano dati loro tassa, tributo e pedaggio.”

*** it-2 p. 1078 Tassazione ***
Durante la dominazione persiana, gli ebrei (fatta eccezione per i sacerdoti e altri che prestavano servizio nel santuario, i quali erano stati esonerati da Artaserse Longimano) dovevano pagare una tassa (aram. middàh o mindàh), un tributo (belòh) e un pedaggio (halàkh). (Esd 4:13, 20; 7:24) Si pensa che middàh fosse una tassa pro capite, belòh un’imposta sui consumi, e halàkh un pedaggio pagato dai viaggiatori alle stazioni di posta sulle strade o ai guadi dei fiumi. La middàh (“tributo” in Ne 5:4, CEI, NM, VR) doveva essere abbastanza alta se molti ebrei dovevano ricorrere a prestiti per pagarla. Oltre a pagare le tasse imposte dai persiani, gli ebrei normalmente dovevano anche pensare al mantenimento del governatore. — Ne 5:14, 15.

(ESDRA 4:23)

“Ora, dopo che la copia del documento ufficiale di Artaserse il re era stata letta davanti a Reum e a Simsai lo scriba e ai loro colleghi, essi andarono in fretta a Gerusalemme dai giudei e li fermarono con la forza delle armi.”

*** it-2 p. 571 Persia, Persiani ***
Ad ogni modo il regno di Cambise terminò nel 522 a.E.V. e il regno successivo durò sette mesi, terminando anch’esso nel 522 a.E.V. con l’assassinio dell’usurpatore (Bardiya o Gaumata lo pseudo Smerdi). Eppure sembra che durante questo breve regno una seconda accusa contro gli ebrei venisse presentata all’allora re di Persia, chiamato nella Bibbia “Artaserse” (forse un nome o titolo regale), e questa volta le accuse sfociarono nell’interdetto reale che intimò di sospendere la costruzione del tempio. (Esd 4:7-23) I lavori del tempio rimasero quindi fermi “fino al secondo anno del regno di Dario re di Persia”. — Esd 4:24.

(ESDRA 4:24)

“Fu allora che il lavoro della casa di Dio, che era a Gerusalemme, cessò; e restò fermo fino al secondo anno del regno di Dario re di Persia.”

*** si p. 166 parr. 3-4 Libro biblico numero 37: Aggeo ***
Nel 537 a.E.V. Ciro aveva emanato il decreto che permetteva ai giudei di tornare in patria per riedificare la casa di Geova. Ma si era ormai nel 520 a.E.V. e il tempio era tutt’altro che completato. In tutti quegli anni i giudei avevano lasciato che l’opposizione nemica, la loro stessa apatia e il materialismo impedissero loro di adempiere il vero scopo per cui erano ritornati. — Esd. 1:1-4; 3:10-13; 4:1-24; Agg. 1:4.
4 Come mostra il racconto, erano state appena poste le fondamenta del tempio (nel 536 a.E.V.) che già “il popolo del paese indeboliva di continuo le mani del popolo di Giuda e lo scoraggiava dall’edificare, e assoldava consiglieri contro di loro per frustrare il loro consiglio”. (Esd. 4:4, 5) Infine, nel 522 a.E.V., questi oppositori non giudei riuscirono a far sospendere d’autorità i lavori. Fu nel secondo anno del re persiano Dario, figlio di Istaspe, cioè nel 520 a.E.V., che Aggeo cominciò a profetizzare, e questo incoraggiò i giudei a riprendere la costruzione del tempio. Allora i governatori vicini mandarono una lettera a Dario per sollecitare una decisione sulla faccenda; Dario riconfermò il decreto di Ciro e sostenne i giudei contro i loro nemici.

*** si p. 167 parr. 8-9 Libro biblico numero 37: Aggeo ***
8 Primo messaggio (1:1-15). Questo è rivolto al governatore Zorobabele e al sommo sacerdote Giosuè, ma in modo da essere udito dal popolo. Il popolo ha detto: “Il tempo non è venuto, il tempo della casa di Geova, perché sia edificata”. Per mezzo di Aggeo, Geova fa una domanda scrutatrice: “È il tempo per voi stessi di dimorare nelle vostre case rivestite di pannelli, mentre questa casa è devastata?” (1:2, 4) Essi hanno seminato molto in senso materiale, ma ne hanno ricavato poco in quanto a cibo, bevanda e vestiario. “Ponete il cuore alle vostre vie”, ammonisce Geova. (1:7) È ormai tempo di portare il legname e di edificare la casa, affinché Geova sia glorificato. I giudei hanno cura delle loro proprie case, ma la casa di Geova è devastata. Perciò Geova ha trattenuto dall’uomo e dalla sua fatica la rugiada del cielo e il prodotto del campo e la Sua benedizione.
9 Ora afferrano il punto! Aggeo non ha profetizzato invano. Governanti e popolo ‘ascoltano la voce di Geova loro Dio’. Il timore di Geova prende il posto del timore dell’uomo. Per mezzo di Aggeo suo messaggero, Geova assicura: “Io sono con voi”. (1:12, 13) Geova stesso desta lo spirito del governatore, lo spirito del sommo sacerdote e lo spirito del rimanente del Suo popolo. Essi si mettono al lavoro, esattamente 23 giorni dopo l’inizio dell’attività profetica di Aggeo, e nonostante il bando ufficiale del governo persiano.

*** it-1 pp. 651-652 Dario ***
Dario I figlio di Istaspe è menzionato nella Bibbia a proposito della ricostruzione del tempio di Gerusalemme. Le fondamenta del tempio erano state poste nel 536 a.E.V., ma il lavoro di ricostruzione fu bloccato nel 522 e “restò fermo fino al secondo anno del regno di Dario” (520 a.E.V.). (Esd 4:4, 5, 24) Quell’anno i profeti Aggeo e Zaccaria incoraggiarono gli ebrei a continuare la costruzione, e i lavori ripresero. (Esd 5:1, 2; Ag 1:1, 14, 15; Zac 1:1)

*** it-2 p. 571 Persia, Persiani ***
I lavori del tempio rimasero quindi fermi “fino al secondo anno del regno di Dario re di Persia”. — Esd 4:24.
Dario I (Dario il Grande, figlio di Istaspe) salì evidentemente al trono dopo avere organizzato o istigato l’uccisione di colui che occupava il trono di Persia. A Gerusalemme, con l’approvazione di Dario, furono ripresi i lavori del tempio, che fu completato nel sesto anno del suo regno (agli inizi del 515 a.E.V.). (Esd 6:1-15) Sotto Dario l’impero ebbe un periodo di espansione. Egli estese il dominio persiano fino all’India a E, e alla Tracia e alla Macedonia a O.

*** w86 15/1 p. 7 “Punti notevoli della Bibbia” per fare acquistare più perspicacia ***
521-486 Dario I Dario Esdra 4:5, 24; 6:1-15

(ESDRA 5:2)

“Fu allora che Zorobabele figlio di Sealtiel e Iesua figlio di Iozadac si levarono e iniziarono a riedificare la casa di Dio, che era a Gerusalemme; e con loro c’erano i profeti di Dio che davano loro aiuto.”

*** it-2 p. 523 Pedaia ***
Per motivi non dichiarati, Zorobabele è anche chiamato figlio di Sealtiel fratello di Pedaia. È possibile che Pedaia sia morto quando Zorobabele era giovane e che Sealtiel lo abbia adottato, oppure che Sealtiel sia morto senza figli maschi e Pedaia abbia contratto il matrimonio del cognato, generando Zorobabele a nome di suo fratello Sealtiel. — Esd 5:2; Mt 1:12.

*** it-2 p. 913 Sealtiel ***
Chi era il padre di Zorobabele? Pedaia viene identificato come tale una sola volta (1Cr 3:19), mentre il fratello di Pedaia, Sealtiel (1Cr 3:17, 18), viene così definito in tutti gli altri casi. (Esd 3:2, 8; 5:2; Ne 12:1; Ag 1:1, 12, 14; 2:2, 23; Mt 1:12; Lu 3:27) Se Pedaia morì quando suo figlio Zorobabele era ragazzo, Sealtiel, fratello maggiore di Pedaia, potrebbe averlo allevato come proprio figlio. Oppure, se Sealtiel morì senza figli e Pedaia ne sposò la moglie in base all’istituzione del levirato, il figlio che Pedaia ebbe dalla moglie di Sealtiel sarebbe stato l’erede legale di Sealtiel.

(ESDRA 5:5)

“E l’occhio del loro Dio mostrò d’essere sugli anziani dei giudei, e non li fermarono finché la comunicazione non fosse giunta a Dario e non fosse quindi rimandato indietro un documento ufficiale a questo proposito.”

*** w86 15/1 p. 9 Geova mantiene le promesse! ***
5:5 — Perché gli oppositori non fermarono l’opera di costruzione?
Lo sguardo vigile di Geova era sui suoi fedeli servitori. (II Cronache 16:9) Rafforzati dallo spirito di Dio, gli anziani non si lasciarono intimorire. Si appellarono al decreto di Ciro da tanto tempo dimenticato. Dato che la legge persiana non poteva essere cambiata, gli avversari ebbero paura di opporsi a un decreto reale. (Daniele 6:8, 15) Era chiarissimo che Geova guidava le cose e i lavori proseguirono.

*** w86 1/2 p. 29 L’occhio di Geova “era sugli anziani” ***
L’occhio di Geova “era sugli anziani”
OGGI gli anziani devono prendere spesso decisioni che sembrano al di fuori della portata della loro conoscenza e della loro esperienza. Esaminate, tuttavia, la situazione che dovettero affrontare alcuni anziani giudei al tempo di Esdra.
Dopo che il rimanente giudaico era tornato da Babilonia, ci fu un periodo di sedici anni di inattività. I profeti Aggeo e Zaccaria si diedero da fare per scuotere i giudei dalla loro apatia, e l’opera di ricostruzione del tempio di Geova venne ripresa. Entro breve tempo, però, alcuni funzionari persiani trovarono da ridire su questi lavori. “Chi vi ha emanato l’ordine di edificare questa casa?”, chiesero gli oppositori. — Esdra 5:1-3.
Era difficile rispondere a questa domanda. Se gli anziani si fossero lasciati intimidire, la ricostruzione del tempio sarebbe stata bruscamente interrotta. Se gli anziani si fossero inimicati questi funzionari, c’era la possibilità che i lavori fossero immediatamente proibiti. Perciò gli anziani (indubbiamente guidati dal governatore Zorobabele e dal sommo sacerdote Giosuè) formularono una risposta efficace, ma accorta. Ricordarono ai funzionari l’esistenza del decreto di Ciro, da tempo dimenticato, col quale era stato concesso ai giudei il permesso reale di compiere questi lavori. Conoscendo la consuetudine persiana di non mutare mai le leggi emanate, questi funzionari pensarono bene di non mettersi contro un decreto reale. In tal modo fu permessa la prosecuzione dei lavori, finché più tardi il re Dario diede la sua approvazione ufficiale! — Esdra 5:11-17; 6:6-12.
Questo straordinario risultato fu forse conseguito grazie alla sapienza umana? Al contrario, il racconto di Esdra dice che “l’occhio del loro Dio era sugli anziani dei Giudei”. (Esdra 5:5) Era chiaro che Geova aveva guidato le loro parole e la risposta favorevole del re persiano. In modo simile, anche oggi gli anziani cristiani possono rivolgersi a Geova per ottenere guida e istruzioni quando devono prendere decisioni difficili o quando hanno a che fare con oppositori.

(ESDRA 5:6)

“[Ecco] una copia della lettera che Tattenai il governatore oltre il Fiume e Setar-Bozenai e i suoi colleghi, i governatori minori che erano oltre il Fiume, mandarono a Dario il re;”

*** w93 15/6 p. 32 Si può avere fiducia nella Bibbia? ***
Si può avere fiducia nella Bibbia?
SE PRENDESTE in mano una Bibbia, vi aspettereste di trovarvi una moneta? Che dire di questa antica moneta d’argento?
Molti pensano che la Bibbia sia un vecchio libro contenente racconti bizzarri e dalla morale edificante. Nondimeno non credono che i racconti biblici siano storicamente accurati, e quindi negano che la Bibbia sia la Parola di Dio. Ci sono però molte prove a conferma dell’accuratezza della Bibbia. Questa moneta (ingrandita nella foto) ne è un valido esempio. Cosa dice l’iscrizione?
La moneta fu coniata a Tarso, città situata nella parte sud-orientale dell’odierna Turchia, sotto il dominio del governatore persiano Mazeo, nel IV secolo a.E.V. Egli vi è identificato come governatore della provincia “Oltre il Fiume”, cioè l’Eufrate.
Ma cosa c’è di tanto interessante in questa frase? La cosa interessante è che la stessa designazione si trova nella Bibbia. Esdra 5:6–6:13 menziona uno scambio di corrispondenza fra un governatore di nome Tattenai e il re persiano Dario. Essa verteva sulla ricostruzione del tempio di Gerusalemme da parte degli ebrei. Esdra era un esperto copista della Legge di Dio e ci si aspetterebbe che fosse preciso e accurato in ciò che scriveva. Noterete in Esdra 5:6 e 6:13 che egli definì Tattenai “il governatore oltre il Fiume”.
Esdra mise per iscritto queste parole verso il 460 a.E.V., circa 100 anni prima che venisse coniata questa moneta. Qualcuno, è vero, potrebbe pensare che il titolo di un antico funzionario sia un dettaglio secondario. Ma se ci si può fidare degli scrittori biblici anche in dettagli così piccoli, non dovrebbe questo accrescere la nostra fiducia anche nelle altre cose che scrissero?
Nei primi due articoli di questa rivista troverete ulteriori motivi per nutrire questa fiducia.
[Referenza fotografica a pagina 32]
Collection of Israel Dept. of Antiquities Exhibited & photographed Israel Museum

(ESDRA 5:12)

“Comunque, siccome i nostri padri irritarono l’Iddio dei cieli, egli li diede in mano a Nabucodonosor re di Babilonia, il caldeo, ed egli demolì questa casa e portò il popolo in esilio a Babilonia.”

*** it-1 p. 652 Dario ***
La dichiarazione degli ebrei che metteva a confronto l’operato del caldeo Nabucodonosor, distruttore del tempio, con quello del persiano Ciro, che ne aveva autorizzato la ricostruzione, dovette avere un effetto positivo su Dario il quale, nei primi anni di regno, aveva dovuto affrontare due rivolte da parte di ribelli che avevano entrambi assunto il nome di Nabucodonosor (chiamati dagli storici Nabucodonosor III e Nabucodonosor IV), si dichiaravano figli di Nabonedo e volevano l’indipendenza di Babilonia dall’impero persiano.

(ESDRA 5:13)

“Tuttavia, nel primo anno di Ciro re di Babilonia, Ciro il re emanò l’ordine di riedificare questa casa di Dio.”

*** it-1 p. 652 Dario ***
La dichiarazione degli ebrei che metteva a confronto l’operato del caldeo Nabucodonosor, distruttore del tempio, con quello del persiano Ciro, che ne aveva autorizzato la ricostruzione, dovette avere un effetto positivo su Dario il quale, nei primi anni di regno, aveva dovuto affrontare due rivolte da parte di ribelli che avevano entrambi assunto il nome di Nabucodonosor (chiamati dagli storici Nabucodonosor III e Nabucodonosor IV), si dichiaravano figli di Nabonedo e volevano l’indipendenza di Babilonia dall’impero persiano.

(ESDRA 5:14)

“E anche i vasi d’oro e d’argento della casa di Dio che Nabucodonosor aveva tolto dal tempio che era a Gerusalemme, e aveva portato al tempio di Babilonia, questi Ciro il re tolse dal tempio di Babilonia e furono dati a Sesbazzar, nome di colui che egli fece governatore.”

*** it-2 p. 359 Nabucodonosor ***
Molto religioso. Sembra che Nabucodonosor fosse estremamente religioso. Infatti eresse o abbellì i templi di numerose divinità babilonesi. Era particolarmente devoto a Marduk, il principale dio di Babilonia. A lui Nabucodonosor attribuiva il merito delle sue vittorie militari. Trofei di guerra, fra cui i sacri vasi del tempio di Geova, sembra venissero deposti nel tempio di Marduk (Merodac). (Esd 1:7; 5:14) In un’iscrizione di Nabucodonosor si legge: “A tua gloria, o eccelso MERODAC, ho eretto una casa. . . . Possa accogliere al suo interno l’abbondante tributo dei re di nazioni e di tutti i popoli!” — Records of the Past: Assyrian and Egyptian Monuments, Londra, 1875, vol. V, p. 135.

25-31 gennaio 2016
Esdra 6-10

(ESDRA 6:1)

“Fu allora che Dario il re emanò l’ordine, e fecero un’investigazione nella casa delle registrazioni dei tesori depositati là a Babilonia.”

*** it-1 p. 439 Casa ***
(16) edificio che ospita le registrazioni ufficiali di stato (Esd 6:1).

*** it-2 p. 571 Persia, Persiani ***
Dario I (Dario il Grande, figlio di Istaspe) salì evidentemente al trono dopo avere organizzato o istigato l’uccisione di colui che occupava il trono di Persia. A Gerusalemme, con l’approvazione di Dario, furono ripresi i lavori del tempio, che fu completato nel sesto anno del suo regno (agli inizi del 515 a.E.V.). (Esd 6:1-15) Sotto Dario l’impero ebbe un periodo di espansione. Egli estese il dominio persiano fino all’India a E, e alla Tracia e alla Macedonia a O.

*** w86 15/1 p. 7 “Punti notevoli della Bibbia” per fare acquistare più perspicacia ***
521-486 Dario I Dario Esdra 4:5, 24; 6:1-15

(ESDRA 6:2)

“E a Ecbatana, nel luogo fortificato che era nel distretto giurisdizionale di Media, fu trovato un rotolo, e c’era scritta una memoria in questo senso:”

*** it-1 p. 499 Ciro ***
Oltre al proclama reale citato in Esdra 1:1-4, la Bibbia parla di un altro documento di Ciro, una “memoria” depositata nell’archivio di Ecbatana in Media e scoperta durante il regno di Dario il Persiano. (Esd 5:13-17; 6:1-5) A proposito di questo secondo documento, il prof. G. Ernest Wright dice: “È esplicitamente intitolato dikrona, termine ufficiale aramaico per un memorandum che conteneva una decisione orale del re o di un altro funzionario e che avviava un’azione amministrativa. Non era mai destinato alla pubblicazione ma poteva essere consultato solo dal funzionario addetto, dopo di che era depositato negli archivi di stato”. — Biblical Archaeology, cit., p. 203.

*** it-1 p. 764 Ecbatana ***
ECBATANA
(Ecbàtana).
Capitale dell’antica Media dal 700 a.E.V. circa. Ciro II re di Persia la prese ad Astiage re di Media, dopo di che gli eserciti medi e persiani si unirono sotto il comando di Ciro. All’epoca del re di Persia Dario I (figlio di Istaspe) Ecbatana è menzionata nelle Scritture come una località del distretto giurisdizionale della Media. — Esd 6:1, 2.
“Ecbatana” è la forma italiana del nome di questa città in Esdra 6:2, e corrisponde alla lezione della Vulgata latina e anche del testo greco degli Apocrifi che furono poi inclusi nella Settanta. Nel testo masoretico e nella Pescitta siriaca è chiamata invece “Acmeta”. Antichi scrittori greci pare usassero il nome Ecbatana in riferimento a diverse località. Ma attualmente è opinione comune fra gli studiosi che l’Ecbatana conquistata da Ciro (e quindi quella menzionata in Esd 6:2) corrisponda alla moderna città di Hamadan, importante centro commerciale dell’Iran ai piedi del monte Alwand, circa 290 km a OSO di Teheran. Come l’antica Ecbatana era un’importante città lungo la principale carovaniera che dalla Mesopotamia portava verso E, così la moderna Hamadan è attraversata da diverse vie di comunicazione, come quella che congiunge Baghdad a Teheran.

(ESDRA 6:3)

““Nel primo anno di Ciro il re, Ciro il re emanò l’ordine riguardo alla casa di Dio a Gerusalemme: Sia riedificata la casa come posto in cui devono offrire sacrifici, e se ne devono fissare le fondamenta, essendo la sua altezza di sessanta cubiti, e la sua larghezza di sessanta cubiti,”

*** g 2/11 pp. 16-17 Un libro degno di fiducia (parte IV) ***
Come dice Esdra 6:3, 4, Ciro emanò l’ordine di attingere i fondi necessari per ricostruire il tempio “dalla casa del re”. Questa sorprendente dichiarazione concorda con quanto dice la storia. “Per i re persiani, quella di sostenere il restauro di santuari all’interno del loro impero era una norma consolidata”, afferma un libro sull’argomento. — Persia and the Bible.

*** it-1 p. 499 Ciro ***
La cooperazione di Ciro con gli ebrei era in netto contrasto col trattamento riservato loro da precedenti sovrani pagani. Egli restituì i preziosi utensili del tempio che Nabucodonosor II aveva portato a Babilonia, permise agli ebrei di importare legname di cedro dal Libano, e autorizzò lo stanziamento di fondi dalla casa del re per coprire le spese di costruzione. (Esd 1:7-11; 3:7; 6:3-5) Secondo il Cilindro di Ciro (ILLUSTRAZIONE, vol. 2, p. 332), il sovrano persiano seguì una politica generalmente umanitaria e tollerante verso i popoli vinti del suo reame. L’iscrizione riporta le sue parole: “Ho restituito a [certe già menzionate] città sacre sull’altra riva del Tigri, i cui santuari erano in rovina da molto tempo, le immagini che (solevano) dimorarvi e stabilii per quelle santuari permanenti. Ho (inoltre) radunato tutti (i precedenti) abitanti e (a quelli) ho restituito le loro abitazioni”. — Ancient Near Eastern Texts, cit., p. 316.

*** it-2 p. 570 Persia, Persiani ***
Religione e legge. Sembra che i re persiani, benché capaci di crudeltà come i sovrani semiti dell’Assiria e della Babilonia, cercassero per lo meno all’inizio di manifestare una certa lealtà e legalità nei rapporti con i popoli vinti. La loro religione aveva a quanto pare una componente etica. Dopo la principale divinità, Ahura Mazda, un altro dio importante era Mithra, venerato, oltre che come dio della guerra, anche come difensore dei patti e dei contratti, i cui occhi e orecchi erano sempre vigili per scorgere gli eventuali violatori degli accordi. (Vedi DEI E DEE). A proposito dei persiani lo storico greco Erodoto (I, 136, 138) scrive: “Ai loro figli, a cominciare dai cinque anni fino ai venti, insegnano tre cose solamente: montare a cavallo, tirar d’arco e dire la verità. . . . La cosa più riprovevole è dai Persiani comunemente considerata la menzogna”. Anche se la loro storia rivela che i sovrani persiani non furono immuni da doppiezza e intrighi, tuttavia una certa fedeltà di fondo a qualche credo tribale che imponeva di ‘mantenere la parola’ è evidente dalla loro insistenza nel sostenere l’inviolabilità della “legge dei medi e dei persiani”. (Da 6:8, 15; Est 1:19; 8:8) Infatti quando il decreto di Ciro venne ritrovato circa 18 anni dopo la sua emanazione, il re Dario riconobbe la legittimità della posizione degli ebrei circa la ricostruzione del tempio e diede ordini che fosse prestata loro la massima collaborazione. — Esd 6:1-12.

(ESDRA 6:4)

“con tre strati di pietre rotolate [sul posto] e uno strato di legname; e la spesa sia sostenuta dalla casa del re.”

*** g 2/11 pp. 16-17 Un libro degno di fiducia (parte IV) ***
Come dice Esdra 6:3, 4, Ciro emanò l’ordine di attingere i fondi necessari per ricostruire il tempio “dalla casa del re”. Questa sorprendente dichiarazione concorda con quanto dice la storia. “Per i re persiani, quella di sostenere il restauro di santuari all’interno del loro impero era una norma consolidata”, afferma un libro sull’argomento. — Persia and the Bible.

(ESDRA 6:5)

“E anche i vasi d’oro e d’argento della casa di Dio che Nabucodonosor tolse dal tempio che era a Gerusalemme e portò a Babilonia siano restituiti, affinché pervengano al tempio che è a Gerusalemme al suo posto e siano depositati nella casa di Dio.”

*** it-1 p. 499 Ciro ***
La cooperazione di Ciro con gli ebrei era in netto contrasto col trattamento riservato loro da precedenti sovrani pagani. Egli restituì i preziosi utensili del tempio che Nabucodonosor II aveva portato a Babilonia, permise agli ebrei di importare legname di cedro dal Libano, e autorizzò lo stanziamento di fondi dalla casa del re per coprire le spese di costruzione. (Esd 1:7-11; 3:7; 6:3-5) Secondo il Cilindro di Ciro (ILLUSTRAZIONE, vol. 2, p. 332), il sovrano persiano seguì una politica generalmente umanitaria e tollerante verso i popoli vinti del suo reame. L’iscrizione riporta le sue parole: “Ho restituito a [certe già menzionate] città sacre sull’altra riva del Tigri, i cui santuari erano in rovina da molto tempo, le immagini che (solevano) dimorarvi e stabilii per quelle santuari permanenti. Ho (inoltre) radunato tutti (i precedenti) abitanti e (a quelli) ho restituito le loro abitazioni”. — Ancient Near Eastern Texts, cit., p. 316.

(ESDRA 6:13)

“Quindi Tattenai il governatore oltre il Fiume, Setar-Bozenai e i loro colleghi, proprio come Dario il re aveva mandato [a dire], così fecero prontamente.”

*** w93 15/6 p. 32 Si può avere fiducia nella Bibbia? ***
Si può avere fiducia nella Bibbia?
SE PRENDESTE in mano una Bibbia, vi aspettereste di trovarvi una moneta? Che dire di questa antica moneta d’argento?
Molti pensano che la Bibbia sia un vecchio libro contenente racconti bizzarri e dalla morale edificante. Nondimeno non credono che i racconti biblici siano storicamente accurati, e quindi negano che la Bibbia sia la Parola di Dio. Ci sono però molte prove a conferma dell’accuratezza della Bibbia. Questa moneta (ingrandita nella foto) ne è un valido esempio. Cosa dice l’iscrizione?
La moneta fu coniata a Tarso, città situata nella parte sud-orientale dell’odierna Turchia, sotto il dominio del governatore persiano Mazeo, nel IV secolo a.E.V. Egli vi è identificato come governatore della provincia “Oltre il Fiume”, cioè l’Eufrate.
Ma cosa c’è di tanto interessante in questa frase? La cosa interessante è che la stessa designazione si trova nella Bibbia. Esdra 5:6–6:13 menziona uno scambio di corrispondenza fra un governatore di nome Tattenai e il re persiano Dario. Essa verteva sulla ricostruzione del tempio di Gerusalemme da parte degli ebrei. Esdra era un esperto copista della Legge di Dio e ci si aspetterebbe che fosse preciso e accurato in ciò che scriveva. Noterete in Esdra 5:6 e 6:13 che egli definì Tattenai “il governatore oltre il Fiume”.
Esdra mise per iscritto queste parole verso il 460 a.E.V., circa 100 anni prima che venisse coniata questa moneta. Qualcuno, è vero, potrebbe pensare che il titolo di un antico funzionario sia un dettaglio secondario. Ma se ci si può fidare degli scrittori biblici anche in dettagli così piccoli, non dovrebbe questo accrescere la nostra fiducia anche nelle altre cose che scrissero?
Nei primi due articoli di questa rivista troverete ulteriori motivi per nutrire questa fiducia.
[Referenza fotografica a pagina 32]
Collection of Israel Dept. of Antiquities Exhibited & photographed Israel Museum

(ESDRA 6:14)

“E gli anziani dei giudei edificavano e facevano progresso sotto il profetizzare di Aggeo il profeta e di Zaccaria nipote di Iddo, e [la] edificarono e [la] finirono a motivo dell’ordine dell’Iddio d’Israele e a motivo dell’ordine di Ciro e di Dario e di Artaserse re di Persia.”

*** it-1 p. 208 Artaserse ***
Artaserse I Longimano accordò sia al sacerdote Esdra che a Neemia il permesso di recarsi a Gerusalemme. (Esd 7:1-7; Ne 2:1, 7, 8) Gli storici antichi gli attribuiscono un carattere generalmente benevolo e generoso. Questo coincide con le azioni che Longimano compì nel settimo anno del suo regno (468 a.E.V.), quando concesse a Esdra “tutto ciò che chiese”, provvedendo con un decreto l’argento, l’oro e i vasi per il tempio oltre alle provviste di grano, vino, olio e sale. (Esd 7:6, 12-23; 8:25-27) Questa generosa contribuzione può spiegare perché in Esdra 6:14 Artaserse è incluso insieme a Ciro e a Dario fra coloro i cui ordini permisero di ‘edificare e finire’ il tempio, anche se l’effettiva costruzione era stata ultimata 47 anni prima, nel 515 a.E.V.

*** w86 15/1 p. 7 “Punti notevoli della Bibbia” per fare acquistare più perspicacia ***
521-486 Dario I Dario Esdra 4:5, 24; 6:1-15

*** w86 15/1 p. 7 “Punti notevoli della Bibbia” per fare acquistare più perspicacia ***
474-423 Artaserse I Artaserse Esdra 6:14; 7:1-26;
(Longimano) Neemia 2:1-18

(ESDRA 6:15)

“E completarono questa casa il terzo giorno del mese lunare di adar, cioè nel sesto anno del regno di Dario il re.”

*** si p. 86 par. 10 Libro biblico numero 15: Esdra ***
Con il continuo incoraggiamento dei profeti di Geova, i costruttori completano il tempio in meno di cinque anni. Questo avviene nel mese di adar del sesto anno di Dario, o verso la primavera del 515 a.E.V.: l’intera costruzione ha richiesto quasi 20 anni. (6:14, 15)

*** it-1 p. 627 Cronologia ***
Dal 537 a.E.V. alla conversione di Cornelio. Nel secondo anno dal ritorno dall’esilio (536 a.E.V.), furono poste in Gerusalemme le fondamenta del tempio, ma la ricostruzione del tempio non fu ultimata fino al sesto anno del regno di Dario I (il Persiano). (Esd 3:8-10; 6:14, 15) Poiché Dario non si stabilì a Babilonia prima del dicembre del 522, quando sconfisse, e poco dopo catturò e uccise, il ribelle Nabucodonosor III, il 522 a.E.V. può essere considerato l’anno di accessione di Dario I. Il suo primo anno di regno iniziò dunque nella primavera del 521 a.E.V. (Babylonian Chronology, 626 B.C.—A.D. 75, cit., p. 30) Il sesto anno di Dario iniziò dunque il 12 aprile del 516 a.E.V., e terminò alla fine di marzo del 515 a.E.V. In base a ciò la ricostruzione del tempio di Zorobabele fu ultimata il 6 marzo del 515 a.E.V.

*** it-1 p. 652 Dario ***
Con la cooperazione delle autorità e col continuo incoraggiamento dei profeti (Zac 7:1; 8:1-9, 20-23), i lavori del tempio furono felicemente portati a termine “il terzo giorno del mese lunare di adar, cioè nel sesto anno del regno di Dario” (Esd 6:13-15; entro il 6 marzo del 515 a.E.V.).

(ESDRA 6:18)

“E stabilirono i sacerdoti nelle loro classi e i leviti nelle loro divisioni, per il servizio di Dio che è a Gerusalemme, secondo la prescrizione del libro di Mosè.”

*** si p. 13 par. 2 Libro biblico numero 1: Genesi ***
Genesi è il primo libro del Pentateuco (greco per “cinque rotoli” o “volume in cinque parti”). In origine il Pentateuco era evidentemente un unico libro chiamato la Torà (Legge) o il “libro della legge di Mosè”, ma in seguito fu diviso in cinque rotoli per poterli maneggiare più facilmente. — Gios. 23:6; Esd. 6:18.

(ESDRA 6:21)

“Quindi [la] mangiarono i figli d’Israele che erano tornati dall’Esilio, e ognuno che si era separato dall’impurità delle nazioni del paese [unendosi] a loro, per ricercare Geova l’Iddio d’Israele.”

*** w06 15/1 p. 19 par. 6 Punti notevoli del libro di Esdra ***
6:21. Vedendo i progressi nell’opera di Geova, i samaritani che vivevano nel territorio degli ebrei e gli ebrei tornati dall’esilio che avevano ceduto alle influenze pagane fecero i dovuti cambiamenti nella loro vita. Non dovremmo anche noi partecipare con entusiasmo all’opera affidataci da Dio, inclusa l’opera di predicazione del Regno?

*** w86 15/1 p. 9 Geova mantiene le promesse! ***
6:21 — Chi erano quelli che si separarono “dall’impurità delle nazioni”?
Forse erano proseliti tornati assieme agli ebrei, samaritani che abitavano nel paese o addirittura ebrei rimpatriati che erano stati corrotti da influenze pagane. (Confronta Esdra 9:1). Il progresso della pura adorazione di Geova a Gerusalemme, a quanto pare, li aveva indotti a compiere i necessari cambiamenti nella loro vita.

(ESDRA 6:22)

“E continuarono a tenere la festa dei pani non fermentati per sette giorni con allegrezza; poiché Geova li fece rallegrare, ed egli aveva rivolto il cuore del re d’Assiria verso di loro per rafforzare le loro mani nel lavoro della casa del [vero] Dio, l’Iddio d’Israele.”

*** it-1 p. 234 Assiria ***
Il titolo “re d’Assiria” fu similmente applicato al re di Persia (Dario I [figlio di Istaspe]) che dominava l’Assiria all’epoca della ricostruzione del tempio di Gerusalemme (ultimato nel 515 a.E.V.). — Esd 6:22.

(ESDRA 7:1)

“E dopo queste cose nel regno di Artaserse re di Persia, Esdra figlio di Seraia figlio di Azaria figlio di Ilchia”

*** w06 15/1 p. 19 par. 9 Punti notevoli del libro di Esdra ***
7:1, 7, 11: In questi versetti si parla dello stesso Artaserse che aveva fatto fermare la ricostruzione? No. Artaserse è un nome o un titolo riferito a due re persiani. Uno, che ordinò di interrompere i lavori del tempio nel 522 a.E.V., era Bardiya o forse Gaumata. L’Artaserse che era al potere quando Esdra andò a Gerusalemme era Artaserse Longimano.

*** si p. 86 par. 11 Libro biblico numero 15: Esdra ***
11 Esdra torna a Gerusalemme (7:1–8:36). Trascorrono quasi 50 anni, e arriviamo così al 468 a.E.V., settimo anno del re persiano Artaserse I (detto “Longimano” perché aveva la mano destra più lunga della sinistra). Il re concede all’esperto copista Esdra ‘tutto ciò che chiede’ per fare un viaggio a Gerusalemme e prestare l’aiuto tanto necessario. (7:6)

*** it-1 pp. 1007-1008 Genealogia ***
Quella dello stesso Esdra è un esempio di genealogia ridotta. (Esd 7:1-5) Egli indica la sua discendenza dal sommo sacerdote Aaronne, ma nell’elenco parallelo in 1 Cronache 6:3-14, nei versetti da 7 a 10 compaiono diversi nomi omessi in Esdra 7:3. Probabilmente Esdra lo fece per evitare inutili ripetizioni e per abbreviare il lungo elenco di nomi. Tuttavia l’elenco era sufficiente per dimostrare la sua discendenza sacerdotale. Esdra dice di essere “figlio” di Seraia, volendo dire che era suo discendente; infatti Seraia doveva essere il suo bisnonno o forse anche il suo trisavolo. Il sommo sacerdote Seraia fu ucciso da Nabucodonosor all’epoca dell’esilio in Babilonia (607 a.E.V.), e suo figlio Iozadac venne deportato. (2Re 25:18-21; 1Cr 6:14, 15) Il sommo sacerdote Giosuè (Iesua), che tornò 70 anni dopo con Zorobabele, era nipote di Seraia. (Esd 5:2; Ag 1:1) Esdra si recò a Gerusalemme 69 anni dopo, per cui è impossibile che fosse realmente figlio di Seraia e fratello di Iozadac.
Un’altra cosa che apprendiamo dal confronto di queste genealogie è che Esdra, pur essendo discendente di Aaronne per mezzo di Seraia, evidentemente non era della particolare discendenza di Seraia attraverso la quale si trasmetteva la carica di sommo sacerdote, cioè quella di Iozadac. Da Seraia la discendenza dei sommi sacerdoti passava per Giosuè (Iesua), Ioiachim ed Eliasib, quest’ultimo sommo sacerdote durante il governatorato di Neemia. Esdra raggiunse quindi il suo obiettivo con una genealogia ridotta, fornendo solo i nomi necessari a dimostrare la sua posizione nella discendenza di Aaronne. — Ne 3:1; 12:10.

*** it-2 p. 942 Seraia ***
6. Capo sacerdote all’epoca in cui Babilonia distrusse Gerusalemme (607 a.E.V.). Seraia fu ucciso per ordine di Nabucodonosor, ma suo figlio Iozadac venne risparmiato e portato prigioniero a Babilonia. (2Re 25:18-21; Ger 52:24-27) Grazie a Iozadac figlio di Seraia la linea dei sommi sacerdoti discendenti di Aaronne non fu interrotta; Iesua figlio di Iozadac ricopriva questo incarico al tempo della liberazione e del ritorno degli ebrei. (1Cr 6:14, 15; Esd 3:2) Seraia è pure definito padre di Esdra, ma in considerazione del fatto che tra la morte di Seraia e il ritorno di Esdra trascorsero 139 anni, fra loro ci furono probabilmente almeno due generazioni innominate, omissione comune nelle genealogie bibliche. — Esd 7:1.

*** w86 15/1 p. 7 “Punti notevoli della Bibbia” per fare acquistare più perspicacia ***
474-423 Artaserse I Artaserse Esdra 6:14; 7:1-26;
(Longimano) Neemia 2:1-18

*** w86 15/1 p. 9 Geova mantiene le promesse! ***
7:1, 7, 11 — Chi era questo Artaserse?
Era il re persiano Artaserse I (Longimano). Nel suo ventesimo anno diede a Neemia il permesso di far ritorno a Gerusalemme e di ricostruirne le mura e le porte. (Neemia 2:1-8) Gli storici antichi descrivono questo Artaserse come un uomo dall’indole benigna e generosa. Per via della sua ingente offerta, in Esdra 6:14 venne incluso fra coloro i cui ordini contribuirono al completamento del tempio, anche se la costruzione era finita circa 47 anni prima. Non è lo stesso Artaserse che fermò i lavori di ricostruzione. (Esdra 4:7-23) Quest’ultimo era Gaumata, che regnò appena otto mesi nel 522 a.E.V. A quanto pare, “Artaserse” era un nome o un titolo regale.

(ESDRA 7:3)

“figlio di Amaria figlio di Azaria figlio di Meraiot”

*** it-1 pp. 1007-1008 Genealogia ***
Egli indica la sua discendenza dal sommo sacerdote Aaronne, ma nell’elenco parallelo in 1 Cronache 6:3-14, nei versetti da 7 a 10 compaiono diversi nomi omessi in Esdra 7:3. Probabilmente Esdra lo fece per evitare inutili ripetizioni e per abbreviare il lungo elenco di nomi. Tuttavia l’elenco era sufficiente per dimostrare la sua discendenza sacerdotale.

(ESDRA 7:6)

“questo Esdra stesso salì da Babilonia; ed era un esperto copista della legge di Mosè, che Geova l’Iddio d’Israele aveva dato, così che il re gli concesse, secondo la mano di Geova suo Dio su di lui, tutto ciò che chiese.”

*** it-1 p. 208 Artaserse ***
Artaserse I Longimano accordò sia al sacerdote Esdra che a Neemia il permesso di recarsi a Gerusalemme. (Esd 7:1-7; Ne 2:1, 7, 8) Gli storici antichi gli attribuiscono un carattere generalmente benevolo e generoso. Questo coincide con le azioni che Longimano compì nel settimo anno del suo regno (468 a.E.V.), quando concesse a Esdra “tutto ciò che chiese”, provvedendo con un decreto l’argento, l’oro e i vasi per il tempio oltre alle provviste di grano, vino, olio e sale. (Esd 7:6, 12-23; 8:25-27) Questa generosa contribuzione può spiegare perché in Esdra 6:14 Artaserse è incluso insieme a Ciro e a Dario fra coloro i cui ordini permisero di ‘edificare e finire’ il tempio, anche se l’effettiva costruzione era stata ultimata 47 anni prima, nel 515 a.E.V.

*** it-1 p. 446 Cattività ***
Con l’affermarsi fra gli ebrei della consuetudine di radunarsi nelle sinagoghe locali, crebbe la necessità di avere copie delle Scritture per le comunità degli esiliati ebrei in tutta la Media, la Persia e la Babilonia. Esdra era noto come “esperto copista della legge di Mosè”, il che indica che copie della legge di Geova erano state portate da Giuda e venivano riprodotte. (Esd 7:6) Senza dubbio questi preziosi rotoli delle passate generazioni includevano il libro dei Salmi; probabilmente il Salmo 137, e forse anche il Salmo 126, furono composti durante la cattività o poco dopo. I sei cosiddetti Salmi dell’Hallel (113–118) venivano cantati durante le solennità della Pasqua dopo il ritorno del rimanente da Babilonia.

(ESDRA 7:7)

“Di conseguenza alcuni dei figli d’Israele e dei sacerdoti e dei leviti e dei cantori e dei portinai e dei netinei salirono a Gerusalemme nel settimo anno di Artaserse il re.”

*** it-2 p. 332 Ritorno degli esuli da Babilonia, Il ***
Non tutti gli esuli però tornarono allora. Nel 468 a.E.V. un altro gruppo accompagnò il sacerdote Esdra, che portava a Gerusalemme doni per il tempio. (Esd 7:1–8:32)

*** w86 15/1 p. 9 Geova mantiene le promesse! ***
7:1, 7, 11 — Chi era questo Artaserse?
Era il re persiano Artaserse I (Longimano). Nel suo ventesimo anno diede a Neemia il permesso di far ritorno a Gerusalemme e di ricostruirne le mura e le porte. (Neemia 2:1-8) Gli storici antichi descrivono questo Artaserse come un uomo dall’indole benigna e generosa. Per via della sua ingente offerta, in Esdra 6:14 venne incluso fra coloro i cui ordini contribuirono al completamento del tempio, anche se la costruzione era finita circa 47 anni prima. Non è lo stesso Artaserse che fermò i lavori di ricostruzione. (Esdra 4:7-23) Quest’ultimo era Gaumata, che regnò appena otto mesi nel 522 a.E.V. A quanto pare, “Artaserse” era un nome o un titolo regale.

(ESDRA 7:10)

“Poiché Esdra stesso aveva preparato il suo cuore per consultare la legge di Geova e per metter[la] in pratica e per insegnare in Israele regolamento e giustizia.”

*** w06 15/1 p. 20 par. 3 Punti notevoli del libro di Esdra ***
7:10. Esdra, diligente studioso ed efficace insegnante della Parola di Dio, è un esempio per noi. Preparò il suo cuore in preghiera per consultare la legge di Geova, prestando la massima attenzione a ciò che Geova diceva. Esdra metteva in pratica le cose che imparava e si sforzava di insegnarle agli altri.

*** w02 1/7 pp. 20-22 Il vostro insegnamento è efficace? ***
Il vostro insegnamento è efficace?
GENITORI, anziani, proclamatori della buona notizia: tutti devono essere insegnanti. I genitori insegnano ai figli, gli anziani insegnano ai componenti della congregazione cristiana e i predicatori della buona notizia insegnano ai nuovi interessati. (Deuteronomio 6:6, 7; Matteo 28:19, 20; 1 Timoteo 4:13, 16) Cosa potete fare per rendere il vostro insegnamento più efficace? Tanto per cominciare potete imitare l’esempio e il metodo di insegnanti capaci menzionati nella Parola di Dio. Esdra fu un insegnante di questo tipo.
Impariamo dall’esempio di Esdra
Esdra era un sacerdote aaronnico che viveva a Babilonia circa 2.500 anni fa. Nel 468 a.E.V. andò a Gerusalemme per promuovere la pura adorazione fra gli ebrei di quella città. (Esdra 7:1, 6, 12, 13) Per assolvere questo compito doveva insegnare al popolo la Legge di Dio. Cosa fece Esdra per assicurarsi che il suo insegnamento fosse efficace? Compì vari passi essenziali. Notate in Esdra 7:10 quali sono:
“Esdra stesso [1] aveva preparato il suo cuore [2] per consultare la legge di Geova e [3] per metterla in pratica e [4] per insegnare in Israele regolamento e giustizia”. Esaminiamo brevemente ciascuno di questi passi e vediamo cosa possiamo imparare da essi.
“Esdra stesso aveva preparato il suo cuore”
Come il contadino prepara il suolo con l’aratro prima di seminare, così Esdra preparò il suo cuore con le preghiere perché fosse pronto ad accogliere la Parola di Dio. (Esdra 10:1) In altre parole, ‘inclinò il suo cuore’ all’insegnamento di Geova. — Proverbi 2:2.
Sullo stesso tono la Bibbia dice che il re Giosafat ‘preparò il suo cuore per ricercare il vero Dio’. (2 Cronache 19:3) In contrasto una generazione d’Israele “che non aveva preparato il cuore” è definita “ostinata e ribelle”. (Salmo 78:8) Geova vede “la persona segreta del cuore”. (1 Pietro 3:4) Sì, egli “insegnerà ai mansueti la sua via”. (Salmo 25:9) Com’è importante, dunque, che gli insegnanti odierni seguano l’esempio di Esdra mettendo prima il loro cuore nella giusta condizione con le preghiere!
“Per consultare la legge di Geova”
Per essere un insegnante capace, Esdra consultò la Parola di Dio. Se consultassimo un medico non l’ascolteremmo attentamente e non ci accerteremmo di capire tutto quello che ci dice o che ci prescrive? Certo, poiché ne va della nostra salute. Quanto più, dunque, dovremmo prestare profonda attenzione alle cose che Geova ci dice, o ci prescrive, attraverso la sua Parola, la Bibbia, e attraverso “lo schiavo fedele e discreto”. Dopo tutto i suoi consigli riguardano la nostra vita! (Matteo 4:4; 24:45-47) Naturalmente un medico può sbagliarsi, ma “la legge di Geova è perfetta”. (Salmo 19:7) Non avremo mai bisogno di sentire un altro parere.
I libri biblici di Cronache, che in origine, quando Esdra li scrisse, erano un solo volume, dimostrano che era davvero uno studioso meticoloso. Per scrivere quei libri consultò diverse fonti. Gli ebrei, arrivati da poco da Babilonia, avevano bisogno di un riepilogo della storia nazionale. Non avevano sufficiente conoscenza delle loro cerimonie religiose, del servizio del tempio e dei compiti dei leviti. Le registrazioni genealogiche erano di vitale importanza per loro. Esdra prestò particolare attenzione a queste cose. Fino alla venuta del Messia, gli ebrei dovevano continuare a essere una nazione con il proprio paese, il tempio, il sacerdozio e un governatore. Grazie alle informazioni raccolte da Esdra, si poterono preservare l’unità e la vera adorazione.
Come sono le vostre abitudini di studio in paragone con quelle di Esdra? Il diligente studio della Bibbia vi aiuterà a insegnarla con efficacia.
‘Consultate la legge di Geova’ come famiglia
Lo studio personale non è l’unico modo per consultare la legge di Geova. Anche lo studio familiare è un’eccellente occasione per consultarla.
Jan e Julia, una coppia dei Paesi Bassi, hanno letto ad alta voce ai loro due figli dal giorno che sono nati. Oggi Ivo ha 15 anni ed Edo ne ha 14. Una volta la settimana fanno ancora lo studio familiare. Jan spiega: “Il nostro obiettivo principale durante lo studio non è quello di trattare una gran quantità di materiale ma di far sì che i ragazzi afferrino quello che consideriamo”. E aggiunge: “I ragazzi fanno molte ricerche. Cercano parole poco conosciute e fanno ricerche su personaggi biblici: quando sono vissuti, chi erano, che lavoro facevano, e così via. Da quando hanno imparato a leggere, consultano libri come Perspicacia nello studio delle Scritture, dizionari ed enciclopedie. Questo rende molto più piacevole lo studio familiare. I ragazzi sono sempre pronti e non vedono l’ora di iniziare”. Un altro vantaggio è che ora entrambi sanno leggere, scrivere ed esprimersi meglio dei loro compagni.
John e Tini, un’altra coppia dei Paesi Bassi, studiavano con il figlio Esli (che ora ha 24 anni e fa il pioniere in un’altra congregazione) e con la figlia Linda (che adesso ha 20 anni ed è sposata con un bravo fratello). Tuttavia, invece di studiare una certa pubblicazione con domande e risposte, come si fa di solito, adattavano lo studio familiare all’età e ai bisogni dei figli. Quale metodo usavano?
John spiega che i figli sceglievano un soggetto interessante dalle “Domande dai lettori” (La Torre di Guardia) e dal “Punto di vista biblico” (Svegliatevi!). Poi presentavano quello che avevano preparato, e ne nascevano sempre interessanti conversazioni familiari. In questo modo diventarono esperti nel fare ricerche e nell’esporre ciò che avevano studiato. ‘Consultate la legge di Geova’ con i vostri figli? Questo non solo accrescerà le vostre capacità di insegnare ma aiuterà anche i vostri figli a divenire insegnanti più efficaci.
“Per metterla in pratica”
Esdra metteva in pratica quello che imparava. Per esempio, quando era ancora a Babilonia aveva probabilmente una vita tranquilla. Nondimeno appena si rese conto che poteva aiutare il suo popolo rinunciò alle comodità che offriva Babilonia per recarsi nella lontana Gerusalemme, dove avrebbe incontrato disagi, problemi e pericoli. È chiaro che Esdra non solo aveva acquistato conoscenza della Bibbia ma fu pronto ad agire in base a quello che aveva imparato. — 1 Timoteo 3:13.
In seguito, quando viveva a Gerusalemme, Esdra dimostrò nuovamente di mettere in pratica quello che aveva imparato e che insegnava. Fu evidente quando apprese che alcuni israeliti avevano sposato donne pagane. La Bibbia ci dice che ‘si strappò la veste e il manto senza maniche, e si strappò dei capelli della testa e dei peli della barba, e sedeva attonito fino a sera’. Provava perfino ‘vergogna e imbarazzo ad alzare la sua faccia’ a Geova. — Esdra 9:1-6.
Che effetto aveva avuto su di lui lo studio della Legge di Dio! Esdra aveva le idee chiare sulle terribili conseguenze della disubbidienza del popolo. Gli ebrei rimpatriati erano pochi. Se contraevano matrimoni misti alla fine si sarebbero amalgamati con le nazioni pagane circostanti e la pura adorazione sarebbe facilmente scomparsa dalla superficie della terra!
Il devoto esempio di timore e zelo di Esdra spinse gli israeliti a correggere le loro vie. Mandarono via le mogli straniere. Nel giro di tre mesi tutto fu sistemato. La lealtà di Esdra alla Legge di Dio contribuì molto a rendere efficace il suo insegnamento.
Oggi avviene la stessa cosa. Un padre cristiano ha detto: “I figli non fanno quello che dici; fanno quello che fai!” Vale lo stesso principio nella congregazione cristiana. Gli anziani che danno un ottimo esempio possono aspettarsi che la congregazione segua i loro insegnamenti.
“Per insegnare in Israele regolamento e giustizia”
L’insegnamento di Esdra fu efficace anche per un’altra ragione. Anziché le proprie idee insegnò “regolamento e giustizia”, cioè i regolamenti, o le leggi, di Geova. Essendo sacerdote, era una sua responsabilità. (Malachia 2:7) Insegnò anche la giustizia, e diede una dimostrazione di quello che insegnava attenendosi a ciò che era giusto in modo onesto e imparziale, secondo una norma. Quando chi esercita l’autorità mostra giustizia, ne deriva stabilità e si hanno risultati duraturi. (Proverbi 29:4) Allo stesso modo, anziani cristiani, genitori e proclamatori del Regno che conoscono bene la Parola di Dio generano stabilità spirituale quando insegnano i regolamenti e la giustizia di Geova nella congregazione, nella famiglia e agli interessati.
Non convenite che il vostro insegnamento diventa più efficace quando imitate appieno l’esempio del fedele Esdra? Quindi ‘preparate il cuore, consultate la legge di Geova, mettetela in pratica e insegnate il regolamento e la giustizia di Geova’. — Esdra 7:10.
[Nota in calce]
In Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. 1, pp. 604-5, edito dai testimoni di Geova, si trova un elenco di 20 fonti.
[Riquadro/Illustrazione a pagina 22]
COSA RESE EFFICACE L’INSEGNAMENTO DI ESDRA?
1. Mise il suo cuore nella condizione giusta
2. Consultò la Legge di Geova
3. Diede un buon esempio mettendo in pratica ciò che imparava
4. Si impegnò per insegnare il punto di vista scritturale

*** w01 15/10 pp. 20-21 Acquistate un cuore gradito a Geova ***
‘Preparate il cuore per consultare la Parola di Dio’
11 Il cuore simbolico si può paragonare a un terreno in cui piantare il seme della verità. (Matteo 13:18-23) Il terreno letterale viene di solito lavorato per garantire un buon raccolto. Allo stesso modo il cuore dev’essere preparato affinché assimili meglio la Parola di Dio. Il sacerdote Esdra “aveva preparato il suo cuore per consultare la legge di Geova e per metterla in pratica”. (Esdra 7:10) Come possiamo preparare il nostro cuore?
12 Un mezzo eccellente per preparare il cuore quando consultiamo la Parola di Dio è una sentita preghiera. Le adunanze cristiane dei veri adoratori iniziano e terminano con la preghiera. Com’è appropriato iniziare sempre lo studio personale della Bibbia con una sentita preghiera e poi mantenere un atteggiamento devoto durante tutto lo studio!
13 Il cuore simbolico dev’essere preparato a mettere da parte i preconcetti. I capi religiosi dei giorni di Gesù non furono disposti a farlo. (Matteo 13:15) D’altra parte, Maria, madre di Gesù, trasse conclusioni “nel suo cuore” basate sulle verità che aveva udito. (Luca 2:19, 51) E divenne una fedele discepola di Gesù. Lidia di Tiatira ascoltò Paolo, “e Geova le aprì pienamente il cuore affinché prestasse attenzione”. Anche lei divenne credente. (Atti 16:14, 15) Non atteniamoci mai rigidamente a idee personali o punti dottrinali a cui teniamo molto. Vorremo invece essere disposti a lasciare che “sia Dio trovato verace, benché ogni uomo sia trovato bugiardo”. — Romani 3:4.
14 È particolarmente importante preparare il cuore per ascoltare alle adunanze cristiane. Non riusciremo a concentrarci su quanto viene detto se siamo distratti da altre cose. Le parole pronunciate influiranno poco su di noi se siamo preoccupati per quanto è successo durante la giornata o per quello che ci aspetta l’indomani. Dobbiamo essere fermamente determinati ad ascoltare e imparare se vogliamo trarre beneficio da quanto viene detto. E che benefìci possiamo ricevere se siamo decisi a capire le scritture ‘esposte e il significato che viene dato loro’! — Neemia 8:5-8, 12.
15 Esattamente come l’aggiunta di appropriate sostanze può migliorare il suolo letterale, così coltivando umiltà, desiderio per le cose spirituali, fiducia, santo timore e amore di Dio possiamo arricchire il nostro cuore simbolico. L’umiltà intenerisce il cuore, facendoci divenire più ammaestrabili. Geova disse al re giudeo Giosia: “Per la ragione che il tuo cuore si è intenerito così che ti sei umiliato a causa di Geova nell’udire ciò che ho pronunciato . . . e piangevi dinanzi a me, io, sì, io ho udito”. (2 Re 22:19) Il cuore di Giosia era umile e sensibile. L’umiltà permise ai discepoli di Gesù, “uomini illetterati e comuni”, di afferrare e applicare le verità spirituali che ‘i saggi e gli intellettuali” non capivano. (Atti 4:13; Luca 10:21) Vorremo “umiliarci dinanzi al nostro Dio” mentre ci sforziamo di acquistare un cuore a lui gradito. — Esdra 8:21.
16 Gesù disse: “Felici quelli che si rendono conto del loro bisogno spirituale”. (Matteo 5:3) Anche se siamo dotati della capacità di apprezzare le cose spirituali, pressioni esercitate da questo mondo malvagio o caratteristiche come la pigrizia possono renderci meno attenti a soddisfare questo bisogno. (Matteo 4:4) Dobbiamo coltivare un sano appetito per il cibo spirituale. Anche se inizialmente non proviamo piacere nella lettura della Bibbia e nello studio personale, persistendo scopriremo che la conoscenza ‘diverrà piacevole alla nostra medesima anima’, tanto da attendere con ansia i momenti stabiliti per lo studio. — Proverbi 2:10, 11.
17 “Confida in Geova con tutto il tuo cuore e non ti appoggiare al tuo proprio intendimento”, esortò il re Salomone. (Proverbi 3:5) Un cuore che confida in Geova sa che qualunque cosa Egli chieda o comandi mediante la sua Parola è sempre giusta. (Isaia 48:17) Egli merita senz’altro la nostra completa fiducia. È in grado di adempiere tutto quello che si è proposto. (Isaia 40:26, 29) Infatti, il suo stesso nome significa letteralmente “Egli fa divenire”, il che infonde fiducia nella sua capacità di adempiere quanto ha promesso! Geova “è giusto in tutte le sue vie e leale in tutte le sue opere”. (Salmo 145:17) Naturalmente per avere fiducia in lui dobbiamo ‘gustare e vedere che Geova è buono’, mettendo in pratica nella nostra vita quello che impariamo dalla Bibbia e riflettendo sui buoni risultati che questo produce. — Salmo 34:8.
18 Indicando un’altra qualità che rende il nostro cuore sensibile alla guida divina, Salomone dichiarò: “Temi Geova e allontanati dal male”. (Proverbi 3:7) Geova disse riguardo all’antico Israele: “Se solo edificassero questo loro cuore per temermi e per osservare sempre tutti i miei comandamenti, affinché andasse bene a loro e ai loro figli a tempo indefinito!” (Deuteronomio 5:29) Sì, quelli che temono Dio gli ubbidiscono. Egli ha la capacità di “mostrare la sua forza a favore di quelli il cui cuore è completo verso di lui” e di infliggere la punizione a quelli che gli disubbidiscono. (2 Cronache 16:9) Il timore reverenziale di dispiacere a Dio guidi sempre ogni nostro pensiero, sentimento e azione.
‘Amate Geova con tutto il vostro cuore’
19 L’amore, più di tutte le altre qualità, rende veramente il nostro cuore sensibile alla guida di Geova Dio. Se il nostro cuore è pieno di amore verso di lui, saremo ansiosi di imparare quello che gli piace e quello che non gli piace. (1 Giovanni 5:3) Gesù disse: “Devi amare Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. (Matteo 22:37) Sforziamoci di rendere più profondo l’amore che nutriamo verso Dio prendendo l’abitudine di riflettere sulla sua bontà, rivolgendoci regolarmente a lui come a un amico intimo ed essendo ansiosi di parlare di lui con altri.

*** w00 1/3 p. 29 Ricercate Geova con un cuore preparato ***
Ricercate Geova con un cuore preparato
ESDRA, sacerdote israelita, fu uno straordinario ricercatore, studioso, scriba e maestro della Legge. Per i cristiani odierni è anche un eccellente esempio di servizio reso con tutta l’anima. In che senso? Nel senso che continuò a manifestare santa devozione pur vivendo a Babilonia, città piena di falsi dèi e centro di adorazione demonica.
La santa devozione di Esdra non era frutto del caso. Era qualcosa su cui aveva lavorato. Lui stesso dice che “aveva preparato il suo cuore per consultare la legge di Geova e per metterla in pratica”. — Esdra 7:10.
Come Esdra, gli odierni servitori di Geova desiderano fare tutto ciò che Geova richiede da loro, benché vivano in un mondo ostile alla vera adorazione. Esaminiamo quindi alcuni modi in cui anche noi possiamo preparare il nostro cuore, la persona interiore — inclusi pensieri, atteggiamenti, desideri e motivazioni — per “consultare la legge di Geova e per metterla in pratica”.
Prepariamo il nostro cuore
“Preparare” significa “predisporre [qualcosa] in modo che sia pronta all’uso . . . Mettere [qualcosa o qualcuno] nelle condizioni necessarie ad affrontare una determinata situazione”. (Zingarelli, 2000) Naturalmente, se avete acquistato accurata conoscenza della Parola di Dio e avete dedicato la vostra vita a Geova, il vostro cuore ha sicuramente dimostrato di essere preparato e si può paragonare al “terreno eccellente” di cui parlò Gesù nella parabola del seminatore. — Matteo 13:18-23.
Nondimeno il cuore ha continuo bisogno di cura e raffinamento. Perché? Per due ragioni. Prima, perché tendenze errate possono facilmente mettervi radice, come erbacce in un giardino, specialmente in questi “ultimi giorni” in cui l’“aria” del sistema di Satana è satura dei semi nocivi del pensiero carnale. (2 Timoteo 3:1-5; Efesini 2:2) La seconda ragione riguarda il terreno stesso. Se lasciato incolto, in poco tempo si secca, si indurisce e diventa improduttivo. Oppure troppa gente può camminare sbadatamente nel giardino calpestando il suolo fino a trasformarlo in una massa indurita. La stessa cosa può capitare al simbolico terreno del nostro cuore. Se viene trascurato o calpestato da persone che non si interessano del nostro benessere spirituale può diventare infecondo.
Com’è dunque importante che tutti noi prestiamo ascolto all’ammonimento biblico: “Più di ogni altra cosa che si deve custodire, salvaguarda il tuo cuore, poiché da esso procedono le fonti della vita”! — Proverbi 4:23.

*** w00 1/10 pp. 14-15 par. 8 Studiare è piacevole e soddisfacente ***
Come Esdra, dobbiamo preparare il nostro cuore per la lettura e lo studio della Parola di Dio. Di lui è scritto: “Esdra stesso aveva preparato il suo cuore per consultare la legge di Geova e per metterla in pratica e per insegnare in Israele regolamento e giustizia”. (Esdra 7:10) Si noti il triplice scopo per cui Esdra aveva preparato il suo cuore: per studiare, per mettere in pratica e per insegnare. Dovremmo seguire il suo esempio.

*** it-1 p. 848 Esdra ***
Esdra aveva sincero zelo per la pura adorazione e “aveva preparato il suo cuore per consultare la legge di Geova e per metterla in pratica e per insegnare in Israele regolamento e giustizia”. (Esd 7:1-6, 10) Oltre al libro che porta il suo nome, Esdra probabilmente scrisse i due libri di Cronache e, secondo la tradizione ebraica, cominciò a raccogliere e catalogare i libri delle Scritture Ebraiche. Inoltre fece notevoli ricerche. Infatti nei due libri di Cronache cita una ventina di fonti di informazioni. Ai giorni di Esdra molti ebrei erano dispersi in paesi lontani, perciò era necessario fare molte copie delle Scritture Ebraiche, lavoro in cui probabilmente egli fu un pioniere.

(ESDRA 7:11)

“E questa è una copia della lettera che il re Artaserse diede a Esdra il sacerdote copista, copista delle parole dei comandamenti di Geova e dei suoi regolamenti verso Israele:”

*** w86 15/1 p. 9 Geova mantiene le promesse! ***
7:1, 7, 11 — Chi era questo Artaserse?
Era il re persiano Artaserse I (Longimano). Nel suo ventesimo anno diede a Neemia il permesso di far ritorno a Gerusalemme e di ricostruirne le mura e le porte. (Neemia 2:1-8) Gli storici antichi descrivono questo Artaserse come un uomo dall’indole benigna e generosa. Per via della sua ingente offerta, in Esdra 6:14 venne incluso fra coloro i cui ordini contribuirono al completamento del tempio, anche se la costruzione era finita circa 47 anni prima. Non è lo stesso Artaserse che fermò i lavori di ricostruzione. (Esdra 4:7-23) Quest’ultimo era Gaumata, che regnò appena otto mesi nel 522 a.E.V. A quanto pare, “Artaserse” era un nome o un titolo regale.

(ESDRA 7:13)

“è stato da me emanato l’ordine che nel mio regno ognuno del popolo d’Israele e dei loro sacerdoti e leviti che vuole andare a Gerusalemme con te dovrebbe andare.”

*** w06 15/1 p. 20 par. 4 Punti notevoli del libro di Esdra ***
7:13. Geova vuole servitori volenterosi.

(ESDRA 7:14)

“Dato che d’innanzi al re e ai suoi sette consiglieri è stato mandato [l’ordine] di investigare riguardo a Giuda e a Gerusalemme nella legge del tuo Dio che è nella tua mano,”

*** it-1 p. 64 Admata ***
ADMATA
(Admàta) [da un termine persiano che significa “invitto”].
Uno dei sette principi del regno di Persia e di Media che avevano libero accesso presso il re Assuero. Questi principi convennero sull’opportunità di condannare la regina Vasti; a quanto pare un simile comitato di sette consiglieri prestava regolarmente servizio presso i re persiani. — Est 1:14; Esd 7:14.

(ESDRA 7:21)

““E da me stesso, Artaserse il re, è stato emanato l’ordine a tutti i tesorieri che sono oltre il Fiume, che ogni cosa che Esdra il sacerdote, il copista della legge dell’Iddio dei cieli, vi chieda, sia fatta prontamente,”

*** si p. 76 par. 5 Libro biblico numero 13: 1 Cronache ***
Il governante mondiale persiano riconobbe in Esdra la sapienza di Dio e gli affidò ampi poteri civili nel distretto giurisdizionale di Giuda. (Esd. 7:12-26) Così, con l’autorità datagli da Dio e dal re, Esdra poté compilare il suo racconto consultando i migliori documenti disponibili.

(ESDRA 7:24)

“E vi si rende noto che, in quanto a chiunque dei sacerdoti e leviti, musicisti, guardiani delle porte, netinei e lavoratori di questa casa di Dio, non è permesso imporre loro tassa, tributo o pedaggio.”

*** it-2 p. 1078 Tassazione ***
Durante la dominazione persiana, gli ebrei (fatta eccezione per i sacerdoti e altri che prestavano servizio nel santuario, i quali erano stati esonerati da Artaserse Longimano) dovevano pagare una tassa (aram. middàh o mindàh), un tributo (belòh) e un pedaggio (halàkh). (Esd 4:13, 20; 7:24) Si pensa che middàh fosse una tassa pro capite, belòh un’imposta sui consumi, e halàkh un pedaggio pagato dai viaggiatori alle stazioni di posta sulle strade o ai guadi dei fiumi. La middàh (“tributo” in Ne 5:4, CEI, NM, VR) doveva essere abbastanza alta se molti ebrei dovevano ricorrere a prestiti per pagarla. Oltre a pagare le tasse imposte dai persiani, gli ebrei normalmente dovevano anche pensare al mantenimento del governatore. — Ne 5:14, 15.

(ESDRA 7:28)

“E ha manifestato verso di me amorevole benignità davanti al re e ai suoi consiglieri e riguardo a tutti i potenti principi del re. E io, da parte mia, mi rafforzai secondo la mano di Geova mio Dio su di me, e radunavo da Israele i capi perché salissero con me.”

*** it-1 p. 848 Esdra ***
Perciò tornare a Gerusalemme significava perdere una posizione, lasciare amici, rinunciare a una vita più o meno agiata per farsi una nuova vita in un paese lontano, in condizioni penose, difficili e forse pericolose, per non parlare del viaggio lungo e rischioso a motivo delle numerose tribù arabe ostili e di altri nemici che si potevano incontrare. Per trasferirsi ci volevano coraggio, fede in Geova e zelo per la vera adorazione. Solo 1.500 uomini circa con le loro famiglie furono disposti e pronti a partire, forse 6.000 persone in tutto. Per Esdra guidarli non fu compito facile. Ma le sue esperienze passate l’avevano preparato ed egli si era rafforzato grazie alla mano di Geova su di lui. — Esd 7:10, 28; 8:1-14.

(ESDRA 8:15)

“E li radunavo al fiume che giunge ad Aava; e vi restammo accampati per tre giorni, affinché esaminassi il popolo e i sacerdoti, ma non vi trovai nessuno dei figli di Levi.”

*** it-1 p. 11 Aava ***
AAVA
(Aàva).
Nome di un fiume o canale della regione a NO di Babilonia, dove Esdra radunò alcuni ebrei e indisse un digiuno prima di intraprendere il faticoso viaggio verso Gerusalemme. (Esd 8:15, 21, 31) Doveva trovarsi a otto o nove giorni di viaggio da Babilonia. (Cfr. Esd 7:9; 8:15, 31). Erodoto (I, 179) parla di un piccolo corso d’acqua chiamato Is, che confluisce nell’Eufrate, e afferma che la città omonima sul fiume si trovava a circa otto giorni di viaggio da Babilonia. Is è stata identificata con l’odierna Hit, e alcuni suggeriscono questa come probabile ubicazione di Aava.

(ESDRA 8:25)

“E pesavo loro l’argento e l’oro e gli utensili, la contribuzione per la casa del nostro Dio che avevano dato come contributo il re e i suoi consiglieri e i suoi principi e tutti gli israeliti che si trovarono.”

*** it-1 p. 1054 Gerusalemme ***
I tesori che portarono avevano un valore di oltre 60 miliardi di lire. — Esd 8:25-27.

(ESDRA 8:26)

“Così pesai nella loro mano seicentocinquanta talenti d’argento e cento utensili d’argento del valore di [due] talenti, [e] oro per cento talenti,”

*** si p. 87 par. 12 Libro biblico numero 15: Esdra ***
Sono così in grado di portare senza difficoltà i loro tesori (del valore attuale di oltre 60 miliardi di lire) nella casa di Geova a Gerusalemme. — 8:26, 27 e note in calce.

*** it-1 p. 849 Esdra ***
Dopo aver supplicato Dio, convocò 12 capi scelti fra i sacerdoti, pesò attentamente nelle loro mani la contribuzione, che ai valori attuali doveva superare i 60 miliardi di lire, e la affidò loro. — Esd 8:21-30.

*** it-1 p. 1054 Gerusalemme ***
I tesori che portarono avevano un valore di oltre 60 miliardi di lire. — Esd 8:25-27.

(ESDRA 8:27)

“e venti piccole scodelle d’oro del valore di mille darici e due utensili di buon rame, rosso rilucente, desiderabile come l’oro.”

*** si p. 87 par. 12 Libro biblico numero 15: Esdra ***
Sono così in grado di portare senza difficoltà i loro tesori (del valore attuale di oltre 60 miliardi di lire) nella casa di Geova a Gerusalemme. — 8:26, 27 e note in calce.

*** it-1 p. 648 Darico ***
In 1 Cronache 29:7 una delle cifre relative alle contribuzioni per il tempio durante il regno di Davide è espressa in darici, anche se il darico persiano era sconosciuto all’epoca di Davide. Evidentemente lo scrittore di Cronache convertì la cifra originale nella moneta corrente, ben nota ai lettori. — Esd 8:27.

*** it-1 p. 849 Esdra ***
Dopo aver supplicato Dio, convocò 12 capi scelti fra i sacerdoti, pesò attentamente nelle loro mani la contribuzione, che ai valori attuali doveva superare i 60 miliardi di lire, e la affidò loro. — Esd 8:21-30.

*** it-1 p. 1054 Gerusalemme ***
I tesori che portarono avevano un valore di oltre 60 miliardi di lire. — Esd 8:25-27.

(ESDRA 9:1)

“E appena queste cose furono finite, i principi mi si accostarono, dicendo: “Il popolo d’Israele e i sacerdoti e i leviti non si sono separati dai popoli dei paesi riguardo alle loro cose detestabili, cioè dai cananei, dagli ittiti, dai ferezei, dai gebusei, dagli ammoniti, dai moabiti, dagli egiziani e dagli amorrei.”

*** w06 15/1 p. 20 par. 1 Punti notevoli del libro di Esdra ***
9:1, 2: Perché si può dire che i matrimoni misti con il popolo del paese costituivano una seria minaccia? La nazione ristabilita doveva essere custode dell’adorazione di Geova fino alla venuta del Messia. I matrimoni misti minacciavano seriamente la vera adorazione. L’intera nazione poteva divenire come le nazioni pagane a causa del fatto che qualcuno aveva formato delle alleanze matrimoniali con quegli idolatri. La pura adorazione poteva sparire dalla faccia della terra. In tal caso, per chi sarebbe venuto il Messia? Non è strano che Esdra fosse sconvolto quando vide ciò che era successo!

*** it-1 p. 117 Ammoniti ***
Matrimoni misti con gli israeliti. Dopo il ritorno degli ebrei dall’esilio (537 a.E.V.), un ammonita di nome Tobia ebbe una parte importante nel tentativo di impedire la ricostruzione delle mura di Gerusalemme. (Ne 4:3, 7, 8) In seguito ebbe pure l’impudenza di servirsi di una sala da pranzo entro l’area del tempio, finché Neemia indignato non buttò fuori il suo mobilio. (Ne 13:4-8; vedi TOBIA n. 2). Molti esuli ebrei rimpatriati avevano inoltre preso moglie fra gli ammoniti e altri popoli stranieri e furono per questo severamente rimproverati, con conseguente ripudio generale di tali mogli. — Esd 9:1, 2; 10:10-19, 44; Ne 13:23-27.
Espulso Tobia dall’area del tempio, fu letta e applicata la legge di Dio riportata in Deuteronomio 23:3-6 che proibiva l’ingresso di ammoniti e moabiti nella congregazione d’Israele. (Ne 13:1-3) In genere si pensa che questa restrizione, imposta un migliaio d’anni prima perché ammoniti e moabiti si erano rifiutati di soccorrere gli israeliti che si avvicinavano alla Terra Promessa, significasse che questi popoli non potessero entrare legalmente a far parte della nazione d’Israele con tutti i relativi diritti e privilegi che ciò avrebbe comportato. Questo non significa necessariamente che singoli ammoniti e moabiti non potessero unirsi agli israeliti o vivere in mezzo a loro e così beneficiare delle benedizioni divine sul popolo di Dio, com’è dimostrato dall’inclusione di Zelec, menzionato sopra, fra i principali guerrieri di Davide, e anche dal racconto di Rut la moabita. — Ru 1:4, 16-18.
In quest’ultimo caso, il matrimonio di Rut con Boaz indica che uomini ebrei potevano sposare donne di queste nazioni che si volgevano all’adorazione del vero Dio. Poiché i termini “ammonita” e “moabita” nel testo ebraico di Deuteronomio 23:3-6 sono al maschile, la Mishnàh ebraica (Jebamoth 8:3) sostiene che solo gli uomini ammoniti e moabiti erano esclusi da Israele. Comunque l’insistenza di Esdra che gli ebrei mandassero via le mogli straniere e l’atteggiamento simile di Neemia, già menzionato, indicano che l’ammissione di donne ammonite e moabite fra gli israeliti era possibile solo se accettavano la vera adorazione.

(ESDRA 9:2)

“Poiché hanno accettato alcune delle loro figlie per sé e per i loro figli; ed essi, il santo seme, si sono mescolati con i popoli dei paesi, e la mano dei principi e dei governanti delegati è stata la prima in questa infedeltà”.”

*** w06 15/1 p. 20 par. 1 Punti notevoli del libro di Esdra ***
9:1, 2: Perché si può dire che i matrimoni misti con il popolo del paese costituivano una seria minaccia? La nazione ristabilita doveva essere custode dell’adorazione di Geova fino alla venuta del Messia. I matrimoni misti minacciavano seriamente la vera adorazione. L’intera nazione poteva divenire come le nazioni pagane a causa del fatto che qualcuno aveva formato delle alleanze matrimoniali con quegli idolatri. La pura adorazione poteva sparire dalla faccia della terra. In tal caso, per chi sarebbe venuto il Messia? Non è strano che Esdra fosse sconvolto quando vide ciò che era successo!

*** it-1 p. 117 Ammoniti ***
Matrimoni misti con gli israeliti. Dopo il ritorno degli ebrei dall’esilio (537 a.E.V.), un ammonita di nome Tobia ebbe una parte importante nel tentativo di impedire la ricostruzione delle mura di Gerusalemme. (Ne 4:3, 7, 8) In seguito ebbe pure l’impudenza di servirsi di una sala da pranzo entro l’area del tempio, finché Neemia indignato non buttò fuori il suo mobilio. (Ne 13:4-8; vedi TOBIA n. 2). Molti esuli ebrei rimpatriati avevano inoltre preso moglie fra gli ammoniti e altri popoli stranieri e furono per questo severamente rimproverati, con conseguente ripudio generale di tali mogli. — Esd 9:1, 2; 10:10-19, 44; Ne 13:23-27.
Espulso Tobia dall’area del tempio, fu letta e applicata la legge di Dio riportata in Deuteronomio 23:3-6 che proibiva l’ingresso di ammoniti e moabiti nella congregazione d’Israele. (Ne 13:1-3) In genere si pensa che questa restrizione, imposta un migliaio d’anni prima perché ammoniti e moabiti si erano rifiutati di soccorrere gli israeliti che si avvicinavano alla Terra Promessa, significasse che questi popoli non potessero entrare legalmente a far parte della nazione d’Israele con tutti i relativi diritti e privilegi che ciò avrebbe comportato. Questo non significa necessariamente che singoli ammoniti e moabiti non potessero unirsi agli israeliti o vivere in mezzo a loro e così beneficiare delle benedizioni divine sul popolo di Dio, com’è dimostrato dall’inclusione di Zelec, menzionato sopra, fra i principali guerrieri di Davide, e anche dal racconto di Rut la moabita. — Ru 1:4, 16-18.
In quest’ultimo caso, il matrimonio di Rut con Boaz indica che uomini ebrei potevano sposare donne di queste nazioni che si volgevano all’adorazione del vero Dio. Poiché i termini “ammonita” e “moabita” nel testo ebraico di Deuteronomio 23:3-6 sono al maschile, la Mishnàh ebraica (Jebamoth 8:3) sostiene che solo gli uomini ammoniti e moabiti erano esclusi da Israele. Comunque l’insistenza di Esdra che gli ebrei mandassero via le mogli straniere e l’atteggiamento simile di Neemia, già menzionato, indicano che l’ammissione di donne ammonite e moabite fra gli israeliti era possibile solo se accettavano la vera adorazione.

*** it-1 p. 673 Delegato ***
L’espressione “governanti delegati” (ebr. seghanìm, usato sempre al plurale) ricorre 17 volte nella Bibbia, per esempio in Esdra 9:2, Neemia 2:16, Isaia 41:25, Geremia 51:23 ed Ezechiele 23:6. Indicava governanti subalterni o piccoli funzionari, distinti da nobili, principi e governatori. Alcuni traduttori la rendono “delegati”. — Mo, Ro.

*** w86 15/1 p. 9 Geova mantiene le promesse! ***
9:2 — Perché il matrimonio misto era un peccato?
Rappresentava una minaccia al ripristino della pura adorazione. (Deuteronomio 7:3, 4) Quelle donne erano non credenti e idolatre. Contrarre matrimonio con loro poteva significare venire infine assimilati dalle nazioni pagane circonvicine, per cui la pura adorazione sarebbe potuta scomparire dalla terra.

(ESDRA 10:3)

“E ora concludiamo un patto col nostro Dio di mandare via tutte le mogli e quelli nati da esse, secondo il consiglio di Geova e di quelli che tremano al comandamento del nostro Dio, perché si faccia secondo la legge.”

*** w06 15/1 p. 20 par. 2 Punti notevoli del libro di Esdra ***
10:3, 44: Perché insieme alle mogli furono allontanati anche i bambini? Se i bambini fossero rimasti c’erano maggiori probabilità che le mogli tornassero a motivo loro. Inoltre i bambini piccoli generalmente hanno bisogno della madre.

*** w86 15/1 p. 9 Geova mantiene le promesse! ***
10:3, 44 — Perché furono mandati via anche i bambini?
I bambini piccoli di solito hanno bisogno della madre. Inoltre, su pressione dei figli, col tempo le mogli mandate via avrebbero potuto far ritorno. La pura adorazione di Geova doveva avere la precedenza.

(ESDRA 10:8)

“e chiunque non fosse venuto entro tre giorni secondo il consiglio dei principi e degli anziani, tutti i suoi beni sarebbero stati sottoposti a interdizione e lui stesso sarebbe stato separato dalla congregazione del popolo esiliato.”

*** it-2 p. 29 Interdizione ***
INTERDIZIONE
Termine equivalente a interdetto usato a volte per rendere l’ebraico chèrem, che nella Traduzione del Nuovo Mondo è anche reso “cosa votata alla distruzione”. Il termine ebraico si riferisce a ciò che è irrevocabilmente dedicato a Dio, che non è riscattabile e che quindi è appartato per un uso sacro, ma il più delle volte riguarda cose riservate alla distruzione completa. Può riferirsi a un singolo individuo. (Eso 22:20; qui CEI [v. 19] traduce: “Colui che offre un sacrificio agli dèi, oltre al solo Signore, sarà votato allo sterminio [“votato alla distruzione”, NM; “votato all’anatema”, NVB]”; Le 27:29) Può anche riferirsi ai suoi beni (Esd 10:8), a un animale, a un campo o a qualsiasi oggetto in tal modo dedicato a un uso sacro (Le 27:21, 28), o a un’intera città con tutto ciò che è in essa. — De 13:15-17; Gsè 6:17.

(ESDRA 10:10)

“Alla fine Esdra il sacerdote si levò e disse loro: “Voi stessi avete agito con infedeltà in quanto avete dato dimora a mogli straniere così da aggiungere alla colpa d’Israele.”

*** it-1 p. 117 Ammoniti ***
Matrimoni misti con gli israeliti. Dopo il ritorno degli ebrei dall’esilio (537 a.E.V.), un ammonita di nome Tobia ebbe una parte importante nel tentativo di impedire la ricostruzione delle mura di Gerusalemme. (Ne 4:3, 7, 8) In seguito ebbe pure l’impudenza di servirsi di una sala da pranzo entro l’area del tempio, finché Neemia indignato non buttò fuori il suo mobilio. (Ne 13:4-8; vedi TOBIA n. 2). Molti esuli ebrei rimpatriati avevano inoltre preso moglie fra gli ammoniti e altri popoli stranieri e furono per questo severamente rimproverati, con conseguente ripudio generale di tali mogli. — Esd 9:1, 2; 10:10-19, 44; Ne 13:23-27.
Espulso Tobia dall’area del tempio, fu letta e applicata la legge di Dio riportata in Deuteronomio 23:3-6 che proibiva l’ingresso di ammoniti e moabiti nella congregazione d’Israele. (Ne 13:1-3) In genere si pensa che questa restrizione, imposta un migliaio d’anni prima perché ammoniti e moabiti si erano rifiutati di soccorrere gli israeliti che si avvicinavano alla Terra Promessa, significasse che questi popoli non potessero entrare legalmente a far parte della nazione d’Israele con tutti i relativi diritti e privilegi che ciò avrebbe comportato. Questo non significa necessariamente che singoli ammoniti e moabiti non potessero unirsi agli israeliti o vivere in mezzo a loro e così beneficiare delle benedizioni divine sul popolo di Dio, com’è dimostrato dall’inclusione di Zelec, menzionato sopra, fra i principali guerrieri di Davide, e anche dal racconto di Rut la moabita. — Ru 1:4, 16-18.
In quest’ultimo caso, il matrimonio di Rut con Boaz indica che uomini ebrei potevano sposare donne di queste nazioni che si volgevano all’adorazione del vero Dio. Poiché i termini “ammonita” e “moabita” nel testo ebraico di Deuteronomio 23:3-6 sono al maschile, la Mishnàh ebraica (Jebamoth 8:3) sostiene che solo gli uomini ammoniti e moabiti erano esclusi da Israele. Comunque l’insistenza di Esdra che gli ebrei mandassero via le mogli straniere e l’atteggiamento simile di Neemia, già menzionato, indicano che l’ammissione di donne ammonite e moabite fra gli israeliti era possibile solo se accettavano la vera adorazione.

(ESDRA 10:15)

“(Comunque, Gionatan figlio di Asael e Iazeia figlio di Ticva stessi si opposero a questo, e Mesullam e Sabbetai i leviti erano quelli che li aiutavano).”

*** it-1 p. 1234 Iazeia ***
IAZEIA
(Iazeìa) [Iah guardi; Iah ha guardato].
Figlio di Ticva; forse si oppose alla proposta di Esdra che i figli di Israele mandassero via le mogli straniere e i figli avuti da esse. (Esd 10:3, 10, 11, 15) C’è chi sostiene però che l’opposizione di Iazeia e Gionatan non riguardasse la proposta di Esdra ma la procedura adottata per attuarla. Secondo la Settanta greca e la Vulgata latina, Iazeia e gli altri non si opposero a Esdra, bensì lo aiutarono. Una versione alternativa di Esdra 10:15 è quindi che Gionatan e Iazeia “furono quelli che agirono in maniera rappresentativa a questo riguardo”. — NM, nt.; vedi anche ATE, nt.; Di; Ge, nt.; PIB, nt.

*** it-2 p. 816 Sabbetai ***
SABBETAI
(Sabbetài) [[nato di] sabato].
Levita del periodo postesilico. In Esdra 10:15 si legge: “Comunque, Gionatan figlio di Asael e Iazeia figlio di Ticva stessi si opposero a questo, e Mesullam e Sabbetai i leviti erano quelli che li aiutavano”. Questo versetto si può leggere nel senso che Sabbetai aiutava quelli che si opponevano alla proposta di Esdra che chi aveva preso mogli straniere le mandasse via. Oppure potrebbe significare che egli si opponeva alla procedura raccomandata dalla congregazione per risolvere la questione. Un’altra possibile versione indicherebbe che egli aiutò coloro che agivano in modo rappresentativo occupandosi della faccenda a favore del popolo. Quest’ultima ipotesi troverebbe forse conferma se il Sabbetai menzionato qui fosse lo stesso menzionato in Neemia 8:5-7; 11:1, 2, 15, 16, che aiutò Esdra nella lettura pubblica della Legge e visse a Gerusalemme dopo la ricostruzione delle mura.

(ESDRA 10:44)

“Tutti questi avevano accettato mogli straniere, e mandavano via le mogli insieme ai figli.”

*** w06 15/1 p. 20 par. 2 Punti notevoli del libro di Esdra ***
10:3, 44: Perché insieme alle mogli furono allontanati anche i bambini? Se i bambini fossero rimasti c’erano maggiori probabilità che le mogli tornassero a motivo loro. Inoltre i bambini piccoli generalmente hanno bisogno della madre.

*** w86 15/1 p. 9 Geova mantiene le promesse! ***
10:3, 44 — Perché furono mandati via anche i bambini?
I bambini piccoli di solito hanno bisogno della madre. Inoltre, su pressione dei figli, col tempo le mogli mandate via avrebbero potuto far ritorno. La pura adorazione di Geova doveva avere la precedenza.

Punti notevoli del libro: Esdra

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