Biografie di personaggi famosi e storici nato il 24 settembre

Biografie di personaggi famosi e storici

Biografie di personaggi famosi nella storia e celebrità nate il 24 settembre

Sommario:

1. Peter Carl Fabergé
2. Oscar Farinetti
3. Edward Bach
4. Pedro Almodovar
5. Riccardo Illy
6. Francis Scott Fitzgerald
7. Jim Henson
8. Howard Hughes
9. Alessia Merz
10. Paracelso
11. Antonio Tabucchi

1. Biografia di Peter Carl Fabergé

Le uova d'oro e la loro gallina
30 maggio 1846
24 settembre 1920

Chi è Peter Carl Faberge?


Conosciuto anche come Karl Gustavovic Faberze, il gioielliere e orafo russo Peter Carl Fabergé nasce a San Pietroburgo il giorno 30 maggio 1846, da padre tedesco originario della Livonia (oggi geograficamente appartenente al territorio dell'Estonia), il gioielliere Gustav Fabergé, e da madre danese, Charlotte Jungstedt.

Nel 1860 la famiglia Fabergé si trasferisce a Dresda, lasciando l'azienda di famiglia nelle mani di manager capaci e di fiducia. Peter Carl inizia i suoi studi nel campo dell'arte orafa viaggiando dal 1864 un po' in tutta Europa, incontrando importanti maestri orafi in Germania, Francia e Inghilterra. Perfeziona i suoi studi a Parigi. Nel 1872, all'età di 26 anni, torna a San Pietroburgo e sposa Augusta Julia Jacobs.

L'opera per cui Fabergé è largamente noto sono le 57 uova di Pasqua realizzate in oro, preziosi e altri differenti materiali pregiati, nel periodo tra il 1885 ed il 1917, un uovo per ciascun anno.

Il primo uovo di Fabergé viene stato commissionato dallo zar Alessandro III di Russia come sorpresa di Pasqua per la moglie Maria Fyodorovna. Tale oggetto d'arte è costituito da smalto opaco di colore bianco, strutturato come una matrioska russa (o scatola cinese); all'interno di questo primo uovo di Fabergé si trova un tuorlo tutto d'oro, contenente a sua volta una gallinella colorata d'oro e smalti, i cui occhi sono composti di pietre rubino. La gallinella racchiude una copia in miniatura della corona imperiale, contenente a sua volta un piccolo rubino con la forma d'uovo.

La zarina fu talmente felice del regalo che Fabergé fu nominato da Alessandro III "gioielliere di corte"; l'incarico immediatamente successivo diventa quello di realizzare un analogo regalo di Pasqua, per ogni anno a venire: la condizione del lavoro commissionato all'orafo russo è che ogni uovo deve essere unico e deve contenere una sorpresa.

A partire dal 1895, anno dopo la morte Alessandro III e successivamente all'ascesa al trono del figlio Nicola II, le uova prodotte diventano due all'anno: uno per la nuova zarina Aleksandra Fedorovna Romanova e uno per la regina madre. Solo nel biennio 1904-1905 non venne realizzato alcun uovo a causa delle restrizioni imposte dalla Guerra russo-giapponese.

La preparazione delle uova occupava un intero anno: una volta che un progetto veniva scelto, una squadra di artigiani lavorava per montare l'uovo.

A partire dal 2006, appena ventuno uova erano ancora in Russia, per la maggior parte in esposizione al museo dell'arsenale del Cremlino. Nel mese di febbraio del 2004 l'imprenditore russo Viktor Vekselberg acquistò nove uova precedentemente possedute dall'editore americano Forbes, facendole ritornare così in Russia. Altre collezioni più piccole sono nel museo delle belle arti della Virginia, nel museo di New Orleans dell'arte e in altri musei nel mondo. Quattro uova si trovano in collezioni private. Di otto uova non si ha notizia.

In esilio in Svizzera dopo la rivoluzione russa, Peter Carl Fabergé morì a Losanna il 24 settembre 1920 all'età di 74 anni.

2. Biografia di Oscar Farinetti

24 settembre 1954

Chi è Oscar Farinetti?


Oscar Farinetti, il cui nome di battesimo è Natale, nasce il 24 settembre 1954 ad Alba, in Piemonte: suo padre è Paolo Farinetti, imprenditore, già partigiano e vicesindaco socialista della sua città. Dopo essersi diplomato al liceo classico "Govone", Oscar nel 1972 si iscrive all'Università di Torino alla facoltà di Economia e Commercio: nel 1976, tuttavia, abbandona gli studi per dedicarsi al lavoro.

Contribuisce, in particolare, allo sviluppo di Unieuro, supermercato fondato dal padre nella seconda metà degli anni Sessanta, facendo sì che si trasformi in una catena di grande distribuzione di importanza nazionale, specializzata nell'elettronica: nel 1978 entra a far parte del consiglio di amministrazione, per poi assumere la carica di amministratore delegato e infine di presidente.

Nel 2003 sceglie di vendere Unieuro a Dixons Retail, public company di vendita al dettaglio di elettronica di consumo con sede nel Regno Unito: con i soldi ricavati, nel 2004 fonda Eataly, catena di distribuzione alimentare di eccellenza. Nello stesso periodo, l'imprenditore piemontese collabora con l'Università degli Studi di Parma e l'Università Bocconi di Milano per varie ricerche di mercato, e si occupa dell'acquisto e della ristrutturazione del Premiato Pastificio Afeltra di Gragnano, in provincia di Napoli, di cui diviene in seguito amministratore delegato.

Le aperture di Eataly, intanto, si susseguono: da Torino (gennaio 2007) a Milano (ottobre 2007), passando per Tokyo (settembre 2008) a Bologna (dicembre 2008). Sempre nel 2008, Oscar Farinetti lascia la carica di amministratore delegato di Eataly, rimanendone comunque il presidente; diventa, inoltre, amministratore delegato di Riserva Bionaturale Fontanafredda, azienda vitivinicola di Serralunga d'Alba, nelle Langhe.

Nel 2009, anno in cui Eataly apre anche a Pinerolo e ad Asti, Farinetti per l'editore Giunti dà alle stampe il libro "Coccodè". Dopo le aperture di Eataly a New York (agosto 2010) e Monticello d'Alba (ottobre 2010), nel 2011 l'imprenditore apre una nuova filiale a Genova e riceve dal comune di Forlimpopoli il "Premio Artusi", per avere diffuso l'immagine della cultura e del cibo italiani; inoltre, promuove "7 mosse per l'Italia", viaggio in barca a vela con partenza a Genova e arrivo negli Stati Uniti cui prende parte, tra aprile e giugno di quell'anno, insieme con Giovanni Soldini: da quell'esperienza viene tratto anche un libro, intitolato "7 mosse x l'Italia".

Mentre Eataly cresce (arriverà nel 2012 ad avere nove filiali in Italia, una negli Stati Uniti e nove in Giappone), Oscar Farinetti riceve il "Premio Scanno per l'alimentazione", per il merito di avere saputo coniugare attenzione verso il sociale e attività imprenditoriale. Nel 2013 pubblica per Mondadori illustrati - Electa il libro "Storie di coraggio", mentre la Fondazione Italia USA gli attribuisce il "Premio America".

Nello stesso anno, mentre il Teatro Smeraldo di Milano viene ristrutturato per diventare una nuova sede Eataly, invoca - insieme con il figlio Francesco - la presenza di Adriano Celentano per l'inaugurazione del locale: la risposta del Molleggiato, tuttavia, è fredda e inaspettata, visto che il cantante manifesta la propria contrarietà al progetto.

Sempre nel 2013, Oscar Farinetti è protagonista di una gaffe quando, per festeggiare il 2 giugno, acquista una pagina pubblicitaria su "Il Messaggero" e "La Repubblica": nel messaggio vengono ricordati tutti i Presidenti della Repubblica, ma Oscar Luigi Scalfaro viene chiamato Eugenio. Inoltre, Farinetti finisce al centro delle polemiche a causa dell'apertura di un negozio dentro la Fiera del Levante, a Bari: dapprima per l'assenza di alcune licenze, poi perché i sindacati fanno notare che la quasi totalità dei dipendenti è stata assunta con contratti interinali, andando contro la legge Biagi che prevede che aziende con più di 50 dipendenti non possano avere più dell'8 % dei contratti di questo tipo.

Vicino politicamente alle idee dell'allora sindaco di Firenze Matteo Renzi, nel 2014 Oscar Farinetti viene indicato dalla stampa come uno dei papabili per la carica di Ministro dell'Agricoltura nel nuovo governo guidato dal segretario del Partito Democratico.

3. Biografia di Edward Bach

Medicina in fiore
24 settembre 1886
27 novembre 1936

Chi è Edward Bach?


Edward Bach, medico gallese diventato noto in tutto il mondo grazie alla terapia di sua invenzione denominata "Fiori di Bach" nasce il 24 settembre 1886 a Moseley, un villaggio a cinque chilometri da Birmingham.

La terra natale ha molta importanza nella sua formazione: il contatto con un ambiente bucolico e la serenità intrinseca di quei luoghi lo indurranno ad un contatto sempre più stretto con la natura.

Fin da piccolo si convince che tutte le cose hanno un'anima e la sua accesa sensibilità lo porta a ritenere che tutto gli parli un linguaggio sottile e misterioso che tuttavia lui riesce a cogliere.

La decisione di diventare medico avviene all'età di sei anni. Inizia i propri studi frequentando l'Università di Birmingham, compie un tirocinio all'Ospedale dell'University College di Londra, dove si laurea nel 1912. Inizialmente si butta a capofitto nella pratica ospedaliera che gli sembra molto interessante ed entusiasmante, ma le delusioni si rivelano maggiori delle soddisfazioni. Edward Bach si rende conto che la pratica medica ha un carattere meccanico e spersonalizzante e che la medicina tradizionale si concentra più sulla malattia e sul sintomo, che sull'uomo nella sua complessità, che naturalmente comprende anche personalità ed emotività.

La sua è una visione che si discosta dallo sguardo "meccanicistico" dei sistemi di cura occidentali, per avvicinarsi ad una comprensione "olistica" dell'uomo, ossia comprensiva di tutte le sue componenti, nella consapevolezza che esse interagiscono e si influenzano fra loro.

Per usare uno slogan di facile impatto si potrebbe dire che secondo Bach è l'uomo che va curato, non la malattia.

La prova evidente di questa affermazione è data dal fatto che alcune medicine risultano efficaci per un paziente e completamente inutili per un altro. A seguito di queste convinzioni abbandona il reparto di Chirurgia dell'ospedale per dedicarsi alla ricerca sui batteri (la cosiddetta "immunologia"), un settore in cui otterrà importanti risultati. Purtroppo i grossi sforzi e lo studio a lungo andare mineranno la sua costituzione.

Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, Edward Bach viene riformato proprio per le sue precarie condizioni fisiche. Nonostante ciò gli viene affidata la responsabilità di quattrocento posti presso l'ospedale dell'University College, l'istituto dove si è laureato.

La somma di queste responsabilità lo porta nel luglio del 1917 a svenire ed essere operato d'urgenza. La diagnosi è: tumore con metastasi.

Secondo i medici non gli rimangono che tre mesi di vita.

Cade in una depressione profonda e si rende conto che non gli resta il tempo necessario per portare a termine le sue ricerche. Decide comunque di tentare il più alto numero di ricerche ed esperimenti possibili. Assorbito da questo scopo trascorrono ben più di tre mesi; i medici che l'avevano in cura non credono ai loro occhi: la malattia è regredita.

Fu così che Bach ebbe la conferma che un grande amore, una passione, uno scopo nella vita era di fondamentale importanza, tanto da fermare la morte.

Lo studio sui vaccini dava ottimi risultati, ma Bach non era soddisfatto tanto è vero che alcuni malati non rispondevano alla cura. Venne quindi a conoscenza del pensiero di Samuel Hahnemann, creatore dell'Omeopatia e ne rimase profondamente colpito, anche perchè si avvicinava a quelle convinzioni che da tempo coltivava dentro se stesso. La sua intuizione fu quella di unire le scoperte di Hahnemann con le proprie.

In questo modo Bach trovò dei vaccini omeopatici chiamati in seguito "I sette nosodi di Bach". Divise i batteri responsabili delle malattie in gruppi e iniziò ad analizzare le caratteristiche che accumunavano le persone bisognose di uno stesso vaccino. Scoprì vari tipi psicologici corrispondenti e diversi profili umani. Quindi asserì che lo stato d'animo provoca la malattia e non viceversa.

Le ricerche continuarono nei batteri, nell'alimentazione e nell'atteggiamento psicologico, anche se ormai era certo che alla base di ogni malattia c'era uno stato d'animo negativo.

La sua fama di medico aveva varcato i confini nazionali e i suoi vaccini (nosodi) venivano utilizzati sia in America che in Germania, sia dalla medicina omeopatica che da quella allopatica.

Tuttavia Bach continuava ad essere insoddisfatto dei vaccini e sempre per gli stessi motivi, ossia che alcune persone di fatto non rispondevano alle cure da lui stabilite. Spinto da questa esigenza di completezza cercò allora nuovi rimedi tra le piante e le erbe, alla ricerca ossessiva di una correlazione fra queste ultime, i vari stati d'animo e la reazione alle terapie.

A conclusione di questo enorme lavoro, Bach stabilì, anche grazie all'ausilio di tabelle, che i vari tipi di fiori esistenti, interagendo con l'emotività, riequilibravano ciascuno a modo suo lo stato d'animo.

La Floriterapia da lui creata è la cura che tramite 38 essenze di fiori risolve problemi legati alla psiche, agli stati d'animo negativi e a quelle emozioni che provocano squilibrio e disarmonia. Indirettamente la Floriterapia cura molti sintomi e malattie del corpo, quando questi sono causati da un disagio dello spirito (e cioè nella maggior parte dei casi).

Edward Bach morì il 27 novembre 1936. Quello fu l'anno della messa a punto della Floriterapia, e da allora il sistema dilagò in tutto il mondo, ricevendo entusiastici consensi. Sul piano ufficiale, la Floriterapia è un sistema terapeutico riconosciuto dall'OMS dal 1976.

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Per approfondimenti:

LE CARTE DEI FIORI DI BACH

Milena Simeoni, Davide M. Pirovano

Red Edizioni (2003)

4. Biografia di Pedro Almodovar

Genio espanol
24 settembre 1951

Chi è Pedro Almodovar?


Pedro Almodóvar Caballero nasce a Calzada de Calatrava (Castiglia La Mancia, Spagna) il 24 settembre del 1951. Quando il piccolo Pedro ha solo otto anni, la sua famiglia lascia la città natale ed emigra in un'altra provincia spagnola. Vive dunque la sua infanzia e la sua adolescenza in Estremadura, per poi nuovamente trasferirsi in una città più grande, Madrid, alla fine degli anni '60.

Stavolta però Pedro non si lascia semplicemente guidare dalle decisioni della famiglia, ma comincia ad avere le idee ben chiare circa quello che desidera fare: sfogare la sua prorompente creatività ed entrare nel mondo del cinema. Irrequieto ed instabile, a sedici anni interrompe gli studi, inizia a lavorare come impiegato presso una compagnia telefonica per mantenersi (ci passerà ben dodici anni della sua vita), ma nel frattempo inizia a dedicarsi alle riprese di documentari, filmati amatoriali e cortometraggi, oltre che alla pubblicazione di fumetti e racconti in riviste underground; fra le molteplici attività di quel periodo, partecipa anche come attore ad alcuni spettacoli della compagnia "Los Goliardos" e frequenta una punk rock-band (ricordi di questa esperienza si ritrovano in molti dei suoi film).

Il suo primo cortometraggio risale al 1974, cui ne seguiranno una decina prima del suo esordio nel lungometraggio, che arriva nel 1980. E' l'inizio della sua folgorante carriera, grazie ad uno stile ricco ed incisivo. In quei primi anni '80, fra l'altro, entra a far parte del movimento underground che genererà il fenomeno della "movida" e che rinnoverà il panorama artistico, musicale e culturale di Madrid. Rispetto alla produzione di Almodovar, quelli sono gli anni in cui gira i primi film realmente distribuiti in grande stile: "Pepi, Luci Bom e le altre ragazze del mucchio" e "Labirinto di passioni".

Nel 1983 alternando in una mescolanza creativa cinema, musica e scrittura, forma il duo Almodóvar-McNamara, che pubblica un disco, e crea il personaggio di Patty Diphusa, porno-star che racconta le proprie avventure sulla rivista "La Luna de Madrid". Seguono i film "L'indiscreto fascino del peccato", "Che ho fatto io per meritare questo?!", "Matador" e "La legge del desiderio". Nel 1987 insieme al fratello Agustin fonda una casa di produzione.

Con "Donne sull'orlo di una crisi di nervi" giunge la consacrazione a livello internazionale, coronata con una nomination all'Oscar e una lista interminabile di premi e riconoscimenti in tutto il mondo. I film seguenti sono successi in tutto il mondo: "Lègami!", "Tacchi a spillo", "Kika", "Il fiore del mio segreto" e "Carne Tremula".

Nel 2000, dopo la Palma D'Oro nel 1999 a Cannes come miglior regista per "Tutto su mia madre", riceve l'Oscar per lo stesso film, a coronamento di un successo planetario sia di critica che di pubblico. I più recenti "Parla con lei", "La mala educación", "Volver", "Gli abbracci spezzati", completano la sua filmografia.

Filmografia essenziale

1980 - Pepi, Luci, Boom e le altre ragazze del mucchio - Pepi, Luci, Boom y otras chicas del monton

1982 - Labirinto di passione - Laberinto de pasiones

1983 - L'indiscreto fascino del peccato - Entre tinieblas

1984 - Che ho fatto io per meritare questo? - Que echo yo para merecer esto?

1986 - Matador - Matador

1987 - La legge del desiderio - La ley del deseo

1988 - Donne sull'orlo di una crisi di nervi - Mujeres al borde de un ataque de nervios

1990 - Legami! - Atame!

1991 - Tacchi a spillo - Tajones lejanos

1993 - Kika. Un corpo in prestito - Kika

1995 - Il fiore del mio segreto (La flor de mi secreto)

1997 - Carne Tremula (Carne trémula)

1999 - Tutto su mia madre (Todo sobre mi madre)

2001 - Parla con lei (Hable con ella)

2004 - La mala educación (La mala educación)

2006 - Volver

2009 - Gli abbracci spezzati (Los abrazos rotos)

5. Biografia di Riccardo Illy

Macinando impegni politici
24 settembre 1955

Chi è Riccardo Illy?


Riccardo Illy nasce a Trieste il 24 settembre del 1955. Imprenditore di grande successo e rinomata fama, ha legato il suo nome e quello della propria famiglia all'omonima marca di caffè, la quale da quasi un secolo è tra le aziende leader del settore a livello mondiale. Riccardo Illy è anche uomo politico, deputato parlamentare, che dopo aver ricoperto per due cariche consecutive il ruolo di sindaco della città di Trieste, nel 2003 è stato eletto Presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, a capo di una coalizione di centro-sinistra.

Il futuro numero uno dell'azienda Illy nasce in una famiglia di orientamento religioso valdese di origini ungheresi. Suo nonno è Francesco Illy, nativo di Temesvàr (Ungheria), unico e vero fondatore della Illycaffè Spa, nata ufficialmente a Trieste nel 1933. Si tratta di un'azienda che, sin dagli anni '30 e '40, risulta essere tra le più quotate per quanto riguarda gli ambiti della torrefazione e della distribuzione del caffè.

Riccardo è figlio di Ernesto Illy, il quale dal 1956, l'anno dopo la sua nascita, diventa comproprietario ed amministratore della società, per poi assumerne la presidenza dal 1963 al 2005. Sua moglie è Anna Rossi, mentre oltre a Riccardo, ci sono anche i fratelli Francesco, Anna ed Andrea.

L'anno di svolta, per il giovane Riccardo resta il 1977 quando diplomato decide di inserirsi all'interno dell'azienda di famiglia. Ad ogni modo non si limita unicamente ad apprenderne i segreti di fabbrica, tutt'altro. L'intraprendente Riccardo Illy si dà da fare nel settore marketing, il quale deve a lui la sua nascita a livello aziendale. Modernizza il merchandising, intuisce le grandi potenzialità del settore pubblicitario, soprattutto durante quegli anni, agevolato dalle liberalizzazioni televisive e dal continuo fiorire di emittenti private, le quali negli anni '80 saranno sempre più frequenti.

Nel 1983, dopo aver ripensato l'ambito promozionale del marchio, dando fondo alle proprie risorse intellettuali all'interno del marketing, Illy riorganizza la struttura commerciale, divenendone a propria volta direttore.

Subito, proprio in questi anni giovanili, sposa Rossana Bettini, giornalista enogastronomica, da cui avrà la figlia Daria, la quale diverrà insegnante di educazione fisica e personal trainer.

La scalata prosegue a braccetto con suo padre, ancora operativo e ai vertici societari, per tutti gli anni '80 e gli inizi dei '90.

Dal 1992 al 1995 Riccardo Illy diventa amministratore delegato di Illycaffè, carica che mantiene insieme a quella di vicepresidente aziendale, ricevuta nel 1995. Nello stesso periodo (esattamente dal 1987) si iscrive all'Ordine dei Giornalisti, figurando nell'albo dei pubblicisti, dando libertà di sfogo su giornali e riviste che via via finiscono per invitarlo. Prende inoltre parte alla realizzazione del libro "Dal caffè all'Espresso", pubblicato dalla casa Mondadori nel 1989.

È sempre il 1993 quando Riccardo Illy riceve un altro importante onore ed onere: è eletto per la prima volta sindaco della sua città, Trieste. L'operato è buono e la cittadinanza apprezza sia il suo impegno da industriale, in grado di dare lavoro ad una moltitudine di triestini, e sia quello da uomo politico di centrosinistra, progressista ma sempre dal taglio moderato.

Nel 1997 si ricandida e vince di nuovo, ottenendo il mandato fino al 2001. È deputato parlamentare tra le fila dell'Ulivo e aderisce al gruppo misto in qualità di membro indipendente (IX Commissione parlamentare: Trasporti, Poste e Telecomunicazioni).

Riceve, a cavallo tra gli anni '90 e gli inizi del nuovo millennio, il titolo di Commendatore dal presidente della Repubblica Italiana, Grande Ufficiale, il "Golden Honorary Title" dal Presidente della Repubblica austriaca, ed il premio "Die Quadriga" a Berlino, oltre ad una pergamena ad honorem conferitagli dall'ateneo di Trieste, in Scienze Politiche.

È uno dei promotori a livello europeo dell'allargamento dei confini verso i paesi dell'Est e già da molti anni investe nei Balcani, tanto con la sua azienda che con altre situazioni societarie.

È un indipendente di centrosinistra, almeno così si definisce, tra il Parlamento e la sua regione. Aderisce ai programmi di Romano Prodi ma non ha alcuna tessera di partito, cosa che gli consente di dare vita alla lista civica "Cittadini per il Presidente", candidandosi alle Regionali del 2003. È una delle voci maggiormente impegnate a cambiare la legge elettorale del Friuli-Venezia Giulia e, il 9 giugno del 2003, con il 53,1% dei voti, viene eletto Presidente della Regione.

L'operato anche qui è apprezzato ma, per favorire il cosiddetto "election day", ossia l'unificazione in una sola data e in un'unica parabola elettorale delle politiche e delle amministrative, Riccardo Illy decide di accorciare di qualche mese il suo mandato e, il 7 febbraio del 2008, si dimette dalla carica di Governatore, candidandosi per le successive elezioni. In questa seconda tornata però, raccoglie solo il 46,18 % dei voti e viene sconfitto dallo sfidante Renzo Tondo.

Intanto, dal 2004 è presidente dell'Assemblea delle Regioni d'Europa (ARE), alla quale aderiscono 250 Regioni di 33 Nazioni europee.

Ad inficiare il suo percorso politico, di fatto abbandonato dopo la sconfitta alle seconde elezioni regionali, è la Corte dei Conti, la quale nel 2010 condanna diversi assessori e dirigenti della giunta regionale da lui guidata, al pagamento di 1 milione e 590 mila euro per quelle che sulla stampa nazionale vengono definite "beautiful exit": buone uscite eccessive elargite alle personalità più vicine all'allora Presidente Riccardo Illy. Lo stesso industriale del caffè, deve pagare circa 504.000 euro, stando almeno a quanto riportato dalla voce mediatica più influente della zona, ossia il quotidiano "Il Piccolo". Arriverà poi successivamente l'assoluzione in appello.

Nel decennio del 2000, va aggiunto, Illy si rende protagonista di una serie di iniziative editoriali interessanti, a conferma della sua vivacità politica e civica. Si segnalano infatti a sua firma le pubblicazioni "Polietica", scritta insieme con Paolo Maurensig ed edita da Marsilio nel 2003, "La rana Cinese", con Paolo Fragiacomo e pubblicata da Mondadori nel 2006 e, infine, "Così perdiamo il Nord", del 2008 e sempre per la casa di Segrate.

Nel 2012, Illy dichiara di voler vendere la propria barca, manifestando la propria idea di non condividere l'operato del governo tecnico guidato da Mario Monti. La sua dichiarazione suscita un certo scalpore negli ambienti politici.

6. Biografia di Francis Scott Fitzgerald

Attraverso le difficoltà della vita agiata
24 settembre 1896
21 dicembre 1940

Chi è Francis Scott Fitzgerald?


Francis Scott Key Fitzgerald nasce il 24 settembre 1896 a Saint Paul (Minnesota, USA). La sua infanzia è dominata dai principi e dagli ideali dell'aristocrazia del sud cattolica e conservatrice. Purtroppo il padre Edward non è molto abile nella gestione della famiglia e spesso non riesce a far fronte alle richieste economiche quotidiane. Le cose cambiano con la nascita della secondogenita Annabel e il trasferimento a Buffalo. Ma il periodo di tranquillità dura poco, il padre viene licenziato dalla società per la quale fa il rappresentante, e la famiglia ritorna a Saint Paul, dove provvede al loro mantenimento la nonna materna. Proprio grazie al ramo materno della famiglia, riesce a completare i suoi studi e a dare prova del suo precoce talento per la scrittura.

Nel 1909 pubblica il suo primo racconto: "Il mistero di Raymond Marge". I genitori, però, dopo aver riscontrato lo scarso rendimento scolastico, lo trasferiscono alla Newman School in New Jersey; college noto per una rigida impronta cattolica. Eppure, qui conosce un frate molto eclettico, padre Fay, a cui finirà per dedicare il suo primo romanzo: "Di qua dal paradiso".

Nel 1913 arriva a Princeton, tappa fondamentale per la sua formazione come scrittore. E' qui, infatti, che si immerge nella lettura dei classici e intrattiene rapporti di conoscenza e amicizia con numerosi intellettuali. Questo però è anche il periodo della sua definitiva affermazione come dandy e appassionato frequentatore di feste e intrattenimenti teatrali. Proprio durante l'università, intraprende una relazione con la giovane Ginevra King, appartenente all'alta società di Chicago, ma la breve durata di questo rapporto amoroso lo lascia piuttosto amareggiato.

Allo scoppio della Prima guerra mondiale, fa domanda di arruolamento e parte nell'ottobre del 1917 senza aver conseguito la laurea. Il suo desiderio è quello di combattere in Europa in nome degli ideali di giustizia e libertà, ma viene inviato in Kansas, dove trascorre lunghi mesi inattivi e frustranti.

In questo periodo, apparentemente piatto e insoddisfacente, avviene l'incontro destinato a cambiare la sua vita. Dopo il trasferimento del suo campo militare in Alabama, conosce ad un ballo la figlia, Zelda Sayre, di un noto giudice locale. I due si sposeranno nel 1920. Prima di arrivare al matrimonio, però, c'è un momento di rottura che rivela quanto Fitzgerald sia legato alla donna. Dopo il rifiuto dell'editore Scribner a pubblicare il suo primo romanzo, "Di qua dal paradiso", Zelda lo lascia e lui vive in uno stato di ebbrezza continua per circa tre settimane.

Il romanzo subisce poi una lunga revisione e viene pubblicato nel 1920, diventando in poco tempo un vero e proprio best-seller. Inizia così un periodo di spensieratezza che lo consacra come rappresentante della generazione perduta dei ruggenti Anni Venti. La casa newyorkese della coppia diventa, infatti, il centro di feste e riunioni di amici e, quasi, una sorta di simbolo di uno stile di vita disimpegnato e spregiudicato.

Iniziano anche i viaggi in giro per il mondo: la coppia sarà prima a Londra e poi a Parigi. Qui, nel 1921, entrano a far parte della cerchia di intellettuali che si riunisce intorno a Gertrude Stain, e che è composta prevalentemente da letterati espatriati. I due racconteranno il periodo francese in una raccolta del 1934.

Nel 1921, a Saint Paul, nasce la figlia Frances soprannominata Scottie. La permanenza a Saint Paul, però, dura poco: Zelda non si trova bene nell'ambiente troppo tradizionalista della cittadina e i due tornano a New York. E' proprio questo il periodo che diventa assoluto protagonista del suo romanzo più noto: "Il grande Gatsby".

Intanto, la sua attività di scrittore si fa molto intensa: pubblica nel 1922 "Belli e Dannati" e, sempre nello stesso anno, la raccolta "Racconti dell'età del jazz".

Nel 1924, i due tornano in Francia nel tentativo di diminuire le spese familiari. In Costa Azzura, Zelda finisce per invaghirsi di un aviatore e cominciano i primi problemi di coppia. Per evitare la rottura, si recano in Italia, ma Scott che ha cominciato a bere finisce coinvolto in una lite con un tassista. La rottura è ormai prossima, favorita anche dalla schizofrenia di Zelda, diagnosticata nel 1930. I medici le prescrivono un periodo di ricovero in una clinica specializzata in Svizzera. Dopo la dimissione della donna, i due tornano insieme negli Stati Uniti e nel 1934 lo scrittore pubblica il suo quarto romanzo "Tenera è la notte". La sua situazione personale però precipita: il romanzo non ottiene il successo sperato e si ammala prima di tubercolosi e poi di depressione a causa delle tante difficoltà economiche e familiari.

La ripresa inizia nel 1937, quando accetta un contratto di 18 mesi come sceneggiatore a Hollywood. Qui conosce una cronista mondana che gli consente di ritrovare l'equilibrio perduto. Nel novembre del 1940, mentre è alle prese con la stesura del romanzo "Gli ultimi fuochi" viene colto da un attacco di cuore. Francis Scott Fitzgerald muore il 21 dicembre 1940 all'età di soli 45 anni.

7. Biografia di Jim Henson

Burattini globali
24 settembre 1936
16 maggio 1990

Chi è Jim Henson?


James Maury Henson nasce a Greenville (Stati Uniti) il giorno 24 settembre 1936; regista e produttore cinematografico con l'invenzione dei "Muppets", è considerato il più grande innovatore burattinaio della storia della tv americana.

Secondo di due fratelli viene allevato come cristiano scientista e vive i suoi primi anni a Leland; con la famiglia si muove a Hyattsville, Maryland, vicino Washington, alla fine degli anni Quaranta. E' durante l'adolescenza che viene influenzato prima dall'avvento e dalla diffusione del mezzo televisivo, poi dal ventriloquo Edgar Bergen, e da uno dei primi spettacoli con pupazzi di Burr Tillstrom e Bil e Cora Baird.

A diciotto anni Jim Henson, mentre frequenta la Northwestern High School, inizia a lavorare per la WTOP-TV, creando pupazzi per uno spettacolo per bambini del sabato mattina; il titolo è "The Junior Morning Show". Dopo il diploma si iscrive all'università del Maryland (College park) per seguire un corso d'arte, pensando di poter diventare un artista. Alcuni creatori di burattini lo introdcono in questo periodo a corsi di creazione e di tessitura nel contesto dell'università di economia domestica, conseguendo la laurea proprio in economia domestica nel 1960.

Quando era matricola, aveva partecipato al "Sam and Friends", uno spettacolo di soli cinque minuti con i suoi pupazzi. I personaggi erano i precursori dei Muppets e lo show includeva un prototipo del suo personaggio più famoso: Kermit la rana.

Henson nello show inizia a sperimentanre tecniche che poi avrebbero cambiato il mestiere di burattinaio in televisione; sua è l'invenzione della cornice definitiva per consentire al burattinaio di muoversi anche fuori dallo specchio della cinepresa.

Molti pupazzi erano di legno intagliato: Henson comincia a creare personaggi con la gommapiuma, permettendo loro di esprimere una gamma più ampia di emozioni. Le braccia delle marionette erano controllate con corde, ma Henson usa stecche per muovere le braccia dei suoi Muppets, soluzione che gli permette un maggiore controllo dei movimenti. In più, voleva che i suoi burattini simulassero la parlata nel modo più creativo possibile rispetto ai precedenti pupazzi, che invece erano abituati a muovere la bocca a casaccio. Lo stesso Henson studiava precisi movimenti durante i dialoghi delle sue creature.

Dopo la laurea Jim ha dei dubbi sul proseguire la sua carriera di burattinaio. Si sposta in Europa per diversi mesi, dove trova grande ispirazione. Al suo ritorno negli Stati Uniti, comincia a frequentare Jane Nebel, conosciuta nell'ambiente: si uniscono in matrimonio nel 1959. Dalla coppia nasceranno cinque figli: Lisa (1960), Cheryl (1961), Brian (1962), John (1965), and Heather (1970).

Nonostante il successo iniziale di "Sam and Friends", Henson lavora per vent'anni seguendo spot pubblicitari, talk show e programmi per bambini, prima di arrivare a realizzare il suo sogno: creare un programma che fosse "una forma di intrattenimento per tutti".

Uno degli spot più popolari di Henson è quello realizzato per l'azienda Caffè Wilkins: qui un Muppet chiamato Wilkins (con la voce di Kermit) è posto dietro un cannone visto di profilo. Un altro Muppet di nome Wontkins (con la voce di Rowlf) è davanti alla canna. Wilkins chiede "Che cosa ne pensi del Caffè Wilkins?" e l'altro risponde "Non l'ho mai provato!", allora Wilkins gli spara con il cannone. Poi gira il cannone verso la telecamera e chiede "E cosa ne pensi tu?". L'immediato successo fece sì che l'impostazione venisse usata successivamente per molti altri prodotti.

Nel 1963 si trasferisce con Jane a New York. La moglie smette di seguire il lavoro dei Muppets per badare ai figli. Henson assume allora lo scrittore Jerry Juhl nel 1961 e il burattinaio Frank Oz nel 1963. Henson e Oz instaurano un grande sodalizio e una profonda amicizia: la loro collaborazione durerà per ventisette anni.

Le apparizioni nei talk show di Henson negli anni '60 raggiungono il culmine quando fa la sua prima apparizione Rowlf,un cane "umanizzato" che suona il pianoforte. Rowlf è il primo Muppet ad apparire regolarmente ad un talk show.

Henson produce dei film sperimentali tra il 1963 e il 1966: il suo cortometraggio di 9 minuti, nel 1966, viene addirittura candidato all'Oscar.

Nel 1969 Joan Ganz Cooney e il team del Children's Television Workshop chiedono a Jim Henson di lavorare a "Sesame Street", un programma-contenitore che, attraverso il gioco, ha obiettivi didattici verso il pubblico infantile che lo segue. Allo spettacolo partecipano alcuni Muppets, tra cui Oscar il brontolone, Bert ed Ernie, Cookie Monster e Big Bird. Henson fa giocare Guy Smiley ad un gioco condotto da Bernie, e Kermit la rana appare come un reporter sempre in giro per il mondo.

Il successo di Sesame Street induce Jim Henson ad abbandonare il settore pubblicitario. Si dedica così alla creazione di nuovi Muppets e alla produzione di film di animazione.

Henson, Frank Oz e il loro team riscuotono un buon successo anche dal pubblico adulto, quando una serie di sketch appare nella prima stagione dell'innovativo spettacolo di varietà Saturday Night Live (SNL).

Nel 1976 muove il suo team creativo in Inghilterra, dove hanno inizio le riprese del "Muppet Show". Il "Muppet Show" era caratterizato da Kermit la rana come ospite, oltre che da tanti altri personaggi come Miss Piggy, Gonzo e Fozzie. Tre anni dopo l'inizio del "Muppet Show", nel 1979, i Muppets appaiono nel loro primo film, "Tutti a Hollywood con i Muppet" (titolo originale: The Muppet Movie), che ottiene un buon successo sia di critica che di pubblico.

Nel 1981 arriva il sequel, questa volta diretto da Henson,"Giallo in casa Muppet" (titolo originale: The Great Muppet Caper). Henson decide di smettere con il "Muppet Show" per dedicarsi solo ai film, anche se saltuariamente i Muppets continuano ad apparire in film per la TV e in qualche programma.

Nel 1982 crea la "Jim Henson Foundation" per promuovre e sviluppare l'arte del burattinaio negli Stati Uniti. Di lì a poco inizia anche a girare film fantasy o semi-realistici, come "The Dark Crystal", ma questa volta senza i suoi Muppets. L'anno seguente i Muppets recitano nel film "I Muppets alla conquista di Broadway" (titolo originale: The Muppets Take Manhattan), diretto da Frank Oz.

Nel 1986 Henson gira "Labyrinth", un film fantasy (con David Bowie), che si rivela però un fiasco: negli anni a venire sarebbe comunque diventato un cult. Nello stesso periodo si separa dalla moglie, che gli rimane comunque vicino per il resto della vita. Tutti i loro cinque figli cominciano presto a lavorare con i Muppets, anche come occasione per stare vicino al padre, altrimenti molto impegnato lontano da casa.

Henson continua a esplorare il mondo fantasy con lo spettacolo "The Storyteller" (1988), che vince un Emmy ma viene cancellato dopo nove episodi. L'anno seguente Henson ricompare con "The Jim Henson Hour".

Nel tardo 1989 viene assunto dalla multinazionale Walt Disney per circa 150 milioni di dollari, sperando che, con la Disney che gestiva il business, avrebbe avuto "più tempo da spendere nel lato creativo delle cose". E' il 1990 quando finisce di realizzare un special TV dal titolo "The Muppets at Walt Disney World". Durante la produzione dei suoi ultimi progetti però, comincia ad accusare i sintomi dell'influenza.

Jim Henson muore a causa dello streptococcus pneumoniae il 16 maggio 1990, all'età di 53 anni.

8. Biografia di Howard Hughes

Genio e follia tra cielo e terra
24 settembre 1905
5 aprile 1976

Chi è Howard Hughes?


Howard Hughes nasce a Humble (Texas) il 24 settembre del 1905. Aviatore, produttore televisivo e cinematografico, nonché regista, è considerato una delle figure più importanti e controverse della storia americana, capace di grandi imprese, ma anche di improvvise cadute.

Figlio di Howard Hughes Robard, il piccolo Howard cresce in un ambiente familiare molto particolare, se si prende in considerazione il periodo storico. Suo padre è il fondatore della Hughes Tool Company, una compagnia petrolifera molto importante e redditizia. Suo zio, il fratello del padre, tale Rupert Hughes, è un autore, scritturato dalla Samuel Goldwyn's movie studios. Mentre Allene Gano, la madre, proviene da una ricca famiglia di Dallas.

Dopo gli anni passati in una scuola privata di Boston, il piccolo Howard si trasferisce alla Thacher School della California, facendosi apprezzare come ottimo allievo di fisica, sua materia prediletta.

Il 24 gennaio del 1924, il diciottenne Howard Hughes perde suo padre, colpito da un'embolia. La Hughes Tool Company va nelle sue mani, ma il giovane figlio del magnate del petrolio non può beneficiarne nella totalità delle azioni fino all'età di 21 anni. Per il momento, a supervisionare c'è suo zio Rupert Hughes.

Nel frattempo, superato l'evento spiacevole della morte di suo padre, il giovane Howard conosce la mondana Ella Rice, che nel giugno del 1925 diventa sua moglie. I due si appassionano all'industria del cinema e, tre anni dopo, nel 1928, si trasferiscono ad Hollywood. È, questo, l'inizio della sua carriera di produttore cinematografico.

Produce "Notte d'Arabia", di Lewis Milestone, che vale l'Oscar per la regia. Nel 1930 scrive e dirige egli stesso, anche producendolo, un film completamente dedicato al mondo dell'aviazione militare: "Hell's Angels", tradotto in italiano come "Gli angeli dell'inferno". Il soggetto riguarda un pilota della prima guerra mondiale e colui che si avvia a diventare l'uomo più ricco d'America investe in questo film qualcosa come quasi quattro milioni di dollari, all'epoca una cifra sconsiderata. Con 87 aeromobili utilizzati e l'assunzione dei migliori piloti del mondo, Hughes dà vita, con questo film, al genere Kolossal.

L'anno dopo, è quello di "The Age for Love" e di "The Front Page", entrambi del 1931, mentre nel 1932 produce il "primo" Scarface, con la regia di Howard Hawks. E' il momento in cui il geniale e imprevedibile imprenditore si affida alla sua aspirazione, cedendo al fascino dell'aviazione e investendo su di essa. Sempre nel 1932, mentre produce film a Hollywood, Howard Hughes costituisce "Hughes Aircraft Company". Due anni dopo, costruisce personalmente dopo averlo progettato un velivolo che passa alla storia con il nome di "H-1".

Solo l'anno dopo, esattamente il 13 settembre del 1935, la sua creazione stabilisce il nuovo record di velocità nei cieli, raggiungendo la velocità di 352 miglia all'ora. L'11 giugno del 1936, l'uomo più ricco d'America, com'era ormai considerato, investe un pedone, Gabriel Mayer. Viene arrestato con l'accusa di omicidio colposo ma, inspiegabilmente, viene rilasciato senza più alcuna accusa.

Due anni dopo, nel 1938, comincia la sua relazione con Katharine Hepburn, che finisce però per rompere la relazione con lui a seguito dei suoi ripetuti tradimenti.

Nel periodo della seconda guerra mondiale Howard Hughes produce aerei militari, accumulando ricchezza e accrescendo il patrimonio delle sue aziende, soprattutto quella petrolifera. Nel 1943 torna al cinema con "il mio corpo ti scalderà", un western che desta scandalo a causa della presenza femminile di Jane Russell, bella e provocante nel film. Sono gli anni più controversi della sua vita. Accusato di corruzione, in probabile complicità con il governo Roosevelt, Hughes riesce sempre a farla franca, dandosi da fare soprattutto con le sue numerose amanti. Negli anni '50, stando ai suoi biografi, avrebbe avuto relazioni con donne dello spettacolo e del cinema americano, come Yvonne De Carlo, Rita Hayworth, Barbara Payton e Terry Moore.

Nel 1956 la Hughes Tool Company fornisce un prestito di 205.000 dollari alla Nixon Incorporated, una società gestita dal fratello di Richard Nixon, Donald Nixon. Il denaro, mai restituito, serve per sostenere la campagna presidenziale del futuro presidente degli USA, di cui Howard Hughes è vivace sostenitore.

Dopo aver fatto proposte di matrimonio a Jean Simmons e Susan Hayward, ricevendo solo rifiuti, il magnate dell'aviazione statunitense sposa Jean Peters nel 1957. La coppia si trasferisce in un bungalow di Palm Springs ed è proprio qui che Hughes comincia a manifestare i primi segni di follia, alternando paranoia e ipocondria compulsiva con crisi sempre più frequenti.

Durante gli anni '60 e allo scoppio della guerra nel Vietnam, Hughes fa affari con il governo, vendendo elicotteri. Nel 1966 invece, dopo alcune operazioni di vendita molto convenienti, il ricco produttore cinematografico e costruttore di velivoli si butta nel mondo dei casinò, investendo a Las Vegas. Quattro hotel di lusso e sei casinò diventano di sua proprietà. Ma è l'epilogo, ormai, della sua carriera professionale, oltre che della sua vita.

Sempre più nel baratro della follia, continua a gestire i propri affari da residenze isolate, vittima della sua ipocondria. La salute peggiora gravemente e Hughes muore a Houston il 5 aprile del 1976, all'età di settant'anni. Si calcola abbia lasciato un patrimonio stimato sui 2 miliardi di dollari.

La vita, le opere, il genio e la follia di questo straordinario personaggio americano sono state spesso rievocate da cinema e tv: tra le produzioni più importanti ricordiamo il film "The Aviator" (2004, di Martin Scorsese, con Leonardo DiCaprio, vincitore di tre Golden Globe e cinque Oscar), "L'imbroglio - The Hoax" (2006, di Lasse Hallström con Richard Gere), "F for Fake" (1975, di Orson Welles).

9. Biografia di Alessia Merz

Il prezzemolo è buono ovunque
24 settembre 1974
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Chi è Alessia Merz?


Nata il 24 settembre 1974 a Trento, Alessia Merz ha conseguito il diploma di maturità classica e poi è entrata nel mondo della moda, lavorando per stilisti di rilievo. Ha lavorato anche come interprete di fotoromanzi "Lancio".

Tra il 1995 e il 1997 ha partecipato a diverse campagne pubblicitarie (sia in Italia che all'estero) poi, avida di popolarità, ha deciso di tentare la sorte presentandosi fuori dagli studi romani di Mediaset, dove all'epoca si stavano tenendo i provini per la trasmissione "Non è la Rai". Arruolata al volo nel gineceo danzereccio da Gianni Boncompagni, regista e ideatore del programma nonchè uomo dall'occhio pronto, si è poi distinta durante le varie puntate per la sua parlantina sciolta e sicura. Sgambettando qua e là è arrivata anche a condurre in spazi appositi all'interno della trasmissione, sempre sotto la ferrea guida di Boncompagni, alcuni giochi per il pubblico da casa.

Finita la pacchia di "Non è la Rai", dove il massimo dello sforzo consisteva nell'ammiccare alla telecamera, Alessia Merz viene reclutata nel carrozzone di "Striscia la Notizia" come "Velina" per la stagione televisiva 1995/1996. Eh, sì. Pochi lo ricordano ormai, ma Alessia è stata appunto una delle prime Veline, ossia una tipologia di valletta diventata fenomeno di culto.

In quel periodo le cronache la danno fidanzata con l'ex calciatore del Vicenza, Maini, motivo per il quale, novella intenditrice di geometrie pallonare, viene spesso chiamata a dire la sua nella simpatica sarabanda di "Quelli che il calcio...". Un "vizio" che gli autori non si sono tolti neanche quando la Merz ha rotto la relazione con Maini.

Ma la carriera di Alessia Merz ha visto anche altri traguardi. Nel 1998 ha presentato, insieme a Max Pezzali, "Sanremo famosi", con il quale ha condotto nel dicembre dello stesso anno i collegamenti per Telethon 1998 e poi è approdata al cinema, in film che, se non spiccano per gli alti contenuti, hanno il merito di rappresentare lo spaccato (forse inconsapevole) di una certa umanità. E' il caso del film degli 883 "JollyBlu" o di "Vacanze sulla neve" di Mariano Laurenti.

Tornata alla ribalta televisiva ha condotto con Gene Gnocchi e Giorgio Mastrota, "Meteore", un programma dedicato a star ormai dimenticate dello spettacolo e, insieme a Samantha De Grenet e Filippa Lagerback, "Candid Angels", una trasmissione incentrata interamente sulle candid camera.

Bella, bellissima, anzi di più. Con quel corpo sinuoso, con quegli occhi tanto verdi da sembrare finti, ha posato per Maxim, per realizzare un calendario: dietro la macchina fotografica Conrad Godly.

Ma ci sono anche altre fatiche che l'instancabile "prezzemolina" (Alessia è stata accomunata a quella stirpe di belle ragazze che, proprio in virtù della loro avvenenza, presenziano a qualunque programma e a qualsivoglia evento), ha deciso di sobbarcarsi, come la partecipazione al programma di Simona Ventura "L'Isola dei Famosi" edizione 2004. Una prova di sopravvivenza molto dura che non ha spaventato la combattiva Alessia.

Partita infatti per Samanà, Santo Domingo, assieme agli altri undici "morti di fama" come li ha soprannominati il caustico critico del Corriere Aldo Grasso (gli altri "naufraghi" compagni d'avventura della Merz rispondono al nome di: Kabir Bedi, Paolo Calissano, Rosanna Cancellieri, Dj Francesco, Antonella Elia, Valerio Merola, Sergio Muniz, Patrizia Pellegrino, Ana Laura Ribas, Aida Yespica e Totò Schillaci), Alessia ha così modo di esibire tutta la sua personalità e le sue delicate curve. Che la rendono, se non proprio una bomba sexy, sicuramente un modello di creatura fine ed elegante.

(Dal sito ufficiale della trasmissione l'Isola dei famosi):

Il suo sguardo è sicuramente uno dei più ammalianti della televisione italiana al punto che Alberto Donatelli scrive una canzone intitolata "Gli occhi di Alessia Merz".

Ma i suoi occhi sono solo per il calciatore della Sampdoria, Fabio Bazzani, con cui sta vivendo una bellissima storia d'amore.

Unitasi in matrimonio con Bazzani, ha dato alla luce i figli Niccolò (2006) e Martina (2008).

10. Biografia di Paracelso

Le scienze e le magie
14 novembre 1493
24 settembre 1541

Chi è Paracelso?


Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, meglio noto semplicemente come Paracelsus o Paracelso, nasce ad Einsiedeln, in Svizzera, il 14 novembre del 1493. Medico, alchimista e astrologo, scienziato, è stato di fatto uno sperimentatore controverso e dalla personalità decisamente sopra le righe. Il nome Paracelso si deve a lui stesso, stante ad indicare, segno anche dell'alta considerazione che aveva di sé, il suo essere di pari levatura rispetto ad Aulo Cornelio Celso, romano naturalista ed esperto in arti mediche. "Para", com'è noto, in greco significa "dipresso", "vicino".

Orgoglioso, superbo, tacciato di immoralità e talvolta di ateismo, dal suo vero nome Bombastus, dicono alcuni esperti, gli inglesi avrebbero coniato il termine "bombastic", indicante per l'appunto una persona piena di sé, arrogante, saccente. Nel suo campo, Paracelso è considerato come una delle figure più significative del Rinascimento europeo, primo botanico sistematico.

Il suo metodo d'indagine anticipa anche quello Sperimentale, che sarebbe stato elaborato in modo completo soltanto nel '600, ad opera di Galileo Galilei e di altri studiosi europei. Rifugge tutti i pregiudizi e le schematiche dell'epoca, teorizza forme di medicina e mette in pratica alcune sue intuizioni. Ai quattro elementi di Aristotele, per secoli la summa di qualsiasi studio inerente la materia, Paracelso aggiunge una teoria che contempla, oltre ai principi di sale, zolfo e mercurio, anche la presenza di spiriti della natura nella formazione e nei cambiamenti della materia.

In opposizione alla medicina tradizionale, dà vita alla disciplina della iatrochimica, basata sull'uso dei minerali come cura di alcune malattie. A lui si deve il termine zinco, studiato e battezzato come "zincum". È uno dei primi a sistematizzare l'uso dell'oppio in alcune terapie, mediante pastiglie da lui battezzate "laudanum". Alcuni raccontano che sia riuscito persino a concepire la vita in vitro. Le sue opere, spesso vietate, sono state pubblicate tutte postume.

Dell'infanzia e della giovinezza di Bombastus, poco si sa di certo e le fonti, quasi sempre, discordano su date e luoghi. Figlio di Wilhelm von Hohenheim e di una serva ecclesiastica, dalla quale sembra aver ereditato la bruttezza fisica e di cui si racconterà fosse isterica, il futuro Paracelso cresce in una delle case vicine al monastero di Unsere Liebe Frau, tra le stazioni di sosta per i pellegrini diretti a Santiago de Compostela.

È certo il suo passaggio, con il padre, intorno al 1502 in Carinzia, a Villaco. Così com'è certo che i primi rudimenti di chimica e medicina li avrebbe appresi proprio dal padre Wilhelm, il quale sarebbe stato un gran maestro dell'ordine Teutonico, oltre che un laureato in medicina alla celebre Università di Tubinga.

Successivo all'apprendistato paterno, è l'incontro con Tritemius, abate di Spanheim e grande cabalista, meglio noto come Giovanni Tritemio, studioso di chimica e di occultismo, altri insegnamenti che infonde nel giovane Bombastus.

Circa la formazione universitaria si sa poco, a parte che avviene tra il 1509 e il 1515. Paracelso passa da un ateneo all'altro, alla maniera dei grandi studiosi medievali. Sprezza il metodo della Sorbona di Parigi, allora piuttosto apprezzata; ottiene entro il 1511 il Baccalaureato a Vienna; girovaga tra varie università tedesche, da Tubingen a Heidelberg, da Wittenberg a Ingolstadt, fino a Monaco. Passa e si ferma, pare non molto, anche all'Università di Ferrara, dove ottiene la laurea in medicina, probabilmente durante o poco dopo il passaggio del matematico Niccolò Copernico.

Intorno agli anni '20, a quanto pare, si trova nel Tirolo per studiare le miniere, una delle cose che lo interessano di più e su cui impegna molte delle sue forze intellettuali. Associa e analizza le caratteristiche dei minerali e le malattie contratte dai minatori, con piglio scientifico moderno. Lavora inoltre, a fasi alterne, come medico militare al seguito di diversi eserciti europei, arrivando sino in Svezia. A suo dire - ma è notoria la sua propensione all'esagerazione - avrebbe servito anche gli eserciti cinesi e russi, fino a ricevere dal Kahn alcuni importantissimi segreti.

Intorno al 1527 guarisce Erasmo da Rotterdam e Ecolampadio. Grazie a questo risultato, e al loro intervento, riesce ad ottenere il doppio incarico di medico municipale e di insegnante all'Università di Basilea. Tuttavia, l'esperienza non dura molto. Paracelso durante le sue lezioni invita i propri studenti a bruciare pubblicamente i testi di Galeno ed Avicenna. Secondo lui, ognuno possiede dentro di sé le doti necessarie per esplorare il mondo; quanto detto e teorizzato per secoli sarebbe tutto da scartare, ormai materiale obsoleto e inesatto.

La stima iniziale in ambito accademico dura poco e anche gli studenti finiscono per disamorarsi di lui e della sua spregiudicata eterodossia in qualsiasi campo. Il problema è che Paracelso in questi anni si oppone tanto alla medicina tradizionale quanto a quella nuova che sta nascendo in Italia e in Francia. Nel 1528 pertanto è costretto a lasciare l'Università e la città di Basilea.

Riprende allora le sue peregrinazioni e nel 1530, viene ospitato dal barone von Stauff nei pressi di Regensburg. Qui gli arriva anche la notizia che il Consiglio municipale di Norimberga ha vietato alcune sue pubblicazioni.

Intorno a questi anni vive anche un momento piuttosto interessante nella cittadina di San Gallo, nell'est della Svizzera. Dal 1531, pare gli sia stata affidata la salute del borgomastro del paese Christian Studer per ventisette settimane. Durante il suo soggiorno a San Gallo inoltre, Paracelso avrebbe anche dato un saggio della sua inclinazione profetica, così come descritto dalle sue stesse parole nell'opera "Paramirum". Il 28 ottobre del 1531 il medico avrebbe avvistato un gigantesco arcobaleno, il quale avrebbe avuto la stessa direzione da cui, due mesi prima, sarebbe venuta la nota cometa di Halley. Il messaggio dell'arcobaleno, secondo Paracelso, sarebbe stato di tipo salvifico, a differenza della discordia annunciata dalla cometa.

Dell'ultimo decennio della sua vita si sa poco, a parte il fatto che avrebbe continuato a vagare di città in città, senza mai smettere di bere, suo vizio incontenibile.

Paracelso muore a Salisburgo il 24 settembre del 1541, secondo alcune fonti ucciso, pochi giorni dopo aver dettato il proprio testamento. È sepolto nella chiesa di San Sebastiano.

11. Biografia di Antonio Tabucchi

La passione portoghese
24 settembre 1943
25 marzo 2012

Chi è Antonio Tabucchi?


Nato a Pisa il 24 settembre 1943, Antonio Tabucchi è stato considerato per tutta la sua lunga carriera come uno dei più profondi conoscitori della lingua e della cultura del Portogallo. La sua passione per questi argomenti fu chiara fin dalla sua giovinezza: non è un caso che si laureò in Lettere con una tesi sul surrealismo portoghese.

Nella sua lunga carriera di insegnante di letteratura portoghese (insegna dal 1973), Antonio Tabucchi si è occupato soprattutto di Fernando Pessoa, colui che diede alla letteratura del suo paese rilevanza europea. Tabucchi tradusse molte opere del Pessoa e rimase colpito ed affascinato dal personaggio.

Iniziò l'attività di scrittore nel 1975 con il romanzo "Piazza d'Italia", cui fecero seguito varie raccolte di racconti (da citare, per il grande valore artistico, "Il gioco del rovescio" del 1981 e "Piccoli equivoci senza importanza" del 1985); ma è con i romanzi brevi che Tabucchi ottiene successo e fama a livello internazionale.

In particolare, due avranno molta fortuna, ed entrambi testimoniano l'amore che lo scrittore ha per il Portogallo e per Lisbona: "Requiem" del 1992 e soprattutto "Sostiene Pereira" del 1994, con cui vinse anche il premio Campiello. Il romanzo, pubblicato in Italia dalla Feltrinelli, è ambientato a Lisbona durante la dittatura di Salazar e narra le vicende appunto di Pereira, obeso e cattolico giornalista del quotidiano "Lisboa" che, dopo le avventure avute con il rivoluzionario di origini italiane Monteiro Rossi, diventa antifascista.

L'impegno civile e l'alone di mistero che pervadono lo stile letterario di Tabucchi sono stati confermati nelle sue ultime opere importanti: "La testa perduta di Damasceno Monteiro" del 1996 e soprattutto il romanzo epistolare "Si sta facendo sempre più tardi" del 2001.

Nel 2003 appare in libreria "Autobiografie altrui. Poetiche a posteriori", sette testi di poetica, per la maggior parte inediti o inediti in Italia, che illuminano un pensiero, una parola, una suggestione presente nei romanzi dello scrittore.

Ha collaborato con le redazioni culturali del «Corriere della Sera» e del «País» ed è stato professore ordinario presso l'Università di Siena. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo "L'oca al passo" (2006) e "Il tempo invecchia in fretta" (2009).

Malato da lungo tempo, Antonio Tabucchi è morto a Lisbona all'età di 68 anni il 25 marzo 2012.

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