Biografie di personaggi famosi e storici nato il 16 settembre


Biografie di personaggi famosi e storici

Biografie di personaggi famosi nella storia e celebrità nate il 16 settembre

Sommario:

1. Lauren Bacall
2. Maria Callas
3. Maria Chiara Carrozza
4. Alessandro Cecchi Paone
5. David Copperfield
6. Daniel Gabriel Fahrenheit
7. Peter Falk
8. Farinelli
9. B.B. King
10. Luigi XVIII di Francia
11. Roy Paci
12. Pietro Pomponazzi
13. Gio Ponti
14. Mickey Rourke
15. Fabrizio Ruffo
16. Albert Szent-Gyorgyi
17. Lee Kuan Yew

1. Biografia di Lauren Bacall

Nei sogni maschili
16 settembre 1924
13 agosto 2014

Chi è Lauren Bacall?


Il vero nome di Lauren Bacall è Betty Joan Weinstein Perske, nata a New York il giorno 16 settembre 1924 da madre polacca e da padre russo, entrambe di religione ebraica, immigrati negli USA (E' inoltre cugina di primo grado dello statista israeliano Shimon Peres, il cui vero nome è Shimon Perske).

La futura attrice fin da piccolina avrebbe voluto diventare una ballerina e in breve tempo si appassiona alle pellicole che hanno come protagonisti Fred Astaire e Bette Davis.

Decide di frequentare l'Accademia d'arte drammatica e intanto lavora come modella indossatrice. La giovane Lauren Bacall viene notata dal regista Howard Hawks la fa debuttare nel mondo del cinema nel 1944 con il film "Acque del Sud". La storia del cinema la ricorderà soprattutto per i suoi primi due film "Acque del sud" e "Il grande sonno" in cui rappresenta l'incarnazione dei sogni maschili. Sulle scene di "Acque del sud" incontra Humphrey Bogart e, nonostante l'attore avesse venticinque anni più di lei, ben presto tra loro nasce una storia d'amore.

La coppia si unisce in matrimonio nel 1945: dal matrimonio nascono due figli, Stephen e Leslie. Nei tre anni che seguono l'unione la coppia recita assieme in numerosi film.

Humphrey Bogart muore il 14 gennaio 1957; due anni più tardi Lauren Bacall lascia il cinema per dedicarsi al teatro.

Nel 1961 sposa l'attore Jason Robards, dal quale ha un figlio, Sam Robards. La coppia si separa e dopo il divorzio da Robards, l'attrice accetta lavori per la televisione pur proseguendo a recitare in teatro, oltre che ad apparire saltuariamente sul grande schermo.

In teatro recita nella stagione 1970 in "Applause!", rifacimento musicale del film "Eva contro Eva", del 1950.

Tra i film seguenti ricordiamo "Assassinio sull'Orient Express" (1974) e "Appuntamento con la morte" (1988), entrambi ispirati ai soggetti di Agatha Christie.

Nel 1990 recita in "Misery non deve morire", trasposizione cinematografica del fortunato romanzo di Stephen King.

L'interpretazione nel film "L'amore ha due facce" (1996), per la regia di Barbra Streisand, le vale la sua prima e unica nomination all'Oscar, come attrice non protagonista. Con lo stesso film Lauren Bacall vince il Golden Globe.

Nella filmografia recente di Lauren Bacall ricordiamo parti di rilievo nei film "Dogville" (2003) e "Manderlay" (2005), entrambi di Lars Von Trier.

L'attrice ha scritto due autobiografie: "Io, Lauren Bacall" (Lauren Bacall By Myself, 1974), e "Now" (1996).

Lauren Bacall il 13 agosto 2014 poche settimane prima di compiere 90 anni.

2. Biografia di Maria Callas

La Divina
2 dicembre 1923
16 settembre 1977

Chi è Maria Callas?


Maria Callas (nata Maria Anna Cecilia Sofia Kalogeropoulos), regina indiscussa della lirica appellata di volta in volta come Diva, Divina, Dea e consimili, è nata con tutta probabilità il 2 dicembre dell'anno 1923, sebbene la sua nascita sia circondata da un sostanziale mistero (c'è chi sostiene essere il 3 o il 4 di dicembre). Unica certezza la città, New York, Fifth Avenue, dove abitavano i genitori - Georges Kalogheropoulos e Evangelia Dimitriadis - di origine greca.

L'origine di questa confusione circa le date è da ricercarsi nel fatto che a quanto pare i genitori, per rimediare la perdita del figlio Vasily, morto durante un'epidemia di tifo a soli tre anni, avrebbero voluto un maschio, tant'è che quando la madre apprese di aver dato alla luce una bambina, per i primi giorni non volle nemmeno vederla, mentre il padre non si curò nemmeno di registrarla all'anagrafe.

La sua infanzia fu ad ogni modo tranquilla, come quella di molte bambine della sua età, anche se in precedenza, a soli cinque anni, un fatto tragico rischiò di spezzarle la vita: investita da un'auto nella 192ma strada di Manhattan, rimase in coma per ventidue giorni prima di riprendersi.

Maria aveva una sorella maggiore di sei anni, Jakinthy detta Jackie, la prediletta in famiglia (singolare destino... Jackie sarà il soprannome di Jacqueline Kennedy, la donna che le porterà via il compagno). Jackie godeva di ogni privilegio, come quello di prendere lezioni di canto e pianoforte, lezioni che Maria era costretta solo ad ascoltare da dietro la porta. Con la differenza che lei riusciva ad imparare subito quello che la sorella apprendeva con tanta difficoltà. Non a caso, a soli undici anni partecipò alla trasmissione radiofonica "L'ora del dilettante", cantando "La Paloma" e vincendo il secondo premio.

Maria coltiva la passione per il bel canto anche quando la madre, dopo il divorzio, decide di ritornare in Grecia, portando la ragazza con sé.

Nel 1937 entra al Conservatorio di Atene e, contemporaneamente, si perfeziona nel greco e nel francese. Saranno anni non facili per la giovanissima Callas: le miserie dell'occupazione e della fame, e successivamente la conquista, dopo la guerra, della libertà, di una esistenza finalmente tranquilla e agiata. I primi successi sono proprio in Grecia: "Cavalleria Rusticana" nel ruolo di Santuzza e poi "Tosca", suo futuro cavallo di battaglia.

La Callas ha comunque nel cuore New York e, soprattutto, suo padre: tornare negli Stati Uniti per abbracciarlo e soprattutto per il timore che le venga sottratta la cittadinanza americana è il suo scopo primario. Raggiunge così il padre: saranno due anni non particolarmente felici (di glorie artistiche) che spingeranno Maria Callas, ancora una volta, alla "fuga". E' il 27 giugno 1947, e la meta è l'Italia.

La Callas lascia gli Stati Uniti "ancora povera in canna", come lei stessa disse, con 50 dollari in tasca e pochi vestiti. Con lei ci sono Luisa Bagarotzy, moglie di un impresario americano, e il cantante Nicola Rossi-Lemeni. La meta è Verona dove Maria Callas avrebbe conosciuto il suo futuro marito, Giovanni Battista Meneghini, amante delle opere d'arte e della buona tavola. Li dividevano 37 anni di differenza e la Callas, forse, non amò mai l'uomo che sposerà il 21 aprile 1949.

L'Italia porta fortuna allo scalpitante soprano. Verona, Milano, Venezia hanno il privilegio di sentire le sue "Gioconda", "Tristano e Isotta", "Norma", "I Puritani", "Aida", "I Vespri siciliani", "Il Trovatore" e così via. Nascono amicizie importanti, fondamentali per la sua carriera e la sua vita. Antonio Ghiringhelli, sovrintendente della Scala, Wally e Arturo Toscanini. Il celebre maestro d'orchestra rimane stupito e meravigliato dalla voce del grande soprano tanto che avrebbe voluto dirigerla nel "Macbeth", ma il capolavoro verdiano, purtroppo, non venne allestito alla Scala.

La Callas parlando di Renata Tebaldi dichiarerà: "Quando potremo cantare la Valchiria e i Puritani fianco a fianco, allora si potrà fare un paragone. Fino ad allora sarebbe come paragonare la Coca Cola allo champagne".

Nuovi amori, nuove passioni entrano nella vita (non solo artistica) della Callas. Luchino Visconti che la dirige a Milano, nel 1954, nella "Vestale" di Spontini, Pasolini (al quale la Callas scrisse numerosissime lettere per consolarlo della fuga di Ninetto Davoli), Zeffirelli, Giuseppe di Stefano.

L'italia non è l'unica patria d'elezione del celebre soprano. Trionfi e consensi entusiasti si susseguono in tutto il mondo. Londra, Vienna, Berlino, Amburgo, Stoccarda, Parigi, New York (Metropolitan), Chicago, Philadelphia, Dallas, Kansas City. La sua voce incanta, commuove, stupisce. Arte, gossip e mondanità si intrecciano nella vita di Maria Callas.

Il 1959 è l'anno della rottura con il marito. Grazie all'amica Elsa Maxwell, miliardaria americana, conosce l'armatore greco Aristotele Onassis. Il loro sarà un amore distruttivo "brutto e violento" come lei stesso lo definì. Anni di passione, di amori sfrenati, di lusso e sgretolatezza. Un uomo che farà soffrire moltissimo la Callas.

Dalla loro unione nasce un bambino, Omero, vissuto pochissime ore, che forse avrebbe cambiato il corso della loro storia d'amore.

Dopo il 1964 inizia il declino della cantante, anche se forse più in senso psicologico che artistico. Aristotele Onassis l'abbandona per Jacqueline Kennedy. La notizia la raggiunge attraverso i quotidiani come una mazzata terribile e da quel momento sarà una continua discesa verso l'oblio. La sua voce comincia a perdere smalto e intensità, così "la divina" si ritira dal mondo e si rifugia a Parigi.

Muore il 16 settembre 1977 a soli 53 anni. Accanto a lei un maggiordomo e Maria, la fedele governante.

Dopo la morte, i vestiti di Maria Callas, come quelli di Margherita Gautier, sono andati all'asta a Parigi. Di lei non rimane nulla: anche le ceneri sono state disperse nell'Egeo. Tuttavia esiste una lapide in suo ricordo presso il cimitero parigino di Pere Lachaise (dove sono sepolti molti altri importanti nomi della politica, della scienza, dello spettacolo, del cinema e della musica).

Resta nelle incisioni la sua voce, che ha dato vita in modo unico a tanti personaggi tragici e infelici.

3. Biografia di Maria Chiara Carrozza

16 settembre 1965

Chi è Maria Chiara Carrozza?


Maria Chiara Carrozza nasce il 16 settembre del 1965 a Pisa. Dopo essersi laureata in fisica all'Università di Pisa nel 1990 e aver ottenuto un dottorato di ricerca in ingegneria alla Scuola Superiore Sant'Anna nel 1994, nel 2001 è guest editor, per la rivista edita da IOS Press "Technology and Health Care", dello "Special Issue on Actuators for Artificial Limbs".

A partire dal 2002 è responsabile per la Scuola Sant'Anna, nell'ambito di programmi di internazionalizzazione, delle Convenzioni sottoscritte con le 4 Ecole Normale Superiéeure di Francia per la definizione di programmi didattici di interesse comune e lo scambio di docenti e allievi; in più, è anche responsabile della Convenzione con la Scuola Normale Superiore relativa all'internazionalizzazione del curriculum degli studenti. In seguito è Visiting Professor all'università di Vienna nel 2003: in Austria tiene corsi riguardanti la biomeccanica (così come farà l'anno dopo a Roma all'Università Campus Biomedico); nello stesso anno, alla Scuola Superiore Sant'Anna e all'Università di Pisa tiene corsi di fondamenti di robotica umanoide, criteri di progettazione di mani artificiali, bioingegneria della riabilitazione, biomeccatronica e neuro-robotica, ed è guest editor per la rivista scientifica "Journal of Autonomous Robots" dello "Special Issue on Rehabilitation Robotics".

Nel 2004, anno in cui è associate editor della rivista "International Journal of Human-friendly Welfare Robotic Systems", viene eletta membro della Giunta direttiva del Gruppo Nazionale di Bioingegneria, in rappresentanza dei professori associati: manterrà la carica fino al 2007. Nel 2005, invece, Maria Chiara Carrozza diventa membro del Comitato Scientifico del Centro di Ricerca Matematica "Ennio De Giorgi", ed entra a far parte del Comitato Scientifico della "Limonaia", Associazione per la Diffusione della Cultura Scientifica e Tecnologica; in qualità di Direttore della Divisione Ricerche, inoltre, diventa Presidente della Commissione Ricerche e della Commissione Brevetti.

L'anno successivo è guest editor, sulla rivista internazionale "IEEE Transactions on Neural Systems and Rehabilitation Engineering", dello "Special Issue on Therapeutic Robotics", e, sulla rivista "Advanced Robotics", dello "Special Issue on Robotic Platform for Research in Neuroscience"; inoltre, collabora con l'organizzazione della "International Conference on Biomedical Robotics and Biomechatronics" di Pisa e della "International Conference of Robotics and Automation".

Nel 2007 fa parte dell'organizzazione scientifica dell'"International Conference on Rehabilitation Robotics" di Nordwijk, in Olanda, e dell'"International Conference on Robotics Systems IROS" di San Diego, negli Stati Uniti. Il 1 novembre di quell'anno Maria Chiara Carrozza viene nominata Rettore della Scuola Superiore Sant'Anna.

Il 12 settembre del 2008 le viene assegnato il Premio "Le baleari - guerriero pisano", che si propone di onorare personalità che si dedicano alla valorizzazione delle tradizioni e alla crescita della città di Pisa. Nel 2009 fa parte del Comitato Scientifico della Conferenza Nazionale "Neuroriabilitazione e Robotica" di Genova, mentre a Palazzo Vecchio riceve il Premio "Firenze Donna", XVIII Edizione, per essere il rettore più giovane d'Italia, ma anche manager, coordinatrice e ricercatrice; due anni più tardi il suo allievo Nicola Vitiello conquista il Premio "Massimo Grattarola".

Nel 2012 Maria Chiara Carrozza riceve a Milano, nel mese di dicembre, il Premio "Eureka", ottenuto grazie all'attività svolta nel campo dello sviluppo di esoscheletri e protesi per l'assistenza personale e la riabilitazione.

Nel 2013 sceglie di tentare l'avventura politica, venendo eletta parlamentare nelle file del Partito Democratico (capolista in Toscana) dopo le elezioni del 24 e 25 febbraio. Il 28 aprile viene nominata Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca nel nuovo governo di Enrico Letta.

Coordinatrice di numerosi progetti relativi alle protesi degli arti superiori e inferiori finanziati dalla Regione Toscana, dal Miur e della Commissione Europea, è responsabile, all'interno dell'Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant'Anna, dell'Area Neuro-Robotica.

4. Biografia di Alessandro Cecchi Paone

16 settembre 1961

Chi è Alessandro Cecchi Paone?


Alessandro Cecchi Paone nasce il 16 settembre 1961 a Roma. A soli 16 anni debutta in televisione presentando un telegiornale per ragazzi su Raiuno; diplomatosi nel 1980, nel 1983 è vincitore di "Un volto nuovo per gli anni 80", concorso che gli permette di arrivare a "Unomattina". Dopo essersi laureato in Scienze Politiche, nel 1985 si trasferisce a Milano e su Raiuno presenta in prima serata "Mister O"; l'anno successivo conduce "Test", sempre sulla prima rete nazionale.

Nel 1991 è il mezzobusto dell'edizione delle tredici del "Tg2": tre anni più tardi è il primo giornalista della Rai ad annunciare la vittoria alle elezioni politiche del Polo delle Libertà, a reti unificate. Nella seconda metà degli anni Novanta Alessandro Cecchi Paone si trasferisce a Mediaset, dove conduce "Amici animali" e "Mediterraneo sulla rotta di Ulisse".

Diventa poi un volto fisso di Retequattro, grazie ad "Appuntamento con la storia" e soprattutto a "La macchina del tempo". Nel 2001, in occasione della cerimonia di consegna dei Telegatti, polemizza con gli organizzatori per avere inserito il suo programma insieme con "Quark" e il "Grande Fratello" nella categoria "Costume e cultura". Quindi, passa alla guida di MT Channel, canale satellitare prodotto da Mediaset ispirato proprio a "La macchina del tempo".

Per Il Saggiatore, Alessandro Cecchi Paone pubblica tra il 2000 e il 2002 "Le frontiere dello spazio", "Il regno dei dinosauri", "Un saggio mi ha detto" e "Sì global". Inoltre, per Net scrive "I graffiti e Internet" e "Quando Lucy iniziò a camminare", mentre con De Agostini dà alle stampe "Viaggio nella preistoria" e "Ai confini dell'universo".

Anche il 2003 è un anno ricco di pubblicazioni: con De Agostini arrivano in libreria "Nel mondo degli antichi romani" e "L'avventura delle quattro ruote"; con Einaudi "Tutti dentro"; con Rizzoli "Ulisse, l'eroe che inventò il Mediterraneo"; e con Utet "Immagini dal mondo". Nel 2004, anno in cui scrive per Il Saggiatore "Solo per amore: famiglia e procreazione nel mondo globale", Cecchi Paone rivela pubblicamente di essere omosessuale; candidatosi nello stesso anno con Forza Italia alle elezioni europee, conquista 29mila preferenze non venendo eletto.

Nel 2005 pubblica per Rizzoli "Alessandro Magno ieri e oggi", e su Mediolanum Channel scrive e conduce "Alessandro. Le grandi conquiste dell'economia", dentro il quale viene proposto il cartone animato "Elmo", il cui protagonista - Elmo, appunto - ha le sembianze di Cecchi Paone. Terminata l'esperienza con MT Channel, pubblica per Marsilio "A viso aperto", e a partire da settembre 2006 presenta sull'emittente Gay.tv il talk-reality "Open Space", da lui stesso ideato.

Sempre nello stesso anno comincia a lavorare per l'Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, dove insegna Scrittura per la produzione documentaristica. A gennaio 2007 lascia "Open space" e su Italia 1 presenta con Eva Henger "Azzardo", quiz show che tuttavia ottiene ascolti mediocri: per questo Alessandro viene sostituito da Daniele Bossari.

In seguito, aderisce insieme a Franco Grillini, nonostante la fede politica diversa (Grillini arriva dai Democratici di Sinistra e dall'Arcigay; Cecchi Paone da Forza Italia, dai Radicali e da Gay Lib), alla Costituente Socialista creata da Enrico Boselli per ricostituire nella coalizione di centrosinistra il Partito Socialista Italiano. Dopo l'esperienza di Radio Kiss Kiss, dove presenta "Klima News", nell'autunno del 2007 Cecchi Paone è uno dei concorrenti della quinta edizione de "L'isola dei famosi", reality show in onda su Raidue: si ritira dal programma dopo poco più di un mese, sostenendo di voler lasciare l'opportunità di vincere a uno dei non famosi e dichiarando di sentire la mancanza del cibo e di Internet.

Nel 2008 pubblica per Armando Curcio Editore "Ulisse - L'eroe, l'uomo", e torna in Rai per presentare "Scommettiamo che", il quale però ottiene risultati di audience inferiori alle aspettative; nello stesso periodo Alessandro prende la tessera del Partito Repubblicano Italiano, del quale diventa consigliere nazionale e membro del comitato di segreteria nel 2011. Collabora, inoltre, con "La Voce Repubblicana", quotidiano per il quale cura una rubrica intitolata "Il partito della modernità".

Dopo avere scritto con Flavio Pagano "La rivolta degli zingari - Auschwitz 1944", edito da Mursia, ed essere stato uno degli inviati di "Mistero", show di Italia 1, nel 2012 torna a partecipare a "L'isola dei famosi" (giunto ormai alla nona edizione): viene eliminato durante la sesta puntata del reality dal televoto del pubblico a casa. Nell'estate di quell'anno, suscitano scalpore le sue dichiarazioni in occasione degli Europei di calcio, quando afferma che nella Nazionale azzurra di Cesare Prandelli ci sono due calciatori omosessuali, un bisessuale e tre metrosexual, senza rivelare tuttavia i loro nomi.

In seguito, Alessandro Cecchi Paone viene chiamato a presentare su TgCom24 "Time House - Il tempo della scienza", mentre su Canale 8, Canale 9, Napoli Canale21 e Televomero è il padrone di casa del programma di attualità "A reti unificate". Dopo avere scritto con Flavio Pagano "Il campione innamorato - Giochi proibiti nello sport", edito da Giunti, in cui parla di omosessualità nel mondo del calcio e dello sport, nel 2013 con Paolo Gambi pubblica per Piemme "Le ragioni dell'altro".

5. Biografia di David Copperfield

Progetto Magico
16 settembre 1956

Chi è David Copperfield?


Diventato famoso non solo per via delle sue indubbie capacità, ma anche per essere stato per anni l'invidiatissimo fidanzato della top model Claudia Schiffer (anche se si vocifera che il loro fosse un amore a puro scopo pubblicitario), David Cooperfield, con quel nome che richiama tristi storie alla Dickens (infatti il suo vero nome è il più prosaico David Kotkin), è a tutt'oggi forse il più grande illusionista vivente.

Straordinarie, pazzesche e al limite della fantascienza sono state alcune sue imprese, la più celebre delle quali è stata la messa in scena della sparizione della statua della Libertà.

Nato nel New Jersey il 16 settembre 1956 e dotato di un vero e naturale talento per la messa in scena, qualunque essa fosse, ha iniziato giovanissimo esibendosi come ventriloquo debuttando a soli dodici anni come prestigiatore con il nome d'arte di "the boy Davino".

Negli USA, terra che offre notoriamente ampie possibilità di realizzazione, David ha modo di mostrare a tutti di che stoffa è fatto e quali sono le sue vere potenzialità. In breve tempo, infatti, riesce ad imporsi in patria grazie ad un nuovo modo di presentare la prestidigitazione.

Copperfield (e qui sta la sua vera, grande trovata) è riuscito, esibendosi prima con il repertorio classico del prestigiatore e poi con le grandi illusioni, a dare un'immagine nuova, più dinamica e moderna della magia proponendo nei suoi seguitissimi special televisivi americani (trasmessi in tutto il mondo), uno spettacolo a 360 gradi in sintonia con le esigenze e le aspettative di un pubblico sempre più difficile da stupire e divertire.

E' appunto rimasta famosa la sparizione della Statua della Libertà, così come il numero dell'attraversamento della muraglia cinese, iperbolico spettacolo effettuato in occasione del suo special registrato in Cina; oppure quando fece levitare e sparire una Ferrari da 60.000 dollari e sparire il suo jet personale, o ancora quando fece levitare e sparire una carrozza dell'Orient Express.

In mezzo a tutte queste "levitazioni", una non poteva non essere dedicata a se stesso, e infatti il tenebroso Copprfield non ha esitato a sperimentare l'ennesimo trucco anche su se stesso, riuscendo addirittura a volare (e realizzando così un suo personale sogno).

Diventato una vera e propria celebrità, accolto ovunque come le più famose star del cinema, Copperfield gode del lavoro di un ampio entourage di esperti. Collaboratori e specialisti collaborano con lui nell'ideazione di grandi illusioni che poi Copperfield presenta in esclusiva durante i suoi spettacoli televisivi e teatrali. Vero appassionato di magia e di storia dell'illusionismo (il suo idolo, va da sé, è il grande Houdini), possiede una enorme collezione di attrezzi, libri e manifesti di magia antichi, appartenuti ai più grandi illusionisti della storia e che conserva nel suo "International Museum and Library of the Conjuring Arts" a disposizione della comunità magica mondiale.

Inoltre, da moltissimi anni coaudiuvato da medici specializzati e volontari, Copperfield propone, attraverso il Project Magic, facili e divertenti giochi di prestigio, che insegna ai bambini convalescenti negli ospedali per aiutarli nella riabilitazione psicomotoria e per una più rapida guarigione. Il "Progetto Magico" (così potremmo tradurlo in italiano), è attivo in più di 1000 ospedali sparsi in 30 paesi del mondo.

Infine è importante ricordare che David Copperfield è stato insignito del titolo di "Illusionista del Millennio" dalla presidenza del 21° congresso mondiale di magia (FISM), in una cerimonia che si è svolta a Lisbona.

6. Biografia di Daniel Gabriel Fahrenheit

Discussioni sulle scale
24 maggio 1686
16 settembre 1736

Chi è Daniel Gabriel Fahrenheit?


Daniel Gabriel Fahrenheit nasce a Danzica (Polonia) il 23 maggio 1686.

Sviluppa nel tempo una particolare abilità nell'arte di soffiare il vetro, dote che impiegherà per costruire apparecchiature scientifiche.

Costruttore di strumenti scientifici oltre che commerciante, dopo aver viaggiato in Inghilterra, Germania e Francia si stabilisce e passa la maggior parte della sua vita in Olanda, dove approfondisce lo studio della fisica.

Le sue pubblicazioni scientifiche sono per lo più modeste fino a quando la sua fama la sua notorietà si diffondono nei vari paesi europei per aver inventato nel 1720 un personale sistema per la fabbricazione di termometri. Grazie alle sue scoperte viene eletto membro della Royal Society di Londra nel 1724.

Gli anni seguenti serviranno allo studio e al miglioramento delle sue invenzioni; passa dall'utilizzo dell'alcohol nei termometri ad un elemento più preciso (e oggi noto): il mercurio.

Fahrenheit ideò anche un particolare tipo di areometro.

Il suo nome è legato all'omonima scala termometrica ampiamente utilizzata nei paesi anglosassoni fino agli anni '70, ed oggi ancora ufficialmente usata negli Stati Uniti.

Alla pressione di 1 atmosfera, la temperatura di congelamento dell'acqua corrisponde al valore di temperatura di 32° F (Fahrenheit), mentre al suo punto di ebollizione si attribuisce il valore di 212° F.

Nella scala centigrada, o Celsius, introdotta dall'astronomo svedese Anders Celsius e impiegata nella maggior parte dei paesi, il punto di fusione dell'acqua corrisponde a 0° C, quello di ebollizione a 100° C.

Le due scale si differenziano quindi sia per i valori assegnati al punto di congelamento e di ebollizione dell'acqua, sia per il numero di gradi in cui tale intervallo di riferimento si suddivide: nella scala Fahrenheit l'intervallo 32-212° F corrisponde a un'escursione termica di 180 gradi, mentre nella scala Celsius l'intervallo 0-100° C, corrisponde a 100 gradi.

La formula di conversione per una temperatura che si esprime nella rappresentazione Celsius è:

F = (9/5 C) + 32.

Daniel Gabriel Fahrenheit muore all'età di 50 anni a L'Aia, il 16 settembre 1736.

7. Biografia di Peter Falk

Devo dirlo a mia moglie
16 settembre 1927
23 giugno 2011

Chi è Peter Falk?


"Ah! Tenente Colombo, prego si accomodi". Quante volte abbiamo assistito alla pantomima del criminale di turno che nei telefilm della serie dedicata al poliziotto italo-americano, prima accoglie spavaldo e sicuro di sé lo stropicciato tenente e poi ne viene soggiogato dai suoi modi insinuanti, dalla finta ingenuità e da quell'aria apparentemente svagata ma che in realtà nasconde una determinazione e un puntiglio forse addirittura sadici?

Una cosa è certa: Colombo sa benissimo come logorare i nervi di coloro che ha individuato come possibili assassini. Inutile dire che difficilmente sbaglia. Loro così freddi, così calcolatori e controllati, spesso amanti della bella vita e del successo facile, cadono inesorabilmente di fronte ad un così umile tenente, capace di condurre interrogatori mascherati da gradevole conversazione (in cui viene sempre citata l'immancabile, quanto fantomatica, moglie), forte solo delle sue intuizioni e del suo ragionamento ferreo.

Era tale è ormai la mimesi di Peter Falk con il personaggio che interpretava, che ogni qualvolta che lo si incontrava, ci si aspettava di sentirsi rivolgere qualche domanda indiscreta su dove eravamo quel giorno a quella tal ora.

Invece Peter Micheal Falk, attore e produttore, non è stato altro che un simpatico e gioviale signore, con un gran talento anche per la pittura, nato a New York il 16 settembre 1927 e segnato da piccolo da una grave malattia all'occhio, poi rimosso. Da qui, quello sguardo così caratteristico che l'ha contraddistinto e che un po' ha fatto anche la sua fortuna.

Molto del suo successo lo si deve alla sua determinazione e al suo coraggio. Prima di iniziare la carriera artistica Peter Falk era un anonimo impiegato dello Stato del Connecticut: annoiato dal lavoro d'ufficio si è avvicinato alla recitazione. Nel 1955 era già un attore professionista con una solida esperienza teatrale a Broadway.

Il suo debutto in televisione avviene nel 1957 e da quel momento prende parte a numerose serie televisive, fra cui "The Naked City", "Gli Intoccabili", "Ai confini della realtà". Il suo debutto cinematografico avviene con "Il paradiso dei barbari" di Nicholas Ray (1958), al quale segue "Sindacato Assassini" (1960), che gli vale una nomination all'Oscar come Migliore attore non protagonista. Ma è il personaggio del Tenente Colombo che lo fa conoscere al grande pubblico. Il primo episodio della serie va in onda sul canale NBC nel 1967 e da allora per più di trent'anni appassiona il pubblico del piccolo schermo.

La serie va in onda ininterrottamente per sette anni, dal 1971 al 1978 ma successivamente, visto l'enorme successo e la pressante richiesta del pubblico, vengono girati anche film pensati specificatamente per la televisione, molti dei quali prodotti dallo stesso Peter Falk.

Sul piano più prettamente cinematografico lo troviamo in "Invito a cena con delitto" (1976, di Robert Moore, con Peter Sellers); collabora spesso con il grande regista John Cassavetes ("Mariti", 1970, "Una moglie", 1974, "Il grande imbroglio", 1985), mentre nel 1988 prende parte a quell'anomalo film tedesco che è "Il cielo sopra Berlino" dell'allora sconosciuto Wim Wenders. Una pellicola di indubbio spessore e che costituisce un'importante riflessione sulla vita, ma nella quale vediamo Peter Falk interpretare un angelo nei panni di se stesso-ex angelo, con notevole effetto straniante. Il successo ottenuto prepara il terreno ad una nuova serie regolare del Tenente Colombo, che riprende nel 1989.

Nel decennio successivo Peter Falk si dedica maggiormente alla televisione, partecipando a pochi lungometraggi, fra cui "I protagonisti" di Robert Altman (1992, con Tim Robbins), "Così lontano così vicino" di Wim Wenders del 1993, dove riprende il personaggio dell'ex angelo. Nel 2001 è nuovamente un gangster in "Corky Romano" di Rob Pritts.

Si è sposato due volte: la prima con Alice Mayo dal 1960 al 1976, con la quale ha adottato due figlie, la seconda con l'attrice Shera Danese, che lo affianca spesso negli episodi della serie "Il Tenente Colombo". Nel 2004 Peter Falk ha ricevuto la Targa d'oro dell'Ente David di Donatello.

Malato dal 2008 di Alzheimer, si spegne il 23 giugno 2011 all'età di 83 anni nella sua villa a Beverly Hills.

8. Biografia di Farinelli

24 gennaio 1705
16 settembre 1782

Chi è Farinelli?


Conosciuto come Farinelli, Carlo Maria Michelangelo Nicola Broschi nasce il 24 gennaio del 1705 ad Andria (ai tempi territorio incluso nel Regno di Napoli) da una agiata famiglia appartenente alla noblesse de robe locale.

Si avvicina alla musica sin da bambino, su invito del padre Salvatore (amministratore feudale), che lo induce a studiare canto, mentre il fratello maggiore, Riccardo, studia come compositore.

La celebre castrazione

È proprio Riccardo che, nel 1717, dopo la morte del padre, decide di sottoporre Carlo a castrazione, al fine di permettergli di mantenere la propria voce prima delle modifiche inevitabilmente conseguenti allo sviluppo del corpo.

Il nome d'arte

In seguito all'intervento, a Carlo viene imposto il nome d'arte di Farinelli: uno pseudonimo che è al tempo stesso un indice di diversità e un simbolo che intende riconoscere le sue virtù. Il nome Farinelli deriva da quello di una famiglia di giureconsulti e avvocati di Napoli, i Farina, che Carlo frequentava quando era bambino, e che si occupa di pagare gli studi del giovane dopo l'operazione di evitazione.

Gli studi di affinamento e l'esordio sulle scene

Egli viene quindi mandato a Napoli, dove il suo naturale talento di soprano viene affidato agli insegnamenti di Niccolò Porpora: anche grazie a lui, la voce del giovane pugliese arriva a raggiungere picchi molto alti (fino al do5 nei vocalizzi) e molto bassi (fino al do2, da contralto profondo).

Nel 1720, a 15 anni, Carlo esordisce a Napoli, nella serenata "Angelica e Medoro", esibendosi al fianco del contralto Francesco Vitale, di Domenico Gizzi (musico soprano della Real Cappella) e di Marianna Benti Bulgarelli, nota come "la Romanina", in una serata organizzata in onore dell'impero austriaco.

Due anni più tardi, debutta in teatro a Roma, in occasione della stagione del Carnevale, cantando nel dramma di Luca Antonio Predieri "Sofonisba" e nel "Flavio Anicio Olibrio" dello stesso Porpora.

Torna a Roma nel 1723 e nel 1724, sempre per le Stagioni del Carnevale: si cimenta nell'"Adelaide" di Porpora e nella "Farnace" di Leonardo Vinci, entrambe produzioni drammatiche. Negli anni seguenti, Carlo torna in scena a Roma, ma debutta anche a Vienna, a Milano, a Venezia e a Bologna. Proprio qui nel 1727 si alimenta la sfida con un altro importante castrato italiano, Antonio Maria Bernacchi: sfida comunque onesta, al punto che lo stesso Bernacchi, ben più vecchio dell'avversario, non lesina consigli e suggerimenti verso il concorrente.

L'Inghilterra e la composizione musicale

Dopo essere stato notato da Johan Joachim Quantz, nel 1730 Farinelli entra a far parte dell'Accademia Filarmonica di Bologna. Quattro anni dopo si sposta a Londra, dove ha l'opportunità di cantare, tra l'altro, al Lincoln's Inn Fields presso l'Opera della Nobiltà diretta da Porpora. Nel frattempo, suona (la viola d'amore e strumenti a tastiera) e si dedica alla composizione (scriverà, per esempio, la musica e il testo dell'aria "Addio a Londra").

Rimane in Inghilterra per tre anni, forte di una fama sempre crescente che lo porta a guadagnare più di 5mila sterline. Non mancano, però, i problemi, come la rivalità con il gruppo teatrale di Georg Friedrich Haendel, per altro supportato dal re Giorgio II: è anche a causa dei fastidi nei confronti di tali rivalità che nel 1737 egli decide di abbandonare la Gran Bretagna.

Farinelli in Spagna

Si trasferisce in Spagna, su invito della moglie di Filippo V, Elisabetta Farnese. Farinelli viene chiamato alla corte della monarchia iberica per risollevare il re, sofferente di nevrastenia e ormai autoesiliatosi a vita privata, lontano dagli affari di Stato: ebbene, Carlo - secondo la leggenda - grazie alla sua voce riesce a risollevare lo spirito di Filippo V, al punto che quest'ultimo decide di non lasciare più andare via il cantante, "costretto" a esibirsi ogni giorno nelle stesse otto o nove arie, a partire da "Pallido il sole", tratta dall'"Artaserse" di Johann Adolf Hasse.

Farinelli, quindi, diventa criado familiar dei re spagnoli, stipendiato con 2mila ducati ma con l'obbligo di non poter più cantare davanti ad altre persone.

Con la salita al trono di Ferdinando VI, gli onori non si esauriscono, ma anzi aumentano: l'artista di Andria viene nominato cavaliere di Calatrava, ottenendo così la carica più alta, destinata sino a quel momento solo a nobili gentiluomini.

In virtù della sua forte influenza sulla corte, per altro, Carlo Broschi si impegna per agevolare la bonifica delle rive del Tago, ma anche per fare realizzare un teatro d'opera italiano.

Sommerso di regali, rispettato da tutti, amato e onorato, Farinelli trascorre un periodo d'oro, impreziosito anche dalla collaborazione con il napoletano Domenico Scarlatti: periodo che tuttavia si esaurisce nel 1759, quando egli viene allontanato dal nuovo re Carlo III, preoccupato dalla sua influenza ritenuta eccessiva.

Il ritorno in Italia

Farinelli decide, quindi, di tornare a Bologna, dove va ad abitare in una villa enorme fuori Porta Lame: qui - negli anni successivi - riceve numerose visite di personalità importanti, tra cui quelle di Giuseppe II d'Austria e Wolfgang Amadeus Mozart, ma soffre anche la solitudine. Farinelli muore a Bologna all'età di 77 anni il 16 settembre del 1782.

Nel 1994 il regista belga Gérard Corbiau ha raccontato la vita del cantante lirico nel film "Farinelli - Voce regina" (interpretato da Stefano Dionisi).

9. Biografia di B.B. King

Il Blues come costante di vita
16 settembre 1925
14 maggio 2015

Chi è B.B. King?


Riley King, vero nome di B. B. King, nasce a Itta Bena nel Mississippi (in una piantagione di cotone), il 16 settembre 1925, da un padre chitarrista che accompagnava la madre predicatrice di sermoni nella Chiesa Metodista. E' questa una situazione tipica di molti musicisti blues e jazz americani, un'impronta "esistenziale" tipica dello sviluppo della musica blues. Infatti, è grazie a questi stimoli che il giovane musicista comincia a cantare con la madre, la quale muore però sfortunatamente quando lui ha solo sette anni. Allevato dai nonni, riceve la prima chitarra a quattordici anni e con essa comincia a cantare in gruppi Gospel nei paesi vicini e anche durante il servizio di leva nel 1944 svolto a Memphis.

Durante questo periodo incontra un cugino, un noto bluesman chiamato "Bukka White". Inizia allora ad avviciniarsi al mondo della musica nera, anche se i suoi esordi nel mondo dello spettacolo lo vedono dietro una consolle radiofonica come conduttore in una radio locale. E' qui che comincia a farsi chiamare "Riley King, the blues boy from beale street", poi adottando lo pseudonimo di Blues Boy, che diventerà ben presto solo B. B. King.

Dismessi i panni del "Dj", la sua carriera come chitarrista comincia suonando agli angoli delle strade. Grazie all'appoggio del cugino Bukka White riesce a farsi notare e, nel 1948, si esibisce in un programma radiofonico con Sonny Boy Williamson. Da allora inizia ad ottenere degli ingaggi fissi qua e là, ammaliando chiunque riesca a sentire la sua musica.

Degli anni '50 è il famoso episodio a cui B.B. lega indissolubilmente il nome della propria chitarra "Lucille". Durante un'esibizione in una sala riscaldata dalle fiamme di una improvvisata stufa a Kerosene, due uomini iniziano a litigare per una donna, Lucille per l'appunto. Nel corso della rissa che si scatena, il locale prende fuoco, tutti fuggono, ma B. B. torna all'interno per recuperare il proprio strumento che da allora porta il nome della donna.

Il suo primo successo "Three O'Clock Blues", lo porta a farsi conoscere a livello nazionale e da allora la sua attività concertistica diviene quasi frenetica. A seguito anche dell'affermarsi del blues negli Stati Uniti come in Europa, il successo di B.B. supera i confini nazionali fino a portarlo, nel 1967, ad esibirsi al Montreux Jazz Festival.

Gli artisti che dichiarano B. B. King tra le loro influenze principali non si contano: Eric Clapton, Mike Bloomfield, Albert Collins, Buddy Guy, Freddie King, Jimi Hendrix, Otis Rush, Johnny Winter, Albert King e molti altri e non c'è chitarrista blues, famoso o sconosciuto, che non abbia in repertorio qualche fraseggio del "maestro".

Con gli anni arrivano innumerevoli riconoscimenti dai Grammy Awards a moltissimi premi legati al mondo della musica e dell'arte. Nel 1996, viene pubblicata la sua autobiografia "Blues All Around Me".

Fino alla fine della sua vita B. B. King è stato uno degli interpreti più apprezzati e seguiti nella scena musicale. Pur tra mille influenze, compromessi, concessioni al mondo dello spettacolo, non gli si può negare il fatto di avere portato il blues ad un pubblico vastissimo ed aver contribuito con la sua figura al successo di questo genere musicale. Una sua bellissima dichiarazione dice: "Molte notti sono passate viaggiando, da una città all'altra senza pausa, per oltre 50 anni. Ho registrato moltissimi dischi, ho avuto, come tutti, momenti buoni ed altri cattivi, ma il Blues è stata sempre la costante della mia vita. Posso aver perduto l'emozione per altre cose, ma non per il Blues. E' stato un lungo percorso, difficile e duro, la vita notturna della strada non è certo una vita sana e bella, piena di addii e solitudine, ma anche capace di grandi emozioni; tornassi indietro rifarei la stessa scelta, perché la notte con tutto ciò che rappresenta è stata la mia vita".

E' morto all'età di 89 anni a Las Vegas, il 14 maggio 2015.

10. Biografia di Luigi XVIII di Francia

Un arbitro debole
17 novembre 1755
16 settembre 1824

Chi è Luigi XVIII di Francia?


Luigi, conte di Provenza, nasce a Versailles il 17 novembre 1755 dal Delfino di Francia Luigi Ferdinando, figlio di Luigi XV, e da Maria Giuseppina di Sassonia. Il 14 maggio 1771 sposa Maria Giuseppina Luisa di Savoia, figlia del re di Sardegna Vittorio Amedeo III e di Maria Antonietta di Borbone-Spagna, nonché sorella di Maria Teresa, moglie del fratello Carlo X, ma dal matrimonio non nasceranno figli.

Nemico della Rivoluzione, due anni dopo la presa della Bastiglia fugge da Parigi e ripara ad Hamm, in Vestfalia. Morto sulla ghigliottina suo fratello Luigi XVI il 21 gennaio 1793, assume il titolo di reggente riconosciutogli, peraltro, dalla sola Caterina II di Russia, e proclama re il figlio del sovrano decapitato, il piccolo e sfortunato Luigi XVII, oltre a nominare luogotenente generale l'altro fratello, Carlo, conte d'Artois. Spentosi anche Luigi XVII l'8 giugno del 1795, egli si arroga la successione al trono, pur restando in esilio, assumendo il nome di Luigi XVIII.

Negli anni che seguono lavora alla sua ascesa al trono visitando le diplomazie europee: è ospite del suocero Vittorio Emanuele III re di Sardegna, della Repubblica di Venezia, dello zar di Russia Paolo e del Regno Unito. Ma soltanto il 2 maggio 1814, dopo la caduta di Napoleone Bonaparte, potrà entrare a Parigi, prendere possesso del trono ed avviare la restaurazione borbonica. Seguirà la cosiddetta pausa dei "Cento Giorni", fra la fuga del Bonaparte dall'isola d'Elba e la definitiva disfatta di Waterloo, durante la quale il re si rifugia a Gand, nei Paesi Bassi, per poi ritornare a pieno titolo sul trono di Francia, richiamato dal senato e dai marescialli.

Inizialmente adotta una politica liberale, concedendo una carta costituzionale (detta "octroyée", cioè concessa dal sovrano e non votata dal Parlamento); liberandosi del primo ministro Blacas, troppo nostalgico dell'"Ancien Regime"; conservando alcune riforme napoleoniche e servendosi di personale amministrativo e militare utilizzato dall'imperatore.

Luigi si adopera altresì per porre un freno alla reazione degli estremisti monarchici che vorrebbero cancellare ogni traccia della Rivoluzione, e che si rendono responsabili di veri massacri fra repubblicani, liberali e bonapartisti, soprattutto in seguito all'assassinio del loro esponente di spicco, nonché erede al trono, il duca di Berry, avvenuto il 14 febbraio 1820. E' il tristemente noto periodo del "Terrore Bianco", così ricordato per l'efferatezza degli eccidi perpetrati in nome della reazione francese.

Grazie anche all'abilità diplomatica del ministro Richelieu, nel 1818 riesce a sottrarre la Francia al controllo che la vecchia coalizione antinapoleonica continua ad esercitare su di essa, il che significa riconquista della fiducia in Europa ed accoglimento fra le potenze del continente. L'ultima brillante impresa di Luigi è l'intervento militare in Spagna del 1823, eseguito per conto della Santa Alleanza, e grazie al quale libera il re Ferdinando IV dalla prigionia dei liberali reintegrandolo sul trono.

Si spegne l'anno successivo, il 16 settembre 1824, a Parigi, all'età di 69 anni.

Pur avendo svolto un ruolo dinamico e capace di adattamento al cambiamento, ponendosi come arbitro fra il radicalismo monarchico e le spinte liberali e costituzionali, la sua azione è risultata comunque insufficiente rispetto all'impeto travolgente dei principi rivoluzionari che ormai attraversano e permeano l'Europa intera.

Il suo regno segna l'inizio del tramonto della monarchia francese: sarà Carlo X, suo fratello e successore, a subirne e testimoniarne la caduta con la rivoluzione del luglio 1830.

11. Biografia di Roy Paci

Zingaro di Sicilia
16 settembre 1969

Chi è Roy Paci?


Rosario Paci, meglio conosciuto come Roy Paci, nasce ad Augusta, in provincia di Siracusa, in Sicilia, il 16 settembre del 1969. Trombettista, compositore e arrangiatore italiano, apprezzato soprattutto per le sue sonorità latin-jazz e per aver dato vita con la formazione degli Aretuska ad una delle contaminazioni musicali più vive e seguite non solo a livello nazionale.

Il primo amore di Rosario, bambino con l'orecchio musicale già sviluppato, è il pianoforte. Ben presto però, già nel 1979, quando ha appena dieci anni, scopre la sua vera vocazione: la tromba. È proprio in questo periodo, giovanissimo, che il futuro Roy leader degli Aretuska, prende parte alla banda del suo paese. In tre anni, forte di un talento evidentemente superiore alla media, diventa la prima tromba dell'ensemble cittadino. Contemporaneamente, comincia a suonare con alcune formazioni di jazz tradizionale, come la "Hot Jazz Orchestra" di Augusta e la "New Royal Big Band" di Catania.

Le formazioni hanno un'impronta molto legata al territorio siciliano, nonostante lo swing sempre dominante, e questo permette al piccolo Roy Paci di familiarizzare oltre che con i linguaggi multiformi della musica intesa nelle sue contaminazioni più sfrenate, anche con un tipo di pubblico più attento, frequentatore dei locali jazz. Rosario Paci pertanto, durante questo breve apprendistato con le formazioni siciliane, gira i migliori jazz club italiani, facendosi, per così dire, le ossa.

Nel 1986 incontra e comincia a collaborare con il sassofonista Stefano Maltese, il quale lo introduce verso direzioni musicali non convenzionali. Entra a far parte del settetto "As Sikilli", prendendo parte a diverse kermesse non solo nazionali, girando le piazze e i festival jazz più importanti.

Il 1990 è l'anno della svolta. Poco più che ventenne Roy si trasferisce in Sud America, alla ricerca di una maturità e di una crescita musicale e compositiva che si rivelerà importantissima.

Si unisce alla Big Band di "Stato Argentina" e, contemporaneamente, prende parte ad ensemble di cumbia. Si esibisce al fianco di Selma Reis, apprendendo della musica popolare brasiliana e forma il "T-Rio Blanco", suonando con Jorge Accaraz ed Angel Varela, a Montevideo, in Uruguay.

Forte delle esperienze sudamericane, decide di profondere le proprie conoscenze anche in Africa e alle Isole Canarie. Papa Matelot Sabow, lo chiama nella sua formazione di makossa.

Al suo ritorno in Italia, riprende l'attività musicale con Stefano Maltese, ma soprattutto scopre la musica ska, che da questo momento comincia a contaminare, forte delle sonorità apprese durante il suo lungo e affascinante apprendistato in giro per il mondo.

Nel 1994 Roy Paci guida il progetto sperimentale "Rosariosa acme project", presentandolo al 19° Festival Jazz Junior a Cracovia, come unico gruppo italiano. Arriva al quarto posto e con alcuni musicisti che lo hanno accompagnato in questa avventura, subito dopo, dà vita ai "Qbeta", insieme ai quali vince il Rockontest di Firenze, sempre nel 1994.

Sempre in questo fortunato 1994 si lega ai più famosi "Mau Mau", che saranno fondamentali per lui.

I festival etnici sono quelli nei quali maggiormente si esibisce, dal BAM di Spagna al "Paleo" svizzero, fino al Midem, in Francia. Con il contrabbassista Fred Casadei, che lo seguirà negli Aretuska, dà vita anche al duo "Hajjaj", di sola improvvisazione, con il quale sonorizza dal vivo film muti e B-movie.

Intanto, come arrangiatore e trombettista, viene conteso in numerosi progetti, sia in fase di registrazione che dal vivo. Dal 1996 è continuamente sulle scene, prendendo parte a iniziative musicali come quella di Giorgio Casadei, suonando con Cristina Zavalloni, gli Africa United e Il parto delle nuvole pesanti, storica band italiana.

Comincia ad affacciarsi anche nel teatro, e nel 1998 Ivano Fossati lo vuole nel progetto "Scambi pressoché telepatici", con l'attrice Elisabetta Pozzi. La casa editrice Einaudi, ben presto, ne fa un libro con dvd molto apprezzato dal pubblico.

Con l'amico dei "Mau Mau", Fabio Barovero, sempre nel 1998 Paci lancia un lavoro di ricerca di grande interesse che si rivela unico nel proprio genere. Si chiama "Banda Ionica" e raccoglie le più importanti marce funebri del sud d'Italia. Entra a far parte dei "Persiana Jones", formazione ska alternativa, con cui incide tre album.

Nel 1999, Roy Paci incontra Manu Chao, che lo vuole per il suo fortunatissimo "Proxima Estacion… Esperanza". Il trombettista siciliano lo accompagna nel trionfale tour mondiale di Radio Bemba, per poi suonare anche con un'altra formazione spagnola, quella dei Macaco, capitanati da Dani El Mono Loco. Con loro, arriva l'album "Rumbo Submarino".

Il 2000 però, è un altro anno di svolta, perché il musicista di Augusta, dà vita al suo progetto più amato, quello che ha portato il suo nome in giro per il mondo, a rappresentare lo ska e il latin jazz italiano. Nascono i "Roy Paci & Aretuska": formazione di giovani talenti siciliani, diretta dal bravo e ormai esperto trombettista.

L'anno dopo, arriva subito il primo disco, dal titolo "Baciamo Le Mani": una miscela di rock'n'steady, ska, soul, funk e sound mediterraneo. E, nel 2002, parte anche il tour della nuova band di Rosario Paci, con più di cento concerti in Europa. Fiorello allora, conterraneo, lo vuole in tv, per il suo nuovo programma: "Stasera pago io". Intanto, Roy realizza un nuovo singolo, che si intitola "Cantu siciliano", e comincia a farsi vedere soprattutto su MTV e Rete All Music.

Il 2003 è l'anno di "Tuttapposto", secondo disco firmato "Roy Paci & Aretuska". Con loro, come special guest, ci sono anche Tony Scott e Chicco Montefiori. Con la sua band, Roy Paci suona in tutta Europa. Sempre nel 2003, Leonardo Pieraccioni vuole una colonna sonora speciale per il suo film "Il paradiso all'improvviso" e Paci e gli Aretuska realizzano per lui una versione speciale del brano "Besame mucho". Intanto, prendono parte al FestivalBar e Roy si aggiudica il "Premio Carosone".

Nel 2004 esce poi "Corleone", che vuole riscoprire, ancora una volta, la tradizione siciliana, tuttavia rinnovandola dal punto di vista sonoro e contaminandola con altre tipologie musicali. Incide nello stesso periodo gli album "Wei-wu-wei" e "Parola d'onore", il primo con una nuova formazione, il secondo con gli Aretuska. Poi, prende parte al programma di Piero Chiambretti, "Markette", in onda su La7.

Intanto, collaborazioni e lavori si moltiplicano. In questo periodo e per altri cinque anni e oltre, Roy Paci suona con personaggi importanti della musica italiana ed europea, da Samuele Bersani a Vinicio Capossela, passando per Eric Mingus, Enrico Rava e Nicola Arigliano, finendo con Tony Levin e i Subsonica.

Nel giugno del 2007, dopo tre album, Roy Paci & Aretuska realizzano "Suonoglobal". Il disco contiene alcuni duetti importanti, come quelli che Roy realizza con Manu Chao e con Pau dei Negrita. Nell'album, suona anche con Caparezza e i Sud Sound System. Il singolo trainante è "Toda Joia Toda Beleza", che diventa la colonna sonora dell'estate.

L'anno dopo, in un disco speciale, celebrativo dei dieci anni del progetto, dal titolo "Bestiario siciliano", c'è il brano "Defendemos la Alegrìa", il quale diventa la sigla finale della seguitissima trasmissione tv Zelig edizione 2008.

Nel mese di maggio del 2010 poi, esce "Latinista", trainato dal "Bonjour Bahia". Il lavoro viene prodotto in Brasile, a Morro de São Paulo, ma viene registrato a Lecce, negli studi di Roy Paci. Con lui, nel disco, ci sono anche Lorenzo "Jovanotti" e CapaRezza. Il suo tour, arriva sin negli Usa, con tappa a New York e Los Angeles.

12. Biografia di Pietro Pomponazzi

Chi vuol trovare la verità eretico sia
16 settembre 1462
18 maggio 1525

Chi è Pietro Pomponazzi?


Il filosofo Pietro Pomponazzi nasce a Mantova il 16 settembre 1462 in una nobile famiglia. Ventiduenne si iscrive all'Università di Padova, dove frequenta la lezioni di metafisica del domenicano Francesco Securo da Nardò; frequenta inoltre medicina con Pietro Riccobonella e filosofia naturale con Pietro Trapolino; si laurea in Arti nel 1487.

Chiamato anche Peretto per la sua minuta statura, dal 1488 al 1496 è professore di filosofia sempre a Padova, dove intanto continua a studiare arrivando a laurearsi in medicina nel 1495. Qui pubblica il trattato "De maximo et minimo", che critica le teorie di Guglielmo Heytesbury.

L'anno dopo è a Carpi per insegnare logica alla corte di Alberto Pio, principe di Carpi; quando questi viene esiliato a Ferrara, Pomponazzi lo segue restando insieme a lui fino al 1499. Nel frattempo sposa Cornelia Dondi nel 1497 a Mantova, dalla quale ha due figlie.

Nel 1499 prende il posto dello scomparso Nicoletto Vernia, professore di filosofia a Padova.

Rimasto vedovo nel 1507 si risposa con Ludovica di Montagnana.

Nel 1590 la Lega di Cambrai nella guerra con la Repubblica veneziana occupa la città di Padova, che tuttavia viene riconquistata da Venezia un mese dopo: conseguentemente ai disordini recati le lezioni universitarie vengono sospese. Pomponazzi con altri insegnanti, lascia la città trasferendosi a Ferrara dove è invitato da Alfonso I d'Este ad insegnare nella locale università. Chiusa anche questa nel 1510, si trasferisce a Mantova fino al 1511; l'anno seguente è presso l'università di Bologna.

Vedovo per la seconda volta, si risposa con Adriana della Scrofa.

Nel suo periodo bolognese scrive le sue opere più importanti, il "Tractatus de immortalitate animae", il "De fato" e il "De incantationibus", oltre a commenti delle opere di Aristotele, conservatisi grazie agli appunti dei suoi studenti.

Il "Tractatus de immortalitate animae" (1516) suscita scandalo: nell'opera il filosofo sostiene che l'immortalità dell'anima non può essere dimostrata razionalmente. Attaccato da più parti, il libro viene pubblicamente bruciato a Venezia. Ambrogio Fiandino, filosofo agostiniano, denuncia Pomponazzi per eresia: solo l'intervento del cardinale Pietro Bembo permette al mantovano di evitare la fine.

Nel 1518 arriva però una condanna da parte di papa Leone X il quale chiede che Pomponazzi di ritrattare le sue tesi. Pomponazzi non ritratta, anzi si difende con la sua "Apologia" del 1518 e con il "Defensorium adversus Augustinum Niphum" del 1519, una risposta al "De immortalitate libellus" di Agostino Nifo, in cui sostiene la distinzione tra verità di fede e verità di ragione.

Questi fatti impediscono a Pomponazzi di pubblicare due opere che aveva già completato nel 1520: il "De naturalium effectuum causis sive de incantationibus" e i "Libri quinque de fato, de libero arbitrio et de praedestinatione", pubblicati poi postumi tra il 1556 e il 1557.

Corregge e salva le sue posizioni davanti alla teologia pubblicando il "De nutritione et augmentatione" (1521), il "De partibus animalium" (1521) e il "De sensu" (1524).

Ammalato, con gravi problemi di calcoli ai reni, stende il proprio testamento nel 1524: muore a Bologna il 18 maggio 1525. Secondo Antonio Brocardo ed Ercole Strozzi, suoi allievi, Pietro Pomponazzi sarebbe morto togliendosi la vita.

13. Biografia di Gio Ponti

Alte paternità artistiche
18 novembre 1891
16 settembre 1979

Chi è Gio Ponti?


Gio (Giovanni) Ponti, noto designer e architetto milanese, nasce nel capoluogo lombardo il 18 novembre 1891. Dopo aver interrotto gli studi a causa della chiamata alle armi durante la prima guerra mondiale, consegue la laurea in Architettura nel 1921 al Politecnico di Milano.

Inizialmente apre uno studio assieme all'architetto Emilio Lancia (1926-1933), poi collabora con gli ingegneri Antonio Fornaroli ed Eugenio Soncini.

Nel 1923 Gio Ponti partecipa alla Biennale di Arti Decorative a Monza; successivamente viene coinvolto nell'organizzazione delle varie triennali che si svolgono a Monza e Milano.

Inizia negli anni '20 un'attività di design presso l'industria ceramica Richard Ginori: Ponti rielabora complessivamente la strategia di disegno industriale della società. Con le ceramiche vince il "Gran Prix" all'Esposizione di Parigi del 1925. In questi stessi anni inizia anche un'attività editoriale: fonda nel 1928 la rivista "Domus", testata che non abbandonerà più, fatto salvo un breve periodo durante la seconda guerra mondiale.

"Domus" assieme a "Casa bella" rappresenterà il centro del dibatto culturale dell'architettura e del design italiano della seconda metà del Novecento.

L'attività di Gio Ponti negli anni '30 si estende ulteriormente: organizza nel 1933 la quinta triennale a Milano, disegna le scene ed i costumi per il teatro La Scala, partecipa all'ADI (Associazione del Disegno Industriale) ed è tra i sostenitori del premio "compasso d'oro" promosso dai magazzini La Rinascente. Riceve in questo periodo numerosi premi sia nazionali che internazionali.

Designer universale, dopo aver realizzato moltissimi svariati oggetti nei più diversi campi - dalle scenografie teatrali, alle lampade, alle sedie, agli oggetti da cucina, agli interni di famosi transatlantici, fino alla Pavoni, una macchina per caffé espresso da bar - nel 1936 gli viene offerta una cattedra presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, incarico che manterrà fino al 1961.

Insieme a Fornaroli, nel 1951 si unisce allo studio l'architetto Alberto Rosselli; intanto il design come l'architettura di Gio Ponti diventano sempre più innovativi abbandonando i frequenti richiami al passato neoclassico. Questo è da considerarsi come il periodo di più intensa e artisticamente feconda attività di Ponti: negli anni '50 verranno realizzate di fatto le sue opere più importanti. Ne sono un esempio il secondo palazzo ad uffici della Montecatini (1951) e il Grattacielo Pirelli (1955-1958) a Milano. I 120 metri di altezza di quest'ultima opera - costruita intorno ad una struttura centrale progettata da Pierluigi Nervi - fanno del "Pirellone" (come sono soliti chiamarlo i milanesi) uno dei grattacieli in cemento armato più alti del mondo.

Degli anni '60 sono le chiese milanesi di San Francesco (1964) e di San Carlo (1967). Del 1970 la Concattedrale di Taranto.

Gio Ponti muore a Milano il 16 settembre 1979.

14. Biografia di Mickey Rourke

16 settembre 1956

Chi è Mickey Rourke?


Philip André Rourke Jr. è il vero nome di Mickey Rourke, attore nonché ex pugile statunitense.

Mickey Rourke nace a Schenectady, contea dell'est dello stato di New York, il giorno 16 settembre 1956.

E' stato interprete di ruoli in film drammatici, di azione e thriller.

Ha praticato il pugilato durante la sua giovinezza ed ha vissuto una breve esperienza da pugile professionista negli anni '90.

A causa della sua vita sregolata, la sua carriera cinematografica è stata discontinua. Negli anni i suoi ruoli sono stati perlopiù quelli di antieroe emarginato dal carattere ruvido e solitario.

Durante gli anni '80 è diventato un'icona sex-symbol assieme all'attrice Kim Basinger grazie al film "9 settimane e mezzo" (1986, di Adrian Lyne).

E' tornato alla ribalta nel 2009 grazie al ruolo di protagonista nel film "The Wrestler" (con Marisa Tomei): la pellicola ha vinto il Leone d'oro alla 65a Mostra del Cinema di Venezia e per la sua bella interpretazione, Mickey Rourke ha ricevuto il suo primo Golden Globe e una candidatura all'Oscar come miglior attore.

15. Biografia di Fabrizio Ruffo

Condottiero della Chiesa
16 settembre 1774
13 dicembre 1827

Chi è Fabrizio Ruffo?


Fabrizio Ruffo dei duchi di Baranello e Bagnara, discendente dai principi Ruffo di Calabria e, per madre, dall'altrettanto nobile famiglia Colonna, nasce a San Lucido, in quel di Calabria, il 16 settembre 1744. Trasferitosi a Roma si dedica subito agli studi religiosi presso il Cardinale Tommaso Ruffo, suo zio, che lo affida al suo segretario Giovanni Braschi. Fra i due si crea un rapporto di stima reciproca e quando Braschi diviene papa Pio VI lo chiama a ricoprire la carica di Chierico del Collegio della Camera Apostolica (una sorta di ministero), per poi nominarlo Tesoriere Generale della stessa Camera.

In questa fase Fabrizio Ruffo assume importanti iniziative in favore della libertà di mercato e contro il vincolismo economico, sostenendo inoltre le bonifiche dell'agro Pontino: sfide ardite, per l'epoca, che andrebbero a compromettere gli equilibri sociali ed antichi privilegi, e che gli procurano dunque l'ostilità dei feudatari creando seri imbarazzi al Papa.

Pio VI allora pensa bene di nominarlo Cardinale, nel 1794, sollevandolo però da ogni altro incarico. Risentito, oltre che deluso, si trasferisce a Napoli divenendo ottimo amico e consigliere di Ferdinando IV, che gli affida la sovrintendenza della colonia di San Leucio, a Caserta. Nel 1798 condivide le sorti del re e della consorte Carolina Maria rifugiandosi a Palermo mentre Napoli, nel gennaio 1799, cade nelle mani dei francesi e dei cospiratori locali che vi istituiscono la Repubblica Partenopea.

Ma il cardinale Fabrizio Ruffo non si perde d'animo e propone a Ferdinando IV di fornirgli i mezzi minimi per la formazione di un esercito da guidare alla riconquista del regno di terraferma. Ottenuto quanto richiesto, con la nomina di Luogotenente generale del re parte a capo della spedizione e sbarca nei pressi di Reggio Calabria. Prende contatti con i ribelli antifrancesi fomentandoli alla rivolta: riesce così a coagularli - insieme ad intere bande di briganti fra i quali il tristemente noto Fra' Diavolo, e poi Mammone, Pronio, Sciarpa, Guarriglia - intorno al suo piccolo esercito che presto si ingigantisce fino a contare 25.000 uomini divenendo, sotto le bandiere borbonica e della Chiesa, l'"Esercito della Santa Fede".

Grazie anche alla rete delle parrocchie e istituzioni religiose distribuite sul territorio riconquista Calabria e Basilicata e, partite le truppe francesi da Napoli a causa dei rovesci nell'Italia del nord, il 13 giugno, alla testa dei suoi sanfedisti, Ruffo entra nella città affrontando la strenua resistenza dei repubblicani.

Il 19 giugno, quando ormai restano poche sacche di resistenza, riluttante all'idea di prevedibili rappresaglie da parte del re Borbone, offre loro l'incolumità in cambio della resa. Ma il patto viene violato - contro la sua volontà e nonostante i suoi tentativi di far comprendere l'inopportunità, anche politica, di seminare altro terrore - da Horatio Nelson e da Ferdinando IV, che avviano invece una brutale sequela di arresti, condanne ed esecuzioni.

Così descrive i fatti lo storico Pietro Colletta, nella sua "Storia del Reame di Napoli", pubblicata postuma da Capponi nel 1834: "... I vincitori correvano sopra ai vinti: chi non era guerriero della Santa Fede, o plebeo, incontrato, era ucciso; quindi le piazze e le strade bruttate di cadaveri e di sangue; gli onesti, fuggitivi o nascosti; i ribaldi, armati ed audaci; risse tra questi per gara di vendette o di guadagni; grida, lamenti: chiuso il foro, vote le chiese, le vie deserte o popolate a tumulto...", ed ancora: "Con tante morti per tutta Italia e nel mondo finiva l'anno 1799...".

Indignato e sinceramente addolorato, nell'ottobre dello stesso anno Fabrizio Ruffo lascia Napoli. Vi ritornerà quindici anni dopo, ma per dedicarsi unicamente ai suoi studi. Qui si spegne il 13 dicembre 1827, all'età di 83 anni.

16. Biografia di Albert Szent-Gyorgyi

Non solo vitamina C
16 settembre 1893
22 ottobre 1986

Chi è Albert Szent-Gyorgyi?


Albert von Szent-Gyorgyi de Nagyrápolt nasce il 16 settembre 1893 a Budapest (Ungheria). Fisiologo ungherese, è stato vincitore del Premio Nobel per la Fisiologia e Medicina nel 1937, grazie alla scoperta della vitamina C e delle relative reazioni del ciclo dell'acido citrico. Fuori dal campo medico-scientifico è stato persona attiva nella Resistenza ungherese durante la Seconda guerra mondiale, dedicandosi inoltre alla politica dopo la fine del conflitto.

Il padre di Albert, Nicolaus von Szent-Gyorgyi, era un proprietario terriero nato a Marosvásárhely (oggi Târgu Mures, in Romania) di antiche origini calviniste; la madre Jozefin, cattolica, proveniva da una famiglia di professori di anatomia, con alle spalle tre generazioni di scienziati. Oltre alla predisposizione scientifica, anche la musica fu una passione importante nella casa di Albert: la madre stava quasi per diventare una cantante d'opera (fece un provino per Gustav Mahler), e il padre era un ottimo pianista.

Albert Szent-Gyorgyi inizia i suoi studi presso l'Università di Semmelweis nel 1911, ma ben presto si annoia nel seguire le lezioni teoriche così inizia a portare avanti ricerche nel laboratorio di anatomia di proprietà dello zio. I suoi studi si interrompono nel 1914 quando presta servizio militare come medico nell'esercito, durante la prima guerra mondiale. Nel 1916, disgustato dalla guerra, afferma di essere stato ferito dal fuoco nemico e viene mandato a casa in licenza. Termina la sua formazione medica conseguendo la laurea nel 1917.

Nello stesso anno sposa Kornelia Demeny, figlia di un generale ungherese (prima delle quattro mogli che avrà durante la sua vita). Tornato a lavorare come medico per l'esercito, viene inviato - assieme a Kornelia, che lo segue - nel nord dell'Italia.

Terminata la guerra, Albert Szent-Györgyi inizia la sua carriera di ricercatore a Pressburg (oggi capitale della Slovacchia, Bratislava). Negli anni che seguono cambia destinazione diverse volte, girando per le università, finendo presso l'Università olandese di Groningen, dove il suo lavoro si concentra sulla chimica della respirazione cellulare. In questo ambito riceve un invito a entrare a far parte della Rockefeller Foundation, dell'Università americana di Cambridge. Qui consegue il dottorato di ricerca nel 1927, grazie al suo lavoro di isolamento di quello che allora si chiamava "acido hexuronico" dal tessuto della ghiandola surrenale.

Nel 1930 accetta una posizione presso l'Università di Szeged, uno degli atenei più importanti del suo paese. Nella ricerca di Szent-Gyorgyi e in quella del suo assistente Joseph Svirbely, viene rilevato come "l'acido hexuronico" fosse in realtà la vitamina C, studiandone la sua attività anti-scorbutico.

In alcuni esperimenti gli scienziati hanno addirittura usato paprika come base per la loro vitamina C.

Lo scorbuto è oggi una malattia praticamente debellata, ma prima delle ricerche di Szent-Gyorgyi (e di Charles Glen King) e della conseguente produzione industriale di vitamina C, era una malattia molto pericolosa e temuta; era soprattutto il terrore dei marinai che, consumando unicamente alimenti conservati durante le lunghe traversate, soffrivano di questo morbo misterioso che faceva cadere i denti, gonfiare le estremità delle ossa, riaprire le ferite e cadere in preda a febbre nonché all'apatia.

Anche durante questo periodo, Szent-Gyorgyi continua il suo lavoro sulla respirazione cellulare, individuando acido fumarico e altri elementi in quello che sarebbe diventato noto come il ciclo di Krebs. A Szeged incontra anche il fisico Zoltán Bay, che diventa suo grande amico. In seguito lavoreranno insieme nel campo della bio-fisica.

Albert Szent-Gyorgyi riceve nel 1937 il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina "per le sue scoperte connesse al processo di combustione biologica, con particolare riferimento alla vitamina C e alla catalisi dell'acido fumarico". Tre anni dopo, nel 1940, dona tutti i soldi ricevuti con il premio Nobel alla Finlandia: i volontari ungheresi avevano viaggiato e lottato nella Guerra d'Inverno per i finlandesi, dopo l'invasione sovietica nel 1939.

Nel 1938 lo scienziato aveva iniziato a lavorare sulla biofisica del movimento muscolare. Scopre che i muscoli contengono actina, che, combinata con la proteina miosina e con la fonte di energia ATP, contraggono le fibre muscolari.

Appena i gruppi politici fascisti prendono il controllo della politica in Ungheria, Szent-Gyorgyi si prodiga per aiutare i suoi amici ebrei a fuggire dal paese. Durante la Seconda guerra mondiale si unisce al movimento di resistenza ungherese. Sebbene l'Ungheria fosse alleata con le "Potenze dell'Asse" (Germania, Italia, Giappone), il primo ministro ungherese Miklós Kállay invia Szent-Gyorgyi al Cairo nel 1944 - apparentemente per una conferenza scientifica - per avviare i negoziati segreti con gli Alleati. I tedeschi apprendono di questa trama e Adolf Hitler in persona emette un mandato di arresto per Szent-Gyorgyi. L'ungherese fugge dagli arresti domiciliari e trascorre il periodo dal 1944 al 1945 come un fuggitivo, cercando di mantenersi lontano dalla Gestapo.

Dopo la fine della guerra, Szent-Györgyi è riconosciuto da tutti come un personaggio pubblico, tanto che qualcuno lo vorrebbe Presidente di Ungheria. Intanto istituisce un laboratorio presso l'Università di Budapest e qui diventa capo del dipartimento di biochimica. In campo politico viene eletto come membro del Parlamento: in questa posizione contribuisce a ristabilire l'Accademia delle Scienze. Insoddisfatto dal regime comunista ungherese, nel 1947 emigra negli Stati Uniti.

Presso il Marine Biological Laboratory di Woods Hole, in Massachusetts, crea l'"Istituto per la Ricerca muscolare", grazie anche al sostegno finanziario dell'imprenditore ungherese Stephen Rath. Tuttavia, Szent-Györgyi deve affrontare difficoltà economiche per diversi anni, a causa del suo status di straniero e della sua attività politica passata all'interno di un governo di una nazione comunista.

Nel 1948 consegue una posizione di ricercatore presso il National Institutes of Health (NIH) a Bethesda, nel Maryland; divide il suo tempo quindi tra il NIH e Woods Hole. Nel 1950 le sovvenzioni provenienti dal Meat Company Armour e dall'American Heart Association gli permettono di dare nuova vita all'"Istituto per la Ricerca muscolare".

Nel corso del 1950 Szent-Györgyi inizia a utilizzare microscopi elettronici per studiare i muscoli a livello molecolare. Dopo aver ricevuto il premio Lasker l'anno prima, nel 1955 diventa a tutti gli effetti un cittadino statunitense. Nel 1956 può così diventare membro dell'Accademia Nazionale delle Scienze.

Alla fine del 1950, Szent-Gyorgyi si dedica alla ricerca sul cancro, sviluppando alcune idee su come applicare le teorie della meccanica quantistica per la biochimica del cancro. La morte di Stephen Rath, il quale aveva agito come amministratore finanziario dell'Istituto per la Ricerca muscolare, lascia Szent-Gyorgyi in un disastro finanziario. Szent-Gyorgyi si rifiuta di presentare i conti al governo, che gli impone di fornire dettagli esatti su come ha intenzione di investire i soldi nella ricerca e cosa si aspetta di trovare. Nel 1971, in seguito a un'intervista a un giornale nella quale Szent-Györgyi parla delle sue difficoltà finanziarie, l'avvocato Franklin Salisbury lo contatta per aiutarlo a creare un organismo privato senza scopo di lucro: la Fondazione Nazionale per la Ricerca sul Cancro.

Nonostante l'età avanzata, Szent-Györgyi comincia a studiare i radicali liberi come causa potenziale del cancro. Lo scienziato arriva a capire che il cancro, in ultima analisi, è un problema elettronico a livello molecolare.

Albert Szent-Gyorgyi muore Woods Hole, nel Massachusetts, il 22 ottobre 1986, all'età di 93 anni.

17. Biografia di Lee Kuan Yew

16 settembre 1923

Chi è Lee Kuan Yew?


Nato a Singapore il 16 settembre 1923 Lee Kuan Yew è stato il primo Primo ministro della Repubblica di Singapore, in carica dal 1959 al 1990. E' stato anche il principale protagonista politico che portò il 9 agosto 1965 all'indipendenza di Singapore dalla Malesia.

Lee Kuan Yew studiò a Cambridge presso il Fitzwilliam College e dopo la sua laurea ha iniziato a spingere sul governo britannico per l'indipendenza della piccola isola. Si mise a capo di un partito, il PAP, Partito d'Azione Popolare, che gli fece vincere le prime elezioni.

Teorizzatore del principio dei "Valori asiatici" il progetto di Lee Kuan Yew era quello di unirsi alla Malaya e formare così, dall'unione dei due Stati, la Malesia. Questa unione avvenne ma dopo neanche due anni Singapore venne espulsa dalla Malesia a causa delle rivolte razziali avvenute a Singapore.

Durante il governo di Goh Chok Tong, secondo Primo Ministro, dal 1990 al 2004 Lee Kuan Yew è stato ministro anziano.

Dal 2004 al 2011 ha ricoperto la carica di ministro mentore, sotto suo figlio Lee Hsien Loong, terzo Primo Ministro.

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