Biografie di personaggi famosi e storici nato il 13 ottobre


Biografie di personaggi famosi e storici


Biografie di personaggi famosi nella storia e celebrità nate il 13 ottobre

Sommario:

1. Sacha Baron Cohen
2. Antonio Di Natale
3. Giorgio La Malfa
4. Yves Montand
5. Camila Raznovich
6. Margaret Thatcher
7. Ian Thorpe
8. Marco Travaglio

1. Biografia di Sacha Baron Cohen

Irriverenza pianificata
13 ottobre 1971

Chi è Sacha Baron Cohen?


Attore e comico britannico, Sacha Baron Cohen è diventato famoso in tutto il mondo per il personaggio di Borat, apparso nel "Da Ali G Show" da lui ideato. Nato a Londra da una famiglia di Ebrei ortodossi il 13 ottobre 1971, Sacha (il cui nome completo è Sacha Noam) è il più piccolo di tre fratelli: sua mamma, Daniella Weiser, è israeliana, mentre suo padre, Gerald Baron Cohen, è un gallese figlio di ebrei lituani. La prima parte del suo cognome, Baron, non è indice di un titolo nobiliare, ma la semplice inglesizzazione di Baruch, suo cognome originale.

Cugino dello sceneggiatore, produttore e regista Ash, Baron Cohen diventa famoso grazie al canale tv inglese Channel 4: qui, a partire dal 2000, viene trasmesso il "Da Ali G Show", di cui è protagonista il personaggio di Ali G, che poco dopo compare anche nel video-clip di "Music", hit di Madonna; nel 2002, poi, si guadagna addirittura un film da protagonista: "Ali G Indahouse".

Ali G fa ridere e viene amato dal pubblico soprattutto per le sue interviste con personaggi famosi e politici. L'effetto comico deriva soprattutto dal fatto che i suoi interlocutori non sanno con chi hanno a che fare, e quali sono le sue reali intenzioni. Baron Cohen si presenta alle interviste - nei panni di Ali G - tenendo in mano dell'attrezzatura tecnica, insieme con un suo complice, che invece è vestito in maniera elegante e si caratterizza per i modi cortesi. In questo modo, le persone che devono essere intervistate pensano che a condurre l'intervista sarà il complice, e che Ali G sia solo un tecnico. Quando Ali G a pone le domande, quindi, l'effetto comico è assicurato, anche perché il personaggio solitamente si lascia andare a commenti stupidi, rivelandosi molto sciocco.

Il vero nome di Ali G sarebbe Alistar Leslie Graham. Il personaggio viene provato per la prima volta nel 1998, ed esordisce in tv nel corso della trasmissione inglese "The 11 o'clock show": dato il rapido ed enorme successo, nel 2000 arriva "Da Ali G Show", a metà tra un varietà e una sit-com. I personaggi che Baron Cohen intervista come Ali G sono tantissimi: dal calciatore David Beckham al linguista e professore del Mit Noam Chomsky, dal mago Paul Daniels all'astronauta Buzz Aldrin, dal futurologo Joseph Coates al cantante Jarvis Cocker; e ancora, il proprietario di Harrods Mohamed Al-Fayed, Tony Benn, ex ministro inglese, John Sennett, presidente dell'associazione degli agenti FBI, James Baker, ex segretario di Stato americano, il giornalista Andy Rooney, la pornostar Jenna Jameson, il senatore dell'Arizona John McCain, l'attivista Ralph Nader, il politico Newt Gingrich, il poeta James Lipton, il consigliere del Papa Edmund D. Pellegrino, il presentatore tv Gail Porter, Thomas J. Pickard, ex direttore dell'FBI, l'imprenditore Donald Trump, lo scrittore Gore Vidal, il politico Sammy Wilson, lo stilista Tomasz Starzewski e i giocatori di basket Vince Carter, Steve Nash, Kobe Bryant, Shaquille O'Neal, Dwyane Wade, Tim Duncan, Ben Wallace, Steve Kerr, Robert Horry e Reggie Miller.

Il secondo personaggio di successo di Sacha Baron Cohen è un giornalista televisivo kazako, Borat: un uomo infantile, sessista e antisemita. Il personaggio, creato sempre all'interno del "Da Ali G Show", diventa protagonista di "Borat - Studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan" (titolo originale: "Borat: cultural learnings of America for make benefit glorious nation of Kazakhstan"), film comico foriere di polemiche.

Borat è nato in Kazakistan nel 1972, conseguenza di uno stupro, ed è il fratello di Natalya, la quarta miglior prostituta del suo Paese, e di Bilo, ragazzo con problemi psichici. Gli hobby di Borat sono la discodance, il ping pong, sparare ai cani, prendere il sole e fotografare le donne in bagno. Razzista verso cristiani, uzbeki, ebrei e zingari, è omofobo e affetto da sifilide. Nelle prime apparizioni del "Da Ali G Show" il suo cognome era Karabzhanov, poi cambiato in Dutbayev e infine diventato definitivamente Sagdiyev.

Il personaggio di Baron Cohen appare anche nel "Friday night with Jonathan Ross" in onda sulla BBC One, e poi, per promuovere il film, nel "The Howard Stern show", al "Saturday night live" e al "Late show with David Letterman". Il film di Borat è un finto documentario girato a basso costo: distribuito dalla 20th Century Fox e girato da Larry Charles, viene premiato in occasione del Toronto International Film Festival del 2006. La pellicola, che segue Borat nel suo viaggio negli Stati Uniti e nel suo innamoramento nei confronti di Pamela Anderson, incassa 26 milioni di dollari negli Stati Uniti.

Il personaggio, comunque, alimenta numerose polemiche, soprattutto relative all'antisemitismo e alla rappresentazione negativa fornita del popolo kazako. Un'associazione lobbistica statunitense impegnata nella difesa dei cittadina ebraici, la Anti-defamation league, esprime una protesta ufficiale contro il canale HBO, colpevole di avere ospitato Borat. Baron Cohen, comunque, si difende sottolineando come la natura razzista di Borat non sia altro che la dimostrazione che alla base del razzismo c'è solo il conformismo.

Nel 2009 al cinema arriva il terzo grande personaggio di Baron Cohen: Bruno, giornalista omosessuale austriaco. Questo personaggio era già apparso nel 1998 su The Paramount Comedy Channel, in alcuni brevi sketch, e successivamente nel "Da Ali G Show" all'interno dello spazio dedicato "Funkyzeit mit Bruno". La Universal Studios, visto il successo di Borat, decide quindi di acquistare i diritti per realizzare il film "Bruno": la pellicola costa 25 milioni di dollari, ma risulta meno incisiva delle precedenti.

Oltre a "Ali G Indahouse", "Borat" e "Bruno", Sacha Baron Cohen compare anche nei film "Ricky Bobby - La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno", "Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street", "Hugo Cabret" (2011, di Martin Scorsese) e "Il dittatore" (2012). Inoltre, l'attore britannico si cimenta come doppiatore in "Madagascar", "Madagascar 2" e "Madagascar 3", prestando la voce a Re Julian.

In Italia viene doppiato soprattutto da Pino Insegno (in "Ali G Indahouse", "Hugo Cabret", "Borat", "Bruno" e "Il dittatore"), ma anche da Oreste Baldini e Roberto Chevalier. Dal suo matrimonio con l'attrice Isla Fisher sono nate Olive, nel 2007, e Elula, nel 2010.

2. Biografia di Antonio Di Natale

Leader coi numeri
13 ottobre 1977

Chi è Antonio Di Natale?


Antonio Di Natale nasce il 13 ottobre del 1977 a Napoli. Cresciuto calcisticamente nel San Nicola di Castello di Cisterna, nell'hinterland napoletano, approda all'Empoli all'inizio degli anni Novanta. Dopo aver lasciato il segno all'Empoli, all'Iperzola e al Varese, nella stagione 1998/1999 viene spedito al Viareggio, dove nel campionato di serie C2 disputa 25 partite e mette a segno 12 reti: praticamente, una fantastica media di un gol ogni due gare.

Riscattato dall'Empoli, con i toscani gioca per cinque stagioni: tre campionati di serie B e due di serie A gli permettono di farsi notare, e di diventare uno dei perni insostituibili della squadra toscana. Nella stagione 2004/2004, Di Natale viene ceduto all'Udinese, dove forma con David Di Michele e Vincenzo Iaquinta un eccezionale trio d'attacco, che porta i friulani fino al quarto posto in campionato, che vale la qualificazione ai preliminari di Champions League.

La stagione successiva, invece, Totò diventa l'unico italiano ad aver segnato almeno una rete in Champions League, coppa Italia, campionato e coppa Uefa. L'Udinese arriva fino alla semifinale della coppa nazionale, mentre in Champions contro il Werder Brema Totò segna addirittura tre gol. Dopo aver realizzato diciassette reti nella stagione 2007/2008, l'attaccante campano rinnova il contratto con i bianconeri fino al 2013, rifiutando le lusinghe di numerosi club italiani ed esteri. La stagione 2008/2009 procede tra alti e bassi, e si conclude con l'Udinese al settimo posto, grazie anche ai dodici gol di Di Natale.

L'anno successivo, invece, complici due triplette (una contro il Catania e l'altra contro il Napoli) diventa il goleador più prolifico della storia della società bianconera. Il centesimo gol con la maglia dei friulani arriva il 2 maggio, contro il Cagliari, mentre la domenica successiva, in virtù della doppietta messa a segno contro il Bari, Antonio arriva a 28 gol in campionato, diventando così il record-man di reti in una stagione per l'Udinese (record che in precedenza apparteneva a Oliver Bierhoff): vincerà la classifica cannonieri al termine del campionato.

La stagione 2010/2011 inizia un po' sottotono, ma il giocatore recupera lo smalto perduto a novembre, grazie a ben due triplette, realizzate contro Lecce e Napoli. Capitano dell'Udinese, leader in campo e fuori, Di Natale trascina i suoi compagni fino al terzo posto in campionato, dopo aver ricevuto, il 24 gennaio 2011, l'Oscar del calcio come miglior giocatore italiano e miglior cannoniere del 2010. Di Natale conclude il campionato con un altro titolo di capo-cannoniere, grazie alle ventotto marcature messe a segno: negli ultimi due campionati, in 71 presenze Totò ha segnato addirittura 57 gol.

Di Natale eguaglia, così, Beppe Signori, l'ultimo ad essersi laureato miglior goleador del campionato per due anni di seguito. La stagione 2011/2012 porta altri trionfi per Antonio, nonostante l'Udinese abbia ceduto molti suoi gioiellini (tra cui Alexis Sanchez, finito nientemeno che al Barcellona). Il 3 dicembre è la data della trecentesima presenza in serie A, mentre il 7 aprile contro il Parma arriva il 150esimo gol. Dopo aver condotto i friulani ancora una volta al terzo posto, Di Natale viene convocato da Prandelli per gli Europei di Ucraina e Polonia.

Il debutto azzurro del giocatore napoletano era andato in scena il 20 novembre 2002, durante Italia-Turchia, con la Nazionale guidata da Giovanni Trapattoni. Un anno e mezzo più tardi, il 18 febbraio del 2004, era arrivata la prima rete, in occasione dell'amichevole Italia-Repubblica Ceca. È però con Roberto Donadoni, commissario tecnico azzurro dal 2006 al 2008, che Totò instaura un rapporto stretto con la maglia della Nazionale. Agli Europei di Austria e Svizzera 2008, però, un suo errore ai rigori contribuisce all'eliminazione dell'Italia contro la Spagna nei quarti di finale.

Il 18 novembre del 2009, durante l'amichevole Italia-Svezia, l'attaccante dell'Udinese, alla sua trentesima presenza in azzurro, ha l'onore di indossare la fascia di capitano; ai Mondiali del 2010, invece, l'unico onore sarà quello di vestire la maglia numero 10, anche se Lippi lo farà partire titolare solo nell'ultima sfida del girone, contro la Slovacchia, durante la quale segnerà anche una rete. Gli anni con Prandelli, invece, sono ricchi di soddisfazioni, nonostante a Euro 2012 Di Natale parta spesso dalla panchina.

3. Biografia di Giorgio La Malfa

Seguendo le orme della politica
13 ottobre 1939

Chi è Giorgio La Malfa?


Giorgio La Malfa nasce a Milano il 13 ottobre 1939, figlio del più famoso Ugo La Malfa. Laureato a Pavia in Giurisprudenza nel 1961, consegue poi nel 1964 la laurea in Economia politica presso l'Università di Cambridge. Dal 1964 al 1966 perfeziona gli studi presso il Massachusetts Institute of Technology.

Inizia una carriera di docente universitario che lo porta a insegnare Economia politica e Politica economica nelle Università di Napoli, Milano e Torino; diviene poi professore ordinario di Politica economica all'Università di Catania dal 1980, in aspettativa per mandato parlamentare.

Viene eletto deputato al Parlamento italiano per il Partito Repubblicano Italiano per le Legislature: VI (1972/1976); VII (1976/1979); VIII (1979/1983); IX (1983/1987); X (1987/1992); XI (1992/1994); XIII (1996/2001); successivamente è rieletto nella XIV Legislatura 2001/2006.

E' stato anche eletto deputato al Parlamento europeo dal 1989 al 1991 e dal 1994 al 1999.

Nella sua attività parlamentare è stato presidente della Commissione Industria nel 1979, presidente della Commissione Affari Esteri dal 1983 al 1987, presidente del Comitato per la Legislazione nel 1988, presidente della Commissione Finanze dal 2001 al 2005.

Nel II governo Cossiga, Giorgio La Malfa è stato Ministro del Bilancio e della Programmazione Economica, così come nel governo Forlani e nel I e II governo Spadolini, dal 1980 al 1982.

E' stato Ministro per le Politiche Comunitarie e Coordinatore nazionale per la Strategia di Lisbona nel III Governo Berlusconi (2005-2006).

Dal 1987 al 2001 è stato Segretario del Partito Repubblicano Italiano (PRI).

Dal 2002 al 2006 è stato Presidente del Partito repubblicano Italiani (PRI). Dal 2007 è capogruppo, alla Camera dei Deputati, della componente Repubblicani Liberali Riformatori.

La Malfa è autore di numerosi testi tra cui "Le innovazioni nelle teorie dello sviluppo" (1970), "L'economia italiana dal 1974 al 1978" (pubblicato in tre volumi: 1975, 1976, 1977), "L'Italia al bivio. Ristagno o sviluppo" (1985, con E. Grilli, P. Savona), "L'Europa legata, i rischi dell'Euro" (2000), "Keynes visto da Giorgio La Malfa" (2006).

4. Biografia di Yves Montand

Un italiano a Parigi
13 ottobre 1921
9 novembre 1991

Chi è Yves Montand?


Yves Montand, al secolo Ivo Livi, nacque il 13 ottobre 1921 a Monsummano Alto, in provincia di Pistoia. Italianissimo dunque, anche se nel 1924 fu costretto con la famiglia a emigrare a Marsiglia, in fuga dal regime fascista; tutta la sua storia artistica si è poi svolta in Francia, diventando a tutti gli effetti un oriundo di quel paese.

A qualche anno dal suo trasferimento forzato Montand ha modo di mettere in luce, nelle ricca e articolata vita parigina (che offriva da questo punto di vista più possibilità della provinciale Italia) le sue qualità di fine attore e chansonnier suadente, che lo imporranno al grande pubblico come figura alta e rispettabile.

Artista versatile, recita nel suo primo film "Mentre Parigi dorme" nel 1946, sotto la regia di Marcel Carné, un nume tutelare della settima arte e Nathalie Nattier. In quegli anni avviene il colpo di fortuna: Joseph Kosma compone per il film, su parole di Prévert, la canzone "Les feuilles mortes" e lui la porta al successo nel mondo intero. Un brano malinconico e delicato che ha fatto storia, poi sfruttato fino all'inverosimile come "standard" da centinaia di jazzisti.

Amico di star come Edith Piaf e Simone Signoret, fu introdotto da queste nel giro del grande cinema e si mosse con disinvoltura dalla commedia al dramma fino a diventare l'invidiatissimo partner di Marilyn Monroe in "Facciamo l'amore" (1960). Tra gli anni '70 e gli anni '80 tratteggerà figure di uomini un po' segnati dalla vita ma mai del tutto vinti con la regia di Sautet. Il regista Costa Gavras lo volle per i suoi film "Z L'orgia del potere", "La confessione" e "L'Amerikano".

Come scrive mirabilmente Giancarlo Zappoli nel dizionario Farinotti "Per chi aveva vent'anni nel '68, il volto di Montand (trasmutante da un sorriso disarmante a una pensosità matura) era strettamente legato ai personaggi dal contenuto altamente politico offertigli da Costa Gavras. Dalla sua recitazione emergeva una passione politica orientata a sinistra ma già pronta al disincanto onesto quello cioè che vede gli errori commessi ma non per questo rinnega gli ideali".

Anche i suoi amori sono stati celebri, a partire da Edith Piaf, che dal 1944 gli è stata accanto per tre anni, guidandolo con intelligenza e avviandone l'evoluzione verso la canzone popolare parigina, fino a Simone Signoret che sposò nel 1951 e con cui formò nella vita - come in scena - una coppia leggendaria. Yves Montand è morto il 9 novembre 1991, all'età di 70 anni.

5. Biografia di Camila Raznovich

Divulgazione sessuale
13 ottobre 1974

Chi è Camila Raznovich?


Camila Raznovich nasce a Milano il 13 ottobre 1974 da padre argentino di origine russa (di religione ebraica) e madre italiana (di religione cattolica). Cresciuta in una comunità hippy in India, con i genitori che per molti anni hanno seguito un maestro di vita che mischiava diverse religioni, la sua infanzia è anche caratterizzata da innumerevoli viaggi e dal melting pot di culture che come è facile comprendere contaminano la sua identità, sviluppatasi forte e indipendente.

Dal 1995 al 2000 frequenta alcune tra le più prestigiose scuole di recitazione all'estero come la HB Herbert Berghof di New York, la London Center for Theatre Studies e la Central School of Speech and Drama di Londra.

Dal 1995 inizia anche la carriera ad MTV: numerosissimi sono gli show che la vedono protagonista. Da "Hanging Out" ad "Amour", da "Dial MTV" a "Select", da "Hit List Italia" alla primissima edizione di "MTV On The Beach", Camila Raznovich conduce gli show che fanno la storia del canale.

Dopo tanti anni trascorsi davanti alla telecamera si dedica con successo anche alla radio, Radio 105 e poi Radio Italia Network con il programma "Camila bum bum". A partire dal 1999 è testimonial di Nescafé.

Il 1 maggio 2001 ritorna a Mtv Italia e da allora Camila Raznovich diventa la protagonista indiscussa della fascia serale del canale con "Loveline", il programma di amore e sesso che la vede alle prese con le più ardite domande del pubblico. Visto il successo del format, MTV decide di affidarle anche la conduzione di "Drugline", tre puntate speciali in prima serata dedicate ai dubbi e ai quesiti dei ragazzi sul mondo della droga. Nello stesso anno (2004) accetta la sfida di "Kiss & Tell", piccantissimo programma di MTV per trovare l'anima gemella, e dell'innovativo "Sformat", un contenitore cinico e ironico sul mondo dei reality show in seconda serata su RaiDue. È anche protagonista del nuovo "Girls' Night", talk show tutto al femminile in quattro serate.

Nel 2005 è la volta di "True Line", l'anno successivo di "Voice", quattro serate-evento su temi d'attualità con un folto pubblico di ragazzi chiamato ad interagire con gli ospiti.

Nel 2006 presenta "Relazioni Pericolose" su La7 e pubblica con grande successo il racconto autobiografico "Lo Rifarei!".

Il 2007 la vede impegnata su Mtv Italia e approdare su RaiTre, con il successo "Amore criminale". Camila è anche protagonista di "Camminando", un viaggio in due speciali (a marzo 2008 su La7) attraverso gli usi, i costumi e le tradizioni spirituali dell'India, raccontati, zaino in spalla, in modo diretto e suggestivo.

Dalla primavera 2008 Camila conduce su Rai 3 il talk show "Tatami". Nel 2014 sostituisce Licia Colò alla conduzione della storica trasmissione "Alle falde del Kilimangiaro", che cambia nome in "Kilimangiaro".

6. Biografia di Margaret Thatcher

Lady di ferro
13 ottobre 1925
8 aprile 2013

Chi è Margaret Thatcher?


Margaret Hilda Roberts Thatcher, nasce il 13 ottobre del 1925, figlia di un droghiere che si era faticosamente conquistato il suo posto ad Oxford. Dopo una serie di studi regolari, che non evidenziano in lei nessuna particolare dote straordinaria sul piano intellettuale (anche se si notava certamente il fatto che fosse intelligente), si dedica agli studi di chimica, laureandosi all'università di Oxford. Dal 1947 al 1951 lavora come chimico nella ricerca, ma nel 1953, avendo anche studiato come avvocato, diviene fiscalista.

Nel rivangare i tempi passati di questa signora che ha segnato profondamente la storia del suo paese, tutti i testimoni sono però concordi nel definirla una persona dotata di una incredibile grinta, di grande buonsenso e di uno straordinario fiuto politico.

Una volta scesa in politica nelle file della destra inglese, infatti, ebbe il merito, quando tutti davano ormai per scontato il tramonto della Gran Bretagna, di aver impugnato la "frusta" e di aver restituito ai suoi concittadini l'orgoglio di essere inglesi, impegnandoli addirittura in una improbabile guerra contro l'Argentina in difesa delle dimenticate isole Falkland.

Entrata nel Partito Conservatore, venne dunque eletta alla camera dei comuni nel 1959 ricoprendo, fra l'altro, il ruolo di ministro dell'istruzione e delle scienze nel governo Heath per quattro anni, dal 1970 al 1974. Dopo la sconfitta conservatrice nelle elezioni del 1974, sfidò Heath per la leadership del suo partito e la conquista nel 1975. Quattro anni dopo condusse il partito alla vittoria, promettendo di fermare il declino economico britannico e di ridurre ruolo dello Stato. E' il 4 maggio 1979 quando inizia il suo mandato di Primo Ministro.

Margaret Thatcher fondò la sua politica sull'idea che "la società non esiste. Ci sono solo individui, uomini e donne, e ci sono famiglie". La "purga thatcheriana" consistette quindi in sostanza nella deregolamentazione di lavoro e mercati del capitale, nella privatizzazione di quelle industrie nazionalizzate che lo stato britannico aveva assunto come risultato della guerra, della depressione economica e dell'ideologia socialista. Il risultato? Ha dichiarato lei stessa (e d'altronde confermano, secondo gli analisti, i dati macroeconomici): "Abbiamo ridotto il deficit governativo e abbiamo ripagato il debito. Abbiamo fortemente tagliato la tassa sul reddito di base e anche le tasse più alte. E per far ciò abbiamo saldamente ridotto la spesa pubblica come percentuale del prodotto nazionale. Abbiamo riformato la legge sui sindacati e i regolamenti inutili. Abbiamo creato un circolo virtuoso: tirando indietro il governo abbiamo lasciato spazio al settore privato e così il settore privato ha generato più crescita, il che a sua volta ha permesso solide finanze e tasse basse".

Il suo agire politico, insomma, si basa sull'assunto liberista che: "il governo può fare poco di buono e molto che invece fa male e quindi il campo di azione del governo deve essere tenuto al minimo" e che "è il possesso di proprietà che ha un effetto psicologico misterioso ma non per questo meno reale: il prendersi cura del proprio offre un addestramento nel divenire cittadini responsabili. Il possedere una proprietà dà all'uomo indipendenza contro un governo troppo invadente. Per la maggior parte di noi i nodi della proprietà ci costringono entro doveri che altrimenti potremmo scansare: per continuare con la metafora ci impediscono di cadere nell'emarginazione. Incoraggiare la gente ad acquistare proprietà e risparmiare è stato molto di più di un programma economico". È stata, infatti, "la realizzazione di un programma che ha posto termine ad una società ''basata su una sola generazione'', mettendoci al suo posto una democrazia fondata sul possesso di capitale".

Rinfrancata dal successo della sua politica sulle isole Falkland nel 1982, condusse i conservatori ad una grande vittoria alle elezioni del giugno 1983. Nell'ottobre del 1984 sfuggì ad un attentato quando esplose una bomba degli estremisti repubblicani irlandesi al Grand Hotel di Brighton durante un congresso del partito. Nuovamente vittoriosa nel giugno del 1987 diventò il primo premier britannico nel ventesimo secolo ad ottenere tre mandati consecutivi.

La "Lady di ferro", così soprannominata per il suo polso fermo e per la decisione con cui ha portò avanti le sue riforme, lasciò volontariamente e ufficialmente Downing Street, dimettendosi, nel novembre 1990, in piena crisi del Golfo, soprattutto a causa di alcuni contrasti sorti nel partito sulla sua politica fiscale e sul suo euroscetticismo. A proposito della crisi Mediorientale, in alcune interviste l'ex leader conservatrice dichiarò in veste non ufficiale il proprio stupore per una guerra conclusa troppo in fretta e senza l'annientamento del dittatore iracheno: "Quando cominci un lavoro quello che conta è farlo fino in fondo, e bene. Saddam invece è ancora lì e la questione nel Golfo non si è ancora chiusa".

In seguito Margaret Thatcher, diventata Baronessa, osservò presumibilmente con soddisfazione il programma che lei non ebbe il tempo di completare applicato dal partito "progressista" di Blair mentre il partito conservatore che la cacciò da Downing Street si trovava ridotto a brandelli. Ancora oggi qualche analista, qualche politologo o talvolta anche qualche leader di partito dichiarano apertamente che per risolvere i loro problemi ci vorrebbe una Thatcher, allo scopo di applicare la cura inglese anche al proprio Paese. Il "thathcherismo", infatti, diede vita a qualcosa che influenzò, per almeno una generazione, il corso mondiale degli eventi.

L'importanza storica di Margaret Thatcher, in sintesi, è insomma quella di essere stata la prima in Europa a portare avanti una politica basata sulla necessità di combattere lo statalismo e di individuare nell'intrapresa privata e nel libero mercato il mezzo migliore per rilanciare l'economia di un paese.

All'inizio del 2012 è uscito al cinema il film biografico "The Iron Lady" interpretato dalla bravissima Meryl Streep.

Dopo infarti e ictus che l'hanno colpita all'inizio degli anni 2000, e da tempo malata di Alzheimer, Margaret Thatcher è morta a Londra all'età di 87 anni il giorno 8 aprile 2013.

7. Biografia di Ian Thorpe

Gigante in acqua
13 ottobre 1982

Chi è Ian Thorpe?


Ai Giochi Olimpici di Sidney 2000 ha vinto tre ori e due argenti, ha stabilito il nuovo record del mondo nei 400 stile libero e ha contribuito al primato mondiale nella staffetta 4x100. L'anno dopo, nel luglio 2001, ha partecipato ai Campionati Mondiali di Fukuoka, vincendo sei medaglie d'oro e frantumando quattro primati del mondo.

Tutto questo ha un nome e un cognome, già scritti a lettere d'oro negli albi di storia del nuoto e dello sport in generale: Ian Thorpe.

Nato a Paddington, Sidney (Australia) il 13 ottobre 1982, Ian James Thorpe, soprannominato "la Torpedine", è uno dei migliori nuotatori di sempre sulle medie distanze, un colosso che in acqua ha una grazia da delfino, proprio come se quello fosse il suo elemento naturale. Ed è con una naturalezza infinita che Ian Thorpe ha completamente dominato i 400 metri stile libero sin dalla sua prima vittoria in un Campionato mondiale del 1998.

Poi sono arrivati i successi già ricordati, ma nel frattempo il suo dominio si è ampliato anche ai 200 e agli 800 metri stile libero (di questi ultimi è anche autore dei record mondiali), ed è stato tra i più veloci centometristi al mondo. Grazie a lui l'oro conquistato nelle 4x100 e 4x200 stile libero alle Olimpiadi di Sidney, ha segnato per la prima volta la sconfitta in questo campo degli Stati Uniti d'America.

Alle Olimpiadi di Atene 2004 Ian Thorpe è stato senza ombra di dubbio uno dei grandi protagonisti delle competizioni in vasca, ma ha dovuto fronteggiare i suoi grandi rivali, l'olandese Pieter Van den Hoogenband, e lo statunitense Michael Phelps, che gli hanno dato del filo da torcere (soprattutto Phelps, conquistando 4 ori e 1 bronzo individuali, e due record olimpici). Ian ha conquistato un bronzo nei 100 stile libero, un oro nei 200 stile libero ed è stato il vincitore di quella che molti hanno definito la gara del secolo: i 400 metri stile libero, gara di intensità e fascino particolare che ha visto l'australiano precedere di misura, e in modo emozionante, l'olandese e l'americano.

Il successo di Thorpe si è basato in massima parte sul suo enorme e potente fisico. Con i suoi 195 centimetri per 105 kilogrammi è piuttosto grande per la media dei nuotatori - molti ritenevano che maturando e continuando a crescere non sarebbe più stato in grado di mantenere prestazioni sui livelli di quelle dell'adolescenza - capace di mantenere un ritmo di sei battute che è ormai il suo marchio di fabbrica, e che gli permette di accelerare verso la vittoria nelle fasi finali delle gare.

Lontano dalle piscine Ian Thorpe sfugge al classico stereotipo dello sportivo australiano. Almeno in pubblico è calmo, ha buone maniere, è riflessivo, lucido, ma anche estremamente cauto nelle sue dichiarazioni; fa grandi sforzi per isolarsi dai media durante la preparazione e nel corso dei grandi eventi.

È nota anche la sua mancanza di interesse (e di abilità) per altri sport. L'altra sua passione sembra essere la moda. Passione ben remunerata: è infatti uno degli ambasciatori dei vestiti Armani, scelto personalmente a questo scopo dallo stilista italiano.

Gli eroi sportivi di Thorpe sono tutte leggende olimpiche americane: Mark Spitz, Carl Lewis e Michael Jordan.

Ai mondiali di nuoto canadesi di Montreal 2005, Ian Thorpe è il grande assente: l'Australia ne risente, ma Ian ha deciso di prendersi un anno sabbatico in attesa di preparare al meglio i Giochi Olmipici per il 2008.

Poi il 21 novembre 2006 a soli 24 anni annuncia a sorpresa il suo ritiro dalle attività agonistiche, con la motivazione che il nuoto ha smesso di essere la cosa più importante della sua vita. Alla fine del mese di marzo 2007, proprio durante i mondiali di Melbourne - che per Thorpe sarebbero stati casalinghi - arriva da un quotidiano francese la notizia che Ian Thorpe si sarebbe ritirato dopo che un controllo antidoping avrebbe rivelato la presenza di sostanze vietate.

A febbraio del 2011 torna sui giornali dichiarando di voler tornare a gareggiare per raggiungere l'obiettivo di partecipare alle Olimpiadi di Londra 2012.

8. Biografia di Marco Travaglio

L'arte di far discutere
13 ottobre 1964

Chi è Marco Travaglio?


Marco Travaglio nasce a Torino il giorno 13 ottobre 1964. Consegue la maturità classica al Liceo Salesiano Valsalice di Torino, è la laurea in Lettere Moderne e in Storia contemporanea presso l'Università degli studi di Torino. Inizia a lavorare come giornalista free lance in piccole testate di area cattolica, come ad esempio "Il nostro tempo". Allora assieme a lui c'era un altro noto giornalista italiano, Mario Giordano.

Travaglio fa la conoscenza di Giovanni Arpino il quale, nell'ottobre del 1987, lo presenta a Indro Montanelli. Quest'ultimo lo chiamerà per collaborare al Giornale. Indro Montanelli diceva di lui "Travaglio non uccide nessuno. Col coltello. Usa un'arma molto più raffinata e non perseguibile penalmente: l'archivio". Di questo periodo lo stesso Travaglio ricorda: "Ho fatto l'abusivo al Giornale come vice-corrispondente da Torino dal 1987 al 1992. Il corrispondente era Beppe Fossati, bravo e simpatico, ma con poca voglia di lavorare. A volte scrivevo pure i suoi articoli e lui mi dava cinquantamila lire al pezzo".

Nel 1994 Montanelli lascia il quotidiano che vent'anni prima aveva fondato; Travaglio lo segue, assieme ad altri cinquanta redattori, dando vita alla breve esperienza de "La Voce". La principale area di interesse di Travaglio è la cronaca giudiziaria, dalle questioni legate all'antimafia, ai fenomeni di corruzione, a partire dall'inchiesta "Mani pulite", sviluppata sotto forma di indagini e raccolte storico-giornalistiche. Più di una volta gli articoli di questo giornalista hanno avuto modo di suscitare le ire dei politici, senza distinzione di schieramenti.

Prima del 2001, il giorno seguente l'arresto di Adriano Sofri per l'accusa dell'Omicidio Calabresi, pubblica sul settimanale "Il Borghese", le intercettazioni telefoniche (in versione integrale e a puntate) fatte dalla Polizia di Stato al movimento Lotta Continua (sono inclusi personaggi noti quali Gad Lerner, Giuliano Ferrara, Andrea Marcenaro e Luigi Manconi).

Il 14 marzo 2001, due mesi prima delle elezioni politiche, durante un'intervista nella trasmissione "Satyricon", ideata e condotta da Daniele Luttazzi, presenta il suo libro "L'odore dei soldi", in cui attraverso i vari atti processuali si affronta il problema delle origini delle fortune di Silvio Berlusconi; Daniele Luttazzi viene in seguito allontanato dalle reti televisive Rai.

Nell'autunno del 2006 è ospite fisso nella trasmissione di approfondimento giornalistico "Anno Zero", condotta da Michele Santoro, dove Travaglio conduce una rubrica dal titolo "Arrivano i mostri".

Il 10 maggio 2008, nel corso della trasmissione "Che tempo che fa" condotta da Fabio Fazio (Rai Tre), Marco Travaglio parla del neo-eletto Presidente del Senato, Renato Schifani, in riferimento a rapporti societari con persone a vario titolo collegate con attività mafiose. Da questo intervento nascerà un caso mediatico che farà molto discutere.

Travaglio è a tutti gli effetti capace di innescare delle vere e proprie bombe mediatiche, caratteristiche che fanno di lui un giornalista sì di spicco, ma anche molto discusso dal punto di vista politico. Molti si sono interrogati sul suo personale schieramento politico, ma Travaglio si è sempre definito un liberale, o meglio, un "liberal-montanelliano". Ad alcuni appare un reazionario; di fatto non ha mai nascosto nel tempo per chi ha votato e perchè.

Di lui hanno detto:

"Non nominatemelo. A sentire il suo nome mi viene l'orticaria." (Fausto Bertinotti)

"Ora vi voglio presentare quello che io vorrei come ministro della Giustizia: Marco Travaglio!" (Beppe Grillo)

"Se Berlusconi dovesse morire Travaglio resterebbe disoccupato" (Pier Ferdinando Casini)

"Travaglio è uno sporco fascista di destra." (Francesco Cossiga)

Tra le numerose collaborazioni ricordiamo quelle con quotidiani e periodici, fra cui Sette, Cuore, Linus, Il Messaggero, Il Giorno, L'Unità, L'Indipendente, l'Espresso e La Repubblica.

Ha scritto numerosi libri e molti sono stati successivamente pubblicati sotto forma di libri-inchiesta: fra i più noti c'è il già citato "L'odore dei soldi" (scritto con Elio Veltri e pubblicato nel 2001). Su Biografieonline è possibile leggere una intervista a Marco Travaglio.

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