Biografie di personaggi famosi e storici nato il 15 ottobre


Biografie di personaggi famosi e storici


 Biografie di personaggi famosi nella storia e celebrità nate il 15 ottobre

Sommario:

1. Italo Calvino
2. Salvo D'Acquisto
3. Federico Guglielmo IV di Prussia
4. Fedez
5. Michel Foucault
6. John Kenneth Galbraith
7. Luigi Giussani
8. Penny Marshall
9. Friedrich Nietzsche
10. Publio Virgilio Marone
11. Mario Puzo
12. Antonino Zichichi

1. Biografia di Italo Calvino

I sentieri di uno scrittore
15 ottobre 1923
19 settembre 1985

Chi è Italo Calvino?


Italo Calvino nasce il 15 ottobre 1923 a Santiago de Las Vegas, presso l'Avana (Cuba). Il padre, Mario, è un agronomo di origine sanremese, che si trova a Cuba per dirigere una stazione sperimentale di agricoltura e una scuola agraria dopo venti anni passati in Messico. La madre, Evelina Mameli, di Sassari è laureata in scienze naturali e lavora come assistente di botanica all'Università di Pavia.

Nel 1927, Calvino frequenta l'asilo infantile al St. George College, sempre a Cuba. Nello stesso anno nasce suo fratello Floriano, futuro geologo di fama internazionale, mentre nel 1929 frequenta le scuole Valdesi, una volta che la famiglia si trasferisce definitivamente in Italia (Calvino fa anche in tempo, alla fine delle elementari, a diventare Balilla). Nel 1934 supera l'esame per il ginnasio-liceo "G. D. Cassini" e completa la prima parte del suo percorso scolastico.

Il primo contatto con la letteratura avviene all'età di dodici anni, quando gli capita fra le mani il primo ed il secondo "Libro della giungla" di Kipling. E' un amore al primo colpo, una fulminea infatuazione per i mondi esotici, le avventure e per le sensazioni fantastiche che può dare la lettura solitaria di testi trascinanti. Si diletta anche a leggere riviste umoristiche, cosa che lo spinge a disegnare lui stesso vignette e fumetti. In quegli anni si appassiona al cinema, un amore che durerà per tutta la sua adolescenza.

Intanto scoppia la guerra, un evento che segna la fine della sua giovinezza, così come il declino della cosiddetta "belle epoque" in versione sanremese. La sua posizione ideologica è incerta, tra il recupero di una identità locale ed un confuso anarchismo. Tra i sedici ed i venti anni scrive brevi racconti, opere teatrali ed anche poesie ispirandosi a Montale suo poeta prediletto per tutta la vita.

E' nei rapporti personali e nell'amicizia con il compagno di liceo Eugenio Scalfari, invece, che cominciamo a crescere in lui interessi più specificatamente e politici. Attraverso un intenso rapporto epistolare con Scalfari segue il risveglio dell'antifascismo clandestino ed una sorta di orientamento rispetto ai libri da leggere: Huizinga, Montale, Vittorini, Pisacane e così via.

Nel 1941, conseguita la licenza liceale, si iscrive alla Facoltà di Agraria dell'Università di Torino. Dopo la morte di un giovane combattente, chiede ad un amico di presentarlo al Pci; in seguito insieme al fratello si arruola e combatte per venti mesi uno dei più aspri scontri tra partigiani e nazifascisti. E' opinione della critica più accreditata che la sua scelta di aderire al partito comunista non derivò da ideologie personali, ma dal fatto che in quel periodo era la forza più attiva ed organizzata.

Nel frattempo i genitori vengono sequestrati dai tedeschi. Finita la guerra e liberati i genitori, nel 1946 comincia a gravitare attorno alla casa editrice Einaudi, vendendo libri a rate. Su esortazione di Cesare Pavese e del critico Giansiro Ferrata, si dedica alla stesura di un romanzo che conclude negli ultimi giorni di dicembre; è il suo primo libro, "Il sentiero dei nidi di ragno", una ricognizione appunto del periodo bellico e del mondo partigiano.

Sempre più inserito nella casa editrice, presso Einaudi, Italo Calvino si occupa dell'ufficio stampa e di pubblicità stringendo legami di amicizia e di fervido confronto intellettuale con i grandi nomi dell'epoca, presenti e futuri, come Pavese, Vittorini, Natalia Ginzburg, Delio Cantimori, Franco Venturi, Norberto Bobbio e Felice Balbo.

Nel 1948, però, lascia momentaneamente Einaudi per collaborare, in veste di redattore della terza pagina, con l'Unità torinese. Collabora anche al settimanale comunista "Rinascita"; nel 1949 torna da Einaudi ed esce la raccolta "Ultimo viene il corvo", ma rimane inedito il romanzo "Il Bianco Veliero" sul quale Vittorini aveva espresso un giudizio negativo.

Dal 1° gennaio 1950 Calvino viene assunto da Einaudi come redattore stabile: si occupa dell'ufficio stampa e dirige la parte letteraria della nuova collana "Piccola Biblioteca Scientifico-Letteraria". Sarebbero stati proprio Vittorini , Pavese e Calvino, fra l'altro, a creare quei risvolti di copertina che sono diventati uno stile nell'editoria italiana.

Nel 1951 finisce di scrivere un romanzo d'impianto realistico-sociale, "I giovani del Po", che viene pubblicato sulla rivista "Officina" solo negli anni 1957/1958; in estate invece scrive di getto "Il visconte dimezzato". Per una raccolta di lettere su un viaggio fatto nell'Unione Sovietica ("Taccuino di viaggio di Italo Calvino") pubblicata sull'Unità riceve il Premio Saint-Vincent.

Nel 1955 viene promosso dall'Einaudi come dirigente mantenendo questa qualifica fino al giugno 1961; dopo tale data diventa consulente editoriale. Lo stesso anno esce su "Paragone Letteratura", "Il midollo del leone", il primo di una serie di saggi, volti a definire la propria idea di letteratura rispetto alle principali tendenze culturali del tempo.

L'anno seguente (1956) escono "Le fiabe italiane" che consolidano, anche grazie al lusinghiero successo, l'immagine di Italo Calvino come favolista. Il 1956, però, è assai importante per un altro fatto significativo e cruciale nella vita dello scrittore: i fatti di Ungheria, l'invasione della Russia Comunista nell'inquieta Praga, provocano il distacco dello scrittore dal Pci e lo conducono progressivamente a rinunciare ad un diretto impegno politico.

La sua creatività è invece sempre feconda ed inarrestabile, tanto che non si contano le sue collaborazioni su riviste, i suoi scritti e racconti (vince in quegli anni anche il Premio Bagutta), nonché la stesura di alcune canzoni o libretti per opere musicali d'avanguardia come "Allez-hop" dell'amico e sodale Luciano Berio. Insomma, un'attività culturale e artistica a tutto campo.

In questi anni scrive "Il visconte dimezzato", "Il barone rampante", "Il cavaliere inesistente", "Marcovaldo".

Alla fine degli anni Cinquanta risale anche il soggiorno di sei mesi negli Stati Uniti, coincidenti con la pubblicazione della trilogia "Nostri antenati", mentre appare sul "Menabò" (altra rivista di vaglia di quegli anni), il saggio "Il mare dell'oggettività".

Nel 1964 avviene una svolta fondamentale nella vita privata dello scrittore: si sposa con un'argentina e si trasferisce a Parigi, pur continuando a collaborare con Einaudi. L'anno dopo nasce la sua prima figlia, Giovannea, che gli infonde un senso di personale rinascita ed energia.

Esce nel frattempo il volume "Le Cosmicomiche", a cui segue nel 1967 "Ti con zero", in cui si rivela la sua passione giovanile per le teorie astronomiche e cosmologiche.

Parallelamente, Calvino sviluppa un forte interesse per le tematiche legate alla semiologia e alla decostruzione del testo, tanto che arriva ad adottare procedimenti assai intellettualistici nell'elaborazione dei suoi romanzi, così come succede ad esempio in quel gioco di specchi che è "Se una notte d'inverno un viaggiatore".

L'inclinazione fantastica, costante di tutta l'opera di Calvino, rappresenta comunque la corda più autentica dello scrittore. In molte delle sue opere, infatti, egli infrange una regola ferrea della vita (e di gran parte della letteratura) che vuole da una parte la realtà, dall'altra la finzione. Calvino, invece, spesso mescola i due piani, facendo accadere cose straordinarie e spesso impossibili all'interno di un contesto realistico, senza perdere colpi né sull'uno né sull'altro versante. Una delle sue caratteristiche è quella di saper mantenere nei confronti della materia trattata, un approccio leggero, trattenuto dall'umorismo, smussandone gli aspetti più sconcertanti con un atteggiamento quasi di serena saggezza.

"Eleganza", "leggerezza", "misura", "chiarezza", "razionalità" sono i concetti a cui più usualmente si fa ricorso per definire l'opera di Italo Calvino; in effetti, essi individuano aspetti reali della personalità dello scrittore anche se, al tempo stesso, rischiano di sottovalutarne altri, ugualmente presenti e decisivi.

Gli anni Settanta sono anch'essi ricchissimi di collaborazioni giornalistiche, di scritti ma soprattutto di premi, che colleziona in quantità. Rifiuta il premio Viareggio per "Ti con zero" ma accetta due anni dopo il premio Asti, il premio Feltrinelli e quello dell'accademia dei Lincei, nonché quello della città di Nizza, il Mondello ed altri ancora. In questo periodo un impegno assai importante è rappresentato inoltre dalla direzione della collana Einaudi "Centopagine", nella quale vengono pubblicati, oltre ai classici europei a lui più cari (Stevenson, Conrad, Stendhal, Hoffmann, Balzac e Tolstoj), svariati scrittori minori italiani a cavallo fra '800 e '900.

Intanto viene ultimata la villa di Roccamare, presso Castiglione della Pescaia, dove Calvino trascorre tutte le estati. Sul piano dell'impegno di scrittura inizia a scrivere nel 1974 sul "Corriere della sera" racconti, resoconti di viaggio ed articoli sulla realtà politica e sociale del paese; la collaborazione dura fino al 1979. Scrive anche per la serie radiofonica "Le interviste impossibili" i "Dialoghi di Montezuma" e "L'uomo di Neanderthal". Nel 1976 tiene conferenze in molte università degli Stati Uniti, mentre i viaggi in Messico e Giappone gli danno spunti per alcuni articoli, che verranno poi ripresi in "Collezioni di sabbia". Riceve a Vienna lo "Staatpreis".

Si trasferisce a Roma nel 1980 in piazza Campo Marzio ad un passo dal Pantheon. Raccoglie nel volume "Una pietra sopra" gli scritti di "Discorsi di letteratura e società" la parte più significativa dei suoi interventi saggistici dal 1955 in poi. Nel 1981 riceve la Legion d'onore. Cura l'ampia raccolta di scritti di Queneau "Segni, cifre e lettere".

Nel 1982 alla Scala di Milano viene rappresentata "La vera storia", opera scritta insieme al già ricordato compositore Luciano Berio. Di quest'anno è anche l'azione musicale "Duo", primo nucleo del futuro "Un re in ascolto", sempre composta in collaborazione con Berio.

Nel 1983 viene nominato per un mese "directeur d'ètudes" all'Ecole des Hautes Etudes. A gennaio tiene una lezione su "Science et metaphore chez Galilèe" e legge in inglese alla New York University la conferenza "Mondo scritto e mondo non scritto". Nel 1985, avendo ricevuto l'incarico di tenere una serie di conferenze negli Stati Uniti (nella prestigiosa Harvard University), prepara le ormai celeberrime "Lezioni Americane", che tuttavia rimarranno incompiute, e saranno edite solo postume nel 1988.

Durante il 1984 in seguito alla crisi aziendale dell'Einaudi decide di passare alla Garzanti presso la quale appaiono "Collezione di sabbia" e "Cosmicomiche vecchie e nuove". Compie dei viaggi in Argentina e a Siviglia dove partecipa ad un convegno sulla letteratura fantastica. Nel 1985 traduce "La canzone del polistirene" di Queneau mentre durante l'estate lavora ad un ciclo di sei conferenze. Il 6 settembre viene colto da ictus a Castiglione della Pescaia.

Ricoverato all'ospedale Santa Maria della Scala di Siena, Italo Calvino muore il 19 settembre 1985, all'età di 61 anni, colpito da un'emorragia celebrale.

Bibliografia essenziale di Italo Calvino

Il sentiero dei nidi di ragno (1947)
I figli poltroni (1948)
Ultimo viene il corvo (1949)
Taccuini di viaggio in URSS di Italo Calvino (1951)
Il visconte dimezzato (1952)
La formica argentina (1952)
L'entrata in guerra (1954)
La panchina. Opera in un atto (1956)
Fiabe italiane, raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti da (1956)
Il barone rampante (1957)
I giovani del Po (1957; in "Officina")
I racconti (1958)
La gran bonaccia delle Antille (1957)
Il cavaliere inesistente (1959)
I nostri antenati (Il cavaliere inesistente; Il visconte dimezzato; Il barone rampante) (1960)
La giornata d'uno scrutatore (1963)
La speculazione edilizia (1963)
Marcovaldo, ovvero Le stagioni in città (1963)
La nuvola di smog e La formica argentina (1965)
Le cosmicomiche (1965)
Ti con zero (1967)
La memoria del mondo e altre storie cosmicomiche (1968)
Orlando furioso, di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino con una scelta del poema (1970)
Gli amori difficili (1970)
Le città invisibili (1972)
Il castello dei destini incrociati (1973)
Se una notte d'inverno un viaggiatore (1979)
Palomar (1983)
Un re in ascolto (1986)

2. Biografia di Salvo D'Acquisto

Il sacrificio e la memoria
15 ottobre 1920
23 settembre 1943

Chi è Salvo D Acquisto?


Salvo D'Acquisto nasce il 15 ottobre del 1920 a Napoli, nel rione Antignano in via San Gennaro, in un edificio di quattro piani, Villa Alba. Suo padre, Salvatore, ha origini palermitane, mentre sua madre, Ines, è napoletana.

Primo di cinque figli (gli altri sono Franca, Rosario, Erminia e Alessandro), Salvo cresce seguendo una rigorosa educazione cattolica sin dalla più tenera età e frequenta l'asilo dalle salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice nel quartiere Vomero in via Alvino.

Dopo le elementari (scuola "Vanvitelli") e le medie, si iscrive al liceo "Giambattista Vico", terminato il quale riceve la cartolina militare per il richiamo di leva; si arruola - il 15 agosto del 1939 - come volontario nei Carabinieri, nella cui arma hanno militato o militano il nonno materno e tre zii.

Nell'arma dei Carabinieri

Dopo avere frequentato la Scuola Allievi, viene promosso carabiniere e inviato alla Legione Territoriale di Roma. Qui rimane per alcuni mesi, prestando servizio al Nucleo Fabbriguerra a Roma Sallustiana.

In seguito parte volontario per la Libia con la 608esima Sezione Carabinieri nei pressi di Tripoli: è il 23 novembre del 1940, e sono passati pochi mesi dall'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Nonostante una ferita alla gamba, Salvo decide di rimanere in zona d'operazioni con il suo reparto, ma a causa della febbre malarica è costretto a ritornare in Italia.

Dal settembre del 1942 frequenta la Scuola Allievi Sottufficiali Carabinieri di Firenze, e pochi mesi più tardi viene nominato sottufficiale. Quindi, dopo avere ottenuto il grado di vice brigadiere, viene inviato a Torrimpietra, presso la stazione dei Carabinieri locale: una zona rurale lungo la via Aurelia, a diverse decine di chilometri da Roma (in un territorio che oggi fa parte del Comune di Fiumicino).

L'incontro con le SS naziste

In seguito al proclama Badoglio dell'8 settembre del 1943, Salvo D'Acquisto deve fare i conti con la presenza di un reparto delle SS giunto sul posto: alcuni uomini delle truppe tedesche, infatti, si accasermano in diverse postazioni usate in precedenza dalla Guardia di Finanza a Torre di Palidoro, una località che fa parte della giurisdizione territoriale dei Carabinieri di Torrimpietra.

In questa occasione, il 22 settembre, alcuni militari delle SS sono vittime dell'esplosione di una bomba a mano avvenuta nel corso di un'ispezione di casse abbandonate contenenti munizioni: due soldati rimangono feriti e altri due muoiono. La responsabilità dell'episodio viene attribuita ad alcuni attentatori locali, e il comandante del reparto tedesco chiede la collaborazione dei Carabinieri del posto: a rispondere alla richiesta è Salvo D'Acquisto, a causa dell'assenza del maresciallo comandante.

Di fronte alle minacce tedesche di rappresaglie nel caso in cui non vengano rintracciati i colpevoli del misfatto, il vice brigadiere napoletano si mette in cerca di informazioni attendibili a proposito dell'accaduto, e ribatte alle SS che il tutto è da ritenersi un incidente fortuito.

Per un'ordinanza del feldmaresciallo Kesselring, tuttavia, i tedeschi non recedono dalla propria posizione, e impongono una rappresaglia. Il 23 settembre vanno in scena i rastrellamenti che portano alla cattura di ventidue persone scelte in maniera del tutto casuale tra i residenti del posto, mentre una squadra armata preleva forzatamente Salvo D'Acquisto dalla caserma e lo porta nella piazza principale di Palidoro, insieme con gli altri ostaggi.

Nel corso di un rapido interrogatorio, tutti gli italiani presenti si dichiarano innocenti; nel frattempo, il vice brigadiere è separato rispetto ai rastrellati, tenuto sotto controllo dai militari tedeschi, che non mancano di prenderlo a bastonate e di picchiarlo: egli, tuttavia, mantiene un dignitoso contegno. A quel punto i tedeschi chiedono a Salvo D'Acquisto di indicare i nomi dei responsabili, e il carabiniere risponde che l'esplosione era stata casuale: insomma, di responsabili non ce ne sono.

Un'azione eroica

In seguito, D'Acquisto e gli ostaggi vengono portati fuori dal paese: ai rastrellati vengono consegnate delle vanghe e viene imposto di scavare per ottenere una grande fossa comune in vista della loro fucilazione. Gli scavi durano per qualche ora; in seguito, però, gli ostaggi vengono tutti - inaspettatamente - rilasciati ad eccezione di D'Acquisto.

Quest'ultimo, infatti, si autoaccusa dell'attentato, pur non essendone responsabile, per salvare la vita dei ventidue prigionieri, che in effetti vengono subito liberati e scappano. Salvo D'Acquisto rimane all'interno della fossa davanti al plotone pronto a mettere in atto l'esecuzione. Prima di essere ucciso, egli lancia l'urlo "Viva l'Italia!"; quindi i tedeschi lo fucilano senza pietà. Il suo corpo viene poi ricoperto dai militari, con il terriccio scavato in precedenza. Aveva meno di 23 anni.

Oggi a Salvo D'Acquisto e alla memoria del suo sacrificio sono intitolati monumenti, viali e caserme. La sua figura fu anche ricordata da papa Giovanni Paolo II, che in un discorso ai Carabinieri (26 febbraio 2001) ebbe modo di affermare: "La storia dell'Arma dei Carabinieri dimostra che si può raggiungere la vetta della santità nell'adempimento fedele e generoso dei doveri del proprio stato. Penso, qui, al vostro collega, il vice-brigadiere Salvo D'Acquisto, medaglia d'oro al valore militare, del quale è in corso la causa di beatificazione."

3. Biografia di Federico Guglielmo IV di Prussia

Re romantico
15 ottobre 1795
2 gennaio 1861

Chi è Federico Guglielmo IV di Prussia?


A metà '800 l'Europa è scossa da fermenti rivoluzionari che ne sconvolgono gli assetti. A partire dalla rivoluzione parigina del 1848, che segnerà la fine dell'assolutismo francese preparando il terreno all'avvento di Napoleone III, fermenti liberali si propagano in diverse Nazioni con insurrezioni che in Italia si trasformano nella Prima Guerra d'Indipendenza. In Germania scoppiano moti rivoluzionari a Berlino e a Francoforte, e per l'imperatore Federico Guglielmo IV la vita comincia a complicarsi.

Nato a Berlino il 15 ottobre 1795 da Federico Guglielmo III di Prussia e Luisa Augusta di Meclemburgo-Strelitz, il giovane principe mostra sin da piccolo inclinazioni per l'arte e la contemplazione, mentre appare negato per la politica. Ma il suo rango non ammette deroghe e, alla morte del padre, nel 1840, gli succede al trono di Prussia.

I primi anni di regno di Federico Guglielmo IV di Prussia sono caratterizzati da una certa pacatezza, dettata dalla sua concezione di Stato alquanto idealistica che gli varrà la definizione di "re romantico" e gli guadagnerà le simpatie dei liberali. Egli affievolisce le tendenze reazionarie del padre ed attenua la censura sulla stampa. Sul versante delle opere cerca di rendere più accogliente Berlino, costruisce linee ferroviarie e strade, riorganizza l'Unione Doganale Tedesca (Zollverein) e conclude vari trattati commerciali con altre Nazioni.

Nel 1847 vara la Dieta unita, dando così voce alle rappresentanze di tutte le province prussiane ma l'organismo, già qualche mese dopo la sua nascita, gli si pone in contrasto chiedendo la Costituzione: difficoltà economiche hanno infatti animato contadini ed operai che cominciano a manifestare malcontento e insofferenza verso il regime ed il suo militarismo e, raggiunti l'anno successivo dall'ondata rivoluzionaria di Parigi, danno vita a loro volta a tumulti di piazza.

Dopo un primo atteggiamento repressivo, il sovrano richiama le truppe e si mostra sensibile alle istanze popolari promulgando amnistie ed acconsentendo all'elezione a suffragio universale di un'assemblea costituente prussiana. Il Parlamento, che si insedia a Francoforte, oltre a sancire libertà di stampa, di associazione, di religione, affronta subito la questione della nascita di uno Stato federale che escluda l'Austria e, nel marzo 1849, elegge imperatore Federico Guglielmo IV; ma il re rifiuta perché, oltre a non voler accettare una corona che gli viene dal voto popolare, teme le ripercussioni degli Asburgo. Egli, peraltro, è anche intimamente convinto del diritto della corona austriaca a guidare l'impero romano - germanico.

Esauritasi l'ondata rivoluzionaria, nel 1850 ridimensiona notevolmente tanto le concessioni fatte quanto la stessa Costituzione. Tenta di dare vita ad una Confederazione del Nord, mediante l'unificazione degli Stati tedeschi sotto l'egemonia prussiana, ma l'iniziativa si risolve in un nulla di fatto per la solita opposizione dell'Austria che lo costringe a sottoscrivere le condizioni di Olmutz.

Il 1857 è per lui un anno fatale in quanto, colpito da ictus, rimane privo in buona parte delle facoltà mentali, al punto da affidare, l'anno successivo, la reggenza del regno al fratello Guglielmo. Intanto la sua salute, profondamente minata, si va aggravando. Il 2 gennaio 1861 Federico Guglielmo IV muore a Potsdam, all'età di 66 anni. Suo fratello passa dalla reggenza al trono, con il nome di Guglielmo I.

4. Biografia di Fedez

15 ottobre 1989

Chi è Fedez?


Fedez, rapper e produttore discografico il cui vero nome è Federico Leonardo Lucia, nasce il 15 ottobre del 1989 a Milano. Cresciuto nell'hinterland meridionale del capoluogo meneghino, tra Rozzano e Corsico, si avvicina al mondo della musica sin da adolescente, prendendo parte a diverse competizioni di freestyle (disciplina della cultura hip hop, che consiste nel "rappare" usando rime, assonanze e grande capacità di improvvisazione).

I primi lavori

Nel 2006 insieme con Cidda e DJ S.I.D incide il suo primo EP, intitolato "Fedez"; l'anno successivo pubblica "Pat-a-cake", mentre nel 2008 arriva alla finale regionale del Piemonte di Tecniche perfette.

Al 2010 risale il suo primo mixtape, denominato "BCPT": alla sua realizzazione collaborano, tra gli altri, Maxi B, G. Soave, Emis Killa e altri esponenti della scena hip hop nazionale. In seguito, Fedez abbandona il collettivo Blocco Records, per motivi di incompatibilità dal punto di vista musicale, e in collaborazione con Dinamite e Vincenzo da Via Anfossi pubblica "Diss-Agio", il suo terzo EP, prodotto da JT.

Nel mese di marzo del 2011 dà alla luce "Penisola che non c'è", il suo primo disco in studio, che si autoproduce; a dicembre dello stesso anno incide il suo secondo disco, intitolato "Il mio primo disco da venduto", che si avvale della produzione dell'etichetta discografica di DJ Harsh e Gué Pequeno, la Tanta Roba.

Alla realizzazione dell'album partecipano, oltre allo stesso Gué Pequeno, altri artisti della scena rap come Jake La Furia, Marracash, i Two Fingerz, Entics e J-Ax.

Le collaborazioni

Dopo avere collaborato al disco "Thori & Rocce" dei beatmaker Don Joe e DJ Shablo, realizzando con Gemitaiz e Cane Secco il brano "Fuori luogo", nel 2012 Fedez duetta con Max Pezzali nella canzone "Jolly Blu", che compare nel disco "Hanno ucciso l'uomo ragno 2012".

La comunicazione attraverso i video

Nel frattempo il rapper milanese si fa conoscere sempre di più tramite il proprio canale su Youtube, dove tra l'altro pubblica le Zedef Chronicles, una serie di video in cui racconta storie di vita di tutti i giorni.

Nel dicembre del 2012, conquista quattro nomination agli Mtv Hip Hop Awards 2012: candidato come Best New Artist, per il Best Live, per il Video of the Year e per la Song of the Year, si aggiudica quest'ultimo riconoscimento grazie al brano "Faccio brutto". Nel gennaio del 2013 sull'iTunes Store viene pubblicato il singolo "Si scrive schiavitù si legge libertà", che anticipa di pochi giorni "Dai cazzo Federico" e "Cigno nero", in cui canta Francesca Michielin.

Il terzo disco

A marzo Fedez pubblica il suo terzo disco in studio, denominato "Sig. Brainwash - L'arte di accontentare", che nella prima settimana raggiunge il primo posto nella classifica italiana di vendita. Arrivato a quota 30mila copie vendute dopo tre settimane dall'uscita e ottenuto il disco d'oro, l'album viene certificato anche disco di platino il 20 maggio del 2013, superando le 60mila copie vendute.

Nel frattempo Fedez viene nominato agli Mtv Awards per la categoria Super Man e pubblica il quarto singolo, "Alfonso Signorini (Eroe nazionale)", il cui videoclip acquisisce grande celebrità anche grazie alla partecipazione dello stesso Signorini. Dopo avere collaborato con Dargen D'Amico al brano "Bocciofili", contenuto nel disco "Vivere aiuta a non morire", a dicembre Fedez fonda, insieme con J-Ax, la Newtopia, una nuova etichetta discografica indipendente, e collabora con i Two Fingerz per il singolo "La cassa dritta".

In seguito, pubblica su Youtube il video di "Babbo Natale mi ha detto che i tuoi genitori non esistono", che vede la partecipazione dei Bushwaka, di Denny LaHome e di Fred De Palma.

X Factor e il quarto disco

Nell'estate del 2014, viene reso noto che Fedez sarà uno dei giurati del talent show "X Factor", trasmesso su Sky Uno, al fianco di Mika, Morgan Castoldi e Victoria Cabello: nel programma, avrà anche un autore dedicato, Matteo Grandi. Il 30 settembre del 2014 il cantante pubblica "Pop-Hoolista", il suo quarto disco in studio, prodotto da Newtopia con distribuzione di Sony Music, anticipato dal video del singolo "Veleno per topic" e da "Generazione bho": nell'album, registrato a Los Angeles, sono presenti anche guest come Francesca Michielin, Noemi ed Elisa.

L'impegno politico

Il giorno dell'uscita del disco, Fedez annuncia l'intenzione di scrivere il nuovo inno del Movimento Cinque Stelle (movimento nel quale si riconosce dal punto di vista politico - non a caso temi ricorrenti delle sue canzoni sono dichiarazioni contro la politica, le banche e le caste finanziarie che opprimono il popolo), che prenderà il nome di "Non sono partito": l'inno viene utilizzato in via ufficiale a ottobre, nel corso dell'evento Italia 5 Stelle andato in scena a Roma al Circo Massimo. Fedez, tuttavia, finisce nel mirino di Ernesto Magorno e Federico Gelli, due deputati del Partito Democratico, che chiedono ai vertici di Sky di escludere il rapper da "X Factor" a causa della sua adesione a una iniziativa politica: la richiesta viene respinta, mentre Fedez si difende sostenendo di non voler fare propaganda nel corso della trasmissione e sostiene che la richiesta di escluderlo ha a che fare con la censura e il fascismo.

Alla fine di ottobre viene pubblicato "Magnifico" (che vede la partecipazione di Francesca Michielin), secondo singolo estratto da "Pop-Hoolista" che, pochi giorni dopo, viene certificato disco di platino.

A metà novembre, Fedez è protagonista di una lite via web con Costantino Della Gherardesca, conduttore di "Pechino Express", che in un'intervista rilasciata al "Corriere della Sera" l'aveva definito "la Cristina D'Avena del rap": i due si scambiano messaggi al veleno su Twitter, e ben presto la polemica rimbalza su tutti i principali organi di informazione.

5. Biografia di Michel Foucault

Sessualità sviscerate
15 ottobre 1926
26 giugno 1984

Chi è Michel Foucault?


Paul Michel Foucault nasce a Poitiers (Francia) il giorno 15 ottobre 1926. Il padre, il nonno e come il bisnonno erano medici, orgogliosi della loro tradizione di famiglia, molto religiosa; così anche la carriera di Michel sembra essere predestinata. Ma il giovane già a undici anni sconcerta il padre dichiarando di voler diventare uno storico. Nel 1940 viene mandato in un collegio di frati; la madre tuttavia, che proviene da una famiglia meno rigida dal punto di vista religioso di quella del padre, fa impartire a Michel anche lezioni private di filosofia.

Durante gli anni dell'università Foucault appare come un ragazzo solitario, stravagante ed eccentrico: studia psicologia e filosofia sotto la guida di Maurice Merleau-Ponty, Jean Hyppolite e Louis Althusser. Omosessuale, vive con disagio questa sua condizione: nel giro di pochi anni tenta per tre volte il suicidio, lasciandosi anche tentare dall'alcol. Benchè riluttante si mette per qualche tempo in analisi.

Nei suoi studi approfondisce autori quali Saussurre, Kierkegaard, Heidegger e Lacan; sarà però Nietzsche a influenzarlo maggiormente. Nutre anche un'antipatia per Sartre, in favore di Bataille. In questi anni ottiene i primi incarichi universitari e avvia con il compositore Jean Barraqué una relazione piuttosto burrascosa che si consumerà nel giro di pochi anni. Nel 1955 inizia un'intensa amicizia con Barthes e Dumézil. Gli incarichi culturali portano Foucault a lunghi soggiorni all'estero, prima in Svezia, poi in Polonia e infine in Germania.

Grazie all'interessamento dello storico e filosofo Philippe Aries nel 1960 pubblica "Storia della follia in età classica", la sua prima opera importante, in precedenza rifiutata dalla grande casa editrice Gallimard. Alla fine dello stesso anno conosce Daniel Defert, un giovane studente che rimarrà suo compagno per il resto della vita. Per rimanere vicino a Daniel durante il servizio militare, Foucault rinuncia all'occasione a lungo attesa di trasferirsi in Giappone, accettando invece un incarico a Tunisi. E nel nord dell'Africa Foucault si trasferisce nel 1966, soprattutto in conseguenza del fatto che gli ambienti culturali di Parigi, gradiscono poco la sua vita privata, tanto da ostacolare la sua carriera universitaria.

Sempre nel 1966 cura con Deleuze l'edizione francese dell'opera omnia di Nietzsche; pubblica "Le parole e le cose", il cui enorme successo gli procura una posizione di primo piano tra i pensatori del suo tempo, nonché l'occasione di avviare una lunga amicizia epistolare con il pittore belga René Magritte.

Foucault torna a Parigi alla fine degli anni '60, nel periodo delle contestazioni studentesche, che appoggia finendo anche in carcere. Per qualche tempo deve accontentarsi di insegnare prima all'università di Clermont-Ferrand, poi nella neonata e caotica università di Vincennes; nel 1971 ottiene l'incarico cui aspirava da tempo, una cattedra al Collège de France, la più prestigiosa istituzione culturale francese. Qui Michel Foucault terrà corsi di Storia dei Sistemi di Pensiero fino all'anno della sua morte.

La ricerca di Foucault si orienta sempre più verso lo studio dei processi di normalizzazione, cioè delle varie forme tramite le quali il potere ha tentato, nell'occidente moderno, di controllare gli individui e i loro corpi nello sforzo di contenere tutte le forme di devianza rispetto alla norma costituita. Le opere successive di Foucault avranno origine dalle riflessioni di questi corsi, dedicati fra l'altro alla medicalizzazione degli "anormali" e alla nascita del sistema carcerario della psichiatria.

Nel 1975, mentre la sua opera "Sorvegliare e punire: la nascita della prigione" conosce una larga circolazione internazionale, viene invitato per la prima volta da Leo Bersani in California a Berkeley, università che frequenterà spesso negli anni successivi.

L'uscita di scena di Sartre, malato, accentua ulteriormente la centralità di Foucault nel quadro della cultura francese. Ma Foucault si sente e si è sempre sentito a disagio nel ruolo di "famoso". Si considera uno sperimentatore in continua evoluzione, e sostiene di scrivere libri solo per confutare le sue stesse tesi precedenti: gli risulta quindi fastidioso vedersi eleggere come dispensatore di quel genere di verità assolute che per tutta la vita ha combattuto. Foucault, del resto, ritiene che il ruolo dell'intellettuale non consiste nel guidare le coscienze politiche, ma piuttosto nel sollevare questioni e indurre alla riflessione e alla critica attraverso un sapere da vivere come esperienza.

Nonostante ciò Foucault deve subire le complicazioni conseguenti la sua fama: ad esempio nel mese di ottobre del 1980, durante una sua conferenza a Berkeley sulle origini della confessione cristiana, solo 800 persone riescono ad assistervi, e per le proteste delle 700 rimaste fuori è necessario l'intervento della polizia.

Dopo "La volontà di sapere. Storia della sessualità 1" (1976), Foucault pubblica il secondo volume "L'uso dei piaceri. Storia della sessualità 2" nel 1983. Verso la fine dell'anno a causa dell'AIDS la sua salute inizia a peggiorare irrimediabilmente. Dirada gli impegni per concentrarsi sulla realizzazione del terzo volume "La cura di sé. Storia della sessualità 3", che riesce a concludere il 20 giugno 1983.

Un anno più tardi, il 26 giugno 1984, Michel Foucault muore in ospedale a Parigi.

6. Biografia di John Kenneth Galbraith

Influenze economiche
15 ottobre 1908
29 aprile 2006

Chi è John Kenneth Galbraith?


Canadese, naturalizzato statunitense nel 1937, economista fra i più noti ed influenti del suo tempo, John Kenneth Galbraith nasce a Iona Station (Ontario, Canada) il giorno 15 ottobre 1908. Dopo i primi studi compiuti all'Università di Toronto, consegue un Master of Science nel 1931 e un dottorato (PhD) nel 1934, all'Università della California. Diviene docente universitario ed insegna presso le università di California, Princeton, Cambridge e Harvard. Si ritira dall'insegnamento nel 1975.

Schierato con i democratici americani, è uno dei primi sostenitori di John Fitzgerald Kennedy: ricoprirà alcuni incarichi pubblici sotto la sua amministrazione, ma anche sotto quella di Roosevelt; sarà inoltre consigliere del presidente Clinton. Durante la Seconda guerra mondiale Galbraith è responsabile dei prezzi di tutti le merci degli Stati Uniti, ruolo che gli vale l'appellativo di "Supercommissario ai prezzi"; è consigliere economico del candidato democratico alla presidenza Adlai Stevenson dal 1952 e 1956; ambasciatore in India dal 1961 al 1963 (durante la presidenza di John F. Kennedy).

Galbraith ricopre anche il ruolo di presidente della American Economic Association.

Fornisce un prezioso contributo per l'elaborazione del programma di "Grande società" del presidente Lyndon Johnson e scrive il discorso presidenziale in cui quel programma viene illustrato. A causa della guerra in Vietnam, successivamente romperà il rapporto con Johnson.

La sua fama si afferma come quella di economista liberal e il suo pensiero appare oggi come notevolmente influente sulla storia economica del XX secolo, grazie anche al diretto impegno politico che Galbraith assunse. La notorietà arriva negli anni '60 con la diffusione del libro "The affluent society" (tradotta in italiano con il titolo "La società opulenta"), che, secondo il New York Times, costrinse la nazione americana a riesaminare i suoi valori: nell'opera di Galbraith si sostiene che gli Stati Uniti erano diventati ricchi in merci di consumo, ma poveri nel campo dei servizi sociali.

Membro di numerose accademie statunitensi, è stato insignito di circa cinquanta lauree ad honorem da parte di università di tutto il mondo.

Oltre a numerose pubblicazioni in campo economico ha scritto anche due romanzi: "The Triumph" (1968, Il trionfo) e "A Tenured Professor" (1990, Il professore di Harvard).

John Kenneth Galbraith muore il giorno 29 aprile 2006 alla veneranda età di 98 anni, presso il Mount Auburn Hospital di Cambridge (Massachusetts).

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Bibliografia essenziale:

2004: The Economics of Innocent Fraud (L'economia della truffa)

2000: Storia del pensiero economico

2000: Facce note

1998: Letters to Kennedy

1996: The Good Society

1994: A Journey Through Economic Time

1992: The Culture of Contentment (La cultura dell'appagamento)

1990: A Tenured Professor (Il professore di Harvard)

1990: A Short History of Financial Euphoria (Breve storia dell'euforia finanziaria)

1988: Capitalism, Communism and Coexistence (con S. Menshikov, Le nuove prospettive dell'economia mondiale)

1987: Economics in Perspective (Storia dell'economia)

1986: A View from the Stands

1983: The Voice of the Poor

1983: The Anatomy of Power (Anatomia del potere)

1981: A Life in Our Times (Una vita del nostro tempo)

1979: The Nature of Mass Poverty (La natura della povertà di massa)

1978: Almost Everyone's Guide to Economics

1977: The Age of Uncertainty (L'età dell'incertezza)

1975: Money: Whence It Came. Where It Went (La moneta: da dove viene e dove va)

1973: Economics and Public Purpose (L'economia e l'interesse pubblico)

1973: A China Passage (Passaggio in Cina)

1969: Ambassador's Journal

1968: Come uscire dal Vietnam

1967: The New Industrial State (Il nuovo stato industriale)

1964: The Scotch (Scozzesi in Canada)

1960: The Liberal Hour (I grandi problemi)

1958: The Affluent Society (La società opulenta)

1955: Economics and the Art of Controversy

1954: The Great Crash (Il grande crollo)

1952: American Capitalism (Il capitalismo americano)

7. Biografia di Luigi Giussani

Missione di aggregazione
15 ottobre 1922
22 febbraio 2005

Chi è Luigi Giussani?


Luigi Giovanni Giussani nasce il 15 ottobre del 1922 a Desio, un piccolo comune a nord della Brianza, in provincia di Milano. Teologo insigne, intellettuale, sacerdote, è noto per aver fondato il movimento cattolico Comunione e Liberazione (CL), da lungo tempo molto attivo a livello nazionale.

L'ambito in cui nasce e cresce è apparentemente in contraddizione, ma si rivela stimolante per il futuro prete milanese. Angela Gelosa, sua madre, un'operaia tessile molto credente, gli trasmette la fede per la religione cattolica, mentre suo padre Beniamino gli insinua il sano piacere per il dubbio critico, da anarchico socialista quale è. La curiosità, l'amore per la spiegazione e per l'elaborazione teorica, sono tutte qualità che il giovane Luigi recepisce da suo padre, il quale oltre ad essere un uomo impegnato in politica, viene anche da una famiglia dal forte temperamento artistico. È, infatti, anche un abile disegnatore e intagliatore ligneo, oltre che restauratore e molto appassionato di musica.

Nel 1928 il piccolo Luigi, che non dimenticherà mai gli insegnamenti dei suoi genitori, spesso anzi ritornandovi nei suoi scritti della maturità, viene iscritto alla scuola elementare di Desio. Il 2 ottobre del 1933, all'età di undici anni, entra nel seminario diocesano milanese di San Pietro Martire di Seveso. Qui compie gli studi del ginnasio e nel 1937, viene trasferito al seminario di Venegono. Questa esperienza è quella più importante della sua formazione, perché il giovane studente oltre a completare gli studi liceali, dal 1941 comincia anche gli studi di teologia, apprendendo gli insegnamenti di maestri come Gaetano Corti, Giovanni Colombo (futuro arcivescovo di Milano), Carlo Colombo e Carlo Figini.

Stringe amicizie con personalità importanti, con cui si ritrova poi negli anni futuri, come il futuro arcivescovo di Bologna, Enrico Manfredini, o con lo sfortunato Carlo De Ponti, che muore poco prima di essere ordinato sacerdote. Proprio insieme a loro pertanto, con questi seminaristi e studiosi della religione ma dalle ampie vedute non solo spirituali, Giussani scopre il mondo della vocazione. Ma non solo, perché questi sono gli anni anche delle letture importanti, che plasmano il futuro fondatore di Comunione e Liberazione, facendogli scoprire la grandezza della poesia, della musica, dell'arte.

La lettura di Giacomo Leopardi ad esempio, si rivela una rivelazione per lui, il quale si convince proprio in quegli anni che il genio umano è sempre una sorta di profezia divina, anche quando sembra o appare come inconsapevole. Egli riconosce nell'arte di Beethoven e Donizetti umane espressioni del senso religioso.

Il 4 novembre del 1943, dopo una serie di positivi risultati negli studi, il brillante seminarista di Desio consegue il baccalaureato. Due anni dopo, il 26 maggio del 1945, a un mese dalla fine del conflitto bellico, viene ordinato sacerdote dal cardinale Ildefonso Schuster, nel Duomo di Milano. È l'inizio della carriera sacerdotale di Don Luigi Giussani.

Convinto dal rettore di Venegono, il quale intuisce le sue grandi doti, rimane in seminario e comincia ad insegnare. Le teologia orientale diventa la sua specializzazione, con la quale scopre e si innamora delle chiese ortodosse, che apprezza per la loro spiritualità. Studia gli slavofili dunque, ma anche il protestantesimo americano, conseguendo la licenza in teologia.

Nel 1954, all'età di 32 anni, Don Giussani lascia l'insegnamento in seminario per dedicarsi a quello nelle scuole. L'anno prima dà vita ad un piccolo gruppo, sulla scia paolina, noto come "Gli scemi di Cristo", iniziando la sua grande opera di aggregazione religiosa tra le masse. Ma soprattutto, comincia a prendere parte da protagonista alle riunioni di Gioventù Studentesca, il movimento che qualche anno dopo dà vita ufficialmente a Comunione e Liberazione.

Ad ogni modo, Don Luigi rimane al liceo Berchet di Milano fino al 1967. Qui si dedica ai giovani, alle loro esigenze, cercando di infondere loro la fede cristiana e soprattutto di provvedere ai loro interrogativi sulla vita, ma anche sulla società in genere, in quegli anni in costante e traumatica evoluzione.

Durante questo arco di tempo il sacerdote pubblica anche parecchi interventi, tutti incentrati sul problema educativo e sulle relazioni tra educazione e Chiesa. Redige per l'Enciclopedia Cattolica l'intera voce "Educazione" e, al contempo, si reca sempre più di frequente in America, per approfondire i suoi studi sul protestantesimo statunitense. Pubblica uno dei rari compendi sul tema, al termine del 1966, dopo un lungo soggiorno negli USA, il quale si intitola "Grandi linee della teologia protestante americana. Profilo storico dalle origini agli anni 50".

Nel 1964 viene nominato docente della cattedra di Introduzione alla Teologia presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: è l'inizio di una parabola importante, che dura fino al 1990.

Nel 1969 compare il nome "Comunione e Liberazione" su un manifesto redatto da alcuni studenti dell'Università Statale di Milano. Sono i continuatori dell'esperienza di Gruppo Studentesco, nella quale Giussani si è distinto, coinvolgendo un numero sempre maggiore di studenti ma anche di laici e comuni cittadini. Gli anni '70 pertanto segnano la svolta per il movimento, ormai noto come Comunione e Liberazione, o semplicemente CL, presieduto nel suo consiglio generale proprio da Luigi Giussani.

Sono anni di grande riflessione, nei quali il sacerdote milanese porta a termine molte relazioni le quali poi, tutte, comprenderanno il suo pensiero religioso, ancora oggi seguito dai cosiddetti "ciellini".

L'11 febbraio del 1982 il Pontificio Consiglio per i Laici riconosce la Fraternità di Comunione e Liberazione. L'anno dopo, nel 1983, Don Giussani, a guida della Diaconia Centrale, viene nominato Monsignore da Papa Giovanni Paolo II, con il titolo di Prelato d'onore di Sua Santità.

In occasione dei trent'anni dalla nascita, nel 1984 guida il pellegrinaggio a Roma del movimento di Comunione e Liberazione, al cospetto di Giovanni Paolo II. Nel 1987 viene nominato consultore del Pontificio Consiglio per Laici e due anni dopo, nel 1989, dà vita ad un'associazione a scopo benefico, che si chiama Banco Alimentare. Sono gli anni in cui CL si consolida su tutti i fronti, soprattutto grazie all'opera del sacerdote di Desio. La sua attività nell'ambito delle pubblicazioni cristiane è illuminante e si sussegue di anno in anno, anche con articoli importanti, come quelli pubblicati per L'Osservatore Romano.

L'11 dicembre del 1997 l'esito di tutte le sue riflessioni, raccolte nel volume storico dal titolo "Il senso religioso", viene presentato in un'edizione inglese al Palazzo dell'ONU di New York. Un'altra sua pubblicazione, qualche anno dopo, raggiungerà il palazzo di vetro. Le case editrici Rizzoli e Jaca Book intanto, cominciano a raccogliere tutto il materiale pubblicato e firmato dall'illuminato sacerdote milanese, in vista di una serie di importanti pubblicazioni.

Il 22 febbraio del 2005, all'età di ottantatre anni, Don Luigi Giussani muore nella sua abitazione di Milano. A celebrare i suoi funerali, è l'allora cardinale Joseph Ratzinger, inviato da Papa Giovanni Paolo II.

8. Biografia di Penny Marshall

La prima regista a sbancare il botteghino
15 ottobre 1942

Chi è Penny Marshall?


Carole Penelope Marshall, meglio conosciuta semplicemente come Penny Marshall, nasce a New York, nel Bronx, il 15 ottobre del 1942. Regista, produttrice e attrice statunitense, si è fatta conoscere dal grande pubblico americano negli anni '70, interpretando la parte di Laverne DeFazio, nella nota e ormai cult sit-com dal titolo "Laverne & Shirley". È la sorella di Garry Marshall, anche lui regista.

Dagli anni '90 ha intrapreso definitivamente la carriera di regista, ottenendo pregevoli risultati con pellicole che hanno letteralmente sbancato il botteghino, come il famoso "Big", che ha lanciato il grande attore Tom Hanks, all'epoca giovanissimo.

Le origini della giovane e intraprendente Penelope sono per metà italiane e per metà britanniche. Suo padre è Antonio "Tony" Marshall, nato Masciarelli, e tale fino all'anno del suo sbarco negli Usa. Abruzzese, per vivere si occupa anche lui di regie e produzioni cinematografiche, per quanto più legate, almeno all'inizio, ad un ambito commerciale. Sua madre si chiama Marjorie Ward ed è una insegnante di danza di discendenza metà scozzese e metà inglese. Penny invece è la sorella minore oltre che di Gerry Marshall, futuro regista affermato, anche di Ronny Hallin, che diventerà un produttore televisivo.

Nella sua famiglia il soprannome che le danno sin da subito, causa il suo caratterino e la voglia di mettersi in mostra, nonostante sia la più piccola, è quella di "La cattiva". I Marshall, agli inizi degli anni '50, vivono in un appartamento al Grand Concourse, nel Bronx come detto, in uno stabile nel quale abitano e abiteranno anche altri personaggi importanti del mondo dello spettacolo e dell'arte a stelle strisce, tra i quali Neil Simon, Paddy Chayefsky, Calvin Klein e Ralph Lauren.

A quei tempi inoltre, la piccola Penny si appassiona, sin dall'età di tre anni e sotto l'influenza di sua madre, alla danza e, in particolar modo, al tip-tap, la disciplina specifica di Marjorie.

Ad ogni modo, per quanto riguarda la sua formazione, la giovane Penny frequenta una scuola superiore femminile di New York, la Walton High School. Successivamente si iscrive all'Università del Nuovo Messico, che frequenta per circa due anni. Qui però la Marshall rimane incinta della sua futura figlia, Tracy, che ha con il giovane Michael Henry. Nel 1961 Penny sposa l'atleta Michael Henry, ma due anni dopo, la coppia divorzia.

In questo periodo la futura regista si dà da fare come segretaria, almeno fino al 1967, quando decide di trasferirsi a Los Angeles, per ricongiungersi con il fratello maggiore Garry, a quei tempi autore cinematografico. L'anno dopo, nel 1968, debutta al cinema, proprio grazie al fratello, nel film "How Sweet It Is!", dove recita insieme a Debbie Reynolds e James Garner.

Successivamente, dopo alcune altre parti minori, compreso un ruolo in uno spot molto famoso insieme alla bella Farrah Fawcett, la giovane Penny Marshall deve aspettare gli anni '70 per ritagliarsi la propria fetta di popolarità. Intanto, il 10 aprile del 1971, si sposa per la seconda volta, con Rob Rainer, attore e regista.

Nel 1976 viene scelta per interpretare il ruolo di Laverne De Fazio nella sit-com "Laverne & Shirley". Con lei, in questa esperienza che dura fino al 1983, ottenendo un grande successo di pubblico, c'è anche l'attrice Cindy Williams. Tuttavia Penny Marshall molto deve a suo fratello Garry, il quale a quei tempi, oltre a prendere parte come autore e sceneggiatore alla leggendaria sit-com "Happy Days", è ormai pienamente inserito nell'ambito televisivo americano.

L'idea di lanciare sua sorella e la bella Cindy Williams nasce proprio perché le due, in quel periodo, vengono scritturate ed inserite in una delle puntate più amate della sit-com americana ambientata negli anni '50 e ruotante attorno al personaggio interpretato da Henry Winkler: Fonzie.

La coppia "Laverne e Shirley" nasce, praticamente, in "Happy Days", per poi diventare una sit-com a sé, non prima di prendere parte ad altre puntate della fortunata serie televisiva famosa in tutto il mondo, sull'onda del successo e dell'apprezzamento di pubblico ottenuto durante la prima apparizione.

Dopo aver preso parte come guest-star ad altre sit-com di successo, come "Taxi", dove interpreta se stessa, la brava Penny Marshall, terminata la serie che l'ha resa celebre, sotto suggerimento di suo fratello Garry, comincia ad interessarsi alla regia. Nel 1981 divorzia dal suo secondo marito, anche a seguito della sua relazione con il musicista Art Garfunkel.

Dopo alcune regie televisive, nel 1986 gira il suo primo film, molto apprezzato, dirigendo la brava Whoopi Goldberg in "Jumpin' Jack Flash".

Passano due anni e si mette dietro la telecamera per dirigere un altro giovane attore in procinto di diventar grande, Tom Hanks. Il film è "Big", e va nelle sale nel 1988, ottenendo un successo e un incasso senza precedenti, vero e proprio record ottenuto da una donna andata in cabina di regia, con oltre 100 milioni di dollari guadagnati.

Nel 1990, ormai regista affermata, gira "Risvegli", con Robert De Niro e Robin Williams. Due anni dopo è la volta di "Ragazze vincenti", altro grande successo interpretato da Geena Davis, Tom Hanks e Madonna, incentrato su una squadra di baseball femminile e ambientato durante il periodo bellico. Anche questo film, le vale quanto il precedente "Big", confermando il suo talento alla regia.

Dopo "Mezzo professore tra i marines", datato 1994, e il film "Uno sguardo dal cielo", del 1996, gira

"I ragazzi della mia vita" nel 2001.

Per il decennio successivo, anche a causa di lavori come regista non proprio esaltanti, prende parte a diverse serie televisive, come "Frasier", del 2004, "Campus Ladies", nel 2006, e "The Game", del 2008. Spesso interpreta se stessa, forte del successo ottenuto in precedenza.

Nel 2009, l'agente di Penny Marshall smentisce la notizia trapelata su alcuni giornali, secondo cui l'attrice e regista sarebbe malata di cancro.

Collezionista di cimeli sportivi, sportiva lei stessa, segue entrambe le squadre di basket di Los Angeles, i Lakers e i Clippers.

9. Biografia di Friedrich Nietzsche

Volontà di potenza
15 ottobre 1844
25 agosto 1900

Chi è Friedrich Nietzsche?


Gigantesca figura di pensatore che ha condizionato il corso di gran parte dell'Ottocento e sicuramente di tutto il Novecento, Friedrich Wilhelm Nietzsche nasce il 15 ottobre 1844 in un piccolo villaggio della Sassonia prussiana. Figlio di un pastore protestante, il piccolo Friedrich viene cresciuto in un'atmosfera carica di sentimento religioso, seppur stemperato dalla mitezza tipica dell'approccio riformato.

Morto il padre nel 1848, la madre si vede costretta a trasferirsi a Naumburg, cittadina dove poteva contare sull'aiuto di numerosi parenti. Nel 1851 Friedrich entra in una scuola privata a Pforta dove impara i primi rudimenti di religione, latino e greco, oltre che di musica, che sarà l'altra grande passione della sua vita (tanto che per lungo tempo non saprà se dedicarsi alle lettere e alla filosofia oppure all'arte delle sette note). Febbricitante per le nuove scoperte culturali, scrive poesie e compone musica, mentre la sua famiglia, senza mai un attimo di pace, si trasferisce in un'altra casa di Naumburg.

Tra le sue letture giovanili si annoverano Byron, Holderlin, Emerson, Sterne, Goethe, Feuerbach. Nel 1860 fonda con alcuni amici l'associazione musicale-letteraria "Germania"; negli scritti composti per tale associazione ("Fato e volontà", "Libertà della volontà e fato") è già indicata la tendenza antimetafisica del pensiero nietzscheano futuro.

Divenuto celebre con le prime opere "La nascita della tragedia dallo spirito della musica" (1872), in cui si avvertivano gli influssi di Schopenhauer e dell'allora osannato compositore Richard Wagner, dà alla luce una serie di opere dal potente contenuto teorico: le "Considerazioni inattuali" (scritte dal 1873 al 1876 e di cui la quarta è appunto dedicata a Wagner) e "Umano troppo umano" (1878).

Nietzsche espresse però il suo pensiero maturo in "Aurora" (1881), "La gaia scienza" (1882), "Così parlò Zarathustra" (1883-1885), "Al di là del bene e del male" (1886).

Il pensiero di Nietzsche si caratterizza per il suo carattere demistificatore e distruttore, talvolta persino eversivo. Nietzsche infatti contesta duramente gli ideali positivisti e borghesi tipici del suo tempo (è un "inattuale" e ne è perfettamente cosciente), così come la fiducia nel progresso di una società illuminata dal cosiddetto pensiero scientifico. Altri suoi bersagli sono l'idea del benessere diffuso e ogni forma di verità e di moralità costituita, che il pensatore concepisce come derivanti da fondamenti materiali e sempre strettamente legate a condizionamenti psicologici e sociali, in altre parole da rapporti di forze che si esplicano vuoi nell'intimo del proprio Io come nella società.

A questa critica demistificatrice si oppone l'idea nietzschiana del "superuomo", cioè della tensione verso un oltre-uomo che è la volontà di creare un nuovo modo di essere in cui si esprime pienamente la "volontà di potenza", e cioè la creatività dell'io, di là dal convenzionalismo morale e sociale cui è ora sottoposto, codificato in imperativi religioso-sociali.

Questa liberazione di energie compresse dell'uomo e la critica radicale d'ogni etica e d'ogni rappresentazione del mondo tradizionali ebbero notevole influenza sulla letteratura di fine secolo e oltre. Nietzsche divenne così il filosofo della crisi, il fondatore d'un modo di pensare nuovo.

Quanto alla sua idea del superuomo, inteso come il giusto trionfatore di una massa di deboli o schiavi, va senza dubbio corretta: Nietzsche non fu l'estensore d'un vangelo della violenza, ma intese porre le condizioni di sviluppo d'una civiltà e di un'idea dell'uomo radicalmente rinnovate.

Da sempre terribilmente sofferente di ogni genere di malattie, Nietzsche muore il 25 agosto del 1900 dopo una lenta agonia che ha contemplato negli ultimi anni anche l'insorgere della pazzia.

10. Biografia di Publio Virgilio Marone

Poemi di città eterne
15 ottobre 70 A.C.
21 settembre 19 A.C.

Chi è Publio Virgilio Marone?


Publio Virgilio Marone nasce ad Andes, nei pressi di Mantova, il 15 ottobre del 70 a. C. Il padre è Stimicone Virgilio Marone, un piccolo proprietario terriero, mentre la madre è Polla Magio, figlia di un noto mercante. Il giovane Publio Virgilio studia a Cremona presso la scuola di grammatica, conseguendo all'età di quindici anni la toga virile. Si trasferisce a Milano, dove studia retorica e poi nel 53 a. C. a Roma, dedicandosi allo studio del greco, del latino, della matematica e della medicina.

A Roma frequenta la scuola del celebre maestro Epidio, dedicandosi allo studio dell'eloquenza che gli sarebbe servito per intraprendere la carriera professionale di avvocato. In occasione però del suo primo discorso in pubblico, Virgilio, avendo un carattere molto riservato, non riesce nemmeno a introdurre una frase. Avendo dei difetti nella pronuncia, decide di abbandonare gli studi di oratoria, continuando però quelli di medicina, filosofia e matematica.

Virgilio vive in un periodo storico molto complesso, infatti, nel 44 a. C. muore Giulio Cesare in una congiura, poi si accende la rivalità tra Marco Antonio e Ottaviano. Con la battaglia di Filippi del 42 a. C. in cui si scontrano l'esercito di Ottaviano e le Forze di Bruto e Cassio, Virgilio perde molte proprietà che possiede nell'area mantovana e che vengono consegnate ai veterani di Ottaviano. La perdita delle proprietà mantovane lo segna tantissimo, ricordandole sempre con una grande nostalgia. In occasione del suo rientro ad Andes, il poeta incontra dopo anni l'amico Asinio Pollione, che deve distribuire le terre del mantovano ai veterani di Ottaviano.

Nonostante abbia cercato di fare tutto il possibile per tenere i suoi possedimenti, Virgilio non ci riesce, facendo ritorno a Roma nel 43 a. C. L'anno successivo, insieme al padre e agli altri suoi familiari, si trasferisce in Campania, a Napoli. Nonostante l'ospitalità offerta da Augusto e dall'illustre Mecenate a Roma, Virgilio preferisce fare una vita tranquilla nel Sud Italia. Nel suo soggiorno a Napoli egli frequenta la scuola epicurea dei celebri filosofi Filodemo e Sirone.

Nel corso delle lezioni che si tengono nella scuola, conosce numerosi intellettuali, artisti e politici. E' in quest'occasione che incontra Orazio. Dedicandosi alla lettura del "De rerum natura" di Lucrezio, non condivide la concezione secondo cui deve essere negata l'immortalità dell'anima.

Grazie a Mecenate entra a far parte del suo circolo letterario, diventando un poeta molto illustre nell'epoca imperiale. La prima opera di Virgilio è "Le Bucoliche", scritta a Napoli. In questa composizione letteraria il poeta trae ispirazione dai precetti epicurei. Nell'opera sembra voler rappresentare, tramite i suoi personaggi, il dramma che ha segnato la sua vita, ovvero l'esproprio dei suoi possessi mantovani dopo la battaglia di Filippi.

Tra il 36 e il 29 a. C. , durante il suo soggiorno a Napoli, compone un altro dei suoi capolavori letterari: "Le Georgiche". In quest'opera, articolata in quattro libri, racconta il lavoro sui campi, descrive attività come l'allevamento, l'arbicoltura e l'apicoltura. In questo poema inoltre vuole indicare il modello ideale di società umana. I quattro libri contengono sempre una digressione storica: ad esempio, nel primo libro, racconta l'episodio della morte di Cesare, avvenuta il 15 marzo del 44 a. C.

Nel 29 a. C. nella sua abitazione campana, il poeta ospita Augusto che è di ritorno dalla spedizione militare vittoriosa di Azio contro Marco Antonio e Cleopatra. Virgilio, con l'aiuto di Mecenate, legge ad Augusto il suo componimento poetico, "Le Georgiche". Diventa così uno dei poeti prediletti di Augusto e di tutto l'Impero romano.

L'ultima opera letteraria da lui scritta è "L'Eneide" composta tra il 29 a. C. e il 19 a. C. nella città di Napoli e in Sicilia. Nell'Eneide viene narrata la vicenda di Enea, rappresentato come uomo pio, dedito allo sviluppo del proprio Paese. Enea, con la sua pietas, riesce quindi a fondare la città di Roma, rendendola gloriosa e importante. Il poema ha come obiettivo quello di ricordare la grandezza di Giulio Cesare, del suo figlio adottivo Cesare Ottaviano Augusto e dei loro discendenti. Infatti, Virgilio chiama Ascanio, il figlio di Enea, Iulo considerandolo come uno degli antenati della gloriosa Gens Iulia.

Nell'opera inoltre, con il suo grande ingegno letterario, immagina che i Troiani siano gli antenati dei Romani, mentre i Greci sono rappresentati come dei nemici, i quali poi saranno assoggettati all'Impero romano. Nonostante la sottomissione del popolo greco, i Romani rispettano la sua cultura e civiltà.

Nel 19 a. C. Virgilio svolge un lungo viaggio tra la Grecia e l'Asia con l'obiettivo di conoscere i luoghi che descrive nell'Eneide e per accrescere la sua cultura. Nella città di Atene il poeta incontra Augusto che in quel momento sta facendo ritorno dal suo viaggio nelle Province orientali dell'Impero. Su consiglio dell'imperatore, decide di tornare in Italia a causa delle sue deboli condizioni di salute.

Dopo avere visitato Megara, Publio Virgilio Marone muore a Brindisi il 21 settembre di quello stesso anno a causa di un colpo di sole, mentre sta ritornando dal suo lungo viaggio. Il poeta, prima di morire, chiede ai suoi compagni Varo e Tucca di bruciare il manoscritto dell'Eneide, poiché il poema non è ancora stato finito e sottoposto a revisione.

Le sue spoglie sono in seguito trasferite a Napoli, mentre Augusto e Mecenate fanno pubblicare l'Eneide, affidando il compito a Varo e Tucca, i compagni di studi di Virgilio. In epoca medievale i resti di Virgilio vanno perduti. Nella sua tomba compaiono ancora le seguenti frasi in latino: "Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope, cecini pascua, rura, duces".

11. Biografia di Mario Puzo

Storie in famiglia
15 ottobre 1920
2 luglio 1999

Chi è Mario Puzo?


Figlio di emigranti campani, penultimo di otto fratelli, Mario Puzo è nato a New York il 15 ottobre 1920. Dopo il servizio militare svolto durante la II guerra mondiale ha studiato alla Columbia University. Il suo nome è legato al successo planetario del romanzo "Il Padrino", pubblicato nel 1969, poi diventato film di culto per la regia di Francis Ford Coppola; nella sceneggiatura del film, poi diventato una serie, c'è la mano di Puzo, per la quale ha vinto l'Oscar.

Cresciuto a Little Italy, la "cucina dell'inferno" (Hell's kitchen), come ebbe a definirla lui stesso con frase efficacissima, è anche riuscito a descriverla benissimo in molte sue pagine.

Fedele a un modello narrativo di vigoroso e documentato realismo, con i suoi romanzi ha fotografato alcuni aspetti di grande rilievo della realtà americana, passando dal mondo della mafia e dell'immigrazione italiana ("Il padrino", "L'ultimo padrino", "Mamma Lucia", "Il siciliano"), agli abissi di Las Vegas e Hollywood ("I folli muoiono") fino al mito kennedyano ("Il quarto K"). Le sue ultime opere, apparse postume, sono "Omertà" e "La famiglia", completato dalla sua compagna Carol Gino.

Grazie comunque alle ventun milioni di copie vendute in tutto il mondo del suo maggior best-seller si è potuto poi permettere una vita a ben più alti livelli.

"Il Padrino" rappresenta un affresco della società mafiosa e della sue logiche, senza eguali. I legami della "famiglia", i rituali del "rispetto", gli intrecci tra potere politico e malavita, gli spietati regolamenti di conti, la vita quotidiana dei boss e dei loro sicari, il ruolo dei consigliori, la capillare organizzazione degli affari illeciti, gli amori, i matrimoni, i funerali, i tradimenti e le vendette: Mario Puzo ha messo vita e verità in ogni più piccolo particolare realizzando un quadro narrativo di grande impatto.

Divenuto ormai un monumento, dopo aver collaborato con l'industria cinematografica per la scrittura di numerose altre sceneggiature, è scomparso il 2 luglio 1999 a Bay Shore, Long Island.

12. Biografia di Antonino Zichichi

Tra fede e scienza
15 ottobre 1929

Chi è Antonino Zichichi?


Antonino Zichichi nasce a Trapani, in Sicilia, il 15 ottobre del 1929. Importantissimo fisico, pioniere del nucleare in Italia, oltre che autorevole divulgatore scientifico, specializzato nel campo della fisica delle particelle elementari, è noto al grande pubblico anche per le numerose partecipazioni in qualità di esperto e opinionista sui temi più disparati, all'interno delle più importanti trasmissioni televisive nazionali, soprattutto Rai.

Durante gli anni '60 Antonino Zichichi si ritaglia il proprio posto in ambito scientifico e non solo a livello esclusivamente italiano. Dopo le prime ricerche a Chicago, per i laboratori Fermilab, in prospettiva subnucleare, lo scienziato siciliano nel 1965 dirige il gruppo di ricerca che scopre il primo esempio di antimateria nucleare, all'interno di un progetto internazionale al CERN di Ginevra. Prima però, nel 1963, ha il merito di dare vita all'importante Centro di Cultura Scientifica "Ettore Majorana", ad Erice, dedicato per l'appunto al noto fisico e matematico scomparso in circostanze misteriose nel periodo prebellico e oggetto di un brillante libro scritto da Leonardo Sciascia.

Diventata Fondazione, il Centro di Cultura Scientifica "Ettore Majorana" ha poi compreso al suo interno 123 scuole di specializzazione post-laurea, abbracciando tutti i campi della ricerca scientifica e mettendo a disposizione degli studenti molte borse di studio per agevolare la ricerca.

In questi anni, Antonino Zichichi lavora ad alcuni dei suoi progetti più riusciti. Sempre nel campo subnucleare, relativo alla misurazione ad alta precisione, realizza un circuito elettronico in grado di arrivare ai 75 millesimi di miliardesimi di secondo dei tempi di volo delle particelle.

Nel 1977 poi, viene eletto presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che presiede senza interruzioni fino al 1982. L'anno dopo invece, nel 1978, Zichichi viene eletto anche presidente della Società Fisica Europea. Mentre nel 1980, avvia gli studi nei laboratori del Gran Sasso, da lui progettati e molto importanti per l'Italia. Sei anni dopo invece, nel 1986, lo scienziato trapanese viene eletto presidente del World Lab, un'associazione che sostiene progetti scientifici nei paesi del terzo mondo.

È in questi anni '80, pertanto, che Antonino Zichichi comincia anche la sua attività di autore, che attira su di sé le mire di alcuni scienziati di impostazione più laica, quando non proprio atea, come il professore trevigiano Piergiorgio Odifreddi. Zichichi infatti, non ha mai nascosto la sua fede religiosa cristiana, propugnando sempre una scientificità non in contrasto con la dottrina religiosa. Nei suoi libri dedicati a Galileo Galilei, il primo pubblicato nel 1988 e il secondo nel 2001, Antonino Zichichi contesta la convinzione assunta dalla storiografia non solo scientifica che la Chiesa, al tempo della rivoluzione seicentesca, avesse contrastato le idee del famoso scienziato toscano.

Nel libro "Perché io credo in colui che ha fatto il mondo", pubblicato nel 1999 dalla casa Il Saggiatore, Zichichi si sofferma maggiormente sul rapporto fede-scienza, criticando anche qui, come in altri studi, la stessa teoria evoluzionistica, impostata a priori secondo lo scienziato e priva di un vero fondamento matematico. Altrettanto impegnato, ma in un campo diverso, è il suo saggio intitolato "L'irresistibile fascino del tempo", scritto nel 2000, e incentrato sulla regola del "calendario perfetto", orientato a migliorare il Calendario Gregoriano.

Alla luce degli importanti successi conseguiti anche nel campo della divulgazione, lo scienziato siciliano, nel 2000, riceve il Premio Enrico Fermi, conferitogli dalla Società Italiana di Fisica.

È in questi anni anche, che Antonino Zichichi intraprende la sua battaglia contro l'astrologia e più in generale contro le superstizioni, la numerologia su tutte. Nel libro "Il vero e il falso", pubblicato nel 2002, lo scienziato le passa in rassegna una dopo l'altra, decostruendone ogni fondamento non solo dal punto di vista squisitamente scientifico. E, sempre nello stesso anno, il 2002, riceve su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, il titolo di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana.

Nel 2005 infine, ritorna sull'argomento da lui prediletto nella sua vasta produzione scientifica. Il libro "Tra Fede e Scienza. Da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI", è molto apprezzato dalla cosiddetta scienza cristiana, oltre che dal pubblico degli appassionati che ormai da anni lo seguono con attenzione sia in televisione che sui libri di divulgazione. Attualmente, è docente emerito di Fisica superiore all'Università di Bologna.

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