Biografie di personaggi famosi e storici nato il 11 ottobre


Biografie di personaggi famosi e storici

Biografie di personaggi famosi nella storia e celebrità nate il 11 ottobre

Sommario:

1. Jury Chechi
2. Elmore Leonard
3. Casimir Pierre Périer
4. Eleanor Roosevelt
5. Gianmarco Tognazzi
6. Sergio Toppi
7. Peter Kodwo Appiah Turkson

1. Biografia di Jury Chechi

Signore degli anelli
11 ottobre 1969

Chi è Jury Chechi?


Grande ginnasta, atleta soprannominato per la sua totale padronanza della disciplina "Il signore degli anelli", Jury Chechi è nato l'11 ottobre 1969 a Prato. Il giovane Jury non è particolarmente dotato fisicamente, nè particolarmente muscoloso, ma fin da subito manifesta un'innata vivacità e un gran desiderio di sperimentare tutto quello che vede intorno a sè, saltando o arrampicandosi, tanto che la madre, onesta casalinga, è letteralmente disperata.

Nel raccontare la decisione della famiglia di portarlo in palestra, lui stesso ha detto: "Quando, all'età di cinque anni ho eseguito il mio primo Tzukahara alzandomi dal letto per andare all'asilo, la mia famiglia ha intravisto per me una luminosa carriera ginnica. Per questo motivo, dopo vari lampadari staccati, divani sfondati ed alcune crisi nevrotico-isteriche di mia mamma casalinga impegnata, sono stato portato, all'età di sette anni, alla palestra Etruria Prato dove ha avuto inizio la mia carriera sportiva sotto la guida esperta di Tiziano Adofetti".

E' fuor di dubbio che quel ragazzo dai capelli rossi e dallo sguardo simpatico nasconde doti inaspettate, che fanno ben promettere. Si allena con costanza e sviluppa una buona tecnica: comincia a partecipare alle prime gare. Gli inizi sono promettenti, considerando che al primo appuntamento importante non fallisce il colpo. Si tratta del Campionato Regionale Toscano del 1977, al quale si classifica primo. La gioia è tanta, Jury è al settimo cielo così come i familiari, orgogliosi di aver intravisto fin da subito la strada giusta da far percorrere al figlio.

Nel 1984 è chiamato nella Nazionale juniores ma, per poter continuare a fare ginnastica ad alto livello, è costretto a trasferirsi a Varese, presso il centro nazionale diretto da Bruno Franceschetti, un grande allenatore che da quel momento diventerà la sua ombra. Jury non delude: dopo la preparazione effettuata con Franceschetti inizia una serie di vittorie importanti. Vince consecutivamente i Campionati Italiani dal 1989 al 1995, i Giochi del Mediterraneo, le Universiadi e la Coppa Europa. Di diverso rilievo sono i quattro titoli europei agli anelli (1990, 1992, 1994, 1996), i cinque titoli mondiali, sempre agli anelli (dal 1993 al 1997) e la tanto ambita medaglia d'oro alle Olimpiadi di Atlanta 1996.

Bisogna tuttavia specificare un fatto importante, e cioè che Jury, nel bel mezzo della sua sfolgorante carriera, ha subito un trauma notevole che avrebbe potuto fermarlo per sempre, ossia la rottura del tendine d'Achille, rotto un mese prima delle Olimpiadi di Barcellona 1992. Jury andrà a quelle olimpiadi solo in veste di commentatore. Qattro anni dopo, ristabilitosi, tornerà vincitore grazie anche alla sua immensa forza di volontà.

In seguito la sfortuna ha continuato a perseguitarlo con altri gravi incidenti.

Un brutto infortunio al braccio gli ha impedito di partecipare alle Olimpiadi di Sydney 2000 mettendo in dubbio la sua intera carriera. Jury stesso ha dichiarato: "Dovrò abbandonare non per mia scelta. Il problema fisico c'è e poi non ho più l'età per rimettermi in gioco e soprattutto mi mancano le motivazioni. Ma non per questo voglio sentirmi una vittima. Sono un atleta fortunato che ha raggiunto gli obiettivi prefissati, coronando il suo sogno di sportivo. Per questo voglio che tutti mi ricordino sorridente ad Atlanta, con l'oro al collo e non infortunato e triste".

Nell'anno 2001 Jury Chechi è stato eletto presidente della Commissione Nazionale Atleti del CONI, carica che ha ricoperto per il quadriennio olimpico 2001-2004.

Il campione, sempre acuto e intelligente nei suoi interventi pubblici, si è anche espresso nei confronti del dilagante e preoccupante fenomeno del doping, usando belle e significative parole che riportiamo integralmente: "Credo che lo sport sia innanzitutto una grande scuola di vita; io dallo sport ho avuto la soddisfazione di grandi successi, ma la mia vita, quella di tutti i giorni, la vivo seguendo l'insegnamento che questa scuola mi ha dato: il rispetto per l'avversario, il rispetto per le regole e, soprattutto, il rispetto per sè stessi e per il proprio corpo. Chi fa uso di sostanze dopanti non rispetta le regole, non rispetta l'avversario e non rispetta se stesso tanto meno la propria salute, abusa del proprio corpo. Detto in una parola chi fa uso di doping è un baro. Cari ragazzi, non credete anche voi che soddisfi di più una sconfitta pulita, che una vittoria ottenuta barando?".

Nel 2004 Jury si è ripresentato alle Olimpiadi di Atene con tanta voglia di riscatto. Con grande orgoglio è stato lui a portare il Tricolore durante la cerimonia di apertura. A 33 anni l'Olimpiade ateniese era la sua ultima chance, e Jury Chechi con grande merito ha compiuto l'impresa di raggiungere il podio: la medaglia è stata di bronzo ma il valore sportivo e umano hanno superato di gran lunga quello del metallo più prezioso. In fondo tutti i tifosi italiani sapevano che gli anelli riservano poteri magici.

Nella primavera del 2005 è uscito il suo libro "Semplicemente Jury" (scritto con Carlo Annese, della Gazzetta dello Sport), una storia di sport autobiografica, ma soprattutto un vero e proprio libro motivazionale, che racconta come trovare in se stessi la forza per superare gli ostacoli e arrivare a vincere.

2. Biografia di Elmore Leonard

Red hot chili pulp
11 ottobre 1925
20 agosto 2013

Chi è Elmore Leonard?


In possesso di uno stile in grado di rendere con grande sottigliezza i dettagli dello slang e dotato di una notevole sensibilità per il ritmo narrativo, qualità che lo hanno reso scrittore emozionante, Elmore Leonard si è affermato come uno dei migliori esponenti del genere thriller a livello mondiale.

Il suo è stato un approccio al romanzo assai basato sulla trama, cosa che non poteva sfuggire all'industria cinematografica, sempre a caccia di sceneggiature originali. Meglio se grondano pulp. Uno stile che ormai impera e così anche il suo reuccio, Quentin Tarantino, ha finito per appoggiarsi a questo vigoroso scrittore. "Rum punch" è diventato infatti l'ormai celebre "Jackie Brown" del regista italoamericano, così come da "Fuori dal gioco" è stato realizzato il nervoso "Out of sight". Anche "La scorciatoia", pubblicata in Italia (dopo l'uscita del sequel "Chili con Linda"), è stato traslato sul grande schermo nel 1995 da Barry Sonnenfeld in "Get Shorty", con un John Travolta in gran forma, coadiuvato da un cast stellare composto da Gene Hackman, René Russo, Danny DeVito e Dennis Farina.

Un amore ricambiato, a prendere sul serio Ernest "Chili" Palmer, uno dei suoi personaggi più riusciti: ex malavitoso di Brooklyn poi ingaggiato a Miami come esperto in recuperi finanziari (uno strozzino), è un cattivo dal cuore buono, amante sfegatato del cinema di tutti i tipi.

Ma chi si nasconde dietro questo costruttore di trame infallibili? Elmore Leonard, nato a New Orleans l'11 ottobre 1925, è uno che dopo aver combattuto contro i giapponesi durante la Seconda guerra mondiale ed essersi laureato in Letteratura nel 1950, ha pubblicato il suo primo romanzo, "The Bounty Hunters" nel 1953, seguito nei dieci anni successivi da altri cinque romanzi western e una trentina di racconti.

Il buon Leonard si accorge in fretta che i suoi lavori si vendono bene, così dal 1967 in poi si dedica a tempo pieno alla scrittura, decidendo però di abbandonare il genere western per affrontare il noir e la crime story. La consacrazione ad autore di bestseller è arrivata solo nel 1985 con la pubblicazione di "Glitz", cui hanno fatto seguito i molti successi citati.

Elmore Leonard si è spento nella sua casa vicino a Detroit, all'età di 87 anni per le conseguenze di un ictus, il giorno 20 agosto 2013.

3. Biografia di Casimir Pierre Périer

Alla guida dei francesi
11 ottobre 1777
16 maggio 1832

Chi è Casimir Pierre Perier?


Casimir Pierre Périer nasce a Grenoble l'11 ottobre 1777 da una ricchissima famiglia di commercianti e banchieri e molto attiva politicamente: suo padre era stato fra gli artefici del colpo di Stato di Napoleone I, nel 1799; suo figlio Auguste, nato dal matrimonio con la altrettanto facoltosa Marie Cécile Laurence, sarebbe stato ministro del governo Thiers e suo nipote Jean, figlio di Auguste, sarebbe divenuto presidente della repubblica.

Reggente della Banca di Francia, attratto dalla politica, già nel 1817, caduto Napoleone e salito al trono Luigi XVIII, si oppone con forza alla contrazione di un prestito di 300 milioni, da parte dello Stato, le cui condizioni sono fortemente penalizzanti per l'erario francese. Nello stesso anno è eletto deputato con il partito monarchico costituzionale.

Dopo la rivolta parigina delle "Trois Glorieuses" del 27, 28 e 29 luglio 1830, evento da lui avversato preferendo decisamente soluzioni più istituzionali, prende tuttavia parte attiva alla formazione del "governo di luglio", ma si rifiuta di dichiarare la decadenza di Carlo X. Il re viene deposto ugualmente e Périer, nel ruolo di Presidente della Camera dei deputati, si schiera apertamente in favore dell'incoronazione di Luigi Filippo il quale, il 7 agosto 1830, viene proclamato dal Parlamento re dei Francesi, ed assume il nome di Filippo I.

La definizione di re "dei Francesi" e non "di Francia" è importante perché vuole evidenziare come le logiche del potere siano mutate: la nuova Carta costituzionale, ad esempio, non viene concessa dal sovrano, ma approvata dal Parlamento, cioè dal popolo francese. Ed è proprio il nuovo sovrano che, abbracciando una politica conservatrice vicina alla grande borghesia dei banchieri e degli industriali, nel 1831 chiama Casimir Pierre Périer a presiedere il Consiglio dei Ministri al posto dell'uscente Jacques Laffitte, divenuto agli occhi del re troppo democratico e costituzionalista. Laffitte, inoltre, cominciava a farsi insistente su iniziative belliche da assumere in Italia dove, approfittando dei disordini, l'Austria sta dando sfogo alle proprie tendenze espansionistiche: la Francia si è invece dichiarata per il non intervento negli affari interni di altri Paesi, e Luigi Filippo è troppo interessato a consolidare la sua posizione all'interno delle diplomazie europee per rischiare di inimicarsene qualcuna.

E' bene ricordare che il re, essendo giunto al trono da una rivoluzione, è guardato con sospetto ed antipatia dalle altre monarchie.

Periér asseconda gli orientamenti del re, ma non esita ad intervenire in soccorso del Belgio che nell'agosto del 1831 è stato invaso dai Paesi Bassi né a mostrare i muscoli all'Austria rioccupando Ancona, nel 1832, a significare che comunque la Francia non intende assecondare passivamente le mire espansionistiche asburgiche in Italia. Intanto, partita dall'India nel 1815, è giunta anche a Parigi la pandemia di colera che, fra marzo e settembre 1832, giunge a mietere 18.000 vittime. Non si salvano personalità di spicco fra cui lo stesso Casimir Pierre Périer il quale, dopo una lunga e sofferta agonia, muore nella capitale francese il 16 maggio 1832, a soli 54 anni.

4. Biografia di Eleanor Roosevelt

Il costante impegno di un vita
11 ottobre 1884
7 novembre 1962

Chi è Eleanor Roosevelt?


Anna Eleanor Roosevelt nasce a New York il giorno 11 ottobre 1884 da Anna Eleanor Hall ed Elliott Roosevelt, fratello del Presidente Theodore Roosevelt. La sua famiglia discende da un uomo olandese emigrato a Manhattan, New Amsterdam (poi ribattezzata New York) nel 1640, Claes Martenszen van Rosenvelt. Eleanor ha nel suo albero genealogico anche un altro illustre personaggio: da parte di madre la famiglia discende da William Livingston, uno dei firmatari della Costituzione degli Stati Uniti.

La giovane Eleanor rimane presto orfana e in seguito alla morte dei genitori, viene cresciuta a Tivoli, New York, dalla nonna materna Mary Ludlow. L'ambiente familiare in cui si ritrova non è proprio favorevole: spesso le viene manifestata ostilità (anche da parte della futura suocera Sara Delano Roosevelt). Si lamenta della situazione con sua zia Anna "Bamie" Cowles (sorella di Theodore), la quale decide di portarla via dagli Hall. E' lo zio Ted ad accoglierla nella sua casa di Sagamore Hill, dove riceve invece adeguata attenzione. In tale ambito domestico, in occasione di una festa natalizia, incontra il cugino e futuro marito Franklin Delano Roosevelt.

Spinta ed incoraggiata della zia Bamie, Eleanor viene mandata a studiare in Inghilterra ad Allenswood, presso una scuola femminile nei dintorni di Londra, dove rimane dal 1899 al 1902. Qui conosce Mademoiselle Marie Souvestre, sua capoinsegnante, che avrà su di lei una notevole influenza. La Souvestre, interessata alle cause liberali, porta la giovane con sé in viaggio per l'Europa, stimolandola allo studio della storia e della letteratura oltre che ad interessarsi di giustizia sociale, abituandola ad esprimere le proprie opinioni in modo eloquente.

Eleanor Roosevelt ad Allenswood si guadagna l'affetto di studenti ed insegnanti, che la rimpiangono quando deve fare ritorno negli Stati Uniti. Eleanor definirà la Souvestre come una delle tre persone che più l'hanno influenzata nella sua vita, e di lei avrà modo di affermare: "Mademoiselle Souvestre scioccava con il suo pensiero, ma questo alla fine aveva un effetto benefico".

Tornata negli Stati Uniti d'America senza la tipica corazza dell'introversione adolescenziale, anzi cresciuta sia intellettualmente che emotivamente, nel 1902 inizia a frequentare il cugino Franklin, studente di Harvard. Il fidanzamento ufficiale arriva l'anno dopo, nel 1903. La madre di Franklin, Sara Ann Roosevelt, è contraria all'unione dei due ragazzi, e tenta di separarli mandando il figlio a fare un lungo viaggio con degli amici. Tuttavia la maggior parte del resto della famiglia è favorevole al matrimonio, tanto che lo zio Theodore Roosevelt, scrive una lettera a Franklin sostenendolo nella sua scelta.

Eleanor e Franklin si sposano il 17 marzo 1905, nel giorno di San Patrizio: è il presidente Theodore Roosevelt ad accompagnare la sposa all'altare. Le cugine di Eleanor, Alice Roosevelt e Corinne Robinson sono le damigelle d'onore insieme a Isabella Greenway. La suocera di Eleanor però non demorde e continua ad interferire nella vita della giovane coppia: sceglie per loro una casa a poca distanza dalla sua, e la arreda secondo i propri gusti personali.

Dal matrimonio nascono sei figli: Anna Eleanor Jr, James, Franklin Delano Jr (1909-1909), Elliott, Franklin Delano Jr. e John Aspinwall.

Durante il periodo della presidenza del marito (4 marzo 1933 - 12 aprile 1945, eletto per il Partito Democratico), nel suo ruolo di First lady, Eleanor sostiene e promuove le scelte e la linea politica - il cosiddetto "New Deal" - del presidente. Ma soprattutto è, tra le prime femministe in terra d'America, molto attiva nel sostenere il movimento americano per i diritti civili e i diritti degli afroamericani. Il marito presidente non può appoggiarla pubblicamente come vorrebbe, poiché necessita del supporto dei democratici del sud per portare avanti la sua agenda politica; di fatto si deve a Eleanor l'ottenimento dei voti della comunità afroamericana.

Eleanor Roosevelt è particolarmente attiva in patria durante la Seconda guerra mondiale. Insieme al sindaco di New York Fiorello La Guardia, dirige un comitato nazionale di difesa civile: sono innumerevoli le sue visite ai centri civili e militari in segno di solidarietà e sostegno morale. Il suo impegno è concreto e si concentra in particolare affinché gli afroamericani e le donne ottengano maggiori opportunità. Nel 1943, con Wendell Willkie ad altri esponenti americani, getta le basi per la costituzione della "Freedom House", un istituto di ricerca per la promozione della pace e della democrazia nel mondo. Eleanor riesce a raccogliere molti fondi per le sue cause; arriva ad incassare fino a mille dollari a settimana: il Dipartimento di Stato cerca di far annullare i contratti pubblicitari, tuttavia inutilmente, in quanto tali fondi provenivano in parte da governi stranieri.

Terminato il conflitto mondiale, Eleanor Roosevelt gioca un ruolo rilevante nel processo di ratifica della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo da parte delle Nazioni Unite. Il 28 settembre 1948, in un discorso divenuto famoso, definisce la Dichiarazione "la Magna Carta di tutta l'umanità". La Dichiarazione viene approvata quasi all'unanimità dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, con soli otto astenuti. Per Eleanor si tratta del coronamento di un lungo e faticoso impegno politico iniziato negli anni '20.

Nel 1950, con altre illustri personalità, si impegna inutilmente per la salvezza di Milada Horáková, condannata a morte dal regime comunista cecoslovacco.

Anche in avanzata età non smette di dare il suo appassionato appoggio alla causa dei diritti umani, fino alla sua morte, che giunge il 7 novembre 1962, quando Eleanor Roosevelt ha 78 anni.

Il Presidente Harry Truman, successore del marito alla presidenza, la celebra con l'appellativo di "First Lady of the World", in onore dei suoi sforzi per la difesa dei diritti umani.

5. Biografia di Gianmarco Tognazzi

Onorando il padre e il suo lavoro
11 ottobre 1967

Chi è Gianmarco Tognazzi?


Gianmarco Tognazzi nasce a Roma l'11 ottobre del 1967, figlio del celebre attore Ugo Tognazzi e di Franca Bettoja, anche lei attrice. A soli sei anni comincia a vivere l'emozione del set cinematografico recitando in film come "L'anatra all'arancia" (1975) di Luciano Salce, "Non toccate la donna bianca" (1974) di Marco Ferreri e "Romanzo popolare" (1974) di Mario Monicelli.

Durante l'adolescenza trascorre le estati lavorando sui set come assistente alla regia e si diploma presso l'Istituto di Stato per la cinematografia e la televisione. I suoi esordi cinematografici avvengono agli inizi degli anni Ottanta quando recita in una serie di commedie leggere come "Vacanze in America" (1985) con Christian De Sica e "Sposerò Simon Le Bon" (1986). Allo stesso tempo approfondisce gli studi di recitazione presso la scuola di Beatrice Bracco.

Interessato alla recitazione a trecento sessanta gradi, Gianmarco debutta anche a teatro con tre diverse commedie dirette tutte da Giulio Base, una di queste, "Crack", diventa anche un film nel 1991. Grazie proprio alla sua interpretazione in questo film, Tognazzi riceve il primo riconoscimento, una grolla d'oro. Ma non sarà questa l'ultima volta che vincerà il premio, che gli viene assegnato anche per la sua interpretazione nel film "Una storia semplice" (1991, tratto dal racconto di Sciascia) di Emidio Greco.

Sempre nel 1991 lavora per la prima volta a fianco del fratello regista, Ricky Tognazzi, recitando nel suo film "Ultrà". Gianmarco interpreta il ruolo di Ciafferetta, un ultrà della Roma; l'interpretazione gli vale l'Orso d'Argento al Festival del cinema di Berlino.

Negli anni Novanta recita in una serie di film socialmente impegnati tra cui "Teste rasate" (1993) di Claudio Fragasso, e "Lest" (1992) di Giulio Base. Nel 1993 inizia il suo sodalizio artistico con l'amico Alessandro Gassman, che con lui condivide anche il destino di figlio di un padre celebre.

I due recitano insieme al cinema in film come: "Uomini senza donne" (1996) di Angelo Longoni, "Lovest" (1996) di Giulio Base, "Facciamo fiesta" (1997) di Angelo Longoni, "I miei più cari amici" (1998) di Alessandro Benvenuti, "Teste di cocco" (2000) di Ugo Fabrizio Giordano.

Spesso Gianmarco si ritrova a lavorare in famiglia: con il fratello Thomas Robsahm Tognazzi coproduce "S.O.S" (1999), realizzando un sogno del padre Ugo che avrebbe desiderato che i suoi quattro figli lavorassero almeno una volta insieme. Oltre al noto fratello regista Ricky, figlio della ballerina irlandese Pat O'Hara, Gianmarco ha infatti una sorella Maria Sole, figlia anche lei di Franca Bettoja, e un fratello, Thomas, nato dalla relazione tra Ugo Tognazzi e l'attrice norvegese Margaretha Robsahm.

Oltre che con Thomas, Gianmarco lavora anche con Maria Sole nel film che segna il debutto di quella dietro la macchina da presa: "Passato prossimo" (2002), e con il fratello Ricky e la cognata Simona Izzo nel film "Io no".

Ottiene molti consensi di pubblico e critica dopo la sua partecipazione al film di Michele Placido "Romanzo criminale", (2004), seguito da un'altra pellicola impegnata: "Guido che sfidò le brigate rosse" (2005) di Giuseppe Ferrara, film che racconta dell'omicidio di Guido Rossi, sindacalista dell'Italsider.

Gianmarco intervalla gli impegni sui set cinematografici con numerosi ruoli in fiction e film per la televisione, tra cui le serie "Maria Montessori" (2006) al fianco di Paola Cortellesi, "David Copperfield" (2008) per la Rai al fianco di Maya Sansa e Giorgio Pasotti, e "Francesco" (2002) al fianco di Raoul Bova.

Ma calca anche spesso le scene teatrali, ottenendo un grande successo nella stagione 2000-2001 con il musical "A qualcuno piace caldo". Stessa sorte anche per la tournée in giro per l'Italia con "Il rompiballe", tratto dal testo teatrale del celebre autore francese Francis Veber.

Nel 2009 si divide tra ben due set cinematografici, uno molto impegnato e uno decisamente scanzonato. Nel primo caso recita nel film "Le ultime 56 ore", che racconta delle vittime italiane dell'uranio impoverito in Kosovo, e nel secondo caso ritrova dopo dieci anni l'amico Alessandro Gassman in un episodio del cine-panettone "Natale a Beverly Hills", al fianco di Michelle Hunziker.

Nel 2010 è presente al Festival del cinema di Venezia con il film "Male di miele" di Marco Pozzi. Tra le sue ultime fatiche ci sono due iniziative che non sono né cinematografiche né televisive, ma riguardano l'apertura del sito ufficiale dedicato alla memoria del padre Ugo Tognazzi e la produzione del vino rosso che Ugo produceva in passato, la Tognazza Amata.

6. Biografia di Sergio Toppi

Violazione dei quadrati
11 ottobre 1932
21 agosto 2012

Chi è Sergio Toppi?


Sergio Toppi è il genio del fumetto che ha fatto più volte scomodare ai commentatori il termine "arte" e versare fiumi di inchiostro in oziose disquisizioni circa il fatto se le meravigliose storie che egli ha realizzato su carta, siano da paragonare a certa grande letteratura.

Nasce il giorno 11 ottobre 1932 a Milano, città che di talenti in questo particolarissimo settore ne ha visti sempre ben pochi.

Giovane prodigio nell'Italia degli anni '40 il talento di Toppi nel fumetto tuttavia fiorirà lentamente nel tempo dopo una successione di importanti esperienze che gli insegneranno a gestire le sue potenzialità.

Negli anni '50 entra nel mondo dell'illustrazione lavorando per una casa prestigiosa come la UTET, per poi collaborare con gli studi d'animazione Pagot in diverse campagne pubblicitarie.

Il vero e proprio esordio nel campo dei fumetti è datato 1966. La sede ancora una volta è assai prestigiosa: si tratta del primo giornale in assoluto, in termini di copie vendute, rivolto ai bambini: "Il Corriere dei Piccoli".

Su testi di Carlo Triberti, sul mitico mensile prendono così corpo le storie ormai altrettanto mitiche del Mago Zurlì. Su questa testata Toppi realizzerà anche numerose storie a sfondo bellico o legate ad episodi di cronaca.

In seguito collabora anche al "Corriere dei Ragazzi" (per le serie "Fumetto verità" e "I grandi nel giallo)" e al "Messaggero dei Ragazzi" (con numerosi fumetti storici su testi di Mino Milani) affinando ulteriormente il suo personalissimo stile.

Qui, per usare le chiarificatrici parole di un vero esperto, Fabrizio Lo Bianco, lo stile di Sergio Toppi "si personalizza e acquisisce caratteristiche che saranno peculiari del suo modo di disegnare fumetti: vero sacrilego per quegl'anni, Toppi viola i quadrati che delimitano le vignette precorrendo novità grafiche che erano di là da venire".

Slegato da personaggi fissi (se si esclude l'eccentrico "Collezionista", creato nel 1984 per la collana "I Protagonisti"), Toppi ha realizzato alcuni titoli della collana "Un uomo un'avventura" della Cepim, e alcuni episodi dell'"Histoire de France en bandes dessinées" e de "La Découverte du Monde", entrambe della Laraousse, purtroppo inediti nel nostro Paese.

Le collaborazioni nella carriera di Toppi sono davvero infinite e sarebbe impossibile ricordarle tutte. Basti ricordare che il suo nome è comparso su tutte le più importanti testate italiane fumettistiche e di altro genere.

Infine è impossibile non ricordare la sua collaborazione con Enzo Biagi per il capitolo "Americani" inserito nella "Storia dei popoli a fumetti" della Mondadori.

Sergio Toppi ha collaborato per moltissimi anni con le maggiori riviste italiane (da "Linus" a "Sgt Kirk", da "Corto Maltese" a "Il Giornalino") con storie dal taglio inconfondibile raccolte successivamente in diversi volumi.

Tra i principali riconoscimenti ricevuti vanno ricordati il premio Yellow Kid (1975), i premi Caran D'Ache e A.N.A.F.I. (1992), il Romics d'oro (2006).

E' morto a Milano il 21 agosto 2012 all'età di 79 anni.

7. Biografia di Peter Kodwo Appiah Turkson

11 ottobre 1948

Chi è Peter Kodwo Appiah Turkson?


Peter Kodwo Appiah Turkson è una figura religiosa, esponente di primo piano della chiesa cattolica in Africa. Nasce a Wassa Nsuta, nella parte occidentale del Ghana, da padre cattolico e madre metodista, l'11 ottobre del 1948. Quarto di dieci figli, studia al Seminario di Santa Teresa, nel villaggio di Amisano, prima di frequentare il Seminario di St. Anthony-on-Hudson a Rensselaer, New York, dove si laurea in teologia.

Ordinato sacerdote il 20 luglio del 1975 dall'arcivescovo John Amissah, insegna fino al 1976 nel Seminario Minore di Santa Teresa, prima di entrare all'Istituto Pontificio Biblico di Roma dove, nel 1980, ottiene una licenza in Sacre Scritture. Ritornato al seminario di origine, diventa poi vice-rettore del Seminario di San Pietro nel 1981, e nel frattempo lavora nella parrocchia a fianco. Nel 1992, dopo aver ricevuto il dottorato in Sacre Scritture all'Istituto Pontificio Biblico, viene nominato arcivescovo di Cape Coast da Papa Giovanni Paolo II: la consacrazione episcopale viene ricevuta il 27 marzo del 1993 dall'arcivescovo Dominic Kodwo Andoh, con Peter Kwasi Sarpong e Peter Poreku Dery come co-consacranti.

Dopo essere stato presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici del Ghana tra il 1997 e il 2005 e Cancelliere dell'Università Cattolica del Ghana, viene nominato nel concistoro del 21 ottobre del 2003 cardinale di San Liborio. Peter Turkson diventa così il primo cardinale ghanese, e ha la possibilità di partecipare al conclave del 2005 che elegge Papa Benedetto XVI.

Descritto dal "Tablet", rivista cattolica pubblicata a Londra, "uno dei leader della chiesa africana di maggior vigore", viene nominato il 24 ottobre del 2009 Presidente del Concilio Pontificio per la Giustizia e la Pace. All'interno della Curia Romana, inoltre, egli è membro della Congregazione per l'Evangelizzazione del Popolo, del Concilio Pontificio per la Promozione dell'Unità Cristiana, della Commissione Pontificia per l'Eredità Culturale della Chiesa e della Congregazione per l'Educazione Cattolica.

Il 30 marzo del 2011 Papa Benedetto XVI annuncia pubblicamente che ha intenzione di spedire il cardinale Turkson in Costa d'Avorio come mediatore per conto del Vaticano per favorire una soluzione diplomatica, possibilmente non militare, nel conflitto civile che sta dilaniando lo Stato africano, che rischia di sconfinare in una guerra sanguinosa. Nell'ottobre del 2012, Turkson suscita polemiche dopo aver mostrato un video su YouTube chiamato "Muslim Demographics". Non è la prima volta, comunque, che una sua esternazione provoca contestazioni: nel 2009, per esempio, aveva dichiarato che l'unico modo per sconfiggere l'Aids in Africa è rappresentato dall'astinenza dal sesso e che i soldi spesi per i preservativi dovrebbero essere utilizzati per fornire farmaci anti-virali a chi è già stato infettato.

Dopo l'annuncio dell'11 febbraio 2013 di Papa Benedetto XVI relativo alle proprie dimissioni, Peter Turkson viene indicato dai due bookmaker Ladbrokes e Paddy Power come il candidato più papabile per l'elezione del nuovo pontefice. Poliglotta, è in grado di parlare inglese, italiano, tedesco, francese ed ebraico, e di capire il greco e il latino.

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