Biografie di personaggi famosi e storici nato il 14 settembre


Biografie di personaggi famosi e storici

Biografie di personaggi famosi nella storia e celebrità nate il 14 settembre

Sommario:

1. Dante Alighieri
2. Giovanni Borghi
3. Franco Califano
4. James Fenimore Cooper
5. Pietro Germi
6. Grace Kelly
7. Frank Matano
8. William McKinley
9. Sam Neill
10. Renzo Piano
11. Giuni Russo
12. Patrick Swayze
13. Tiziano Terzani
14. Arthur Wellesley I duca di Wellington
15. Amy Winehouse

1. Biografia di Dante Alighieri

Al principio del cammin di Italiana lingua
29 maggio 1265
14 settembre 1321

Chi è Dante Alighieri?


La vita di Dante Alighieri è strettamente legata agli avvenimenti della vita politica fiorentina. Alla sua nascita, Firenze era in procinto di diventare la città più potente dell'Italia centrale. A partire dal 1250, un governo comunale composto da borghesi e artigiani aveva messo fine alla supremazia della nobiltà e due anni più tardi vennero coniati i primi fiorini d'oro che sarebbero diventati i "dollari" dell'Europa mercantile. Il conflitto tra guelfi, fedeli all'autorità temporale dei papi, e ghibellini, difensori del primato politico degli imperatori, divenne sempre più una guerra tra nobili e borghesi simile alle guerre di supremazia tra città vicine o rivali. Alla nascita di Dante, dopo la cacciata dei guelfi, la città era ormai da più di cinque anni nelle mani dei ghibellini. Nel 1266, Firenze ritornò nelle mani dei guelfi e i ghibellini vennero espulsi a loro volta. A questo punto, il partito dei guelfi, si divise in due fazioni: bianchi e neri.

Dante Alighieri nasce a Firenze il 29 maggio 1265 (la data è presunta, comunque compresa tra maggio e giugno) da una famiglia della piccola nobiltà. Nel 1274, secondo la Vita Nuova, vede per la prima volta Beatrice (Bice di Folco Portinari) della quale si innamora subito perdutamente. Dante ha circa dieci anni quando muore la madre Gabriella, la «madre bella». Nel 1283 anche suo padre Alighiero di Bellincione, commerciante, muore e Dante a 17 anni diviene il capofamiglia.

Il giovane Alighieri segue gli insegnamenti filosofici e teologici delle scuole francescana (Santa Croce) e domenicana (Santa Maria Novella). In questo periodo stringe amicizie e inizia una corrispondenza con i giovani poeti che si fanno chiamare «stilnovisti». Nelle Rime si trova l'insieme dell'opera poetica di Dante, dagli anni della gioventù fiorentina, lungo in corso della sua carriera letteraria, che non risultano inseriti in alcun'altra opera. È in questo contesto che possiamo trovare le tracce del distacco consapevole che è seguito alla prima stesura dell'"Inferno" e del "Purgatorio", che avrebbe condotto Dante verso false concezioni filosofiche, tentazioni della carne e piaceri volgari.

A 20 anni sposa Gemma Di Manetto Donati, appartenente a un ramo secondario di una grande famiglia nobile, dalla quale avrà quattro figli, Jacopo, Pietro, Giovanni e Antonia.

Nel 1292, due anni dopo la morte di Beatrice, comincia a scrivere la "Vita Nuova". Dante si consacra così molto presto completamente alla poesia studiando filosofia e teologia, in particolare Aristotele e San Tommaso. Rimarrà affascinato dalla lotta politica caratteristica di quel periodo e costruirà tutta la sua opera attorno alla figura dell'Imperatore, mito di un'impossibile unità. Tuttavia nel 1293, in seguito a un decreto che escludeva i nobili dalla vita politica fiorentina, il giovane Dante è costretto ad attenersi alla cura dei suoi interessi intellettuali.

Nel 1295 un'ordinanza decreta che i nobili riottengano i diritti civici, purché appartenenti ad una corporazione. Dante si iscrive a quella dei medici e dei farmacisti, la stessa dei bibliotecari, con la menzione di «poeta». Quando la lotta tra Guelfi Bianchi e Guelfi Neri si fa più aspra, Dante si schiera col partito dei Bianchi che cercano di difendere l'indipendenza della città opponendosi alle tendenze egemoniche di Bonifacio VIII Caetani, Papa dal dicembre 1294 al 1303.

Nel 1300 Dante viene eletto tra i sei «Priori» - custodi del potere esecutivo, i più alti magistrati del governo che componeva la Signoria - che, per attenuare la faziosità della lotta politica, prendono la difficile decisione di fare arrestare i più feroci leader dei due schieramenti. Nel 1301, proprio mentre a Firenze arrivava Charles de Valois e il partito dei Neri prendeva il sopravvento (sostenuto dal papato), Dante viene chiamato a Roma alla corte di Bonifacio VIII. Iniziano i processi politici: Dante, accusato di corruzione, viene sospeso dai pubblici uffici e condannato al pagamento di una pesante ammenda. Poiché Dante non si abbassa, al pari dei suoi amici, a presentarsi davanti ai giudici, Dante viene condannato alla confisca dei beni e «al boia» qualora si fosse fatto trovare sul territorio del Comune di Firenze. E' così costretto a lasciare la sua città con la coscienza di essere stato beffato da Bonifacio VIII, che l'aveva trattenuto a Roma mentre i Neri prendevano il potere a Firenze; Bonifacio VIII si guadagnerà così un posto di rilievo nei gironi dell'"Inferno" della "Divina Commedia".

A partire dal 1304 inizia per Dante il lungo esilio. Dalla morte di Beatrice agli anni dell'esilio Dante si dedica allo studio della filosofia (per lui l'insieme delle scienze profane) e compone liriche d'amore dove lo stile della lode così come il ricordo di Beatrice sono assenti. Il centro del discorso non è più Beatrice ma «la donna gentile», descrizione allegorica della filosofia che traccia l'itinerario interiore di Dante verso la saggezza. Redige il Convivio (1304-1307), il trattato incompiuto composto in lingua volgare che diventa una summa enciclopedica di sapere pratico. Quest'opera, è una sintesi di saggi, destinati a coloro che, a causa della loro formazione o della condizione sociale, non hanno direttamente accesso al sapere. Vagherà per città e Corti secondo le opportunità che gli si offriranno e non cesserà di approfondire la sua cultura attraverso le differenti esperienze che vive.

Nel 1306 intraprende la redazione della "Divina Commedia" alla quale lavorerà per tutta la vita. Quando inizia «a far parte per se stesso», rinunciando ai tentativi di rientrare con la forza a Firenze con i suoi amici, prende coscienza della propria solitudine e si stacca dalla realtà contemporanea che ritiene dominata da vizio, ingiustizia, corruzione e ineguaglianza. Nel 1308 compone un trattato in latino sulla lingua e lo stile: il "De vulgari eloquentia", nel quale passa in revisione i differenti dialetti della lingua italiana e proclama di non aver trovato «l'odorante pantera dei bestiari» del Medioevo che cercava, ivi compresi il fiorentino e le sue imperfezioni. Pensa di aver captato «l'insaziabile belva in quel volgare che in ogni città esala il suo odore e in nessuna trova la sua tana». Fonda la teoria di una lingua volgare che chiama «illustre», che non può essere uno dei dialetti locali italiani ma una lingua frutto del lavoro di pulizia portato avanti collettivamente dagli scrittori italiani. È il primo manifesto per la creazione di una lingua letteraria nazionale italiana.

Nel 1310 con l'arrivo in Italia di Enrico VII di Lussemburgo, Imperatore romano, Dante Alighieri spera nella restaurazione del potere imperiale, che gli permetterebbe di rientrare a Firenze, ma Enrico muore. Dante compone "La Monarchia", in latino, dove dichiara che la monarchia universale è essenziale alla felicità terrestre degli uomini e che il potere imperiale non deve essere sottomesso alla Chiesa. Dibatte anche sui rapporti tra Papato e Impero: al Papa il potere spirituale, all'Imperatore quello temporale. Verso il 1315, gli viene offerto di ritornare a Firenze. Il suo orgoglio ritiene le condizioni troppo umilianti: rifiuta con parole che rimangono una testimonianza della sua dignità umana: «Non è questa, padre mio, la via del mio ritorno in patria, ma se prima da voi e poi da altri non se ne trovi un'altra che non deroghi all'onore e alla dignità di Dante, l'accetterò a passi non lenti e se per nessuna siffatta s'entra a Firenze, a Firenze non entrerò mai. Né certo mancherà il pane».

Nel 1319 Dante è invitato a Ravenna da Guido Novello da Polenta, Signore della città; due anni più tardi lo invia a Venezia come ambasciatore. Rientrando da Venezia Dante viene colpito da un attacco di malaria: muore a 56 anni nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321 a Ravenna, dove oggi si trova ancora la sua tomba.

2. Biografia di Giovanni Borghi

La storia di Mister Ignis
14 settembre 1910
25 settembre 1975

Chi è Giovanni Borghi?


Giovanni Borghi nasce il 14 settembre del 1910 a Milano nel quartiere Isola, figlio di Maria, ragazza di famiglia benestante, e di Guido, titolare di un negozio di materiale elettrico e gestore di cinematografi. Giovanni cresce in una situazione di benessere economico e, dopo avere terminato la scuola elementare, entra nel laboratorio del padre (nel quale lavorano anche i fratelli Giuseppe e Gaetano) come apprendista.

L'azienda familiare e il marchio Ignis

La ditta dei Borghi all'inizio degli anni Quaranta è piuttosto nota a livello locale, dando lavoro a una trentina di operai, ma nell'agosto del 1943 il negozio e il laboratorio di famiglia vengono quasi completamente distrutti dai bombardamenti alleati su Milano: per questo Giovanni Borghi e il resto dei familiari si trasferiscono in provincia di Varese, a Comerio.

Papà Guido, insieme con i figli, investe parte delle sue risorse finanziarie nella produzione di fornelli elettrici da cucina, ottenendo un successo di vendite che aumenta in maniera sensibile subito dopo la fine della guerra, quando viene acquistato il marchio Ignis da un artigiano milanese.

Ignis e l'espansione internazionale

Giovanni e il resto della famiglia iniziano a farsi conoscere a livello nazionale e internazionale, con la Ignis che partecipa alla Fiera campionario di Milano del 1946 e alla Fiera campionaria di Lione dell'anno successivo.

Dopo avere aperto depositi a Conegliano Veneto, a Roma e a Napoli, i Borghi nel 1949 comprano le Smalterie De Luca, ma devono far fronte ai provvedimenti presi dal governo nazionale per ridurre i consumi di energia elettrica: è anche per questo che in casa Ignis inizia la produzione di cucine a gas.

Giovanni Borghi, che fino a questo momento si è occupato soprattutto della gestione dei contatti commerciali con la clientela, decide di scendere in campo in prima persona: convinto che nel giro di poco tempo il mercato delle cucine a gas sarebbe andato incontro a una veloce saturazione, rileva i brevetti di una fabbrica di apparecchi a assorbimento, la Isothermos, e dopo avere costituito la Siri comincia a produrre frigoriferi ad assorbimento a Gavirate, sempre nel Varesotto.

I frigoriferi

Dopo qualche anno, visti i limiti di tali prodotti (capacità interna ridotta, ingombro notevole, costi di realizzazione elevati), passa ai frigoriferi a compressore. La novità si rivela immediatamente un successo, e l'azienda di Giovanni si espande velocemente, al punto che nel 1954 viene aperto un nuovo impianto, a Comerio.

Nello stesso anno muore il fratello Giuseppe, mentre nel 1957 a scomparire è il padre. È così che Giovanni (che nel 1960 crea una rete di società collaterali per favorire la produzione in proprio di ogni componente dei frigoriferi) diventa il padrone incontrastato della Ignis, anche perché nel 1963 Gaetano, l'altro fratello, decide di separarsi dall'azienda di famiglia e di mettersi in proprio (pur non tagliando i rapporti con la famiglia e l'azienda).

Idee vincenti

Nella prima metà degli anni Sessanta, Giovanni Borghi è il primo imprenditore al mondo a introdurre in serie l'utilizzo del poliuretano espanso come sistema per l'isolamento termico: un materiale che presuppone solo un rivestimento sottile, a differenza della lana di vetro tradizionale, riducendo le dimensioni ma non la capacità dei frigoriferi.

Ma Borghi pensa anche all'estetica, e al colore bianco aggiunge agli elettrodomestici pannelli plastici in una vasta gamma cromatica. Anno dopo anno, Borghi diventa uno dei più importanti industriali di frigoriferi di tutto il mondo e il più importante in Europa, con un fatturato di 40 miliardi all'anno, tre stabilimenti e una cinquantina di filiali tra l'Italia e l'estero, per un totale di circa 7.000 dipendenti e il 40% della produzione nazionale di frigoriferi (circa 8mila al giorno). Anche per questo motivo, nel 1966 ottiene una laurea honoris causa in Ingegneria e viene nominato Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana.

In molti dalle sue parti lo chiamavano già il "cumenda", in lombardo "commendatore".

L'immagine, il marketing e lo sport

Simbolo vivente dell'Italia industriale del boom economico, ricco borghese impegnato a instaurare un rapporto diretto con il pubblico grazie a un utilizzo furbo dei mezzi di comunicazione, si dedica anche alla sponsorizzazione in ambito sportivo, affiancando il proprio nome a campioni e squadre di calcio, pallacanestro, ciclismo e pugilato: un modo per veicolare messaggi pubblicitari e al tempo stesso rendere attraente l'immagine del brand.

E così a Varese la squadra di basket arriva a vincere nove scudetti e tre Coppe dei Campioni, mentre la squadra di calcio raggiunge la Serie A; ma tra i campioni sponsorizzati ci sono anche i pugili Sandro Mazzinghi, Duilio Loi, il pistard Antonio Maspes e il ciclista spagnolo Miguel Poblet.

Alleanze industriali

Nel 1969 Giovanni Borghi, in cerca di nuova liquidità, stabilisce un accordo con gli olandesi della Philips e fonda la Ire, Industrie Riunite di Elettrodomestici, in cui metà del capitale sociale è versato dalla Philips. La nuova combinazione societaria, tuttavia, si rivela meno fruttuosa del previsto, complice il fenomeno della sovrapproduzione che incide in misura significativa sui risultati di bilancio: si verifica, quindi, una crisi che porta a una forte esposizione debitoria.

Riscattata la quota degli olandesi e tornato unico proprietario, Borghi sceglie di puntare sulla vendita dei congelatori, ma il suo tentativo viene bloccato da dissidi interni alla Ignis (con il suo più stretto collaboratore passato alla Zanussi, la principale azienda concorrente, mentre il figlio Guido si rivela poco abile dal punto di vista imprenditoriale). Nel 1972 pertanto egli, vista la cattiva situazione finanziaria, si vede obbligato a cedere interamente le proprie quote (e dunque sia l'Ire che la Ignis) alla Philips.

Non rinuncia, comunque, all'attività imprenditoriale, dedicandosi alla Emerson (società che aveva acquisito qualche anno prima) e alla produzione di macchine distributrici di bibite.

La morte

Giovanni Borghi muore a Comerio il 25 settembre del 1975, poco dopo avere compiuto sessantacinque anni.

Nel 2002 Mondadori pubblica il libro di Gianni Spartà "Mister Ignis", biografia di Borghi, mentre nel 2014 la Rai trasmette una fiction in due puntate a lui dedicata, "Mr. Ignis", diretta da Luciano Manuzzi e prodotta da Renzo Martinelli: a interpretare l'imprenditore lombardo è Lorenzo Flaherty.

3. Biografia di Franco Califano

L'onore, il poeta, il Califfo
14 settembre 1938
30 marzo 2013

Chi è Franco Califano?


Il "Prevert di Trastevere", uno degli artisti-simbolo della grande musica d'autore italiana: Franco Califano, nato a Tripoli il 14 settembre 1938, ha avuto un'infanzia davvero pasoliniana, caratterizzata da tante vicissitudini e mille guai.

Ragazzo sensibile, dalle antenne straordinariamente attente e ricettive, trova nella dimensione della canzone il mezzo per poter esprimere al meglio quello che vede intorno a lui, la sua filosofia di vita e la sua già matura amarezza. Il contatto - per lui vitale - con le persone, le cose e con tutto ciò che ruota nell'universo artistico romano (e poi internazionale), si dimostra fonte di inesauribile carica vitale e creativa: i critici più attenti, coloro che sanno andare al di là delle apparenze, salutano un nuovo fenomeno della musica italiana, qualcuno che sa andare oltre, con i suoi testi, al mero concetto di canzone.

Invero, l'universo espresso da Franco Califano tocca una dimensione filosofica ed esistenziale che sa andare in profondità e sa cogliere sentimenti universali, per quanto assolutamente non banali. Non sarà un caso se, anni dopo (e già ormai ricco e famoso), gli verrà assegnata una laurea honoris causa in Filosofia dall'Università di New York. Un riconoscimento conquistato con l'attività sul campo e la vita vissuta, più che con le speculazioni teoriche (pur nobilissime ed indispensabili).

Alcune frasi tratte dalle sue canzoni sono diventate d'altra parte dei veri e propri slogan, lampi di genio capaci di illuminare un intero modo di sentire (a partire dal celebre "tutto il resto è noia"). Anche il linguaggio giornalistico ha saccheggiato non poco le sue intuizioni lessicali.

Con oltre 1000 canzoni scritte nella sua carriera, venti album all'attivo, tante canzoni di successo scritte per altri, da Ornella Vanoni ("La musica è finita" e "Una ragione di più"), a Mia Martini (il popolare "Minuetto", è suo), da Bruno Martino ("E la chiamano estate") a Fred Bongusto ("Questo nostro grande amore"), "il Califfo" si è ormai conquistato un posto fisso nella storia della canzone. Perdipiù, la "Storia della canzone romana", lo cita quale più grande autore vivente per "aver scritto le più belle pagine della canzone dialettale romanesca".

In età matura Franco Califano si è dedicato anche anche alla letteratura, pubblicando la raccolta di poesie "Voglia di vivere, voglia di morire" e i libri autobiografici come "Soli fino al capolinea" e "Il cuore nel sesso".

Nel 2001 il gruppo pop italiano Delta V ha inciso una versione di "Un'estate fa" che ha ottenuto un grande successo, contribuendo così a rilanciare il nome di Califano anche presso il pubblico giovanile. Anche Fiorello è in parte responsabile del suo rilancio - almeno televisivo - grazie alla splendida e divertente imitazione di Califano che lo showman è solito includere nel proprio repertorio.

L'artista è tornato sulle scene partecipando nel 2005 alle 55ma edizione del Festival di Sanremo con la canzone "Non escludo il ritorno". L'anno successivo è uno dei protagonisti del reality show canoro di RaiDue, "Music Farm".

Malato da un lungo periodo Franco Califano muore a Roma all'età di 74 anni, nella sua casa di Acilia, il giorno 30 marzo 2013.

4. Biografia di James Fenimore Cooper

Storie di orgoglio repubblicano
15 settembre 1789
14 settembre 1851

Chi è James Fenimore Cooper?


James Fenimore Cooper è lo scrittore statunitense celebre per il romanzo "L'ultimo dei Mohicani". James Fenimore Cooper nasce il 15 settembre del 1789 in New Jersey, a Burlington, figlio di Elizabeth e di William. Con la famiglia si trasferisce, quando ha solo un anno, nello stato di New York, alla frontiera del lago Otsego, dove il padre - giudice e membro del Congresso degli Stati Uniti - occupa territori ancora disabitati fondando un insediamento e dando vita a quella che diventerà Cooperstown.

James va a scuola ad Albany prima e a New Haven poi; quindi, tra il 1803 e il 1805 frequenta il College Yale. Viene, però, espulso dal college per avere rubato del cibo e per condotta pericolosa, dopo avere fatto saltare in aria la porta della stanza di un compagno.

L'esperienza nell'esercito

Pochi anni dopo il futuro romanziere entra a far parte della Marina degli Stati Uniti: divenuto luogotenente dopo avere effettuato due viaggi su un vascello mercantile, il 18 maggio del 2010 si sposa a Mamaroneck con Susan Augusta de Lancey, appartenente a una delle famiglie più conosciute del posto, e l'anno dopo si dimette dall'incarico.

La scrittura

Si trasferisce, quindi, nella Contea di Westchester, dove si dedica alla scrittura: il suo primo libro, intitolato "Precauzione", è un romanzo di vecchia scuola concluso nel 1820; a esso fanno seguito "La spia", uscito nel 1821 e forte di un ottimo successo di pubblico, e "I pionieri", uscito nel 1823 e primo della serie di Calza-di-Cuoio (Leatherstocking Tales).

L'ultimo dei Mohicani

Tra il 1824 e il 1825 James Fenimore Cooper scrive una coraggiosa e appassionante storia di mare con "Il pilota" e un'opera meno riuscita come "Lionel Lincoln"; si rifà, però, nel 1826 con quello che ancora oggi viene considerato il suo capolavoro, cioè "L'ultimo dei Mohicani".

Nello stesso periodo viaggia in Europa: a Parigi pubblica "La prateria" e "Il corsaro rosso" (ritenuto dai critici il peggiore libro della sua intera produzione). Negli anni seguenti dà vita a "The Wept of Wish-ton-Wish", "Le opinioni di un viaggiatore scapolo" e "La strega del mare".

In difesa degli Stati Uniti d'America

Nel 1830, poi, scrive una serie di lettere a un giornale parigino, il "National", nelle quali difende gli Stati Uniti contro alcune accuse provenienti dalla "Revue Britannique": è questo l'inizio di una lunga teoria di scontri con la carta stampata, dove di volta in volta difende sé stesso o la propria patria.

È proprio il suo spirito repubblicano ad animare i suoi tre racconti successivi: nel 1831 vedono la luce "I Bravo" (ambientato in una Venezia governata da una oligarchia rozza che si cela dietro la repubblica serenissima), cui seguono nel 1832 "Gli Heidenmauer" e nel 1833 "Il carnefice: ovvero l'abbate di Vigneron": benché "I Bravo" siano stroncati dalla critica letteraria, tutte e tre le opere ottengono un buon successo di pubblico.

Il ritorno in patria e la critica al paese

Tornato negli Stati Uniti nel 1833, Cooper pubblica una "Lettera ai miei Compatrioti", dove fornisce la propria versione sulle vicende in cui è stato coinvolto e critica i suoi connazionali: un attacco che viene ribadito nel 1835 in "I Monikin" e in "Democratico Americano".

Poco dopo, James Fenimore Cooper si dedica alla rievocazione dei propri viaggi europei e delle proprie esperienze al di là dell'oceano: in "Inghilterra", tre volumi pubblicati nel 1837, e in "Costretto al ritorno" e "Come ho trovato la mia patria", usciti l'anno successivo, spiccano soprattutto la vanagloria e l'alta opinione che l'autore ha di sé stesso.

È anche per questo motivo che il distacco tra lo scrittore e il pubblico va progressivamente crescendo: Cooper deve fare i conti con numerose citazioni per oltraggio e subire gli attacchi del Partito Whig. Riesce, comunque, a vincere tutte le cause in cui è coinvolto, così che ha la possibilità di tornare al proprio lavoro di scrittore, forte dell'orgoglio che lo contraddistingue: nel 1839 esce "Storia della Marina degli Stati Uniti", mentre del 1840 sono "L'esploratore" (che prosegue la saga di Calza-di-Cuoio) e "Mercedes di Castiglia".

Tra il 1841 e il 1844, invece, è la volta di "Il cacciatore di cervi", "I due ammiragli", "Ali ed Ali", "Wyandotte, storia di un fazzoletto da tasca", "Ned Myers" e "Le avventure di Miles Wallingford".

Gli ultimi anni

Negli ultimi anni della sua vita James Fenimore Cooper tralascia parzialmente le opere di fantasia per dedicarsi alla controversia, arte in cui si contraddistingue: lo si nota, per esempio, nei due "Manoscritti di poche pagine". Dopo aver realizzato "Vite dei celebri ufficiali navali americani" e "Il cratere, ovvero la cima del vulcano", nel 1848 scrive una rivisitazione del "Pirata Rosso", "Jack Tier", e "Il buco nella quercia".

Nel 1849 pubblica "Il leone dei mari", mentre l'anno successivo dà vita a "Le vie dell'ora". È questa la sua ultima creazione: James Fenimore Cooper muore di idropisia il 14 settembre del 1851 a Cooperstown, un giorno prima di compiere 62 anni.

5. Biografia di Pietro Germi

Dove nasce la commedia
14 settembre 1914
5 dicembre 1974

Chi è Pietro Germi?


Il regista italiano Pietro Germi nasce a Genova il 14 settembre 1914.

Inizia la sua carriera di attore a 25 anni comparendo nel film "Retroscena" (1939), in cui lavora anche come co-sceneggiatore.

Due anni dopo recita nel film "Gli ultimi filibustieri" (1941), poi in "Montecassino nel cerchio di fuoco" (1946). Intanto approfondisce le sue competenze studiando a Roma presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, dove segue i corsi di regia di Alessandro Blasetti.

Il suo esordio alla regia avviene nel 1945 con "Il testimone". Poi arrivano "Gioventù perduta" (1947) e "In nome della legge" (1949, con Massimo Girotti); questo'ultimo è uno dei primi film italiani sulla mafia e consacra Germi come autore e regista.

Dopo il "Il cammino della speranza" (1950), film che gli vale anche riconoscimenti internazionali, e dopo "La città si difende" (1951), la carriera di Pietro Germi subisce un arresto. Almeno dal punto di vista della critica specializzata. Il pubblico continua a simpatizzare con il regista che manterrà sempre con chi lo segue un rapporto privilegiato.

Gira "La presidentessa" (1952) e nello stesso anno "Il brigante di Tacca del lupo" (interpretato da Amedeo Nazzari). Seguono "Gelosia" (tratto dal romanzo di Luigi Capuana), "Il marchese di Roccaverdina", che dieci anni prima era stato portato sul grande schermo da Ferdinando Maria Poggioli; nel (1953) Germi lavora ad uno degli episodi del film "Amori di mezzo secolo".

Dipo quasi due anni di inattività torna nel 1955 con "Il ferroviere", una delle sue opere più intense nonchè riuscite, tanto che verrà considerato uno dei suoi capolavori.

Suoi lavori successivi sono "L'uomo di paglia" (1958) e "Un maledetto imbroglio" (1959), altro capolavoro di Germi tratto dal romanzo "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana" di Carlo Emilio Gadda: di fatto si tratta di uno dei primi esempi di poliziesco italiano, apprezzato - tra gli altri - da Pier Paolo Pasolini.

Nel 1961 Germi spiazza pubblico e critica dando alla sua carriera una svolta imprevedibile: comincia a girare commedie pungenti, satiriche e grottesche.

In questo ambito il suo più importante e ricordato lavoro è "Divorzio all'italiana" (1961, con un indimenticabile Marcello Mastroianni insieme all'adolescente Stefania Sandrelli); il film è incentrato sul delitto d'onore ed è scritto con Ennio De Concini e Alfredo Giannetti. Riceve due nomination all'Oscar: una per la miglior regia, un'altra a Mastroianni come miglior attore, e riceve una statuetta per il miglior soggetto e sceneggiatura originale, oltre ad altri prestigiosi riconoscimenti. Il titolo del film ha ispirato poi il nome proprio di quel tipo di commedia che è stata prodotta in Italia nel periodo appena successivo, nota appunto come "commedia all'italiana".

Con "Sedotta e abbandonata" (1964) Germi torna per l'ultima volta a girare in Sicilia, regione a cui il regista ligure si è legato in modo particolare.

Il 1965 è l'anno di "Signore e signori" (con Virna Lisi e Gastone Moschin), satira sull'ipocrisia borghese di una cittadina del Veneto, girato a Treviso. "Signore e signori" vince la Palma d'Oro al Festival di Cannes (ex aequo con "Un uomo e una donna", di Claude Lelouch).

Germi Dirige poi la coppia Ugo Tognazzi e Stefania Sandrelli in "L'immorale" (1967), discreta pellicola ispirata - almeno così sembra - alla vicende personali di Vittorio De Sica.

Nel 1968 ottiene uno strepitoso successo di pubblico con "Serafino", interpretato dallo straordinario Adriano Celentano. Nel 1970 è la volta di "Le castagne sono buone", con Gianni Morandi: per molti questo sarebbe il punto più basso della carriera del regista.

Il suo ultimo film è "Alfredo Alfredo" (1972, con Dustin Hoffman e Stefania Sandrelli). Inizia a lavorare allo straordinario progetto "Amici miei", che deve però abbandonare perché sofferente di cirrosi epatica. Cederà la regia di "Amici miei" all'amico Mario Monicelli.

Pietro Germi muore a Roma il 5 dicembre 1974. Il film "Amici miei" uscirà nelle sale l'anno seguente 1975 e sarà a lui dedicato.

Filmografia di Pietro Germi

Alfredo Alfredo (1972)
Le castagne sono buone (1970)
Serafino (1968)
L'immorale (1966)
Signore e signori (1965)
Sedotta e abbandonata (1963)
Divorzio all'italiana (1961)
Un maledetto imbroglio (1959)
L'uomo di paglia (1957)
Il ferroviere (1955)
Gelosia (1953)
Amori di mezzo secolo (III episodio: Guerra 1915-1918) (1953)
La presidentessa (1952)
Il brigante di Tacca del Lupo (1952)
La città si difende (1951)
Il cammino della speranza (1950)
In nome della legge (1948)
Gioventù perduta (1947)
Il testimone (1945)

6. Biografia di Grace Kelly

Il cigno di Monaco
12 novembre 1929
14 settembre 1982

Chi è Grace Kelly?


Grace Patricia Kelly, più conosciuta come Grace Kelly, simbolo di eleganza per un'intera generazione, nacque il 12 novembre 1929 a Filadelfia, terza di quattro figli. Dopo essersi diplomata alla scuola superiore, si recò a New York per frequentare l'American Academy of Dramatic Arts. Qui, dopo aver ottenuto il diploma, apparve in varie produzioni televisive e teatrali.

Il suo primo film fu "14esima Ora" (1951), del regista Henry Hataway, che gli confezionò solo una piccolissima parte. Ma la sua prima grande prova d'artista arriva l'anno successivo nel leggendario "Mezzogiorno di Fuoco", dove la giovane attrice interpretava l'altrettanto giovane moglie di uno sceriffo (impersonato da Gary Cooper). Il suo film successivo le procurò un contratto con l'importante casa di produzione MGM: il film in questione era "Mogambo" (1953), e il coprotagonista era il mitico Clark Gable.

Diventata star internazionale a tutti gli effetti, Grace cattura l'attenzione del maestro della suspense, Alfred Hitchcock. E fu proprio il grande regista a scoprire e valorizzare in pieno il suo talento quando, un anno dopo, le affidò il ruolo di protagonista in "Delitto Perfetto". In seguito, girano insieme anche "La finestra sul Cortile" e "Caccia al Ladro". Il successo dei film del Maestro del brivido, la sua presenza scenica e la sua algida bellezza le fruttarono il soprannome di "Ghiaccio bollente". Nel 1954 vinse anche l'Oscar come migliore attrice per la propria interpretazione nel film nella "Ragazza di Campagna" di George Seaton. E che vedeva la partecipazione anche del divo Bing Crosby.

Ad ogni modo, "Caccia al ladro" venne interamente ambientato sulla Costa Azzurra, un luogo che avrebbe cambiato il suo destino. Durante la sua successiva partecipazione al film festival di Cannes, infatti, Grace venne invitata a un incontro con il Principe Ranieri di Monaco. Ranieri, invaghitosi pazzamente di lei al primo incontro, fece di tutto per conquistarla, coprendola di attenzioni e di lettere d'amore. Entro la fine di quello stesso anno venne ufficialmente annunciato il loro fidanzamento. Era, per la precisione, il 5 gennaio del 1956.

Sono per l'attrice momenti di grande felicità. Tuttavia, dietro le quinte, sul piano professionale si stava consumando la rottura con la Mgm, la major di produzione cinematografica americana di maggior successo. La casa di produzione le chiese però di girare almeno un altro film, "High Society", e l'esclusiva sulle riprese del suo matrimonio. All'inizio del 1956 Grace girò quindi il suo ultimo film non solo con la Mgm ma in assoluto, appunto la commedia musicale "High Society", che vedeva come protagonisti anche Bing Crosby e Frank Sinatra. Il matrimonio era fissato per il mese di aprile, cosicchè la Kelly diede per sempre addio al set cinematografico per salpare per la Francia dove la stava aspettando l'amato Ranieri.

Già i tabloid però la tallonavano, non perdendosi mai una sua mossa. Dai tratti aristocratici, il portamento regale e il glamour straordinario, Grace divenne presto un modello da imitare per le ragazze dell'America degli anni cinquanta. E lo diventò ancor più quando sposò appunto Ranieri. Le suo nozze fecero epoca e la sua vita divenne per i rotocalchi storia da raccontare giorno per giorno.

Il fastoso matrimonio venne fissato per la primavera e segnarono l'addio di Grace non solo al set ma anche all'America. Le loro furono definite dalla stampa di tutto il mondo "le nozze del secolo". La cerimonia civile venne celebrata il 18 aprile, mentre quella religiosa il giorno successivo in St. Nicholas Church. Non occorre dire che quel giorno la chiesa e i suoi dintorni venne letteralmente presa d'assalto da giornalisti (i già famosi "paparazzi") e telecamere da tutto il mondo. Grace nascose al meglio il suo nervosismo, cercando di essere sempre affabile e naturale, malgrado in seguito avesse confessato di aver profondamente detestato quella cerimonia, a causa naturalmente dell'eccessivo clamore che suscitò e dalla poca discrezione dei mezzi d'informazione. Ad ogni buon conto, da quel giorno Grace divenne per tutto il mondo la Principessa Grace di Monaco.

Il 23 Gennaio 1957 diede alla luce Caroline mentre l'anno successivo, il 14 marzo, nacque il suo secondogenito, il Principe Alberto. Sette anni dopo, il primo di Febbraio, fu la volta della Principessa Stephanie. Sono i nomi della genìa di Montecarlo, quella che tutt'oggi è costantemente presenti sui maggiori tabloid internazionali.

Ma fino a quando fu in vita, Grace cercò sempre di far crescere i propri figli come ragazzi normali anche se dovette combattere, oltre che con i giornalisti, anche contro il temperamento ribelle di alcuni di essi. Nel 1978, ad esempio, Caroline (a cui piaceva condurre intensa vita mondana, contrariamente alla madre), si sposò, ma il suo matrimonio non durò a lungo, cosa che non stupì affatto i genitori, che si erano dimostrati contrari fin dall'inizio. Stephanie, da parte sua, cercò sempre di trovare la propria strada, ma le fu sempre difficile mantenerla.

Il 13 settembre 1982, Grace e la figlia Stephanie furono coinvolte in un terribile incidente stradale mentre con la propria macchina si dirigevano dalla Francia a Monaco. Stephanie riuscì a uscire in tempo dalla vettura precipitata in un pendio, a differenza della madre che venne ritrovata priva di sensi. Era già in coma quando fu trasportata in ospedale, dove morì 36 ore dopo a soli 52 anni.

Erano le 23,45 del 14 settembre 1982 quando Telemontecarlo diffuse il flash della notizia della morte di Grace Kelly. Calava così il sipario sulla favola del "Cigno", su quell'icona intramontabile di bellezza, classe e fascino che la principessa di Monaco incarnava.

Grace infatti non fu mai dimenticata, sia per il suo luminosissimo passato d'attrice, sia per la sua storia personale molto simile a quella rappresentata nelle fiabe, sia per il suo stile inconfondibile fatto di grazia, charme e discrezione.

7. Biografia di Frank Matano

Scherzi a raffica e comicità 2.0
14 settembre 1989

Chi è Frank Matano?


Francesco Matano, noto con il soprannome di Frank, nasce il 14 settembre del 1989 a Santa Maria Capua Vetere, in Campania, figlio di madre statunitense e padre italiano.

Cresciuto a Carinola, nel corso dell'adolescenza ha l'opportunità di studiare negli Stati Uniti, e si diploma a Rhode Island, alla Cranston High School.

Tornato in Italia, nel 2007, appena diciottenne, conquista la fama sul web grazie al suo canale di Youtube, dove, con il nick "lamentecontorta", propone video in cui è protagonista di scherzi telefonici a vittime inconsapevoli. Diventa, così, uno degli youtuber italiani più celebri.

Da YouTube alla tv

Nel 2009 entra nel cast de "Le Iene", in onda su Italia 1, mentre l'anno seguente propone su Sky il programma di scherzi telefonici "Sky Scherzando?".

Nel 2011 viene chiamato da Antonella Clerici per "Ti lascio una canzone", talent canoro di Raiuno, dove si occupa delle interviste ai ragazzi che compongono il cast. L'anno successivo, insieme con The Jackal, è protagonista di "Lost in Google", serie in onda sul web, per poi approdare a La3, dove insieme con Jacopo Morini prende parte a "2012 prima di morire"; i due tornano in onda sullo stesso canale, pochi mesi dopo, con "Scherzi da paura", e quindi presentano i "Web Show Awards", insieme con Alessandro Cattelan.

L'esordio al cinema

Dopo essere apparso nel video clip di "Ragazzo inadeguato", brano di Max Pezzali, nel 2013 Frank Matano esordisce al cinema nel film di Paolo Ruffini "Fuga di cervelli", accanto ai Panpers e a Rosalia Porcaro.

Nello stesso anno, realizza un nuovo canale su Youtube, intitolato "FRANK MATANO Games" e dedicato in maniera pressoché esclusiva ai videogiochi.

L'anno successivo Frank torna sul grande schermo nel nuovo film diretto da Paolo Ruffini, intitolato "Tutto molto bello", e si cimenta per la prima volta con il doppiaggio, prestando la propria voce alla diciassettesima stagione della serie animata "South Park".

Gli scherzi di Matano a Scherzi a parte

Esordisce, inoltre, come stand up comedian nella trasmissione di Italia 1 "X Love": insieme a lui ci sono, tra gli altri, Diana Del Bufalo, Alberto Patrucco e Alessandro Fullin. All'inizio del 2015 Matano è uno dei co-protagonisti degli scherzi realizzati a Paolo Brosio e a Paolo Ruffini nel programma di Canale 5 "Le Iene presentano: Scherzi a parte".

Particolare scalpore suscita, in special modo, lo scherzo compiuto ai danni di Brosio: Frank Matano si finge un giornalista che vuole intervistarlo, e fa da tramite per una (finta) telefonata di Papa Francesco, che causa una forte emozione in Brosio, il quale arriva addirittura a piangere.

Nuovi impegni tra tv e cinema

Nel marzo del 2015 Frank è ancora al cinema, protagonista con Claudio Bisio della commedia di Alessandro Genovesi "Ma che bella sorpresa", che vede nel cast anche Ornella Vanoni e Renato Pozzetto. Proprio insieme a Bisio, Matano è uno dei giudici, nello stesso periodo, di "Italia's Got Talent", talent show in onda su Sky: al fianco dei due attori comici ci sono Nina Zilli e Luciana Littizzetto.

8. Biografia di William McKinley

Le riforme fiscali per la guida del paese
29 gennaio 1843
14 settembre 1901

Chi è William McKinley?


William McKinley nasce il 29 gennaio del 1843 a Niles nel nord est dell'Ohio. La sua famiglia di origini irlandesi è piuttosto numerosa, e lui è il settimo di ben nove figli. La sua carriera scolastica non procede in maniera regolare a causa dei suoi problemi di salute, e nel 1861 allo scoppio della guerra di secessione, si interrompe completamente perché William si arruola come volontario. Al termine del conflitto riceve una serie di onorificenze per il coraggio dimostrato in battaglia.

Alla fine della guerra pero' decide di riprendere gli studi e si laurea in giurisprudenza cominciando a esercitare l'avvocatura a Canton, nella contea di Stark. Grazie alla sua bravura viene scelto come pubblico ministero, carica che mantiene dal 1869 al 1871. Nello stesso periodo conosce ad un pic-nic Ida Saxton, la figlia di un facoltoso banchiere. I due diventeranno presto marito e moglie.

Prima di sposarlo, Ida svolge un'attività del tutto insolita per una donna all'epoca: lavora come cassiera in una banca di famiglia. Nonostante la forza di carattere, la morte delle due figlie, Ida (aprile-agosto 1873) e Katherine (1871-1875), e la morte della madre, ne precludono definitivamente la salute. Ida sviluppa l'epilessia e diventa totalmente dipendente dalle cure del marito.

William comincia negli stessi anni a interessarsi attivamente di politica schierandosi tra le file del partito repubblicano. Supporta infatti la corsa per la carica di governatore del suo vecchio comandante in guerra Rutherford Hayes. Quando quest'ultimo diventa presidente, William McKinley viene eletto alla camera dei rappresentanti. I suoi interessi riguardano soprattutto i temi economici. Diventa così uno dei principali fautori del protezionismo e delle misure che consistono nell'alzare i tassi doganali sulle importazioni per difendere la prosperità nazionale.

Nominato presidente della commissione sulle imposte dopo la rielezione del 1895, propone la McKinley Tariff che aumenta le tasse doganali a livelli mai raggiunti prima, diventando legge nel 1890.

Eletto governatore dell'Ohio, promuove una serie di importanti iniziative fiscali che contribuiscono alla notevole diminuzione del debito pubblico dello stato. Allo stesso tempo emana alcune leggi per diminuire le attività antisindacali degli imprenditori e crea l'arbitrato pubblico con il compito di gestire le controversie tra lavoratori e datori di lavoro. Le nuove leggi non riescono però a impedire lo sciopero dei minatori del carbone del 1894; uno sciopero così violento da costringerlo a richiedere l'intervento della Guardia Nazionale.

La situazione di questa classe di lavoratori è così difficile che nel 1895 decide di prestare loro aiuto. Dopo aver verificato il livello di indigenza degli scioperanti, dispone una raccolta fondi grazie alla quale riesce a soccorrere ben mille minatori.

Il successo politico ottenuto durante il mandato di governatore gli consente di correre per le elezioni presidenziali. La sua vittoria è nelle mani del consigliere Mark Hanna che gestisce una campagna da 3 milioni di dollari. A differenza del suo avversario democratico che macina chilometri per incontrare i suoi potenziali elettori, William McKinley rimane in Ohio a scrivere migliaia di lettere indirizzate al popolo repubblicano; lettere che si rivelano di grandissimo impatto.

Nel 1897 diviene il venticinquesimo tra i presidenti degli Stati Uniti d'America: si ritrova subito a dover affrontare la questione di Cuba, allora possedimento spagnolo. Gli interessi americani nell'isola e un'operazione militare del 1898 durante la quale muoiono 262 persone complicano la situazione. Hanna gli consiglia di non scendere in guerra, ma McKinley questa volta non lo ascolta.

Grazie all'abilità di uomini come il comandante Theodore Roosevelt il conflitto si rivela di breve durata. Il trattato di pace firmato a Parigi consegna nelle mani degli Stati Uniti anche Porto Rico, Guam e le Filippine.

Il successo della guerra gli fa ottenere facilmente la rielezione alle presidenziali del 1901: al suo fianco come vicepresidente ci sarà proprio Roosevelt. Durante entrambi i mandati continua a prendersi cura della moglie che lo segue devotamente in tutte le occasioni pubbliche. L'amore che lega i due è tale che quando durante un evento pubblico Ida è colta da uno spasmo derivante dalla sua malattia, William le copre delicatamente il volto per impedire ai presenti di vederne il viso deturpato del dolore.

Purtroppo il secondo mandato presidenziale si conclude tragicamente: il 6 settembre del 1901 viene colpito da due proiettili sparati da un anarchico di origine polacca, Leon Czolgosz, condannato poi alla sedia elettrica. William McKinley muore a Buffalo il 14 settembre 1901 a seguito delle ferite riportate. A succedergli come nuovo presidente degli Stati Uniti sarà Theodore Roosvelt.

9. Biografia di Sam Neill

Famoso in incognito
14 settembre 1947

Chi è Sam Neill?


Sam Neill è un attore che ha preso parte a decine di film molti dei quali famosissimi, la cui faccia è sicuramente conosciutissima ma il cui nome, stranamente, è poco conosciuto e dice poco o niente alla gran parte del pubblico cinematografico, almeno in Italia.

Nato come Nigel John Dermot Neill il 14 settembre 1947 a Omagh nell'Irlanda del Nord, proviene da una famiglia di stampo militare, tanto è vero che entrambi i genitori hanno intrapreso questo tipo di carriera.

Forse per reazione allo stile di vita un po' rigido che inevitabilmente si rifletteva anche in famiglia, il giovane Neill sente la vocazione per qualcosa che contemplasse minore disciplina (quantomeno intesa nella sua accezione militare) e che fosse maggiormente legata alla fantasia e all'emotività Qualcosa di libero ed eccitante come il teatro, per esempio. Detto fatto, comincia subito a calcare polverosi quanto scheggiati palchi di provincia, "arruolandosi" metaforicamente in diverse compagnie di giro.

Ecco quindi da dove nasce la solida preparazione che gli ha poi consentito di entrare più che dignitosamente nel regno di Hollywood, fino a diventarne uno dei protagonisti (sebbene un po' in sordina, come già detto).

Neill è un artista completo, come pochi ve ne sono sulla piazza, basti pensare che al fianco della sua esperienza attoriale vanta anche un passato di regista, risalente a quando per sei anni svolse questa attività nella New Zealand National Film Unit.

Dopo aver partecipato ad un bel film come "Sleeping dogs", è entrato in pianta stabile fra gli attori più cercati degli ultimi decenni. I suoi film più noti, girati quasi tutti al fianco di grandi registi, sono: "Conflitto finale"(1981), "Lezioni di piano"(di Jane Campion, datato 1993), "L'uomo che sussurrava ai cavalli"(1998) e i due episodi spielberghiani di "Jurassic Park", in cui interpreta il ruolo del dottor Alan Grant. Ha anche all'attivo un ruolo da protagonista in un film horror: "Il seme della follia", di John Carpenter.

Pur avendo passaporto inglese ha vissuto fin da piccolo in Nuova Zelanda terra a cui è legatissimo e a cui fa periodicamente ritorno.

Dopo alcuni lavori di rilievo sicuramente inferiore alla super produzione di Jurassic Park, torna al grande pubblico recitando la parte del Cardinale Thomas Wolsey, nella prima stagione della serie televisiva storica "The Tudors".

10. Biografia di Renzo Piano

Riconoscenza alla tradizione
14 settembre 1937

Chi è Renzo Piano?


Renzo Piano nasce a Genova il 14 Settembre del 1937, da una famiglia di imprenditori edili. Laureatosi al Politecnico di Milano nel 1964, dopo aver effettuato le esperienze presso architetti assai affermati all'epoca (come Franco Albini, Marco Zanuso, Louis Kahn e Makowskj), e pur continuando ad aiutare il padre nel suo lavoro, inizia in proprio un lavoro di sperimentazione che lo porterà ad esiti del tutto originali. In particolare, si dedica allo sviluppo di strutture spaziali a guscio, realizzate con sistemi costruttivi innovativi (dato che innovativa è la sua concezione spaziale), avendo come riferimento l'amico e maestro francese Jean Prouvé.

La risonanza internazionale di questi lavori, a cui si aggiunge una commissione importante come il padiglione per la XIV Triennale del 1966, è enorme. Il suo nome si impone nell'ambiente e presso gli esperti tanto che alcune riviste specializzate gli dedicano ampi servizi (è il caso di "Domus", che in un suo numero dell'epoca illustra i primi progetti di Piano). Ma il sintomo del vero successo è la citazione del suo nome su riviste sempre del ramo ma non rivolte esclusivamente ad addetti ai lavori od appassionati, come ad esempio "Casabella". Grazie a questa affermazione internazionale ormai consolidata, ottiene possibilità di realizzare il padiglione dell'industria italiana all'Expo di Osaka nel 1969.

Dal 1971 inizia la collaborazione con Richard Rogers, nella società Piano&Rogers, e dal 1977 con Peter Rice, con la Piano&Rice Associates.

Proprio in questo periodo gli viene affidato uno dei progetti più discussi della sua carriera. Parigi, infatti, disponeva di una piazza non molto grande e del tutto anonima, che l'amministrazione cittadina (e il Presidente francese Pompidou in primo luogo), aveva deciso di riqualificare, istituendo un centro per l'arte contemporanea. Dopo aver valutato il progetto di Piano, ecco allora che nasce il celeberrimo, Centre Georges Pompidou, detto anche "Beaubourg", cento mila metri quadrati nel cuore della capitale francese, una costruzione dall'impianto architettonico ardito, costruito con materiali inusuali. Il Centro era così innovativo che non ha mancato di suscitare un vero fiume in piena di commenti, sia a favore che contro.

Ad ogni modo, Renzo Piano, a dispetto delle critiche che talvolta si sono abbattute sul suo lavoro, è sempre andato avanti sulla sua strada. A proposito della sua inclinazione per questa professione ha avuto modo di dichiarare: "Quello dell'architetto è un mestiere antico come cacciare, pescare, coltivare ed esplorare. Dopo la ricerca del cibo viene la ricerca della dimora. Ad un certo punto, l'uomo, insoddisfatto dei rifugi offerti dalla natura, è diventato architetto".

Dal 1981 ha dato vita al Renzo Piano Building Workshop, mirato all'uso di materiali e tecnologie all'avanguardia, con l'intento di progredire sempre di più nella capacità di realizzare edifici e complessi urbani in tutto il mondo. Grazie alla straordinaria mole del suo lavoro e ai concetti innovativi che esso ha prodotto, su di lui sono stati spesi fiumi di inchiostro, un universo critico facilmente reperibile attraverso gli innumerevoli testi che sono stati pubblicati sulla sua intera opera. Inoltre, nelle principali città dell'Europa e degli Stati Uniti d'America (oltre che in Giappone e in Australia), gli sono state dedicate innumerevoli mostre. Tra i principali riconoscimenti internazionali si ricordano: l'Honorary Fellowship Riba a Londra (1986), la Legione d'Onore a Parigi (1985), la Riba Royal Gold Medal for Architecture (1989), il titolo di "Cavaliere di Gran Croce", il premio Imperiale a Tokio (1995) e il premio Pritzker (1998). Dal 1994 è ambasciatore dell'UNESCO per l'architettura.

Numerosi sono anche i riconoscimenti universitari (visiting professor alla Columbia University di New York, alla Architectural Association di Londra, laurea honoris causa ricevuta dalle Università di Stoccarda e Delft) e quelli in concorsi nazionali ed internazionali.

Infine, pochi forse conoscono l'attività di Renzo Piano come scrittore e saggista. In libreria, infatti, è possibile reperire scritti non necessariamente tecnici sul mestiere dell'architetto, come ad esempio i pregevoli "Dialoghi di cantiere" e "Giornale di Bordo".

A questo proposito, ha confessato in un'intervista: "Personalmente trovo che la mia voglia di esplorare sentieri non battuti vada perfettamente d'accordo con la mia riconoscenza nei confronti della tradizione. Forse questo è un tratto europeo, forse è specificatamente italiano. Certamente è l'eredità di una cultura umanista". E ancora: "Quando mi chiedono come sarà la città del futuro, io rispondo: spero come quella del passato."

Architetto ormai noto in tutto il mondo, è tornato alla ribalta dopo il 2000 grazie all'inaugurazione dell'Auditorium della Musica di Roma, un vero e proprio paradiso per tutti gli amanti della grande musica.

Tra le sue ultime opere disseminate in tutto il mondo c'è lo Shard London Bridge, il grattacielo più alto d'Europa, inaugurato a Londra all'inizio del mese di luglio 2012 in occasione dei Giochi Olimpici.

Alla fine del mese di agosto 2013 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha nominato Renzo Piano senatore a vita.

Principali progetti completati:

Centro culturale Georges Pompidou, Paris, Francia, (Piano & Rogers)

Museo per la Collezione de Menil, Houston, U.S.A.

Stadio di calcio S.Nicola, Bari, Italia

Ristrutturazione del Lingotto, Torino, Italia

Aeroporto internazionale del Kansai, Osaka, Giappone

Risistemazione dell¹area del Porto Antico, Genova, Italia

Risistemazione della Potsdamer Platz, Berlino, Germania

Centro Culturale Jean Marie Tjibaou, Nouméa, Nuova Caledonia

Le Torri, Aurora Place, Sydney, Australia

Torre Hermès, Tokyo, Giappone

Shard London Bridge, Londra, Inghilterra

11. Biografia di Giuni Russo

Quell'estate al mare
7 settembre 1951
14 settembre 2004

Chi è Giuni Russo?


E' conosciuta da tutti per quel grande successo di "Un'estate al mare" che l'ha fatta conoscere al grande pubblico: era il 1982 quando il brano toccava i vertici delle classifiche italiane.

Nata Giusi Romeo, a Palermo il 7 settembre 1951 e cresciuta in una famiglia dove la musica lirica era l'incontrastata regina, Giuni Russo ha iniziato giovanissima a studiare canto e composizione. Precoce talento naturale, ha affinato nel tempo le sue doti canore fino a raggiungere quella potenza vocale, duttile ed espressiva, che ha attirato l'attenzione e l'interesse dei discografici.

Nel 1968 incide alcuni 45 giri con il nome di Giusy Romeo, poi nel 1975 assume lo pseudonimo di Junie Russo, arrivando a pubblicare anche un album: "Love is a woman". Dal 1978 "Junie" viene italianizzato in "Giuni" e così si presenta nel 1982, l'anno del suo boom, con il disco "Energie", album scritto insieme a Maria Antonietta Sisini e ad un altro cantautore siciliano "doc", Franco Battiato. Con lui inizia un percorso di studio verso una musica più ricercata e impegnata.

I lavori di Giuni Russo, da "Vox" (1983) ad "Album" (1987) sono una sorta di sperimentalismo musicale - strumentale e vocale - per la musica leggera italiana di quegli anni. Gli album rivelano un'artista in continuo movimento artistico. I successi e le belle canzoni non mancano. "Alghero", "Good good bye", "Sere d'agosto", "Limonata cha cha", "Adrenalina", solo per citarne alcune.

Nel 1988 l'album "A casa di Ida Rubistein" segna la svolta di Giuni Russo, che in modo originale canta note arie e romanze di Bellini, Donizetti e Giuseppe Verdi. Questo repertorio conferma la naturale vocazione della cantante a voler guardare avanti, ad essere considerata all'avanguardia. Conscia delle sue peculiarità canore Giuni Russo non ha mai smesso di sperimentare e di osare: da "Amala" (1992) a "Se fossi più simpatica sarei meno antipatica" (1994).

Animo irrequieto, appassionata di lirica come di jazz, Giuni Russo non si è mai stancata di allargare le proprie conoscenze e di provare nuove esperienze: ha studiato antichi testi sacri e ha collaborato con scrittori e poeti. Nel 1997 si è dedicata al teatro esibendosi in "Verba Tango", uno straordinario spettacolo di musica contemporanea e poesia, e cantando versi di Jorge Luis Borges al fianco del grande attore Giorgio Albertazzi.

Nel 2000 è tornata dopo tanto tempo in TV riproponendo la sua hit-simbolo nel programma Mediaset "La notte vola" (condotto da Lorella Cuccarini) revival celebrativo della grande musica degli anni '80.

Dopo il disco dal vivo "Signorina Romeo" (2002) ha partecipato al Festival di Sanremo 2003 presentando la canzone "Morirò d'amore (Le tue parole)" a cui è seguito l'album omonimo.

Da tempo malata di tumore, è scomparsa il 14 settembre 2004, a 53 anni appena compiuti, nella sua abitazione di Milano.

12. Biografia di Patrick Swayze

Danze moderne
18 agosto 1952
14 settembre 2009

Chi è Patrick Swayze?


Figlio del coreografo Jessie Wayne Swayze e di Patsy Yvonne Helen Karnes, proprietaria di una scuola di ballo, Patrick Wayne Swayze nasce a Houston, in Texas il giorno 18 agosto 1952.

Patrick cresce insieme ai suoi fratelli e sorelle a stretto contatto con il mondo della danza e dello spettacolo. Frequenta il San Jacinto College e diverse scuole di ballo tra cui la Joffrey Ballet Company, Houston Jazz Ballet Company da Harkness Ballet Theater School di New York.

Dimostra di essere anche un talentuoso giocatore di football: a diciassette anni la sua carriera sembra essere compromessa da un infortunio avvenuto durante una partita, ma Patrick dimostra grande tenacia riabilitandosi completamente.

La sua prima apparizione professionale nel mondo della danza arriva con un balletto per "Disney on Parade", dove interpreta il principe Charming; poi partecipa a "Grease", produzione di Broadway. Intanto studia recitazione: debutta al cinema interpretando Ace in "Skatetown, U.S.A." nel 1979.

Seguono numerose parti in serial televisivi; nel 1983 lavora con Francis Ford Coppola nel film "I ragazzi della 56° strada", che lancia la carriera di attori come Tom Cruise, Matt Dillon e Diane Lane.

Deve la sua fama alle sue interpretazioni a film come "Dirty Dancing - Balli proibiti" (1987), per il quale ha anche composto la canzone "She's Like the Wind"; "Il duro del Road House" (1989); "Ghost - Fantasma" (1990, con Demi Moore); "Point Break" (1991, con Keanu Reeves); "La città della gioia" (1992); "A Wong Foo, grazie di tutto, Julie Newmar" (1995), film in cui veste i panni di una drag queen; "Black Dog" (1998); "Donnie Darko" (2001).

Sposato dal 1975 con l'attrice Lisa Niemi, alla fine del mese di gennaio 2008 gli è stato diagnosticato un tumore al pancreas, uno dei tumori più letali. In seguito alla malattia è morto a Los Angeles il 14 settembre 2009.

13. Biografia di Tiziano Terzani

Le osservazioni del mondo
14 settembre 1938
28 luglio 2004

Chi è Tiziano Terzani?


Tiziano Terzani, scrittore capace con le sue opere di avere grande risonanza nel mondo culturale italiano e mondiale, nasce a Firenze il 14 settembre 1938. Laureatosi con lode in Giurisprudenza nel 1962 presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, frequentata grazie a una borsa di studio, tre anni dopo viene inviato in Giappone dall'azienda Olivetti per tenere alcuni corsi aziendali.

Consegue poi un Master in Affari Internazionali alla Columbia University di New York, seguendo corsi di storia e lingua cinese. Dai primi anni '70 è corrispondente dall'Asia per il settimanale tedesco "Der Spiegel". Esce nel 1973 il suo libro "Pelle di Leopardo", dedicato alla guerra in Vietnam.

Durante il 1975 è uno dei pochissimi giornalisti che resta a Saigon, in Vietnam, assistendo alla presa di potere da parte dei comunisti: sulla base di questa esperienza Tiziano Terzani scriverà "Giai Phong! La liberazione di Saigon", lavoro che troverà traduzione in varie lingue.

Nel 1979, dopo quattro anni passati ad Hong Kong, si trasferisce con la famiglia a Pechino: per comprendere meglio la realtà cinese viaggia visitando città e paesi chiusi agli stranieri, facendo frequentare ai suoi figli la scuola pubblica cinese.

Il suo libro successivo è "Holocaust in Kambodsch" (1981) dove Terzani racconta il suo viaggio in Cambogia, a Phnom Penh, dopo l'intervento vietnamita.

Viene espulso dalla Cina nel 1984 per "attività controrivoluzionarie": racconta il suo dissenso in "La porta proibita".

Durante il 1985 risiede ad Hong Kong, poi si trasferisce a Tokyo dove rimane fino al 1990.

Intanto collabora con diversi quotidiani e riviste italiane ("Corriere della Sera", "La Repubblica", "L'Espresso", "Alisei") e con la radio e tv svizzera in lingua italiana insieme a Leandro Manfrini.

Sul crollo dell'impero sovietico pubblica nel 1992 "Buonanotte, Signor Lenin": il libro viene selezionato per il "Thomas Cook Award", il premio inglese per la letteratura di viaggio.

Nel 1994 si stabilisce in India assieme alla moglie Angela Staude, scrittrice, e ai due figli.

Nel 1995 viene pubblicato "Un indovino mi disse", cronaca di corrispondente in Asia che per un anno ha vissuto senza mai prendere aerei: questo lavoro diventa un vero e proprio bestseller. A quest'ultimo fa seguito il libro "In Asia" (1998), a metà tra reportage e racconto autobiografico.

Nel 2002 pubblica "Lettere contro la guerra", sull'intervento militare degli Stati Uniti in Afghanistan e sul terrorismo. Il libro, per i suoi contenuti decisamente forti, viene rifiutato da tutti gli editori di lingua anglosassone.

Inizia poi un "pellegrinaggio" che lo porta a intervenire in diverse scuole e incontri pubblici, appoggiando Gino Strada ed Emergency nella causa "Fuori l'Italia dalla guerra".

Nel 2004 esce "Un altro giro di giostra", viaggio nel bene e nel male del nostro tempo, alla ricerca di una cura contro il cancro di cui Terzani è affetto dal 2002. Il libro tratta del suo modo di reagire alla malattia - un tumore all'intestino - cioè quello di viaggiare per il mondo e osservare con lo stesso spirito giornalistico di sempre, le tecniche della più moderna medicina occidentale come quelle delle medicine alternative. Si tratta del viaggio più difficile da lui affrontato, alla ricerca di una pace interiore che lo porterà ad accettare serenamente la morte.

Tiziano Terzani muore a Orsigna (Pistoia) il 28 luglio 2004.

Il figlio Fosco Terzani pubblicherà poi nel 2006 una lunga intervista al padre dal titolo "La fine è il mio inizio". Altra opera postuma sarà "Fantasmi - Dispacci dalla Cambogia", pubblicata nel 2008.

14. Biografia di Arthur Wellesley I duca di Wellington

Il Duca di Ferro
1 maggio 1769
14 settembre 1852

Chi è Arthur Wellesley I duca di Wellington?


Arthur Wellesley nasce a Dublino il giorno 1 maggio 1769 da una famiglia dell'antica nobiltà inglese trapiantata in Irlanda. Nel 1787 entra nell'esercito e parte con la spedizione nei Paesi Bassi. Negli anni dal 1794-1795 si trova a combattere contro la neonata Repubblica francese. Promosso colonnello, nel 1796 viene inviato nelle Indie Orientali, delle quali suo fratello Richard sarebbe divenuto, poco dopo, Governatore. Qui si forgia alla vita militare ed ai combattimenti.

Rientrato in patria viene eletto alla Camera dei Comuni, ma la minaccia napoleonica si fa sempre più pressante, ragione per la quale ritorna nell'esercito. Dopo una breve spedizione in Danimarca, nell'aprile 1808 riceve il grado di tenente generale ed è inviato in Portogallo e Spagna: l'insurrezione, partita da Madrid il 2 maggio 1808, presto si estende all'intera penisola iberica.

Wellesley giunge a sostenerla e coordinarla e, nonostante Napoleone impieghi nel conflitto i suoi migliori comandanti ed ingenti forze, non riesce a spuntarla, perdendo oltre 400.000 uomini in Spagna fra il 1808 ed il 1814. In quest'ultimo anno riceve il titolo di I duca di Wellington.

Al ritorno di Napoleone - che ha ritrattato la sua prima abdicazione - dall'isola d'Elba, è nominato generalissimo di tutti gli eserciti alleati. Concentra subito le forze nei Paesi Bassi e, il 18 giugno 1815, affronta Napoleone a Waterloo, dove resiste strenuamente fino a sera dando tempo e modo ai prussiani, al comando di Blucher, di giungere in soccorso. Arthur Wellesley consegue così la storica vittoria e marcia su Parigi.

Al Congresso di Vienna, dove rappresenta l'Inghilterra, contrasta con fermezza la condanna a morte dell'imperatore francese. Nel Regno Unito riceve, nel 1827, il comando in capo dell'esercito, che conserva fino al 1842.

Torna alla politica alla guida del partito conservatore dei "Tory" - che difende la supremazia del sovrano contro la crescente autorità del Parlamento - osteggiando tutti i tentativi di modernizzazione nel campo sociale.

Arthur Wellesley è Primo ministro in un governo di coalizione con il liberale Robert Peel agli Interni, dal 1828 a 1830. Dopo la sconfitta dei tories alle elezioni del 1830 si dimette. Sarà poi ministro degli Esteri nel primo governo Peel dal 1834 al 1835 e ministro senza portafoglio nel secondo, dal 1841 al 1846.

Arthur Wellesley I duca di Wellington, muore a Walmer, il 14 settembre 1852, all'età di 83 anni.

Figura di primo piano della storia politica e militare britannica ed europea degli ultimi secoli, Arthur Wellesley è l'uomo che induce due volte Napoleone ad abdicare costringendolo al definitivo abbandono delle scene. Per la sua risoluta determinazione viene ricordato come il "duca di ferro". Unica sua pecca: l'incapacità di comprendere l'importanza dell'innovazione, alla quale si oppone sistematicamente, e le cui conseguenze emergeranno con sempre maggior evidenza nei decenni a venire.

15. Biografia di Amy Winehouse

La diva e i suoi demoni
14 settembre 1983
23 luglio 2011

Chi è Amy Winehouse?


Amy Jade Winehouse nasce il giorno 14 settembre 1983 a Enfield (Middlesex), in Inghilterra. Cresce a Southgate, quartiere a nord di Londra, dove la sua famiglia (di origine ebreo-russe) è composta dal padre farmacista e dalla madre infermiera. Già in tenera età Amy dimostra di preferire la musica allo studio: fonda a scuola (la Ashmole School) a soli dieci anni un piccolo gruppo rap amatoriale che - anche come si evince facilmente dal nome - si ispira al modello delle Salt'n'Pepa: il gruppo di Amy si chiama "Sweet'n'Sour".

A dodici anni frequenta la Sylvia Young Theatre School, ma a tredici viene espulsa per il suo scarso profitto, ad aggravare la situazione è anche il suo trasgressivo piercing al naso. Frequenta poi la Brit School di Selhurst (Croydon).

A sedici anni Amy Winehouse ha già imboccato la strada del professionismo vocale: viene scoperta da Simon Fuller, noto e astuto ideatore di "Pop Idol": Amy viene quindi messa sotto contratto dall'agenzia di management "19 Entertainment", che le procura un contratto discografico con la Island Records.

L'esordio discografico arriva nel 2003 con l'album "Frank": subito il lavoro riscuote ottimi successi sia di critica che di pubblico. Con le sue oltre 300.000 copie vendute ottiene un disco di platino. La ricetta vincente sembra essere il mix delle sofisticate sonorità jazz/vintage e soprattutto la particolare voce calda e convincente di Amy. La sua voce appare infatti "nera" e molto più matura di quanto la sua giovane dovrebbe far supporre.

Il singolo "Stronger than me", composto dalla stessa Amy Winehouse assieme al produttore Salaam Remi, le fa vincere un "Ivor Novello Award", prestigioso premio inglese riservato ad autori e compositori.

Amy è tuttavia inquieta e insoddisfatta (anche di natura?) e i risultati del lavoro musicale le sembrano troppo "manipolati in studio"; può essere certo un'opinione di una persona con poca esperienza, ma considerata l'età c'è da dire che l'artista sembra avere già le idee molto chiare sulle sue aspirazioni musicali. Accade allora che Amy Winehouse decide di prendersi un lungo periodo di pausa artistica durante il quale resta comunque sulle pagine dei giornali (sia testate musicali che scandalistiche) in virtù di una serie di gaffe, incidenti e intemperanze, che purtroppo hanno a che fare con la sua dedizione per droghe e alcol.

Le crisi depressive dell'artista si fanno sempre più frequenti: comincia a perdere drasticamente peso e la propria silhouette si trasforma.

Torna in pubblico con un nuovo lavoro musicale (e con quattro taglie in meno) alla fine del 2006. Il un nuovo disco si intitola "Back to black" e si ispira a Phil Spector e alla Motown, nonchè alla musica dei gruppi vocali femminili degli anni '50 e '60. Il produttore è ancora Salaam Remi, affiancato da Mark Ronson (già produttore di Robbie Williams, Christina Aguilera e Lily Allen). Il singolo estratto dall'album è "Rehab" (che parla dei temi di cui Amy è stata vittima) che proietta subito il disco nella top ten inglese, facendole vedere la vetta all'inizio del 2007. Al disco seguono numerosi premi e riconoscimenti tra cui un Brit Award come migliore artista femminile britannica.

L'Independent pubblica un articolo sulla depressione, in cui Amy Winehouse viene citata come clinicamente affetta da psicosi maniaco-depressiva che rifiuta le cure. Lei ammetterà di aver sofferto di disordini alimentari (anoressia e bulimia). I problemi legati a droga e alcol sembrano non terminare. Fidanzata con Blake Fielder-Civil, si sposano nel mese di maggio del 2007 a Miami (Florida), ma anche la nuova situazione famigliare non la porta verso una condotta di vita tranquilla: nell'ottobre del 2007 viene arrestata in Norvegia per possesso di marijuana, un mese dopo alla manifestazione celebrativa "MTV Europe Music Awards" sale per due volte sul palco in apparente stato confusionale, all'inizio del 2008 circola online un video dove la cantante fuma del crack.

Ai Grammy Awards 2008 (gli Oscar della musica) di Los Angeles trionfa vincendo quattro premi; peccato però che non avendo ricevuto il visto per entrare negli USA, ha dovuto partecipare alla serata cantando da Londra.

Nonostante i vari tentativi di riabilitarsi, gli eccessi della sua vita hanno il sopravvento sul suo fisico: Amy Winehouse viene trovata morta a Londra il 23 luglio 2011. Non aveva ancora compiuto 28 anni.

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