Biografie di personaggi famosi e storici nato il 11 settembre


Biografie di personaggi famosi e storici

Biografie di personaggi famosi nella storia e celebrità del: 11 settembre

Sommario:

1. Theodor W. Adorno
2. Salvador Allende
3. Franz Beckenbauer
4. Beatrice Cenci
5. Brian De Palma
6. Marcello Dell'Utri
7. Jimmy Fontana
8. David Herbert Lawrence
9. Nicola Pietrangeli
10. Pupo
11. Peter Tosh

Biografia di Theodor W. Adorno

Attualità di un inattuale
11 settembre 1903
6 agosto 1969

Chi è Theodor W. Adorno?


Sociologo, musicologo e filosofo tedesco, Theodor Wiesengrund Adorno nasce l'11 settembre del 1903 a Francoforte sul Meno. Figlio unico di un mercante di vini ebreo, firma i suoi primi scritti con il cognome della madre, Maria Adorno, una cantante cattolica di origini còrse e, prima ancora, genovesi. Il nome ebraico del padre viene così abbreviato in una W.

Introdotto dalla madre allo studio della musica e da Siegfried Kracauer, un amico di famiglia assai colto ed erudito, alla filosofia classica tedesca, Adorno si laurea in Filosofia nel 1924, con una dissertazione sulla fenomenologia di Husserl.

Il primo articolo del giovane filosofo è invece dedicato all'espressionismo, improvvisamente sedotto dal violento ed intenso linguaggio del compositore austriaco Arnold Schönberg, uno degli esponenti più in vista di quella corrente artistica. Adorno si reca quindi a Vienna per studiare con lui, diventando quindi anch'egli un "adepto" della sua cerchia, la stessa che partorirà la celeberrima "Seconda scuola di Vienna". L'intento principale di questi artisti era quello di scardinare le regole soggiacenti la musica tonale (ossia le regole che informano tutta la musica occidentale), nella convizione che il cromatismo esasperato a cui erano giunti i compositori precedenti (un "piano inclinato" innescato da Wagner), avesse portato a lidi che andavano superati. Per certi versi un processo che nella loro ottica era "naturale" e non rivoluzionario, come in genere si tende a credere ancora oggi (e basterebbe andare a rileggere, per convincersi di questo, gli scritti di Webern).

Il contributo fondamentale a questo superamento sarà proprio quello apportato da Schoenberg che, inizialmente pervenuto ad un tipo di scrittura "a-tonale", approda al metodo di composizione chiamato "Dodecafonico", una sorta di "Comunismo dei dodici suoni" o di "emancipazione della dissonanza", per usare espressioni dello stesso compositore.

Adorno, nella sua produzione saggistica e polemica, sarà sempre strenuo sostenitore di questa Nuova Musica, del tutto avversata invece dal pubblico e da buona parte della critica di allora.

Paradigmatico, in questo senso, il testo del 1949 intitolato proprio "La filosofia della nuova musica".

Adorno si colloca in quel tragico clima culturale che segna il passaggio dalla vecchia concezione del mondo alla società di massa, la stessa che andava elaborando le sue autonome tavole dei valori, ancorate senza dubbio alle regole fondamentali dei linguaggi del passato, ma semplificate al massimo grado e svuotate di tutti i loro contenuti.

Nel 1931 Adorno diviene libero docente all'università di Francoforte, dove insegnerà fino a quando sarà costretto - a causa dell'avvento del nazismo - ad emigrare a Parigi, in Inghilterra e infine negli Stati Uniti.

Nel 1950 fa ritorno a Francoforte dove insegna filosofia e sociologia e dirige l'Istituto per le ricerche sociali.

Personalità poliedrica, dai molteplici interessi culturali, ha lasciato un contributo originalissimo in tutti i campi in cui ha esercitato la sua eccezionale capacità dialettica e speculativa. La filosofia e la musica sono in sintesi le sue passioni fondamentali, passioni che si condensano nello stupendo "Dialettica dell'illuminismo", scritto nel 1947 in collaborazione con l'altro grande esponente della cosiddetta "Scuola di Francoforte", ossia Horkheimer.

I due misero qui a punto la più raffinata critica della cultura occidentale del Novecento, elaborando una riflessione sul modo in cui la società occidentale ha trasformato il suo potenziale di emancipazione e dedicando una parte considerevole dell'opera a uno studio teorico sulla "questione antisemita" (espressione che preferivano a quella disorientante di "questione ebraica").

L'acutezza di questo sguardo filosofico sarebbe stata tale che nella comunità degli esuli tedeschi si proverà a tradurre in una ricerca empirica questa analisi che intrecciava freudismo e marxismo. Si ha così la pubblicazione di una serie di volumi collettivi intitolata "Studi sul pregiudizio".

Altrettanto fondamentali in campo estetico sono invece l'incompiuta "Teoria estetica" e la "Dialettica negativa". Il primo testo mette in rilievo il sottile rapporto dialettico fra opera d'arte e realtà sociale, mentre il secondo è un tentativo stimolante di aggiornare l'eredità hegeliana.

La spettacolare intelligenza di Adorno si è anche esercitata in sagaci aforismi, pubblicati in quel vero e proprio "cult" che reca il titolo di "Minima moralia" (1947), debitore, per la vena paradossale e brillante che lo percorre, verso gli illustri precedenti di Nietzsche e Kierkegaard. Ma assieme alla "bellezza" nietzscheana, in quel testo che stabilisce con vigore nella storia un prima e un dopo la grande mattanza nazista, traspare il lutto per i tragici avvenimenti dell'Europa di quegli anni.

Ansioso di riprendere a insegnare a studenti tedeschi, il filosofo fa come detto negli ultimi anni ritorno in Germania, convinto che la lingua madre sia lo strumento più adatto per esprimere il suo pensiero. Attento alla ricostruzione democratica del Paese, mette da parte i toni anti-borghesi della gioventù e toglie dalla circolazione i suoi scritti più influenzati dal marxismo.

Quando esplode il Sessantotto che a lui si richiamava, Adorno se ne mostra infastidito, ampiamente ricambiato in seguito dagli ottusi "rivoluzionari".

L'anno successivo, dopo un'ennesima contestazione, si allontana dall'università. Muore di crepacuore di lì a qualche giorno a Visp, in Svizzera, il 6 agosto 1969.

Biografia di Salvador Allende

Via cilena al socialismo
26 giugno 1908
11 settembre 1973

Chi è Salvador Allende?


Salvador Allende Gossens nasce a Valparaiso, in Cile, il 26 giugno 1908 da una famiglia benestante. Studia e si laurea in medicina e sin da giovane prende intensamente parte alla vita politica del suo paese. Esercita dapprima la professione di medico, fu massone, ma anche appassionato marxista ed acuto critico del sistema capitalista, tanto da dedicarsi sia alla professione di medico che all'attività politica.

Nel 1933 è tra i fondatori del Partito Socialista Cileno; nel 1938 viene eletto deputato e successivamente nel 1942 ministro della Sanità; nel 1945 diventa senatore poi Presidente del Senato; nel 1958 viene presentato alle elezioni presidenziali come candidato delle sinistre, ma non viene eletto.

Salvador Allende viene eletto Presidente democraticamente nel 1970, alla sua quarta elezione, quando si presenta come candidato di "Unidad Popular", una coalizione che riunisce Socialisti, Radicali e altri partiti di sinistra.

L'amministrazione Nixon è la più strenua oppositrice di Allende, per il quale nutre una malevolenza che il Presidente americano non esita ad ammettere apertamente. Durante la presidenza Nixon, i cosiddetti "consiglieri" statunitensi (che imperversano in buona parte dell'America Latina per tutti gli anni Settanta e Ottanta) tentano di impedire l'elezione di Allende tramite il finanziamento dei partiti politici avversari. Si sostiene che lo stesso Allende abbia ricevuto finanziamenti da movimenti politici comunisti esteri, ma tale ipotesi rimane ufficialmente non confermata; ad ogni modo la portata degli eventuali contributi sarebbe stata ben minore rispetto alle possibilità di "investimento" statunitensi.

Alle elezioni ottiene il primo posto ma non il 50% dei voti (raggiunge difatti il 36,3% dei suffragi) di conseguenza la decisione di una sua eventuale ascesa alla presidenza viene rimandata alla risolutezza del Congresso che si trova a scegliere tra lui e Jorge Alessandri, il secondo più votato. La scelta di Allende attira l'attenzione del mondo sul Cile: per la prima volta un marxista può diventare capo di un governo nell'emisfero ovest grazie ad una vittoria elettorale e non ad una insurrezione armata.

La sua vittoria allarma la parte più ricca della popolazione ed in particolar modo gli Stati Uniti che in seguito alla sua elezione fanno condurre dalla CIA un'operazione di propaganda per incitare l'ex presidente democristiano del Cile Eduardo Frei Montalva a bloccare la ratifica di Allende come presidente da parte del Congresso.

Si suppone che il Congresso, controllato dai cristiano democratici, rettifichi la sua vittoria ma, contrariamente a questo principio storico, prima forza Allende a firmare uno Statuto di Garanzie Costituzionali, poi gli consente l'insediamento.

Allende promette al Congresso ed al Paese una marcia verso il "socialismo nelle libertà"; il suo programma di riforme è vasto: prevede anche la nazionalizzazione delle banche, l'inizio della riforma agraria, l'espropriazione del capitale straniero (statunitense in primis) proprietario delle miniere.

Con gesto a dir poco ardito dichiara la sua intenzione di promuovere riforme socialiste, la cosiddetta "via cilena al socialismo", che prevede opportune misure che puntano sulla riforma agraria, aumento dei salari, nazionalizzazione obbligata del rame (la ricchezza massima del paese) senza alcun indennizzo. Questa sua scelta gli scatena contro l'ostilità del capitale americano.

I suoi avversari politici lo accusano di voler convertire il Cile in un regime comunista, ma Allende respinge queste insinuazioni. Come Presidente della Repubblica sceglie la strada dell'intransigenza e della fermezza; il suo programma prevede grandi interventi statali e la ridistribuzione della ricchezza ancora concentrata nelle mani di alcune famiglie cilene ricche e potenti per poter in questo modo attenuare gli squilibri tra ricchi e poveri.

Nonostante cerchi di realizzare questo progetto nel pieno rispetto della Costituzione, si mette contro anche quella parte di società cilena che da troppi anni è abituata a godere di favoritismi e privilegi.

Il governo annuncia una sospensione del pagamento del debito estero e al tempo stesso non onora i crediti dei potentati economici e dei governi esteri. Tutto ciò irrita fortemente la media e alta borghesia ed accresce la tensione politica nel paese, oltre ovviamente a creare un dissenso internazionale.

Inoltre durante la sua presidenza Allende non ha rapporti agevoli con il Congresso Cileno, in cui è forte l'influenza della Democrazia Cristiana Cilena, partito conservatore. I Cristiano Democratici continuano ad affermare che Allende sta conducendo il Cile verso un regime dittatoriale, sulla falsariga del governo cubano di Castro; cercano così di moderare molte delle sue maggiori riforme costituzionali.

Alcuni membri del Congresso scongiurano l'intervento delle forze armate a compiere un golpe per "proteggere la costituzione".

Allende stringe una profonda amicizia personale con Fidel castro e nel 1971 annuncia la ricostituzione delle relazioni diplomatiche con Cuba, nonostante in una dichiarazione dell'Organizzazione degli Stati Americani cui il Cile aderiva, si era stabilito che nessuna nazione occidentale avrebbe elargito sbocchi verso quello stato.

La politica di Allende si sbilancia sempre più a sinistra, verso il socialismo e verso relazioni sempre più strette nei confronti di Cuba, fatto che preoccupa Washington. L'amministrazione Nixon esercita una torchiatura economica sempre più crescente attraverso molti canali, qualcuno legale (come l'embargo) e qualcuno illegale (come il finanziamento degli oppositori politici nel Congresso Cileno e nel 1972 attraverso l'appoggio economico erogato al sindacato dei camionisti, che paralizza il paese).

Il 1973 è caratterizzato da un pessimo andamento dell'economia nel paese dovuto all'altissimo tasso di inflazione oltre che dalla mancanza di materie prime che fanno piombare il paese nel caos totale.

L'11 settembre del 1973 è una data che diventa un incubo per la democrazia, per opera del colpo di stato della destra nazionalista (coordinata e pilotata dagli Stati Uniti). Salvador Allende viene destituito: le forze armate Cilene guidate dal Generale Augusto Pinochet mettono in atto il golpe. Segue l'assedio e la presa del "Palacio de La Moneda"; anziché arrendersi a Pinochet, Allende sceglie il minore dei due mali ed opta per il suicidio. Sebbene le contingenze della sua morte, avvenuta a Santiago del Cile, non siano del tutto chiare, la versione ufficiale confermata dal suo medico personale è che il Presidente si è suicidato con un fucile. Altri sostengono che sia stato ucciso dai golpisti mentre difendeva il palazzo presidenziale.

Il colpo stato ed il regime di Pinochet non vengono tollerati e condivisi in molti stati, anche europei, in cui per solidarietà con Allende ed il popolo Cileno vengono organizzate manifestazioni e scioperi. Nel regime dittatoriale di Pinochet, che dura 17 anni, rimangono in carica gli ambasciatori nominati da Salvador Allende.

Molti sono stati i cileni che hanno sostenuto il colpo di stato, in quanto vedevano la speranza di proteggere la costituzione, ma ora, questa situazione che non ha soddisfatto le aspettative dei cittadini si rivela in tutto il suo orrore: durante il regno non democratico di Pinochet si vede la violazione dei diritti umani da parte del suo governo testimoniata da indiscutibili prove documentali.

Si stima che alla fine del lungo periodo di dittatura siano più di 3.000 le vittime (anche non cilene), fra morti e desaparecidos, e circa 30.000 le persone torturate (le cifre sono emerse dal Rapporto Rettig, un'inchiesta ufficiale condotta in Cile dopo la fine della dittatura di Pinochet, nel 1990). Sono emersi inoltre in tempi recenti, documenti catalogati che dimostrano come la CIA (il servizio di controspionaggio degli Stati Uniti d'America) sia stata fautrice dell'appoggio al ribaltamento di Allende, ed abbia incoraggiato ed alimentato l'uso della tortura da parte del dittatore Pinochet.

Biografia di Franz Beckenbauer

Imperatore in campo
11 settembre 1945

Chi è Franz Beckenbauer?


Per capire come mai veniva soprannominato "il Kaiser" (l'imperatore) basta gettare uno sguardo alla cineteca dedicata alle leggende del calcio per notare l'autorità e l'eleganza che Franz Beckenbauer mostrava in campo, oppure più semplicemente basterebbe gettare uno sguardo anche breve, alla sua carriera, la quale si può riassumere in un unico dato: ha vinto tutto. Come se non bastasse è stato il primo ad aver vinto i Campionati Mondiali di calcio sia come giocatore che come allenatore. Naturale che nel suo paese, la Germania, venga rispettato e idolatrato come un monumento.

Rispetto gli è dovuto anche per la carriera spettacolare che lo ha visto arrivare al successo partendo dal quartiere operaio di Monaco, in cui Franz Beckenbauer è nato l'11 settembre 1945. Alla città di Monaco e alla sua squadra, il Kaiser deve davvero tutto. Entra nella rosa juniores del FC Monaco a soli dieci anni, si impone in gran fretta, e a quattordici anni entra a far parte delle giovanili del Bayern. Un salto di qualità di gran classe e che riesce a pochi fra i giovani virgulti.

La famiglia lo segue con affetto in queste sue peregrinazioni calcistiche, anche se le difficoltà economiche e lo scetticismo generale dei genitori lo costringono a lavorare, fra una partita e l'altra, come praticante assicuratore. Poco dopo le due attività diventano inconciliabili: Franz è costretto ad una scelta e così, con gran coraggio (anche perché all'epoca il calcio non era quel business che è oggi) lascia tutto e nel 1964 debutta da professionista con il Bayern.

Non passa neanche un anno e nel 1965 il suo nome si ritrova tra i convocati della Nazionale (Germania Ovest), a Stoccolma, contro i padroni di casa, in una partita decisiva per le qualificazioni ai Mondiali del 1966 in Inghilterra: grazie alla sua proverbiale freddezza, Franz Beckenbauer non delude, gioca una gran partita e trascina la Germania Ovest nella rosa delle squadre destinate a disputarsi la coppa del mondo. Ed è proprio ai Campionati organizzati dall'Inghilterra che tutto il mondo scopre "Kaiser" Franz ed il ruolo da lui inventato: il libero d'attacco, che insieme al suo allenatore del Bayern, Taschik Cajkovski, stava sviluppando. Il risultato? Un Mondiale da protagonista, con quattro gol messi a segno (i tedeschi persero 4-2 la finale con i padroni di casa inglesi).

Ai mondiali messicani del 1970 Beckenbauer è uno dei protagonisti di una delle partire più celebri nella storia del calcio planetario: quella semifinale "Italia-Germania, 4-3" a cui sono stati dedicati film, libri, targhe commemorative oltre che a fiumi di inchiostro. Beckenbauer e compagni ebbero la sfortuna di trovarsi davanti l'Italia di Mazzola, Riva, Rivera, Facchetti e Boninsegna.

Beckenbauer con la sua nazionale disputerà ben 103 incontri, tutti tra il 26 settembre 1965 ed il 23 febbraio 1977 (ultima partita, contro la Francia). Con la maglia del Bayern, ad eccezione della Coppa Uefa, Beckenbauer vince tutto il possibile: Coppa delle Coppe, Coppa di Germania, Coppa Intercontinentale, Campionato Europeo. Dopo il terzo scudetto di fila guida la sua Nazionale ai Mondiali casalinghi del 1974: sarà lui ad alzare la coppa dei vincitori. Non poteva mancare il Pallone d'Oro, che Kaiser Franz si è aggiudicato per ben due volte.

A trentadue anni, sazio di successi, esce di scena, ma ancora non abbandona il calcio giocato. Nel 1977 si trasferisce in America, dove gioca con la squadra di New York (al fianco del redivivo Pelè) e comincia a vincere anche oltre oceano; dal 1977 al 1980 arrivano i trionfi nel campionato di calcio statunitense con la maglia dei Cosmos.

Nel 1984, lasciato il calcio giocato, Beckenbauer è ambito da giornali ed emittenti televisive, fino a quando gli viene offerta la possibilità di allenare la nazionale maggiore. Succede così a Jupp Derwall come commissario tecnico della Germania Ovest. La scommessa è vincente: dopo un secondo posto ai Mondiali messicani del 1986 (sconfitti in finale dall'Argentina del Pibe De Oro Diego Maradona), la nazionale tedesca si prende la rivincita sugli argentini quattro anni più tardi, nei mondiali di Italia '90. Beckenbauer entra nella storia: nessuno fino a quel momento vantava un mondiale vinto da giocatore ed uno da allenatore.

Lasciata la panchina della nazionale nel 1993, dopo una breve parentesi come allenatore dell'Olympique di Marsiglia, torna al Bayern come vicepresidente. Nel 1994 allena la squadra in cui ha speso la sua vita, portandola a vincere il campionato. Poi ne diviene presidente coronando un altro sogno. Nel 1998 Franz Beckenbauer, persona seria che ha sempre concesso poco al gossip, è nominato "giocatore tedesco del secolo" e contemporaneamente boccia l'idea del regista Tony Wiegand di un film sulla sua vita. D'altronde, quale pellicola potrebbe ricreare la sua immensa classe? Quella miscela di grazia e di eleganza, unite ad un fisico atletico e all'ottima visione di gioco, che gli hanno dato la possibilità di sfruttare ogni errore delle difese avversarie e di diventare un giocatore assolutamente unico nel ristretto panorama dei veri fuoriclasse.

Biografia di Beatrice Cenci

6 febbraio 1577
11 settembre 1599

Chi è Beatrice Cenci?


Beatrice Cenci fu una nobildonna romana accusata e poi giustiziata (per aver ucciso il padre) in seguito assurta al ruolo di eroina popolare. Nasce il 6 febbraio del 1577 a Roma, figlia di Ersilia Santacroce e di Francesco, conte dissoluto e violento.

Dopo aver perso la mamma ancora bambina, a soli sette anni Beatrice Cenci viene affidata alle monache francescane del Monastero di Santa Croce a Montecitorio insieme con la sorella Antonina. A quindici anni ritorna in famiglia, ma trova un ambiente violento e complicato, con il padre che la insidia e la sevizia continuamente.

Egli, sposatosi in seconde nozze con Lucrezia Petroni, dopo essere stato in carcere ed essendo pesantemente indebitato, vuole impedire alla figlia di sposarsi, in maniera da non dover pagarle la dote, e per raggiungere il suo scopo arriva al punto di segregarla in un piccolo castello del Cicolano chiamato la Rocca, a Petrella Salto, nel Regno di Napoli.

È il 1595: Beatrice Cenci inizia a covare un risentimento esasperato nei confronti del padre, e con l'aiuto dei domestici spedisce lettere di aiuto ai familiari; una di queste, però, giunge tra le mani del padre stesso, che per punirla la picchia con violenza.

Quando, nel 1597, l'uomo si ritira a Petrella malato di gotta e rogna e sommerso dai debiti, la vita di Beatrice peggiora ulteriormente. Così, esasperata dagli abusi sessuali e dalle violenze di cui è vittima, decide di uccidere il padre con l'aiuto dei fratelli Bernardo e Giacomo, della matrigna Lucrezia, di un castellano e di un maniscalco.

I suoi tentativi, tuttavia, vanno a vuoto per due volte: nel primo caso il veleno somministrato all'uomo non sortisce l'effetto sperato, mentre nel secondo caso un'imboscata messa in atto da briganti locali si rivela fallimentare. L'omicidio, comunque, non tarda ad arrivare: stordito dall'oppio, il padre di Beatrice viene ripetutamente percosso con un mattarello e poi finito con un martello e un chiodo.

Per nascondere il delitto, i congiurati buttano il corpo dell'uomo dalla balaustra: dopo le esequie il cadavere viene sepolto velocemente in una chiesa locale, mentre Beatrice Cenci e i suoi familiari tornano a Roma.

Ben presto, tuttavia, sospetti e voci inducono le autorità a indagare sulla morte del conte. Il duca Marzio Colonna e il vicerè del Regno di Napoli Enrico di Gusman ordinano due inchieste; in seguito è addirittura Papa Clemente VIII a intervenire. Dopo aver riesumato la salma, due chirurghi stabiliscono che una caduta non può essere stata la causa della morte.

Così come gli altri congiurati, anche Beatrice, dopo avere negato in un primo momento il proprio coinvolgimento nell'assassino, viene sottoposta alla tortura della corda, e viene obbligata ad ammettere l'omicidio: viene, quindi, rinchiusa nel carcere di Corte Savella insieme con la matrigna Lucrezia.

A processo, la ragazza viene difesa da Prospero Farinacci, uno dei più importanti avvocati dell'epoca, che accusa Francesco di avere stuprato la giovane. Il processo, tuttavia, non va a buon fine, e anche la richiesta di clemenza inoltrata al Papa viene rifiutata. Beatrice e Lucrezia, quindi, vengono condannate alla decapitazione.

L'esecuzione va in scena nella piazza di Castel Sant'Angelo la mattina dell'11 settembre del 1599, davanti a numerose persone (tra le quali anche Caravaggio, che rimarrà notevolmente colpito dalla vicenda di Beatrice Cenci, e Orazio Gentileschi). La folla è tanta che alcuni spettatori muoiono nella calca, mentre altri cadono nel Tevere; Beatrice e la matrigna vengono decapitate con una spada.

Il suo cadavere, come da esplicita sua richiesta, viene sepolto in un loculo sotto una lapide senza nome (così impone la legge per i giustiziati a morte) davanti all'altare maggiore di San Pietro in Montorio.

La sua tomba verrà profanata due secoli più tardi, durante l'occupazione dei soldati francesi nel corso della Prima Repubblica Romana: uno di essi aprirà la cassa della ragazza e preleverà il suo teschio. La figura di Beatrice Cenci diverrà, nel tempo, sempre più celebre, ricordata ancora oggi come una eroina popolare, personaggio simbolo contro le violenze compiute sulle donne.

Biografia di Brian De Palma

Principe del brivido
11 settembre 1940

Chi è Brian De Palma?


Oggi evocare il nome di Brian De Palma ha il sapore della rievocazione hitchcockiana. Ormai da tutti riconosciuto come il degno erede del maestro del brivido Alfred Hitchcock, infatti, De Palma non solo ha rivisitato degnamente gli stili e i modi del suo grande predecessore ma ha anche contribuito con la sua opera al mantenimento di un genere, il thriller, che fa della suspance e della tecnica narrativa i suoi punti di forza (lontano, insomma, da quegli effetti grandguignoleschi che così spesso ammorbano i titoli del genere).

Nato a Newark, New Jersey (USA) l'11 settembre 1940, Brian Russel De Palma trascorre la giovinezza a Philadelphia dove la famiglia si trasferisce quando lui ha appena 5 anni. I suoi interessi principali inizialmente sono rivolti alla scienza e alla tecnica, forse influenzato dal padre, eccellente chirurgo ortopedico. Nella famiglia De Palma si nascondeva un altro genietto, il fratello maggiore Bruce, che compì in seguito brillanti studi di fisica, mentre il terzo, Bart, è un appassionato di pittura. Anche la madre, cantante lirica, non è da meno in questa eccezionale famiglia, anche se, per seguire la famiglia, rinuncerà quasi del tutto alle sue ambizioni artistiche.

Al liceo l'ultimo nato della famiglia De Palma viene considerato dagli insegnanti uno studente dal talento innato per l'elettronica, mentre i compagni lo ricordano come "un ragazzo affascinato dal funzionamento degli oggetti più svariati, capace di passare ore intere a smontare da cima a fondo apparecchi radiofonici o sintonizzatori per comprenderne con esattezza la meccanica interna" (se ne troverà una traccia nel Keith Gordon di "Home movies" e "Vestito per uccidere", nonché nel John Travolta di "Blow out".

La svolta decisiva avviene quando De Palma dovendo conseguire il diploma di fisica, arriva da matricola alla Columbia University, college newyorkese tra i più sbilanciati verso le materie umanistiche, e sulla scia della sua vocazione scientifica "scopre" il mondo dello spettacolo, dedicandosi al teatro e, in seguito, al cinema sperimentale. Ottenuto il suo diploma, De Palma riesce nell'impresa di ottenere una borsa di studio presso un altro istituto newyorkese, il Sarah Lawrence College. Per lui questa è un'opportunità importante che gli consente di lavorare a stretto contatto con quello che considera il suo primo e unico maestro, Wilford Leach, che appunto insegna al Sarah Lawrence.

Leach - che in seguito diventerà famoso a Broadway per la regia di uno degli spettacoli più di successo degli anni '70, "The Pirates Of Penzance" - conosce De Palma ai tempi della sua frequentazione dei Columbia Players, e lo prende sotto la propria ala protettiva, dandogli consigli in merito a tutto quello che un giovane autodidatta, abituato a girare piccoli film a costo zero, non può avere ancora del tutto assimilato: il rapporto con gli attori, la scrittura, la scenografia.

Il geniale De Palma impara in fretta la lezione. I successivi capolavori, fra cui si annoverano "Carlito's way" (con Al Pacino), "Gli intoccabili" (Kevin Costner, Sean Connery, Andy Garcia) o "Scarface" (ancora Al Pacino), sono lì a testimoniarlo. Secondo la rivista americana "Variety" nessuno meglio di Brian De Palma è capace di ottenere il massimo della tensione e della suspense.

L'enorme talento di artigiano delle immagini, l'uso disinvolto dello split screen, la capacità disarmante nell'uso del rallentatore senza annoiare, bensì col fine di aumentare il coinvolgimento, fa di De Palma uno dei registi più originali e più emozionanti degli ultimi vent'anni.

Nel 1986 ha diretto il video musicale di Bruce Springsteen: "Dancing in the Dark" (in cui compare anche l'attrice Courtney Cox). E' stato sposato con, l'attrice Nancy Allen, che ha utilizzato in quattro dei suoi film dal 1979 al 1983, con Gale Anne Hurd (seconda moglie di James Cameron), e dal 1995 al 1997 con Darnell De Palma, dalla quale ha avuto una figlia, Piper, nata il 21 ottobre 1996.

Biografia di Marcello Dell'Utri

Un curriculum di dubbio rispetto
11 settembre 1941

Chi è Marcello Dell Utri?


Marcello Dell'Utri nasce l'11 settembre del 1941 a Palermo. Dopo aver ottenuto la maturità nel capoluogo siciliano, si sposta a Milano per studiare Giurisprudenza all'Università Statale, dove entra in contatto con Silvio Berlusconi: dopo essersi laureato, nel 1964 diventa suo segretario, e al tempo stesso allena la squadra di calcio del Torrescalla, sponsorizzata dallo stesso Berlusconi. L'anno dopo si sposta a Roma, dove presso il Centro Internazionale per la Gioventù Lavoratrice dirige il Gruppo Sportivo Elis per conto dell'Opus Dei.

Tornato a Palermo, diventa direttore sportivo dell'Athletic Bacigalupo: in questo periodo, conosce Gaetano Cinà e Vittorio Mangano, mafiosi di Cosa Nostra. Entrato nella Cassa di Risparmio delle Province Siciliane, prima a Catania e poi a Belmonte Mezzagno, diventa nel 1973 direttore generale del servizio di credito agrario Sicilcassa, a Palermo. Chiamato da Berlusconi, l'anno successivo torna a Milano, dove lavora alla Edilnord e segue la ristrutturazione della villa che Berlusconi ha comprato dalla marchesina Annamaria Casati Stampa ad Arcore, in Brianza. Dell'Utri porta in villa Vittorio Mangano, giovane mafioso che in quel periodo ha già tre arresti sulle spalle e una diffida come "persona pericolosa" risalente a pochi anni prima: ufficialmente come stalliere, in realtà per proteggere Berlusconi e la sua famiglia da eventuali sequestri o rapimenti che la mafia potrebbe mettere in atto.

Si dimette da Edilnord nel 1977, per lavorare presso la Inim di Filippo Alberto Rapisarda: la Criminalpol pochi anni più tardi definirà l'azienda "società commerciale gestita dalla mafia" utilizzata per riciclare denaro sporco derivante da azioni illecite.

Chiamato dalla Bresciano Costruzioni come amministratore delegato, a partire dal 1982 intraprende l'attività di dirigente per Publitalia '80: si tratta della società fondata da Berlusconi nel 1979 per la raccolta pubblicitaria di Fininvest, di cui diviene amministratore delegato e presidente. Promosso anche amministratore delegato di Fininvest, nel 1993 è uno dei fondatori del partito Forza Italia. Arrestato a Torino, nel 1995, con l'accusa di aver ostacolato l'inchiesta relativa ai fondi neri di Publitalia '80 inquinandone le prove, diventa deputato del Parlamento per FI l'anno successivo, mentre è indagato a Palermo per mafia, e a Torino per frode fiscale e fatture false. Nel corso della sua attività di parlamentare, presenterà solo due DDL: uno relativo alla tutela dei minori vittime di violenze, e l'altro riguardante una riforma delle norme riguardanti l'industria dei latticini.

Nel 1999, dopo aver patteggiato una pena di due anni e tre mesi di reclusione nel processo di Torino, viene eletto all'Europarlamento per Forza Italia: in cinque anni di attività, sarà co-firmatario di nove interrogazioni parlamentari e di tre proposte di risoluzione.

Nel 2001 Dell'Utri diventa membro del comitato organizzatore della rassegna nazionale "Città del Libro" che si svolge a Campi Salentina, in provincia di Lecce, e viene eletto senatore nel collegio 1 di Milano. L'anno successivo fonda "Il Domenicale", settimanale di cultura diretto da Angelo Crespi, mentre al Senato viene riconfermato sia nel 2006 che nel 2008 (questa volta nel Pdl), dopo essere stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Durante la sua carriera da senatore, non presenta mai come primo firmatario alcun disegno di legge.

Nel frattempo, nel 2007 annuncia di aver ricevuto cinque diari manoscritti da Benito Mussolini, all'interno dei quali sarebbero contenuti appunti scritti dal Duce tra il 1935 e il 1939. Il senatore siciliano li avrebbe avuti in consegna dai figli di un partigiano scomparso, del quale però non vengono rivelate le generalità, e molti storici manifestano scetticismo a proposito della veridicità dei documenti. Grafologi e storici del fascismo, infine, riconoscono come totalmente falsi i diari, sia perché la calligrafia non è quella di Mussolini, sia perché in essi sono presenti discrepanze storiche evidenti.

Nello stesso anno viene nominato da Letizia Moratti, sindaco di Milano, direttore artistico del Teatro Lirico, ed entra a far parte del consiglio di amministrazione di "E Polis", gruppo editoriale che pubblica quindi quotidiani in tutto il territorio italiano. Divenuto presidente di Publiepolis Spa, concessionaria di pubblicità, si dimette da entrambe le cariche nel febbraio del 2008.

Sempre nel 2008, pochi giorni prima delle elezioni politiche dichiara, intervistato da Klaus Davi, che Vittorio Mangano è stato, "a modo suo un eroe", in quanto si è rifiutato, durante la sua permanenza in carcere, di rilasciare dichiarazioni contro Berlusconi e lo stesso Dell'Utri, pur potendone trarre vantaggio ottenendo la scarcerazione.

Nel 2010 viene indagato nel corso della cosiddetta inchiesta P3, condotta dalla magistratura di Roma a proposito di un occulto intreccio di istituzioni e personalità dello Stato al fine di ricreare una nuova P2. Le indagini vengono concluse l'anno successivo, e il 3 gennaio del 2012 viene chiesto il rinvio a giudizio, dalla procura di Roma, per venti persone, tra cui lo stesso Dell'Utri. Nello stesso anno Dell'Utri viene indagato dalla Procura di Palermo in relazione a una presunta estorsione da lui compiuta nei confronti di Silvio Berlusconi: l'inchiesta viene successivamente trasferita dalla Dda di Palermo alla Dda di Milano.

Biografia di Jimmy Fontana

13 novembre 1934
11 settembre 2013

Chi è Jimmy Fontana?


Enrico Sbriccoli è il vero nome di Jimmy Fontana, cantautore che conobbe l'apice del successo durante gli anni '60, soprattutto con la sua celebre canzone "Il mondo". Nasce il 13 novembre del 1934 a Camerino, nelle Marche. Impara a suonare il contrabbasso come autodidatta e, appassionatosi al jazz, prende a frequentare un locale di Macerata, l'"Hot Club", in cui si esibisce insieme con amici. Diplomatosi in ragioneria, decide di trasferirsi a Roma: nella Capitale si iscrive all'università a Economia e Commercio, e collabora con la "Roman New Orleans Jazz Band".

Messo da parte lo studio, si dedica alla musica scegliendo lo pseudonimo di Jimmy Fontana (il nome è un omaggio a Jimmy Giuffre, sassofonista, mentre il cognome viene scelto casualmente su un elenco del telefono). Dopo aver inciso per la Consorti alcuni standard jazz, entra nella "Flaminia Street Jazz Band" come cantante, registrando album per l'Astraphon. Quindi, forma la band "Jimmy Fontana and his trio", e nello stesso periodo incontra Leda, la donna che diventerà sua moglie (e che gli darà quattro figli: Luigi, Roberto, Andrea e Paola). Si avvicina quindi alla musica leggera come solista, ottenendo riscontri positivi con il singolo "Diavolo" dopo aver sottoscritto un contratto con l'etichetta Hollywood.

Vincitore del Burlamacco d'Oro con il brano "Bevo", Jimmy Fontana prende parte nel 1961 al Festival di Sanremo, cantando "Lady luna" insieme con Miranda Martino. Canta, poi, "Cha cha cha dell'impiccato" con Gianni Meccia, e "Non te ne andare". Nel 1965 esce "Il mondo", il suo successo più importante, scritto da Meccia e Gianni Boncompagni. Dopo aver recitato nei film "008 Operazione ritmo" e "Viale della canzone", vince il "Disco per l'estate" del 1967 con "La mia serenata", mentre tre anni più tardi incide la sigla di "Signore e signora", trasmissione tv con Lando Buzzanca e Delia Scala, intitolata "L'amore non è bello (se non è litigarello)".

All'inizio degli anni Settanta scrive, insieme con Franco Migliacci, Carlo Pes e Italo Greco, la canzone "Che sarà", allo scopo di proporla a Sanremo. In realtà il direttore artistico della Rca Ennio Melis regala il brano ai Ricchi e Poveri, bisognosi di una consacrazione nazionale, reduci dal successo de "La prima cosa bella". Jimmy Fontana in un primo momento non dà il permesso di usare la canzone, ma poi è costretto a cedere: il singolo si rivelerà un successo strepitoso, in Italia e nel resto del mondo. Rimasto colpito negativamente dalla vicenda, l'artista marchigiano non riuscirà più a bissare il successo degli anni Settanta: abbandonato il mondo della musica, torna a Macerata per aprire un bar.

Il ritorno sulle scene risale al 1979, con la sigla de "Gli invincibili", "Identikit", mentre al Festival di Sanremo del 1982 viene proposta "Beguine", con musica scritta dal figlio Luigi. Dopo aver formato con Nico Fidenco, Gianni Meccia e Riccardo Del Turco "I superquattro", torna sul palco di Sanremo nel 1994 con il brano "Una vecchia canzone italiana", nel gruppo "Squadra Italia": la canzone, tuttavia, si classifica solamente al diciannovesimo posto. Mentre le sue apparizioni in televisioni si fanno sempre più rare, prosegue la sua carriera attraversando l'Italia e riproponendo i suoi antichi successi in concerto.

Negli anni Duemila il suo nome torna in auge a causa di una mitraglietta da lui posseduta negli anni Settanta, e che si scopre essere stata ritrovata in un covo delle Brigate Rosse nel 1988, dopo essere stata usata per compiere numerosi attentati. Fontana, tuttavia, non risultata minimamente coinvolto nella vicenda, avendo venduto l'arma nel 1977. Muore all'improvviso l'11 settembre del 2013, all'età di 78 anni, a causa di un'infezione dentale che gli causa una febbre molto alta, fatale per il suo fisico non più giovanissimo.

Biografia di David Herbert Lawrence

I viaggi delle parole
11 settembre 1885
2 marzo 1930

Chi è David Herbert Lawrence?


Lo scrittore britannico David Herbert Richards Lawrence nasce a Eastwood (nella regione del Nottinghamshire, Inghilterra) il giorno 11 settembre 1885. Quarto figlio di Arthur John Lawrence, minatore, e Lydia Beardsall, maestra. David Herbert frequenta le scuole primarie a Eastwood e poi la High School a Nottingham. In questi anni incontra Jessie Chambers che diventa la sua migliore amica e che in seguito sarà d'ispirazione per il personaggio di Miriam nel romanzo "Figli ed amanti".

A sedici anni il futuro scrittore inizia a lavorare a Nottingham; ben presto però una polmonite lo costringe a smettere. Inizia nel 1902 un tirocinio come insegnante presso la British School di Eastwood. Nel giugno 1905 supera l'esame di matricola all'Università di Londra e prosegue così gli studi magistrali all'Istituto Superiore Universitario di Nottingham.

Firmandosi Jessie Chambers, pubblica il suo primo racconto - dal titolo "Preludio a un felice Natale" - il 7 settembre 1907 sul Nottinghamshire Guardian. Consegue il diploma e nel 1908 diviene maestro a Croydon, vicino Londra.

Sulla English Review, nel mese di novembre del 1909, vengono pubblicate le prime poesie di David Herbert Lawrence. Sempre nel 1909 incontra Helen Corke, anche lei insegnante a Croydon, a cui Lawrence si ispirerà per la protagonista femminile de "Il trasgressore".

Persa la madre nel 1910, all'inizio dell'anno seguente pubblica "Il pavone bianco", il suo primo romanzo; alla fine dello stesso anno torna a farsi presente la polmonite: Lawrence decide di dimettersi dalla sua professione di maestro.

Verso la fine del mese di marzo del 1912 incontra Frieda, figlia del ricchissimo barone tedesco Friedrich von Richthofen, appartenente ad una delle più importanti famiglie nobiliari della Germania; Frieda è già sposata con il professore inglese Ernest Weekley. A maggio dello stesso anno Lawrence la segue in Germania; contemporaneamente viene pubblicato il suo secondo romanzo, "Il trasgressore".

Compie una serie di viaggi in Italia con Frieda e nel frattempo pubblica la sua prima raccolta di poesie, "Poesie d'amore e altre" (1913) e il suo terzo romanzo "Figli ed amanti" (1913).

Tornato in Inghilterra, il 13 luglio 1914 sposa Frieda la quale aveva ottenuto il divorzio dal marito. Dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale soggiorna con la moglie in varie località inglesi, tra le quali la Cornovaglia, da dove la coppia viene espulsa nell'ottobre del 1917 per il pacifismo di lui e la nazionalità tedesca di lei. In questi anni vengono pubblicati "L'ufficiale prussiano" (dicembre 1914, prima raccolta di racconti), il quarto romanzo "L'arcobaleno" (settembre 1915), "Crepuscolo in Italia" (giugno 1916), "Amores" (luglio 1915, seconda raccolta di liriche), "Ecco! Siamo giunti a buon fine" (dicembre 1917, poesie), "Nuove poesie" (ottobre 1918) e "L'alloro" (novembre 1918).

A partire dal mese di novembre 1919 soggiorna con la moglie in diverse località italiane tra cui Firenze, La Spezia, Spotorno, Picinisco, Ravello, Capri, Taormina e visita la Sardegna. Dopo una breve parentesi tra Germania e Austria nell'estate del 1921, torna in Italia. In questo periodo viene pubblicata la sua seconda opera teatrale "Pericoloso toccare" (maggio 1920), i romanzi "Donne innamorate" e "La ragazza perduta" (novembre 1920); il testo scolastico "Momenti della Storia europea" (marzo 1921); il primo libro di psicanalisi "La psicanalisi e l'inconscio" (maggio 1921); la raccolta di liriche "Testuggini" ed il libro di viaggio "Mare e Sardegna" (dicembre 1921).

David Herbert Lawrence nel 1922 inizia a tradurre le opere dell'italiano Giovanni Verga. Alla fine del mese di febbraio si imbarca con la moglie da Napoli per l'India. La coppia soggiorna a Ceylon per poi spostarsi in Australia, dove Lawrence scrive il suo ottavo romanzo, "Canguro". Il viaggio prosegue passando per Nuova Zelanda, Isole Cook e Tahiti, fino a San Francisco. Il 23 marzo 1923 si trasferisce a Chapala, in Messico, dove inizia a scrivere "Il serpente piumato", quello che sarebbe stato il suo decimo romanzo. In agosto la moglie si imabarca da New York per l'Inghilterra, mentre lo scrittore si mette in viaggio per la California. Termina intanto il suo nono romanzo "Il ragazzo nella boscaglia".

Nel mese di novembre torna a Londra per ricongiungersi con Frieda. Tra il 1922 e il 1923 vengono pubblicati il settimo romanzo "La verga d'Aronne", il secondo libro di psicanalisi "Fantasia dell'inconscio", la raccolta "Inghilterra, mia Inghilterra", tre romanzi brevi ("La coccinella", "La volpe" e "Il fantoccio scozzese"), il saggio "Studi sulla letteratura cassica americana", il romanzo "Canguro", la raccolta di liriche "Uccelli, bestie e fiori", e la traduzione di "Mastro-don Gesualdo".

Dopo essere stato a Parigi nel gennaio del 1924, Lawrence torna in America e soggiorna prima nel Nuovo Messico e poi di nuovo in Messico dove all'inizio del 1925 termina la stesura de "Il serpente piumato". In questo periodo gli viene diagnosticata la tubercolosi. Decide di tornare in Italia per cercare un clima favorevole alla sua condizione di salute. Per un certo tempo risiede a Spotorno dove scrive il romanzo breve "La vergine e lo zingaro" che verrà pubblicato solo postumo. Di questo periodo sono "Il ragazzo nella boscaglia" e di altri due romanzi brevi "Il purosangue" e "La principessa".

Dopo la pubbicazione nel gennaio del 1926 de "Il serpente piumato", si trasferisce nella Villa Mirenda a Scandicci, nei pressi di Firenze. Qui si dedica alla pittura e alla scrittura del suo undicesimo romanzo "L'amante di Lady Chatterley", lavoro che verrà pubblicato in edizione privata nel 1928. L'ispirazione per questa storia arriva dalla relazione della moglie con un tenente, il quale diverrà il suo terzo marito.

L'instancabile Lawrence riparte e questa volta tocca Svizzera, Germania e la Riviera francese. Di questo periodo sono il libro di viaggio "Luoghi etruschi", il romanzo breve "L'uomo che era morto", il lavoro teatrale "David" e "Mattinate al Messico".

Le furiose polemiche e scandali scatenati da "L'amante di Lady Chatterley" a causa dell'audacia del linguaggio in cui descrive la vita sessuale dei personaggi, e la conseguente censura, inducono l'inglese nel marzo del 1929 a scrivere un pamphlet esplicativo dal titolo "A proposito dell'amante di Lady Chatterley"; lo scrive mentre è a Parigi, sofferente, a causa dell'aggravarsi della tubercolosi.

Scrive il suo ultimo libro, "Apocalisse", nel settembre del 1929.

All'inizio del 1930 le sue condizioni di salute si aggravano ulteriormente: viene ricoverato a Vence, ma vi rimane ben poco preferendo farsi trasferire a Villa Robermond, dove David Herbert Lawrence muore la sera del 2 marzo. Postume uscirono altre opere, tra queste "La vergine e lo zingaro", dedicato all'ormai ex consorte.

Biografia di Nicola Pietrangeli

Il tennis italiano e la sua storia
11 settembre 1933

Chi è Nicola Pietrangeli?


Nicola Pietrangeli nasce a Tunisi l'11 settembre 1933 da padre italiano e madre russa. Sono pochi gli italiani, anche se appartanenti alle ultime generazioni, che ignorano il nome di questo prestigioso campione del tennis italiano.

Grande curatore dello stile, giocatore di fondo campo, micidiale nei passanti, forte nel rovescio, un po' meno nel dritto, notevole la sua smorzata, Pietrangeli appartiene a quella categoria di campioni che vincono molto ma non tutto quello che avrebbero meritato.

Ha disputato in coppa Davis 164 incontri (con 120 successi), senza mai riuscire a conquistarla se non nel 1976 a Santiago del Cile come capitano del quartetto formato da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Antonio Zugarelli.

Nel 1959 e nel 1960 Nicola Pietrangeli si aggiudica il Roland Garros e viene universalmente riconosciuto come il campione del mondo sulla terra battuta. L'appellativo viene confermato con la vittoria agli Internazionali d'Italia del 1961. Saranno 22 le sue partecipazioni a questa competizione.

Pietrangeli è stato il più grande tennista italiano di sempre con le sue quattro finali al Foro Italico e i due successi al Roland Garros.

Anche a Wimbledon il suo ruolino resta il migliore: diciotto le sue partecipazioni.

Nelle classifiche mondiali Nicola Pietrangeli raggiunge la terza posizione nel 1959 e nel 1960.

Dotato di un fisico straordinario, Pietrangeli non si sentiva schiavo degli allenamenti, anzi coltivò - anche all'apice della carriera - una grande passione per il calcio.

Biografia di Pupo

Dolce e un po' salato
11 settembre 1955

Chi è Pupo?


Enzo Ghinazzi - in arte Pupo - nasce a Ponticino (Arezzo) il giorno 11 settembre 1955. Fin da giovane si esibisce in complessi locali e partecipa a concorsi per voci nuove. Ventenne, viene scoperto dal discografico Freddy Naggiar che gli affibbia lo pseudonimo di Pupo e lo mette sotto contratto con la Baby Records. La carriera di cantautore comincia nel 1975 quando Pupo vende oltre venti milioni di dischi, vince 11 dischi d'oro e la Gondola d'oro (1981) per l'album "Più di prima".

Debutta con il singolo "Ti scriverò" ed è subito un successo. Il suo primo album risale al 1976 e si intitola "Come sei bella". Raccoglie il grande successo con le uscite di molti altri 45 giri da classifica: "Come sei bella", "Ciao", "Gelato al cioccolato" (scritta da Cristiano Malgioglio), "Firenze Santa Maria Novella" (dedica d'amore al capoluogo toscano).

L'apice della fama è all'inizio degli anni '80: nel 1980 partecipa al Festival di Sanremo con la canzone "Su di noi", che diventa uno dei suoi pezzi più apprezzati. Un appannamento del successo coincide con "Cieli azzurri" (Sanremo 1983) e "Un grande amore" (Sanremo 1984).

Problemi di vita privata legati alla sua passione/mania per il gioco d'azzardo si ripercuotono anche sull'attività professionale, che soffre di una crisi appena sollevata - nel 1986 - dal singolo "La vita è molto di più", cantato in duetto con Fiordaliso.

Non solo autore dei suoi testi, Pupo scrive parecchie canzoni anche per amici e colleghi come ad esempio "Sarà perché ti amo", cantata dai Ricchi e Poveri nel 1981 che segna il ritorno in grande stile del trio italiano. Molte canzoni di Pupo intanto vengono tradotte in tedesco, francese, inglese, spagnolo. E nel frattempo la notorietà all'estero, specialmente in Russia e nell'est europeo, resta significativa tanto che Pupo tiene concerti a Leningrado e Mosca, dove nel 1986 ne realizza oltre quaranta.

Nel 1989 Gianni Boncompagni lo scrittura per "Domenica In", e grazie alla televisione Pupo riconquista la notorietà perduta. In questo periodo la voce di Enzo Ghinazzi risuona nei teatri più importanti del mondo: dal Madison Square Garden di New York al Maple Leaf Garden di Toronto, dalla Royal Albert Hall di Londra all'Entertainment Center di Sydney, dall'Olympia di Parigi ai teatri di Tallin.

Da queste tournèe nasce anche un album live, "Canada's Wonderland", realizzato a Toronto nel maggio 1991. Altro disco nell'anno successivo: "Enzo Ghinazzi 1" contiene "La mia preghiera", con il quale Pupo partecipa a Sanremo, un brano che ricorda gli spirituals, i canti religiosi dei neri americani e che nasce dal desiderio di sentirsi vicino a Dio.

Altro anno importante è il 1995: dopo tre anni di pausa, incide il nuovo album che viene prodotto e registrato in Svizzera e Germania. È così che - anche grazie all'uscita nei paesi del Centro Europa dei singoli "Senza fortuna" e "La notte" e al disco "Pupo 1996" - arriva il grande rilancio. Pupo ottiene altri consensi, soprattutto a livello internazionale, incide "In Eternità", pubblica un album nel 1998 dal titolo "Tornerò".

Dagli anni '90 continua a pubblicare musica ma si dedica soprattutto all'attività televisiva come conduttore di programmi a quiz e varietà, anche come ospite fisso. Appare molto spesso in programmi televisivi come "Quelli che il calcio" in veste di inviato da Firenze e sempre sul piccolo schermo si racconta ne "L'equilibrista".

Nel 2005 è l'inviato in Brasile della seconda edizione del reality show "La fattoria": il suo definitivo rilancio televisivo. Nell'estate del 2005 conduce per la prima volta un programma tutto suo su Rai Uno, il quiz "Il malloppo". Grazie al successo che riscuote gli viene affidata la conduzione del programma "Affari tuoi", programma precedentemente portato al successo da Paolo Bonolis.

Dopo una pausa nel marzo 2006 per una tournée, il cantante si rifiuta di condurre la trasmissione "Affari tuoi" nella stagione 2006/2007 (invitando la Rai a "far riposare il programma, perché va cambiato"); comincia così in qualità di conduttore un nuovo programma estivo, "Tutto per tutto".

Nel 2007 commenta con Fabio Caressa e Stefano De Grandis su SKY Sport il primo campionato italiano di poker al casinò di Venezia, forte della sua passione per il gioco d'azzardo; Pupo canta pure la sigla della trasmissione, da lui scritta.

Partecipa da concorrente al torneo delle celebrità ed in estate conduce il preserale "Reazione a catena" su Raiuno. Per il primo canale viene chiamato anche a condurre alcuni programmi test: il primo a dicembre 2007 è "Chi fermerà la musica" (trasmesso regolarmente in "prime time" in primavera), ed a gennaio "Tutti alla lavagna". In estate conduce nuovamente "Reazione a catena".

Sposato dal 1974 con la moglie Anna, ha una relazione dichiarata da vent'anni con la manager Patricia Abati. È tifoso di due squadre di calcio: Fiorentina e Arezzo (per quest'ultima ha scritto l'inno "Canzone Amaranto"). Artista impegnato anche nel sociale, Pupo è uno dei fondatori della Nazionale italiana cantanti.

Dal 20 settembre del 2008 conduce insieme ad Ernesto Schinella, (il bambino lanciato da "Ti lascio una canzone") "Volami nel cuore" nel sabato sera di Raiuno. Nel 2009 partecipa al Festival di Sanremo assieme a Paolo Belli e Youssou 'N Dour con la canzone "L'opportunità".

All'inizio del 2010 conduce, per la seconda volta, l'ottava edizione de "I Raccomandati" (prima serata su Rai Uno). Partecipa per la sesta volta al Festival di Sanremo 2010, insieme al Principe Emanuele Filiberto di Savoia e al tenore Luca Canonici. Il trio presenta una canzone definita "patriottica" verso l'Italia, intitolata "Italia amore mio". La canzone pur non essendo ben accolta da parte del pubblico in sala, che fischia clamorosamente il trio, arriva in finale e si classifica seconda, dietro quella del vincitore Valerio Scanu.

Biografia di Peter Tosh

L'altro re del reggae
9 ottobre 1944
11 settembre 1987

Chi è Peter Tosh?


Dopo la scomparsa di Bob Marley, monarca assoluto del reggae, è Peter Tosh colui che ha esportato il verbo della musica giamaicana. E in effetti Peter McIntosh, nato il 9 ottobre 1944 nel Westmoreland in Jamaica, con Bob Marley ha avuto molto a che fare, dopo la collaborazione con lui nel gruppo dei Wailers, ha tratto dal maestro linfa vitale per la sua ispirazione solistica.

Scomparso anch'egli prematuramente, vittima di un orrendo omicidio, Peter Tosh è stato uno dei cantanti della metà degli anni '60 ad imporsi con più prepotenza sulla scena musicale giamaicana, impersonando per certi versi il personaggio rude dei Wailing Wailers nell'era ska e fornendo a Bob Marley quell'impulso ritmico necessario per far sì che la musica del gruppo fondato dal leggendario cantante (insieme a Bunny Wailer) avesse un maggior impatto.

Nei primi dischi degli Wailers, Tosh canta col nome di Peter Tosh o Peter Touch And The Wailers, e incide "Hoot nanny hoot", "Shame and scandal", "Maga dog".

I primi Wailers si sciolsero nel 1966 con Marley che andava a cercare lavoro in America e Tosh e Bunny Wailer che si ritrovavano a registrare sporadicamente qualche brano. In questo periodo, fra l'altro, Tosh conobbe anche il dramma del carcere per questioni legate all'uso di sostanze stupefacenti (per quanto di tipo leggero).

Uscito di galera e libero di esprimersi, registrò di nuovo brani come "Maga dog" e "Leave my businness" col produttore Joe Gibbs, mettendo in evidenza una voce forte e carismatica. Quando gli Wailers si ritrovarono a lavorare per Leslie Kong nel 1969, Tosh incise "Soon come" e "Stop that train", mentre alle sessions del gruppo allo studio di Lee Perry (1970/71) fu limitato soprattutto alla parte armonica, anche se riuscì lo stesso a dare il meglio in capolavori come "400 years", "No sympathy", "Downpresser" tutti con un forte contenuto sociale e inneggianti la fine dello sfruttamento della popolazione nera.

Con la fine del rapporto con Perry e l'ingaggio dell'etichetta Island, Tosh incide come voce solo "Get up stand up", mentre la rottura con Marley, condivisa anche da Wailer, appare definitiva.

E' il 1973 e Tosh si concentra sulla sua nuova etichetta la Intel Diplo HIM (Intelligent Diplomat for His Imperial Majesty), anche se questo non gli impedisce di firmare con la ben più importante ed affermata Virgin nel 1976.

Nel 1978 lavora con la Rolling Stone Records di Mick Jagger e soci e ottiene una hit nelle classifiche con "Don't look back", una cover dei Temptations (con l'etichetta degli Stones registrò complessivamente quattro LP di modesto successo).

L'anno dopo partecipa alla colonna sonora di Rockers con "Stepping razor". Realizza anche tre dischi con la EMI, tra cui il leggendario "Legalize it" che diede a Peter Tosh, ormai scomparso, un Grammy (1988) come miglior disco reggae dell'anno.

Peter Tosh era un artista sicuramente di grande talento, dall'indole malinconica e portata all'introspezione. Il suo carattere era comunque fra i più difficili. C'è chi lo descrive arrogante, irragionevole, inflessibile se non duro, sicuramente lontano dall'accettare compromessi di qualsiasi genere. Conformemente a questi suoi principi non ha mai rinunciato ad usare la musica come strumento di denuncia delle violenze e delle ingiustizie che il suo popolo subiva.

Tosh morì ucciso a colpi di pistola nella sua villa sulle colline di Kingston il giorno 11 settembre 1987. L'inchiesta sull'omicidio fu archiviata come una rapina, col risultato che i responsabili circolano ancora indisturbati per le vie del mondo.bio

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