2 Re 23-24-25, Punti notevoli della Bibbia: settimana del 28 settembre

Punti notevoli della lettura della Bibbia: 2 Re 23-25. Informazioni per studio personale

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Lettura della Bibbia: 2 Re 23-25 | settimana del 28 settembre


Leggere e ascoltare la lettura della Bibbia in JW.org: 2 Re 23-25


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(2 RE 23:4)

“E il re comandava a Ilchia il sommo sacerdote e ai sacerdoti del secondo ordine e ai guardiani della porta di portare fuori del tempio di Geova tutti gli utensili fatti per Baal e per il palo sacro e per tutto l’esercito dei cieli. Li bruciò quindi fuori di Gerusalemme sui terrazzi del Chidron, e ne portò la polvere a Betel.”

*** it-1 p. 265 Baal ***
Vi sono indicazioni che Baal e altri dèi e dee del pantheon cananeo fossero collegati dagli adoratori a certi corpi celesti. Per esempio, uno dei testi di Ras Shamra menziona un’offerta alla “regina Shapash (il Sole) e alle stelle”, e un altro allude a “l’esercito del sole e l’esercito del giorno”.
È dunque degno di nota che la Bibbia faccia parecchi riferimenti ai corpi celesti in relazione all’adorazione di Baal. Descrivendo la condotta ribelle del regno d’Israele, le Scritture affermano: “Lasciavano tutti i comandamenti di Geova . . . , e si inchinavano davanti a tutto l’esercito dei cieli e servivano Baal”. (2Re 17:16) Riguardo al regno di Giuda si legge che perfino nel tempio di Geova c’erano “utensili fatti per Baal e per il palo sacro e per tutto l’esercito dei cieli”. Inoltre in tutto il paese la popolazione di Giuda faceva “fumo di sacrificio a Baal, al sole e alla luna e alle costellazioni dello zodiaco e a tutto l’esercito dei cieli”. — 2Re 23:4, 5; 2Cr 33:3; vedi anche Sof 1:4, 5.

(2 RE 23:5)

“E fece cessare l’attività dei sacerdoti di dèi stranieri, che i re di Giuda avevano incaricato di fare fumo di sacrificio sugli alti luoghi nelle città di Giuda e nei dintorni di Gerusalemme, e anche di quelli che facevano fumo di sacrificio a Baal, al sole e alla luna e alle costellazioni dello zodiaco e a tutto l’esercito dei cieli.”

*** it-1 p. 265 Baal ***
Vi sono indicazioni che Baal e altri dèi e dee del pantheon cananeo fossero collegati dagli adoratori a certi corpi celesti. Per esempio, uno dei testi di Ras Shamra menziona un’offerta alla “regina Shapash (il Sole) e alle stelle”, e un altro allude a “l’esercito del sole e l’esercito del giorno”.
È dunque degno di nota che la Bibbia faccia parecchi riferimenti ai corpi celesti in relazione all’adorazione di Baal. Descrivendo la condotta ribelle del regno d’Israele, le Scritture affermano: “Lasciavano tutti i comandamenti di Geova . . . , e si inchinavano davanti a tutto l’esercito dei cieli e servivano Baal”. (2Re 17:16) Riguardo al regno di Giuda si legge che perfino nel tempio di Geova c’erano “utensili fatti per Baal e per il palo sacro e per tutto l’esercito dei cieli”. Inoltre in tutto il paese la popolazione di Giuda faceva “fumo di sacrificio a Baal, al sole e alla luna e alle costellazioni dello zodiaco e a tutto l’esercito dei cieli”. — 2Re 23:4, 5; 2Cr 33:3; vedi anche Sof 1:4, 5.

*** it-2 p. 240 Mazzarot ***
MAZZAROT
(Mazzaròt).
Secondo il Targum aramaico, Mazzarot corrisponde alle mazzalòhth di 2 Re 23:5, “costellazioni dello zodiaco” o “dodici costellazioni”. (NM; Ri) Alcuni ritengono che il termine derivi da una radice che significa “cingere” e che Mazzarot si riferisca all’anello zodiacale. Tuttavia in Giobbe 38:32, nell’espressione “al suo tempo fissato”, in ebraico viene usato un pronome singolare, mentre in 2 Re 23:5 è al plurale. Sembra dunque che Mazzarot si riferisca a una determinata costellazione e non all’intero anello zodiacale, anche se attualmente non è possibile identificarla.

*** it-2 pp. 1236-1237 Zodiaco ***
ZODIACO
Zona della sfera celeste intorno all’eclittica, delimitata da due cerchi paralleli a questa e distanti da essa 9°, in cui si muovono le costellazioni visibili dalla terra. A proposito di Giosia re di Giuda, 2 Re 23:5 dice: “E fece cessare l’attività dei sacerdoti di dèi stranieri, che i re di Giuda avevano incaricato di fare fumo di sacrificio sugli alti luoghi nelle città di Giuda e nei dintorni di Gerusalemme, e anche di quelli che facevano fumo di sacrificio a Baal, al sole e alla luna e alle costellazioni dello zodiaco e a tutto l’esercito dei cieli”. L’espressione qui resa “costellazioni dello zodiaco” deriva dal termine ebraico mazzalòhth, che ricorre una sola volta nella Bibbia, anche se può essere affine al termine Mazzaròhth di Giobbe 38:32. Il contesto aiuta a chiarirne il significato.
La scoperta di quella che può essere chiamata la zona zodiacale viene generalmente attribuita agli antichi babilonesi. Essi senza dubbio osservarono l’apparente percorso annuale del sole fra le stelle, percorso ora chiamato eclittica. Gli astronomi poterono constatare che il percorso apparente del sole, della luna e dei pianeti maggiori, visti dalla terra, era compreso in una zona larga 18°, che si estendeva per 9° da entrambe le parti dell’eclittica. Comunque solo nel II secolo a.E.V. un astronomo greco divise lo zodiaco in 12 parti uguali di 30° ciascuna; a queste parti, chiamate segni dello zodiaco, venne dato il nome delle rispettive costellazioni. Il termine “zodiaco” deriva dal greco e significa “(circolo) delle figure di animali”, dal momento che le 12 costellazioni dello zodiaco in origine erano indicate quasi tutte con nomi di animali o di creature marine.
Questi segni attualmente non corrispondono più alle costellazioni da cui in origine presero nome. Ciò è dovuto alla cosiddetta precessione degli equinozi, che provoca un graduale spostamento delle costellazioni verso E più o meno di un grado ogni 70 anni in un ciclo che si completa in 26.000 anni circa. Quindi il segno dell’Ariete, nei passati 2.000 anni, si è spostato di circa 30°, nella costellazione dei Pesci.
Connesso con l’astrologia. Le costellazioni dello zodiaco divennero oggetto di falsa adorazione dall’epoca dell’antica Mesopotamia in poi. A ciascuna delle diverse costellazioni erano attribuite certe qualità, e queste venivano usate nelle predizioni astrologiche basate sulla particolare posizione o relazione dei corpi celesti rispetto ai segni dello zodiaco in un dato momento. Come viene indicato in 2 Re 23:5, questo uso dell’astrologia fu introdotto in Giuda dai sacerdoti di divinità straniere che certi re avevano accolto nel paese. Molto tempo prima Geova Dio aveva proibito tale adorazione delle stelle, pena la morte. — De 17:2-7.
L’astrologia era un aspetto rilevante dell’adorazione babilonese. Tuttavia le predizioni zodiacali degli astrologi non salvarono Babilonia dalla distruzione, proprio come il profeta Isaia aveva accuratamente predetto. — Isa 47:12-15; vedi ASTROLOGI.
Tuttora per molti i segni dello zodiaco hanno una parte importante nell’adorazione. È interessante notare che i segni dello zodiaco compaiono in alcune cattedrali della cristianità, come si può vedere ad esempio nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi, e anche in quelle di Amiens e Chartres, sempre in Francia.

(2 RE 23:6)

“Per di più, fece portare il palo sacro dalla casa di Geova alla periferia di Gerusalemme, alla valle del torrente Chidron, e lo bruciò nella valle del torrente Chidron e lo ridusse in polvere e ne gettò la polvere sul luogo di sepoltura dei figli del popolo.”

*** it-2 p. 474 Palo sacro ***
L’abietta adorazione di Asheràh finì per essere praticata nel tempio stesso di Geova. Il re Manasse vi mise perfino un’immagine scolpita del palo sacro, evidentemente una rappresentazione della dea Asheràh. (2Re 21:7) Manasse trasse profitto dalla disciplina che subì essendo portato prigioniero a Babilonia e, una volta tornato a Gerusalemme, purificò la casa di Geova eliminando gli oggetti idolatrici. Tuttavia suo figlio Amon riesumò la degradante adorazione di Baal e Asheràh, con la relativa prostituzione cerimoniale. (2Cr 33:11-13, 15, 21-23) Questo rese necessario che il giusto re Giosia, successore di Amon, demolisse “le case dei prostituti del tempio che erano nella casa di Geova, dove le donne tessevano tende come sacrari per il palo sacro”. — 2Re 23:4-7.

*** it-2 p. 939 Sepoltura, Luoghi di sepoltura ***
Il “cimitero dei figli del popolo” nella valle del Chidron si pensa fosse un cimitero per la classe meno abbiente. (Ger 26:23; 2Re 23:6)

(2 RE 23:7)

“Inoltre, abbatté le case dei prostituti del tempio che erano nella casa di Geova, dove le donne tessevano tende come sacrari per il palo sacro.”

*** it-2 p. 474 Palo sacro ***
L’abietta adorazione di Asheràh finì per essere praticata nel tempio stesso di Geova. Il re Manasse vi mise perfino un’immagine scolpita del palo sacro, evidentemente una rappresentazione della dea Asheràh. (2Re 21:7) Manasse trasse profitto dalla disciplina che subì essendo portato prigioniero a Babilonia e, una volta tornato a Gerusalemme, purificò la casa di Geova eliminando gli oggetti idolatrici. Tuttavia suo figlio Amon riesumò la degradante adorazione di Baal e Asheràh, con la relativa prostituzione cerimoniale. (2Cr 33:11-13, 15, 21-23) Questo rese necessario che il giusto re Giosia, successore di Amon, demolisse “le case dei prostituti del tempio che erano nella casa di Geova, dove le donne tessevano tende come sacrari per il palo sacro”. — 2Re 23:4-7.

(2 RE 23:8)

“Quindi condusse tutti i sacerdoti dalle città di Giuda, per rendere non idonei all’adorazione gli alti luoghi dove i sacerdoti avevano fatto fumo di sacrificio, da Gheba fino a Beer-Seba; e abbatté gli alti luoghi delle porte che erano all’ingresso della porta di Giosuè, capo della città, che era a sinistra di chi entrava nella porta della città.”

*** it-1 p. 307 Beer-Seba ***
Beer-Seba rappresentava il punto più meridionale della Terra Promessa, e come tale ricorreva nell’espressione proverbiale “da Dan fino a Beer-Seba” (Gdc 20:1), o viceversa, “da Beer-Seba a Dan”. (1Cr 21:2; 2Cr 30:5) Dopo la divisione della nazione in due regni, Beer-Seba continuò a indicare l’estremità S del regno di Giuda nelle espressioni “da Gheba fino a Beer-Seba” (2Re 23:8) e “da Beer-Seba alla regione montagnosa di Efraim” (dove iniziava il regno settentrionale d’Israele). (2Cr 19:4) Dopo l’esilio l’espressione fu usata in senso ancor più limitato in riferimento alla zona occupata dai rimpatriati di Giuda, che si estendeva da Beer-Seba “fino alla valle di Innom”. — Ne 11:27, 30.
In realtà c’erano altri villaggi nella Terra Promessa più a S di Beer-Seba, come c’erano altri villaggi israeliti più a N di Dan. Comunque, sia Dan che Beer-Seba si trovavano ai confini naturali del paese. Beer-Seba, per esempio, si trovava sotto le montagne di Giuda al limite del deserto. Inoltre era una delle principali città di Giuda (insieme a Gerusalemme e a Ebron), e questo non solo grazie all’eccellente riserva idrica (rispetto alla regione circostante), che favoriva sia l’agricoltura che la pastorizia, ma anche perché vi convergevano diverse strade importanti. Dall’Egitto un’antica strada carovaniera passando per Cades-Barnea risaliva la “Via dei Pozzi” fino a Beer-Seba, dove si congiungeva con un’altra strada percorsa dalle carovane di cammelli provenienti dai regni della Penisola Arabica, dirette in Filistea o in Giuda. Da Ezion-Gheber, all’estremità N del golfo di ʽAqaba, un’altra strada percorreva l’Araba e poi piegava a O, risalendo le alture di Acrabbim fino a Beer-Seba. A Gaza, nella pianura della Filistea, una strada secondaria si diramava da quella principale e portava a SE fino a Beer-Seba. E per collegarla col resto di Giuda, una strada da Beer-Seba si dirigeva verso NE risalendo l’altopiano fra i monti di Giuda fino a Gerusalemme e ancora più a N. — Ge 22:19.

*** it-1 p. 1082 Gheba ***
Gheba si trovava presso il confine N del regno di Giuda; di qui l’espressione “da Gheba fino a Beer-Seba”. (2Re 23:8)

*** it-1 p. 1139 Giosuè ***
3. Capo di Gerusalemme al tempo del re Giosia. Sembra che gli alti luoghi usati per la falsa adorazione, che Giosia fece abbattere, si trovassero vicino all’abitazione di questo Giosuè. — 2Re 23:8.

*** it-2 p. 615 Porta ***
In 2 Re 23:8 si parla di “alti luoghi delle porte che erano all’ingresso della porta di Giosuè, capo della città, che era a sinistra di chi entrava nella porta della città”. Qui la “porta di Giosuè” non è il nome di una porta della città, bensì di una porta all’interno delle mura cittadine che portava alla residenza del governatore, a sinistra di chi entrava per la porta della città.

(2 RE 23:10)

“Ed egli rese non idoneo all’adorazione Tofet, che è nella valle dei figli di Innom, affinché nessuno facesse passare suo figlio o sua figlia attraverso il fuoco a Molec.”

*** it-1 p. 1053 Gerusalemme ***
Giosia, nipote di Manasse, arrestò temporaneamente questo declino e durante il suo regno la valle di Innom, usata per ignobili cerimonie dagli idolatri, venne ‘resa non idonea per l’adorazione’; probabilmente fu profanata trasformandola in un immondezzaio per la città. (2Re 23:10; 2Cr 33:6)

*** it-2 p. 1125 Tofet ***
TOFET
(Tòfet).
Luogo fuori delle mura di Gerusalemme in cui per molto tempo gli israeliti apostati, fra cui Acaz e Manasse, praticarono il sacrificio dei bambini. Infine il re Giosia lo rese non idoneo all’adorazione. (2Re 23:10; 2Cr 28:3; 33:6; Ger 7:31-33; 19:3-14; 32:35) Probabilmente Tofet si trovava nella parte orientale della valle di Innom vicino alla Porta dei Cocci. — Ger 19:2, 6, 14; vedi VALLE DI INNOM.
A proposito di 2 Re 23:10, il commentatore ebraico Davide Kimhi (1160?-1235?) dà questa possibile spiegazione: “Nome del luogo in cui facevano passare i loro figli attraverso [il fuoco] a Molec. Il nome del luogo era Tofet, e si dice che fosse stato chiamato così perché durante il culto danzavano e suonavano i tamburelli [ebr. tuppìm], affinché il padre non sentisse le grida del figlio quando lo facevano passare attraverso il fuoco, e il suo cuore non divenisse agitato ed egli non strappasse loro di mano il figlio. Questo luogo era una valle che apparteneva a un uomo di nome Innom, ed era chiamata ‘Valle di Innom’ e ‘Valle del figlio di Innom’. . . . Giosia contaminò il luogo, rendendolo impuro, perché vi fossero gettate le carcasse e ogni cosa impura, affinché non salisse mai più nel cuore di un uomo di far passare suo figlio o sua figlia attraverso il fuoco a Molec”. — Biblia Rabbinica, Gerusalemme, 1972.

*** it-2 p. 1177 Valle di Innom ***
Poco prima di congiungersi con le valli del Tiropeon e del Chidron, la valle di Innom si allarga. Era probabilmente qui che si trovava Tofet. (2Re 23:10)

*** it-2 p. 1177 Valle di Innom ***
Il re Giosia, nipote di Manasse, pose fine a questa usanza detestabile contaminando Tofet, forse spargendovi ossa o rifiuti, per sconsacrarlo e renderlo così non idoneo all’adorazione. — 2Re 23:10.

*** w88 15/1 p. 31 Il sacrificio di giovani vite: un’abominazione agli occhi di Dio ***
FUORI delle mura di Gerusalemme c’era anticamente un luogo chiamato Tofet, dove gli israeliti apostati, inclusi i re Acaz e Manasse, praticavano l’orribile usanza del sacrificio dei bambini. Infine il fedele re Giosia fece cessare questa pratica, rendendo Tofet un luogo non idoneo per cerimonie religiose. — 2 Re 23:10; 2 Cronache 28:1-4; 33:1, 6.
Perché il luogo era chiamato Tofet? L’origine della parola è controversa, ma è interessante notare ciò che l’erudito ebraico Davide Kimḥi (ca. 1160-ca. 1235) ebbe a dire al riguardo. Commentando 2 Re 23:10, dov’è menzionato Tofet, egli scrisse: “Nome del luogo in cui facevano passare i loro figli attraverso [il fuoco] a Molec. Il nome del luogo era Tofet, e si dice che fosse stato chiamato così perché durante il culto danzavano e suonavano i tamburelli [ebraico, tuppìm], affinché il padre non sentisse le grida del figlio quando lo facevano passare attraverso il fuoco, e il suo cuore non divenisse agitato ed egli non strappasse loro di mano il figlio. Questo luogo era una valle che apparteneva a un uomo di nome Innom, ed era chiamata ‘Valle di Innom’ e ‘Valle del figlio di Innom’ . . . Giosia contaminò il luogo, rendendolo impuro, perché vi fossero gettate le carcasse e ogni cosa impura, affinché non salisse mai più nel cuore di un uomo di far passare suo figlio o sua figlia attraverso il fuoco a Molec”.

(2 RE 23:11)

“Inoltre, fece in modo che i cavalli che i re di Giuda avevano dato al sole smettessero di entrare nella casa di Geova presso la stanza da pranzo di Natan-Melec funzionario di corte, la quale era nei portici; e bruciò i carri del sole col fuoco.”

*** it-1 p. 438 Carro da guerra ***
Governanti di Giuda apostati dedicarono al culto del sole carri sacri e i cavalli che li trainavano. — 2Re 23:11.

(2 RE 23:13)

“E gli alti luoghi che erano di fronte a Gerusalemme, che erano a destra del monte della Rovina, i quali Salomone re d’Israele aveva edificato ad Astoret, la cosa disgustante dei sidoni, e a Chemos, la cosa disgustante di Moab, e a Milcom, la cosa detestabile dei figli di Ammon, il re [li] rese non idonei all’adorazione.”

*** it-2 p. 317 Monte degli Ulivi ***
Là, “a destra [sud] del monte della Rovina”, il re Salomone costruì alti luoghi per l’adorazione idolatrica, che poi il re Giosia rese non idonei all’adorazione. (1Re 11:7; 2Re 23:13, nt.)

(2 RE 23:15)

“E abbatté pure l’altare che era a Betel, l’alto luogo fatto da Geroboamo figlio di Nebat, che aveva fatto peccare Israele, anche quell’altare e l’alto luogo. Quindi bruciò l’alto luogo; [lo] ridusse in polvere e bruciò il palo sacro.”

*** si p. 68 par. 25 Libro biblico numero 11: 1 Re ***
25 La capacità profetica di Geova è chiaramente dimostrata dall’adempimento di molte profezie che si trovano in 1 Re. Per esempio, c’è la rimarchevole previsione, fatta con più di 300 anni di anticipo, che Giosia sarebbe stato colui che avrebbe spaccato l’altare di Geroboamo a Betel. E Giosia lo abbatté davvero! (1 Re 13:1-3; 2 Re 23:15)

*** it-1 p. 102 Alti luoghi ***
Circa 100 anni dopo, Giosia, fedele re di Giuda, abbatté l’altare e l’alto luogo di Betel e sconsacrò l’altare bruciandovi sopra ossa umane. Eliminò pure tutte le case degli alti luoghi nelle città della Samaria, sacrificò (uccise) tutti i sacerdoti degli alti luoghi e bruciò ossa umane sopra gli altari. (2Re 23:15-20) Questo adempì una profezia pronunciata oltre 300 anni prima da un non meglio identificato “uomo di Dio”. — 1Re 13:1, 2.

*** it-1 p. 350 Betel ***
In adempimento della profezia di Osea il vitello d’oro di Betel era stato portato al re d’Assiria (Os 10:5, 6), ma l’originario altare di Geroboamo era ancora lì all’epoca di Giosia re di Giuda. Nel 18° anno del suo regno (642 a.E.V.) o subito dopo, Giosia estese l’epurazione della falsa religione fino a Betel e anche alle città della Samaria. Giosia distrusse il luogo dell’adorazione idolatrica a Betel, e bruciò sull’altare le ossa prese dalle tombe vicine, sconsacrandolo così in adempimento della profezia pronunciata dall’“uomo del vero Dio” più di tre secoli prima. L’unica tomba risparmiata fu quella dell’“uomo del vero Dio”, e quindi furono risparmiate anche le ossa del vecchio profeta che erano nella stessa tomba. — 2Re 22:3; 23:15-18; 1Re 13:2, 29-32.

*** it-2 p. 645 Prescienza, Preordinazione ***
La profezia di Geova relativa a Giosia richiedeva che un discendente di Davide venisse chiamato così, e prediceva che questi sarebbe intervenuto contro la falsa adorazione nella città di Betel. (1Re 13:1, 2) Più di tre secoli dopo, un re con quel nome adempì questa profezia. (2Re 22:1; 23:15, 16) Egli però non prestò ascolto alle “parole di Neco dalla bocca di Dio”, e di conseguenza venne ucciso. (2Cr 35:20-24) Quindi, pur essendo stato preconosciuto da Dio e preordinato a svolgere un’opera particolare, Giosia era libero di decidere se prestare ascolto al consiglio o ignorarlo.

(2 RE 23:16)

“Quando Giosia si voltò, vedeva i luoghi di sepoltura che erano là sul monte. Mandò dunque a prendere le ossa dai luoghi di sepoltura e le bruciò sull’altare, per renderlo non idoneo all’adorazione, secondo la parola di Geova proclamata dall’uomo del [vero] Dio, che aveva proclamato queste cose.”

*** it-1 p. 102 Alti luoghi ***
Circa 100 anni dopo, Giosia, fedele re di Giuda, abbatté l’altare e l’alto luogo di Betel e sconsacrò l’altare bruciandovi sopra ossa umane. Eliminò pure tutte le case degli alti luoghi nelle città della Samaria, sacrificò (uccise) tutti i sacerdoti degli alti luoghi e bruciò ossa umane sopra gli altari. (2Re 23:15-20) Questo adempì una profezia pronunciata oltre 300 anni prima da un non meglio identificato “uomo di Dio”. — 1Re 13:1, 2.

*** it-1 p. 350 Betel ***
In adempimento della profezia di Osea il vitello d’oro di Betel era stato portato al re d’Assiria (Os 10:5, 6), ma l’originario altare di Geroboamo era ancora lì all’epoca di Giosia re di Giuda. Nel 18° anno del suo regno (642 a.E.V.) o subito dopo, Giosia estese l’epurazione della falsa religione fino a Betel e anche alle città della Samaria. Giosia distrusse il luogo dell’adorazione idolatrica a Betel, e bruciò sull’altare le ossa prese dalle tombe vicine, sconsacrandolo così in adempimento della profezia pronunciata dall’“uomo del vero Dio” più di tre secoli prima. L’unica tomba risparmiata fu quella dell’“uomo del vero Dio”, e quindi furono risparmiate anche le ossa del vecchio profeta che erano nella stessa tomba. — 2Re 22:3; 23:15-18; 1Re 13:2, 29-32.

*** it-2 p. 645 Prescienza, Preordinazione ***
La profezia di Geova relativa a Giosia richiedeva che un discendente di Davide venisse chiamato così, e prediceva che questi sarebbe intervenuto contro la falsa adorazione nella città di Betel. (1Re 13:1, 2) Più di tre secoli dopo, un re con quel nome adempì questa profezia. (2Re 22:1; 23:15, 16) Egli però non prestò ascolto alle “parole di Neco dalla bocca di Dio”, e di conseguenza venne ucciso. (2Cr 35:20-24) Quindi, pur essendo stato preconosciuto da Dio e preordinato a svolgere un’opera particolare, Giosia era libero di decidere se prestare ascolto al consiglio o ignorarlo.

(2 RE 23:19)

“E Giosia tolse anche tutte le case degli alti luoghi che erano nelle città di Samaria, che i re d’Israele avevano edificato per recare offesa, e continuò a far loro secondo tutte le opere che aveva fatto a Betel.”

*** it-2 p. 850 Samaria ***
2. Il territorio del regno settentrionale delle dieci tribù d’Israele. Il nome della capitale, Samaria, a volte indicava l’intera regione. Per esempio, quando Acab veniva chiamato “re di Samaria”, non era inteso nel senso ristretto di re della città soltanto, ma in quello più ampio di re delle dieci tribù. (1Re 21:1) Similmente le “città di Samaria” erano le varie città di tutte le dieci tribù, non i villaggi raggruppati intorno alla capitale. (2Re 23:19; questa stessa espressione, riportata in 1Re 13:32 come se fosse usata prima che la città di Samaria venisse costruita, se non è profetica, può essere stata introdotta dal compilatore del libro dei Re). La carestia che dilagava “in Samaria” ai giorni di Acab si era estesa a tutto il regno della Samaria e anche alla Fenicia, almeno dalla valle del torrente Cherit a E del Giordano fino a Zarefat sul Mediterraneo. (1Re 17:1-12; 18:2, 5, 6) Anche la promessa di restaurazione relativa ai “monti di Samaria” doveva certo includere l’intera regione della Samaria. — Ger 31:5.

(2 RE 23:20)

“Pertanto sacrificò sugli altari tutti i sacerdoti degli alti luoghi che erano là e vi bruciò sopra ossa umane. Dopo ciò tornò a Gerusalemme.”

*** it-1 p. 102 Alti luoghi ***
Circa 100 anni dopo, Giosia, fedele re di Giuda, abbatté l’altare e l’alto luogo di Betel e sconsacrò l’altare bruciandovi sopra ossa umane. Eliminò pure tutte le case degli alti luoghi nelle città della Samaria, sacrificò (uccise) tutti i sacerdoti degli alti luoghi e bruciò ossa umane sopra gli altari. (2Re 23:15-20) Questo adempì una profezia pronunciata oltre 300 anni prima da un non meglio identificato “uomo di Dio”. — 1Re 13:1, 2.

(2 RE 23:26)

“Nondimeno, Geova non si ritrasse dal grande ardore della sua ira, col quale la sua ira arse contro Giuda per tutte le cose offensive con le quali Manasse aveva fatto loro commettere offesa.”

*** it-2 p. 1178 Valle di Innom ***
In un’altra dichiarazione il profeta disse alla nazione che sarebbe stata punita per ciò che aveva fatto Manasse. (Ger 15:4; cfr. 2Re 23:26; Ger 32:30-35). Inoltre le parole riportate in Geremia 19:3 corrispondono a quelle di 2 Re 21:12. Comunque, ai giorni di Geremia il popolo continuava a praticare l’idolatria, dimostrando così di non essere affatto pentito per i gravi peccati commessi durante il regno di Manasse.

*** w86 1/10 p. 25 Cosa rendeva tanto abominevole il sacrificio di bambini? ***
AI GIORNI dei re di Giuda Acaz e Manasse, la nazione di Israele cadde nella trappola dei culti depravati seguiti dalle nazioni confinanti. Questi culti prevedevano il sacrificio di bambini a Molec. (II Cronache 28:3; 33:6, 9) Anche se in seguito Giosia pose fine a molte di queste pratiche “detestabili”, “Geova non si volse dal grande ardore della sua ira, col quale la sua ira s’accese contro Giuda per tutte le cose offensive con le quali Manasse aveva fatto loro commettere offesa”. (II Re 23:10, 26) Perché? Cosa rendeva questa trasgressione così ‘offensiva’ da non poter essere perdonata?
“Il sacrificio di bambini era uno dei principali aspetti del culto fenicio di Malik-Baal-Kronos”, dice la Jewish Encyclopedia di Funk e Wagnalls. In origine, i fenici occupavano il litorale settentrionale di Canaan. Poiché erano un popolo marinaro, fondarono colonie in tutto il Mediterraneo e, ovunque andassero, portavano con sé l’odioso rituale del sacrificio di bambini. Recenti ritrovamenti archeologici presso l’antica città fenicia di Cartagine (che ora è un sobborgo di Tunisi) consentono di capire fino a che punto questi riti fossero depravati.
Il luogo fu scoperto nel 1921. Ma le attività di scavo si sono fatte più intense solo a partire dagli anni ’70, quando la città moderna ha cominciato a estendersi in quella direzione. Gli scavi hanno portato alla luce un enorme sacrario in cui erano raccolti i resti dei bambini sacrificati. Il periodico Biblical Archaeology Review dice:
“Qui, dall’VIII al II secolo a.C. le madri e i padri di Cartagine seppellirono le ossa dei loro figli sacrificati al dio Ba‘al Hammon e alla dea Tanit. È possibile che nel IV secolo a.C. questo Tofet [analogo al Tofet biblico] coprisse un’estensione di 6.000 metri quadrati e avesse nove livelli di sepoltura”.
Siti archeologici simili a questo sono stati portati alla luce in Sicilia, in Sardegna e in altre località della Tunisia. Un tempo tutte queste zone erano colonie fenicie. Nel sacrario cartaginese i ricercatori hanno rinvenuto diverse stele sulle quali erano incise figure della dea Tanit, che va identificata con la cananea Astoret, o Astarte, la moglie di Baal. Sotto le stele sono state ritrovate urne di terracotta, alcune delle quali decorate in modo molto vivace, che contenevano le ossa carbonizzate delle vittime dei sacrifici.
Per far capire quanto fosse estesa questa pratica, l’articolo dice: “Prendendo come riferimento la densità delle urne ritrovate nella zona in cui abbiamo scavato, pensiamo che qui possano essere state depositate almeno 20.000 urne tra il 400 e il 200 a.C.”. Questa cifra enorme colpisce ancora di più se si tiene presente che, all’apice del suo splendore, Cartagine aveva solo 250.000 abitanti, secondo quanto afferma lo stesso articolo.
Le iscrizioni sulle stele indicano che i bambini venivano sacrificati in adempimento di voti fatti dai genitori a Baal o a Tanit per ottenerne i favori. Le indicazioni del rango e i titoli rinvenuti sulle iscrizioni indicano che questa usanza era particolarmente seguita dalle classi più agiate, che evidentemente invocavano la benedizione degli dèi sui loro sforzi per conseguire e mantenere ricchezza e potere. Alcune urne contenevano i resti di due o tre bambini, che probabilmente appartenevano alla stessa famiglia a giudicare dal fatto che erano di età diverse.
Se questa usanza dei fenici ci lascia sbalorditi, allora dobbiamo rammentare che “Manasse seduceva Giuda e gli abitanti di Gerusalemme a far peggio delle nazioni che Geova aveva annientate d’innanzi ai figli d’Israele”. (II Cronache 33:9) Geova non stava esagerando quando disse: “Hanno empito questo luogo del sangue degli innocenti”. (Geremia 19:4) Giustamente il succitato articolo fa notare: “La sempre più vasta documentazione archeologica ed epigrafica fornita dagli stessi cartaginesi lascia capire molto bene che gli scrittori classici e quelli biblici sapevano di cosa stavano parlando”.
Per questa ragione, esattamente come Geova aveva “annientate” le idolatre “nazioni” cananee, non risparmiò gli israeliti infedeli. Ricevettero quello che meritavano per mano dei babilonesi nel 607 a.E.V.

(2 RE 23:29)

“Ai suoi giorni Faraone Neco re d’Egitto salì verso il re d’Assiria presso il fiume Eufrate, e il re Giosia gli andava incontro; ma egli lo mise a morte a Meghiddo appena lo vide.”

*** w00 15/9 p. 30 L’umile Giosia ottiene il favore di Geova ***
Essendosi però umiliato dinanzi a Geova Dio, Giosia non vedrà la calamità. Sarà raccolto presso i suoi antenati e andrà nel suo cimitero in pace. — 2 Re 22:14-20; 2 Cronache 34:22-28.
Si può dire che la profezia di Ulda fosse esatta visto che Giosia morì in battaglia? (2 Re 23:28-30) Sì, perché in paragone con “la calamità” che si abbatté su Giuda egli fu raccolto nel suo cimitero in “pace”. (2 Re 22:20; 2 Cronache 34:28) Giosia morì prima della calamità del 609-607 a.E.V., quando i babilonesi assediarono Gerusalemme e la distrussero. E che ‘fosse raccolto presso i propri antenati’ non escludeva necessariamente una morte violenta. Un’espressione affine è usata in relazione a morti sia violente che non violente. — Deuteronomio 31:16; 1 Re 2:10; 22:34, 40.

*** it-1 p. 234 Assiria ***
Secondo la stessa cronaca, nel 14° anno del regno di Nabopolassar (632 a.E.V.), Assur-uballit II tentò di prolungare la dominazione assira da Haran, sua capitale. Questa cronaca afferma, a proposito del 17° anno del regno di Nabopolassar (629 a.E.V.): “Nel mese di duʼuzu, Assur-uballit, re d’Assiria, (e) un grande [esercito dell’]E[gi]tto [che era venuto in suo aiuto] passò il fiume (Eufrate) e [marciò] alla conquista di Harran”. (Ancient Near Eastern Texts, cit., p. 305). In realtà Assur-uballit cercava di riconquistarla dopo esserne stato scacciato. Questo documento è in armonia con quanto viene detto circa l’attività del faraone Neco in 2 Re 23:29, attività che provocò la morte di Giosia re di Giuda (ca. 629 a.E.V.). In questo versetto (ATE) si legge che “il Faraone Necho re d’Egitto salì verso il re di Assiria sul fiume Eufrate”, evidentemente per aiutarlo. “Il re di Assiria” dal quale andò Neco poteva benissimo essere Assur-uballit II. La loro campagna contro Haran non ebbe successo. L’impero assiro era finito.

*** it-2 pp. 374-375 Neco ***
Verso la fine del regno di Giosia, durato 31 anni (659-629 a.E.V.), il faraone Neco si stava recando in soccorso degli assiri nei pressi dell’Eufrate. In quell’occasione Giosia non tenne conto delle “parole di Neco dalla bocca di Dio” e fu ferito mortalmente nel tentativo di respingere le forze egiziane a Meghiddo. Circa tre mesi più tardi il faraone Neco fece prigioniero Ioacaz, successore di Giosia, e mise sul trono come suo vassallo il 25enne Eliachim, a cui diede nome Ioiachim. Neco impose inoltre un gravoso tributo al regno di Giuda. (2Cr 35:20–36:4; 2Re 23:29-35) Tre o quattro anni più tardi (nel 625 a.E.V.), a Carchemis, l’esercito di Neco fu sconfitto dai babilonesi al comando di Nabucodonosor. — Ger 46:2.

(2 RE 23:34)

“Per di più, Faraone Neco fece re Eliachim figlio di Giosia in luogo di Giosia suo padre e cambiò il suo nome in Ioiachim; e prese Ioacaz e lo portò quindi in Egitto, dove alla fine morì.”

*** jr cap. 13 p. 158 par. 10 “Geova ha fatto ciò che aveva in mente” ***
Riguardo a Ioacaz, o Sallum, uno dei figli del re Giosia, Dio predisse che sarebbe stato esiliato e non avrebbe fatto più ritorno in Giuda. (Ger. 22:11, 12) Fu quello che accadde. (2 Re 23:31-34)

(2 RE 24:1)

“Ai suoi giorni Nabucodonosor re di Babilonia salì, e Ioiachim divenne dunque suo servitore per tre anni. Comunque, si rivoltò e si ribellò contro di lui.”

*** dp cap. 3 p. 31 par. 3 Provati, ma fedeli a Geova! ***
3 L’anno dopo Nabucodonosor — adesso intronizzato re di Babilonia — riprese le sue campagne militari in Siria e in Palestina. In questo periodo venne per la prima volta a Gerusalemme. La Bibbia riferisce: “Ai suoi giorni Nabucodonosor re di Babilonia salì, e Ioiachim divenne dunque suo servitore per tre anni. Comunque, si rivoltò e si ribellò contro di lui”. — 2 Re 24:1.

*** it-1 p. 951 Nazioni che aggredirono Israele ***
Babilonia 2Re 24:1, 12-17; 25:1-21

*** it-1 p. 952 Nazioni che aggredirono Israele ***
Iscrizione babilonese che documenta l’invasione di Giuda da parte di Nabucodonosor

*** it-2 p. 38 Ioiachin ***
Ioiachin diventò re a 18 anni e continuò a fare il male come suo padre. (2Re 24:8, 9; 2Cr 36:9, nt.) Ioiachim, padre di Ioiachin, si era assoggettato a Nabucodonosor re di Babilonia, ma nel terzo anno di vassallaggio (618 a.E.V.) si era ribellato. (2Re 24:1) Come risultato Gerusalemme venne assediata.

*** it-2 p. 38 Ioiachim ***
In 2 Re 24:1 si legge che Nabucodonosor fece pressione sul re di Giuda “e Ioiachim divenne dunque suo servitore [o vassallo] per tre anni. Comunque, [Ioiachim] si rivoltò e si ribellò contro di lui [Nabucodonosor]”. È a questo terzo anno di Ioiachim come re vassallo di Babilonia che evidentemente Daniele si riferisce in Daniele 1:1. Non poteva trattarsi del terzo degli 11 anni di regno di Ioiachim su Giuda, poiché in quel tempo Ioiachim non era vassallo di Babilonia, ma di Neco, faraone d’Egitto. Solo nel quarto anno del regno di Ioiachim su Giuda Nabucodonosor infranse l’egemonia egiziana sulla Siria e sulla Palestina con la vittoria di Carchemis (625 a.E.V. [a quanto pare dopo il mese di nisan]). (Ger 46:2) Poiché la rivolta di Ioiachim contro Babilonia provocò la sua caduta dopo circa 11 anni di regno, i tre anni di vassallaggio a Babilonia devono aver avuto inizio verso la fine del suo ottavo anno di regno, cioè agli inizi del 620 a.E.V.

*** it-2 p. 358 Nabucodonosor ***
Durante il secondo, terzo e quarto anno di regno intraprese altre campagne in Hattu, e a quanto pare nel quarto anno rese suo vassallo Ioiachim re di Giuda. (2Re 24:1) Sempre nel quarto anno Nabucodonosor si spinse con il suo esercito in Egitto e nel conflitto che seguì entrambe le parti subirono pesanti perdite.
Conquista di Gerusalemme. In seguito alla ribellione di Ioiachim re di Giuda contro Nabucodonosor i babilonesi cinsero d’assedio Gerusalemme.

(2 RE 24:2)

“E Geova mandava contro di lui bande di predoni caldei e bande di predoni siri e bande di predoni moabiti e bande di predoni dei figli di Ammon, e le mandava contro Giuda per distruggerlo, secondo la parola di Geova che egli aveva pronunciato per mezzo dei suoi servitori i profeti.”

*** it-1 p. 951 Nazioni che aggredirono Israele ***
Ammon 2Cr 20:1-3, 10, 11; 2Re 24:2

(2 RE 24:8)

“Ioiachin aveva diciotto anni quando cominciò a regnare, e regnò tre mesi a Gerusalemme. E il nome di sua madre era Neusta figlia di Elnatan di Gerusalemme.”

*** it-1 p. 47 Acbor ***
Elnatan, principe della corte del re Ioiachim, e molto probabilmente il bisnonno del re Ioiachin. — Ger 26:22; 36:12; 2Re 24:8.

(2 RE 24:10)

“Durante quel tempo i servitori di Nabucodonosor re di Babilonia salirono a Gerusalemme, così che la città fu assediata.”

*** it-2 pp. 38-39 Ioiachin ***
Può darsi che l’espressione “durante quel tempo” (2Re 24:10) non si riferisca al breve regno di Ioiachin, bensì all’intero periodo in questione, nel qual caso l’assedio può essere iniziato durante il regno di suo padre Ioiachim, come sembra indicare Daniele 1:1, 2. A quanto pare Ioiachim morì durante l’assedio e Ioiachin salì al trono di Giuda. Il suo regno però finì solo tre mesi e dieci giorni dopo, quando egli si arrese a Nabucodonosor, nel 617 a.E.V. (nel mese di adar secondo una cronaca babilonese). (2Re 24:11, 12; 2Cr 36:9; A. K. Grayson, Assyrian and Babylonian Chronicles, 1975, p. 102)

(2 RE 24:11)

“E Nabucodonosor re di Babilonia veniva contro la città, mentre i suoi servitori le ponevano l’assedio.”

*** g 11/07 p. 16 L’archeologia conferma la Bibbia? ***
Durante gli scavi nelle rovine dell’antica città di Babilonia, nell’attuale Iraq, gli archeologi hanno scoperto circa 300 tavolette cuneiformi presso la porta di Ishtar. Le iscrizioni, riguardanti il periodo del regno di Nabucodonosor re di Babilonia, includono elenchi di nomi tra i quali figura “Yaukin, re del paese di Yahud”. È un riferimento al re Ioiachin del paese di Giuda, che fu fatto prigioniero e portato a Babilonia al tempo della prima conquista di Gerusalemme da parte di Nabucodonosor nel 617 a.E.V. (2 Re 24:11-15) La tavoletta menziona anche cinque figli di Ioiachin. — 1 Cronache 3:17, 18.

*** si p. 132 par. 1 Libro biblico numero 26: Ezechiele ***
NEL 617 a.E.V. Ioiachin re di Giuda consegnò Gerusalemme a Nabucodonosor, che portò a Babilonia la maggior parte del popolo del paese e i tesori della casa di Geova e della casa del re. Fra i prigionieri c’erano la famiglia reale e i principi, gli uomini valorosi e potenti, gli artefici e i costruttori ed Ezechiele figlio del sacerdote Buzi. (2 Re 24:11-17; Ezec. 1:1-3)

*** it-2 p. 358 Nabucodonosor ***
In seguito alla ribellione di Ioiachim re di Giuda contro Nabucodonosor i babilonesi cinsero d’assedio Gerusalemme. Sembra che Ioiachim sia morto durante questo assedio; sul trono di Giuda salì suo figlio Ioiachin. Ma solo tre mesi e dieci giorni dopo, il regno del nuovo re ebbe fine con la resa di Ioiachin a Nabucodonosor (nel mese di adar [febbraio-marzo] durante il settimo anno di regno di Nabucodonosor [che terminò nel nisan 617 a.E.V.], secondo le Cronache babilonesi). Un’iscrizione cuneiforme (British Museum 21946) afferma: “Il settimo anno: Nel mese di chislev il re di Akkad radunò il suo esercito e marciò verso Hattu. Si accampò contro la città di Giuda e il secondo giorno del mese di adar catturò la città (e ne) afferrò il re [Ioiachin]. Costituì nella città un re di sua scelta [Sedechia] (e) prendendo il grosso tributo lo portò in Babilonia”. (Assyrian and Babylonian Chronicles, cit., p. 102; ILLUSTRAZIONE, vol. 2, p. 326) Insieme a Ioiachin, Nabucodonosor portò in esilio a Babilonia altri componenti della famiglia reale, funzionari di corte, artigiani e guerrieri, e costituì re di Giuda Mattania, zio di Ioiachin, a cui diede nome Sedechia. — 2Re 24:11-17; 2Cr 36:5-10; vedi CRONOLOGIA; IOIACHIM; IOIACHIN.

*** gm cap. 4 p. 48 par. 21 Quanto è credibile il “Vecchio Testamento”? ***
21 La Bibbia narra che in seguito, sotto il re Ioiachin, Gerusalemme fu assediata dai babilonesi e sconfitta. Questo avvenimento è registrato nella Cronaca Babilonese, una tavoletta scritta in caratteri cuneiformi scoperta dagli archeologi. Vi si legge: “Il re di Akkad [Babilonia] . . . pose l’assedio alla città di Giuda (iahudu) e il re prese la città il secondo giorno del mese di addaru”.12 Ioiachin fu portato a Babilonia e imprigionato. Ma in seguito, secondo la Bibbia, fu liberato dalla prigione e riceveva una razione di cibo. (2 Re 24:8-15; 25:27-30) Questo è confermato da documenti amministrativi rinvenuti a Babilonia, che elencano le razioni date a “Yaukîn, re di Giuda”.13

*** w88 1/3 p. 29 La potente Babilonia, terza grande potenza mondiale ***
Poi, nel 617 a.E.V., Nabucodonosor re di Babilonia catturò il re di Gerusalemme, Ioiachin, e mandò lui e altri “uomini preminenti del paese” in esilio a Babilonia. Nabucodonosor fece re a Gerusalemme Mattania e “gli cambiò il nome in Sedechia”. — 2 Re 24:11-17.

(2 RE 24:12)

“Alla fine Ioiachin re di Giuda uscì verso il re di Babilonia, lui con sua madre e i suoi servitori e i suoi principi e i suoi funzionari di corte; e il re di Babilonia lo prendeva nell’ottavo anno del suo regno.”

*** it-2 p. 39 Ioiachin ***
Il suo regno però finì solo tre mesi e dieci giorni dopo, quando egli si arrese a Nabucodonosor, nel 617 a.E.V. (nel mese di adar secondo una cronaca babilonese). (2Re 24:11, 12; 2Cr 36:9; A. K. Grayson, Assyrian and Babylonian Chronicles, 1975, p. 102)

*** it-2 p. 358 Nabucodonosor ***
In seguito alla ribellione di Ioiachim re di Giuda contro Nabucodonosor i babilonesi cinsero d’assedio Gerusalemme. Sembra che Ioiachim sia morto durante questo assedio; sul trono di Giuda salì suo figlio Ioiachin. Ma solo tre mesi e dieci giorni dopo, il regno del nuovo re ebbe fine con la resa di Ioiachin a Nabucodonosor (nel mese di adar [febbraio-marzo] durante il settimo anno di regno di Nabucodonosor [che terminò nel nisan 617 a.E.V.], secondo le Cronache babilonesi). Un’iscrizione cuneiforme (British Museum 21946) afferma: “Il settimo anno: Nel mese di chislev il re di Akkad radunò il suo esercito e marciò verso Hattu. Si accampò contro la città di Giuda e il secondo giorno del mese di adar catturò la città (e ne) afferrò il re [Ioiachin]. Costituì nella città un re di sua scelta [Sedechia] (e) prendendo il grosso tributo lo portò in Babilonia”. (Assyrian and Babylonian Chronicles, cit., p. 102; ILLUSTRAZIONE, vol. 2, p. 326) Insieme a Ioiachin, Nabucodonosor portò in esilio a Babilonia altri componenti della famiglia reale, funzionari di corte, artigiani e guerrieri, e costituì re di Giuda Mattania, zio di Ioiachin, a cui diede nome Sedechia. — 2Re 24:11-17; 2Cr 36:5-10; vedi CRONOLOGIA; IOIACHIM; IOIACHIN.

*** gm cap. 4 p. 48 par. 21 Quanto è credibile il “Vecchio Testamento”? ***
21 La Bibbia narra che in seguito, sotto il re Ioiachin, Gerusalemme fu assediata dai babilonesi e sconfitta. Questo avvenimento è registrato nella Cronaca Babilonese, una tavoletta scritta in caratteri cuneiformi scoperta dagli archeologi. Vi si legge: “Il re di Akkad [Babilonia] . . . pose l’assedio alla città di Giuda (iahudu) e il re prese la città il secondo giorno del mese di addaru”.12 Ioiachin fu portato a Babilonia e imprigionato. Ma in seguito, secondo la Bibbia, fu liberato dalla prigione e riceveva una razione di cibo. (2 Re 24:8-15; 25:27-30) Questo è confermato da documenti amministrativi rinvenuti a Babilonia, che elencano le razioni date a “Yaukîn, re di Giuda”.13

*** w88 1/3 p. 29 La potente Babilonia, terza grande potenza mondiale ***
Poi, nel 617 a.E.V., Nabucodonosor re di Babilonia catturò il re di Gerusalemme, Ioiachin, e mandò lui e altri “uomini preminenti del paese” in esilio a Babilonia. Nabucodonosor fece re a Gerusalemme Mattania e “gli cambiò il nome in Sedechia”. — 2 Re 24:11-17.
Documenti babilonesi, rinvenuti dagli archeologi, pure confermano questo avvenimento. Le cronache babilonesi, antiche tavolette d’argilla su cui venivano riportati i principali avvenimenti, dicono che il re di Babilonia “si accampò attorno alla città di Giuda [Gerusalemme]; . . . occupò la città e fece prigioniero il re;

(2 RE 24:13)

“Quindi portò via di là tutti i tesori della casa di Geova e i tesori della casa del re, e tagliava a pezzi tutti gli utensili d’oro che Salomone re d’Israele aveva fatto nel tempio di Geova, proprio come Geova aveva parlato.”

*** it-2 p. 39 Ioiachin ***
In 2 Re 24:12-16 si legge che Nabucodonosor portò questi prigionieri in esilio, insieme a “tutti i tesori della casa di Geova e i tesori della casa del re”. In Daniele 1:1, 2 viene detto invece che solo “parte degli utensili” vennero portati a Babilonia. La spiegazione può essere che i tesori menzionati in 2 Re fossero in particolare gli utensili d’oro, a cui si fa specifico riferimento, e che altri utensili non siano stati presi. Un’altra possibilità è che “alcuni utensili della casa di Geova” siano stati portati a Babilonia quando Gerusalemme si arrese all’assedio dei babilonesi (avvenuto in seguito alla ribellione di Ioiachim contro Babilonia), e che altri “oggetti desiderabili della casa di Geova” siano stati portati via qualche tempo dopo, quando Ioiachin stesso venne trasferito a Babilonia. Questa possibilità è indicata da 2 Cronache 36:6-10. Dalla narrazione di Cronache sembra che Nabucodonosor, dopo aver conquistato Gerusalemme, se ne sia andato ma poi abbia mandato a prendere Ioiachin per portarlo “a Babilonia con gli oggetti desiderabili della casa di Geova”. In modo simile, dieci anni dopo, durante la definitiva conquista e distruzione di Gerusalemme (607 a.E.V.), Nabucodonosor si ritirò a Ribla “nel paese di Amat”, lasciando che Nebuzaradan, capo della guardia del corpo, si occupasse dei particolari del dopoconquista. — 2Re 25:8-21.

(2 RE 24:14)

“E portò in esilio tutta Gerusalemme e tutti i principi e tutti gli uomini potenti e valorosi — diecimila ne portava in esilio — e anche tutti gli artefici e i costruttori di baluardi. Non era stato lasciato nessuno eccetto la classe misera del popolo del paese.”

*** it-2 p. 273 Metalli, Lavoratore di ***
Più tardi, durante l’oppressione filistea, fra gli israeliti non ci potevano essere lavoratori di metalli. Questa misura restrittiva impediva loro di fabbricare armi. (1Sa 13:19-22) Senza dubbio per ragioni simili Nabucodonosor prese prigionieri i lavoratori di metalli e altri artigiani la prima volta che attaccò Gerusalemme. — 2Re 24:14, 16; Ger 24:1; 29:1, 2.

(2 RE 24:15)

“Così portò Ioiachin in esilio a Babilonia; e la madre del re e le mogli del re e i suoi funzionari di corte e gli uomini preminenti del paese li portò via come esiliati da Gerusalemme a Babilonia.”

*** w88 1/3 p. 29 La potente Babilonia, terza grande potenza mondiale ***
Poi, nel 617 a.E.V., Nabucodonosor re di Babilonia catturò il re di Gerusalemme, Ioiachin, e mandò lui e altri “uomini preminenti del paese” in esilio a Babilonia. Nabucodonosor fece re a Gerusalemme Mattania e “gli cambiò il nome in Sedechia”. — 2 Re 24:11-17.
Documenti babilonesi, rinvenuti dagli archeologi, pure confermano questo avvenimento. Le cronache babilonesi, antiche tavolette d’argilla su cui venivano riportati i principali avvenimenti, dicono che il re di Babilonia “si accampò attorno alla città di Giuda [Gerusalemme]; . . . occupò la città e fece prigioniero il re;

(2 RE 24:17)

“Inoltre, il re di Babilonia fece re suo zio Mattania in luogo di lui. Quindi gli cambiò il nome in Sedechia.”

*** it-2 p. 358 Nabucodonosor ***
In seguito alla ribellione di Ioiachim re di Giuda contro Nabucodonosor i babilonesi cinsero d’assedio Gerusalemme. Sembra che Ioiachim sia morto durante questo assedio; sul trono di Giuda salì suo figlio Ioiachin. Ma solo tre mesi e dieci giorni dopo, il regno del nuovo re ebbe fine con la resa di Ioiachin a Nabucodonosor (nel mese di adar [febbraio-marzo] durante il settimo anno di regno di Nabucodonosor [che terminò nel nisan 617 a.E.V.], secondo le Cronache babilonesi). Un’iscrizione cuneiforme (British Museum 21946) afferma: “Il settimo anno: Nel mese di chislev il re di Akkad radunò il suo esercito e marciò verso Hattu. Si accampò contro la città di Giuda e il secondo giorno del mese di adar catturò la città (e ne) afferrò il re [Ioiachin]. Costituì nella città un re di sua scelta [Sedechia] (e) prendendo il grosso tributo lo portò in Babilonia”. (Assyrian and Babylonian Chronicles, cit., p. 102; ILLUSTRAZIONE, vol. 2, p. 326) Insieme a Ioiachin, Nabucodonosor portò in esilio a Babilonia altri componenti della famiglia reale, funzionari di corte, artigiani e guerrieri, e costituì re di Giuda Mattania, zio di Ioiachin, a cui diede nome Sedechia. — 2Re 24:11-17; 2Cr 36:5-10; vedi CRONOLOGIA; IOIACHIM; IOIACHIN.

*** w88 1/3 p. 29 La potente Babilonia, terza grande potenza mondiale ***
Nabucodonosor fece re a Gerusalemme Mattania e “gli cambiò il nome in Sedechia”. — 2 Re 24:11-17.

(2 RE 25:1)

“E avvenne nel nono anno del suo regno, nel decimo mese, il decimo giorno del mese, che Nabucodonosor re di Babilonia venne, sì, lui e tutte le sue forze militari, contro Gerusalemme e si accampava contro di essa e le edificava contro un muro d’assedio tutt’intorno.”

*** it-1 p. 951 Nazioni che aggredirono Israele ***
Babilonia 2Re 24:1, 12-17; 25:1-21

*** it-1 p. 952 Nazioni che aggredirono Israele ***
Iscrizione babilonese che documenta l’invasione di Giuda da parte di Nabucodonosor

(2 RE 25:4)

“E nella città fu aperta una breccia, e tutti gli uomini di guerra [fuggirono] di notte per la via della porta fra le doppie mura che è presso il giardino del re, mentre i caldei erano tutt’intorno contro la città; e [il re] andava in direzione dell’Araba.”

*** it-1 p. 475 Chidron, Valle del torrente ***
Non lontano da questa sorgente la valle del Chidron si allarga e forma un largo spiazzo. Secondo alcuni questo potrebbe corrispondere all’antico “giardino del re”. — 2Re 25:4.

*** it-1 p. 1103 Giardino, Orto ***
Il Giardino del Re si trovava vicino al luogo da cui Sedechia e i suoi uomini tentarono di fuggire da Gerusalemme durante l’assedio dei caldei, probabilmente appena fuori delle mura a SE della città. (2Re 25:4; Ne 3:15)

(2 RE 25:7)

“E i figli di Sedechia furono scannati davanti ai suoi occhi, ed egli accecò gli occhi di Sedechia, dopo di che lo serrò in ceppi di rame e lo portò a Babilonia.”

*** it-2 p. 415 Occhio ***
Per umiliare e infrangere il potere dei nemici, alcune nazioni dell’antichità seguivano la crudele usanza di accecare gli uomini preminenti fatti prigionieri. — Gdc 16:21; 1Sa 11:2; 2Re 25:7.

*** it-2 p. 917 Sedechia ***
I suoi figli vennero uccisi sotto i suoi occhi. Poiché in quel tempo Sedechia aveva solo 32 anni circa, i ragazzi dovevano essere ancora piccoli. Dopo avere assistito alla morte dei figli, Sedechia venne accecato, legato con ceppi di rame e portato a Babilonia, dove morì nella casa di detenzione. — 2Re 25:2-7; Ger 39:2-7; 44:30; 52:6-11; cfr. Ger 24:8-10; Ez 12:11-16; 21:25-27.

(2 RE 25:8)

“E nel quinto mese, il settimo [giorno] del mese, vale a dire nel diciannovesimo anno del re Nabucodonosor re di Babilonia, Nebuzaradan capo della guardia del corpo, servitore del re di Babilonia, venne a Gerusalemme.”

*** w07 15/3 p. 11 par. 10 Punti notevoli del libro di Geremia ***
Il settimo giorno del quinto mese del 19° anno di regno di Nabucodonosor, il capo della guardia del corpo, Nebuzaradan, ‘viene’, o arriva, a Gerusalemme. (2 Re 25:8) Forse Nebuzaradan è accampato fuori delle mura della città e studia la situazione, preparando un piano d’azione.

*** it-1 p. 12 Ab ***
In 2 Re 25:8 si legge che nel settimo giorno di questo mese Nebuzaradan, servitore del re di Babilonia, “venne a Gerusalemme”. Geremia 52:12 dice invece che Nebuzaradan “entrò a Gerusalemme” nel decimo giorno di questo mese. Una nota in calce a questo versetto nella Bibbia rabbinica (ATE) dice: “Nel libro dei Re (2 Re 25, 8) si parla invece del settimo giorno, poiché in esso forse avevano avuto inizio le operazioni nemiche”. Quindi il settimo giorno Nebuzaradan sarebbe arrivato a Gerusalemme, avrebbe ispezionato le mura della città dall’esterno, dal suo accampamento, e dato ordine di demolire le fortificazioni della città e saccheggiarne i tesori; infine, nel decimo giorno del mese, sarebbe entrato nella città e nel suo tempio santo.

*** it-2 p. 374 Nebuzaradan ***
NEBUZARADAN
(Nebuzaradàn) [da un nome babilonese che significa “Nebo ha dato progenie”].
Capo della guardia del corpo e figura di primo piano dell’esercito di Nabucodonosor durante l’effettiva distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V. Sembra che Nebuzaradan non fosse presente all’assedio iniziale di Gerusalemme, dato che “venne a Gerusalemme” circa un mese più tardi, dopo che il re Sedechia era stato condotto alla presenza di Nabucodonosor e accecato. — 2Re 25:2-8; Ger 39:2, 3; 52:6-11.
Dall’esterno Nebuzaradan diresse le operazioni di demolizione della città, che iniziarono “il settimo giorno del mese” (il quinto mese, ab); in quell’occasione i tesori del tempio furono portati via, le mura abbattute, i prigionieri condotti in esilio: furono lasciati rimanere solo alcuni dei più miseri. (2Re 25:8-20; Ger 39:8-10; 43:5, 6; 52:12-26) Tre giorni dopo, il decimo giorno del mese, Nebuzaradan a quanto pare “entrò a Gerusalemme” e, dopo un’ispezione, appiccò il fuoco alla casa di Geova e ridusse la città in cenere. (Ger 52:12, 13) Giuseppe Flavio osserva che nello stesso giorno, il decimo giorno del quinto mese, in cui era stato incendiato il tempio di Salomone, nel 70 E.V. venne incendiato anche il tempio ricostruito da Erode. — Guerra giudaica, VI, 250 (iv, 5); VI, 268 (iv, 8); vedi AB.

(2 RE 25:11)

“E Nebuzaradan capo della guardia del corpo portò in esilio il resto del popolo che era stato lasciato nella città e i disertori che erano passati al re di Babilonia e il resto della folla.”

*** it-1 p. 445 Cattività ***
Quelli portati prigionieri a Babilonia includevano “alcuni dei miseri del popolo e il resto del popolo lasciato rimanere nella città e i disertori . . . e il resto degli artigiani”. L’espressione “lasciato rimanere nella città” sembra indicare che moltissimi erano morti di fame, di malattia o nell’incendio, oppure erano stati uccisi in guerra. (Ger 52:15; 2Re 25:11)

(2 RE 25:14)

“E presero i recipienti e le palette e gli spegnitoi e le coppe e tutti gli utensili di rame con i quali servivano.”

*** it-2 pp. 1027-1028 Spegnitoi ***
SPEGNITOI
Mezammèreth, il sostantivo ebraico tradotto “smoccolatoi” (PIB), “coltelli” (CEI), “forbici” (ATE) o “spegnitoi” (NM) si ritiene derivi da un verbo (zamàr) che significa “spuntare; potare”. Perciò alcuni ritengono che si trattasse di utensili simili a forbici usati per spuntare i lucignoli. Comunque, tutto quello che si sa esattamente di questi utensili è che erano d’oro o di rame e venivano usati in relazione alle funzioni svolte nel tempio. — 1Re 7:50; 2Re 12:13; 25:14; 2Cr 4:22; Ger 52:18.

(2 RE 25:17)

“L’altezza di ciascuna colonna era di diciotto cubiti, e il capitello su di essa era di rame; e l’altezza del capitello era di tre cubiti; e il lavoro a rete e le melagrane tutt’intorno sul capitello, tutto quanto, era di rame; e la seconda colonna aveva queste stesse cose sul lavoro a rete.”

*** it-1 pp. 424-425 Capitello ***
CAPITELLO
Parte superiore e decorazione terminale delle colonne di un edificio. Capitelli imponenti coronavano Iachin e Boaz, le colonne erette davanti al tempio di Salomone. (2Cr 3:15-17) Questi capitelli e le colonne su cui poggiavano erano stati fatti sotto la guida dell’artigiano Hiram all’epoca della costruzione del tempio (1034-1027 a.E.V.) e resisterono per oltre 400 anni finché Gerusalemme fu saccheggiata dai babilonesi nel 607 a.E.V. (2Cr 4:11-13; Ger 52:17, 22) Con una sola eccezione, tutte le volte che si parla di questi capitelli è usata la parola ebraica kothèreth, derivata dalla radice kathàr (‘circondare’; Gdc 20:43) e affine a kèther (“ornamento”; Est 1:11). La parola ebraica per “capitello” in 2 Cronache 3:15 (tsèfet) deriva dalla radice tsafàh, che significa “rivestire”. — Eso 25:11.
Le colonne erano di rame fuso, alte 18 cubiti (8 m) e con un diametro di 1,7 m. Inoltre i capitelli erano alti 5 cubiti (2,2 m). (1Re 7:15, 16) Alla luce dei brani indicanti che i capitelli erano alti cinque cubiti, alcuni studiosi sono giunti alla conclusione che i “tre cubiti” di cui si parla in 2 Re 25:17 siano frutto dell’errore di uno scriba. Per questo alcune traduzioni della Bibbia (ad esempio CEI, Na) hanno “cinque cubiti” anziché “tre cubiti”. Dato che le colonne erano cave, con uno spessore di 7,5 cm, è ragionevole supporre che lo fossero pure i capitelli e che anch’essi fossero stati fusi in forme d’argilla “nel Distretto del Giordano”. — 2Cr 4:17; Ger 52:21.

(2 RE 25:18)

“Per di più, il capo della guardia del corpo prese Seraia il capo sacerdote e Sofonia il secondo sacerdote e tre guardiani della porta;”

*** it-2 p. 1010 Sommo sacerdote ***
Il santuario, il servizio che vi si svolgeva e il tesoro erano affidati alla sorveglianza del sommo sacerdote. (2Re 12:7-16; 22:4) Sembra che le stesse mansioni fossero svolte da un “secondo” sacerdote, che era il principale assistente del sommo sacerdote. (2Re 25:18) In epoche successive questo assistente, detto il sagàn, officiava al posto del sommo sacerdote quando questi per qualche ragione era impedito. (A. Edersheim, The Temple, 1874, p. 75)

(2 RE 25:19)

“e prese dalla città un funzionario di corte che era al comando degli uomini di guerra, e cinque uomini di quelli che avevano accesso presso il re i quali si trovavano nella città; e il segretario del capo dell’esercito, quello che adunava il popolo del paese, e sessanta uomini del popolo del paese i quali si trovavano nella città;”

*** it-2 p. 628 Potifar ***
Il “funzionario di corte [sarìs] che era al comando degli uomini di guerra” quando Gerusalemme cadde nel 607 a.E.V. era sicuramente un alto funzionario governativo, non un uomo privato della virilità, un evirato. (2Re 25:19)

(2 RE 25:22)

“In quanto alla gente lasciata nel paese di Giuda, che Nabucodonosor re di Babilonia aveva lasciato, egli nominò ora su di essi Ghedalia figlio di Aicam figlio di Safan.”

*** it-1 p. 187 Archeologia ***
Pure interessante è l’impronta di un sigillo su argilla che si riferisce a “Ghedalia che è capo della casa”. Ghedalia era il nome del governatore di Giuda nominato da Nabucodonosor dopo la caduta di Gerusalemme e molti ritengono probabile che l’impronta del sigillo si riferisca a lui. — 2Re 25:22; cfr. Isa 22:15; 36:3.

(2 RE 25:23)

“Quando tutti i capi delle forze militari, loro e i loro uomini, ebbero udito che il re di Babilonia aveva nominato Ghedalia, immediatamente vennero da Ghedalia a Mizpa, cioè Ismaele figlio di Netania e Ioanan figlio di Carea e Seraia figlio di Tanumet il netofatita e Iaazania figlio del maacatita, loro e i loro uomini.”

*** it-1 p. 992 Gallo ***
Presso Mizpa è stato rinvenuto un sigillo in onice con la figura di un gallo e con l’iscrizione “di Iaazania, servitore del re”. Se, come alcuni ritengono, si tratta dello stesso Iaazania (Iezania) menzionato in 2 Re 25:23 e Geremia 40:8, questo indicherebbe che già nel VII secolo a.E.V.

(2 RE 25:27)

“E avvenne nel trentasettesimo anno dell’esilio di Ioiachin re di Giuda, nel dodicesimo mese, il ventisettesimo giorno del mese, che Evil-Merodac re di Babilonia, nell’anno in cui divenne re, alzò la testa di Ioiachin re di Giuda dalla casa di detenzione;”

*** w12 1/6 p. 5 Storia, non leggenda ***
In seguito “Evil-Merodac re di Babilonia, nell’anno in cui divenne re, alzò la testa di Ioiachin re di Giuda dalla casa di detenzione”.

*** w12 1/6 p. 5 Storia, non leggenda ***
Che dire della storicità di Evil-Merodac, successore di Nabucodonosor? Su un vaso rinvenuto nei pressi della città di Susa compare questa iscrizione: “Palazzo di Amel-Marduk [Evil-Merodac] re di Babilonia, figlio di Nabucodonosor re di Babilonia”.

*** si p. 69 par. 2 Libro biblico numero 12: 2 Re ***
Fu completato verso il 580 a.E.V., e si riferisce al periodo che comincia con il regno di Acazia d’Israele verso il 920 a.E.V. e finisce nel 37° anno dell’esilio di Ioiachin, nel 580 a.E.V. — 1:1; 25:27.

*** it-1 p. 182 Archeologia ***
Presso la porta di Ishtar a Babilonia sono state scoperte circa 300 tavolette con iscrizioni cuneiformi che risalgono al periodo del regno di Nabucodonosor. Fra gli elenchi di artigiani e prigionieri, che vivevano allora a Babilonia e a cui erano date razioni di viveri, compare il nome di “Yaukin, re del paese di Yahud”, cioè “Ioiachin, re del paese di Giuda”. Questo re era stato portato a Babilonia quando Nabucodonosor aveva conquistato Gerusalemme nel 617 a.E.V., ma era stato liberato dalla casa di detenzione da Awil-Marduk (Evil-Merodac), successore di Nabucodonosor, che gli concesse una razione giornaliera di viveri per il resto della sua vita. (2Re 25:27-30)

*** it-1 p. 182 Archeologia ***
Su un vaso rinvenuto a Susa (Elam) compare il nome del suo successore Awil-Marduk (chiamato Evil-Merodac in 2Re 25:27).

*** it-1 p. 884 Evil-Merodac ***
EVIL-MERODAC
(Èvil-Meròdac) [da un’espressione babilonese che significa “adoratore di Marduk”].
Re di Babilonia che succedette a Nabucodonosor nel 581 a.E.V. Nell’anno in cui salì al trono, Evil-Merodac mostrò benignità a Ioiachin re di Giuda liberandolo dalla casa di detenzione nel 37° anno del suo esilio in Babilonia e concedendogli una posizione di favore superiore a quella di tutti gli altri re prigionieri nel paese. (2Re 25:27-30; Ger 52:31-34) Giuseppe Flavio afferma che Evil-Merodac considerava Ioiachin uno dei suoi più intimi amici.

(2 RE 25:30)

“In quanto alla sua razione, una razione gli era data di continuo da parte del re, quotidianamente come dovuta, per tutti i giorni della sua vita.”

*** it-1 p. 182 Archeologia ***
Presso la porta di Ishtar a Babilonia sono state scoperte circa 300 tavolette con iscrizioni cuneiformi che risalgono al periodo del regno di Nabucodonosor. Fra gli elenchi di artigiani e prigionieri, che vivevano allora a Babilonia e a cui erano date razioni di viveri, compare il nome di “Yaukin, re del paese di Yahud”, cioè “Ioiachin, re del paese di Giuda”. Questo re era stato portato a Babilonia quando Nabucodonosor aveva conquistato Gerusalemme nel 617 a.E.V., ma era stato liberato dalla casa di detenzione da Awil-Marduk (Evil-Merodac), successore di Nabucodonosor, che gli concesse una razione giornaliera di viveri per il resto della sua vita. (2Re 25:27-30)

*** it-2 p. 709 Re, Libri dei ***
Una notevole conferma archeologica dell’ultima dichiarazione contenuta nei libri dei Re è stata data da alcune tavolette cuneiformi scoperte a Babilonia. Queste indicano che Jaʼukinu (Ioiachin) fu imprigionato a Babilonia e menzionano il fatto che gli erano provvedute razioni di viveri dal tesoro della Corona. — 2Re 25:30; Ancient Near Eastern Texts, cit., p. 308.

*** gm cap. 4 p. 48 par. 21 Quanto è credibile il “Vecchio Testamento”? ***
Ma in seguito, secondo la Bibbia, fu liberato dalla prigione e riceveva una razione di cibo. (2 Re 24:8-15; 25:27-30) Questo è confermato da documenti amministrativi rinvenuti a Babilonia, che elencano le razioni date a “Yaukîn, re di Giuda”.13

*** w88 1/3 p. 29 La potente Babilonia, terza grande potenza mondiale ***
Inoltre la Bibbia menziona la razione di viveri che Ioiachin riceveva mentre era in esilio a Babilonia. (2 Re 25:27-30) A Babilonia gli archeologi hanno trovato documenti amministrativi che si riferiscono alla razione di viveri data sia a “Ioiachin, il re” che ai “figli del re di Giuda”.

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