2 Re 16-17-18, Punti notevoli della Bibbia: settimana del 14 settembre

Punti notevoli della lettura della Bibbia: 2 Re 16-18. Informazioni per studio personale

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(2 RE 16:2)

“Acaz aveva vent’anni quando cominciò a regnare, e regnò sedici anni a Gerusalemme; e non fece ciò che era retto agli occhi di Geova suo Dio come Davide suo antenato.”

*** it-1 p. 45 Acaz ***
1. Figlio di Iotam re di Giuda. Acaz salì al trono a 20 anni e regnò per 16 anni. — 2Re 16:2; 2Cr 28:1.
Dato che Ezechia figlio di Acaz aveva 25 anni quando cominciò a regnare, Acaz non doveva avere ancora 12 anni quando lo generò. (2Re 18:1, 2) Mentre nei climi temperati i maschi di solito raggiungono la pubertà fra i 12 e i 15 anni, nei climi più caldi possono raggiungerla prima. Anche le usanze matrimoniali variano. Un periodico (Zeitschrift für Semitistik und verwandte Gebiete, a cura di E. Littmann, Lipsia, 1927, vol. 5, p. 132) riferiva che il matrimonio di bambini era frequente nella Terra Promessa anche in epoca relativamente recente, e citava il caso di due fratelli di 8 e 12 anni che erano sposati e il maggiore andava a scuola con la moglie. Tuttavia, un manoscritto ebraico, la Pescitta siriaca e alcuni manoscritti della Settanta greca in 2 Cronache 28:1 dicono che Acaz aveva “venticinque anni” all’inizio del suo regno.

(2 RE 16:3)

“E camminava nella via dei re d’Israele, e perfino il suo proprio figlio fece passare attraverso il fuoco, secondo le cose detestabili delle nazioni che Geova aveva cacciato a causa dei figli d’Israele.”

*** ip-1 cap. 1 p. 8 Un profeta antico con un messaggio attuale ***
Secondo alcuni “passare attraverso il fuoco” potrebbe semplicemente indicare una cerimonia di purificazione. Sembra, però, che in questo contesto l’espressione si riferisca a un sacrificio letterale. È fuor di dubbio che il sacrificio dei bambini veniva praticato dai cananei e dagli israeliti apostati. — Deuteronomio 12:31; Salmo 106:37, 38.

*** ip-1 cap. 1 p. 8 par. 7 Un profeta antico con un messaggio attuale ***
Acaz, per esempio, non solo tollerò l’idolatria fra i suoi sudditi, ma la praticò lui stesso, ‘facendo passare attraverso il fuoco’ la sua progenie in un sacrificio rituale al dio cananeo Molec. (2 Re 16:3, 4; 2 Cronache 28:3, 4)

*** w97 15/7 p. 14 par. 3 State perseguendo la virtù? ***
Suo padre, Acaz re di Giuda, era a quanto pare adoratore di Molec. “Acaz aveva vent’anni quando cominciò a regnare, e regnò sedici anni a Gerusalemme; e non fece ciò che era retto agli occhi di Geova suo Dio come Davide suo antenato. E camminava nella via dei re d’Israele, e perfino il suo proprio figlio fece passare attraverso il fuoco, secondo le cose detestabili delle nazioni che Geova aveva cacciato a causa dei figli d’Israele. E sacrificava e faceva fumo di sacrificio sugli alti luoghi e sui colli e sotto ogni albero lussureggiante”. (2 Re 16:2-4) Alcuni sostengono che l’espressione ‘far passare attraverso il fuoco’ si riferisca a qualche rito di purificazione e non a un sacrificio umano. Tuttavia un libro osserva: “Fonti classiche e puniche [cartaginesi], come pure testimonianze archeologiche, attestano l’esistenza di sacrifici umani . . . nel mondo cananeo, per cui non c’è motivo di dubitare delle allusioni veterotestamentarie [ai sacrifici umani]”. (John Day, Molech—A God of Human Sacrifice in the Old Testament) Per di più 2 Cronache 28:3 dice specificamente che Acaz “bruciava i suoi figli nel fuoco”. (Confronta Deuteronomio 12:31; Salmo 106:37, 38). Che malvagità!

(2 RE 16:6)

“In quel tempo Rezin re di Siria restituì Elat a Edom, dopo di che cacciò i giudei da Elat; e gli edomiti, da parte loro, entrarono a Elat e han continuato a dimorarvi fino a questo giorno.”

*** it-1 p. 801 Elat ***
Poi, durante il regno di Acaz (761-746 a.E.V.), fu strappata a Giuda dai siri e rioccupata dagli edomiti, per non tornare più sotto la dominazione giudea. (2Re 16:6) Qui il testo masoretico ha “Siria” o “Aram” (ebr. ʼAràm) invece di “Edom” (ʼEdhòhm). La maggioranza degli studiosi moderni, comunque, accetta quest’ultima lezione, segnalata a margine, ritenendo che un copista abbia confuso la lettera ebraica dàleth (ד) con la rehsh (ר), di forma simile.

(2 RE 16:9)

“Allora il re d’Assiria lo ascoltò e il re d’Assiria salì a Damasco e la catturò e ne condusse [il popolo] in esilio a Chir, e mise Rezin a morte.”

*** it-1 p. 258 Azael ***
Ma Salmaneser III evidentemente non riuscì a conquistare Damasco. La conquistò Tiglat-Pileser III, ai giorni di Rezin re di Siria. Questo adempì la profezia pronunciata da Geova per mezzo di Amos: “Certamente manderò un fuoco sulla casa di Azael, e deve divorare le torri di dimora di Ben-Adad. E certamente romperò la sbarra di Damasco”. — Am 1:4, 5; 2Re 16:9.

*** it-1 pp. 443-444 Cattività ***
L’Assiria, pare, fu la prima ad adottare la tattica di sradicare e allontanare l’intera popolazione delle città conquistate dal suo paese nativo e di ripopolare il territorio con prigionieri provenienti da altre parti dell’impero. Questa tattica della deportazione non fu adottata solo contro gli ebrei. Infatti quando Damasco, capitale della Siria, cadde sotto il travolgente attacco militare di questa seconda potenza mondiale, la sua popolazione venne mandata in esilio a Chir, com’era stato predetto dal profeta Amos. (2Re 16:8, 9; Am 1:5) Tale consuetudine aveva un duplice effetto: scoraggiava i pochi individui rimasti dal compiere qualsiasi attività sovversiva; e le nazioni circostanti, che forse si erano mostrate amiche dei deportati, erano meno inclini a prestare aiuto e assistenza alla nuova popolazione straniera venuta da paesi lontani.

*** it-1 p. 477 Chir ***
CHIR
Località da cui gli aramei passarono in Siria, ma non necessariamente il loro paese d’origine. (Am 9:7) Per mezzo del profeta Amos (1:5), Geova indicò che gli aramei sarebbero tornati a Chir, ma come esiliati. Questa profezia si adempì quando Tiglat-Pileser III, assoldato appositamente da Acaz re di Giuda, conquistò Damasco, la capitale aramea, e portò i suoi abitanti in esilio a Chir. — 2Re 16:7-9.

*** it-1 p. 641 Damasco ***
Durante il regno di Acaz re di Giuda (761-746 a.E.V.), Rezin di Damasco, alleatosi con Peca d’Israele, compì una scorreria in Giuda giungendo fino a Elat sul golfo di ʽAqaba. Il re Acaz ne fu così atterrito che assoldò Tiglat-Pileser III d’Assiria perché allontanasse la pressione sira da Giuda. Prontamente gli assiri attaccarono e conquistarono Damasco, misero a morte Rezin e portarono in esilio molti damasceni. (2Re 16:5-9; 2Cr 28:5, 16) Così si adempirono le profezie pronunciate da Geova per mezzo di Isaia e di Amos (Isa 8:4; 10:5, 8, 9; Am 1:3-5);

*** it-2 p. 50 Isaia ***
Il nome dato al bambino per comando di Dio era Maher-Shalal-Hash-Baz, che significa “affrettati, o [o, affrettandosi al] bottino! Egli è pronto al saccheggio”. Era stato detto che, prima che il bambino fosse stato in grado di chiamare “Padre mio!” e “Madre mia!”, la minaccia per Giuda costituita dall’alleanza fra la Siria e il regno delle dieci tribù di Israele sarebbe stata sventata. — Isa 8:1-4.
La profezia indicava che Giuda avrebbe presto ricevuto soccorso, il che avvenne quando l’Assiria si intromise nella campagna contro Giuda condotta da Rezin re di Siria e Peca re di Israele. Gli assiri conquistarono Damasco e, più tardi, nel 740 a.E.V., saccheggiarono e distrussero il regno di Israele, adempiendo appieno il significato profetico del nome del ragazzo. (2Re 16:5-9; 17:1-6) Invece di confidare in Geova, però, il re Acaz cercò di allontanare la minaccia costituita da Siria e Israele mandando regali al re d’Assiria per avere la sua protezione. Per questo Geova permise che l’Assiria diventasse una grave minaccia per Giuda e addirittura invadesse il paese fino a Gerusalemme stessa, come aveva avvertito Isaia. — Isa 7:17-20.

(2 RE 16:10)

“Quindi il re Acaz andò incontro a Tiglat-Pileser re d’Assiria a Damasco, e vedeva l’altare che era a Damasco. Il re Acaz mandò dunque a Urija il sacerdote il disegno dell’altare e il suo modello, in quanto a tutta la sua fattura.”

*** it-1 p. 46 Acaz ***
Come re vassallo, Acaz fu evidentemente convocato a Damasco per rendere omaggio a Tiglat-Pileser III e, mentre era in quella città, vi ammirò l’altare pagano, ne copiò il disegno e incaricò il sacerdote Urija di farne una riproduzione da collocare davanti al tempio di Gerusalemme. Acaz osò poi offrire sacrifici su questo “grande altare”, mentre l’altare originale di rame fu messo da parte in attesa che il re decidesse cosa farne. (2Re 16:10-16)

*** it-1 p. 232 Assiria ***
Inoltre il paese di Giuda si trovava ora asservito all’Assiria, e Acaz re di Giuda si recò a Damasco, che era stata pure conquistata dagli assiri, evidentemente per rendere omaggio a Tiglat-Pileser. — 2Re 15:29; 16:5-10,

(2 RE 16:18)

“E la struttura coperta per il sabato che avevano edificato nella casa e l’entrata esterna del re le trasferì dalla casa di Geova a causa del re d’Assiria.”

*** it-1 p. 46 Acaz ***
Nel frattempo fece a pezzi gran parte degli utensili di rame del tempio e apportò altri cambiamenti nell’area del tempio, tutto “a causa del re d’Assiria”, forse per pagare il pesante tributo imposto a Giuda o magari per nascondere parte delle ricchezze del tempio agli avidi occhi dell’assiro. Le porte del tempio furono chiuse e Acaz “si fece altari in ogni angolo di Gerusalemme”. — 2Re 16:17, 18; 2Cr 28:23-25.

(2 RE 17:1)

“Nel dodicesimo anno di Acaz re di Giuda, Oshea figlio di Ela divenne re a Samaria su Israele per nove anni.”

*** si p. 149 par. 4 Libro biblico numero 30: Amos ***
L’ultima fortezza di Israele, la città fortificata di Samaria, cadde nel 740 a.E.V., dopo essere stata assediata dall’esercito assiro al comando di Salmaneser V. (2 Re 17:1-6)

*** it-2 p. 453 Oshea ***
3. Ultimo re del regno settentrionale di Israele, che ebbe fine nel 740 a.E.V.; figlio di Ela. Fece ciò che era male agli occhi di Geova, ma non quanto i suoi predecessori. (2Re 17:1, 2) Oshea non aveva alcun diritto ereditario al trono né diventò re per una speciale unzione di Dio, bensì usurpò il trono in seguito a una cospirazione e all’assassinio del re Peca. In 2 Re 15:30 si legge che Oshea mise a morte Peca e cominciò a regnare al posto suo “nel ventesimo anno di Iotam”. Poiché Iotam re di Giuda regnò solo 16 anni (2Re 15:32, 33; 2Cr 27:1, 8), questa data potrebbe riferirsi al 20° anno dall’inizio del regno di Iotam, che in effetti sarebbe il quarto anno del regno di Acaz successore di Iotam. — Vedi IOTAM n. 3.
Sembra però che Oshea non venisse pienamente riconosciuto quale re di Israele se non qualche tempo dopo. In 2 Re 17:1 si legge che, nel 12° anno del regno di Acaz, Oshea “divenne re a Samaria su Israele per nove anni”. Può dunque darsi che a questo punto fosse riuscito a imporre pienamente il suo dominio da Samaria, forse con l’appoggio dell’Assiria; infatti in documenti assiri il re Tiglat-Pileser III afferma di essere stato lui a mettere Oshea sul trono. — Vedi CRONOLOGIA (Importanti date relative al periodo dei re di Giuda e di Israele).

(2 RE 17:5)

“E il re d’Assiria saliva contro tutto il paese e saliva a Samaria e le poneva l’assedio per tre anni.”

*** w88 15/2 pp. 26-27 La spietata Assiria, seconda grande potenza mondiale ***
Salmaneser V, successore di Tiglat-Pileser, invase il regno settentrionale delle dieci tribù d’Israele e ne assediò la fortificata capitale Samaria. Dopo un assedio durato tre anni, Samaria cadde (nel 740 a.E.V.), come avevano predetto i profeti di Geova. — Michea 1:1, 6; 2 Re 17:5.

(2 RE 17:6)

“Nel nono anno di Oshea, il re d’Assiria catturò Samaria e condusse quindi Israele in esilio in Assiria e li faceva dimorare ad Ala e ad Abor presso il fiume Gozan e nelle città dei medi.”

*** si p. 145 par. 14 Libro biblico numero 28: Osea ***
Israele fu abbandonata dai suoi amanti fra le idolatre nazioni vicine e mieté la tempesta della distruzione per mano dell’Assiria nel 740 a.E.V. (Osea 8:7-10; 2 Re 15:20; 17:3-6, 18)

*** si p. 156 par. 4 Libro biblico numero 33: Michea ***
Samaria fu ridotta in rovina dagli assiri nel 740 a.E.V. quando questi portarono in esilio il regno settentrionale di Israele. (2 Re 17:5, 6)

*** it-1 p. 34 Abor ***
ABOR
(Àbor).
Città o regione in cui Tiglat-Pileser III re d’Assiria esiliò numerosi israeliti del regno delle dieci tribù. (1Cr 5:26) Alcuni studiosi la identificano con Abhar, villaggio sul fiume Qezel-Owzan nell’Iran nordoccidentale, circa 210 km a O di Teheran. In 2 Re 17:6 e 18:11 alcuni propendono per la lezione “Habor, fiume del [di] Gozan” (PIB, VR), e propongono di identificare questo corso d’acqua con un affluente dell’Eufrate, il Khabur, fiume della Turchia sudorientale e della Siria nordorientale. Comunque, in armonia con 1 Cronache 5:26, la frase può essere tradotta “Abor presso il fiume Gozan” o “di Gozan”. — NM; vedi GOZAN.

*** it-1 p. 45 Acaz ***
In quanto ai “sessantacinque anni” di Isaia 7:8, cioè il periodo in cui Efraim sarebbe stato “frantumato”, un commentario biblico afferma: “Una prima deportazione d’Israele avvenne nel giro di un anno o due da questo momento [in cui fu pronunciata la profezia di Isaia], sotto Tiglat-Pileser (2 Re 15. 29). Una seconda durante il regno di Oshea, sotto Salmaneser (2 Re 17. 1-6), circa vent’anni dopo. Ma la deportazione finale che diede il ‘colpo di grazia’ a Israele così che non fosse più ‘un popolo’, accompagnata dall’insediamento di stranieri in Samaria, avvenne sotto Esar-Addon, che deportò anche Manasse, re di Giuda, nel ventiduesimo anno del suo regno, sessantacinque anni dopo che era stata pronunciata questa profezia (cfr. Esdra 4.2, 3, 10 con 2 Re 17.24; 2 Cronache 33.11)”. — Jamieson, Fausset e Brown, Commentary on the Whole Bible.

*** it-1 p. 128 Amos, Libro di ***
La stessa Samaria, città potentemente fortificata, fu assediata e conquistata nel 740 a.E.V., e l’esercito assiro portò gli abitanti “in esilio oltre Damasco”, come predetto da Amos. (Am 5:27; 2Re 17:5, 6)

*** it-1 p. 1188 Gozan ***
In 2 Re 17:6 e 18:11 alcune traduzioni anziché Abor “presso il fiume Gozan” (NM), hanno “fiume di [o, del] Gozan” (VR; PIB), prendendo così Gozan per una località anche in questi versetti. Ma la lezione “Abor, il fiume di Gozan” non concorda con 1 Cronache 5:26. In questo passo Abor è elencato fra Ala e Hara; e Hara, non Abor, viene prima di Gozan. Questo indica che Abor e “il fiume di Gozan” non sono sinonimi. Quindi coloro che identificano sempre Gozan con una località sono costretti a non tener conto del riferimento di Cronache. Comunque, dal momento che l’ebraico permette di rendere l’espressione in modo coerente “il fiume Gozan” in tutti e tre i versetti, c’è ragione di ritenere che il re d’Assiria abbia esiliato alcuni israeliti del regno settentrionale nelle vicinanze di un fiume chiamato Gozan. Il Qezel Owzan dell’Iran nordoccidentale sarebbe una possibile identificazione del “fiume Gozan”. Nasce sui monti a SE del lago Urmia (in quella che era la Media) e infine col nome di Sefid Rud o Fiume Bianco (nome che gli viene attribuito nel corso inferiore) si getta nella parte sudoccidentale del Mar Caspio. Secondo altri il Gozan era un fiume della Mesopotamia.

*** it-2 p. 452 Osea, Libro di ***
Profezie adempiute. Le parole profetiche di Osea 13:16 relative alla caduta di Samaria si adempirono. La profezia di Osea indicava inoltre che Israele sarebbe stata abbandonata dai suoi amanti fra le nazioni. (Os 8:7-10) Senza dubbio essi non furono di alcun aiuto quando Samaria fu distrutta e gli abitanti di Israele furono fatti prigionieri dagli assiri nel 740 a.E.V. — 2Re 17:3-6.

*** gm cap. 4 pp. 47-48 par. 20 Quanto è credibile il “Vecchio Testamento”? ***
20 Poi, nel 740 a.E.V., Dio permise che il ribelle regno settentrionale d’Israele fosse distrutto dagli assiri. (2 Re 17:6-18) Parlando della narrazione che la Bibbia fa di questo avvenimento, l’archeologa Kathleen Kenyon commenta: “Si potrebbe avere il sospetto che in parte si tratti di un’iperbole”. Ma è così? Essa aggiunge: “La testimonianza archeologica della caduta del regno d’Israele è quasi più vivida della narrazione biblica. . . . Il completo annientamento delle città israelite di Samaria e Hazor, e la conseguente distruzione di Meghiddo, è la prova archeologica concreta che lo scrittore [biblico] non esagerava”.11

*** w88 15/2 p. 27 La spietata Assiria, seconda grande potenza mondiale ***
Sargon II successe a Salmaneser e forse completò la conquista di Samaria, poiché ci è detto che l’inizio del suo regno coincise con l’anno in cui cadde la città. La Bibbia dice che dopo la caduta di Samaria, il re d’Assiria ‘condusse Israele in esilio in Assiria’. (2 Re 17:6) Un’iscrizione assira, ritrovata a Khorsabad, lo conferma. In essa Sargon afferma: “Assediai e presi Samaria, deportando 27.290 persone che colà abitavano”. — Luci del lontano passato, di J. Finegan, Aldo Martello ed., 1957, trad. dall’inglese di Glauco Cambon, pagina 178.

(2 RE 17:10)

“e continuarono a erigersi colonne sacre e pali sacri su ogni alto colle e sotto ogni albero lussureggiante;”

*** it-2 p. 474 Palo sacro ***
Né Israele né Giuda osservarono l’espresso comando di Dio di non erigere colonne sacre e pali sacri, ma li eressero “su ogni alto colle e sotto ogni albero lussureggiante” accanto agli altari usati per i sacrifici. È stata avanzata l’ipotesi che i pali rappresentassero l’elemento femminile, mentre le colonne l’elemento maschile. Questi oggetti idolatrici, probabilmente simboli fallici, erano associati a depravate orge sessuali, com’è indicato dal riferimento ai prostituti presenti nel paese già durante il regno di Roboamo. (1Re 14:22-24; 2Re 17:10) Solo ogni tanto re come Ezechia (e Giosia) riuscirono “ad eliminare gli alti luoghi e a spezzare le colonne sacre e a tagliare il palo sacro”. — 2Re 18:4; 2Cr 34:7.

(2 RE 17:16)

“e lasciavano tutti i comandamenti di Geova loro Dio e si facevano statue di metallo fuso, due vitelli, e facevano un palo sacro, e si inchinavano davanti a tutto l’esercito dei cieli e servivano Baal;”

*** it-1 p. 265 Baal ***
Vi sono indicazioni che Baal e altri dèi e dee del pantheon cananeo fossero collegati dagli adoratori a certi corpi celesti. Per esempio, uno dei testi di Ras Shamra menziona un’offerta alla “regina Shapash (il Sole) e alle stelle”, e un altro allude a “l’esercito del sole e l’esercito del giorno”.
È dunque degno di nota che la Bibbia faccia parecchi riferimenti ai corpi celesti in relazione all’adorazione di Baal. Descrivendo la condotta ribelle del regno d’Israele, le Scritture affermano: “Lasciavano tutti i comandamenti di Geova . . . , e si inchinavano davanti a tutto l’esercito dei cieli e servivano Baal”. (2Re 17:16)

(2 RE 17:18)

“perciò Geova si adirò moltissimo contro Israele, tanto che li tolse dalla sua vista. Non lasciò rimanere nessuno tranne la sola tribù di Giuda.”

*** si p. 145 par. 14 Libro biblico numero 28: Osea ***
Israele fu abbandonata dai suoi amanti fra le idolatre nazioni vicine e mieté la tempesta della distruzione per mano dell’Assiria nel 740 a.E.V. (Osea 8:7-10; 2 Re 15:20; 17:3-6, 18) Comunque, Osea aveva predetto che Geova avrebbe mostrato misericordia a Giuda e l’avrebbe salvato, ma non mediante potenza militare. Questo si adempì quando l’angelo di Geova uccise 185.000 assiri che minacciavano Gerusalemme. (Osea 1:7; 2 Re 19:34, 35)

(2 RE 17:21)

“Poiché strappò Israele dalla casa di Davide, ed essi facevano re Geroboamo figlio di Nebat; e Geroboamo separava Israele dal seguire Geova, e li fece peccare con un grande peccato.”

*** it-2 p. 66 Israele ***
Per i successivi 390 anni dalla morte di Salomone e dal frazionamento del regno unito fino alla distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V., il termine “Israele” indicò in genere solo le dieci tribù del regno settentrionale. (2Re 17:21-23)

(2 RE 17:24)

“In seguito il re d’Assiria portò [gente] da Babilonia e Cuta e Avva e Amat e Sefarvaim e la fece dimorare nelle città di Samaria invece dei figli d’Israele; ed essi prendevano possesso di Samaria e dimoravano nelle sue città.”

*** it-1 p. 45 Acaz ***
In quanto ai “sessantacinque anni” di Isaia 7:8, cioè il periodo in cui Efraim sarebbe stato “frantumato”, un commentario biblico afferma: “Una prima deportazione d’Israele avvenne nel giro di un anno o due da questo momento [in cui fu pronunciata la profezia di Isaia], sotto Tiglat-Pileser (2 Re 15. 29). Una seconda durante il regno di Oshea, sotto Salmaneser (2 Re 17. 1-6), circa vent’anni dopo. Ma la deportazione finale che diede il ‘colpo di grazia’ a Israele così che non fosse più ‘un popolo’, accompagnata dall’insediamento di stranieri in Samaria, avvenne sotto Esar-Addon, che deportò anche Manasse, re di Giuda, nel ventiduesimo anno del suo regno, sessantacinque anni dopo che era stata pronunciata questa profezia (cfr. Esdra 4.2, 3, 10 con 2 Re 17.24; 2 Cronache 33.11)”. — Jamieson, Fausset e Brown, Commentary on the Whole Bible.

*** it-1 p. 233 Assiria ***
Forse durante il regno di Sargon i primi gruppi provenienti da Babilonia e dalla Siria furono portati in Samaria per ripopolarla, e il re assiro rimpatriò quindi dall’esilio un sacerdote israelita per insegnare loro “la religione del Dio del paese”. — 2Re 17:24-28; vedi SAMARIA n. 2; SAMARITANO.

*** it-1 pp. 256-257 Avviti ***
AVVITI
Abitanti di Avva; erano fra i popoli che nel 740 a.E.V. gli assiri trasferirono al posto degli israeliti esiliati dopo la conquista di Samaria. (2Re 17:24) Tutti questi popoli presero il nome di samaritani.

*** it-2 p. 68 Israele ***
La politica degli assiri, instaurata da Tiglat-Pileser III, predecessore di Salmaneser, era di deportare la popolazione del paese conquistato e trasferirvi popoli di altre parti dell’impero. Così si sarebbero scoraggiate future insurrezioni. In questo caso gli altri gruppi nazionali trasferiti nel territorio di Israele finirono per integrarsi sia dal punto di vista etnico che sotto l’aspetto religioso e furono poi chiamati samaritani. — 2Re 17:24-33; Esd 4:1, 2, 9, 10; Lu 9:52; Gv 4:7-43.

*** w88 15/2 p. 27 La spietata Assiria, seconda grande potenza mondiale ***
La Bibbia aggiunge che, dopo la deportazione degli israeliti, il re d’Assiria fece venire gente di altre regioni “e la fece dimorare nelle città di Samaria invece dei figli d’Israele; ed essi prendevano possesso di Samaria e dimoravano nelle sue città”. — 2 Re 17:24.
I documenti assiri confermano anche questo? Sì, gli stessi annali di Sargon, scritti sul Prisma di Nimrud, dicono: “Restaurai la città di Samaria . . . Condussi in essa gente dei paesi conquistati dalle mie proprie mani”. — Illustrations of Old Testament History, R. D. Barnett, pagina 52.

(2 RE 17:26)

“Mandarono dunque parola al re d’Assiria, dicendo: “Le nazioni che hai portato in esilio e quindi stabilito nelle città di Samaria non hanno conosciuto la religione del Dio del paese, così che egli continua a mandare fra loro i leoni; ed ecco, sono messi a morte, in quanto non c’è nessuno che conosca la religione del Dio del paese”.”

*** it-2 p. 850 Samaria ***
Nel paese cominciarono a moltiplicarsi i leoni, probabilmente perché il paese, o buona parte di esso, rimase desolato per qualche tempo. (Cfr. Eso 23:29). I nuovi abitanti pensarono superstiziosamente che ciò fosse dovuto al fatto che non sapevano come adorare il dio del paese. Perciò il re d’Assiria rimpatriò dall’esilio un sacerdote israelita adoratore dei vitelli. Egli insegnò loro a conoscere Geova, ma alla maniera di Geroboamo, per cui anche se appresero qualche cosa intorno a Geova, in effetti continuarono ad adorare i loro falsi dèi. — 2Re 17:24-41.

(2 RE 17:28)

“Pertanto uno dei sacerdoti che avevano portato in esilio da Samaria venne e dimorava a Betel, e divenne loro insegnante in quanto a come dovevano temere Geova.”

*** it-1 p. 350 Betel ***
Betel continuò a essere un santuario idolatrico finché il regno settentrionale si arrese all’Assiria nel 740 a.E.V. Perciò Geremia, più di un secolo dopo, poté parlarne come di un esempio ammonitore per coloro che confidavano nei falsi dèi a loro propria vergogna. (Ger 48:13) Anche in seguito Betel continuò a essere un centro religioso, perché il re d’Assiria rimandò in Israele uno dei sacerdoti esiliati per insegnare alla popolazione minacciata dai leoni “la religione del Dio del paese”. Questo sacerdote si stabilì a Betel e insegnava “come dovevano temere Geova”. Tuttavia è chiaro che era un sacerdote del vitello d’oro, poiché quegli uomini “avevano timore di Geova, ma adoravano i loro propri dèi”, e continuarono a seguire le pratiche false e idolatriche iniziate da Geroboamo. — 2Re 17:25, 27-33.

(2 RE 17:29)

“Comunque, ciascuna singola nazione faceva il suo proprio dio, che quindi depositò nella casa degli alti luoghi che i samaritani avevano fatto, ciascuna singola nazione, nelle loro città dove dimoravano.”

*** it-1 p. 107 Amat ***
Nell’VIII secolo a.E.V. Amat e le nazioni vicine, fra cui il regno delle dieci tribù d’Israele, furono travolte dagli assiri nella loro ascesa verso il dominio mondiale. Era politica dell’Assiria sradicare dalla loro terra le popolazioni vinte, per cui la popolazione di Amat andò a sostituire gli abitanti della Samaria che, a loro volta, vennero trasferiti ad Amat e in altre località. (2Re 17:24; 19:12, 13; Isa 10:9-11; 37:12, 13) Gli amatei eressero allora statue del loro dio Asima negli alti luoghi di Samaria, benché quel dio privo di valore non fosse stato in grado di aiutarli contro gli assiri. — 2Re 17:29, 30; 18:33, 34; Isa 36:18, 19.

*** it-2 p. 851 Samaritano ***
SAMARITANO
Il termine “samaritani” compare per la prima volta nelle Scritture dopo la conquista del regno delle dieci tribù di Samaria nel 740 a.E.V., riferito agli abitanti del regno settentrionale prima della conquista, per distinguerli dagli stranieri che vi furono portati in seguito da altre parti dell’impero assiro. (2Re 17:29)

(2 RE 17:30)

“E gli uomini di Babilonia, da parte loro, fecero Succot-Benot, e gli uomini di Cut, da parte loro, fecero Nergal, e gli uomini di Amat, da parte loro, fecero Asima.”

*** it-1 p. 223 Asima ***
ASIMA
(Asìma).
Dio adorato dagli abitanti di Amat che il re d’Assiria trasferì in Samaria dopo aver portato in cattività gli israeliti. (2Re 17:24, 30) Secondo il Talmud babilonese (Sanhedrin 63b), veniva rappresentato come un capro glabro, e per questa ragione alcuni hanno identificato Asima con Pan, divinità pastorale di carattere fallico. Un’altra ipotesi è che il nome Asima sia il risultato intenzionale della fusione di “Asheràh” (dea cananea della fertilità) con il termine ebraico ʼashàm (“colpa”; Ge 26:10). Comunque non si può affermare nulla con sicurezza a parte ciò che dice la Bibbia.

*** it-1 p. 637 Cut, Cuta ***
CUT, CUTA
Sia “Cut” che “Cuta” si riferiscono alla dimora originale di una popolazione trasferita dal re d’Assiria nelle città della Samaria dopo che Israele era stato mandato in esilio nel 740 a.E.V. (2Re 17:23, 24, 30) I coloni deportati da Cuta e da altre località furono però assaliti da leoni e quando chiesero aiuto al re d’Assiria fu inviato loro un sacerdote originario del regno settentrionale d’Israele. Dato che l’adorazione praticata in Israele era da tempo disapprovata da Dio (1Re 13:33, 34; 16:31-33), l’attività di questo sacerdote non produsse veri adoratori di Geova. I coloni infatti “adoravano i loro propri dèi”; quelli originari di Cuta, ad esempio, continuarono a servire il loro dio Nergal. I discendenti dei matrimoni misti fra la gente di “Cuta” e delle altre nazioni e gli israeliti superstiti furono chiamati genericamente “samaritani”. Secondo Giuseppe Flavio, erano “chiamati Cutei in ebraico, e Samaritani dai greci”. (Antichità giudaiche, IX, 290 [xiv, 3]) La designazione “Cutei” può essere dovuta al fatto che fra i primi coloni predominavano quelli di Cuta. — 2Re 17:24-41.
La scoperta di tavolette contenenti contratti a Tell Ibrahim (Imam Ibrahim), circa 50 km a NE di Babilonia, in cui compare il nome Kutu (equivalente accadico di Cut), ha indotto la maggioranza dei geografi a identificare Tell Ibrahim con la biblica Cuta. Tutto indica che un tempo Cuta era fra le più importanti città dell’impero babilonese, e probabilmente era anche piuttosto estesa, dato che il tell che oggi si erge sul posto è alto circa 18 m e ha una circonferenza di 3 km. Fra le rovine si riconosce il luogo di un antico tempio dedicato a Nergal, a conferma dell’affermazione biblica secondo cui “gli uomini di Cut” erano devoti a questo dio. — 2Re 17:29, 30.

*** it-2 p. 385 Nergal ***
NERGAL
(Nèrgal).
Divinità babilonese venerata in special modo a Cuta, città che secondo la storia le era dedicata. La popolazione di Cut (Cuta), deportata dal re d’Assiria nel territorio di Samaria, continuò ad adorare questa divinità. (2Re 17:24, 30, 33) Alcuni studiosi avanzano l’ipotesi che in origine Nergal fosse associato con il fuoco e il calore del sole e che in seguito venisse considerato dio della guerra e della caccia e anche portatore di pestilenze. Gli appellativi attribuiti a Nergal in vari testi religiosi — “il re furioso”, “il violento”, “colui che arde” — indicano che era fondamentalmente ritenuto un distruttore. Nergal era anche considerato dio dell’oltretomba e marito di Eresh-Kigal. Si pensa che il leone alato con la testa umana fosse l’emblema di Nergal.

(2 RE 17:31)

“In quanto agli avviti, fecero Nibaz e Tartac; e i sefarvei bruciavano i loro figli nel fuoco ad Adrammelec e ad Anammelec dèi di Sefarvaim.”

*** it-2 p. 1076 Tartac ***
TARTAC
(Tàrtac).
Divinità adorata dagli avviti, una delle popolazioni che il re d’Assiria trasferì nel territorio di Samaria dopo aver deportato gli israeliti del regno delle dieci tribù. (2Re 17:31) Secondo il Talmud babilonese, Tartac aveva le sembianze di un asino. (Sanhedrin 63b) Basandosi sulla conclusione che il nome Tartac abbia qualche affinità col termine pahlavi (iranico) tar-thakh (fitte tenebre, eroe delle tenebre), è stata avanzata l’ipotesi che Tartac fosse un demonio degli inferi. A parte però il breve accenno nelle Scritture, nulla può dirsi con certezza sulla natura di questa divinità.

(2 RE 17:41)

“E queste nazioni ebbero timore di Geova, ma mostrarono di servire le loro proprie immagini scolpite. In quanto ai loro figli e ai loro nipoti, hanno fatto fino a questo giorno proprio come avevano fatto i loro antenati.”

*** w90 1/12 p. 3 Quale Dio adorate? ***
Sincretismo
Prendete, ad esempio, gli antichi samaritani. Molti di essi erano stranieri portati in Palestina dagli assiri per rimpiazzare le dieci tribù settentrionali di Israele, che erano state portate in esilio. In precedenza, essi avevano seguito dèi pagani, ma ora si sforzarono di imparare a conoscere Geova, l’Iddio d’Israele. Abbandonarono forse la loro vecchia religione? No. La Bibbia narra: “Facevano secondo la loro religione precedente. E queste nazioni ebbero timore di Geova, ma mostrarono di servire le loro proprie immagini scolpite”. (2 Re 17:40, 41) Perciò i samaritani, anche se in apparenza riconoscevano Geova, continuavano a servire i loro vecchi dèi; la loro era un’adorazione sincretistica, un’adorazione in cui si fondevano elementi di religioni diverse.

(2 RE 18:1)

“E avvenne, nel terzo anno di Oshea figlio di Ela re d’Israele, che Ezechia figlio di Acaz re di Giuda divenne re.”

*** it-1 p. 885 Ezechia ***
1. Re di Giuda dal 745 al 717 a.E.V. Salì al trono probabilmente alla morte del padre Acaz, nel “terzo anno di Oshea” re d’Israele (forse il terzo anno di Oshea quale re tributario di Tiglat-Pileser III), ma il suo regno decorre ufficialmente dal nisan dell’anno dopo (745 a.E.V.). (2Re 18:1)

(2 RE 18:2)

“Quando cominciò a regnare aveva venticinque anni, e regnò ventinove anni a Gerusalemme. E il nome di sua madre era Abi, figlia di Zaccaria.”

*** it-1 p. 45 Acaz ***
1. Figlio di Iotam re di Giuda. Acaz salì al trono a 20 anni e regnò per 16 anni. — 2Re 16:2; 2Cr 28:1.
Dato che Ezechia figlio di Acaz aveva 25 anni quando cominciò a regnare, Acaz non doveva avere ancora 12 anni quando lo generò. (2Re 18:1, 2) Mentre nei climi temperati i maschi di solito raggiungono la pubertà fra i 12 e i 15 anni, nei climi più caldi possono raggiungerla prima. Anche le usanze matrimoniali variano. Un periodico (Zeitschrift für Semitistik und verwandte Gebiete, a cura di E. Littmann, Lipsia, 1927, vol. 5, p. 132) riferiva che il matrimonio di bambini era frequente nella Terra Promessa anche in epoca relativamente recente, e citava il caso di due fratelli di 8 e 12 anni che erano sposati e il maggiore andava a scuola con la moglie. Tuttavia, un manoscritto ebraico, la Pescitta siriaca e alcuni manoscritti della Settanta greca in 2 Cronache 28:1 dicono che Acaz aveva “venticinque anni” all’inizio del suo regno.

(2 RE 18:4)

“Fu lui ad eliminare gli alti luoghi e a spezzare le colonne sacre e a tagliare il palo sacro e a frantumare il serpente di rame che Mosè aveva fatto; poiché fino a quei giorni i figli d’Israele gli avevano fatto di continuo fumo di sacrificio, ed era chiamato l’idolo del serpente di rame.”

*** it-2 p. 944 Serpente di rame ***
Gli israeliti conservarono il serpente di rame e in seguito cominciarono erroneamente ad adorarlo, offrendogli fumo sacrificale. Perciò, come parte delle sue riforme religiose, Ezechia re di Giuda (745-717 a.E.V.) fece ridurre in frantumi il serpente di rame, vecchio di oltre 700 anni, perché il popolo ne aveva fatto un idolo. Secondo il testo ebraico, 2 Re 18:4 dice alla lettera: “egli (uno) lo chiamava Nehushtan”. Alcune traduzioni lasciano intradotto il termine “Nehushtan”. (ATE, CEI, VR) In un lessico, i significati proposti per il termine ebraico nechushtàn sono “serpente di bronzo” e “idolo del serpente di bronzo”. (L. Koehler e W. Baumgartner, Hebräisches und Aramäisches Lexikon zum Alten Testament, Leida, 1983, p. 653) La Traduzione del Nuovo Mondo dice appropriatamente che il serpente di rame “era chiamato l’idolo del serpente di rame”.

(2 RE 18:5)

“Egli confidò in Geova l’Iddio d’Israele; e dopo di lui non ci fu nessuno simile a lui fra tutti i re di Giuda, nemmeno [fra] quelli che erano stati prima di lui.”

*** it-1 p. 885 Ezechia ***
Ezechia si distinse come re che ‘si era tenuto stretto a Geova’, facendo ciò che era retto agli occhi di Geova e attenendosi ai suoi comandamenti. Fin dall’inizio del suo regno fu zelante nel promuovere la vera adorazione non solo in Giuda, ma in tutto il territorio d’Israele. In quanto a seguire le vie di Geova come aveva fatto Davide suo antenato, si poté dire a proposito di Ezechia: “Dopo di lui non ci fu nessuno simile a lui fra tutti i re di Giuda, nemmeno fra quelli che erano stati prima di lui”. Per questo “Geova mostrò d’essere con lui”. — 2Re 18:3-7.

(2 RE 18:6)

“Ed egli si teneva stretto a Geova. Non si scostò dal seguirlo, ma continuò a osservare i comandamenti che Geova aveva comandato a Mosè.”

*** it-1 p. 885 Ezechia ***
Ezechia si distinse come re che ‘si era tenuto stretto a Geova’, facendo ciò che era retto agli occhi di Geova e attenendosi ai suoi comandamenti. Fin dall’inizio del suo regno fu zelante nel promuovere la vera adorazione non solo in Giuda, ma in tutto il territorio d’Israele. In quanto a seguire le vie di Geova come aveva fatto Davide suo antenato, si poté dire a proposito di Ezechia: “Dopo di lui non ci fu nessuno simile a lui fra tutti i re di Giuda, nemmeno fra quelli che erano stati prima di lui”. Per questo “Geova mostrò d’essere con lui”. — 2Re 18:3-7.

(2 RE 18:8)

“Fu lui ad abbattere i filistei fino a Gaza e anche i suoi territori, dalla torre delle guardie fino alla città fortificata.”

*** it-1 pp. 936-937 Filistea, Filistei ***
Nelle profezie. La profezia di Gioele indicava che i filistei, poiché avevano venduto i “figli di Giuda e i figli di Gerusalemme ai figli dei greci”, avrebbero subito lo stesso trattamento. (Gle 3:4-8) Le parole del profeta Gioele devono essere state scritte nel IX secolo a.E.V., perciò le sconfitte dei filistei per mano di Uzzia (2Cr 26:6-8) e di Ezechia (2Re 18:8) potevano far parte dell’adempimento di questa profezia.
Tuttavia un adempimento maggiore ci fu dopo il ritorno degli israeliti dall’esilio in Babilonia. Il biblista C. F. Keil osserva: “Alessandro Magno e i suoi successori rimisero in libertà nei loro paesi molti prigionieri di guerra ebrei (confronta la promessa del re Demetrio a Gionatan: ‘Rimetterò in libertà quei giudei che sono stati fatti prigionieri, e ridotti in schiavitù nel nostro paese’, Giuseppe Flavio, Ant. xiii. 2, 3), e parti della Filistea e della Fenicia furono per un certo tempo sotto la dominazione ebraica”. (Commentary on the Old Testament, 1973, vol. X, Gioele, p. 224; cfr. Abd 19, 20). Degno di nota è pure il fatto che Alessandro Magno conquistò la città filistea di Gaza. Molti degli abitanti furono uccisi e i superstiti furono venduti schiavi. Diverse altre profezie pure additavano l’esecuzione della vendetta di Geova sui filistei. — Isa 14:31; Ger 25:9, 20; 47:1-7; Ez 25:15, 16; Am 1:6-8; Sof 2:5; Zac 9:5-7; per ulteriori particolari vedi ASCALON; ASDOD; ECRON; GAT; GAZA n. 1.

*** it-1 p. 996 Gaza ***
Da allora in poi sembra che Gaza sia rimasta fedele all’Assiria. Quindi può darsi che Ezechia abbia abbattuto i filistei fino a Gaza in una fase della sua rivolta contro l’Assiria. (2Re 18:1, 7, 8)

(2 RE 18:9)

“E avvenne il quarto anno del re Ezechia, cioè il settimo anno di Oshea figlio di Ela re d’Israele, che Salmaneser re d’Assiria salì contro Samaria e le poneva l’assedio.”

*** it-1 p. 444 Cattività ***
Nel 742 a.E.V. l’esercito assiro guidato da Salmaneser V assediò Samaria. (2Re 18:9,

*** it-2 p. 884 Sargon ***
Nei suoi annali Sargon afferma: “Assediai e conquistai Samaria (Sa-me-ri-na)”. (Ancient Near Eastern Texts, a cura di J. B. Pritchard, 1974, p. 284) Tuttavia questa sembra semplicemente una presuntuosa asserzione di Sargon o di chi voleva glorificarlo, in cui il successo del sovrano precedente viene attribuito al nuovo monarca. Una cronaca babilonese, che potrebbe essere più neutrale, dice di Salmaneser V: “Egli devastò Samaria”. (A. K. Grayson, Assyrian and Babylonian Chronicles, 1975, p. 73) La Bibbia, in 2 Re 18:9, 10, dice semplicemente che Salmaneser “poneva l’assedio” a Samaria e che “la catturavano”. Confronta 2 Re 17:1-6, dove si legge che Salmaneser re d’Assiria impose un tributo a Oshea, re di Samaria, e poi che “il re d’Assiria catturò Samaria”.

(2 RE 18:10)

“E la catturavano alla fine di tre anni; nel sesto anno di Ezechia, cioè nel nono anno di Oshea re d’Israele, Samaria fu catturata.”

*** it-1 p. 444 Cattività ***
Nel 742 a.E.V. l’esercito assiro guidato da Salmaneser V assediò Samaria. (2Re 18:9, 10) Quando nel 740 a.E.V. Samaria cadde, ponendo così fine al regno delle dieci tribù, i suoi abitanti furono portati in esilio “ad Ala e ad Abor presso il fiume Gozan e nelle città dei medi”. Questo perché, come dicono le Scritture, “non avevano ascoltato la voce di Geova loro Dio, ma avevano trasgredito il suo patto, perfino tutto ciò che Mosè servitore di Geova aveva comandato. Non diedero ascolto né misero in pratica”. — 2Re 18:11, 12; 17:6; vedi SARGON.

*** it-2 p. 884 Sargon ***
Nei suoi annali Sargon afferma: “Assediai e conquistai Samaria (Sa-me-ri-na)”. (Ancient Near Eastern Texts, a cura di J. B. Pritchard, 1974, p. 284) Tuttavia questa sembra semplicemente una presuntuosa asserzione di Sargon o di chi voleva glorificarlo, in cui il successo del sovrano precedente viene attribuito al nuovo monarca. Una cronaca babilonese, che potrebbe essere più neutrale, dice di Salmaneser V: “Egli devastò Samaria”. (A. K. Grayson, Assyrian and Babylonian Chronicles, 1975, p. 73) La Bibbia, in 2 Re 18:9, 10, dice semplicemente che Salmaneser “poneva l’assedio” a Samaria e che “la catturavano”. Confronta 2 Re 17:1-6, dove si legge che Salmaneser re d’Assiria impose un tributo a Oshea, re di Samaria, e poi che “il re d’Assiria catturò Samaria”.

*** it-2 p. 885 Sargon ***
L’aggressivo regno di Sargon portò l’impero assiro a un nuovo splendore e produsse l’ultima grande dinastia assira. Gli storici attribuirebbero a Sargon 17 anni di regno. Poiché si pensa che egli abbia cominciato a regnare alla caduta di Samaria nel sesto anno del regno di Ezechia (2Re 18:10) o poco dopo, e poiché Sennacherib, suo figlio e successore al trono, invase Giuda nel 14° anno di Ezechia (2Re 18:13), Sargon potrebbe aver regnato 17 anni solo se al momento del suo attacco contro Giuda Sennacherib fosse stato suo coreggente. Sembra altrettanto probabile che i dati forniti dagli storici non siano esatti. Non ci si può certo fidare delle liste degli eponimi per stabilire la durata di questi regni, com’è dimostrato alla voce CRONOLOGIA, dove sono menzionate anche la generale inattendibilità degli scribi assiri e la loro consuetudine di manomettere le diverse stesure degli annali per soddisfare la vanità del sovrano.

(2 RE 18:11)

“Dopo ciò il re d’Assiria portò Israele in esilio in Assiria e lo stabilì ad Ala e ad Abor presso il fiume Gozan e nelle città dei medi,”

*** it-1 p. 34 Abor ***
ABOR
(Àbor).
Città o regione in cui Tiglat-Pileser III re d’Assiria esiliò numerosi israeliti del regno delle dieci tribù. (1Cr 5:26) Alcuni studiosi la identificano con Abhar, villaggio sul fiume Qezel-Owzan nell’Iran nordoccidentale, circa 210 km a O di Teheran. In 2 Re 17:6 e 18:11 alcuni propendono per la lezione “Habor, fiume del [di] Gozan” (PIB, VR), e propongono di identificare questo corso d’acqua con un affluente dell’Eufrate, il Khabur, fiume della Turchia sudorientale e della Siria nordorientale. Comunque, in armonia con 1 Cronache 5:26, la frase può essere tradotta “Abor presso il fiume Gozan” o “di Gozan”. — NM; vedi GOZAN.

*** it-1 p. 1188 Gozan ***
In 2 Re 17:6 e 18:11 alcune traduzioni anziché Abor “presso il fiume Gozan” (NM), hanno “fiume di [o, del] Gozan” (VR; PIB), prendendo così Gozan per una località anche in questi versetti. Ma la lezione “Abor, il fiume di Gozan” non concorda con 1 Cronache 5:26. In questo passo Abor è elencato fra Ala e Hara; e Hara, non Abor, viene prima di Gozan. Questo indica che Abor e “il fiume di Gozan” non sono sinonimi. Quindi coloro che identificano sempre Gozan con una località sono costretti a non tener conto del riferimento di Cronache. Comunque, dal momento che l’ebraico permette di rendere l’espressione in modo coerente “il fiume Gozan” in tutti e tre i versetti, c’è ragione di ritenere che il re d’Assiria abbia esiliato alcuni israeliti del regno settentrionale nelle vicinanze di un fiume chiamato Gozan. Il Qezel Owzan dell’Iran nordoccidentale sarebbe una possibile identificazione del “fiume Gozan”. Nasce sui monti a SE del lago Urmia (in quella che era la Media) e infine col nome di Sefid Rud o Fiume Bianco (nome che gli viene attribuito nel corso inferiore) si getta nella parte sudoccidentale del Mar Caspio. Secondo altri il Gozan era un fiume della Mesopotamia.

(2 RE 18:13)

“E nel quattordicesimo anno del re Ezechia, Sennacherib re d’Assiria salì contro tutte le città fortificate di Giuda e le prendeva.”

*** ba pp. 14-15 Si può avere fiducia in questo libro? ***
Ma quelle rovine hanno rivelato dell’altro. Sulle pareti di una camera in eccellente stato di conservazione era raffigurata la cattura di una città ben fortificata con prigionieri costretti a sfilare davanti al re invasore. Sopra il re c’è questa iscrizione: “Sennacherib, re del mondo, re d’Assiria, sedette su un trono-nimedu e passò in rassegna il bottino (preso) da Lachis (La-ki-su)”.6
Il bassorilievo con questa iscrizione, esposto al British Museum, concorda con la descrizione della conquista della città giudea di Lachis da parte di Sennacherib, che la Bibbia fa in 2 Re 18:13, 14. Parlando dell’importanza della scoperta, Layard scrisse: “Chi avrebbe creduto probabile o possibile, prima di queste scoperte, che sotto il mucchio di terra e detriti che contrassegnava il sito di Ninive si trovasse la storia delle guerre fra Ezechia [re di Giuda] e Sennacherib, scritta da Sennacherib stesso proprio all’epoca degli avvenimenti e corrispondente fin nei minimi particolari al racconto biblico?”7

*** w93 1/6 pp. 5-6 Un impero perduto che ha messo in imbarazzo i critici della Bibbia ***
Oggi questi bassorilievi e l’iscrizione sono esposti al British Museum. Concordano con l’episodio storico descritto nella Bibbia in 2 Re 18:13, 14: “Nel quattordicesimo anno del re Ezechia, Sennacherib re d’Assiria salì contro tutte le città fortificate di Giuda e le prendeva. Ezechia re di Giuda mandò dunque a dire al re d’Assiria a Lachis: ‘Ho peccato. Ritirati di contro a me. Qualunque cosa tu mi imponga la eseguirò’. Pertanto il re d’Assiria impose a Ezechia re di Giuda trecento talenti d’argento e trenta talenti d’oro”.
Fra le rovine di Ninive furono rinvenute altre iscrizioni che forniscono ulteriori particolari sull’invasione di Giuda da parte di Sennacherib e sul tributo pagato da Ezechia. “In quello che è forse uno dei più rimarchevoli riscontri storici di cui si abbia notizia, l’entità del tesoro in oro pagato da Ezechia, trenta talenti, concorda nelle due narrazioni assolutamente indipendenti”, scrisse Layard. Sir Henry Rawlinson, che aiutò a decifrare il testo assiro, annunciò che queste iscrizioni “ponevano fuori discussione l’identità storica [di Sennacherib]”. Inoltre Layard chiede: “Chi avrebbe creduto probabile o possibile, prima di queste scoperte, che sotto il mucchio di terra e detriti che contrassegnava il sito di Ninive si trovasse la storia delle guerre fra Ezechia e Sennacherib, scritta da Sennacherib stesso proprio all’epoca degli avvenimenti e corrispondente fin nei minimi particolari al racconto biblico?” — Nineveh and Babylon.

*** si p. 156 par. 5 Libro biblico numero 33: Michea ***
L’invasione di Giuda durante il regno di Ezechia, predetta da Michea, fu ben descritta da Sennacherib. (Mic. 1:6, 9; 2 Re 18:13) In un rilievo formato da quattro pannelli che decorava la parete del suo palazzo a Ninive egli fece raffigurare la conquista di Lachis. Sul suo prisma Sennacherib dichiara: “Assediai 46 delle sue città forti . . . Deportai (da queste) 200.150 persone . . . Lui stesso [Ezechia] imprigionai a Gerusalemme, la sua residenza reale, come un uccello in gabbia”. Egli elenca pure il tributo pagatogli da Ezechia, anche se ne esagera l’entità. Non accenna minimamente alla calamità che si abbatté sulle sue truppe. — 2 Re 18:14-16; 19:35.

*** it-1 p. 233 Assiria ***
Sennacherib. Sennacherib, figlio di Sargon II, attaccò Giuda nel 14° anno del regno di Ezechia (732 a.E.V.). (2Re 18:13; Isa 36:1) Ezechia si era ribellato contro il giogo assiro imposto in seguito all’azione di suo padre Acaz. (2Re 18:7) Sennacherib rispose con una rapida avanzata in Giuda, conquistando, si dice, 46 città (cfr. Isa 36:1, 2)

*** it-1 p. 233 Assiria ***
Questi avvenimenti, a eccezione dell’eccidio delle truppe assire, sono ricordati anche in un prisma di Sennacherib e in uno di Esar-Addon. — ILLUSTRAZIONI, vol. 1, p. 957.

*** it-1 p. 444 Cattività ***
Per più di un secolo dopo la caduta del regno settentrionale si ebbero altre importanti deportazioni. Prima dell’umiliante sconfitta subita per mano di Dio nel 732 a.E.V., Sennacherib attaccò altre località di Giuda. Nei suoi annali, Sennacherib si vanta di aver preso 200.150 prigionieri da villaggi e città fortificate nel territorio di Giuda, ma, a giudicare dal tono degli annali, si tratta probabilmente di un’esagerazione. (2Re 18:13)

*** w88 15/2 p. 27 La spietata Assiria, seconda grande potenza mondiale ***
La Bibbia dice che “Sennacherib re d’Assiria salì contro tutte le città fortificate di Giuda e le prendeva”.

*** w88 15/2 p. 27 La spietata Assiria, seconda grande potenza mondiale ***
2 Re 18:13,

*** w88 15/2 p. 28 La spietata Assiria, seconda grande potenza mondiale ***
I suoi annali, scritti sia sul Prisma dell’Istituto Orientale che sul Prisma Taylor, dicono: “Quanto a Ezechia, il giudeo, che non si sottomise, 46 delle sue forti città cintate, come pure le cittadine dei dintorni, che erano innumerevoli, assediai

(2 RE 18:14)

“Ezechia re di Giuda mandò dunque a dire al re d’Assiria a Lachis: “Ho peccato. Ritirati di contro a me. Qualunque cosa tu mi imponga la eseguirò”. Pertanto il re d’Assiria impose a Ezechia re di Giuda trecento talenti d’argento e trenta talenti d’oro.”

*** ip-1 cap. 29 p. 385 parr. 4-5 La fede di un re viene ricompensata ***
Forse nella speranza di proteggere Gerusalemme da un attacco immediato dell’implacabile esercito assiro, Ezechia acconsente a pagare a Sennacherib l’enorme tributo di 300 talenti d’argento e 30 talenti d’oro. — 2 Re 18:14.
5 Poiché nel tesoro reale non c’è abbastanza oro e argento per pagare il tributo, Ezechia preleva dal tempio tutti i metalli preziosi che può. Toglie anche le porte del tempio, rivestite d’oro, e le manda a Sennacherib. Questo soddisfa l’assiro, ma solo per un po’. (2 Re 18:15, 16)

*** ip-1 cap. 29 p. 385 La fede di un re viene ricompensata ***
Pari a quasi 19 miliardi di lire o poco meno di 10 milioni di euro, al valore attuale.

*** ba pp. 14-15 Si può avere fiducia in questo libro? ***
Ma quelle rovine hanno rivelato dell’altro. Sulle pareti di una camera in eccellente stato di conservazione era raffigurata la cattura di una città ben fortificata con prigionieri costretti a sfilare davanti al re invasore. Sopra il re c’è questa iscrizione: “Sennacherib, re del mondo, re d’Assiria, sedette su un trono-nimedu e passò in rassegna il bottino (preso) da Lachis (La-ki-su)”.6
Il bassorilievo con questa iscrizione, esposto al British Museum, concorda con la descrizione della conquista della città giudea di Lachis da parte di Sennacherib, che la Bibbia fa in 2 Re 18:13, 14. Parlando dell’importanza della scoperta, Layard scrisse: “Chi avrebbe creduto probabile o possibile, prima di queste scoperte, che sotto il mucchio di terra e detriti che contrassegnava il sito di Ninive si trovasse la storia delle guerre fra Ezechia [re di Giuda] e Sennacherib, scritta da Sennacherib stesso proprio all’epoca degli avvenimenti e corrispondente fin nei minimi particolari al racconto biblico?”7

*** w93 1/6 pp. 5-6 Un impero perduto che ha messo in imbarazzo i critici della Bibbia ***
Oggi questi bassorilievi e l’iscrizione sono esposti al British Museum. Concordano con l’episodio storico descritto nella Bibbia in 2 Re 18:13, 14: “Nel quattordicesimo anno del re Ezechia, Sennacherib re d’Assiria salì contro tutte le città fortificate di Giuda e le prendeva. Ezechia re di Giuda mandò dunque a dire al re d’Assiria a Lachis: ‘Ho peccato. Ritirati di contro a me. Qualunque cosa tu mi imponga la eseguirò’. Pertanto il re d’Assiria impose a Ezechia re di Giuda trecento talenti d’argento e trenta talenti d’oro”.
Fra le rovine di Ninive furono rinvenute altre iscrizioni che forniscono ulteriori particolari sull’invasione di Giuda da parte di Sennacherib e sul tributo pagato da Ezechia. “In quello che è forse uno dei più rimarchevoli riscontri storici di cui si abbia notizia, l’entità del tesoro in oro pagato da Ezechia, trenta talenti, concorda nelle due narrazioni assolutamente indipendenti”, scrisse Layard. Sir Henry Rawlinson, che aiutò a decifrare il testo assiro, annunciò che queste iscrizioni “ponevano fuori discussione l’identità storica [di Sennacherib]”. Inoltre Layard chiede: “Chi avrebbe creduto probabile o possibile, prima di queste scoperte, che sotto il mucchio di terra e detriti che contrassegnava il sito di Ninive si trovasse la storia delle guerre fra Ezechia e Sennacherib, scritta da Sennacherib stesso proprio all’epoca degli avvenimenti e corrispondente fin nei minimi particolari al racconto biblico?” — Nineveh and Babylon.

*** it-1 p. 183 Archeologia ***
A Ninive, capitale dell’Assiria, gli scavi hanno riportato alla luce l’immenso palazzo di Sennacherib, che aveva circa 70 stanze con 3.000 m di bassorilievi che ne ricoprivano le pareti. Uno di questi raffigura prigionieri giudei condotti in cattività nel 732 a.E.V. dopo la caduta di Lachis. (2Re 18:13-17; 2Cr 32:9; ILLUSTRAZIONE, vol. 1, p. 952)

*** it-1 p. 233 Assiria ***
Questi avvenimenti, a eccezione dell’eccidio delle truppe assire, sono ricordati anche in un prisma di Sennacherib e in uno di Esar-Addon. — ILLUSTRAZIONI, vol. 1, p. 957.

*** it-1 p. 233 Assiria ***
e poi, dopo essersi accampato a Lachis, chiese a Ezechia un tributo di 30 talenti d’oro (ca. 16.416.000.000 di lire) e 300 talenti d’argento. (ca. 3.078.000.000 di lire). (2Re 18:14-16; 2Cr 32:1; cfr. Isa 8:5-8).

*** it-1 p. 951 Nazioni che aggredirono Israele ***
Assiria 2Re 15:19, 20, 29; 17:1-6; 18:13-35

*** it-1 p. 952 Nazioni che aggredirono Israele ***
Soldati assiri portano in esilio gli ebrei fatti prigionieri a Lachis

*** w88 15/2 p. 27 La spietata Assiria, seconda grande potenza mondiale ***
Ezechia, re di Gerusalemme, spaventato da questa minaccia, mandò messaggeri “al re d’Assiria a Lachis”, pagando un pesante tributo per fermarlo. — 2 Re 18:13, 14.
Sennacherib conferma che in quel tempo si trovava a Lachis? Sì! Rappresentò scene di questo assedio su grandi lastre che decoravano il suo immenso palazzo ritrovato dagli archeologi a Ninive. Queste lastre, esposte al British Museum, descrivono nei particolari l’attacco di Lachis. Gli abitanti escono arrendendosi in massa. I prigionieri vengono portati via. Alcuni vengono impalati. Altri rendono omaggio al personaggio menzionato nel racconto biblico: Sennacherib in persona. Un’iscrizione in caratteri cuneiformi dice: “Sennacherib, re dell’universo, re di Assiria, sedette su un seggio (nimedu) mentre il bottino di Lachis (La-chi-su) passava dinanzi a lui”.
La Bibbia dice che Ezechia pagò un tributo di “trecento talenti d’argento e trenta talenti d’oro”. (2 Re 18:14, 15) Il versamento di questo tributo è confermato dagli annali di Sennacherib, anche se egli afferma di aver ricevuto “800 talenti d’argento”.

(2 RE 18:15)

“Perciò Ezechia diede tutto l’argento che si trovava nella casa di Geova e nei tesori della casa del re.”

*** w93 1/6 p. 6 Un impero perduto che ha messo in imbarazzo i critici della Bibbia ***
Ovviamente alcuni dettagli della versione di Sennacherib non concordano con la Bibbia. Per esempio l’archeologo Alan Millard osserva: “Il fatto più sorprendente arriva alla fine [del resoconto di Sennacherib]. Ezechia mandò il messaggero e tutto il tributo a Sennacherib ‘successivamente, a Ninive’. L’esercito assiro non lo portò in trionfo in patria nella maniera abituale”. (Archeologia e Bibbia, cit., pagina 121) La Bibbia afferma che il tributo fu pagato prima che il re d’Assiria tornasse a Ninive. (2 Re 18:15-17) Come mai questa differenza? E perché Sennacherib non poté vantarsi di aver conquistato la capitale di Giuda, Gerusalemme, come invece si vantò di aver fatto con la fortezza giudaica di Lachis? Tre scrittori biblici forniscono la risposta. Uno di loro, un testimone oculare, scrisse: “L’angelo di Geova usciva e abbatteva centottantacinquemila nel campo degli assiri. Quando il popolo si alzò la mattina di buon’ora, ebbene, ecco, erano tutti cadaveri, morti. Perciò Sennacherib re d’Assiria partì e andò e tornò e prese a dimorare a Ninive”. — Isaia 37:36, 37; 2 Re 19:35; 2 Cronache 32:21.

(2 RE 18:17)

“E il re d’Assiria mandava Tartan e Rabsaris e Rabsache da Lachis al re Ezechia a Gerusalemme con notevoli forze militari, perché salissero e venissero a Gerusalemme. Salirono, dunque, e vennero e si fermarono presso la conduttura della piscina superiore, che è sulla strada maestra del campo del lavandaio.”

*** ip-1 cap. 29 p. 386 par. 7 La fede di un re viene ricompensata ***
7 Sennacherib invia Rabsache (un titolo militare, non un nome proprio) insieme ad altri due dignitari a Gerusalemme per chiedere la resa della città. (2 Re 18:17)

*** it-1 p. 399 Campo del lavandaio ***
CAMPO DEL LAVANDAIO
Si pensa che fosse un luogo situato nei pressi di Gerusalemme dove i lavandai esercitavano la loro attività.
Isaia e suo figlio Sear-Iasub dovevano incontrare il re Acaz presso la “strada maestra del campo del lavandaio”; in seguito gli emissari di Sennacherib si recarono nella stessa zona. (2Re 18:17; Isa 7:3; 36:2) Benché questa “strada maestra del campo del lavandaio” fosse ovviamente fuori città, era abbastanza vicina da permettere a quelli che si trovavano sulle mura cittadine di udire gli scherni dei messaggeri di Sennacherib. — 2Re 18:18, 26, 27; Isa 36:1, 2.
Insieme alla “strada maestra del campo del lavandaio” viene menzionata una “conduttura”. Questa non poteva essere il cosiddetto tunnel di Ezechia, in quanto al tempo di Acaz quest’ultimo non era stato ancora costruito. Sembra quindi che si trattasse di una conduttura che seguiva la valle del torrente Chidron fino all’estremità S della Città di Davide. Pare che il campo del lavandaio fosse situato in questa parte della valle o un po’ più a S, vicino al presunto sito di En-Roghel.

*** it-1 p. 957 Impero assiro, L’ ***
L’inviato di Sennacherib schernisce Geova e intima la resa di Gerusalemme

*** it-2 p. 602 Piscina ***
I riferimenti biblici alla “vecchia piscina” (Isa 22:11), alla “piscina superiore” (2Re 18:17; Isa 7:3; 36:2) e alla “piscina inferiore” (Isa 22:9) non forniscono alcuna indicazione circa la loro esatta posizione rispetto alla città di Gerusalemme. È opinione comune fra gli studiosi che la “piscina inferiore” (forse la stessa chiamata “Piscina del Canale” in Ne 3:15) possa essere identificata con Birket el-Hamra, all’estremità meridionale della valle del Tiropeon, mentre le opinioni differiscono sull’ubicazione della “piscina superiore”. — Vedi PISCINA DEL CANALE.

*** it-2 p. 695 Rabsaris ***
RABSARIS
(Rabsàris) [capo funzionario di corte].
Titolo del principale funzionario di corte degli imperi assiro e babilonese. Il Rabsaris era uno dei tre alti dignitari assiri inviati dal re d’Assiria per chiedere la resa di Gerusalemme all’epoca del re Ezechia. — 2Re 18:17.
Il Rabsaris era anche uno dei funzionari babilonesi che, quando Gerusalemme si arrese nel 607 a.E.V., assunsero il comando della città per conto di Nabucodonosor, e Nebusazban è il Rabsaris menzionato a proposito dell’ordine dato a Geremia di dimorare presso Ghedalia. (Ger 39:3, 13, 14; 40:1-5) Alcuni scavi hanno riportato alla luce iscrizioni in cui compare questo titolo. — Bulletin of the Israel Exploration Society, Gerusalemme, 1967, vol. XXXI, p. 77; Le palais royal d’Ugarit, III, Parigi, 1955, n. 16:162, p. 126.

*** it-2 pp. 694-695 Rabsache ***
RABSACHE
(Rabsàche) [da un termine accadico che probabilmente significa “capo coppiere”].
Titolo di un alto funzionario assiro. (2Re 18:17) In un’iscrizione di Tiglat-Pileser III re d’Assiria rinvenuta su un edificio si legge: “Ho inviato uno dei miei funzionari, il rabsaq, a Tiro”. E un’iscrizione del re Assurbanipal su una tavoletta conservata al British Museum dice: “Ho ordinato di aggiungere alle mie precedenti forze (militari in Egitto) il funzionario-rabsaq”. — Ancient Near Eastern Texts, a cura di J. B. Pritchard, 1974, pp. 282, 296.
Mentre assediava la fortezza giudea di Lachis, Sennacherib re d’Assiria mandò un forte contingente militare a Gerusalemme, affidandolo al comando del Tartan, comandante in capo, e di due alti funzionari, il Rabsaris e il Rabsache. (2Re 18:17; l’intero episodio è riportato anche in Isa capp. 36 e 37). Di questi tre ufficiali superiori assiri, Rabsache fu quello che prese l’iniziativa nel tentativo di costringere il re Ezechia alla resa. (2Re 18:19-25) I tre si fermarono presso la conduttura della piscina superiore.

*** it-2 p. 1076 Tartan ***
TARTAN
(Tàrtan).
Iscrizioni assire mostrano che il titolo Tartan indicava un ufficiale superiore, probabilmente secondo solo al re. A proposito dell’ordine dei titoli negli elenchi degli eponimi assiri, J. B. Pritchard (Ancient Near Eastern Texts, 1974, p. 274) osserva: “In seguito, la posizione all’interno della gerarchia era determinante per la sequenza, infatti il più alto ufficiale (tartanu) veniva immediatamente dopo il re, mentre importanti funzionari di palazzo . . . e i governatori delle principali province si avvicendavano secondo un ordine ben stabilito”. (Vedi CRONOLOGIA [Liste degli eponimi (limmu)]). Un’iscrizione del re assiro Assurbanipal, ora nel British Museum, dice in parte: “Mi adirai molto a motivo di questi avvenimenti, la mia anima era in fiamme. Chiamai l’ufficiale-turtan, i governatori, e anche i loro assistenti e diedi immediatamente l’ordine”. — Ancient Near Eastern Texts, cit., p. 296.
Il re Sennacherib mandò il Tartan insieme ad altri funzionari — fra cui il Rabsache, capo coppiere del re, che fungeva da portavoce — a consegnare un ultimatum per la capitolazione di Gerusalemme. Il Tartan è elencato per primo, forse a motivo della sua posizione superiore. (2Re 18:17, 28-35)

(2 RE 18:18)

“E chiamavano ad alta voce il re, ma uscirono verso di loro Eliachim figlio di Ilchia, che era [incaricato] sulla casa, e Sebna il segretario e Ioa figlio di Asaf il cancelliere.”

*** it-1 p. 216 Asaf ***
3. Fra i funzionari del re Ezechia (745-717 a.E.V.) viene menzionato “Ioa figlio di Asaf il cancelliere”. (2Re 18:18, 37; Isa 36:3, 22) Un’enciclopedia (J. Kitto, Cyclopædia of Biblical Literature, 1880, vol. 1, p. 233) applica il termine “cancelliere” ad Asaf, tuttavia secondo la maggior parte degli studiosi va riferito a Ioa (quindi Ioa ben Asaf, il cancelliere). Poiché “figlio” è spesso usato nel senso di “discendente”, alcuni ritengono che questo Asaf sia lo stesso del n. 1.

(2 RE 18:21)

“Ora, ecco, hai confidato nel sostegno di questa canna rotta, l’Egitto, che, se un uomo vi si appoggiasse, certamente gli entrerebbe nella palma della mano e la trafiggerebbe. Così è Faraone re d’Egitto per tutti quelli che confidano in lui.”

*** w10 15/7 pp. 12-13 “Non aver timore. Io stesso di sicuro ti aiuterò” ***
Ecco, hai confidato nel sostegno di questa canna rotta, l’Egitto, che, se un uomo vi si appoggiasse, certamente gli entrerebbe nella palma della mano e la trafiggerebbe’”. (2 Re 18:19, 21) L’accusa di Rabsache era falsa poiché Ezechia non aveva stretto un’alleanza con l’Egitto; tuttavia con quell’accusa Rabsache voleva imprimere nella mente degli ebrei questo concetto: ‘Nessuno verrà in vostro aiuto. Siete soli, isolati’.

*** w05 1/8 p. 11 par. 5 Punti notevoli del libro di Secondo Re ***
18:19-21, 25: Ezechia aveva forse stretto un’alleanza con l’Egitto? No. L’accusa di Rabsache era falsa, com’era falsa la sua affermazione secondo cui egli era venuto con l’“autorizzazione di Geova”. Il fedele re Ezechia confidava esclusivamente in Geova.

*** it-1 p. 94 Alleanza ***
Invece il fedele Ezechia di Giuda, pur essendo falsamente accusato di confidare nell’Egitto, si affidò unicamente a Geova e fu salvato dall’attacco dell’assiro Sennacherib. — 2Re 18:19-22, 32-35; 19:14-19, 28, 32-36; cfr. Isa 31:1-3.

*** it-1 p. 412 Canna ***
Uso figurativo. Nella Bibbia la “canna” è usata per rappresentare instabilità e fragilità. (1Re 14:15; Ez 29:6, 7) L’Egitto fu paragonato a una canna rotta, le cui schegge taglienti e appuntite sarebbero penetrate nel palmo della mano di chiunque vi si fosse appoggiato. (2Re 18:21; Isa 36:6)

(2 RE 18:22)

“E nel caso che voi mi diciate: ‘Abbiamo confidato in Geova nostro Dio’, non è egli colui del quale Ezechia ha eliminato gli alti luoghi e gli altari, mentre dice a Giuda e a Gerusalemme: ‘Vi dovete inchinare davanti a questo altare in Gerusalemme’?”’”

*** w10 15/7 p. 13 “Non aver timore. Io stesso di sicuro ti aiuterò” ***
Il seme del dubbio non attecchisce
Rabsache ricorse al ragionamento capzioso nel tentativo di seminare dubbi, dicendo fra l’altro: “Non è [Geova] colui del quale Ezechia ha eliminato gli alti luoghi e gli altari? . . . Geova stesso mi ha detto: ‘Sali contro questo paese, e lo devi ridurre in rovina’”. (2 Re 18:22, 25) Rabsache sostenne dunque che Geova non avrebbe combattuto per il suo popolo perché ne era scontento. Questo però non era affatto vero. Geova si compiaceva di Ezechia e degli ebrei che erano tornati alla vera adorazione. — 2 Re 18:3-7.

(2 RE 18:26)

“A ciò Eliachim figlio di Ilchia e Sebna e Ioa dissero a Rabsache: “Parla con i tuoi servitori, ti preghiamo, nella lingua siriaca, poiché possiamo ascoltare; e non parlare con noi nella lingua dei giudei agli orecchi del popolo che è sulle mura”.”

*** it-1 p. 174 Aramaico ***
Sembra che tale aramaico ufficiale sia quello degli scritti di Esdra, Geremia e Daniele. Le Scritture dimostrano inoltre che l’aramaico era la lingua internazionale dell’epoca. Infatti, nell’VIII secolo a.E.V., un portavoce di Ezechia re di Giuda si rivolse a Rabsache, rappresentante di Sennacherib re d’Assiria, dicendo: “Ti preghiamo, parla ai tuoi servitori nella lingua siriaca [aramea, e quindi in aramaico], poiché stiamo ascoltando; e non parlarci nella lingua dei giudei agli orecchi del popolo che è sulle mura”. (Isa 36:11; 2Re 18:26) I funzionari di Giuda capivano l’aramaico, o siriaco, ma evidentemente fra gli ebrei allora residenti in Gerusalemme il popolo comune non lo capiva.

*** it-1 p. 733 Ebraico ***
Nell’VIII secolo a.E.V. le differenze fra ebraico e aramaico si erano accentuate al punto di renderli due lingue separate. Lo si nota dal fatto che gli emissari del re Ezechia dissero al portavoce del re assiro Sennacherib: “Parla con i tuoi servitori, ti preghiamo, nella lingua siriaca [aramaica], poiché possiamo ascoltare; e non parlare con noi nella lingua dei giudei agli orecchi del popolo che è sulle mura”. (2Re 18:17, 18, 26) Sebbene l’aramaico fosse allora la lingua franca del Medio Oriente e venisse usata nelle comunicazioni diplomatiche internazionali, non era compresa dalla maggioranza dei giudei. I più antichi documenti extrabiblici in aramaico che si conoscano risalgono all’incirca allo stesso periodo, e confermano la distinzione fra le due lingue.

(2 RE 18:28)

“E Rabsache continuò a stare in piedi e a gridare ad alta voce nella lingua dei giudei; e proseguì, parlando e dicendo: “Udite la parola del gran re, il re d’Assiria.”

*** it-1 p. 957 Impero assiro, L’ ***
L’inviato di Sennacherib schernisce Geova e intima la resa di Gerusalemme

(2 RE 18:34)

“Dove sono gli dèi di Amat e di Arpad? Dove sono gli dèi di Sefarvaim, di Ena e di Ivva? Hanno essi liberato Samaria dalla mia mano?”

*** it-1 p. 208 Arpad ***
ARPAD
(Àrpad).
Città della Siria settentrionale e residenza reale, menzionata sempre nella Bibbia insieme alla città di Amat. Arpad è stata identificata con Tell Erfad (Tell Rifʽat) circa 30 km a NNO di Aleppo. Situata sulla strada che portava a S verso Amat e Damasco, subì ripetuti attacchi da parte degli assiri e infine fu conquistata da Tiglat-Pileser III e poi da Sargon II. Infatti il figlio di Sargon, Sennacherib, nel 732 a.E.V., fra le minacce contro Gerusalemme fece menzionare dal suo portavoce Rabsache il destino di Arpad, a riprova dell’incapacità degli dèi delle nazioni di resistere alla grande potenza dell’Assiria. (2Re 18:34; 19:12, 13; Isa 36:19; 37:12, 13) Il profeta Isaia aveva già predetto questa vanteria. (Isa 10:9)

(2 RE 18:37)

“Ma Eliachim figlio di Ilchia, che era [incaricato] sulla casa, e Sebna il segretario e Ioa figlio di Asaf il cancelliere vennero da Ezechia con le vesti strappate e gli riferirono le parole di Rabsache.”

*** it-1 p. 216 Asaf ***
3. Fra i funzionari del re Ezechia (745-717 a.E.V.) viene menzionato “Ioa figlio di Asaf il cancelliere”. (2Re 18:18, 37; Isa 36:3, 22) Un’enciclopedia (J. Kitto, Cyclopædia of Biblical Literature, 1880, vol. 1, p. 233) applica il termine “cancelliere” ad Asaf, tuttavia secondo la maggior parte degli studiosi va riferito a Ioa (quindi Ioa ben Asaf, il cancelliere). Poiché “figlio” è spesso usato nel senso di “discendente”, alcuni ritengono che questo Asaf sia lo stesso del n. 1.

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