Biografie di personaggi famosi e storici nato il 25 agosto


Biografie di personaggi famosi e storici


Biografie di personaggi famosi nella storia e celebrità:


1. Neil Armstrong
2. Carl Barks
3. Leonard Bernstein
4. Tim Burton
5. Truman Capote
6. Sean Connery
7. Elvis Costello
8. Michael Faraday
9. William Herschel
10. David Hume
11. Ted Kennedy
12. Alfred Kinsey
13. Friedrich Nietzsche
14. Umberto Saba
15. Alberto Savinio
16. Claudia Schiffer
17. Gene Simmons


Biografia di Neil Armstrong

Nel firmamento
5 agosto 1930
25 agosto 2012

Chi è Neil Armstrong?


Neil Alden Armstrong, nato il 5 agosto 1930 a Wapakoneta, in Ohio, prima di intraprendere quell'eccezionale carriera che lo ha portato ad essere il primo uomo ad aver messo piede sulla Luna, si è laureato in ingegneria aeronautica alla Purdue University e ha conseguito il master in ingegneria aerospaziale all'Università della California del Sud. Dal 1949 al 1952 Armstrong è stato aviatore della Marina militare e, dopo aver lasciato la Marina, è diventato pilota collaudatore (fu collaudatore di molti nuovi aerei ad alta velocità, compreso l'X-15 capace di raggiungere i 7.000 km/h. Volò su 200 diversi modelli di veicoli aerei, compresi jet, razzi, elicotteri e alianti).

E' proprio durante lo svolgimento delle mansioni di pilota collaudatore che è stato scelto per diventare un membro del corpo degli astronauti.

Anche se fece parte dell'equipaggio di riserva in numerose missioni, il suo primo volo avvenne nel 1966 a bordo della Gemini 8. Durante quell'emozionante avvenimento, lui e il suo compagno David Scott portarono a termine con successo il primo aggancio di due navicelle nello spazio.

Nel luglio del 1969, il "passo" decisivo: ad Armstrong viene affidato il comando dell'Apollo 11, la prima navicella con equipaggio a posarsi sulla Luna e, il 20 luglio 1969, insieme al collega Edwin Aldrin, è il primo essere vivente che imprime la sua impronta sulla superficie lunare.

L'impresa di Armstrong, che ha comportato una grande preparazione, oltre che un'enorme coraggio, è straordinaria perchè la conquista della Luna è forse la più grande impresa scientifica di tutti i tempi, il risultato più eclatante dell'ingegno dell'Uomo.

Celeberrime le parole del comandante al momento della storica impresa quando, in preda all'emozione, scendendo la scaletta del modulo lunare, Armstrong disse: "Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigantesco per l'Umanità".

Una volta atterrati, Armstrong e Edwin Aldrin esplorarono la superficie della Luna per due ore e mezzo. In seguito, tornato in patria con trepidante attesa da parte di media e autorità, celebrato come un eroe, Armstrong ricevette la medaglia della Libertà dal Presidente, in riconoscimento dei traguardi raggiunti e del suo contributo al programma spaziale.

Altri riconoscimenti ottenuti sono il Robert J. Collier Trophy sempre nel 1969, il Robert H. Goddard Memorial Trophy nel 1970, e la Congressional Space Medal of Honor, nel 1978.

Neil Armstrong lasciò la NASA nel 1971 per insegnare ingegneria aerospaziale all'Università di Cincinnati, dove rimase fino al 1979. Fece inoltre parte della Commissione Nazionale per lo Spazio dal 1985 al 1986. Nel 1986 fu vicepresidente della commissione d'inchiesta presidenziale che indagò sull'esplosione dello Space Shuttle Challenger.

Neil Armstrong, sposato, con due figli, ha vissuto a lungo in Ohio e lavorato per la AIL, Inc. società dedita allo sviluppo di sistemi per il dipartimento della difesa.

Muore in seguito a complicazioni sopraggiunte dopo un intervento al cuore, all'età di 82 anni, il 25 agosto 2012.

Biografia di Carl Barks

Sindaco di Paperopoli
27 marzo 1901
25 agosto 2000

Chi è Carl Barks?


Carl Barks è nato il 27 marzo del 1901 in una fattoria nei pressi di Merrill, Oregon, una minuscola cittadina al confine con la California. Carl è un giovane solitario, carattere parzialmente dovuto alla posizione isolata della sua casa e alla sordità parziale che lo afflisse in quegli anni.

La tendenza ad isolarsi e ad evitare il più possibile il contatto con gli altri lo porta fin da subito ad interessarsi al disegno, chiudendosi per ore nella sua stanzetta ad effettuare scarabocchi o quelli che potremmo definire, forse un pò impropriamente, "studi" artistici.

Nel Dicembre 1918 la famiglia Barks, in seguito ad un incidente che distrusse la loro abitazione, tentarono la sorte emigrando dall'Oregon. Il carattere di Carl intanto, fortunatamente va maturando, approdando col tempo ad una discreta sicurezza in se stesso. Eccolo allora affrontare i lavori più disparati, pur di mantenersi, come nella migliore tradizione dell'"american way of life". Fa il cowboy, il maniscalco e il fabbro ma nel frattempo non abbandona il disegno, sua autentica aspirazione. Le sue prime prove furono pubblicate negli anni Venti da una rivista canadese (la "Calgary Eye-Opener"), mentre, nel 1935, viene assunto da Disney, che aveva creato da un anno il personaggio di Donald Duck, conosciuto da noi come Paperino.

Lavorando intensamente alla Disney, Barks di lì a pochi anni sarebbe diventato noto proprio come "The Duck Man", l'uomo dei paperi. Questo straordinario disegnatore, infatti, diede a Paperino un nuovo aspetto e una personalità molto caratterizzata, buffonesca e irascibile insieme. Fiumi di inchiostro sono stati spesi per inquadrare Paperino, visto di volta in volta come l'americano medio o il prototipo di un certo tipo di personaggio della società di oggi. Non resta che rifarsi alle parole dello stesso Barks, che in una sua dichiarazione disse: "Non c'è una persona negli Stati Uniti che non possa identificarsi con lui. E' come tutti e fa gli errori che fanno tutti".

A questo, si aggiunga che Barks donò al celebre papero anche uno spirito avventuroso e a suo modo indomito, che lo porta così a viaggiare e a esplorare il mondo, affrontando mille avventure. Incurante poi della realtà o della verosimiglianza storica, spesso le avventure di Paperino venivano collocate in diverse epoche della storia e della mitologia, arricchendo in questo modo la gamma delle sue possibilità narrative.

Nel 1947 un altro colpo di genio: inventa Zio Paperone, il ricchissimo zio di Paperino, capace di sfruttarlo e di vessarlo in mille maniere diverse. In seguito allo strepitoso successo che le storie disneyane ottenevano, e all'apprezzamento che anche le "aggiunte" e i nuovi personaggi generavano nel pubblico, con il tempo la famiglia dei paperi si allargò sempre di più, dando modo alla strepitosa creatività di Barks di sfogarsi. I lettori impararono dunque a familiarizzare con personaggi poi entrati per sempre nell'immaginario collettivo come Qui, Quo e Qua o come l'odioso cugino Gastone Paperone; oppure, pescando dalla vasta galleria disneyana, come l'inventore Archimede Pitagorico o Amelia la fattucchiera che vive sul Vesuvio e ha come unico scopo il furto della moneta portafortuna che Zio Paperone custodisce religiosamente e così via.

Nel 1973 decide di lasciare l'attività di disegnatore e sceneggiatore professionista e di dedicarsi alla pittura a olio. Malgrado tutto, però, non riesce completamente ad allontanarsi emotivamente da ciò che, nel bene o nel male, ha condizionato la sua vita. I suoi quadri si popolano di paperi, quasi come se volesse "innalzarli" nella considerazione del pubblico e donargli una versione "nobile".

Muore il 25 agosto 2000 per leucemia nella sua casa a Grants Pass, nell'Oregon, alla bella età di 99 anni. Lascia un erede riconosciuto, Don Rosa, fedele all'inconfondibile tratto del Maestro.

Biografia di Leonard Bernstein

Fra sacro e profano
25 agosto 1918
14 ottobre 1990

Chi è Leonard Bernstein?


Leonard Bernstein (Lawrence, Massachusetts, 1918) è stato un compositore, direttore d'orchestra, critico, pianista e divulgatore statunitense. Allievo di Walter Piston per la composizione e di Fritz Reiner per la direzione d'orchestra, fu forse la più influente figura di musicista della seconda metà del Novecento. Il suo lavoro come compositore, in particolare nelle sue partiture per i "musical" prodotti da Broadway, come "West Side Story" e "On the Town", hanno di fatto creato un ponte fra la musica cosiddetta (con un termine errato e generico), "classica" e quella "popolare".

Nei suoi lavori più impegnati, invece, si è mostrato legato ad un'ispirazione di stampo neoromantico, all'uso dell'ormai "antiquata" tonalità e sensibile al folclore nordamericano.

Tutte cose che gli hanno attirato, per un lungo periodo, gli strali degli esponenti dell'avanguardia e che lo hanno fatto giudicare un musicista di seconda fila.

A ventun'anni, andò al Curtis Institute di Filadelfia per studiare pianoforte con Isabella Vengerova, orchestrazione con Randall Thompson e appunto direzione d'orchestra con Fritz Reiner. Secondo una sua testimonianza diretta, è proprio allora che cominciò a considerare le partiture dal punto di vista della direzione orchestrale, dove fino a quel momento, da perfetto studente di Harvard orientato più che altro all'analisi particolareggiata, le aveva considerate o dal punto di vista del pianista o da quello del compositore. Insomma, prima di allora non aveva mai guardato un testo con l'idea di dirigerlo.

A partire dai suoi studi con Reiner, invece, Lenny (come viene chiamato dai sui fan), ha sempre avuto l'obiettivo, si potrebbe dire il chiodo fisso, di "identificarsi" con il compositore, ossia di sforzarsi di arrivare ad un grado di conoscenza dell'opera talmente elevato da avere la sensazione di esserne quasi diventato l'autore.

Ma sentiamo le sue parole dirette: "A parte questo, rimangono naturalmente molte altre cose da dire: per esempio, in che modo affronto lo studio di una nuova partitura, o anche di una partitura non nuova, perché, nel vero senso della parola, ogni partitura è nuova tutte le volte che ci si accinge a studiarla. Così, quando presi a rileggere la Nona sinfonia di Beethoven per la cinquantesima volta, dissi a me stesso che le avrei dedicato al massimo un'ora dopo cena, giusto il tempo di dare un'occhiata e di rinfrescarmi la memoria prima di andare a letto. Ahimè! Dopo mezz'ora, ero ancora a pagina due. Ed ero ancora alle prese col sacro testo alle due del mattino, e - badi bene [rivolto all'intervistatrice, N.d.r.]- non certo vicino al Finale! Ero ancora fermo all'Adagio, rapito in mezzo alle stelle, perché vi stavo trovando un'infinità di cose nuove. Era come se non l'avessi mai vista prima. Naturalmente, ricordavo tutte le note, come pure tutte le idee, la struttura, perfino il suo mistero. Ma c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, e non appena trovi una cosa nuova, ecco che le altre ti appaiono come sotto una luce diversa, perché la novità altera la relazione con tutto il resto. È impossibile immaginare quante cose nuove ci sono da scoprire, specialmente in Beethoven, che fu particolarmente vicino a Dio e uno dei compositori dalla personalità più ricca che siano mai esistiti..."

Il suo leggendario debutto avvenne il 14 Novembre 1943, in sostituzione di un mostro sacro come Bruno Walter (celeberrimo musicista, pupillo fra l'altro di Gustav Mahler). Walter doveva tenere un concerto alla Carnegie Hall ma all'improvviso accusò dei malori, motivo per il quale dovette essere sostituito all'ultimo minuto. Sul podio venne chiamato lo sconosciuto Bernstein, allora appena venticinquenne. L'esecuzione (trasmessa oltretutto via radio), sbalordì i presenti e ricevette critiche entusiastiche, tanto da lanciare Lenny nell'empireo delle giovani promesse da seguire (aspettative poi ampiamente mantenute...).

Il 1951 è invece l'anno della successione alla guida stabile della New York Philarmonic dopo la morte di S.A. Kussevitzky, altro direttore dal forte carisma. Nello stesso anno sposò l'attrice e pianista cilena Felicia Montealegre (con la quale ha curato esecuzioni di musica con voce recitante, fra cui "Parable of Death" di Lucas Foss e "Jeanne d'Arc au bûcher" di Honegger), la stessa che compare ritratta nella copertina del celebre disco del "Requiem" di Mozart, inciso proprio in ricordo della scomparsa di Felicia (evento che, quando avvenne, gettò Lenny nella più cupa disperazione).

Dal 1958 al 1969 Bernstein è stato dunque direttore stabile della Filarmonica di New York (più di qualsiasi altro direttore), periodo a cui si devono esecuzioni memorabili, molte delle quali documentate dalle tantissime incisioni realizzate. Al contrario di altri artisti sommi (come ad esempio Arturo Benedetti Michelangeli o Sergiu Celibidache), Bernstein, infatti, non fu mai ostile all'incisione e anzi si può dire che egli fu uno dei più assidui frequentatori delle sale di registrazione, non tralasciando nemmeno, quando le nuove tecnologie stavano prendendo piede, le riprese video o le dirette televisive. In questo è molto simile al suo collega d'oltreoceano Herbert Von Karajan.

Professore di musica alla Brandeis University dal '51 al '56, è stato anche il primo direttore americano invitato alla Scala per dirigere opere italiane: "Medea" (1953), "Bohème" e "Sonnambula" (1955). Nel '67 è stato insignito della medaglia d'oro della "Mahler Society of America" (non dimentichiamo che è stato uno dei più grandi interpreti di Mahler del Novecento...), e, nel '79, del Premio UNESCO per la musica. Dal '61 è stato membro del National Institute of Arts and Letters.

Dimessosi dalla carica di direttore stabile, si dedicò soprattutto alla composizione anche se, con il tempo, riprese a dirigere, senza però legarsi ad una qualche orchestra particolare. Anzi, questo periodo di "libertà" è famoso per le realizzazioni effettuate con le più blasonate compagini mondiali, fra cui spiccano, in particolare, i Wiener Philarmoniker. Sul piano discografico, per gran parte della sua carriera, incluso il suo leggendario periodo passato a capo della Filarmonica di New York, Bernstein ha inciso esclusivamente per la Columbia/CBS Masterworks (etichetta ora acquisita dalla Sony Classical), e ha collaborato con i più grandi solisti e cantanti in circolazione. Dall'iconoclasta Glenn Gould (la loro esecuzione del secondo di Brahms è un vero e proprio "caso" della storia della musica), al più ortodosso (ma sempre profondissimo) Zimerman; dalla cantante Janet Baker (gli struggenti, insostenibili, "Kindertoten Lieder" di Mahler) al violinista Isaac Stern (il Concerto per violino di Beethoven!).

Riassumere l'intera attività di Bernstein è davvero un'impresa ardua. In sintesi, si può dire che questo musicista rappresenta quanto di meglio la musica abbia prodotto nel corso del Novecento. Non solo Bernstein ha contribuito, insieme a pochissimi altri (fra cui, naturalmente, Gershwin) alla costituzione di una forma di teatro tipicamente americana autonoma e originale rispetto al Melodramma, ma si è anche posto fra gli esecutori più geniali che mai siano apparsi sul podio (e impressionante è, in questo senso, il divario fra certa sua natura "leggera" e lo spirito vibratile, dissolutorio, con cui affrontava le partiture orchestrali. Si ascolti il nichilistico finale della Nona di Mahler). Lenny ha saputo così fondere, in una miscela che non cade mai nel cattivo gusto o nella faciloneria, la musica colta di tradizione europea e i linguaggi peculiari tipicamente americani fra cui, oltre al già di per sé "colto" jazz, anche quelli del musical e della ballad (come nel balletto "Fancy Free" o nell'opera comica "Candide").

Indimenticabile ad esempio il suo "West Side Story", una rivisitazione in chiave moderna dello scespiriano Romeo e Giulietta, zeppa di canzoni memorabili e dove, al posto dei Capuleti e dei Montecchi vi si narra lo scontro fra bande di portoricani nella New York di fine anni cinquanta. E per chi avesse dei dubbi sulle sue capacità di pianista, si rimanda caldamente l'ascolto dei quintetti di Schumann e di Mozart incisi con il Julliard quartett.

Infine, Berstein è stato uno dei più insigni ed efficaci didatti mai esistiti. Insuperabili sono rimaste le sue lezioni dirette al pubblico giovane o dei bambini, trasmesse dalla televisione americana (i cosiddetti "Philharmonic's Young People's Concerts"). Documenti di altissimo livello (sebbene mai accademici), in cui si osserva davvero un genio all'opera. Questi concerti, e le conversazioni che li accompagnavano, furono ideati, scritti e presentati in TV interamente da lui e attraverso di loro un'intera generazione di americani ha scoperto e visto crescere in sè l'amore per la musica.

I suoi lavori "impegnati" comprendono invece la "Jeremiah Symphony" (1942), "The Age of Anxiety" per pianoforte e orchestra (basata sull'omonima poesia di W.H. Auden), (1949), la "Serenata per violino, archi e percussioni" (1954), la "Messa", composta per l'inaugurazione del Centro John F. Kennedy per le Arti dello Spettacolo a Washington (1971) e "Songfest" per sei voci soliste e orchestra (1977). Ha scritto l'opera "Trouble in Tahiti" (1952), e oltre alla già ricordate commedie musicali, non sono da dimenticare i lavori sinfonico-corali come "Kaddish" (1963) e "Chichester Psalms" (1965). Molta anche la musica di scena e per film. Tanto per non farsi mancare niente, infatti, Bernstein ha anche vinto un Oscar per la migliore colonna sonora del film "On the waterfront" ("Fronte del porto").

Ha dichiarato: "Dopo le esecuzioni che io chiamo buone (un'esperienza incredibile come se componessi in quel momento...), devono passare alcuni minuti prima che riesca a ricordare dove mi trovo, in quale sala o teatro, in quale Paese, o chi sono. Una sorta di estasi che corrisponde in tutto e per tutto alla perdita di coscienza". Non sarebbe comunque giusto passare interamente sotto silenzio il Bernstein divo, l'amico delle star e dei produttori di Broadway e di Hollywood nonché di scrittori e drammaturghi, di capi di stato e di cancellieri. «E' un tormento degno di Amleto essere un vero progressista», sospirò esasperato dopo l'ammirazione entusiastica che aveva suscitato un party da lui dato in onore di un gruppo di Black Panters. Grazie alla diretta conoscenza di questo mondo, a lui si deve il neologismo "radical-chic", parola con cui soleva indicare i personaggi della sinistra nuovayorchese usi a ritrovarsi, un po' snobisticamente, nei più prestigiosi salotti della città.

Leonard Berstein si è spento dopo una lunga malattia (era fra l'altro un incallito fumatore), nel 1990, lasciando un vuoto incolmabile di fantasia e di creatività, ma anche di profondità e di serietà, nell'approccio di quella grande arte che si chiama Musica, arte che in lui non avrebbe potuto trovare miglior servitore.

[Le dichiarazioni di Bernstein sono tratte dal volume "Maestro", a cura di Helena Matheopulos, Vallardi editore]

Biografia di Tim Burton

Visioni conquistatrici
25 agosto 1958

Chi è Tim Burton?


Paladino del fantastico e della diversità, Timothy William Burton nasce il 25 agosto 1958 a Burbank (California, USA). Il padre è un ex giocatore di baseball di seconda serie e la madre gestisce un negozio di souvenir. Nel 1976 Tim Burton entra alla "Cal Arts" (California Institute of the arts) grazie ad una borsa di studio ed inizia ad occuparsi di Character Animation. In quella scuola Tim incontra Henry Seleck (il regista di "The nightmare before Christmas" e "James and the Giant Peach") con il quale stabilisce fin da subito un sodalizio artistico.

Uscito dalla scuola inizia a collaborare con la Disney, ma i suoi lavori (tra cui alcuni personaggi per il film "Taron e la pentola magica") non vengono presi in considerazione. Nel 1982 lascia la Disney e gli vengono assegnati 60.000 dollari per la realizzazione di un cortometraggio che passa come test sulla tecnica della stop motion. Il risultato è "Vincent", storia di un bambino che sogna di essere Vincent Price. Il corto vince due premi al "Chicago Film Festival" e il premio della critica al "Festival di Animazione di Annecy" nel 1983.

Nel film successivo "Frankenweenie" (1984), prodotto dalla Disney, Burton trasforma il celebre racconto di Mary Shelley in una favola per bambini. Nel 1985 esce il primo lugometraggio di Tim Burton, "Pee-wee's big adventure", seguito a distanza di tre anni dal più noto "Beetlejuice - Spiritello Porcello" con Geena Davis, Alec Baldwin e Michael Keaton. Il film riceve l'Oscar per il miglior make up.

Nel 1989 Burton porta sul grande schermo il celebre fumetto "Batman" (con Michael Keaton, Jack Nicholson e Kim Basinger): un'operazione che si rivelerà molto gradita dal pubblico, accorso in massa per assistere alle folli girandole registiche inventate dall'inquieto Tim. Nello stesso anno, galvanizzato dai successi e con un pingue conto in banca depositato direttamente dall'uomo pipistrello, Burton fonda la "Tim Burton Production".

"Edward mani di forbice" (1990, con Johnny Depp e Winona Ryder) è il primo film coprodotto dallo stesso Burton, a cui seguono "Batman - Il ritorno" (1992, con Michael Keaton, Michelle Pfeiffer e Danny De Vito), episodio complessivamente meno riuscito del primo, e la favola "Tim Burton's Nightmare before Christmas" (1993) che ha come protagonisti dei pupazzi animati realizzati dallo stesso Burton. Successivamente sarà la volta di altri titoli che si aggiungeranno al bizzarro catalogo del regista americano: il biografico "Ed Wood" (1994), il surreale "Mars Attacks!" (1996, con Jack Nicholson e Pierce Brosnan) e l'interlocutorio "Il mistero di Sleepy Hollow" (1999, con Johnny Depp e Christina Ricci). Malgrado la stranezza di questi film, raggiungono tutti ottimi successi di botteghino. E qui risiede la stranezza intrinseca di Tim Burton, l'unico regista "visionario" che riesce nello stesso tempo a conquistare le platee e ad accontentare gli "squali" che, come ormai vuole la leggenda, abitano Hollywood.

Anche negli anni seguenti Tim Burton non ha smesso di stupire: con "Il pianeta delle scimmie" (2001, con Tim Roth) ha reinventato uno dei capolavori della fantascienza moderna, mentre con "Big Fish" (2003, con Ewan McGregor), favola magica girata con il suo stile tipico, ha realizzato, a detta della critica, forse il suo capolavoro assoluto.

Gli anni 2000

Lavori successivi sono "La fabbrica di cioccolato" (2005, ispirato al romanzo di Roald Dahl), "La sposa cadavere" (2005), "Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street" (2007, con Johnny Depp, Oscar 2008 per la miglior scenografia), "Alice in Wonderland" (2010).

Gli anni 2010

Tra i suoi ultimi lavori di questi anni spicca "Big Eyes", film sulla vicenda dell'artista Margaret Keane e della causa legale con il marito Walter Keane, celebre per il plagio di quest'ultimo nei confronti della moglie.

Biografia di Truman Capote

La parabola di un eclettico
30 settembre 1924
25 agosto 1984

Chi è Truman Capote?


Giornalista, scrittore, dialoghista, sceneggiatore, drammaturgo, attore: rinchiudere in una sola definizione Truman Capote è praticamente impossibile. Nato il 30 settembre del 1924 a New Orleans, Truman (il cui vero nome è Truman Streckfus Persons) cresce in Alabama, a Monroeville, accudito dai parenti che lo hanno preso in cura dopo il divorzio dei genitori: la madre, scostante e turbolenta, alle prese con numerosi amanti, gli fa visita solo occasionalmente, mentre il padre, sprovveduto e squattrinato, ricomparirà solo quando Capote sarà ricco e famoso.

L'infanzia del piccolo Truman, dunque, è poco felice, e l'unico affetto che lo consola è quello di Harper Lee, sua amica del cuore, che diventerà a sua volta celebre come scrittrice grazie al libro vincitore del Premio Pulitzer "Il buio oltre la siepe" (titolo originale: "To kill a mockingbird"), dove appare anche Truman, nei panni del piccolo Dill.

Anche durante l'adolescenza la vita per Truman non è semplice: a scuola viene preso in giro per i suoi modi effemminati, e trova l'unico sollievo nell'insegnante di inglese del college, unica che sa apprezzare la sua sterminata fantasia, alimentata dalla sua passione per la lettura. Dopo la scuola Truman si trasferisce a New York, dove assume il cognome di Joe Capote, suo patrigno; pur di entrare in contatto con il mondo del giornalismo, il ragazzo trova lavoro come fattorino presso il "New Yorker", celebre rivista letteraria, dal quale però viene licenziato dopo essersi spacciato come inviato in occasione di un convegno letterario.

Nel frattempo, alcuni suoi racconti vengono pubblicati sull'"Harper's Bazaar" e sul "Southern Gothic Novelist". Un successo inaspettato arriva con "Miriam", edito da una rivista femminile, che gli apre le porte dei salotti mondani della Grande Mela. Truman Capote, personaggio dandy e profondo intellettuale, ben presto diventa amico di Ronald Reagan, Tennessee Williams, Jackie Kennedy, Andy Warhol e Humphrey Bogart: è l'inizio di una vita segnata dagli eccessi, aggravata da un carattere difficile e dall'ostentazione della propria omosessualità.

Truman Capote in pochi anni diventa uno scrittore conosciuto in tutto il Paese: dopo "Altre voci, altre stanze", del 1948, è la volta di "Colazione da Tiffany" e del musical "House of flowers", del quale compone sceneggiatura e parole dei brani musicali. Nel 1966 sul "New Yorker" esce a puntate "A sangue freddo", la sua opera più famosa, realizzata dopo un lavoro di indagine durato sei anni.

Poco dopo, però, inizia già la parabola discendente di Capote, che con il romanzo "Preghiere esaudite", peraltro mai completato, prova a condensare tutte le osservazioni derivanti dal suo incontro con il jet set. Pensato come un libro di carattere proustiano, una sorta di ritratto del nulla delle vicende che coinvolgono i divi della Grande Mela, "Preghiere esaudite" fa perdere a Capote tutte le sue amicizie.

Droga e alcol sono sempre più protagonisti della vita dello scrittore, che veste i panni di un moderno Oscar Wilde, dall'esistenza distruttiva ed estetizzante. Il novello Thomas Chatterton, come è stato ribattezzato da James Michener, passa l'ultima parte della sua vita con uomini che mirano unicamente al suo denaro, disinteressandosi di lui. Truman sviluppa, inoltre, una forma pesante di epilessia, dovuta all'abuso di sonniferi. Le sue condizioni di salute peggiorano sempre di più, anche a causa della dipendenza dall'alcol: lasciato dal suo compagno, dal bel mondo che lo aveva osannato e dai divi che rinnegano la sua amicizia, Capote passa intere settimane a bere e a dormire, sul letto di casa propria o in un ospedale di New York.

Due tentativi di disintossicazione non vanno a buon fine, e così, all'età di 59 anni, Truman Capote muore all'età di 59 anni il 25 agosto del 1984 a causa di una cirrosi epatica mentre si trova a Bel Air, Los Angeles, ospite di una delle poche persone amiche che non lo hanno mai lasciato, Joanne Carson.

Tra le altre opere della carriera di Truman Capote, vale la pena di citare la realizzazione dei dialoghi inglesi di "Stazione Termini", film del 1953 di Vittorio De Sica, e le sceneggiature di "Il tesoro dell'Africa", "Laura" e "Suspense". L'artista si è anche cimentato come attore prendendo parte al tredicesimo episodio della prima stagione di "ABC Stage 67", a "The Thanksgiving visitor" e a "Invito a cena con delitto". Maledetto, deluso e deludente, artisticamente creativo e profondamente geniale, vittima dell'alcol, della droga, di se stesso e della propria ingenuità, Truman Capote ha rappresentato una delle personalità più controverse degli anni Sessanta e Settanta, non solo in America ma anche nel resto del mondo.

Biografia di Sean Connery

Fascino inconsumabile
25 agosto 1930

Chi è Sean Connery?


Thomas Sean Connery nasce a Edimburgo (Scozia) il 25 agosto 1930. Per molti estimatori, e soprattutto per molte ammiratrici anche di diverse generazioni, è l'attore "affascinante" per antonomasia. L'eleganza, la classe, lo charme che lo contraddistingue sono ormai dati identificativi del suo personaggio, che forse anche solo grazie alle sue interpretazioni di James Bond, è diventato leggenda.

Figlio di un camionista e di una cameriera, ad undici anni inizia a frequentare lezioni di danza. Cinque anni più tardi lascia la scuola e si arruola in marina. Sono di quell'epoca i due particolari tatuaggi sul suo braccio destro, che riportano: "Scozia per sempre" e "Mamma e Papà".

All'età di diciannove anni posa nudo per l'Edimburgh Art College. Inizialmente sembra una sfortuna, ma la sua precoce calvizie che in questo periodo inizia a manifestarsi, gli procurerà vantaggi positivi.

Nel frattempo Sean Connery compie diversi lavori, anche molto umili: lavapiatti, verniciatore di bare, bagnino, muratore, guardia del corpo. All'inizio degli anni '50 arriva la svolta. Dopo diverse piccole parti in ambito teatrale, partecipa nel 1951 al musical "South Pacific", un'opera discretamente importante, in scena a Londra.

Alto, slanciato, atletico, sguardo ammaliante, il giovane Sean Connery nel 1953 si classifica terzo al concorso "Mister Universo".

Comincia a sostenere piccole parti in produzioni televisive e per il cinema, arrivando anche a ricoprire ruoli importanti.

Partecipa in seguito ad una selezione di un concorso indetto dal London Express che permetterà al vincitore di interpretare un personaggio che è a tutti gli effetti un vero e proprio mito: dal 1962 Sean Connery sarebbe entrato nel mito e nella storia del cinema, vestendo per sei volte i panni di James Bond, il celeberrimo agente segreto "007", protagonista dei romanzi di Ian Fleming.

Perfetto nel ruolo, Connery incarna tutte le caratteristiche di James Bond: astuto, elegante, freddo, seducente. L'attore diventa in breve uno dei più celebri sex-symbol a livello mondiale.

Dopo le prime comparsate nei teatri locali e qualche lavoro per la BBC, Connery arriva a un'audizione per la prima trasposizione dei libri di James Bond sul grande schermo: l'audizione di svolge proprio davanti all'autore Ian Fleming; quest'ultimo lo riteneva inadatto perché vedeva nel giovane attore un rude marcantonio scozzese (troppo alto con quei suoi 192 centimetri). E' la moglie di Fleming, ammaliata come molte altre donne da Connery, a far cambiare idea allo scrittore.

Nel 1971 cede la parte a Roger Moore, ma nel 1983 ci sarà un ritorno di fiamma fra attore e personaggio in "Agente 007 - Mai dire mai".

Come talvolta accade agli attori che troppo legano il proprio volto al nome del personaggio che interpretano, Sean Connery rischia di rimanere intrappolato nei panni dell'agente segreto. Le opportunità e le esperienza che seguono dimostrano il talento e la versatilità dell'attore in ruoli differenti e con registi differenti: da Sidney Lumet, ad Alfred Hitchcock e John Huston.

Connery è uomo flemmatico in "Marnie" (1964), eroe vecchio e vulnerabile in "Robin e Marian" (1976), epico nella saga di "Highlander" (1985), monaco enigmatico nel capolavoro di Jean J. Annaud "Il nome della rosa" (1986, con Fred Murray Abraham, tratto dal noto romanzo di Umberto Eco), straordinario difensore della giustizia nel film "Gli Intoccabili" (1987, di Brian De Palma, con Kevin Costner, Robert De Niro, Andy Garcia). Ladro di classe in "Sono affari di famiglia" (1988, di Sidney Lumet, con Dustin Hoffman e Matthew Broderick), appassionato archeologo in "Indiana Jones e l'ultima crociata" (1989, di Steven Spielberg, con Harrison Ford), saggio Re Artù ne "Il primo cavaliere" (1994, con Richard Gere e Julia Ormond), elegante delinquente in "The Rock" (1996, con Nicolas Cage) e sensuale complice di Catherine Zeta Jones in "Entrapment"(1999). Nel 2001 produce e interpreta un emozionante "Scoprendo Forrester" (di Gus Van Sant, con Fred Murray Abraham). La sua ultima fatica è "La leggenda degli uomini straordinari" (2003).

La forza recitativa di Sean Connery risiede nel suo carattere disincantato, spesso autoironico e talvolta demistificatoria e dissacrante. Sottolineata spesso dal suo humour e da un sorriso solamente accennato. Fuori dal set non manca mai di esibire e sottolineare il suo celebre accento scozzese.

Legato molto al paese natale, combatte per i valori della sua terra tra le fila dello Scottish Nationalist Party (SNP).

Molto geloso della sua vita privata, Sean Connery è stato sposato due volte:dal 1962 al 1974 con l'attrice Diane Cilento, che gli ha dato il figlio Jason, anch'egli attore; dal 1975 ad oggi con

Micheline Roquebrune. Nel 1989 il magazine "People" ha votato Sean Connery come "uomo più sexy del pianeta" e, dieci anni dopo, "uomo più sexy del secolo". Sempre nel 1999 è stato nominato Cavaliere dalla Regina Elisabetta II.

Dopo il film flop del 2003 "La leggenda degli uomini straordinari" decide di ritirarsi dalle scene e trasferirsi alle Bahamas. Personaggio riservato e senza peli sulla lingua ha dichiarato di non voler più recitare per due validi motivi: perché "la pensione è troppo bella" e perché "ci sono troppi idioti ora a Hollywood".

Ha dichiarato inoltre di non voler più mettere piede nella natia Scozia se non dopo l'indipendenza di quest'ultima dalla Gran Bretagna: a tal proposito le sue generose donazioni al partito indipendentista scozzese non si fanno mancare.

Biografia di Elvis Costello

Il grande impostore
25 agosto 1954

Chi è Elvis Costello?


Declan Patrick MacManus è il vero nome di Elvis Costello, nato il 25 agosto del 1954 a Londra, in un ospedale di Paddington. Cantautore, compositore e grande chitarrista britannico, ha iniziato la sua carriera nell'ambito del punk, verso la fine degli anni '70, per poi sviluppare uno stile musicale particolarissimo, molto singolare e ad oggi difficile da imitare.

Si muove e si è sempre mosso tra rock, folk, country e pop, con leggere incursioni sonore nel jazz, soprattutto dal punto di vista vocale. Definendosi "Impostore", ha sempre sfuggito le catalogazioni di genere, cosa che ha giovato alla sua carriera e ai suoi innumerevoli cambi di stile. Deve il suo pseudonimo ad Elvis Presley, ovviamente, e a sua nonna, di origini italiane. Dal 2003 è sposato con la jazz singer Diana Krall, da cui ha avuto due figli gemelli.

Cresce nel solco della musica, il piccolo Declan. Suo padre è Ronald "Ross" MacManus, trombettista a propria volta, con un passato nella "Joe Loss Band". Inoltre, da solista, con lo pseudonimo di Day Costello, vanta anche una versione del brano dei Beatles "The Long and Winding Road", datata 1970, completamente in italiano, dal titolo "La lunga strada che". Sua moglie, madre del piccolo Declan, è Lillian MacManus, proprietaria di un negozio di dischi.

Dopo essersi trasferiti nel Middlesex, la coppia decide di separarsi, esattamente quando il futuro Elvis frequenta la Hounslow High School. Il ragazzo segue la madre e, all'età di sedici anni, si trasferisce con lei a Liverpool, dove si diploma. Dai genitori, Declan apprende l'amore per il pop e per la musica in genere. Ascolta di tutto, compresa la musica classica e il jazz, forte dei rifornimenti discografici del negozio della madre. Si appassiona alla voce di Frank Sinatra, ma il suo primo vero disco è "Please, Please Me" dei Beatles.

È datata 1970 la sua prima uscita in duo, con Allan Mayes, presentandosi sul palco davanti a un pubblico sotto il nome di "Rusty". Dura poco però, l'esperienza in duo e, nel 1974, il futuro Costello si trasferisce a Stag Lane, Roehampton, con Mick Kent e Malcolm Dennis, con i quali condivide una forte passione per artisti come Bob Dylan e band come i Beach Boys.

Con i suoi sodali, Declan dà vita alla band dei Flip City, che ottiene un buon riscontro in ambito cittadino, tuttavia senza durare oltre un anno.

Declan si trasforma in un artista solista, con il nome di DP Costello, in onore alla nonna paterna, come detto. Alla musica associa anche un lavoro più redditizio, avendo da badare già ad una moglie e a un figlio, prestando la propria attività come operatore informatico per Elizabeth Arden.

Alla fine del 1976, Declan legge un annuncio pubblicato dall'etichetta indipendente Stiff Records, nel quale si richiedono demo inediti. Jack Riveria, dell'etichetta, fiuta il talento dell'aspirante, acconsentendo a fargli da manager, e lo spinge a trovare un nome completamente nuovo: Elvis Costello, appunto.

Per lui, la Stiff mette a disposizione in studio una band di session men americani, i Clovers. C'è uno scarto tra lui e la band, ma il talento melodico di Costello e la sua lingua tagliente già si rivelano in brani storici, come "Less than zero", "Red shoes" e "Alison", tuttora una delle sue ballate più amate. Il 27 maggio del 1977, al London's Nashville, Elvis Costello tiene il suo primo concerto, il quale viene apprezzato molto dal pubblico, giunto lì soprattutto per vedere i Rumour, aperti, appunto, dal futuro rocker. Alla Stiff Records basta questo unico feedback: manca solo una band adatta per supportare il cantautore londinese.

Nel mese di luglio del 1977 debuttano gli Attractions di Elvis Costello. E nello stesso anno, arriva anche il disco d'esordio, "My aim is true", ben guidato dall'esperto musicista Nick Lowe e con l'arruolamento di una band costruita su misura, composta da Steve Nieve al pianoforte, Bruce Thomas al basso e Pete Thomas alla batteria.

Costello si rivela - e conferma, per quei pochi che l'hanno apprezzato in precedenza - una delle scoperte più interessanti della stagione, nonostante un genere musicale che non ha molto da spartire con le nuovissime correnti del punk britannico, nel 1977 genere praticamente sulla cresta dell'onda.

"My Aim Is True" ottiene buone recensioni, salendo nelle classifiche inglesi anche grazie a "Watching The Detectives". Costello però non si ferma, vuole andare negli USA a promuovere la sua musica e si fa ingaggiare da alcuni manager della Cbs, a Londra per cercare nuovi talenti.

Nel 1978 esce "This Year's Model", altro disco molto interessante, il quale conferma l'evoluzione dell'artista londinese, impegnato nel rinverdire il repertorio beat anni '60, sulla scia degli Stones e dei Kinks. La pubblicazione è della Radar, la nuova etichetta fondata anche dallo stesso musicista. Nello stesso anno, dopo un tour americano, alla fine di un concerto a Los Angeles, Costello si innamora della modella Bebe Buell e lascia la moglie, Mary. La relazione, tuttavia, tra scandali e paparazzate varie, non dura molto.

Il mix di generi di "Armed Forces", edito nel 1979, giova ancora di più a Costello, che con questo nuovo disco allarga il proprio sound ed entra nella top 10 statunitense. Intanto il singolo "Radio radio", proibito negli USA, spopola in Inghilterra.

Nel corso sempre del 1979, Costello e gli Attractions sono in tournée, tra l'Europa e gli USA. Elvis, preda di problemi sentimentali con la Buell e più ubriaco del solito, al termine di un concerto all'Holiday Inn, in Ohio, si scaglia in una rissa furiosa con l'entourage di Stephen Stills. Viene, forse ingiustamente, accusato di razzismo dai giornali, soprattutto per la sua reazione contro gli artisti neri americani ed è costretto a pubbliche scuse.

Con il disco del 1980, "Get Gappy" affronta temi meno arrabbiati e dosa i suoi arrangiamenti. Negli USA però, a seguito della rissa con Stills, continua l'ostracismo nei suoi confronti, e il disco, a differenza dell'Inghilterra (dove entra nella top 10), non viene praticamente considerato.

"Ten Bloody Marys And Ten How's Your Fathers" esce nel 1980 ed è la prima, intelligente antologia alla Costello, contenente bootleg e inediti, oltre a riscritture interessanti di vecchi successi.

L'anno dopo esce "In Trust", che mette insieme due anime sonore diverse, metà Bo Diddley e metà rock and roll, con echi di pulsante punk. Entra in classifica in Inghilterra, tuttavia senza strabiliare i fan.

Sempre nello stesso anno, il 1981, Costello parte con la sua band per l'"English Mud Tour", ma è solo una "scusa" per fermarsi negli USA, a Nashville, per registrare alcune cover country con l'esperto produttore Billy Sherrill. È la lavorazione di "Almost Blue", vero e proprio fulmine a ciel sereno, in pieno stile Tennessee. Un lamento country che, anche dopo decenni, divide ancora ascoltatori e appassionati, sempre indecisi se bocciarlo definitivamente o innalzarlo ad opera d'arte improvvisa.

Con "Imperial Bedroom" poi, comincia la sua cavalcata verso le grandi hit e il successo che viene consacrato definitivamente in questo decennio. Il disco esce nel 1982 ed è considerato il suo "Sgt. Pepper". Si scomodano nomi come i Beatles e Cole Porter, ma l'album vende poco. Tuttavia, il cantautore inglese è sicuro della nuova strada imboccata. "Punch The Clock", dell'anno dopo, è rigorosamente pop e ci sono, per la prima volta, dei fiati che non fanno solo da sfondo alle sue musiche. Tra questi c'è un certo Chet Baker che regala un indimenticabile assolo di tromba a uno dei suoi pezzi più memorabili, "Shipbuilding". È l'inizio, anche, di una serie di ospitate di prestigio e di collaborazioni importanti per Costello, come testimonia il disco del 1989, "Spike", nel quale c'è nientemeno che Paul McCartney, che con lui scrive, successivamente, a quattro mani, un altro brano di grande successo: "Veronica".

Si arriva così a "The Juliet letters", del 1993, realizzato con gli archi dei Brodsky Quartet. Si tratta di "pop da camera", come dirà lo stesso Costello, ennesimo capovolgimento artistico del musicista londinese. Escono tuttavia, anche nuovi dischi vintage, per così dire, con un vero e proprio ritorno al rock and roll, come "Blood and chocolate", del 1986, "Brutal youht", del 1994 , e "When I was cruel", datato 2002.

Nel frattempo scrive anche brani per nomi come Roger McGuinn, Johnny Cash e, dopo alcuni anni, per Solomon Burke, collaborando con artisti diversissimi, come il jazzista Bill Frisell e la mezzo-soprano Anne Sofie von Otter, fino all'orchestra di Charles Mingus e al leggendario Burt Bacharach. Con quest'ultimo, nel 1998, Costello incide il disco "Painted from memory", grande album in coppia.

"She" poi, canzone di Charles Aznavour riproposta alla sua maniera, diventa la colonna sonora di Hugh Grant e Julia Roberts nella commedia brillante "Notting Hill", contribuendo non poco alla popolarità dell'artista britannico.

Dopo aver ripescato brani anche del repertorio italiano, compreso quello della cantante Mina, incide per la prestigiosa Deutsche Grammophon un album di ballate, dal titolo "North", che conferma la sua poliedricità travolgente: questo accade esattamente nel 2003. Durante questa annata, particolarmente importante per lui, sposa Diana Krall, la celebre cantante jazz canadese.

Tre anni dopo, esce il doppio album live dal titolo "My flame burns blue", registrato con un'ensemble olandese, cui segue un progetto insieme con il compositore statunitense Allen Toussaint, dal titolo "The river in reverse". Nel 2008 torna al rock and roll, con "Momofuku", insieme con la sua nuova band, "Gli imposters". Ma è solo una breve incursione, come conferma il successivo "Secret, profane & sugarcane", altro omaggio al country e alla musica americana folk.

Sempre più eclettico, l'ex bad boy inglese si dà alla Tv e in America conduce un talk show televisivo dal titolo "Spectacle: Elvis Costello with…", molto lodato dalla critica. A questo disco, segue "National ransom", del 2010, sequel del precedente e sempre registrato nell'ormai "sua" Nashville.

Biografia di Michael Faraday

La passione e la devozione
22 settembre 1791
25 agosto 1867

Chi è Michael Faraday?


Fisico e chimico, nato da una povera famiglia che non poteva neanche permettersi di pagare l'istruzione di base per i figli, Michael Faraday è un personaggio unico nella storia della scienza, un germoglio cresciuto in un terreno arido che ha trovato da solo, dentro se stesso, le risorse per emergere.

Del tutto autodidatta ha saputo raggiungere, nonostante il suo handicap iniziale, vette altissime nel campo della ricerca chimica e fisica, grazie alla sua insaziabile curiosità scientifica e alla rara abilità pratica di cui era dotato. Non è esagerato dire che probabilmente Faraday è il maggior fisico sperimentale mai vissuto.

Nasce a Newington, nella regione del Surrey, in Inghilterra, il 22 settembre 1791; l'infanzia è stata davvero tra le più povere e sfortunate, ma la sua enorme forza di volontà lo ha sempre salvato dal cadere nell'indifferenza intellettuale o, peggio, nella cupa disperazione. Assunto giovanissimo come apprendista rilegatore, non trova di meglio che passare le sue (poche) ore libere nel leggere alcuni dei volumi che gli passavano per le mani.

Un articolo sull'elettricità pubblicato sull'Enciclopedia Britannica lo colpisce in modo particolare, tanto da convincerlo a dedicare la sua vita alla scienza. Si rivolge a Sir Humphrey Davy, direttore della Royal Institution di Londra, per un posto di lavoro, il quale lo prende effettivamente con sé in qualità di assistente di laboratorio.

L'abilità pratica di Michael Faraday si sviluppa così rapidamente che ben presto sembra "dare dei punti" al suo pur ottimo mèntore: un aspetto che non mancò di creare fra i due, purtroppo, degli spiacevoli dissapori (Davy non accettava di essere superato da un così accademicamente sprovveduto allievo).

La fama di Faraday come eccellente chimico si sparge in gran fretta, procurandogli numerosi incarichi da parte dell'industria chimica, all'epoca sviluppata solo in fase embrionale. In particolare un gran parlare si fece della sua scoperta di come isolare il benzene, un metodo che gli aprì le porte di numerosi laboratori industriali.

Più tardi si occupò di ioni in soluzione, scoprendo così le leggi che governano l'elettrolisi. E' il risultato scientifico che lo farà entrare nella Storia.

Da qui discendono gli altri suoi celebri contributi alla scienza, come la legge dell'induzione e lo sviluppo di un prototipo di generatore elettrico, creato sperimentalmente inserendo un magnete in una bobina.

Dal punto di vista fisico Faraday fu dunque il primo a sviluppare l'idea dei campi elettrici e magnetici. Il fatto curioso è che non avendo sufficienti nozioni di matematica per trattare teoricamente i problemi di campo, nel suo monumentale lavoro, "Ricerche sperimentali sull'elettricità", non si azzardò ad inserire neppure un'equazione. Tuttavia queste osservazioni sono così giuste e di tale e fondamentale importanza che successivamente un grande fisico dell'Ottocento come James Clerk Maxwell, le usò come base per le sue famose equazioni che descrivono per l'appunto il campo elettromagnetico.

Per questo motivo Albert Einstein una volta disse che Faraday ebbe nei confronti di Maxwell la stessa relazione nello sviluppo dell'elettromagnetismo che Galileo ebbe con Newton nello sviluppo della meccanica.

Carattere disinteressato e puro, dallo stile di vita estremamente sobrio, Faraday respinse in vita tutti quegli onori e quelle possibilità di ricchezza che la sua posizione facevano meritatamente sperare. In parte ciò è dovuto alla sua costante devozione nei confronti della ricerca scientifica, in parte ad alcune radicate convinzioni religiose.

Così successe che se rifiutò la presidenza della Royal Society di Londra (e anche la sola idea di farne parte come semplice membro), di converso aderì all'oscura setta dei sandemanisti.

Michael Faraday morì il 25 agosto 1867, nella più completa semplicità di mezzi, e fedele fino all'ultimo al suo rigoroso stile di vita.

Biografia di William Herschel

Alla scoperta del cielo
15 novembre 1738
25 agosto 1822

Chi è William Herschel?


Sir Frederick William Herschel nacque il 15 novembre 1738 ad Hannover: i suoi genitori furono Isaac Herschel, musicista della fanteria hannoveriana, e Anna Ilse Moritzen. William, come altri suoi fratelli, prese proprio dal padre la passione per la musica.

All'età di quattordici anni, dopo aver ultimato gli studi presso la scuola della guarnigione, William Herschel entrò a far parte della banda del padre e, poco dopo lo scoppio della Guerra dei Sette Anni, lasciò il servizio militare per emigrare con il fratello Jacob in Inghilterra.

In terra britannica William Herschel riuscì nel giro di pochi anni a conquistare una solida reputazione come solista (oboe e violino) e insegnante di musica. Iniziò a studiare astronomia come autodidatta arrivando nel 1776 a costruire i primi telescopi (dapprima di tipo gregoriano e poi di tipo newtoniano).

Il 13 marzo del 1781, durante una rassegna dei cieli finalizzata alla scoperta di stelle doppie da usare per la misura delle parallassi stellari, scoprì accidentalmente quello che si sarebbe rivelato essere il pianeta Urano. Convinto di avere scoperto una semplice cometa, Herschel comunicò la notizia alla Bath Philosophical Society e alla Royal Society inglese in un breve saggio dal significativo titolo di "Account of a Comet".

Nel 1782 venne nominato Astronomo del Re (una carica ideata appositamente per lui e che non va confusa con quella di Astronomo Reale, che, all'epoca, era attribuita a Nevil Maskelyne) e si trasferì da Bath a Windsor, alloggiando dapprima a Datchet e poi a Slough.

Re Giorgio III, oltre a un vitalizio di 200 sterline l'anno, gli elargì anche una somma di 2.000 sterline per la costruzione di un grande telescopio riflettore, con uno specchio primario del diametro di oltre un metro e una lunghezza focale di 40 piedi.

Con i telescopi a specchio, che William Herschel stesso realizzò e che risultarono essere tra i più potenti dell'epoca, compì altre notevoli scoperte oltre a quella di Urano: nel 1787 osservò Titania e Oberon, satelliti di Urano (va sottolineato come tale scoperta dimostri ulteriormente le grandi abilità osservative di Herschel, considerato che per i 25 anni successivi nessun altro riuscì ad individuarli); nel 1789 osservò Mimante e Encelado, satelliti di Saturno.

Herschel fu anche pioniere nel campo della galattografia. Nel 1784 contò il numero complessivo delle stelle tramite un computo a campione. Divise il cielo in 683 zone a campione e calcolò il numero di stelle in ognuna di esse. Scoprì che il numero di stelle era massimo sul piano della via Lattea e minimo perpendicolarmente ad esso. Le stelle erano pari a trecento milioni e la galassia aveva la forma di una macina, lunga 7.000 anni luce e larga 1.300 anni luce. Oggi sappiamo che tali dati sono ben inferiori al reale, tuttavia rimane straordinario lo studio effettuato considerate le difficoltà di operare senza poter effettuare fotografie: sarebbe occorso un secolo prima che altri potessero ottenere misure migliori delle sue.

A William Herschel viene infine attribuita la scoperta dei raggi infrarossi, compiuta con un ingegnoso esperimento eseguito nel 1800. Pose un termometro al mercurio nello spettro prodotto da un prisma di vetro, per misurare il calore delle differenti bande di luce colorate. Scoprì che il termometro continuava a salire anche dopo essersi mosso oltre il bordo rosso dello spettro, dove non c'era più luce visibile. Fu il primo esperimento che mostrò come il calore poteva trasmettersi grazie a una forma invisibile di energia.

William Herschel morì a Slough, in Inghilterra, il giorno 25 agosto 1822, all'età di 83 anni.

Biografia di David Hume

Spregiudicatezza intellettuale
7 maggio 1711
25 agosto 1776

Chi è David Hume?


Sono in molti a dover dire grazie a David Hume, filosofo dello scetticismo, libero indagatore della natura umana, a cui a suo modo di vedere sono saldate tutte le altre scienze, e demolitore di molti luoghi comuni. Laici, illuministi, liberi pensatori e cani sciolti di vario genere e tipo dovrebbero infatti ergergli un monumento e mai dimenticarsi la sua lezione di spregiudicatezza intellettuale.

Nato ad Edimburgo in un solare 7 maggio 1711, la sua origine è legata alla piccola nobiltà terriera della città scozzese. Nella stessa università di Edimburgo intraprende studi di giurisprudenza, ma i suoi interessi principali sono da sempre diretti verso la filosofia e la letteratura, discipline a cui dedica bellissime parole nella sua Autobiografia, scritta poco prima della sua scomparsa. Naturale dunque che il suo tentativo di esercitare la professione di avvocato a Bristol non andasse a buon fine: il vestire la toga non lo faceva certo sentire a suo agio. Sceglie allora di trasferirsi in Francia, a La Flèche, dove rimane tre anni (dal 1734 al 1737) allo scopo di proseguire i suoi studi filosofici.

Durante la sua permanenza in Francia compone la sua prima e fondamentale opera, il "Trattato sulla natura umana", poi pubblicato tra il 1739 (i primi due libri) e il 1740 (il terzo). Purtroppo per il sagace filosofo il Trattato non ottiene alcun successo, nonostante l'"Estratto" in forma di recensione che Hume stesso ne trasse per renderne le idee più accessibili.

Frattanto il pensatore ritorna in Inghilterra dove si impegna a pubblicare nel 1742 la prima parte dei suoi "Saggi morali e politici", questi sì accolti in maniera favorevole dal pubblico e dalla cerchia degli intellettuali. Non essendo riuscito però a ottenere una cattedra all'università di Edimburgo ritorna sul continente dove, tra il 1745 e il 1748, gli vengono conferiti vari incarichi politici, tra cui quello di segretario del generale St. Clair, che lo conduce con sé nelle varie ambasciate militari presso le corti di Vienna e Torino.

Si trovava proprio a Torino quando nel 1748 esce a Londra la "Ricerca sull'intelletto umano", testo che rielabora in forma più semplice e piana la prima parte del Trattato.

Nel 1752 ottiene un posto da bibliotecario alla Facoltà degli avvocati di Edimburgo e ha così tutto il tempo per comporre una "Storia di Inghilterra" (poi diventata celeberrima), che analizza un lasso di tempo comprendente l'invasione di Giulio Cesare fino all'ascesa di Enrico VII.

Nello stesso anno pubblica la "Ricerca sui principi della morale", rielaborazione, ancora una volta, di quella che pare l'ossessione della sua vita: il Trattato (questa volta la rielaborazione tocca solo la seconda parte).

Del 1757 è la "Storia naturale della religione", ennesimo, scintillante capolavoro, pieno di argomentazioni serrate e sorprendenti intorno al concetto di religione monoteistica, in gran parte deprezzata in favore del più aperto e tollerante politeismo. La correttezza filologica impone comunque di dire che in precedenza Hume aveva già scritto i bellissimi "Dialoghi sulla religione naturale", pubblicati purtroppo solo nel 1779, dopo la morte del filosofo.

Nel 1763 Hume diventa segretario del conte di Hartford, ambasciatore d'Inghilterra a Parigi e qui rimane fino al 1766, stringendo rapporti con i principali esponenti del "milieu" intellettuale della capitale francese.

Tornato in Inghilterra ospita in casa sua Jean-Jacques Rousseau; il carattere ombroso del filosofo francese provoca la rottura fra i due.

Dal 1769 in poi Hume, ormai ricco, conduce la vita tranquilla del benestante inglese: muore nella sua città natale il 25 agosto 1776.

Biografia di Ted Kennedy

Nella lunga dinastia
22 febbraio 1932
25 agosto 2009

Chi è Ted Kennedy?


Edward Moore Kennedy - conosciuto come Ted - nasce a Boston il 22 febbraio 1932. Ultimogenito di Joseph P. Kennedy e di Rose Fitzgerald, era fratello del Presidente John Fitzgerald Kennedy e di Robert Kennedy.

Il giovane Ted studia all'Accademia di Milton poi entra al College di Harvard nel 1950, per venire espulso solo l'anno successivo per aver falsificato l'esame di lingua spagnola.

Passa due anni nell'esercito degli Stati Uniti poi torna al college di Harvard dove si diploma nel 1956. Due anni più tardi perfeziona gli studi presso l'Accademia di La Haye in diritto internazionale, partecipando inoltre alla campagna di rielezione del fratello John.

Ted Kennedy consegue la laurea in diritto all'Università della Virginia.

Viene eletto al Senato degli Stati Uniti nel 1962 al seggio vacante lasciato dal fratello John. Sarà continuamente rieletto senatore in Massachusetts al congresso americano alle elezioni dal 1964 al 2006.

Dopo le elezioni del 1962, il nome di Ted Kennedy è stato spesso collegato a storie di morti accidentali. Nel 1964 sopravvive ad un incidente aereo in cui muoiono sia il pilota che il suo assistente. Il 18 luglio 1969, dopo una festa sull'isola di Chappaquiduick (Martha's Vineyard) a bordo della sua auto, Ted esce di strada: la macchina cade in mare e cola a picco. Ted non era solo, ma con una giovane donna, Mary Jo Kopechne, la quale annega mentre Ted si salva. Ted Kennedy viene accusato di omissione di soccorso e condannato a due mesi di carcere, poi sospesi.

La carriera politica di Ted risulta compromessa: si ripresenta alle elezioni del 1980 contro il presidente Jimmy Carter, ma non riesce a far placare lo scandalo che l'ultimo incidente ha suscitato.

Nel 2006 Kenendy ha scritto un libro per bambini "My senator and me: a dog's-eye view of Washington D.C." e una storia politica "America back on Track".

Sposato in prime nozze con Virginia Joan Bennet, da lei ha tre figli: Kara, Edward Jr. e Patrick. La coppia si separa nel 1982. Ted si risposa con Victoria Reggie, avvocato di Washington: dalla relazione nascono Curran e Caroline. Dopo l'assassinio dei due fratelli John e Robert, Ted diviene tutore anche dei loro figli (13 in totale).

Nel maggio del 2008 gli viene diagnosticato un tumore al cervello che lo porterà a spegnersi il 25 agosto 2009.

Biografia di Alfred Kinsey

Dottor Sesso
23 giugno 1894
25 agosto 1956

Chi è Alfred Kinsey?


Il sessuologo statunitense Alfred Charles Kinsey nasce il 23 giugno 1894 a Hoboken (New Jersey) in una famiglia di forte stampo conservatore. Il padre Alfred Seguine Kinsey è pastore metodista sessuofobo che occasionalmente predica la domenica, la madre Sarah Anne Kinsey, è una donna molto devota. Nel 1904 la famiglia Kinsey, composta anche da due fratelli minori, si trasferisce nella città di South Orange, sempre nel New Jersey. Non vive un'infanzia molto felice in quanto caratterizzata da malattie: diagnosi errate su problemi cardiaci lo tengono lontano dallo sport. Ama molto la natura e ed entra nei Boy Scouts, dove rimarrà anche come consulente.

Il padre vuole che Alfred studi ingegneria a Stevens: come conseguenza si trova che il ragazzo frequenta per due anni senza piacere né interesse. L'eroe del giovane Kinsey è Charles Darwin e da appassionato di biologia studia questa materia di nascosto. Questa sua passione gli consente di ottenere nel 1916 una borsa di studio al Bowdoin College (nel Maine) in biologia e psicologia; questo fatto provoca la rottura con il padre. Alfred consegue successivamente una laurea in Tassonomia, a pieni voti e con lode, ad Harvard nel 1919.

Viene chiamato dalla Indiana University nel 1920 come assistente professore di zoologia, dove si crea una ferma reputazione accademica attraverso la ricerca sulle "vespe delle galle" e grazie alla pubblicazione e diffusione dei suoi libri di biologia per la scuola superiore.

La specialità di Alfred Kinsey è la Tassonomia, cioè la classificazione delle specie e lo studio delle variazioni individuali. Nell'Indiana conosce Clara Brachen McMillen, brillante studentessa di chimica con cui ha in comune l'amore per la musica e la campagna: i due si sposano nel 1921. Inizialmente la loro vita sessuale ha qualche difficoltà ma poi mettono al mondo quattro figli, anche se il maggiore muore di diabete prima di compiere i quattro anni.

Nel 1930 Kinsey è considerato il massimo esperto mondiale nello studio delle vespe delle galle ed un affermato genetista. La vita di Kinsey cambia radicalmente nel 1938, quando l'associazione studentesca femminile si fa promotrice della proposta di inserire presso l'Università dell'Indiana, un corso sul matrimonio chiamato "Marriage and Family"; Kinsey è invitato a fare da coordinatore al corso, che ad ogni incontro sarebbe stato sempre affollatissimo. Da qui inizia l'interesse del docente per lo studio dei rapporti sessuali, cominciando dalla raccolta di storie ed esperienze raccolte presso i suoi stessi studenti. Kinsey comincia così una ricerca che lo porta ad ispezionare circa 18.000 casi.

Nel 1940 gli studi di Kinsey sulla sessualità non sono di gradimento alla frangia puritana della società americana: si trova di fronte alla scelta di dedicarsi esclusivamente ai Corsi di preparazione al matrimonio, oppure di tornare alla sua ricerca biologica. Kinsey sceglie di continuare la sua ricerca sulla sessualità. Nel 1941 il suo lavoro trova cospicui finanziamenti grazie ad Alan Gregg, del National Research Council (in seno alla Fondazione Rockefeller), con cui ha la possibilità di assumere altri ricercatori: il primo nel 1941 è Clyde Martin (si è anche molto insinuato sulla presunta omosessualità di Kinsey e sulle attenzioni particolari che ha nei confronti del giovane Martin), cui segue nel 1943 Wardell Pomeroy.

Nel 1947 l'Istituto universitario che compie studi sulla sessualità (Institute for Sex Research), diventa un'associazione no profit affiliata all'Università dell'Indiana ed in quello stesso anno al gruppo di ricerca si aggiunge anche Paul Gebhard. Con i primi due ricercatori Kinsey scrive il suo primo libro, quello sul comportamento sessuale maschile, dal titolo originario "Sexual Behavior in the Human Male", più conosciuto come "Il rapporto Kinsey". Ottiene consensi immediati con un risultato di 200.000 copie vendute nei primi mesi, e traduzioni in otto lingue.

Alfred Kinsey diventa così una persona di fama mondiale e viene etichettato come "colui che entra nel letto degli americani". Il Rapporto Kinsey tratta di maschi, specialmente ragazzi, che si masturbano con grande frequenza, senza per questo diventare pazzi, e sostiene la tesi che il sesso prematrimoniale ed extraconiugale è molto comune ed un terzo degli uomini ha un rapporto omosessuale. Nell'America puritana degli anni Quaranta tutto questo crea un grande scandalo.

A Kinsey viene riconosciuta l'abilità di non far sentire i suoi pazienti sotto esame, sotto giudizio critico per il loro comportamento sessuale, e riesce a convincerli che le loro confidenze rimarranno tali, in un clima di estrema fiducia.

Cinque anni più tardi pubblica "Sexual Behavior in the Human Female", il corrispondente volume riguardante gli studi sulla femminilità femminile, conosciuto anche come "Secondo Rapporto Kinsey". Il libro esce nel 1953 ed è incentrato sul comportamento sessuale della donna e, nonostante l'America, stia entrando nella Guerra Fredda, l'accoglienza è piuttosto tiepida. I finanziamenti diventano sempre più esigui tant'è che per continuare le ricerche Kinsey accetta di intervenire in conferenze sulla sessualità in Europa e nel resto del mondo: non chiede retribuzioni, ma la possibilità di raccogliere altri dati attraverso questionari; in particolar modo è interessato ad avere i dati completi di piccole comunità.

Nel 1949 si unisce al gruppo anche William Dellenback, di professione fotografo, con l'obiettivo di documentare la sessualità negli animali. L'opinione pubblica ed alcuni gruppi religiosi accusano Kinsey di fare pornografia, additandolo come uno che aggira le norme condivise sul buon costume, chiamando "scienza" queste produzioni che ritengono oscene. In particolare sono messe sotto accusa le sue "ricerche fisiche", in cui le persone compiono atti sessuali che vengono osservati, analizzati e registrati a livello statistico in tutti i loro particolari.

Nel frattempo dilagano le voci che vedrebbero Kinsey come un omosessuale e pervertito. Da come lo descrive nella sua biografia James Jones, collaboratore del gruppo di Bloomington, Kinsey avrebbe avuto anche tendenze sadomasochiste ed esibizionistiche. Jones sostiene che Kinsey ha "una metodologia ed un modo di raccogliere casi, che realmente gli garantisce di trovare esattamente ciò che vuole trovare".

Kinsey viene accusato di essere preda delle sue compulsioni sessuali nel fare ricerca, poiché spesso partecipa direttamente alle riprese (nudo, dal collo in giù) e filma addirittura la propria moglie mentre si masturba (pare contro il volere di lei).

Kinsey appare ossessionato dai comportamenti omosessuali e per questo passa molte ore ad osservare documenti pornografici e rapporti sessuali, girando per le zone malfamate di Chicago e New York, nelle carceri e nelle case di tolleranza.

L'accusa più infamante è quella di favorire la pedofilia nel campo degli studi sulla "sessualità infantile". Sono in molti che ritengono che Kinsey non faccia niente per evitare certi abusi e che anzi li incoraggi per poterli documentare.

I giornalisti coniano per lui lo pseudonimo di "Doctor Sex" e La U. S. Customs comincia una battaglia legale contro il gruppo guidato da Kinsey: il sessuolgo è costretto a comprare all'estero il materiale di studio necessario alle sue ricerche. L'avvocato Harriet Pilpel insieme ad altri due legali difende l'istituto, che alla fine nel 1957 vince la causa presso la Federal District Court.

Alfred Kinsey si trova nel giardino di casa sua quando un attacco di cuore lo uccide: muore all'età di 62 anni il giorno 25 agosto 1956. I suoi allievi continueranno a portare avanti la ricerca fino al 1963, pubblicando altri tre volumi sull'argomento, fra cui "Male and Female", tradotto in molte lingue.

Nonostante le malelingue abbiano messo in discussione i suoi metodi di lavoro, rimane il fatto che Kinsey è stato di fatto il padre della rivoluzione sessuale americana e di quel movimento libertario che porta a riconsiderare sia la sessualità femminile, che e la stessa posizione della donna nella società; a lui si deve l'introduzione dell'educazione sessuale nelle scuole e la nascita stessa della scienza sessuologica.

Nel 1984 l'Istituto dell'Università dell'Indiana fondato da Kinsey cambierà nome in "Kinsey Institute for Research in Sex, Gender, and Reproduction".

Uno dei costrutti teorici più importanti di Kinsey è la "Heterosexual/Homosexual Rating Scale", una scala a sette punti, dove si misura la sessualità e le eventuali tendenze omosessuali di un soggetto. Questa scala è contenuta nel rapporto dedicato alla sessualità maschile, ma viene ancora considerata di attualità e regolarmente ristampata.

Nel novembre del 2004 il regista e attivista gay Bill Condon ha sceneggiato e diretto "Kinsey", un film dedicato alla vita del sessuologo americano, con l'attore Liam Neeson nel ruolo di protagonista.

Biografia di Friedrich Nietzsche

Volontà di potenza
15 ottobre 1844
25 agosto 1900

Chi è Friedrich Nietzsche?


Gigantesca figura di pensatore che ha condizionato il corso di gran parte dell'Ottocento e sicuramente di tutto il Novecento, Friedrich Wilhelm Nietzsche nasce il 15 ottobre 1844 in un piccolo villaggio della Sassonia prussiana. Figlio di un pastore protestante, il piccolo Friedrich viene cresciuto in un'atmosfera carica di sentimento religioso, seppur stemperato dalla mitezza tipica dell'approccio riformato.

Morto il padre nel 1848, la madre si vede costretta a trasferirsi a Naumburg, cittadina dove poteva contare sull'aiuto di numerosi parenti. Nel 1851 Friedrich entra in una scuola privata a Pforta dove impara i primi rudimenti di religione, latino e greco, oltre che di musica, che sarà l'altra grande passione della sua vita (tanto che per lungo tempo non saprà se dedicarsi alle lettere e alla filosofia oppure all'arte delle sette note). Febbricitante per le nuove scoperte culturali, scrive poesie e compone musica, mentre la sua famiglia, senza mai un attimo di pace, si trasferisce in un'altra casa di Naumburg.

Tra le sue letture giovanili si annoverano Byron, Holderlin, Emerson, Sterne, Goethe, Feuerbach. Nel 1860 fonda con alcuni amici l'associazione musicale-letteraria "Germania"; negli scritti composti per tale associazione ("Fato e volontà", "Libertà della volontà e fato") è già indicata la tendenza antimetafisica del pensiero nietzscheano futuro.

Divenuto celebre con le prime opere "La nascita della tragedia dallo spirito della musica" (1872), in cui si avvertivano gli influssi di Schopenhauer e dell'allora osannato compositore Richard Wagner, dà alla luce una serie di opere dal potente contenuto teorico: le "Considerazioni inattuali" (scritte dal 1873 al 1876 e di cui la quarta è appunto dedicata a Wagner) e "Umano troppo umano" (1878).

Nietzsche espresse però il suo pensiero maturo in "Aurora" (1881), "La gaia scienza" (1882), "Così parlò Zarathustra" (1883-1885), "Al di là del bene e del male" (1886).

Il pensiero di Nietzsche si caratterizza per il suo carattere demistificatore e distruttore, talvolta persino eversivo. Nietzsche infatti contesta duramente gli ideali positivisti e borghesi tipici del suo tempo (è un "inattuale" e ne è perfettamente cosciente), così come la fiducia nel progresso di una società illuminata dal cosiddetto pensiero scientifico. Altri suoi bersagli sono l'idea del benessere diffuso e ogni forma di verità e di moralità costituita, che il pensatore concepisce come derivanti da fondamenti materiali e sempre strettamente legate a condizionamenti psicologici e sociali, in altre parole da rapporti di forze che si esplicano vuoi nell'intimo del proprio Io come nella società.

A questa critica demistificatrice si oppone l'idea nietzschiana del "superuomo", cioè della tensione verso un oltre-uomo che è la volontà di creare un nuovo modo di essere in cui si esprime pienamente la "volontà di potenza", e cioè la creatività dell'io, di là dal convenzionalismo morale e sociale cui è ora sottoposto, codificato in imperativi religioso-sociali.

Questa liberazione di energie compresse dell'uomo e la critica radicale d'ogni etica e d'ogni rappresentazione del mondo tradizionali ebbero notevole influenza sulla letteratura di fine secolo e oltre. Nietzsche divenne così il filosofo della crisi, il fondatore d'un modo di pensare nuovo.

Quanto alla sua idea del superuomo, inteso come il giusto trionfatore di una massa di deboli o schiavi, va senza dubbio corretta: Nietzsche non fu l'estensore d'un vangelo della violenza, ma intese porre le condizioni di sviluppo d'una civiltà e di un'idea dell'uomo radicalmente rinnovate.

Da sempre terribilmente sofferente di ogni genere di malattie, Nietzsche muore il 25 agosto del 1900 dopo una lenta agonia che ha contemplato negli ultimi anni anche l'insorgere della pazzia.

Biografia di Umberto Saba

Cosa resta da fare ai poeti?
9 marzo 1883
25 agosto 1957

Chi è Umberto Saba?


Umberto Poli nasce a Trieste il giorno 9 marzo 1883. La madre, Felicita Rachele Cohen, è di origini ebraiche e appartiene a una famiglia di commercianti che opera nel ghetto triestino.

Il padre Ugo Edoardo Poli, agente di commercio di nobile famiglia veneziana, si era inizialmente convertito alla religione ebraica per sposare Rachele, ma l'abbandona quando lei in attesa del figlio.

Il futuro poeta cresce quindi in un contesto malinconico per la mancanza della figura paterna. Per tre anni viene allevato da Peppa Sabaz, balia slovena, che dona al piccolo Umberto tutto l'affetto di cui dispone (avendo perso un figlio). Saba avrà modo di scrivere di lei citandola come "madre di gioia". Crescerà in seguito con la madre, assieme a due zie, e sotto la tutela di Giuseppe Luzzato, zio ex garibaldino.

Gli studi in età adolescenziale sono piuttosto irregolari: segue dapprima il ginnasio "Dante Alighieri", poi passa all'Accademia di Commercio e Nautica, che però abbandonerà a metà anno scolastico. In questo periodo si avvicina alla musica, dovuta anche all'amicizia con Ugo Chiesa, violinista, e Angelino Tagliapietra, pianista. I suoi tentativi per imparare a suonare il violino sono però scarsi; è invece la composizione delle prime poesie a dare già i primi buoni risultati. Scrive con il nome di Umberto Chopin Poli: i suoi lavori sono perlopiù sonetti, che risentono di una chiara influenza di Parini, Foscolo, Leopardi e Petrarca.

Nel 1903 per proseguire gli studi si trasferisce a Pisa. Frequenta i corsi di letteratura italiana tenuti dal professore Vittorio Cian, ma presto abbandona per passare a quelli di archeologia, latino e tedesco.

L'anno seguente a causa di dissensi con l'amico Chiesa cade in una forte depressione che gli fa decidera di tornare a Trieste. E' in questo periodo che frequenta il "Caffè Rossetti", storico luogo di incontro e ritrovo per giovani intellettuali; qui conoscerà il futuro poeta Virgilio Giotti.

Nel 1905 lascia Trieste per recarsi a Firenze dove rimarrà due anni, e dove frequenterà i circoli artistici "vociani" della città, tuttavia senza legarsi a fondo con nessuno di loro.

In una delle sue poche e saltuarie visite che faceva per tornare a casa, conosce Carolina Wöfler, che sarà la Lina delle sue poesie, e che diventerà sua moglie.

Pur abitando geograficamente entro i confini dell'Impero austro-ungarico è cittadino italiano e nell'aprile del 1907 parte per il servizio militare. A Salerno nasceranno i suoi "Versi militari".

Torna a Trieste nel mese di settembre del 1908 e si mette in affari con il futuro cognato per gestire due negozi di articoli elettrici. Il 28 febbraio sposa Lina con rito ebraico. L'anno seguente nasce la figlia Linuccia.

E' il 1911 quando con lo pseudonimo di Umberto Saba pubblica il suo primo libro: "Poesie". Seguiranno "Coi miei occhi (il mio secondo libro di versi)", oggi noto come "Trieste e una donna". Lo pseudonimo pare sia di origine incerta; si pensa che lo scelse o in omaggio alla sua adorata balia, Peppa Sabaz, o forse in omaggio alle sue origini ebraiche (la parola 'saba' significa 'nonno').

Risale a questo periodo l'articolo "Quello che resta da fare ai poeti" nel quale Saba propone una poetica schietta e sincera, senza fronzoli; contrappone il modello degli "Inni Sacri" di Manzoni a quello della produzione di D'Annunzio. Presenta l'articolo per la pubblicazione alla rivista vociana, ma viene rifiutato: sarà pubblicato solamente nel 1959.

Conosce poi un periodo di crisi in seguito al tradimento della moglie. Con la famiglia decide di trasferirsi a Bologna, dove collabora al quotidiano "Il Resto del Carlino", poi a Milano nel 1914, dove viene incaricato di gestire il caffè del Teatro Eden.

Allo scoppio della Prima guerra mondiale viene richiamato alle armi: inizialmente è a Casalmaggiore presso un campo di soldati prigionieri austriaci, poi svolge la mansione di dattilografo presso un ufficio militare; nel 1917 è al Campo di aviazione di Taliedo, dove viene nominato collaudatore del legname per la costruzione degli aerei.

In questo periodo approfondisce la lettura di Nietzsche e si riacutizzano le crisi psicologiche.

Terminata la guerra torna a Trieste. Per qualche mese è direttore di un cinematografo (del quale è proprietario il cognato). Scrive alcuni testi pubblicitari per la "Leoni Films", poi rileva - grazie all'aiuto della zia Regina - la libreria antiquaria Mayländer.

Intanto prende forma la prima versione del "Canzoniere", opera che vedrà la luce nel 1922 e che raccoglierà tutta la sua produzione poetica del periodo.

Inizia poi a frequentare i letterati vicini alla rivista "Solaria", i quali nel 1928 gli dedicheranno un intero numero.

Dopo il 1930 una intensa crisi nervosa gli fa decidere di andare a Trieste in analisi con il dottor Edoardo Weiss, allievo di Freud.

Nel 1938, poco prima dell'inizio del secondo conflitto mondiale, a causa delle leggi razziali Saba viene costretto a cedere formalmente la libreria ed emigrare a Parigi. Torna in Italia alla fine del 1939 rifugiandosi a Roma, dove l'amico Ungaretti cerca di aiutarlo, purtroppo senza risultato; va nuovamente a Trieste deciso ad affrontare con gli altri italiani la tragedia nazionale.

Dopo l'8 settembre 1943 è costretto a fuggire con Lina e Linuccia: si nascondono a Firenze cambiando abitazione numerose volte. Gli sono di conforto l'amicizia di Carlo Levi e Eugenio Montale; quast'ultimo, rischiando la vita, andrà a visitare Saba ogni giorno nelle sue abitazione provvisorie.

Intanto a Lugano esce la sua raccolta "Ultime cose", che verrà poi aggiunta nell'edizione definitiva del "Canzoniere" (Torino, Einaudi) nel 1945.

Nel dopoguerra Saba vive a Roma per un periodo di nove mesi, poi si trasferisce a Milano dove rimane per dieci anni. In questo periodo collabora con il "Corriere della Sera", pubblica "Scorciatoie" - la sua prima raccolta di aforismi - con Mondadori.

Tra i riconoscimenti ricevuti vi sono il primo "Premio Viareggio" per la poesia del dopoguerra, (1946, ex aequo con Silvio Micheli), il "Premio dell'Accademia dei Lincei" nel 1951, e il "Premio Taormina". L'Università di Roma gli conferisce nel 1953 una laurea honoris causa.

Nel 1955 è stanco, ammalato e sconvolto per la malattia della moglie si fa ricoverare in una clinica di Gorizia: qui il 25 novembre 1956 la notizia della morte della sua Lina lo raggiunge. Esattamente nove mesi più tardi, il 25 agosto 1957, anche il poeta muore.

Biografia di Alberto Savinio

25 agosto 1891
5 maggio 1952

Chi è Alberto Savinio?


Alberto Savinio, il cui nome vero è Andrea Francesco Alberto de Chirico, nasce il 25 agosto del 1891 ad Atene, in Grecia, terzo figlio di Gemma Cervetto e di Evaristo de Chirico, un ingegnere ferroviario. Fratello di Adele, morta nel 1891, e di Giorgio de Chirico (che diventerà un celebre pittore), Alberto sin da piccolo studia composizione e pianoforte, e nel 1903 si diploma a pieni voti al conservatorio di Atene.

In Germania

Nel 1905, in seguito alla morte del padre, si trasferisce con il resto della famiglia a Venezia, per poi spostarsi a Milano; quindi si stabilisce definitivamente, nell'autunno nel 1906, in Germania, a Monaco di Baviera. Per alcuni mesi si dedica allo studio del contrappunto insieme con Max Reger, per poi avvicinarsi alla lettura del pensiero di Friedrich Nietzsche, di Arthur Schopenhauer e di Otto Weininger.

In Francia

Con il passare degli anni, però, nota che le sue composizioni non incontrano il successo sperato: per questo, nel 1911 decide di trasferirsi a Parigi. Nella capitale francese ha l'opportunità di entrare in contatto con diversi esponenti delle avanguardie artistiche, tra cui Guillaume Apollinaire, Pablo Picasso, Max Jacob, Francis Picabia, Blaise Cendrars e Jean Cocteau.

A partire dal 1914 sceglie di sfruttare lo pseudonimo di Alberto Savinio: con questo nome d'arte, sul numero 3 della rivista "Les Soisées de Paris" del giugno di quell'anno, pubblica "Les chants de la mi-mort".

Il ritorno in Italia

Nel 1915 fa ritorno in Italia, in compagnia del fratello Giorgio. Dopo avere soggiornato per un breve periodo a Firenze, si arruola con Giorgio nell'esercito italiano: i due vengono indirizzati a Ferrara, al 27esimo reggimento di fanteria.

Nella città estense Alberto frequenta il circolo artistico di Carlo Carrà e di Filippo De Pisis, per poi intraprendere rapporti stretti con Ardengo Soffici e Giovanni Papini; per evitare la noia e l'isolamento tipici della vita militare, comincia una collaborazione con "La Voce" di Giuseppe De Robertis, su cui appaiono i primi capitoli a puntate di "Hermaphrodito".

Dopo essere stato sul fronte macedone, a Salonicco, per lavorare come interprete, in seguito alla conclusione della Prima Guerra Mondiale Alberto Savinio viene inviato a Milano; a partire dal 1923 va a vivere a Roma, mentre l'anno successivo fonda la Compagnia del Teatro dell'Arte, che si avvale della direzione di Luigi Pirandello. Per questa compagnia scrive "Capitano Ulisse", che però non viene messo in scena.

Nel 1926 si sposa con un'attrice della compagnia teatrale di Eleonora Duse, Maria Morino, con la quale si trasferisce l'anno successivo a Parigi.

Dedicatosi alla pittura, nel 1928 Alberto Savinio diventa padre di Angelica; quindi, nel 1933 torna in Italia in maniera definitiva, diventando collaboratore de "La Stampa" e delle riviste "Il Broletto" e "Colonna". Nel 1934 diventa padre di Ruggero e si stabilisce a Roma: qui ha l'opportunità di collaborare con "Omnibus", il settimanale di Leo Longanesi.

In questo periodo Alberto scrive "Tragedia dell'infanzia" e "Achille innamorato (Gradus ad Parnassum)"; dopo essere stato inserito da André Breton nell'"Anthologie de l'humour noir", per "Omnibus" realizza un articolo satirico intitolato "Il sorbetto di Leopardi" e dedicato alla golosità del poeta marchigiano: il pezzo, però, gli provoca l'ostilità del regime fascista.

Gli anni della guerra

Dopo l'inizio della Seconda Guerra Mondiale Alberto pubblica "Dico a te, Clio" e "Infanzia di Nivasio Dolcemare", e si avvicina al suo editore di riferimento, Valentino Bompiani, stabilendo un sodalizio con altri intellettuali come Giacomo Debenedetti, Massimo Bontempelli e Corrado Alvaro.

Obbligato a nascondersi nell'autunno del 1943 dopo avere saputo che il suo nome fa parte di un elenco di sospetti antifascisti, l'anno successivo scrive "La nostra anima" e "Ascolto il tuo cuore, città"; ritrova la libertà alla fine della guerra, quando, dopo avere pubblicato "I miei genitori, disegni e storie di Alberto Savinio", "Sorte dell'Europa", "Souvenirs" e "Introduction à une vie de Mercure", lavora per il "Corriere della Sera" come critico culturale: nel 1949, si aggiudica il Premio Saint Vincent per il giornalismo.

Nel 1951, impegnatosi nel teatro, scrive "Vita dell'uomo", una tragicommedia danzata che intende essere un'allegoria dell'esistenza umana, mentre l'anno successivo cura i costumi e le scenografie di una famosa messinscena dell'"Armida" di Rossini che viene proposta per il Maggio Musicale Fiorentino e che vede la partecipazione di Maria Callas.

Alberto Savinio muore il 5 maggio del 1952 a Roma, all'età di 60 anni.

Biografia di Claudia Schiffer

Scoperta sulle copertine
25 agosto 1970

Chi è Claudia Schiffer?


Nata a Rheinberg (Germania) il 25 agosto 1970, Claudia Schiffer è una delle più famose e conosciute modelle degli ultimi vent'anni. L'eterea Claudia comincia a posare a diciassette anni per l'agenzia di modelle Metropolitan (il suo primo servizio fotografico è stato per una casa di lingerie), ma la celebrità le piove addosso come un torrente in piena nel 1989 grazie ad una piccante campagna pubblicitaria della birra "Guess".

Il suo volto comincia a circolare in maniera quasi ossessiva fra un giornale e l'altro, fra una rivista di bellezza e un newsmagazine di moda, tanto che la celebre "Elle" usa più volte il suo volto per l'immagine di copertina, con rilevanti aumenti delle vendite.

Naturalmente Claudia non si è limitata a posare davanti alla macchina fotografica, ma ha sfilato per i maggiori stilisti tra cui Valentino, Chanel e Versace. Mancava giusto il cinema quando, puntuale, si presenta alla sua porta sotto forma di produttori con svariate proposte. Il tentativo è di lanciarla come nuova Brigitte Bardot, anche se il paragone, francamente, va a suo discapito, soprattutto sul piano della personalità e del carisma.

Nella sua carriera è comunque apparsa nella bellezza di ben dodici film, da "Richie Rich"(con Macaulay Culkin) a "La vita senza Dick".

Dal 1990 la sinuosa modella pubblica il suo calendario (che ogni anno ottiene enormi successi); ha pubblicato inoltre due libri e una videocassetta sulla cura del corpo e del fitness.

Dopo essere stata la compagna del famoso illusionista David Copperfield, oggi lavora molto meno, soprattutto da quando è tramontata la grande stagione delle super top model. Vive tra Monaco e New York.

Le sue misure: 95-62-92, per 182 cm d'altezza e 58 chilogrammi di peso.

Biografia di Gene Simmons

L'hard rock ha la lingua lunga
25 agosto 1949

Chi è Gene Simmons?


Chaim Weitz, conosciuto soprattutto come Gene Simmons, nasce ad Haifa, in Israele, il 25 agosto del 1949. La sua fama è soprattutto legata al gruppo rock dei Kiss, band statunitense famosa in tutto il mondo, da lui fondata insieme con Paul Stanley nel 1973. Tuttavia, oltre ad essere un ottimo bassista e un inconfondibile cantante, è anche un produttore discografico e talvolta geniale talent scout.

Al suo nome sono legate le carriere di band come i Van Halen e gli House of Lords, i Silent Rage, i Doro e la band nipponica degli EZO, oltre a molte altre. Negli ultimi anni della sua carriera, ha preso parte ad alcune pellicole cinematografiche e, anche, a certi format televisivi americani.

La storia del leader dei Kiss parte da molto lontano. I suoi genitori, Feri Witz e Florence Klein, ebrei ungheresi, riescono quasi per miracolo a sfuggire all'olocausto durante il secondo conflitto mondiale. Tuttavia, il piccolo Chaim, nativo nel neonato stato di Israele, deve subito fare i conti con la separazione dei suoi. All'età di otto anni, nel 1957, si trasferisce negli States, insieme con la madre, e cambia per la prima volta il suo nome in Eugene Klein, prendendo il cognome materno.

Fino alla maggiore età, il futuro Gene Simmons si rivela un ottimo studente, con l'unica distrazione della musica, sua grande passione da sempre. Tra i suoi idoli c'è il cantautore rockabilly Jumpin' Gene Simmons ed è per questa ragione che, sul finire degli anni '60, cambia definitivamente il suo nome e cognome in onore del musicista.

Si laurea alla State University di New York e tra le sue prime esperienze di lavoro c'è quello di insegnante, per la precisione nel distretto di Harlem. Al contempo si occupa di giornalismo collaborando con alcune riviste importanti, come Glamour e Vogue. Nel 1968 però sceglie la musica e dà vita ai Bullfrog Bheer, la sua prima band.

Passano alcuni anni e Gene Simmons incontra Paul Stanley, nel gruppo dei Wicked Lester, la sua seconda formazione, con la quale incide anche un disco, mai pubblicato. L'esperienza dura qualche tempo, per poi sfaldarsi strada facendo. Gli unici che restano reduci dai Wicked, sono Simmons e Stanley, sempre più determinati a dare vita ad una nuova band. Questa volta però vogliono che lo spirito sia più aggressivo e il genere che scelgono è l'hard rock.

È il 1973 quando i due fondano i Kiss. Il primo ad essere arruolato è Peter Criss, il batterista, il quale deve il suo ingresso nella band ad un'inserzione lasciata sulla rivista Rolling Stones. In seguito, dopo alcuni mesi, tocca al chitarrista Ace Frehley. Stando ai racconti, quest'ultimo si sarebbe presentato ad audizione quasi finita, per giunta con una scarpa arancione e una rossa ai piedi. Simmons e Stanley sarebbero stati travolti dal chitarrista, il quale vedendo che i due stavano per accordarsi con un suo collega, avrebbe collegato la chitarra all'amplificatore e cominciato a suonare all'improvviso, conquistando la loro attenzione.

Ad ogni modo, impiegano poco tempo per farsi conoscere. I Kiss sono una band glam, così come Alice Cooper e David Bowie, e gli anni '70 sono quelli maggiormente interessati da questo fenomeno musicale.

Ben presto, osservando anche le performance dei Queen (di Freddie Mercury e Brian May) e dei T-Rex, Simmons e compagni intuiscono l'importanza della performance dal vivo, della teatralità e del dover sempre, e comunque, fare spettacolo fornendo uno show agli spettatori, a prescindere dalla musica.

Ogni membro della band diventa egli stesso un personaggio e Gene sceglie di essere "The Demon", agevolato dal trucco e dai costumi. A fare il resto è appunto la scena durante i concerti, con lingua da fuori (gesto che diventerà famoso in tutto il mondo), musicisti sputa fuoco e gittate di sangue sintetico sulla folla. A completare l'opera c'è anche una forte attenzione sul logo, sul nome della band, con la scritta KISS tutta maiuscola e le ultime "S" a forma di fulmini. Quest'ultima idea è di Ace Frehley.

Nel febbraio del 1974 la Casablanca Records produce il primo disco di Simmons con i Kiss, il quale porta lo stesso nome della band. Partono per il loro primo tour e nonostante le uscite televisive e i molti quattrini investiti per scopi promozionali, il disco vende appena 75 mila copie.

Il 22 ottobre dello stesso anno allora la band pubblica "Hotter Than Hell", più cupo del precedente, molto più hard rock. La svolta è nei testi, come la title track, la quale affronta uno dei temi che diverranno tra i preferiti dalla band e da Simmons in particolare: il sesso.

Anche il secondo lavoro discografico non vende molto e la band abbandona il tour per cominciare le incisioni di "Dressed to Kill", che esce nel marzo del 1975. Questo disco ottiene un ottimo successo ed è considerato tra i migliori lavori della band, con brani come "Rock Bottom" e "C'mon and Love Me", oltre alla sempre verde "Rock and Roll All Night". In quel periodo, i Kiss diventano i veri pionieri del genere heavy metal, soprattutto per i loro concerti.

Il 10 settembre del 1975 esce il loro primo album live, dal titolo "Alive!". È un successone che consegna alla band quattro dischi di platino. Inoltre, il fatto di non andare mai a volto scoperto, né in tv né dal vivo, non fa altro che alimentare la leggenda attorno alla band.

Nel 1976 e nel 1977, Simmons e compagni incidono "Destroyer" e "Love Gun", altri due lavori molto apprezzati dai fan. Il primo si rivela un successo formidabile dal punto di vista delle vendite, con singoli d'eccezione come "Detroit Rock City", "God of Thunder", "Shout It Out Loud" e la ballata "Beth", singolo di grande successo. In Giappone, la band vende più dei Beatles. A questo successo va aggiunto il guadagno ottenuto tramite i gadget da loro firmati: dai fumetti ai kit per il trucco facciale, alle bambole, fino ai preservativi, le bare, le pantofole e le mutande. Il logo diviene un marchio registrato.

Dagli anni '80 in poi Gene Simmons si dà anche al cinema. Il tenore dei film per cui presta la sua faccia non è sempre esaltante. Prende parte a "Runaway", con Tom Selleck, il protagonista della serie Magnum P.I., e a film come "Morte a 33 giri", insieme con Ozzy Osbourne. Compare persino in un episodio del telefilm "Miami Vice".

Intanto, il 18 settembre del 1978 tutti e quattro i membri della band pubblicano il loro primo disco da solisti, secondo una procedura di marketing ben collaudata. Mentre Paul Stanley e Ace Frehley si mantengono sull'hard rock con i loro album, Peter Criss propende per l'R&B, e Gene Simmons invece, col il suo album omonimo, si esibisce in diversi linguaggi musicali, dall'hard rock ad un pop ispirato al sound dei Beatles.

Nel 1979 esce "Dinasty". Disco e tour successivo ottengono un successo strabiliante ma, contemporaneamente, comincia anche la fase di declino della band di Simmons. Nel giugno del 1980 il gruppo inizia la sua avventura con il nuovo batterista, Eric Carr, detto "The fox", il quale sostituisce Criss, ormai preda delle droghe e dell'alcol e, soprattutto, reduce da un incidente stradale che ne ha compromesso le abilità di musicista. Intanto Simmons e Frehley litigano in televisione, altro sintomo del malessere della band.

Nel 1981 i Kiss pubblicano l'album "Music from The Elder", con la produzione di Bob Ezrin e la collaborazione di Lou Reed. Il disco è un fallimento dal punto di vista delle vendite, i fan non lo apprezzano e la band non parte nemmeno per il tour, eccezion fatta per alcune esibizioni televisive, come quella al Festival di Sanremo del 1982 in qualità di ospiti stranieri. Nello stesso anno, Ace Frehley viene allontanato dal gruppo, sia per i dissidi con Simmons e Stanley, sia per le sue dipendenze dalle sostanze stupefacenti. Al suo posto, dopo un breve periodo con Bob Kulick, arriva Vinnie Vincent: "The warrior".

Con il nuovo componente escono due album non proprio esaltanti, come "Killers" e "Creature of the night", ma è solo nel settembre del 1983 che i Kiss ritornano in auge, con la presentazione del loro nuovo album sul canale MTV, per l'occasione per la prima volta senza il trucco e i costumi, a viso scoperto. Il disco si chiama "Lick It Up", e vince il disco di platino. È l'inizio di un nuovo percorso musicale, con elementi hair metal. Tuttavia, terminato il tour, Vincent lascia la band. Arriva Mark St. John, che suona quasi tutte le parti di chitarra nell'album "Animalize" del 1984, l'album dei Kiss più venduto del decennio.

Simmons, insieme con il suo alter ego Stanley, dà vita ai dischi "Asylum", "Crazy crazy nights" e "Smashes, Thrashes & Hits", rispettivamente nel 1985, nel 1987 e nel 1988. Nel 1989 esce "Hot in the Shade", elaborato e molto apprezzato per il singolo "forever".

Per gli anni '90 torna Ezrin, ma la band perde il suo batterista, Eric Carr, per un cancro, esattamente il 24 novembre del 1991.

Passano alcuni anni per Simmons e per il resto della band, per la verità poco esaltanti, con vari cambi all'interno del gruppo. Il 28 febbraio del 1996 poi, i Kiss si ripresentano con la loro formazione iniziale, la prima in assoluto, alla trentottesima edizione dei Grammy Awards. È una reunion a tutti gli effetti, con tanto di trucco facciale e travestimenti, e il 16 aprile del 1996, il gruppo annuncia un tour con la formazione di sempre. Il primo concerto arriva il 28 giugno nel Tiger Stadium di Detroit, seguito da altri 192 spettacoli in tutto il mondo. È un successo senza precedenti, il più grande, forse, di Simmons e compagni.

Tra album e concerti più o meno con la formazione originale, almeno fino a quando Carr regge senza accusare problemi di salute, si arriva fino al 2000, ultimo anno dei vecchi Kiss insieme.

I componenti della band lavorano molto di più con i propri progetti individuali, come conferma il disco "Asshole", di Gene Simmons, uscito nel 2004, il quale vanta anche ospiti importanti come Bob Dylan, Dave Navarro e Bruce Kulick. Nonostante ciò, critica e fan non apprezzano il lavoro.

Nel 2006, il bassista e fondatore del gruppo prende parte a quattro show di successo con la band, in Giappone. Nel 2008 poi, torna in tour con l'Alive 35 Tour. L'anno dopo, pubblica con i Kiss "Sonic Boom", con tour l'anno successivo, anche in Europa.

Il 1° ottobre del 2011, dopo circa 27 anni di convivenza, all'albergo Beverly Hills di Los Angeles, Gene Simmons sposa Shannon Tweed. Tra gli invitati, ovviamente, anche i loro due figli, Nick e Sophie, rispettivamente avuti nel 1989 e nel 1992.

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