Biografie di personaggi famosi e storici nato il 1 settembre


Biografie di personaggi famosi e storici

Biografie di personaggi famosi nella storia e celebrità

Sommario:

1. Oscar Giannino
2. Carmelo Bene
3. Edda Ciano Mussolini
4. Vittorio Gassman
5. Bill Kaulitz
6. Tom Kaulitz
7. Ahmad Shah Massoud
8. Sandra Mondaini
9. Re Luigi XIV
10. Edgar Rice Burroughs


Biografia di Oscar Giannino

Economia e politica al microscopio
1 settembre 1961

Chi è Oscar Giannino?


Oscar Fulvio Giannino nasce il giorno 1 settembre 1961 a Torino. Dopo aver iniziato l'attività politica nel Pri, Partito Repubblicano Italiano, ne diviene segretario della federazione giovanile nel 1984. In carica per tre anni, nel 1987 abbandona il ruolo per divenire portavoce e membro della Direzione nazionale: compiti che lascerà nel 1994. Nel frattempo diventa giornalista, scrivendo su "La Voce Repubblicana", quotidiano del partito di cui diventa caporedattore nel 1988. Iscrittosi all'Ordine dei Giornalisti nel 1992, lavora al mensile "Liberal", foglio della fondazione omonima creata da Ferdinando Adornato, non prima di aver abbandonato il Partito Repubblicano nel 1995.

Divenuto vice-direttore di "Liberal", trasformatosi nel tempo in un settimanale, nel 1999 Oscar Giannino viene nominato responsabile delle pagine economiche de "Il Foglio", quotidiano diretto da Giuliano Ferrara che spesso detta l'agenda politica del Paese. Nel 2004, poi, Giannino lascia l'Elefantino e si sposta al "Riformista", dove assume la carica di vice del direttore Antonio Polito.

L'anno successivo lo vede protagonista sul piccolo schermo, conduttore di "Batti e ribatti", programma di approfondimento politico in onda su Raiuno dopo il telegiornale delle 20; in campo editoriale, invece, viene chiamato alla vice-direzione di "Finanza&Mercati". Intrapresa una collaborazione con "Libero", quotidiano diretto da Vittorio Feltri, diventa - il 3 maggio del 2007 - direttore di "LiberoMercato", allegato finanziario ed economico del giornale, che tuttavia lascia meno di due anni più tardi, nel febbraio del 2009, licenziato in conseguenza di divergenze con l'editore.

Ripresa la tessera del Partito Repubblicano nel 2007 (dopo aver firmato, l'anno prima, il manifesto dei Riformatori Liberali), diventa membro del Consiglio Nazionale (e nel 2011 arriverà anche alla Direzione Nazionale del partito). Nel frattempo, in collaborazione con l'Istituto Bruno Leoni, dà vita a "Chicago-blog.it", portale di opinioni e informazione in cui esamina, insieme ad altri giornalisti e addetti ai lavori, i temi economici e politici dell'attualità.

Dopo la stampa e la tv, poi, arriva anche il momento della radio: a partire da giugno del 2009, infatti, Giannino conduce "Nove in punto, la versione di Oscar", programma di approfondimento in onda alle nove del mattino dal lunedì al venerdì su Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Editorialista per "Il Mattino" e "Panorama" e co-direttore del mensile "Capo Horn", il giornalista diventa presidente nel 2011 di un comitato per il No a proposito del referendum relativo alla privatizzazione dell'acqua.

Membro, tra l'altro, del comitato scientifico della Fondazione Italia Usa, Giannino dedica gran parte del suo tempo libero all'assistenza dei malati di tumore, dopo aver sviluppato una profonda sensibilità sul tema essendo coinvolto in prima persona dalla malattia.

Editorialista per "Rid", "Il Gazzettino" e "Il Messaggero", nel 2011 sposa Margherita Brindisi, a Roma, in una cerimonia civile officiata da Giorgia Meloni, all'epoca ministro per le Politiche Giovanili.

Tra le pubblicazioni di Giannino si ricordano "La politica estera della Dc (1982), "L'Europa delle culture" (1996), "Contro le tasse. Perché abbattere le imposte si può, si deve e non è affatto di destra" (2007).

Nel mese di luglio del 2012 promuove la fondazione del movimento (non ancora politico) dal nome "Fermare il Declino". A dicembre annuncia su YouTube attraverso un video che il movimento diventa di fatto un partito politico denominato "Fare"; pochi giorni dopo, all'inizio del nuovo anno annuncia la sua candidatura a Presidente del Consiglio dei Ministri, tuttavia a pochi giorni dalle elezioni, si diffonde la notizia che Giannino avrebbe mentito sulle proprie credenziali accademiche (si tratta di un master inserito in curriculum effettivamente mai conseguito). Giannino ha poi confermato di non aver mai conseguito né il master né le due lauree attribuitegli, spiegando la vicenda come un equivoco: il 20 febbraio 2013 annuncia le sue dimissioni da presidente di Fare restando però in corsa per le elezioni.

Biografia di Carmelo Bene

Nostro signore del Teatro
1 settembre 1937
16 marzo 2002

Chi è Carmelo Bene?


Carmelo Pompilio Realino Antonio Bene nasce a Campi Salentina in provincia di Lecce, il giorno 1 settembre del 1937. Chi lo ha conosciuto da piccolo lo descrive come un ragazzo taciturno, probabilmente educato con eccessiva rigidità, e forse proprio per questo teso a manifestare la propria prorompente espressività in maniera rivoluzionaria, dirompente, assolutamente fuori dagli schemi. Tutte cose che, naturalmente, verranno alla luce soprattutto con il suo straordinario teatro, anzi, con la totale reinvenzione che Bene ha fatto del teatro.

Per citare le sue medesime parole: "Il problema è che l'io affiora, per quanto noi vogliamo schiacciarlo, comprimerlo. Ma finalmente, prima o poi, questa piccola volontà andrà smarrita. Come dico sempre: il grande teatro deve essere buio e deserto".

Dopo i primi studi classici presso un collegio di gesuiti, si iscrive nel 1957 all'Accademia di Arte Drammatica, un'esperienza che, a partire dal solo anno successivo, abbandona convinto della sua "inutilità". Bene aveva già tutto il necessario dentro di sè...

Ad ogni modo, già da questo episodio è possibile intravedere l'incompatibilità fra l'idea classica di teatro, di rappresentazione, e la "destrutturazione" che di questa idea Bene portato avanti; un'operazione culturale che avrebbe fatto strame appunto dell'idea stessa di recitazione, messa in scena, rappresentazione e addirittura "testo".

Il debutto di questo grande genio è datato 1959, come protagonista del "Caligola" di Albert Camus andato in scena a Roma. In questa fase, è ancora alle "dipendenze" di altri registi e di idee non sue. Poco dopo, fortunatamente, riesce a diventare regista di se stesso, iniziando in questo modo l'opera di manipolazione e di straniamento di alcuni classici immortali. L'attore le ha talvolta chiamate "variazioni". Sono di questi anni numerosi spettacoli come "Lo strano caso del dottor Jekill e del signor Hyde", "Gregorio", "Pinocchio", "Salomè", "Amleto", "Il rosa e il nero". Nel 1965 si cimenta anche come scrittore, producendo il paradossale testo "Nostra signora dei Turchi", edito dalla casa editrice Sugar. L'anno dopo, il romanzo viene adattato e messo in scena al teatro Beat '62.

Comincia negli stessi anni la sua parentesi cinematografica, prima come attore nel film di Pasolini "Edipo Re", poi come regista del film "Nostra signora dei Turchi", ancora una volta tratto da quel suo primo romanzo. Il film vince il premio speciale della giuria a Venezia e rimane un caso unico nell'ambito della sperimentazione cinematografica. In seguito, gira ancora due film "Capricci" (1969) e "Don Giovanni" (1970), mentre del 1972 è "L'occhio mancante", libro edito da Feltrinelli e rivolto polemicamente ai suoi critici. Con "Salomè" (1972) e "Un Amleto in meno" (1973) si chiude la sua esperienza cinematografica, ripresa solo nel 1979 con l'"Otello", girato per la televisione e montato solo in tempi recenti.

Torna al teatro con "La cena delle beffe" (1974), con "S.A.D.E". (1974) e poi ancora con "Amleto" (1975). Seguono numerose opere, ma molto rilevante è la sua cosiddetta "svolta concertistica", rappresentata in prima istanza da "Manfred" (1980), un lavoro basato sull'omonimo poema sinfonico di Schumann. Ottimi i successi di pubblico e critica. Nel 1981 dalla Torre degli Asinelli a Bologna recita la "Lectura Dantis", poi negli anni '80 "Pinocchio" (1981), "Adelchi" (1984), "Hommelette for Hamlet" (1987), "Lorenzaccio" (1989) e "L'Achilleide N. 1 e N. 2" (1989-1990). Dal 1990 al 1994 la lunga assenza dalle scene, durante la quale, come dirà lui stesso, "si disoccuperà di sé".

Nel 1995 era tornato sotto i riflettori e in particolare nelle librerie con la sua opera "omnia" nella collana dei Classici Bompiani, cui aveva fatto seguito nel 2000 il poemetto "'l mal de' fiori".

A proposito di quest'ultimo lavoro, in un'auto-intervista redatta per Café Letterario del 16 maggio 2000, scrisse: "Prima di questo 'l mal de' fiori non mi ero mai imbattuto in una nostalgia delle cose che non furono mai in nessuna produzione artistica (letteratura, poesia, musica). Sono da sempre stato privo d'ogni vocazione poetica intesa come mimesi elegiaca della vita come ricordo, rimpianto degli affetti-paesaggi, mai scaldato dalla "povertà dell'amore", sempre nei versi del poema ridimensionato nella sua funzione di 'amor facchino', cortese o no. Riscattato dall'o-sceno demotivato, divino, svuotato una volta per tutte dell'affanno erotico nel suo ossessivo ripetersi senza ritorno...

Muore il 16 marzo 2002, nella sua casa romana. Aveva 64 anni.

"Non può essere morto chi ha sempre dichiarato di non essere nato" ha detto alla notizia della sua scomparsa Enrico Ghezzi, che con Carmelo Bene aveva firmato il volume "Discorso su due piedi (il calcio)".

Filmografia

Nostra signora dei turchi, 1968

Capricci, 1969

Don Giovanni, 1970

Salomé, 1972 Video

Un Amleto di meno, 1973

Bibliografia

Bene Carmelo, Opere. Con l'Autografia d'un ritratto. Bompiani

Carmelo Bene, 'l mal de' fiori poema, Bompiani

Dino Campana, Carmelo Bene, Canti orfici. Con CD, Bompiani 1999. Cosetta G. Saba, Carmelo Bene, Il Castoro 1999

Carmelo Bene, Enrico Ghezzi, Discorso su due piedi (il calcio), Bompiani

Carmelo Bene, Giancarlo Dotto, Vita di Carmelo Bene, Bompiani 1998

Piergiorgio Giacchè, Carmelo Bene. Antropologia di una macchina attoriale, Bompiani 1997

Enrico Baiardo, Fulvio De Lucis, Moralità dei sette veli. La Salomè di Carmelo Bene, ERGA 1997

Emilio Villa, Letania per Carmelo Bene, All' Insegna del Pesce d'Oro 1996

Enrico Baiardo, Roberto Trovato, Classico del rifacimento. Gli Amleto di Carmelo Bene, ERGA 1996

Biografia di Edda Ciano Mussolini

Il significato di un'eredità
1 settembre 1910
9 aprile 1995

Chi è Edda Ciano Mussolini?


Figlia del duce, Edda nasce il giorno 1 settembre 1910, da Benito Mussolini e da Rachele Guidi; la coppia non è sposata, e Edda è un'illegittima registrata all'anagrafe solo dal padre, con "N.N." al posto del nome materno. Edda trascorre l'infanzia a Milano, discola, magrissima, sovente si comporta come un cosiddetto maschiaccio.

Grazie all'amica Maria, conosce il fratello di quest'ultima, il conte Galeazzo Ciano; dopo soli due mesi Edda Mussolini, appena ventenne, lo sposerà il 24 aprile 1930. Capri è la meta del loro viaggio di nozze lampo, poi i due sposi partono per Shanghai dove Galeazzo Ciano è console. Dopo la nascita del figlio Fabrizio rientrano in Italia nel 1932, dove la carriera di Ciano culminerà con la nomina a Ministro degli Esteri.

Il genero del duce è sempre indaffarato con gli impegni inerenti la sua posizione. Edda svolge una vita di società; nascono altri due figli: Raimonda detta Dindina nel dicembre del 1933, e Marzio nel dicembre del 1937. Mentre Ciano partecipa alla guerra d'Abissinia, Edda vive con i figli nella grande casa ai Parioli; la domenica si reca d'abituidine a pranzo dai genitori a Villa Torlonia.

L'educazione in casa Ciano è rigida, militaresca: la madre che tutti, figli compresi, chiamano l'Edda, mette in riga prole con ordini indiscutibili. Per i ragazzi le visite domenicali ai nonni Mussolini sono una boccata d'ossigeno, poiché l'etichetta è lasciata fuori dal cancello.

Dopo lo scoppio della guerra Edda Ciano parte per l'Albania con il gruppo delle crocerossine. La nave-ospedale sulla quale è imbarcata, la "Po", viene silurata dagli inglesi mentre è ormeggiata nel porto di Valona: affonda e il disastro produce un alto numero di vittime. Nella circostanza Edda si tuffa in mare e nuotando si pone in salvo su di una scialuppa.

La sua vita di crocerossina continua con grande dedizione: affida i figli alla governante, una signora intransigente tedesca.

La guerra continua: Edda lascia le crocerossine. Il 25 luglio 1943 è in vacanza al mare con i figli, quando le arriva un messaggio di Galeazzo Ciano che chiede loro di rientrare subito a Roma. Ciano ha votato contro Mussolini: il fascismo è caduto.

Mentre Ciano resta barricato in casa, Edda cerca di patteggiare con i tedeschi l'espatrio della famiglia, dopo che il Vaticano ha rifiutato loro asilo. I tedeschi fingono di far espatriare la famiglia Ciano al completo, destinati in Spagna, invece li fanno prigionieri in Germania. Mussolini viene liberato e si costituisce la Repubblica di Salò; Ciano viene arrestato il 18 ottobre 1943 e rispedito in Italia.

Edda inizia una dura battaglia solitaria per salvare la vita del marito, cercando di barattarla con i diari del medesimo, critici verso la Germania. Con l'aiuto di qualche amico fidato Edda mette al sicuro i figli in Svizzera, recupera i diari del marito e ricatta il padre facendo leva sui sentimenti. Ricatta anche Hitler con i diari, tuttavia non riesce a salvare il marito che viene fucilato a Verona il giorno 11 gennaio 1944.

Edda si rifugia con i figli in Svizzera; alloggiano per lo più in case di cura o manicomi e i soldi scarseggiano.

Fucilato Mussolini, dopo quattro mesi, dietro richiesta degli italiani, gli svizzeri fanno uscire Edda Mussolini dal paese con la pietà di consegnarla agli alleati per evitare che si compia per lei una giustizia sommaria e violenta. Condannata a due anni di confino con grotteschi capi d'accusa Edda viene mandata a Lipari. Dopo un anno beneficia di un'amnistia e si ricongiunge ai figli.

Inizia poi una battaglia per il recupero della salma del padre e per riavere i beni di famiglia sequestrati. Secondo le cronache Edda e la madre Rachele furono divise da un odio mortale: la madre le rimproverava il tradimento del marito, la figlia di non avere interceduto presso il padre per la salvezza del medesimo. Solo nel 1947 le due donne trovarono una riconciliazione.

Edda recupera così una parte dei beni di famiglia, la vita comincia a scorrere in modo meno convulso, nonchè più agiato. Edda viaggia per il mondo per conto proprio senza mancare di far visita ai figli Fabrizio e Dindina (Marzio è morto giovanissimo), sistemati all'estero.

La figlia prediletta dal Duce, in una serie di interviste registrate nel 1989 da un amico di vecchia data, ha raccontato per la prima volta la sua vita, con una sincerità talvolta imbarazzante. Ha rivelato così molti segreti, non tanto di Stato, quanto di famiglia. L'adolescenza, il difficile rapporto tra genitori, le loro passioni, l'ascesa e il potere del padre i suoi amori, le guerre, la vita mondana, le tragiche giornate di Verona.

Edda Ciano Mussolini si spegne a Roma il 9 aprile 1995.

Biografia di Vittorio Gassman

La classe del Mattatore
1 settembre 1922
28 giugno 2000

Chi è Vittorio Gassman?


Indimenticato e indimenticabile attore teatrale e cinematografico italiano, Vittorio Gassman nasce a Genova il giorno 1 settembre 1922 da un ingegnere edile tedesco e dalla pisana Luisa Ambron. Interrotti gli studi di giurisprudenza per iscriversi all'Accademia d'Arte Drammatica, sin dalla stagione 1941-42 esordisce in palcoscenico, non ancora diplomato, ne "La nemica" (1943) di Niccodemi a fianco di Alda Borelli. Subito si segnala per la straordinaria presenza scenica e le doti di temperamento, doti che con il tempo gli varranno il soprannome di "mattatore".

Successivamente si afferma come uno dei più apprezzati fra i giovani attori della scena teatrale nostrana lavorando - tra gli altri - con Guido Salvini, Luigi Squarzina e un mostro sacro come Luchino Visconti (che all'epoca era già "Visconti", ossia un nome da tutti celebrato), fino a diventare direttore unico (dalla stagione 1954-55) d'una propria compagnia: vastissimo il repertorio di questi anni, che va da "Un tram che si chiama desiderio" di Williams ad "Oreste" di Alfieri, da due classici shakespeariani quali "Amleto" ed "Otello" al "Kean, genio e sregolatezza" di Dumas padre, passando per "Adelchi" di Alessandro Manzoni. Da ricordare la sua splendida versione scenica del dramma di Pier Paolo Pasolini "Affabulazione" (1977), che importante sarà anche per la carriera del figlio Alessandro.

Degna di nota pure la sua attività televisiva: da menzionare, almeno, lo straordinario successo ottenuto nel 1959 con la trasmissione d'intrattenimento "Il mattatore", per la regia di Daniele D'Anza, e le fortunate trasposizioni per il piccolo schermo di alcuni suoi grandi successi teatrali.

Dal 1946 comincia invece la sua fortunata carriera nel cinema, cui si dedicherà con sempre maggior frequenza nel corso del tempo: meritano, al riguardo, d'esser citati "I soliti ignoti" (1958) e "La grande guerra" (1959) di Mario Monicelli, "Il sorpasso" (1962) ed "I mostri" (1963) di Dino Risi, "L'armata Brancaleone" (1966) ancora di Monicelli, "L'alibi" (1969) di cui è anche co-regista, "In nome del popolo italiano" (1971) e "Profumo di donna" (1974) di Dino Risi, "C'eravamo tanto amati" (1974) e "La terrazza" (1980) di Ettore Scola, "Anima persa" (1977) e "Caro papà" (1979) nuovamente con Risi, le partecipazioni ad "Un matrimonio" (1978) e "Quintet" (1978) di Robert Altman, per finire con "La famiglia" (1987) di Ettore Scola, "Lo zio indegno" (1989) di Franco Brusati, "Tolgo il disturbo" (1990) di Dino Risi.

Natura istrionica ma anche fortemente sensibile, l'attore confessò più volte di aver sofferto in vita malgrado gli straordinari successi (anche con le donne), di abissali depressioni, una delle quali particolarmente grave e da cui si riebbe per un caso, dopo aver ingerito l'ennesima pastiglia medicinale (che in quel caso però fece effetto). Di tale entità fu il problema che intorno a questa sua esperienza scrisse anche un libro "Memorie dal sottoscala". Ultimamente si era riavvicinato assai all'esperienza religiosa, pur con il suo tipico approccio tormentato e dubbioso.

Il "mattatore" si è spento il 28 Giugno 2000, a 78 anni, nella sua casa romana a causa di una crisi cardiaca.

Biografia di Bill Kaulitz

1 settembre 1989

Chi è Bill Kaulitz?


Bill Kaulitz nasce a Lipsia (Germania) il giorno 1 settembre 1989.

E' il cantante leader del gruppo Tokio Hotel.

Il fratello gemello Tom Kaulitz è il chitarrista del gruppo.

Da Wikipedia

Già all'età di 10 anni i fratelli cominciarono a suonare dal vivo nella cittadina di Loitsche con il nome di Black Question Mark. La prima canzone a cui ha dato vita s'intitola Leb die Sekunde ("Vivi il secondo"), presente nel loro album di debutto, Schrei. Dopo l'incontro con i loro due amici Gustav Schäfer (batterista) e Georg Listing (bassista) in uno dei loro show, questi decisero di entrare a far parte della band. Bill decise di comune accordo con il gemello Tom (chitarrista) di dare vita ai "Devilish" nel 2001, che dopo tre anni mutarono in "Tokio Hotel", sotto etichetta Universal Music.

Nel 2003, Bill partecipò alla trasmissione televisiva Star Search, ma si classificò al secondo posto, tra i disaccordi del pubblico sulla vincita di Oliver Bruton, cantando It's Raining Men. Proprio in questa situazione venne notato dal produttore Peter Hoffman che decise di mettere sotto contratto della Sony BMG(che verrà poi sostituaita dalla Universal Music) la band dopo che essa aveva presentato le loro canzoni. Sarà la canzone Durch den Monsun (Monsoon, nella versione in lingua inglese) a farli conoscere in tutta Europa, raggiungendo le vette di tutte le classifiche a livello europeo[8] e vincendo numerosi dischi di platino e d'oro tra Germania, Austria, Svizzera, Francia e Italia, nell'estate del 2007.

In seguito a questo successo, i Tokio Hotel intrapresero un tour mondiale, che però venne momentaneamente interrotto nel marzo del 2008 a causa di una cisti alle corde vocali di Bill. Il cantante fu sottoposto ad un'asportazione chirurgica, che tuttavia non ha compromesso le sue capacità vocali. Il tour è stato ripreso durante l'estate 2008 con il 1000 Hotels Tour, che ha toccato tutte le città in cui si dovevano tenere i concerti precedentemente annullati.

Il 2 ottobre 2009 è uscito un nuovo album dei Tokio Hotel Humanoid, realizzato in versione inglese e tedesca. Il primo singolo ad essere pubblicato è stato Automatic/Automatisch uscito il 18 settembre 2009 di cui è stato realizzato il videoclip. Il secondo singolo ad essere stato estratto è World Behind My Wall/Lass Uns Laufen, anche questo accompagnato da un videoclip ufficiale.

Agli inizi del 2010 è partito il tour della band, che prevedeva spettacoli in trentadue città europee tra cui quattro in Italia: Torino, Milano, Padova e infine Roma.[9] Il nome del tour è Welcome to HUMANOID City Tour. Nell'estate del 2010 è stata poi pubblicata la registrazione video e audio della data milanese. La cura degli outfit del tour è stata affidata alla casa di moda DSquared per la quale il cantante ha sfilato durante la settimana della moda a Milano. Conclusasi la tournée europea, il gruppo si è lanciato alla conquista del territorio asiatico esibendosi in località come Taiwan con piccoli assaggi del tour europeo o acoustic session. Nel dicembre del 2010 sono finalmente sbarcati a Tokyo dedicandosi al fandom giapponese e pubblicando nel solo Giappone un album,"Darkside Of The Sun", con le migliori Hits del gruppo. Nello stesso periodo è stato pubblicato su scala mondiale un "Best Of" della band in versione tedesca ed inglese accompagnato da due canzoni mai pubblicate prima "Hurricanes and Suns"(2009) e "Mädchen Aus Dem All"(2003). Dopo quest'ultima pubblicazione l'intero gruppo si è ritirato dalla scena per dedicarsi all'incisione del nuovo album, concedendo rare apparizioni come quelle ai Muz Tv in Russia e ad un evento di beneficenza per il sostegno delle vittime del terremoto in Giappone organizzato da Mtv.

Biografia di Tom Kaulitz

1 settembre 1989

Chi è Tom Kaulitz?


Tom Kaulitz, chitarrista della band rock tedesca Tokio Hotel, è nato a Lipsia il giorno 1 settembre 1989. Il fratello gemello Bill Kaulitz è il cantante della band.

Ha iniziato a suonare la chitarra all'età di sei anni grazie al suo patrigno Gordon Trümper, ex musicista rock e proprietario di una scuola di musica; è proprio lui ad aver trasmesso a lui e al fratello la passione per la musica. Mentre Tom imparò a suonare la chitarra suo fratello imparò a suonare la tastiera e poi si dedicò al canto.

Fu però all'età di 8 anni che Tom cominciò a scrivere le note e le basi delle canzoni dei Devilish (ribattezzati successivamente Tokio Hotel) mentre nello stesso tempo suo fratello Bill componeva le parole delle canzoni.

Il gruppo si era formato nel 2001, in seguito all'incontro dei due con Georg Listing e Gustav Schäfer.

Il nome Tokio è stato scelto in omaggio alla grande metropoli nipponica Tokyo, mentre Hotel in quanto il gruppo vive per la maggior parte del tempo negli alberghi ed è ormai diventata la loro "casa".

Biografia di Ahmad Shah Massoud

Leone del Panjshir
1 settembre 1953
9 settembre 2001

Chi è Ahmad Shah Massoud?


Ahmad Shah Massoud, leader dell'Alleanza del Nord e combattente contro il regime dei Taliban è stato ucciso da terroristi suicidi il 9 settembre 2001, due giorni prima dell'attacco agli U.S.A.

Ha difeso per anni la sua gente nella valle del Panjshir dalla follia dei Taliban, combattendo per un Islam democratico ed un Afghanistan libero. Nella logica dei Taliban il suo assassinio avrebbe dovuto impedire all'Alleanza del Nord di liberare il Paese con il prevedibile appoggio degli Stati Uniti.

Per milioni di persone alla ricerca degli ultimi personaggi di avventura egli è stato una icona come Che Guevara: l'ideale romantico del guerriero intellettuale. Sembrava un poeta della beat generation, con il suo copricapo tipico delle popolazioni dell'Hindu Kush indossato sempre di traverso, ed una espressione esistenzialista negli occhi. Avrebbe voluto essere architetto quando, da adolescente, studiava al Liceo Francese di Kabul.

Il destino lo ha voluto Mujahidin, combattente per la libertà dell'Afghanistan fino alla fine. Iniziò la lotta con solo 20 uomini, 10 kalashnikov, una mitragliatrice e due lancia-razzi. I riferimenti intellettuali erano: Mao Tse Tung, Che Guevara, Ho Chi Min, tattiche rivoluzionarie adattate alla situazione Afghana.

Nel corso di poco più di venti anni ha sconfitto il dittatore afghano Muhammad Daoud e l'Armata Rossa dell'Unione Sovietica. L'essere sfuggito ad innumerevoli accerchiamenti dei più duri generali russi ed essere stato in grado di tenere in scacco le orde nere dei Taliban, può essere considerato da molti un miracolo.

Ahamad Shah Massoud è stato una leggenda che è nata non a caso in una terra che ha visto passare figure mitiche come Alessandro (Eskandar) e Tamerlano (Timur). Il suo Islam era gentile come il sapore delle pesche del Panjshir, niente di simile alla versione demenziale dei Taliban.

Secondo gli astrologi afghani avrebbe dovuto vivere altri 40 anni, ma così purtroppo non è stato. Gli sarebbe bastato molto meno per vedere un Afghanistan libero. Avrebbe avuto il tempo di dedicarsi finalmente alle partite a scacchi con gli amici ed alla lettura delle poesie persiane che tanto amava, nella sua casa nella valle che sembra la materializzazione di Shangri-La.

Massoud dormiva meno di quattro ore per notte. Ufficialmente era il vice presidente dello Stato Islamico dell'Afghanistan, l'unico governo del paese, riconosciuto dalle Nazioni Unite, ma che controllava solo il 10% del territorio. Con l'ausilio di un telefono satellitare e walkie-talky coordinava la lotta finanziata con i proventi della vendita di smeraldi e lapislazuli estratti dalle miniere della sua valle.

Nei rari momenti di sosta tornava a casa dalla moglie e dai quttro figli soffermandosi nella sua libreria contenente più di 3000 volumi di cui molti antichissimi.

In tutto il Panjsher, Massoud era riverito come un Lord feudale, quasi come un re.

Il più profondo contrasto tra la sua concezione dell'Islam e quella dei Taliban riguardava la condizione femminile, su questo argomento si trovava spesso in contrasto anche con gli altri leader dell'Alleanza del Nord.

Il suo sogno era quello di costruire una università nel Panjshir, soprattutto per dare la possibilità alle donne afgane di studiare, avere un ruolo attivo nel governo del paese e dare inizio ad una emancipazione dal ruolo che tradizionalmente è a loro riservato in Afghanistan.

In una intervista fu chiesto a Massoud come vedeva il futuro: "Per essere onesto, mi piacerebbe passare il resto della vita a ricostruire il mio paese".

E' oggi compito di tutti gli Afghani, superando le divisioni etniche e tribali, realizzare il suo sogno.

Biografia di Sandra Mondaini

Eterna mogliettina d'Italia
1 settembre 1931
21 settembre 2010

Chi è Sandra Mondaini?


Sandra Mondaini nasce a Milano il giorno 1 settembre 1931. Figlia d'arte di Giaci, un noto pittore e umorista del "Bertoldo", inizia a recitare in teatro su invito dell'umorista Marcello Marchesi, amico di famiglia. E' stata l'unica soubrette italiana a scegliere, quando ancora sulle passerelle frusciavano vestiti milionari e sorrisi cinemascopici, il lato comico del varietà, quello per cui era indispensabile saper recitare.

Nel 1955 viene chiamata da Erminio Macario che due anni prima l'aveva notata come "generica fissa" in uno dei primi programmi della televisione italiana.

Accanto al grande comico Sandra impara l'umiltà della professione e la disciplina ferrea del palcoscenico, quando ogni minimo sbaglio costa una multa che può arrivare alle tremila lire. Recita con Macario in una trilogia di riviste di Amendola e Maccari, ottenendo un successo straordinario ("L'uomo si conquista la domenica", 1955-56; "E tu biondina...", 1956-57; "Non sparate alla cicogna!", 1957-58).

In queste occasioni Sandra Mondaini dimostra grande versatilità e spiccato senso dell'umorismo; inoltre afferma una nuova immagine di soubrette che sia soprattutto attrice brillante e che ribalti le convenzioni del lusso e del fascino alla francese della prima donna.

Nel 1958 Sandra incontra il giovane Raimondo Vianello, il quale quattro anni più tardi (1962) diventerà suo marito, nonchè inseparabile compagno di vita e di lavoro. Insieme a Raimondo Vianello e Gino Bramieri, forma una simpatica "ditta" che s'impone con successo in "Sayonara Butterfly" (1959) di Marcello Marchesi, "Puntoni e Terzoli", una simpatica parodia dell'opera pucciniana.

I comici nella stagione 1959-60 presentano una rivista molto tradizionale, "Un juke box per Dracula", ricca di satira politica e sociale. Poi Sandra Mondaini viene chiamata da Garinei e Giovannini per interpretare la commedia musicale "Un mandarino per Teo", accanto a Walter Chiari, Alberto Bonucci e Ave Ninchi. Poi si dedica soprattutto alla televisione, nella quale aveva cominciato a lavorare nel 1953.

Tra le sue esperienze teatrali c'è anche l'"Ora della fantasia" (commedia da cui Billy Wilder trasse "Baciami, stupido"), insieme a un giovanissimo Pippo Baudo.

Il primo grande successo televisivo arriva con la trasmissione musicale "Canzonissima" (1961-62), dove afferma il personaggio di Arabella, temibile enfant prodige. Dai primissimi anni '70 la coppia Vianello-Mondaini porta in scena gli esilaranti drammi quotidiani di una coppia qualunque in splendidi varietà, come "Sai che ti dico?" (1972), "Tante scuse" (1974), "Noi... no" (1977), "Io e la Befana" (1978), "Stasera niente di nuovo" (1981).

Sandra e Raimondo diventano così la più celebre coppia della televisione italiana, impostasi per il garbato e pungente umorismo con cui ha animato le parodie del proprio teatrino domestico.

Nel 1982 la coppia passa alle reti Fininvest dove, seguiti da un pubblico sempre più vasto e affezionato, presentano numerosi varietà, come "Attenti a quei due" (1982), "Zig Zag" (1983-86) e la trasmissione che porta il loro nome: "Sandra e Raimondo Show" (1987). Dal 1988 sono interpreti della sit-com "Casa Vianello", dove i due interpretano se stessi; Sandra interpreta la parte di una sempre annoiata e mai rassegnata consorte, che diventerà un'icona italiana. Il successo della formula viene trasferito anche a un paio di format estivi: "Cascina Vianello" (1996) e "I misteri di Cascina Vianello" (1997).

Passando da Cutolina, a Sbirulina, a eterna mogliettina capricciosa ma fedele, Sandra Mondaini annovera nella sua lunga carriera anche alcune commedie sul grande schermo: "Noi siamo due evasi" (1959), "Caccia al marito" (1960), "Ferragosto in bikini" (1961) e "Le motorizzate" (1963).

L'ultima fatica televisiva è il film tv dal titolo "Crociera Vianello", del 2008. Alla fine dello stesso anno annuncia il suo ritiro dalle scene, motivata dalle sempre più precarie condizioni di salute che non le consentono di stare in piedi con facilità e la costringono sulla sedia a rotelle dal 2005.

Muore a Milano il giorno 21 settembre 2010, all'età di 79 anni, presso l'Ospedale San Raffaele dove era ricoverata da circa dieci giorni.

Biografia di Re Luigi XIV

Il potere assoluto del Re Sole
5 settembre 1638
1 settembre 1715

Chi è Re Luigi XIV?


Luigi Deodato di Borbone, meglio noto come Re Luigi XIV, nasce a Saint-Germain-en-Laye, in Francia, il 5 settembre del 1638. Terzo re di Francia e di Navarra, appartenente alla casata dei Borbone, è considerato il vero fondatore di quello che si dice assolutismo monarchico, consistente nel far dipendere ogni decisione riguardante il popolo solo ed esclusivamente dal proprio sovrano. Per tale ragione e per l'immagine, sfarzosa e imponente, che è riuscito a dare di sé, è passato alla storia anche con i nomi di Re Sole e di Re Luigi il Grande.

Figlio di Luigi XIII di Francia ed Anna d'Austria, la sua nascita è già degna d'esser raccontata, giunta dopo ventitré anni di matrimonio trascorsi senza figli. Il secondo nome, Deodato, deriva proprio da questa straordinarietà, a parere paterno di matrice divina.

Formalmente, Luigi Deodato diventa re di Francia all'età di cinque anni, nel 1643, ossia alla morte del padre. Ma per quasi i vent'anni successivi all'evento, è il cardinale italiano Mazzarino, famoso per la sua biblioteca, a governare il Paese, grazie alla sua grande influenza sulla madre del futuro Re Sole. Alla morte dell'alto prelato, nel 1661, i cortigiani si ritrovano spaesati e, non sapendo a chi altro, si rivolgono al primo e unico figlio dei reali francesi, Luigi, chiedendo lui da chi avrebbero dovuto prendere gli ordini da quel momento in poi. Il futuro regnante aveva solo ventidue anni allora, ma risponde recisamente che sarebbe stato lui, da quel momento esatto, l'unico depositario del potere sovrano.

Vissuto durante la Fronda, epoca turbolenta per la Francia, piena di minacce e congiure continue, caratterizzata da attentati da parte dell'alta nobiltà al potere dei reali francesi, Luigi XIV vuole evitare ad ogni costo di rivivere quei momenti inquieti e capisce che deve mettersi alla testa di un popolo numeroso, rappresentandone il vertice assoluto. Accoglie e trasforma, rendendo concrete, le idee di Hobbes, risalenti a qualche trentennio precedente, ponendosi a capo del Leviatano, come scrive lo stesso filosofo inglese, ossia in cima alle innumerevoli braccia rappresentate dalle persone, le quali tutte, avrebbero formato la forza dello Stato.

La cura dell'immagine, del potere centrale, delle finanze e della guerra, anche per fini di propaganda, sono le sue risorse. Oltre ad una corte da alimentare allo scopo di ottenere i consensi di letterati e poeti, spesso abusando del potere ferreo della censura, con il fine ultimo di apparire come qualcosa di ben al di là dal terreno. Questa, in sostanza, la formula che trasforma Luigi nel Re Sole.

Dopo poco tempo dal suo insediamento, il re di Francia nomina Jean-Baptiste Colbert come "Controllore generale", ossia ministro delle finanze. Sceglie il figlio di un mercante, evitando di pescare nei poteri forti, onde evitare che un potente dell'alta aristocrazia potesse mettere in ombra la sua figura. Stessa cosa fa per il ministro della Guerra, preferendo il Marchese di Luvois, figlio di un cancelliere reale. Si circonda di funzionari ed intendenti, sfruttando anche gli insegnamenti del Cardinale Richelieu, il quale aveva preceduto sia lui che il Mazzarino. Ogni singolo distretto, o dipartimento come viene chiamato, deve fare a capo ad un messo statale nominato dal Re, secondo un sistema amministrativo moderno ed efficace, in cui è evidente il potere del sovrano e il suo controllo su ogni aspetto dello Stato.

Fa di una vecchia tenuta di caccia poi, Versailles, l'unica grande corte d'Europa, sede della famigerata reggia. Dal 1682 infatti, la città, lontano dai tumulti di Parigi, diventa l'unica vera abitazione reale. Qui, già prima, nel 1668 e nel 1672, Luigi XIV organizza due grandi feste, passate alla storia della Francia "dell'ancien regime". Teatro, ballo, fuochi d'artificio e giochi di luce e d'acqua sul canale, attirano i nobili a corte e costruiscono il mito del Re Sole e della reggia di Versailles. Ben presto, grandi artisti del palcoscenico come Racine e Moliere, prendono a frequentarla. Con loro, pittori, scultori, cantori d'ogni sorta. Senza contare la musica di un grande compositore come l'italiano Giovanni Battista Lulli.

Negli anni ottanta del Seicento pertanto, Luigi XIV raggiunge l'apice della sua fama, nota ormai in tutto il mondo. Celebre, la frase "L'état, c'est moi", che significa "lo Stato sono io", attribuitagli dai suoi biografi e sintomatica del suo modo di governare, il quale accentra ogni potere dello Stato in un'unica persona.

Per manifestare la propria forza e ottenere fedeltà poi, il Re di Francia si serve anche della guerra, quando non proprio di persecuzioni religiose, come quella contro gli Ugonotti, che reputa una setta in grado di poter dare grattacapi al proprio potere. Il 17 ottobre del 1685 pertanto, emana l'editto di Fontainebleau, il quale decreta ufficialmente che la Francia è cattolica, senza divisioni o differenze religiose. Contro il potere papale invece, per relegarlo ai confini romani, propone la Chiesa Gallicana i cui quattro punti portanti, sono diretta conseguenza del primo ed unico ordinamento, il quale afferma che il potere del Papa è da intendersi in chiave unicamente spirituale.

Con l'arrivo del XVIII secolo, arrivano anche le guerre, forse troppe e troppo dispendiose durante il regno di Luigi Deodato. In verità, già prima del '700 c'erano state diverse guerre, nelle quali la corona francese s'era inserita, come quella di Devoluzione del 1667 o quelle combattute tra i Paesi Bassi e l'Inghilterra. Tuttavia, la Guerra di Successione Spagnola, come viene chiamata dagli storiografi perché scoppiata per vicende dinastiche riguardanti il trono di Spagna, di sicuro è la più sanguinolenta affrontata da Luigi XIV.

Il Re di Francia infatti, dal 1660 è sposato con Maria Teresa d'Asburgo, detta anche Maria Teresa d'Austria, figlia del Re di Spagna Filippo IV e designata quale erede al trono spagnolo. L'eredità iberica è enorme, comprendente anche il Regno di Napoli, il Regno di Sicilia, il Ducato di Milano, i Paesi Bassi spagnoli ed il vastissimo impero coloniale del Sudamerica. Quando muore senza eredi l'interdetto Re spagnolo Carlo II, Francia e Austria si ritrovano nuovamente l'una contro l'altra per la successione al trono, perché entrambe imparentate con la corona spagnola. Luigi propone il Duca d'Angiò, pronipote della figlia maggiore di Filippo III di Spagna, Anna d'Austria, e nipote della figlia di Filippo IV di Spagna, Maria Teresa, moglie di Luigi XIV. L'Austria invece ha in Carlo, Arciduca d'Austria e figlio dell'Imperatore Leopoldo I del Sacro Romano Impero, il suo pretendente, in quanto sua nonna Maria Anna, è una delle figlie del Re di Spagna.

Il vincolo però lasciato da Carlo nel suo testamento per chi avrebbe regnato dopo di lui è piuttosto pesante: il pretendente avrebbe dovuto rinunciare al proprio titolo nobiliare con la promessa di mantenere intatti i confini spagnoli.

La guerra scoppia dopo la nomina di Filippo d'Angiò, nominato Filippo V, il quale troppo presto, nel 1701 promulga "l'Asiento", ossia la legge che dà l'esclusiva alla Francia da parte della Spagna sulla vendita degli schiavi nelle colonie del Nuovo Mondo. Si crea una nuova Grande Alleanza, comprendente l'Inghilterra, e la guerra diventa inevitabile e volta ad evitare che la Francia di Luigi assuma un dominio troppo grande sugli altri Stati europei.

La Guerra di Successione Spagnola occupa in pratica tutta l'ultima parte della vita di Luigi, segnando anche la fine del suo regno e compromettendo la sua grandezza, a causa delle enormi spese economiche e militari. Dopo le iniziali vittorie, la macchina da guerra del Re Sole tracolla. Il Duca di Marlborough e il principe di Savoia ottengono diverse vittorie sulla Francia, il Portogallo si schiera con l'Alleanza e le battaglie di Ramillies e di Oudenaarde fanno perdere alle forze franco-spagnole i Paesi Bassi spagnoli, così come la battaglia di Torino costringe il Re Sole ad abbandonare il fronte italiano.

Nel 1709 Luigi XIV, indebolito, deve cedere tutti i territori conquistati, mantenendo alla Francia i territori del Trattato di Westfalia, siglato più di sessant'anni prima. È, in pratica, la fine del suo regno e della sua grandezza. Compromessa definitivamente da un uso smisurato della forza, a scapito di una popolazione sempre più vessata dalla fame e dagli stenti di guerra, oltre che dalle tasse.

Luigi XIV muore di cancrena ad una gamba, il giorno 1 settembre del 1715, qualche giorno prima del suo settantasettesimo compleanno e dopo 72 anni 3 mesi e 18 giorni di regno. Gli succede il pronipote Luigi, Duca d'Angiò, con il nome di Luigi XV.

Biografia di Edgar Rice Burroughs

Tarzan lo fa
1 settembre 1875
19 marzo 1950

Chi è Edgar Rice Burroughs?


Burroughs fa parte della schiera degli autori d'avventura più letti nella storia della narrativa mondiale: è stato il creatore di una serie di cicli narrativi fra i più amati della Letteratura di ogni tempo. Uno per tutti: Tarzan.

Figlio di un fabbricante di batterie, Edgar Rice Burroughs nasce il giorno 1 settembre 1875 a Chicago; dopo aver frequentato diverse scuole private si arruola dapprima nella U.S. Cavalry, per poi cimentarsi con sua scarsa soddisfazione nelle professioni di minatore, poliziotto ferroviario e venditore in un Drugstore. Nel 1911 tenta di far decollare un'impresa per la vendita di temperini, ma senza successo. Un fallimento che avrà conseguenza amare sul suo carattere, tanto da indurlo al suicidio. Fortunatamente la pubblicazione del suo primo romanzo lo spinge a desistere dall'insano gesto e così nel giro di pochi anni riesce a emergere come scrittore di romanzi d'avventura e di Science Fiction.

Durante gli Anni '20 e '30 il successo che incontra come autore è a dir poco strepitoso. Ne risente anche il suo conto in banca e con questo anche il suo mai sopito spirito imprenditoriale. Fonda allora una propria società, la "Edgar Rice Burroughs Incorporated" (ERB Inc.), finalizzata alla pubblicazione dei suoi scritti. Successivamente anche Hollywood contribuisce ad aumentare la sua fama con svariati film dedicati a Tarzan, il suo personaggio più noto.

Negli ultimi anni Edgar Rice Burroughs si dedicherà soprattutto alla politica. Il 19 marzo 1950 muore nel suo Ranch dal fantasioso nome di "Tarzana", in California, lasciando ai suoi figli un'eredità di oltre dieci milioni di dollari.

Come accennato sopra il primo romanzo di Burroughs venne pubblicato in sei puntate durante il 1912 sulla rivista All-Story Magazine; si trattava del romanzo "Sotto le Lune di Marte", il quale nella sua versione su libro del 1917 venne reintitolato "Una principessa di Marte". Questo rappresentò il primo libro della fortunata serie di Marte, composta di un interminabile elenco di titoli.

Benché le descrizioni di Marte forniteci da Burroughs non hanno nulla a che vedere con le conoscenze attuali riguardanti il Pianeta Rosso e nonostante l'assurdità di concetti come ad esempio la "proiezione astrale" (evidentemente all'epoca della stesura del suo romanzo questo gli sembrava l'unico modo per mandare il suo eroe su Marte) il ciclo di "Barsoon" viene considerato pura Science Fiction. D'altro canto va però constatato che spesso la componente fantasy assume un ruolo predominante ed è quindi comprensibile che alcuni critici abbiano messo in dubbio l'aspetto fantascientifico della serie.

Pochi mesi dopo la pubblicazione di "Sotto le Lune di Marte", sempre sulla rivista All-Story Magazine fece la comparsa il romanzo "Tarzan delle scimmie", con il quale Burroughs iniziò il fortunatissimo ciclo dedicato alle avventure di Tarzan, e che rappresentò la principale fonte della sua fortuna. Le avventure di Tarzan comprendono 25 romanzi, tradotti in più di 60 lingue, e almeno 30 film. Inoltre hanno ispirato una non precisata quantità di fumetti, telefilm e cartoni animati.

Nel 1914 apparve in quattro puntate su All-Strory il ciclo di Pellucidar, che comprende anch'esso numerosi titoli, di cui uno comparso postumo. Questa volta le avventure del protagonista Innes e il suo accompagnatore, il professore Abner Perry, si ambientano nel centro della Terra (ispirandosi chiaramente ai lavori del grande precursore Jules Verne), dove abitano degli uomini allo stadio dell'età della pietra, i quali sono costretti a vivere sotto il giogo di una aggressiva razza di rettili-umanoidi. Nel primo romanzo i protagonisti riescono a organizzare una rivolta per liberare gli uomini dal loro stato di schiavitù.

Alcuni anni più tardi apparvero sulla rivista Blue Book tre storie ? "The Land That Time Forgot", "The People That Time Forgot", "Out of Time's Abyss" - le quali vengono annoverate tra le opere migliori di Burroughs. I racconti vennero poi nel 1924 integrati nel romanzo intitolato "The Land That Time Forgot", dal quale nel 1975 venne anche tratto l'omonimo film. Anche questa volta le avventure si ambientano sulla Terra e più precisamente su di un'isola dimenticata di nome Caprona, dove gli abitanti nel corso della loro vita vivono ogni stadio dell'evoluzione: dall'unicellulare fino all'Homo sapiens.

Burroughs iniziò la sua ultima serie nel 1932 con la pubblicazione sulla rivista Argosy del romanzo "The Pirates of Venus". Il Ciclo di Venere comprende anche i romanzi "Lost on Venus" (1935), "Carson of Venus" (1939), "Escape on Venus" (1946) e "The Wizard of Venus" (1970, postumo). Qui si possono riscontrare gli stessi elementi già presenti nel Ciclo di Marte, con la differenza al limite del delirante che questa volta il protagonista, Carson Napier - il quale vuole andare a trovare John Carter su Marte - arriva su Venere per sbaglio con una astronave costruita da lui stesso.

La fantascienza di Edgar Rice Burroughs è senza alcun dubbio illogica, palesemente esagerata e del tutto irrealistica, ma l'influenza delle sue opere nel campo di tutta la letteratura fantastica è stata grande ed ha avuto il pregio di far sognare intere generazioni di appassionati di questo inesauribile genere letterario. Soprattutto colpisce la facilità con la quale il lettore viene coinvolto nei sui romanzi: nel giro di poche pagine egli è già completamente assuefatto dalla vicenda e completamente integrato nei bizzarri mondi in cui si ambientano le avventure narrate. Ed è sotto questo aspetto che risalta l'abilità letteraria di Burroughs, vero e proprio maestro dell'avventura.

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