Biografie di personaggi famosi e storici nato il 20 agosto


Biografie di personaggi famosi e storici

Biografie di personaggi famosi nella storia e celebrità:



1. Giorgio Albertazzi
2. Arisa
3. Carla Fracci
4. Alice Kessler
5. Ellen Kessler
6. Elmore Leonard
7. Enrico Letta
8. Slobodan Milosevic
9. Papa Pio X
10. Howard Phillips Lovecraft
11. Eleonora Pimentel Fonseca
12. Robert Plant
13. Salvatore Quasimodo
14. Friedrich Schelling
15. Lev Trotsky

Biografia di Giorgio Albertazzi

Interpretazioni intense
20 agosto 1923

Chi è Giorgio Albertazzi?


Giorgio Albertazzi nasce a San Martino a Mensola, una frazione di Fiesole, in provincia di Firenze, il 20 agosto del 1923. Attore italiano di indiscussa bravura, considerato un maestro del teatro nazionale, è anche regista, drammaturgo e poeta italiano.

A dire dello stesso istrione, la sua nascita sarebbe stata segnata da qualche vaga incertezza circa il luogo. Più che a San Martino, dov'è stato registrato, Albertazzi sostiene di essere venuto al mondo in Borgo San Jacopo, per poi ricevere il battesimo in tutta fretta al dipresso Battistero ed esser trasportato, infine, a San Martino di Fiesole. Ad ogni modo, il piccolo Giorgio discende dalla borghesia di campagna: figlio di un ferroviere addetto alle deviazioni dei binari delle Ferrovie dello Stato, fino all'età di diciotto anni trascorre tutta la sua esistenza in campagna.

Nel 1943 è chiamato alle armi nella Repubblica di Salò e si arruola, nemmeno ventenne, con il grado di tenente. Dopo due anni, nell'inverno del 1945 e a guerra ormai conclusa, fonda ad Ancona insieme con Titta Foti il primo teatro anarchico italiano. Secondo lo stesso Giorgio Albertazzi, si sarebbero rappresentate opere fino a quel tempo mai viste in Italia, di autori come Pietro Gori, Andrejeff e altri, oltre a parecchio materiale autografo appartenente ai membri del teatro. Quello stesso anno però, poco più tardi, il futuro protagonista di molti sceneggiati televisivi viene arrestato per collaborazionismo ed è costretto a trascorrere due anni in carcere. Qui, a suo dire, legge Marx ed Engels.

Nel 1947, a seguito della cosiddetta "amnistia Togliatti", Albertazzi viene liberato. Da quel momento può riprendere gli studi di architettura, conseguendo di lì a poco la laurea. Ma, soprattutto, può investire tutto quanto dispone, ossia il suo talento e la sua passione, nell'arte della recitazione, partendo dal neonato contesto dei fotoromanzi, forte anche del suo gradevole aspetto.

Il debutto su un palcoscenico importante si ha nel 1949, nell'opera "Troilo e Cressida" di Shakespeare, con la regia di Luchino Visconti. La rappresentazione rientra nel cosiddetto Maggio Musicale Fiorentino e promuove il talento del giovane attore toscano.

Due anni dopo, Giorgio Albertazzi è al cinema, con il film "Articolo 519 Codice Penale" di Leonardo Cortese. L'anno dopo recita sia nel "Don Camillo" di Julien Duvivier che ne "Il Mercante di Venezia" di Pierre Billon e Giorgio Capitani. Ma la fama nazionale arriva grazie alla radio e alla televisione, due mezzi mediatici che proprio in questi anni e con l'avvento del boom economico, cominciano ad entrare con prepotenza nelle case degli italiani, mutandone definitivamente i costumi e la cultura.

Albertazzi diventa il protagonista di sceneggiati ormai leggendari della Rai, come l'appassionante "Delitto e castigo", tratto dal romanzo di Fedor Dostoevskij, e in cui recita al fianco di Diana Torrieri e Bianca Toccafondi, con la regia di Franco Enriquez. Questa "prosa televisiva", come viene chiamata, va in onda per la prima volta venerdì 12 marzo, nel 1954, e durante i lavori, Albertazzi si lega all'attrice Bianca Toccafondi. Ma già nel 1956 l'attore sceglie la sua storica compagna, Anna Proclemer. In quello stesso anno, l'attore toscano interpreta parti importanti in altre prose tv, come "Gli spettri" di Henrik Ibsen, per la regia di Marco Ferrero, e nel "Lorenzaccio" di Alfred De Musset.

Fino al 1961, anno in cui figura nel cast del film "Morte di un bandito", ormai un cult, l'attore toscano figura praticamente in tutti gli sceneggiati di successo prodotti dalla televisione pubblica, come il "Re Lear" di Shakespeare, "L'idiota" di Dostoevskij, "Lo zio Vania" di Cechov e molti altri.

A volte, come nel "Piccolo mondo antico", del 1957, Giorgio Albertazzi è voce fuoricampo, sfruttando le sue abilità di grande narratore, oltre che la sua voce calda e appassionante.

Di notevole importanza poi è lo sceneggiato di tre puntate che va in onda nel dicembre del 1965 in cui Albertazzi figura accanto al fiore degli attori nazionali, come Luigi Vannucchi, Lia Angeleri, Mario Bardella, Ileana Ghione, Davide Montemurri, Mario Feliciani, Claudio Gora, Renzo Palmer, Andrea Checchi, Renzo Montagnani e la giovanissima Loretta Goggi. L'opera è "Vita di Dante", adattata da Giorgio Prosperi, con la regia di Vittorio Cottafavi.

Nel biennio 1969-1970, l'istrione fiorentino si affaccia nel mondo della regia curando due lavori, uno per la televisione, un altro per il cinema. Nel 1969 infatti gira e interpreta Jekyll, tratto dalla famigerata storia "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde", di Robert Louis Stevenson. L'anno dopo invece porta a compimento il film "Gradiva", dove recita al fianco della giovane e bella Laura Antonelli. Tuttavia, a differenza dello sceneggiato televisivo, che si rivela un vero successo, il film ha non pochi problemi con la produzione ed esce solo in alcune sale, per poi venire definitivamente ritirato dal mercato.

L'attore torna con stile in televisione e nel 1974 prende parte alla serie televisiva di successo "Philo Vance", indossando i panni dell'investigatore creato da S.S. Van Dine. Quello stesso anno è al cinema, con "La nottata", di Tonino Cervi.

Da questo momento in poi, si dedica quasi esclusivamente al teatro, pur con qualche prezioso cameo al cinema. In televisione torna solo nel 1989, con una sua opera, la quale si intitola "Gli angeli del potere".

Nel 1994 fonda e dirige, insieme all'Associazione Progetto Città, il Laboratorio Arti Sceniche Città di Volterra, che plasma decine di attori, formandone anche di ottimi. Proprio con questa officina teatrale, cinque anni dopo, nel 1999, porta in scena lo scrittore argentino Borges, in un'opera che si intitola "Tango con gli allievi". Intanto nel 1996, si affaccia in politica, candidandosi in Parlamento tra le fila del centrodestra e ottenendo solo il 31 % delle preferenze, numero insufficiente per andare alla Camera. Lo batte il leghista Carlo Frigerio. Si rifà però, alla sua maniera, nel 1997, con "Verba Tango", spettacolo di musica e poesia in cui figura con la cantante Giuni Russo.

Nel 2003 gli viene affidata la direzione del Teatro di Roma. Mentre l'anno dopo viene omaggiato con il Premio Gassman alla carriera. Sempre nel 2004 Giorgio Albertazzi lavora con Dario Fo ad una serie di spettacoli-lezioni sulla storia del teatro in Italia e che Rai2 trasmette dopo qualche tempo.

Il 10 febbraio del 2006 mette la firma anche alla Cerimonia di Apertura dei Giochi Olimpici invernali di Torino, interpretando il Canto di Ulisse (di Dante Alighieri). L'anno dopo invece, esattamente il 12 dicembre del 2007, sposa a Roma la fiorentina Pia De' Tolomei, più giovane di lui di ben 36 anni.

Nel 2009, anche per manifestare la propria vicinanza al popolo aquilano colpito dal terremoto, registra una lettura per Rai 2, tratta dalla Divina Commedia e ambientata fra le rovine del centro storico di L'Aquila.

Biografia di Arisa

Lanci sanremesi
20 agosto 1982

Chi è Arisa?


Rosalba Pippa nasce a Genova il 20 agosto 1982. Cresciuta a Pignola, piccolo centro a pochi chilometri da Potenza, il suo nome d'arte Arisa è l'acronimo dei nomi dei componenti della famiglia: il padre Antonio, Rosalba, le sorelle Isabella e Sabrina, le madre Assunta.

Dopo aver vinto nel 2007 vince una borsa di studio come interprete presso il CET (Centro Europeo Toscolano, moderna scuola per autori, musicisti e cantanti) di Mogol, alla fine del 2008 è tra le due vincitrici del concorso canoro SanremoLab, che le consente l'ammissione al 59° Festival di Sanremo nella categoria Proposte.

A Sanremo 2009 Arisa presenta il brano "Sincerità" (composto dal fidanzato Giuseppe Anastasi, Maurizio Filardo e Giuseppe Mangiaracina), con cui vince. Durante la serata che vede la possibilità di esibirsi accompagnati da un ospite illustre, Arisa calca il palcoscenico assieme a Lelio Luttazzi.

L'anno seguente (2010) partecipa nuovamente al 60° Festival di Sanremo, questa volta nella categoria Big, presentando la canzone "Ma l'amore no".

Torna a Sanremo 2012 e questa volta arriva seconda con il brano "La notte", su un podio tutto rosa, dopo Emma Marrone (vincitrice) e prima di Noemi. La manifestazione canora la vede protagonista nel 2014 quando vince con il brano "Controvento".

L'anno seguente torna ancora a Sanremo, ma questa volta veste i panni della valletta: insieme alla collega Emma Marrone, affianca il conduttore del festival Carlo Conti.

Biografia di Carla Fracci

Sulle punte d'Italia
20 agosto 1936

Chi è Carla Fracci?


Carla Fracci, una delle ballerine più brave e note che l'Italia abbia mai avuto, regina di palcoscenici mondiali, nasce a Milano il 20 agosto 1936. Figlia di un tranviere dell'ATM (Aazienda Trasporti Milanesi), inizia a studiare ballo classico alla Scuola di danza del Teatro alla Scala nel 1946. Carla Fracci consegue il diploma nel 1954, poi prosegue la sua formazione artistica partecipando a stage avanzati a Londra, Parigi e New York. Tra i suoi insegnanti c'è la grande coreografa russa Vera Volkova (1905-1975). Dopo solo due anni dal diploma diviene solista, poi nel 1958 è già prima ballerina.

A partire dalla fine degli anni '50 le apparizioni saranno moltissime. Fino agli anni '70 danza con alcune compagnie straniere quali il London Festival Ballet, il Royal Ballet, lo Stuttgart Ballet e il Royal Swedish Ballet. Dal 1967 è artista ospite dell'American Ballet Theatre.

La notorietà artistica di Carla Fracci rimane perlopiù legata alle interpretazioni dei ruoli romantici come Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini, o Giselle. Tra i grandi ballerini che sono stati suoi partner sul palcoscenico si annoverano Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov, Amedeo Amodio, Paolo Bortoluzzi e soprattutto il danese Erik Bruhn. La "Giselle" danza da Carla Fracci con Bruhn sarebbe rimasta indimenticabile tanto e ne verrà realizzato un film nel 1969.

Tra le altre grandi interpretazioni di opere contemporanee ricordiamo "Romeo e Giulietta" di Prokofiev, "Concerto barocco", "Les demoiselles de la nuit", "Il gabbiano", "Pelléas et Mélisande", "Il fiore di pietra", "La sylphide", "Coppelia", "Il lago dei cigni".

Regista di molte delle grandi opere interpretate da Carla Fracci è il marito Beppe Menegatti.

Alla fine degli anni '80 dirige il corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli assieme a Gheorghe Iancu.

Nel 1981 in una produzione televisiva sulla vita di Giuseppe Verdi, interpreta la parte di Giuseppina Strepponi, soprano e seconda moglie del grande compositore.

Tra la principali opere interpretate negli anni successivi ci sono "L'après-midi d'un faune", "Eugenio Onieghin", "La vita di Maria", "La bambola di Kokoschka".

Nel 1994 diviene membro dell'Accademia di Belle Arti di Brera. L'anno seguente è eletta presidente dell'associazione ambientalista "Altritalia Ambiente".

Carla Fracci è poi protagonista di un evento storico quando si esibisce davanti alle recluse del carcere San Vittore a Milano.

Dal 1996 al 1997 Carka Fracci dirige il corpo di ballo dell'Arena di Verona; poi il suo allontanamento suscita un polverone di polemiche.

Nel 2003 le viene conferita l'onoreficenza italiana Cavaliere di Gran Croce. Nel 2004 viene nominata Ambasciatrice di buona volontà della FAO.

Ormai ultrasettantenne si esibisce in coreografie di modesta intensità, create appositamente per lei dal marito. Assieme a Beppe Menegatti è anche direttrice del corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma.

Nel 2009 presta la sua esperienza e il suo carisma alla politica, accettando di diventare assessore alla Cultura della Provincia di Firenze.

Biografia di Alice Kessler

20 agosto 1936

Chi è Alice Kessler?


Alice Kessler (insieme alla sorella gemella Ellen) nasce il 20 agosto 1936 a Nerchau, in Germania. Ballerine fin dall'infanzia (iniziano ad andare a scuola di danza quando hanno sei anni), in età adolescenziale intraprendono il programma per ragazzi del Teatro d'Opera di Lipsia: una volta diventate maggiorenni, però, scelgono di scappare dalla Germania Est.

Iniziano la carriera di ballerine a Duesseldorf, al Palladium; poi, tra il 1955 e il 1960 hanno la possibilità di esibirsi al Lido di Parigi insieme con il corpo di ballo delle Bluebell Girls di Margaret Kelly, senza disdegnare alcune apparizioni al cinema: recitano in "Solang'es huebsche Maedchen gibt", di Arthur Maria Rabenalt, "La garçonne", di Jacqueline Audry, e "Tabarin", di Richard Pottier (al fianco di Michel Piccoli).

Dopo avere rappresentato la Germania Ovest all'Eurofestival del 1959 con "Heute Abend wollen wir tanzen geh'n", classificandosi all'ottavo posto, all'inizio degli anni Sessanta si trasferiscono in Italia: nel Belpaese lavorano in diversi ambiti del mondo dello spettacolo, dal teatro al cinema, anche se il loro esordio avviene in televisione. È il 1961, infatti, quando Antonello Falqui, storico regista del piccolo schermo, le lancia nel programma "Giardino d'inverno", che può contare su un cast d'eccezione (l'orchestra diretta dal maestro Gorni Kramer, il Quartetto Cetra, Henri Salvador).

Alice ed Ellen Kessler si esibiscono sulle coreografie preparate da Don Lurio, e lanciano le canzoni "Concertino" (cover del brano omonimo del Quartetto Cetra del 1959) e "Pollo e champagne". Grazie al riscontro di pubblico e al successo conquistato, le Kessler vengono confermate dalla Rai, che nove mesi dopo lancia "Studio Uno": è questo lo show la cui sigla di apertura è la celeberrima "Da-da-un-pa". Il successo prosegue anche al cinema: dopo "Le bellissime gambe di Sabrina", di Camillo Matrocinque, è la volta de "La francese e l'amore", di Christian-Jaque, René Clair e Michel Boisrond, di "Rocco e le sorelle", di Giorgio Simonelli (con Memmo Carotenuto, Moira Orfei, Tiberio Murgia e Alberto Lupo) e di "Gli invasori", di Mario Bava.

Dopo essere apparse nel 1963 nel film "Sodom and Gomorrah", di Robert Aldrich, ed essere finite sulla copertina del magazine "Life", nel 1964 le gemelle Kessler entrano nel cast di "Biblioteca di Studio Uno", sempre per la regia di Antonello Falqui (nella puntata sull'Odissea interpretano le sirene), mentre l'anno successivo cantano "La notte è piccola", sigla di "Studio Uno", e appaiono sul grande schermo nel film di Dino Risi "I complessi".

Nel frattempo, tra il 1962 e il 1965 sono stati pubblicati i 45 giri "Champagne Twist / Leopardo blues", "Ciao a tutti / E la storia continuò", "Si vede / Il pesciolino d'oro", "La notte è piccola / Lasciati baciare col letkiss", "L'estate è corta / E' fiorito il limone", "Il giro / Sei baciabile". Nella seconda metà degli anni Sessanta le gemelle tedesche appaiono a "La prova del 9" e in "Canzonissima"; sono protagoniste, inoltre, di un carosello per una celebre marca di calze da donna, benché lo scandalo provocato dalle loro gambe faccia sì che la Rai imponga l'utilizzo di calze di nylon scure.

A livello musicale, incidono i 45 giri "Su e giù / Se non sono giovani", "Un amore come dico io / Tranquillamente senza di te", "Viola, violino e viola d'amore / Poco… poco", "Aufwiedesehen / Creep", "Star! / Willie-O" e "Quelli belli come noi / La sveglia del cuore". Tra il 1971 e il 1972 vengono dirette da Luciano Emmer in film tv come "Il piccolo lord", "La gardenia misteriosa", "Il bivio" e "Il furto del Raffaello".

Attrici in televisione, quindi, ma anche a teatro in commedie musicali di Garinei e Giovannini, nel 1974 Ellen e Alice lavorano a "Milleluci", con Mina e Raffaella Carrà, prima di posare, alla soglia dei quarant'anni, per l'edizione italiana di "Playboy". Dopo aver preso parte a "Palcoscenico", nel 1980, e a "Al Paradise", nel 1983, nella seconda metà degli anni Ottanta le gemelle Kessler tornano in Germania, stabilendosi a Monaco di Baviera, pur non disdegnando di tornare periodicamente in Italia per qualche apparizione tv: accade, per esempio, nel 1989 con "Una rotonda sul mare".

Nel 2004 le sorelle Kessler prendono parte a "Super Ciro", programma comico di Italia 1 al fianco di Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, che ha come sigla "Quelli belli come noi". Tra il 2010 e il 2011, invece, le Kessler appaiono su Canale 5 nello show musicale "Io canto" e su Raiuno nel game "I soliti ignoti" (in cui Ellen è un'identità nascosta).

Nell'ottobre del 2011 sono protagoniste di "Dr Jekyll e Mr Hyde", musical tratto dal romanzo di Robert Louis Stevenson diretto da Giancarlo Sepe; in Germania, invece, recitano in un episodio della serie "Tatort", in onda su ARD, accanto a Ulrich Tukur.

Biografia di Ellen Kessler

20 agosto 1936

Chi è Ellen Kessler?


Ellen Kessler (insieme alla sorella gemella Alice) nasce il 20 agosto 1936 a Nerchau, in Germania. Ballerine fin dall'infanzia (iniziano ad andare a scuola di danza quando hanno sei anni), in età adolescenziale intraprendono il programma per ragazzi del Teatro d'Opera di Lipsia: una volta diventate maggiorenni, però, scelgono di scappare dalla Germania Est.

Iniziano la carriera di ballerine a Duesseldorf, al Palladium; poi, tra il 1955 e il 1960 hanno la possibilità di esibirsi al Lido di Parigi insieme con il corpo di ballo delle Bluebell Girls di Margaret Kelly, senza disdegnare alcune apparizioni al cinema: recitano in "Solang'es huebsche Maedchen gibt", di Arthur Maria Rabenalt, "La garçonne", di Jacqueline Audry, e "Tabarin", di Richard Pottier (al fianco di Michel Piccoli).

Dopo avere rappresentato la Germania Ovest all'Eurofestival del 1959 con "Heute Abend wollen wir tanzen geh'n", classificandosi all'ottavo posto, all'inizio degli anni Sessanta si trasferiscono in Italia: nel Belpaese lavorano in diversi ambiti del mondo dello spettacolo, dal teatro al cinema, anche se il loro esordio avviene in televisione. È il 1961, infatti, quando Antonello Falqui, storico regista del piccolo schermo, le lancia nel programma "Giardino d'inverno", che può contare su un cast d'eccezione (l'orchestra diretta dal maestro Gorni Kramer, il Quartetto Cetra, Henri Salvador).

Alice ed Ellen Kessler si esibiscono sulle coreografie preparate da Don Lurio, e lanciano le canzoni "Concertino" (cover del brano omonimo del Quartetto Cetra del 1959) e "Pollo e champagne". Grazie al riscontro di pubblico e al successo conquistato, le Kessler vengono confermate dalla Rai, che nove mesi dopo lancia "Studio Uno": è questo lo show la cui sigla di apertura è la celeberrima "Da-da-un-pa". Il successo prosegue anche al cinema: dopo "Le bellissime gambe di Sabrina", di Camillo Matrocinque, è la volta de "La francese e l'amore", di Christian-Jaque, René Clair e Michel Boisrond, di "Rocco e le sorelle", di Giorgio Simonelli (con Memmo Carotenuto, Moira Orfei, Tiberio Murgia e Alberto Lupo) e di "Gli invasori", di Mario Bava.

Dopo essere apparse nel 1963 nel film "Sodom and Gomorrah", di Robert Aldrich, ed essere finite sulla copertina del magazine "Life", nel 1964 le gemelle Kessler entrano nel cast di "Biblioteca di Studio Uno", sempre per la regia di Antonello Falqui (nella puntata sull'Odissea interpretano le sirene), mentre l'anno successivo cantano "La notte è piccola", sigla di "Studio Uno", e appaiono sul grande schermo nel film di Dino Risi "I complessi".

Nel frattempo, tra il 1962 e il 1965 sono stati pubblicati i 45 giri "Champagne Twist / Leopardo blues", "Ciao a tutti / E la storia continuò", "Si vede / Il pesciolino d'oro", "La notte è piccola / Lasciati baciare col letkiss", "L'estate è corta / E' fiorito il limone", "Il giro / Sei baciabile". Nella seconda metà degli anni Sessanta le gemelle tedesche appaiono a "La prova del 9" e in "Canzonissima"; sono protagoniste, inoltre, di un carosello per una celebre marca di calze da donna, benché lo scandalo provocato dalle loro gambe faccia sì che la Rai imponga l'utilizzo di calze di nylon scure.

A livello musicale, incidono i 45 giri "Su e giù / Se non sono giovani", "Un amore come dico io / Tranquillamente senza di te", "Viola, violino e viola d'amore / Poco… poco", "Aufwiedesehen / Creep", "Star! / Willie-O" e "Quelli belli come noi / La sveglia del cuore". Tra il 1971 e il 1972 vengono dirette da Luciano Emmer in film tv come "Il piccolo lord", "La gardenia misteriosa", "Il bivio" e "Il furto del Raffaello".

Attrici in televisione, quindi, ma anche a teatro in commedie musicali di Garinei e Giovannini, nel 1974 Ellen e Alice lavorano a "Milleluci", con Mina e Raffaella Carrà, prima di posare, alla soglia dei quarant'anni, per l'edizione italiana di "Playboy". Dopo aver preso parte a "Palcoscenico", nel 1980, e a "Al Paradise", nel 1983, nella seconda metà degli anni Ottanta le gemelle Kessler tornano in Germania, stabilendosi a Monaco di Baviera, pur non disdegnando di tornare periodicamente in Italia per qualche apparizione tv: accade, per esempio, nel 1989 con "Una rotonda sul mare".

Nel 2004 le sorelle Kessler prendono parte a "Super Ciro", programma comico di Italia 1 al fianco di Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, che ha come sigla "Quelli belli come noi". Tra il 2010 e il 2011, invece, le Kessler appaiono su Canale 5 nello show musicale "Io canto" e su Raiuno nel game "I soliti ignoti" (in cui Ellen è un'identità nascosta).

Nell'ottobre del 2011 sono protagoniste di "Dr Jekyll e Mr Hyde", musical tratto dal romanzo di Robert Louis Stevenson diretto da Giancarlo Sepe; in Germania, invece, recitano in un episodio della serie "Tatort", in onda su ARD, accanto a Ulrich Tukur.

Biografia di Elmore Leonard

Red hot chili pulp
11 ottobre 1925
20 agosto 2013

Chi è Elmore Leonard?


In possesso di uno stile in grado di rendere con grande sottigliezza i dettagli dello slang e dotato di una notevole sensibilità per il ritmo narrativo, qualità che lo hanno reso scrittore emozionante, Elmore Leonard si è affermato come uno dei migliori esponenti del genere thriller a livello mondiale.

Il suo è stato un approccio al romanzo assai basato sulla trama, cosa che non poteva sfuggire all'industria cinematografica, sempre a caccia di sceneggiature originali. Meglio se grondano pulp. Uno stile che ormai impera e così anche il suo reuccio, Quentin Tarantino, ha finito per appoggiarsi a questo vigoroso scrittore. "Rum punch" è diventato infatti l'ormai celebre "Jackie Brown" del regista italoamericano, così come da "Fuori dal gioco" è stato realizzato il nervoso "Out of sight". Anche "La scorciatoia", pubblicata in Italia (dopo l'uscita del sequel "Chili con Linda"), è stato traslato sul grande schermo nel 1995 da Barry Sonnenfeld in "Get Shorty", con un John Travolta in gran forma, coadiuvato da un cast stellare composto da Gene Hackman, René Russo, Danny DeVito e Dennis Farina.

Un amore ricambiato, a prendere sul serio Ernest "Chili" Palmer, uno dei suoi personaggi più riusciti: ex malavitoso di Brooklyn poi ingaggiato a Miami come esperto in recuperi finanziari (uno strozzino), è un cattivo dal cuore buono, amante sfegatato del cinema di tutti i tipi.

Ma chi si nasconde dietro questo costruttore di trame infallibili? Elmore Leonard, nato a New Orleans l'11 ottobre 1925, è uno che dopo aver combattuto contro i giapponesi durante la Seconda guerra mondiale ed essersi laureato in Letteratura nel 1950, ha pubblicato il suo primo romanzo, "The Bounty Hunters" nel 1953, seguito nei dieci anni successivi da altri cinque romanzi western e una trentina di racconti.

Il buon Leonard si accorge in fretta che i suoi lavori si vendono bene, così dal 1967 in poi si dedica a tempo pieno alla scrittura, decidendo però di abbandonare il genere western per affrontare il noir e la crime story. La consacrazione ad autore di bestseller è arrivata solo nel 1985 con la pubblicazione di "Glitz", cui hanno fatto seguito i molti successi citati.

Elmore Leonard si è spento nella sua casa vicino a Detroit, all'età di 87 anni per le conseguenze di un ictus, il giorno 20 agosto 2013.

Biografia di Enrico Letta

Storie politiche di enfant prodige
20 agosto 1966

Chi è Enrico Letta?


Enrico Letta nasce a Pisa il 20 agosto del 1966. Politico italiano, da sempre nell'area di centro-sinistra, nel 2009 è diventato vicesegretario del Partito Democratico. È stato un Ministro della Repubblica Italiana, nominato alle Politiche comunitarie nel 1998 e all'industria nel 1999. Gianni Letta, braccio destro e collaboratore storico di Silvio Berlusconi, è suo zio.

Il percorso umano e formativo nasce sotto gli auspici europei, per così dire, sin dalla tenera età. Il piccolo Enrico trascorre la sua infanzia a Strasburgo, dove frequenta la scuola dell'obbligo, per poi completare la sua formazione in Italia. Torna a Pisa, la sua città, e si laurea in Diritto internazionale all'Università. Immediatamente poi, consegue il dottorato di ricerca in Diritto delle comunità europee, materia che gli tornerà utile durante l'esperienza parlamentare, presso la Scuola Superiore "S. Anna".

La svolta, dal punto di vista della carriera politica e professionale, arriva nel 1990, quando conosce Beniamino Andreatta, detto Nino, importante politico ed economista italiano, democristiano e poi dell'ala moderata di sinistra. Il giovane Enrico decide di seguirlo in politica, divenendo subito capo della sua segreteria, all'interno del Ministero degli Esteri, al governo Ciampi. Nel frattempo poi, diventa ricercatore dell'Arel, l'Agenzia di ricerche e legislazione fondata proprio da Andreatta, che, tre anni dopo, nel 1993, lo vedrà assumere il segretariato generale.

Nel 1991, quando ha appena 25 anni, ormai lanciatissimo, viene eletto presidente dei Giovani del Partito Popolare europeo, ala democristiana dal Parlamento Europeo. L'esperienza dura fino al 1995, quando diventa segretario generale del Comitato Euro del Ministero del Tesoro, ufficialmente nel biennio 1996-1997. Nel biennio successivo invece, viene nominato vicesegretario nazionale del Partito Popolare Italiano, esattamente dal gennaio del 1997 al novembre del 1998. A partire da questa data, con il primo governo D'Alema, viene nominato all'età di soli 32 anni ministro per le Politiche Comunitarie. È un record per la storia della politica nazionale: nessuno ha mai preso in mano le redini di un dicastero in così giovane età. Prima di lui, il primato spettava a Giulio Andreotti, nominato ministro a 35 anni.

Nello stesso periodo esce anche uno dei suoi tanti libri, dal titolo "Euro sì - Morire per Maastricht", edito da Laterza e pubblicato nel 1997. Nel 1999, all'interno del secondo governo presieduto da Massimo D'Alema, passa a dirigere il Ministero dell'Industria, fino al 2001, quando viene nominato responsabile nazionale per l'economia all'interno del partito della Margherita. Nel frattempo, anche durante il governo Amato gli viene rinnovata la fiducia, ed Enrico Letta aggiunge tra le sue responsabilità istituzionali anche quella di ministro del Commercio con l'Estero.

Durante il governo Berlusconi torna alla scrittura e alla divulgazione, pur ricoprendo sempre l'incarico di parlamentare, all'interno delle forze di opposizione. Scrive "La Comunità competitiva", nel 2001, e "Dialogo intorno all'Europa", a quattro mani con il filosofo e intellettuale Lucio Caracciolo, edito da Laterza nel 2002. Prosegue su questa linea con i successivi lavori, pubblicati rispettivamente dal Mulino e da Donzelli nel 2003 e nel 2004: "L'allargamento dell'Unione europea" e "Viaggio nell'economia italiana", quest'ultimo scritto con Pier Luigi Bersani.

Nel giugno del 2004 rassegna le dimissioni dalla Camera in vista delle elezioni europee. Capolista dell'Ulivo, viene eletto deputato europeo per la circoscrizione Italia Nord-Est, raggiungendo 176 mila preferenze. In Europa, si iscrive al gruppo parlamentare dell'Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa. Si tratta solo di una serie di nomine e di interventi che lo vedono protagonista in Europa, luogo d'elezione scelto sin dalla giovinezza dal politico pisano, per natura portato alle relazioni all'interno del cosiddetto Vecchio Continente. Divieve infatti, ben presto, membro della Commissione per i problemi economici e monetari, oltre che della Commissione temporanea sulle sfide e i mezzi finanziari dell'Unione allargata nel periodo 2007-2013. Entra altresì a far parte della Delegazione per le relazioni con i paesi del Maghreb e l'Unione del Maghreb arabo.

Nella XV Legislatura Enrico Letta ritorna un parlamentare della Repubblica, e il 17 maggio del 2006 viene nominato sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, all'interno della breve esperienza del Governo di Romano Prodi. Dura appena due anni, fino all'8 maggio del 2008.

In realtà, il momento segna un passaggio di consegna curioso e inedito, a suo modo, per la storia della Repubblica Italiana, perché vede il nipote, Enrico, succedere allo zio Gianni Letta, anche lui in precedenza nominato sottosegretario ma per il Governo di Silvio Berlusconi.

Al momento della nuova vittoria del centro-destra, avviene nuovamente il passaggio di consegna, con la restituzione dell'incarico allo zio Gianni Letta.

Il 2007 è un altro anno di svolta per lui, con la nascita del Partito Democratico e l'inizio di una nuova avventura politica. Dal 23 maggio del 2007 è uno dei 45 membri del Comitato nazionale per il Partito Democratico, il quale mette insieme i leader del futuro PD. Il 24 luglio annuncia la sua candidatura alle primarie per la segreteria del Partito. Lo fa utilizzando Youtube, mezzo che lo vede tra i maggiori fruitori all'interno della politica nazionale. Alle primarie però Letta arriva terzo, con 391.775 voti, alle spalle di Rosy Bindi e Walter Veltroni, eletto segretario praticamente con oltre il 75%. Passano due anni, e alle nuove primarie del PD Letta si pone al fianco di Pier Luigi Bersani, sostenendo la sua mozione, la quale risulta vincente. Il 7 novembre del 2009, Letta viene eletto vicesegretario nazionale del Partito Democratico. A spiccare, tra le sue proposte di legge, c'è soprattutto quella sull'abolizione dei vitalizi dei parlamentari, che alla fine del 2011 viene accolta favorevolmente dal nuovo governo tecnico presieduto da Mario Monti.

Nel frattempo, pubblica altri due libri, nel 2009 e nel 2010: "Costruire una cattedrale. Perché l'Italia deve tornare a pensare in grande" e "L'Europa è finita?", quest'ultimo scritto ancora una volta con l'intellettuale Lucio Caracciolo. Appassionato di Subbuteo e assiduo lettore di Dylan Dog, in ambito calcistico tifa Milan. Letta è sposato in seconde nozze con la giornalista Gianna Fregonara. Ha tre figli.

Nel mese di aprile 2013, dopo il disastro parlamentare del Pd che ha fallito nel proporre un nuovo Presidente della Repubblica, il neo rieletto Giorgio Napolitano designa Enrico Letta per la formazione di un nuovo governo. Il suo operato dura fino al 14 febbraio 2014, quando si dimette in seguito all'ascesa di Matteo Renzi.

Nel mese di aprile del 2015 annuncia le sue dimissioni da parlamentare: rinunciando alla pensione da, si dedicherà all'attività di guida della scuola di affari internazionali dell’università di Parigi.

Biografia di Slobodan Milosevic

Satrapo balcanico
20 agosto 1941
11 marzo 2006

Chi è Slobodan Milosevic?


Slobodan Milosevic nasce il 20 agosto 1941 nella città di Pozarevac nella Repubblica di Serbia. Nel 1964 ottiene la laurea in legge all'università di Belgrado e inizia la propria carriera nei settori amministrativo e bancario.

Entra giovanissimo nella Lega dei comunisti. Mentre è a Belgrado a studiare il padre si suicida. Undici anni dopo, la madre farà lo stesso. Anche lo zio materno, ex generale, si suicida. Queste tragedie segnano profondamente il giovane Slobodan.

Terminata l'università si iscrive al Partito comunista: è il percorso obbligato per fare carriera nella Jugoslavia di Tito. Milosevic diventa funzionario della "Tehnogas" di Belgrado, una delle più grandi compagnie industriali della Serbia. Passa poi alla guida della Beobanka, il principale istituto di credito del Paese. Viaggia spesso e soggiorna a lungo negli USA. Impara i segreti della finanza e affina il suo inglese.

Sposato e con due figli, Marija e Marko, la moglie Mirjana Markovic, è un'affermata professoressa all'università di Belgrado ed è membro dell'Accademia Russa Delle Scienze Sociali.

Dopo essere entrato in politica Milosevic ricopre alcune delle più importanti cariche pubbliche della Repubblica di Serbia. È il fondatore ed il presidente del partito socialista serbo. Sia nelle elezioni nazionali del 1990 sia in quelle del 1992, Milosevic viene eletto presidente della Serbia dalla grande maggioranza degli elettori. Il 15 luglio 1997 viene eletto presidente della Jugoslavia mediante una votazione segreta svoltasi durante la riunione della Camera Della Repubblica e della Camera Dei Cittadini, facenti parte dell'Assemblea Federale.

Il suo mandato inizia il 23 luglio 1997, dopo aver giurato fedeltà alla Repubblica durante la riunione dell'Assemblea Federale. Da allora Milosevic è rimasto per lungo tempo saldamente al potere, fino alla sconfitta alle elezioni presidenziali del settembre 2000.

Considerato uno dei maggiori responsabili del genocidio che è stato perpetrato in Serbia nei confronti dei kosovari, denunciato per crimini contro l'umanità, il satrapo balcanico viene arrestato come ordinato dal Tribunale Internazionale dell'Aja poichè, secondo l'accusa, "dal gennaio 1999 fino al 20 giugno 1999, Slobodan Milosevic, Milan Milutinovic, Nikola Sainovic, Dragoljub Ojdanic e Vlajko Stojiljkovic hanno pianificato, istigato, ordinato, eseguito o in qualunque altro modo sostenuto e favorito una campagna di terrore e violenza diretta verso civili albanesi abitanti nel Kosovo, all'interno della Repubblica Federale Yugoslava".

Muore per cause naturali, nella prigione di Scheveningen, il giorno 11 marzo 2006, mentre era ancora in corso il processo per crimini di guerra, apertosi nel febbraio 2002 al Tribunale penale internazionale dell'Aia.

Biografia di Papa Pio X

2 giugno 1835
20 agosto 1914

Chi è Papa Pio X?


Nato a Riese, in provincia di Treviso, il 2 giugno 1835, Giuseppe Melchiorre Sarto cresce in una famiglia umile: sua mamma, analfabeta, svolge piccoli lavori di sartoria, mentre il padre è un fattorino. Oltre a Giuseppe, la coppia mette al mondo altri dieci figli. Proprio a causa della famiglia numerosa, il ragazzo si rende conto che, pur amando lo studio e le attività intellettuali, deve impegnarsi a lavorare per contribuire alle spese familiari. Dopo aver terminato gli studi presso la scuola di Castelfranco Veneto, nel 1850 Giuseppe riesce ad entrare nel Seminario di Padova grazie all'intervento del cardinale Jacopo Monico, allora patriarca di Venezia, ma originario di Riese.

Il 18 settembre 1858 il giovane riceve il Sacramento dell'Ordine Sacro da parte del vescovo di Treviso, Giovanni Antonio Farina. Sempre nello stesso anno, a novembre, viene nominato cappellano in un piccolo villaggio nei pressi di Treviso, chiamato Tombolo. Trascorsi qui altri nove anni, si trasferisce a Salzano per ordine del Vescovo. Qui Giuseppe Sarto guida una comunità parrocchiale composta da circa duemila persone, molte delle quali scettiche a causa della sua provenienza e della vicinanza ai contadini. Ben presto però il futuro Papa conquista tutti i parrocchiani, anche quelli più istruiti: la sua generosità si mostra senza riserve nei confronti di chi ha bisogno.

Il 28 novembre 1875 riceve dal Vescovo la nomina di direttore spirituale, e gli viene data la possibilità di entrare nel seminario di Treviso per intraprendere la strada del sacerdozio. Nel 1885 è proprio il Papa Leone XIII a nominarlo vescovo della diocesi di Mantova. Si tratta di una "missione" abbastanza difficile per Giuseppe Sarto, in quanto i contadini, ridotti ormai in miseria, si sentono abbandonati anche dalla Chiesa e non hanno più alcuna fiducia nel futuro. Durante questo periodo egli visita 153 parrocchie, e convoca un Sinodo diocesano per fare il punto della situazione e trovare soluzioni concrete ai problemi della gente. Per sostenere il seminario e quindi la formazione dei sacerdoti, Sarto chiede un piccolo aiuto agli abitanti della Diocesi: ognuno di loro risponde con molta solerzia e generosità. Proprio perché preoccupato delle sorti del seminario, per un po' di tempo ne diventa rettore, pur ricoprendo contemporaneamente la carica di patriarca di Venezia.

Trascorrono intanto nove anni. Papa Leone XIII muore e viene convocato il Conclave per procedere alle elezioni del nuovo Pontefice. Il giorno 4 agosto 1903 Giuseppe Sarto diventa Papa. La scelta del nome "Pio", non è casuale, ma si riferisce ai Papi che lo hanno preceduto nell'800 e che "hanno sofferto". A quanto pare, la sofferenza del nuovo Papa Pio X consiste nel non sentirsi adatto a ricoprire una carica così prestigiosa. Eppure la storia lo ricorda come un Pontefice dal temperamento forte, dotato di equilibrio ed entusiasmo, soprattutto per i giovani, ai quali dedica il "catechismo".

Inoltre diffonde la convinzione che sia utile, per i bambini, ricevere la Comunione durante la Messa.

Papa Pio X muore il 20 agosto 1914 a Roma, nei primi giorni della Prima guerra mondiale. Nel 1954 viene beatificato e reso Santo. Nel 1952 il suo paese natale cambia nome in suo onore diventando Riese Pio X.

Biografia di Howard Phillips Lovecraft

Fra Providence e il Cosmo
20 agosto 1890
15 marzo 1937

Chi è Howard Phillips Lovecraft?


Nato il 20 agosto del 1890 a Providence, (USA), H. P. Lovecraft è considerato uno dei più grandi autori horror di sempre.

La sua particolarità sta nell'aver creato un mondo fantastico e suggestivo, in cui la dimensione dell'orrore si colloca addirittura sul piano cosmico. Figlio unico di una famiglia agiata e benestante, perde a soli otto anni il padre, rappresentante di commercio, vittima della sifilide.

Il futuro scrittore cresce così all'ombra delle donne di famiglia rappresentate dalle zie e dalla madre, quest'ultima una donna non molto equilibrata e incline a forme di comportamento ossessive. Con il piccolo Howard, ad esempio, si atteggia in modo eccessivamente protettivo, impedendogli di giocare con i coetanei o, spesso e volentieri, anche di uscire. A questo stato di segregazione si aggiungano una serie di lutti che colpiscono il bambino, da quello già citato del padre (un padre abbastanza assente comunque), a quello dell'amato nonno materno, una figura che agli occhi di Howard aveva incarnato e sostituito qualità paterne. Ma la perdita del nonno è anche un duro colpo sul piano economico, visto che grazie alla sua dipartita si interrompono le attività commerciali che egli portava avanti di persona.

Tuttavia, un bene prezioso il nonno la lascia pur sempre in eredità a Lovecraft: la sua estesa biblioteca ricca di libri antichi e di classici, in cui il giovane può immergersi e divagare grazie alla sua accesa fantasia e sensibilità.

Non a caso, si appassiona alle letture più strampalate o fantasiose (ma anche assai colte), che vanno dalla mitologia greca e latina, alla letteratura fantastico - fiabesca, fino ad arrivare a tomi di argomento scientifico. L'influenza di queste letture è ben visibile sulla sua produzione successiva (sì, perchè già a sette anni Lovecraft componeva brevi racconti di ispirazione macabra), mai esente da una certa patina arcaicizzante.

Di fatto, comunque, Lovecraft si rivela un vero e proprio bambino prodigio. Oltre a scrivere come detto brevi racconti, redige anche innovativi articoli di astronomia e chimica, accolti con entusiasmo dalle principali riviste amatoriali dell'epoca. Inoltre, pubblica a sua cura numerosi "fogli" periodici, di argomento miscellaneo, nei quali fa sfoggio di una prodigiosa erudizione (tra i più importanti di questi fogli, vi è il "The Conservative").

Problemi di salute, legati alla sua costituzione debole, gli impediscono però di completare gli studi della scuola superiore; inoltre, prende forma in questo periodo il suo stile di vita schivo e solitario, malgrado le numerose amicizie epistolari, che smentiscono in parte il soprannome che lo scrittore si guadagnerà negli anni, quello appunto di "solitario di Providence". Di fatto, comunque, l'epistolario lovecraftiano costituisce un corpus superiore perfino alla stessa produzione letteraria; e non solo per dimensioni, ma soprattutto per la profondità filosofico - concettuale, la varietà dei temi, la sterminata erudizione storico ? artistico ? letteraria e l'eccezionale spessore umano.

Il 1917 è l'anno della svolta: fallito il tentativo di arruolarsi nell'esercito e di partecipare alla Prima Guerra Mondiale, a causa dei suoi cronici problemi di salute (e all'opprimente influenza materna), Lovecraft decide di imprimere un cambiamento alla sua esistenza. Inizia così la grande stagione della narrativa lovecraftiana, che è possibile suddividere sommariamente in tre fasi: dapprima quella dei racconti fantastici, comprendente la sua produzione letteraria più "onirica" e visionaria, influenzata dalla spiccata ammirazione per Lord Dunsany (il suo principale modello estetico fino alla metà degli anni Venti): questa fase è in parte corrotta da una imitazione, talora eccessivamente di maniera, del "gotico" alla Poe. In seguito, prendono vita le storie del macabro "cosmico" e filosofico ispirate da una vena decisamente più personale.

In questa fase si colloca il fondamentale "The Call of Cthulhu" (1926), che prefigura la successiva evoluzione delle tematiche narrative verso il cosiddetto "cosmicism" e la creazione di una pseudo ? mitologia in funzione simbolica(che si fonda perfino su un Libro magico di pura invenzione, il "Necronomicon"). Questi scritti hanno fatto la fortuna di Lovecraft a partire dal secondo dopoguerra, dando ad alcuni critici lo spunto per apparentare gran parte della sua produzione successiva sotto l'etichetta del "Ciclo di Cthulhu", espressione in realtà mai usata da Lovecraft.

Negli anni Trenta, invece, si passa ad una letteratura di matrice più spiccatamente fantascientifica.

Gran parte dei suoi racconti e delle sue poesie sono apparsi nell'attivo mercato delle fanzines americane dell'epoca dedicate al fantastico, tra cui, in primis, la famosissima "Weird Tales", che nasce proprio nel 1923, e altre tra cui "Amazing Stories" e "Astounding".

Diventato oggetto di culto e venerazione da parte di schiere di ammiratori e appassionati del fantastico fin dagli anni Venti, Lovecraft non conobbe mai in vita la vera fama: sempre poverissimo, ricava gran parte del suo sostentamento economico dagli aborriti ma indispensabili lavori di revisione o riscrittura di manoscritti inviatigli da una clientela ambiziosa quanto artisticamente poco dotata, mentre il proprio sostentamento spirituale, da lui tenuto in ben più elevata considerazione, lo ricavava dalla fittissima corrispondenza con giovani amici e ammiratori che incoraggia e avviava all'attività letteraria.

Lovecraft muore e viene sepolto nel 1937 nella sua Providence. Ed è proprio il caso di usare l'espressione "sua" poichè non per nulla sull'epigrafe che compare incisa sulla sua lapide funeraria, posta nello Swan Point Cemetery, vi compare a chiare lettere il motto: I AM PROVIDENCE.

Biografia di Eleonora Pimentel Fonseca

Siamo liberi in fine
13 gennaio 1752
20 agosto 1799

Chi è Eleonora Pimentel Fonseca?


Eleonora de Fonseca, marchesa di Pimentel, nasce a Roma il 13 gennaio 1752 da una famiglia di origine portoghese approdata Roma e, successivamente, a Napoli. Molto incline alle lettere, sin da giovane compone versi arcadici molto apprezzati che la proiettano fra i personaggi più noti degli ambienti culturali della Napoli del '700.

Intrattiene intensi rapporti epistolari con Pietro Metastasio e con Voltaire, ed entra nell'Accademia dei Filateti ed in quella dell'Arcadia.

Agli inizi del 1778 Eleonora Pimentel Fonseca sposa l'ufficiale e nobile napoletano Pasquale Tria de Solis, che però lascerà sei anni dopo. Intanto è andato accrescendosi in lei l'interesse per la politica fino ad aderire attivamente alle idee repubblicane e giacobine.

Per il suo attivismo politico viene arrestata nell'ottobre del 1798 ma, con l'arrivo a Napoli dei francesi, tre mesi dopo riconquista la libertà. Durante la breve ma esaltante esperienza della Repubblica Napoletana, che insieme a Carlo Lauberg e pochi altri contribuisce a far nascere, si occupa della redazione del periodico ufficiale "Il Monitore della Repubblica napolitana una ed indivisibile", uscito da febbraio a giugno del 1799, e scritto quasi interamente da lei. Ed è proprio questo il primo giornale che vara l'"editoriale", poi adottato da tutte le altre testate.

Il primo numero apre con un messaggio di esultanza: "… siamo liberi in fine, ed è giunto anche per noi il giorno, in cui possiamo pronunciare i sacri nomi di libertà e uguaglianza, ed annunciarci alla repubblica Madre come suoi degni figliuoli; a' popoli liberi d'Italia ed Europa, come loro degni confratelli…".

L'azione combinata del cardinale Ruffo e dell'ammiraglio Horatio Nelson, l'uno da terra e l'altro dal mare costringono, il 13 giugno, i francesi all'abbandono della città. I repubblicani napoletani tentano di resistere ma, data la sproporzione di forze in campo, dopo qualche giorno si arrendono dietro l'impegno dell'incolumità per tutti loro. Ma Nelson non rispetta i termini dell'accordo e, facendosi mano armata di Ferdinando IV, gli consegna i capi giacobini. E' un massacro.

Migliaia di cittadini vengono arrestati e molte centinaia giustiziati. Cadono i nomi più illustri della cultura e del patriottismo napoletano.

Processata dalla giunta di Stato, la marchesa di Pimentel è condannata a morte: viene impiccata, insieme al principe Giuliano Colonna, all'avvocato Vincenzo Lupo, al vescovo Michele Natale, al sacerdote Nicola Pacifico, ai banchieri Antonio e Domenico Piatti, a Gennaro Serra di Cassano il 20 agosto 1799, a Napoli, a soli 47 anni. L'ammiraglio Francesco Caracciolo viene impiccato sulla nave dello stesso Horatio Nelson.

In quegli stessi giorni sono giustiziati, tra gli altri, il giurista Francesco Conforti, il colonnello Gabriele Manthoné, il docente universitario e scienziato Domenico Cirillo, gli scrittori Vincenzo Russo e Mario Pagano, Ignazio Ciaia, Ettore Carafa, Giuseppe Logoteta.

La restaurazione borbonica, insomma, in brevissimo tempo ha falciato quello che Benedetto Croce definirà "il fiore dell'intelligenza meridionale".

Biografia di Robert Plant

Storia del Rock
20 agosto 1948

Chi è Robert Plant?


Robert Anthony Plant nasce a West Bromwich, città della contea delle West Midlands, in Inghilterra, il giorno 20 agosto 1948. Cresce ad Halesowen, nel Worcestershire, dove frequenta la scuola elementare King Edward VI: la sua carriera scolastica prosegue regolare fino a quando, adolescente, rimane colpito dalla scoperta della musica blues e rock 'n' roll. Viene assorbito da questa passione tanto che sviluppa una grande devozione per Elvis Presley.

Quando Robert Plant ha solo quindici anni, il padre - di professione ingegnere - lo accompagna spesso al Seven Stars Blues Club di Stourbridge, dove il figlio si esibisce con la "Delta Blues Band" ed i "Sounds of Blue", proponendo rivisitazioni di Muddy Waters ed altri grandi classici del blues.

La situazione si fa tesa in famiglia quando un anno dopo queste prime esperienza comunica ai genitori l'intenzione di abbandonare il tirocinio - che aveva iniziato solo due settimane prima presso uno studio contabile - per dedicarsi a tempo pieno alla musica blues.

Il giovane Plant lascia così la famiglia a soli diciassette anni: accumula esperienza entrando a far parte di diversi gruppi di Birmingham, tra cui i "New Memphis Bluesbreakers" ed i "Black Snake Moan". Contemporaneamente svolge diversi lavori per mantenersi.

Durante la sua militanza nella band "The Crawling King Snakes", nel 1965 conosce e fa amicizia con un il batterista John Bonham. Il legame con Bonham, sia artistico che di amicizia, durerà a lungo negli anni a venire. I due amici si ritrovano ancora assieme nella "Band of Joy" nel 1967, fondendo il loro amore per il blues con le nuove vibrazioni psichedeliche provenienti dalla West Coast californiana.

Nel 1966 Robert Plant coglie un'opportunità e incise per la CBS il suo primo 45 giri come cantante del trio soul "Listen," una cover di "You Better Run" degli Young Rascals; il disco vede sul lato B il pezzo "Everybody's Gonna Say", un brano in cui è coautore.

Tra la fine del 1966 ed il 1967 la CBS pubblica, questa volta con il nome "Robert Plant", altri due 45 giri, "Our Song/Laughin', Cryin', Laughin'" e "Long Time Coming/I've Got A Secret".

Nonostante il poco successo, nell'ambiente musicale inglese il nome di Robert Plant inizia a circolare e la sua reputazione, così come la sua formidabile voce, si fanno conoscere sempre più. Per un breve periodo Plant forma addirittura un duo con Alexis Korner, il primo bluesman inglese assieme a Cyril Davies. I due effettuano diverse registrazioni assieme.

In quel periodo Plant inizia anche a cantare in un gruppo chiamato "Hobbstweedle", formazione folk rock che combina elementi blues, psichedelici e tematiche fantastiche che si ispirano a "Il Signore degli Anelli" di J.R.R. Tolkien, opera di cui Plant è grande appassionato.

Nel 1968 Robert Plant viene contattato dal chitarrista Jimmy Page per entrare a far parte dei nascituri Led Zeppelin. Robert diventa voce solista e autore, contribuendo in maniera determinante alla nascita dell'heavy metal, genere di cui il gruppo è comunemente ritenuto iniziatore.

Nello stesso periodo anche la vita privata del cantante conosce due momenti significativi: il 21 ottobre 1968 nasce la figlia Carmen Jane, e si unisce in matrimonio con la sua compagna di origine indiana Maureen Wilson, dopo pochi giorni dalla nascita della loro bambina.

I Led Zeppelin segnano l'inizio di un'epoca musicale nuova: il successo di vendite dei dischi è clamoroso, così come il pubblico che partecipa numeroso ai concerti. La vita di Plant diventa sregolata nonché colma di vizi ed eccessi. Il personaggio pubblico Robert Plant, diviene grazie alla sua voce sensuale un vero sex-symbol; contribuiscono molto anche le pose e gli atteggiamenti sfrontati sul palco, al limite dell'osceno.

Nonostante a rimetterci di più sia stata la sua famiglia, Maureen dà alla luce un altro figlio, Karac Pendragon, nato il 22 aprile 1971.

Nell'agosto del 1975, mentre si trova in vacanza nell'isola greca di Rodi, viene coinvolto in un incidente automobilistico che lo costringe a lungo su una sedia a rotelle. Caparbiamente continua a lavorare registrando in studio in attesa di tornare sulle scene. Il 26 luglio 1977 il figlio Karac muore, a causa di una non precisata infezione. Plant si chiude in se stesso meditando un ritiro artistico.

Il 21 gennaio 1979 viene alla luce un altro figlio: Logan Romero. Ma solo pochi mesi dopo, il 24 settembre 1980, i Led Zeppelin si sciolgono definitivamente, in seguito a un altro fatto drammatico: la morte del batterista e grande amico John Bonham, scomparso mentre dormiva ubriaco soffocato dal suo stesso vomito.

Dal 1982, a dispetto dell'evidente abbassamento del suo timbro vocale, Plant inizia a dedicaris con alterne fortune alla propria carriera solista, riprendendo ed ampliando molti dei temi costituenti la complessa alchimia musicale dei Led Zeppelin come il blues, il folk, la musica araba e le tematiche mitologiche, in particolar modo quelle celtiche.

Nel 2008 la rivista Rolling Stone colloca Robert Plant al quindicesimo posto nella Lista dei 100 più grandi cantanti di tutti i tempi.

Biografia di Salvatore Quasimodo

Un meraviglioso viaggio poetico
20 agosto 1901
14 giugno 1968

Chi è Salvatore Quasimodo?


Salvatore Quasimodo nasce a Modica, in provincia di Ragusa il 20 agosto 1901 e trascorre gli anni dell'infanzia in piccoli paesi della Sicilia seguendo il padre Gaetano, capostazione delle Ferrovie dello Stato. Dopo il tremendo terremoto del 1908 si trasferisce a Messina dove il padre è chiamato per riorganizzare la locale stazione: inizialmente sono i vagoni ferroviari la loro dimora, come accaduto per molti altri superstiti.

Questa esperienza di dolore tragica e precoce lascerà un profondo segno nell'animo del poeta.

Nella città dello Stretto Salvatore Quasimodo compie gli studi fino al conseguimento del diploma nel 1919 presso l'Istituto Tecnico "A. M. Jaci", sezione fisico-matematica. A quel'epoca risale un evento di fondamentale importanza per la sua formazione umana e artistica: l'inizio del sodalizio con Salvatore Pugliatti e Giorgio La Pira, che durerà poi tutta la vita.

Negli anni messinesi Quasimodo comincia a scrivere versi che pubblica su riviste simboliste locali.

Conseguito il diploma, appena diciottenne, Quasimodo lascia la Sicilia con cui manterrà un legame edipico, e si stabilisce a Roma.

In questo periodo continua a scrivere versi e studia il latino e il greco presso monsignor Rampolla del Tindaro, nello stato del Vaticano.

Nel 1926 viene assunto al Ministero dei Lavori Pubblici e assegnato al Genio Civile di Reggio Calabria. L'attività di geometra, per lui faticosa e del tutto estranea ai suoi interessi letterari, sembra però allontanarlo sempre più dalla poesia e, forse per la prima volta, deve considerare naufragate per sempre le proprie ambizioni poetiche.

Tuttavia il riavvicinamento alla Sicilia, i contatti ripresi con gli amici messinesi della prima giovinezza e soprattutto il rinvigorirsi dell'amicizia con Salvatore Pugliatti, insigne giurista e fine intenditore di poesia, volgono a riaccendere la volontà sopita e a far sì che Quasimodo riprenda i versi del decennio romano, per rivederli e aggiungerne di nuovi.

Nasce così nel contesto messinese il primo nucleo di "Acque e terre". Nel 1929 si reca a Firenze dove il cognato Elio Vittorini lo introduce nell'ambiente di "Solaria", facendogli conoscere i suoi amici letterati: da Alessandro Bonsanti ad Arturo Loira, a Gianna Manzini ed Eugenio Montale, che intuiscono presto le doti del giovane siciliano. Proprio per le edizioni di "Solaria" (che aveva pubblicato alcune liriche di Quasimodo) esce nel 1930 "Acque e terre", il primo libro della storia poetica di Quasimodo, accolto con entusiasmo dai critici, che salutano la nascita di un nuovo poeta.

Nel 1932 Quasimodo vince il premio dell'Antico Fattore, patrocinato dalla rivista e nello stesso anno, per le edizioni di "circoli", esce "Oboe sommerso". Nel 1934 si trasferisce a Milano, città che segnerà una svolta particolarmente significativa nella sua vita, non solo artistica. Accolto nel gruppo di "corrente" si ritrova al centro di una sorta di società letteraria, di cui fanno parte poeti, musicisti, pittori, scultori.

Nel 1936 pubblica con G. Scheiwiller "Erato e Apòllion" con cui si conclude la fase ermetica della sua poesia. Nel 1938 lascia il suo lavoro presso il Genio Civile e inizia l'attività editoriale come segretario di Cesare Zavattini, il quale più tardi lo farà entrare nella redazione del settimanale "Il Tempo". Nel 1938 esce la prima importante raccolta antologica "Poesie", con un saggio introduttivo di Oreste Macrì, che rimane tra i contributi fondamentali della critica quasimodiana. Il poeta intanto collabora alla principale rivista dell'ermetismo, la fiorentina "letteratura".

Nel biennio 1939-40 Quasimodo mette a punto la traduzione dei Lirici greci che esce nel 1942 che, per il suo valore di originale opera creativa, sarà poi ripubblicata e riveduta più volte. Sempre nel 1942 esce "Ed è subito sera".

Nel 1941 gli viene concessa, per chiara fama, la cattedra di Letteratura Italiana presso il Conservatorio di musica "Giuseppe Verdi" di Milano. Quasimodo insegnerà fino all'anno della sua morte.

Durante la guerra, nonostante mille difficoltà, Quasimodo continua a lavorare alacremente: mentre continua a scrivere versi, traduce parecchi Carmina di Catullo, parti dell'Odissea, Il fiore delle Georgiche, il Vangelo secondo Giovanni, Epido re di Sofocle (lavori che vedranno la luce dopo la liberazione). Quasimodo porterà avanti questa attività di traduttore anche negli anni successivi, parallelamente alla propria produzione e con risultati eccezionali, grazie alla raffinata esperienza di scrittore. Tra le sue numerosissime traduzioni: Ruskin, Eschilo, Shakespeare, Molière, e ancora Cummings, Neruda, Aiken, Euripide, Eluard (quest'ultima uscita postuma).

Nel 1947 esce la sua prima raccolta del dopoguerra, "Giorno dopo giorno", libro che segna una svolta nella poesia di Quasimodo. La poesia di Quasimodo supera quasi sempre lo scoglio della retorica e si pone su un piano più alto rispetto all'omologa poesia europea di quegli anni; il poeta, sensibile al tempo storico che vive, accoglie temi sociali ed etici e di conseguenza varia il proprio stile. Nel 1949 esce "La vita non è un sogno", ancora ispirato al clima resistenziale.

Nel 1950 Quasimodo riceve il premio San Babila e nel 1953 l'Etna-Taormina insieme a Dylan Thomas. Nel 1954 esce "Il falso e vero verde", un libro di crisi, con cui inizia una terza fase della poesia di Quasimodo, che rispecchia un mutato clima politico. Dalle tematiche prebelliche e postbelliche si passa a poco a poco a quelle del consumismo, della tecnologia, del neocapitalismo, tipiche di quella "civiltà dell'atomo" che il poeta denuncia mentre si ripiega su se stesso e muta ancora una volta la sua strumentazione poetica. Il linguaggio ridiventa complesso, più scabro e suscita perplessità in quanti vorrebbero il poeta sempre uguale a se stesso. Segue nel 1958 un antologia della Poesia italiana del dopoguerra; nello stesso anno compie un viaggio in URSS nel corso del quale venne colpito da infarto, cui segue una lunga degenza all'ospedale Botkin di Mosca.

Il 10 dicembre 1959, a Stoccolma, Salvatore Quasimodo riceve il premio Nobel per la Letteratura. Al Nobel seguirono moltissimi scritti e articoli sulla sua opera, con un ulteriore incremento delle traduzioni. Nel 1960 l'Università di Messina gli conferisce la laurea honoris causa oltre alla cittadinanza onoraria dallo stesso comune.

La sua ultima opera, "Dare e avere" è del 1966: si tratta di una raccolta che è un bilancio della propria vita, quasi un testamento spirituale (il poeta sarebbe morto appena due anni dopo). Nel 1967 è l'Università di Oxford a conferirgli la laurea honoris causa.

Colpito da ictus ad Amalfi, dove si trovava per presiedere un premio di poesia, Quasimodo muore il 14 giugno 1968, sull'auto che lo sta accompagnando a Napoli.

Le opere del Poeta Premio Nobel per la Letteratura sono tradotte in quaranta lingue e sono studiate in tutti i Paesi del mondo.

Biografia di Friedrich Schelling

La fasi del pensiero
27 gennaio 1775
20 agosto 1854

Chi è Friedrich Schelling?


Friedrich Wilhelm Joseph von Schelling, o più semplicemente Friedrich Schelling, nasce a Leonberg, in Germania, il 27 gennaio del 1775. Grande filosofo, insieme con Fichte ed Hegel è considerato il padre dell'idealismo tedesco, autore di alcune delle opere di filosofia più importanti di sempre.

Il padre del giovane Schelling è un colto pastore protestante. Dell'infanzia del futuro filosofo si può ricordare soprattutto la sua straordinaria precocità intellettuale. Entro gli otto anni infatti il piccolo Friedrich è padrone delle lingue classiche, latino e greco. A quindici anni studia da teologo. Entro i venti anni elabora già un proprio pensiero filosofico, il quale si pone alla base di tutta la sua esperienza intellettuale di studioso e pensatore.

Entro il 1790, come detto, all'età di quindici anni, entra al Tübinger Stift, il famoso seminario di Tubinga, per seguire gli studi teologici. Qui instaura una grande amicizia con il poeta Friedrich Hölderlin e il futuro "collega" Georg W. F. Hegel.

Il nume ispiratore per il giovane studente di teologia è Fichte, che in questi anni ha già gettato i prodromi dell'idealismo. E poi c'è Kant, naturalmente, a cui fare riferimento. Intanto le notizie che arrivano dalla Francia rivoluzionaria finiscono anche per penetrare nel severo istituto tedesco, surriscaldando gli animi dei suoi studenti più arditi, tra i quali c'è, ovviamente, anche Schelling. Insieme con Hölderlin ed Hegel si appassiona alla Rivoluzione Francese e ne diventa un sostenitore, pur nel silenzio e nella segretezza dell'austero collegio.

Tra il 1795 e il 1796, Schelling diventa precettore, nella città di Lipsia, dove si occupa di scienze naturali. Qui frequenta la cerchia dei fratelli Wilhelm e Friedrich Schlegel, soprattutto appassionandosi alle idee romantiche. Del gruppo, più o meno a distanza, fanno parte anche Goethe, Novalis, Schiller e il suo vecchio amico Hölderlin. Secondo alcune fonti sarebbe stato proprio il grande poeta vate della cultura tedesca, Goethe, a fargli ottenere una cattedra presso l'Università di Jena, intorno al 1798, da cui avrebbe condiviso il successo filosofico insieme a Fichte. Lì, ne diventa il successore accademico, insegnando dopo di lui scienze filosofiche. Tra loro tuttavia, nonostante la continuità dal punto di vista del pensiero filosofico, cominciano ad esserci i primi dissapori e le iniziali diatribe teoriche, le cui polemiche si devono essenzialmente all'incapacità di entrambi di mettersi dalla parte dell'altro, facendo proprio l'altrui punto di vista.

In questo stesso periodo Friedrich Schelling si lega in matrimonio con Caroline Schlegel, sua costante fonte di ispirazione. La donna, che in realtà si chiama Caroline Michaelis, è già sposata con Wilhelm August von Schlegel, ma in poco tempo si separa da questi, scegliendo di diventare la moglie del filosofo.

Durante il periodo di Jena, Schelling ed Hegel danno vita alle pubblicazioni del "Giornale critico della filosofia". Risalgono a questi anni i lavori più autentici, per così dire, della filosofia di Friedrich Schelling, almeno dal punto di vista dell'ispirazione filosofica. È del 1797 l'opera "Idee per una filosofia della natura", mentre risale all'anno seguente "Sull'anima del mondo". La sua terza opera invece, si intitola "Sistema dell'idealismo trascendentale", datata 1800. In questi scritti si opera la fusione, in sintesi, tra l'idealismo trascendentale e la filosofia della natura.

Tra il 1803 e il 1806 è alla cattedra di Würzburg. Entro questo decennio porta a compimento la sua filosofia dell'assoluto. Tale sistema filosofico definisce l'assoluto come identità originaria e indifferenziata in relazione a tutti i tipi di opposizione, si tratti di finito e infinito, materia e spirito, reale e ideale. L'arte, la creazione artistica e il risultato dell'arte, viene definita come un'attività sia conscia che inconscia, sintetizzante libertà e necessità. Questa, secondo il filosofo, rappresenta l'unico "organo", come lo definisce, dell'intera filosofia, in quanto il solo mezzo che può raggiungere l'assoluto.

Dopo l'esperienza di Würzburg, alla fine del 1806 si trasferisce per la prima volta a Monaco, accettando l'incarico di Segretario dell'Accademia delle Belle Arti. Qui conosce Baader, che gli trasmette il pensiero di Jacob Böhme, e inizia a riflettere sulla sua stessa filosofia, accentuandone alcuni tratti. L'anno dopo però arrivano le dure critiche al suo sistema ideale da parte dell'amico Hegel, nell'opera datata 1807 dal titolo "Fenomenologia dello spirito". È un duro colpo dal punto di vista intellettuale, cui si aggiunge la morte della moglie Carolina, nel 1809. A questa data però è legata l'opera "Ricerche filosofiche sull'essenza della libertà umana", che di fatto segna l'inizio della seconda fase del suo pensiero filosofico.

Da questo momento comincia un lungo isolamento per Schelling, che lo vede impegnato nella realizzazione di un'opera mai conclusa, dal titolo "L'età del mondo". Il suo sistema di idee cambia ed elabora la cosiddetta "filosofia della libertà", nella quale il principio razionalistico alla base di ogni cosa viene decisamente contestato, mediante tra l'altro concezioni che rivelano influenze, nel filosofo, di idee teologiche precedentemente apprese.

Nel 1812 sposa Paulina Gotter, da cui avrà ben sei figli.

Da 1820-21 al 1826 circa, insegna presso l'Università di Erlangen. Ma dal '26 sceglie nuovamente di trasferirsi a Monaco, occupandosi da quel momento in poi di filosofia moderna, mediante le sue celebri "lezioni monachesi". Viene nominato membro dell'Accademia delle scienze di Prussia.

In questi vent'anni, il pensiero hegeliano surclassa nettamente il suo. Ovunque, la filosofia del suo ex compagno di studi ottiene grande attenzione, fino a porre l'idealismo di Schelling letteralmente ai margini dell'esperienza filosofica tedesca.

Nel 1841 viene chiamato alla cattedra di Berlino, quella occupata in precedenza proprio da Hegel. Da questo momento, fino alla sua morte, elabora l'ultima parte del suo pensiero filosofico, ormai in aperta polemica con l'idealismo di Hegel, sempre più dominante e apprezzato. Trae spunto dalla mitologia, Schelling, ed elabora la sua "filosofia positiva", successivamente di grande ispirazione per gli esistenzialisti. I suoi insegnamenti infatti, vengono raccolti da pochi studenti, ma tra questi ci sono Kierkegaard, Engels e Bakunin, che riveleranno tutti il loro debito nei confronti del vecchio docente. Anche il grande filosofo Heidegger, tempo dopo, sarà tra coloro che ne recupereranno il pensiero, ridandogli nobiltà e importanza.

Abbandonato l'insegnamento, Friedrich Schelling muore quasi nell'anonimato nella piccola cittadina di Bad Ragaz, in Svizzera, il 20 agosto 1854, all'età di settantanove anni.

Biografia di Lev Trotsky

7 novembre 1879
20 agosto 1940

Chi è Lev Trotsky?


Lev Davidovic Bronstejn, conosciuto come Lev Trotsky, nasce il 7 novembre del 1879 a Janovka, nell'attuale Ucraina, nella provincia di Kherson, da una famiglia di contadini ebrei piuttosto benestanti. Frequentando l'università di Odessa, ha la possibilità di avvicinarsi agli ambienti rivoluzionari: nel 1898, a diciannove anni, viene arrestato mentre è impegnato nell'Unione Operaia della Russia Meridionale. Due anni dopo viene condannato all'esilio in Siberia per quattro anni, ma riesce a scappare nel 1902: è in questo periodo che prende il nome di Trotsky (derivante da un ex carceriere di Odessa).

Trasferitosi a Londra per raggiungere il redattore capo del giornale "Iskra" Vladimir Lenin, prende parte al secondo congresso del Partito Operaio Socialista Democratico Russo (conosciuto anche come Partito Social Democratico Russo dei Lavoratori) nell'estate del 1903. Nella faida interna sorta nel partito, si schiera contro Lenin e a favore dei Menscevichi. Tornato in Russia due anni più tardi, viene coinvolto nello sciopero generale dell'ottobre del 1905: appoggia la rivolta armata e presiede il Soviet di San Pietroburgo. Viene, per questo motivo, arrestato e condannato all'esilio a vita. Nel 1907 ritorna a Londra, e partecipa al quinto congresso partitico, per poi spostarsi a Vienna.

Qualche anno più tardi viene inviato nei Balcani da un quotidiano radical-democratico per raccontare la guerra del 1912-1913, antipasto della Prima Guerra Mondiale. Proprio con l'avvicinarsi della guerra abbandona quei territori pericolosi per stabilirsi dapprima in Svizzera e poi in Francia. Espulso anche dalla Francia, si trasferisce a New York, prima di ritornare in Russia in occasione della Rivoluzione di febbraio e della rimozione dello Zar. Nel 1917, quindi, Lev Trotsky si unisce ai Bolscevichi, venendo coinvolto nel tentativo di rovesciare il governo di Aleksandr Kerensky. I Bolscevichi riescono a prendere il potere, e Lev viene nominato Commissario del popolo per gli Affari Esteri: uno dei suoi obiettivi più importanti è quello di trattare la pace con i tedeschi.

Ritiratosi dai colloqui nel febbraio del 1918 sperando in una ribellione dei militari della Germania, vede la propria speranza delusa: i tedeschi, di conseguenza, invadono la Russia, obbligando i sovietici alla firma del Trattato di Brest-Litovsk. Trotsky, diventato nel frattempo Commissario del Popolo della Guerra, fonda quindi l'Armata Rossa, e al suo comando sconfigge l'Armata Bianca nella Guerra Civile Russa. Egli, tuttavia, è costretto a dimettersi dalle proprie cariche nel gennaio del 1925, dopo la salita al potere di Stalin (successiva alla morte di Lenin), artefice della lotta al Trotskismo (nel frattempo auto-proclamatosi Opposizione di sinistra).

Lev, intanto, si pone in contrasto con il pensiero stalinista, e in particolare con il suo obiettivo di creare il socialismo in un solo Paese, come dimostra la sua teoria della Rivoluzione Permanente. Ciò che Trotsky contesta ai suoi avversari è il regime autoritario, ma anche la nascita di una nuova borghesia. L'Opposizione trotskista, insomma, reclama una politica di industrializzazione, la promozione di rivoluzioni proletarie anche in altre parti del mondo (in Germania e in Cina) e un piano di collettivizzazione volontaria da attuarsi nelle campagne. Il gruppo di Trotsky nel 1926 si allea con le frazioni Zinovev e Kamenev, dando origine alla cosiddetta Opposizione Unificata.

In seguito a un periodo di forti scontri tra il governo e i gruppi oppositori, questi ultimi nel 1927 decidono di celebrare in autonomia il decimo anniversario della Rivoluzione di Ottobre: evidente, da parte di Lev Trotsky, è l'intento di mostrarsi resistente al nascente regime staliniano. A Leningrado, a Mosca e nelle principali piazze sovietiche migliaia di persone sventolano le bandiere e i vessilli dell'Opposizione Unificata: il 12 novembre del 1927 Lev viene espulso dal Partito Comunista Sovietico. Due anni più tardi, mentre la persecuzione sistematica degli attivisti dell'Opposizione ha ormai preso piede, Trotsky è costretto all'esilio ad Alma Ata, nell'attuale Kazakistan.

Da lì inizia un lungo giro per l'Europa e non solo: dapprima in Turchia, poi in Francia e infine in Norvegia. Dalla Scandinavia Trotsky si sposta in Messico, invitato direttamente dall'artista Diego Rivera, con il quale vive per un certo periodo (prima di intrattenere una relazione con Frida Kahlo, moglie del pittore). Nell'inverno del 1933 conosce Simone Weil, che gli offre ospitalità a Parigi: qui egli organizza una riunione clandestina che raduna numerosi esponenti di partito transalpini. Dopo aver scritto, nel 1936, l'opera "La rivoluzione tradita", in cui vengono elencati e denunciati i delitti compiuti dalla burocrazia staliniana, nel 1938 l'esiliato sovietico fonda la Quarta Internazionale, un'organizzazione internazionale marxista che si propone di sfidare la Terza Internazionale stalinista.

Nel frattempo litiga con Rivera e va a vivere da solo: il 24 maggio del 1940 è vittima di un blitz compiuto da sicari stalinisti, a capo dei quali c'è il pittore Siqueiros, dal quale riesce tuttavia a scappare. Nulla può, invece, tre mesi più tardi: è il 20 agosto del 1940 quando Lev Trotsky in un sobborgo di Città del Messico, Coyoacan, viene aggredito da un agente stalinista, Ramòn Mercader, che lo uccide sfondandogli la testa con una piccozza.


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