2 Re 1-4, Punti notevoli della Bibbia: settimana del 17 agosto

Punti notevoli della lettura della Bibbia: 2 Re 1-2-3-4. Informazioni per studio personale

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(2 RE 1:1)

“E, dopo la morte di Acab, Moab si rivoltava contro Israele.”

*** si p. 69 par. 2 Libro biblico numero 12: 2 Re ***
Fu completato verso il 580 a.E.V., e si riferisce al periodo che comincia con il regno di Acazia d’Israele verso il 920 a.E.V. e finisce nel 37° anno dell’esilio di Ioiachin, nel 580 a.E.V. — 1:1; 25:27.

*** it-1 p. 187 Archeologia ***
La Stele moabita fu una delle prime scoperte importanti fatte nella zona a E del Giordano. (ILLUSTRAZIONE, vol. 1, p. 325) Scoperta nel 1868 a Dhiban, a N della valle dell’Arnon, presenta la versione del re moabita Mesa della sua ribellione contro Israele. (Cfr. 2Re 1:1; 3:4, 5). L’iscrizione dice in parte: “Io (sono) Mesa, figlio di Chemos-[. . .], re di Moab, il dibonita . . . Omri, re d’Israele, umiliò Moab per molti anni (lett. giorni), poiché Chemos [il dio di Moab] era adirato contro il suo paese. E suo figlio lo seguì e anche lui disse: ‘Umilierò Moab’. Ai miei giorni parlò [così], ma io ho trionfato su di lui e sulla sua casa, e Israele è perito per sempre! . . . E Chemos mi disse: ‘Va’, porta via Nebo da Israele!’ Così andai di notte e combattei contro di essa dall’alba fino a mezzogiorno, e la presi e uccisi tutti . . . E portai via di là i [vasi] di Yahweh, e li trascinai davanti a Chemos”. (Ancient Near Eastern Texts, a cura di J. B. Pritchard, 1974, p. 320)

(2 RE 1:2)

“Quindi Acazia cadde dalla grata della sua camera in terrazza che era a Samaria e restò infermo. Mandò dunque messaggeri e disse loro: “Andate, domandate a Baal-Zebub dio di Ecron se mi rimetterò da questa infermità”.”

*** it-1 p. 46 Acazia ***
In un incidente accaduto in casa, il re Acazia cadde attraverso una grata (che forse copriva un lucernario) della sua camera in terrazza, rimase infermo e fu costretto a letto. (2Re 1:2) Come se il vero Dio non esistesse più, egli inviò messaggeri a interrogare il dio filisteo Baal-Zebub (che significa “proprietario delle mosche”) circa le sue prospettive di guarigione.

*** it-1 p. 269 Baal-Zebub ***
BAAL-ZEBUB
(Bàal-Zebùb) [proprietario delle mosche].
Il Baal adorato dai filistei a Ecron. Ci sono indicazioni che gli ebrei avevano l’abitudine di cambiare i nomi dei falsi dèi in qualcosa di simile ma spregevole. Quindi il termine “Zebub” potrebbe essere un’alterazione di uno dei titoli di Baal, menzionato nei testi di Ras Shamra come “Zebul” (principe). Alcuni studiosi ritengono però che questo nome gli fosse stato dato dai suoi adoratori che lo consideravano in grado, quale produttore delle mosche, di controllare questa comune piaga del Medio Oriente. Poiché a Baal-Zebub venivano attribuiti oracoli, altri sono del parere che fosse un dio i cui oracoli erano rivelati dal volo o dal ronzio di una mosca. — 2Re 1:2.

*** it-2 p. 339 Mosca ***
Il nome del dio venerato dai filistei a Ecron, “Baal-Zebub”, significa “proprietario delle mosche”. Questo ha dato origine all’idea che i suoi adoratori lo ritenessero capace di controllare questi insetti. Poiché a Baal-Zebub si attribuivano oracoli, altri hanno avanzato l’ipotesi che il nome possa indicare che il dio emanava oracoli mediante il volo o il ronzio di una mosca. — 2Re 1:2, 6; vedi BAAL-ZEBUB; TAFANO.

(2 RE 2:1)

“E avvenne che quando Geova stava per far salire Elia ai cieli in un turbine, Elia ed Eliseo se ne andavano da Ghilgal.”

*** it-1 p. 1092 Ghilgal ***
2. Sebbene i pareri siano discordi, la Ghilgal menzionata in relazione a Elia ed Eliseo evidentemente non è la stessa del n. 1. Prima di essere portato nei cieli in un turbine, Elia, accompagnato da Eliseo, scese da Ghilgal a Betel e poi a Gerico. (2Re 2:1-5) Questo percorso fa pensare a una località vicino a Betel. Inoltre, il fatto che “scesero” significa che Ghilgal era in una regione montuosa. La Ghilgal nella valle del Giordano non poteva corrispondere a questa descrizione. Perciò i geografi di solito identificano questa seconda Ghilgal con Jil Jiliya, grosso villaggio in cima a una collina circa 11 km a N di Betel. Là in seguito Eliseo rese commestibile la minestra velenosa. (2Re 4:38-41) Forse questa, o un’altra Ghilgal ancora, è quella descritta in Deuteronomio 11:29, 30 di fronte al monte Gherizim e al monte Ebal.

(2 RE 2:3)

“I figli dei profeti che erano a Betel uscirono quindi verso Eliseo e gli dissero: “Realmente sai che oggi Geova toglierà il tuo padrone come capo sopra di te?” A ciò disse: “Lo so bene anch’io. Tacete”.”

*** it-2 p. 663 Profeta ***
I “figli dei profeti”. Come spiega la Gesenius’ Hebrew Grammar (Oxford, 1952, p. 418), il termine ebraico ben (figlio di) o benèh (figli di) può indicare “appartenenza a una corporazione o associazione (oppure a una tribù, o a una qualsiasi classe particolare)”. (Cfr. Ne 3:8, dove l’espressione “membro dei mischiatori di unguento” letteralmente è “figlio dei mischiatori di unguento”). L’espressione “figli dei profeti” potrebbe quindi indicare una scuola frequentata da coloro che erano chiamati a svolgere questa professione o semplicemente un’associazione cooperativa di profeti. Simili gruppi di profeti erano presenti a Betel, Gerico e Ghilgal. (2Re 2:3, 5; 4:38; cfr. 1Sa 10:5, 10).

(2 RE 2:9)

“E avvenne che appena furono passati Elia stesso disse a Eliseo: “Chiedi ciò che devo fare per te prima che io ti sia tolto”. A ciò Eliseo disse: “Ti prego, che due parti del tuo spirito vengano a me”.”

*** w05 1/8 p. 8 par. 6 Punti notevoli del libro di Secondo Re ***
2:9: Perché Eliseo chiese ‘due parti dello spirito di Elia’? Per assolvere la responsabilità di profeta in Israele, Eliseo avrebbe avuto bisogno dello stesso spirito che aveva mostrato Elia, uno spirito coraggioso e intrepido. Rendendosi conto di questo fatto, Eliseo chiese una porzione doppia dello spirito di Elia. Eliseo era stato nominato da Elia suo successore e lo aveva servito per sei anni, per cui Eliseo lo considerava suo padre spirituale; Eliseo era per così dire il primogenito di Elia in senso spirituale. (1 Re 19:19-21; 2 Re 2:12) Quindi, come un primogenito letterale riceveva due parti dell’eredità del padre, Eliseo chiese e ricevette due parti dell’eredità spirituale di Elia.

*** w03 1/11 p. 31 Domande dai lettori ***
Domande dai lettori
Perché Eliseo chiese “due parti” dello spirito di Elia?
Poco prima che Elia portasse a termine il suo incarico di profeta in Israele, il profeta Eliseo, più giovane, gli chiese: “Ti prego, che due parti del tuo spirito vengano a me”. (2 Re 2:9) Spiritualmente parlando, sembra che Eliseo stesse chiedendo una porzione doppia come quella che veniva data a un figlio primogenito. (Deuteronomio 21:17) Un breve esame dell’episodio farà chiarezza e ci aiuterà a trarne alcune lezioni.
In armonia con le istruzioni di Geova, il profeta Elia aveva unto Eliseo come suo successore. (1 Re 19:19-21) Per circa sei anni Eliseo prestò fedelmente servizio quale aiutante di Elia, cosa che era deciso a fare sino alla fine. Anche l’ultimo giorno che Elia trascorse come profeta in Israele, Eliseo cooperò strettamente con lui. Benché Elia lo esortasse a smettere di seguirlo, il profeta più giovane ripeté per tre volte: “Certamente non ti lascerò”. (2 Re 2:2, 4, 6; 3:11) Per Eliseo il profeta più anziano era veramente un padre spirituale. — 2 Re 2:12.
Eliseo però non era l’unico figlio spirituale di Elia. Elia ed Eliseo frequentavano un gruppo chiamato “i figli dei profeti”. (2 Re 2:3) Il racconto di 2 Re indica che anche questi “figli” erano molto legati al loro padre spirituale, Elia. (2 Re 2:3, 5, 7, 15-17) Nondimeno, essendo stato unto quale successore, Eliseo era il principale dei figli spirituali di Elia, il primogenito, per così dire. Nell’antico Israele un primogenito letterale riceveva due parti dell’eredità del padre, mentre gli altri figli ne ricevevano una ciascuno. Per questo Eliseo chiese due parti dell’eredità spirituale di Elia.
Perché Eliseo fece tale richiesta proprio in quel particolare tempo? Perché stava per assumere un compito oneroso, quello di succedere a Elia come profeta in Israele. Eliseo si rendeva conto che per assolvere le responsabilità connesse con quel solenne incarico aveva bisogno di una forza spirituale ben maggiore delle sue capacità, forza che solo Geova poteva dargli. Doveva essere intrepido come lo era stato Elia. (2 Re 1:3, 4, 15, 16) Chiese dunque due parti dello spirito di Elia, uno spirito di coraggio e di ‘assoluta gelosia per Geova’, qualità desiderabili prodotte dallo spirito di Dio. (1 Re 19:10, 14) Quale fu la risposta di Elia?
Elia sapeva che Eliseo aveva chiesto qualcosa che non spettava a lui dare, ma solo a Dio. Perciò, con modestia, rispose: “Hai chiesto una cosa difficile. Se mi vedi quando ti sarò tolto, ti avverrà in quel modo”. (2 Re 2:10) In effetti Geova permise a Eliseo di vedere Elia ascendere in un turbine. (2 Re 2:11, 12) La richiesta di Eliseo fu esaudita. Geova gli diede lo spirito di cui aveva bisogno per intraprendere il suo nuovo incarico e per affrontare le prove future.
Oggi i cristiani unti (chiamati a volte la classe di Eliseo) e i servitori di Dio in generale possono trarre molto incoraggiamento da questo episodio biblico. A volte potremmo sentirci intimoriti e non all’altezza di fronte a un nuovo incarico, oppure potremmo perdere in parte il coraggio di continuare a predicare il Regno di fronte a una crescente indifferenza o opposizione nel nostro territorio. Se però imploriamo Geova perché ci sostenga, egli ci darà spirito santo nella misura in cui ne abbiamo bisogno per affrontare sfide e cambiamenti. (Luca 11:13; 2 Corinti 4:7; Filippesi 4:13) Sì, proprio come rafforzò Eliseo perché assolvesse maggiori responsabilità, così Geova aiuterà tutti noi, giovani e vecchi, a compiere il nostro ministero. — 2 Timoteo 4:5.

*** w97 1/11 p. 30 Un esempio di abnegazione e di lealtà ***
Una volta passati dall’altra parte, Elia disse a Eliseo: “Chiedi ciò che devo fare per te prima che io ti sia tolto”. Eliseo chiese “due parti” dello spirito di Elia, cioè la parte doppia che normalmente sarebbe spettata a un figlio primogenito. Indubbiamente Eliseo aveva onorato Elia come un figlio primogenito onorerebbe suo padre. Inoltre era stato unto per diventare successore di Elia quale profeta di Geova in Israele. Quindi la sua richiesta non era né egoistica né fuori luogo. Comunque, sapendo che solo Geova poteva appagare questa richiesta, Elia modestamente rispose: “Hai chiesto una cosa difficile”. Poi aggiunse: “Se mi vedi quando ti sarò tolto, ti avverrà in quel modo; ma se non mi vedi, non avverrà”. — 2 Re 2:9, 10; Deuteronomio 21:17.

*** it-1 p. 807 Elia ***
Eliseo raccoglie la veste ufficiale di Elia che gli era caduta e riceve “due parti” (come quelle spettanti a un figlio primogenito) dello spirito di Elia, spirito di coraggio e di ‘assoluta gelosia per Geova l’Iddio degli eserciti’. — 2Re 2:1-13; 1Re 19:10, 14; cfr. De 21:17.

*** it-1 p. 813 Eliseo ***
Prima che Elia se ne vada, Eliseo gli chiede “due parti del [suo] spirito”, cioè una parte doppia, quella spettante a un figlio primogenito. Questa posizione gli spetta a motivo della sua nomina ufficiale a successore di Elia avvenuta quando Elia aveva gettato su di lui la sua veste ufficiale. (2Re 2:9)

(2 RE 2:11)

“E avvenne che mentre camminavano, parlando mentre camminavano, ebbene, ecco, un carro da guerra di fuoco e cavalli di fuoco, e operavano fra loro due una separazione; ed Elia ascendeva ai cieli nel turbine.”

*** w05 1/8 p. 9 par. 1 Punti notevoli del libro di Secondo Re ***
2:11: Cos’erano i “cieli” a cui ‘Elia ascese nel turbine’? Non erano né le parti remote dell’universo fisico né il luogo spirituale dove dimorano Dio e i suoi figli angelici. (Deuteronomio 4:19; Salmo 11:4; Matteo 6:9; 18:10) I “cieli” a cui ascese Elia erano i cieli atmosferici. (Salmo 78:26; Matteo 6:26) Sfrecciando nell’atmosfera, evidentemente il carro di fuoco trasportò Elia in un’altra parte della terra, dove continuò a vivere per qualche tempo. Anni dopo, infatti, Elia scrisse una lettera a Ieoram, re di Giuda. — 2 Cronache 21:1, 12-15.

*** w03 1/9 p. 30 Apprezzate i compagni di fede di età avanzata? ***
All’epoca Eliseo assisteva Elia già da circa sei anni, eppure desiderava servire con lui il più a lungo possibile. Infatti la narrazione prosegue: “Avvenne che mentre camminavano, parlando mentre camminavano, ebbene, ecco, . . . Elia ascendeva”. (Versetto 11) Elia ed Eliseo continuarono a conversare fino all’ultimo istante del ministero di Elia in Israele. A quanto pare il profeta più giovane era desideroso di imparare più che poteva dal profeta molto più esperto di lui per trarne istruzione e incoraggiamento. Chiaramente, apprezzava il suo amico anziano.

*** w97 15/9 p. 15 Sarete fedeli come Elia? ***
A QUALI CIELI ASCESE ELIA?
“AVVENNE che mentre [Elia ed Eliseo] camminavano, parlando mentre camminavano, ebbene, ecco, un carro da guerra di fuoco e cavalli di fuoco, e operavano fra loro due una separazione; ed Elia ascendeva ai cieli nel turbine”. — 2 Re 2:11.
Che significato ha la parola “cieli” in questo contesto? A volte il termine si riferisce allo spirituale luogo di dimora di Dio e dei suoi figli angelici. (Matteo 6:9; 18:10) “Cieli” può anche indicare l’universo fisico. (Deuteronomio 4:19) E nella Bibbia questo termine è usato anche per indicare lo strato inferiore dell’atmosfera terrestre, dove volano gli uccelli e soffiano i venti. — Salmo 78:26; Matteo 6:26.
A quale di questi cieli ascese il profeta Elia? Evidentemente fu trasferito attraverso l’atmosfera terrestre e collocato in una diversa parte del globo. Anni dopo Elia era ancora sulla terra, perché scrisse una lettera a Ieoram re di Giuda. (2 Cronache 21:1, 12-15) Che Elia non fosse asceso fino alla dimora spirituale di Geova Dio fu successivamente confermato da Gesù Cristo, il quale dichiarò: “Nessun uomo è asceso al cielo se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo”, cioè Gesù stesso. (Giovanni 3:13) La via che porta alla vita celeste fu aperta per la prima volta a uomini imperfetti dopo la morte, risurrezione e ascensione di Gesù Cristo. — Giovanni 14:2, 3; Ebrei 9:24; 10:19, 20.

*** it-1 p. 452 Cavallo ***
L’invisibile equipaggiamento bellico celeste di Geova è rappresentato da carri e cavalli di fuoco. (2Re 2:11, 12) Una volta Eliseo pregò che gli occhi del suo atterrito servitore si aprissero affinché vedesse che “la regione montagnosa era piena di cavalli e di carri da guerra di fuoco tutt’intorno a Eliseo” per proteggerlo dall’accerchiamento delle truppe sire mandate a catturarlo. — 2Re 6:17.

*** it-1 p. 489 Cielo ***
Ascensione al cielo. In 2 Re 2:11, 12 viene descritto Elia che “ascendeva ai cieli nel turbine”. I cieli qui menzionati sono i cieli atmosferici in cui si formano i turbini, non i cieli spirituali della presenza di Dio. Elia non morì al tempo di questa ascensione, ma continuò a vivere per alcuni anni dopo essere stato trasportato per “via aerea” lontano dal suo successore Eliseo. Elia non ascese ai cieli spirituali neppure alla sua morte, poiché Gesù, quando era sulla terra, disse chiaramente: “Nessun uomo è asceso al cielo”. (Gv 3:13; vedi ELIA n. 1 [Gli succede Eliseo]). Alla Pentecoste Pietro dice che Davide “non ascese ai cieli”. (At 2:34) In realtà nulla nelle Scritture indica che prima della venuta di Cristo Gesù fosse offerta ai servitori di Dio una speranza celeste. Tale speranza traspare per la prima volta nelle parole che Gesù rivolse ai discepoli (Mt 19:21, 23-28; Lu 12:32; Gv 14:2, 3), ed essi la compresero chiaramente solo dopo la Pentecoste del 33 E.V. — At 1:6-8; 2:1-4, 29-36; Ro 8:16, 17.

*** it-1 p. 807 Elia ***
Là Eliseo come ricompensa per la sua fedeltà vede un carro da guerra di fuoco e cavalli di fuoco ed Elia ascendere verso i cieli in un turbine. Eliseo raccoglie la veste ufficiale di Elia che gli era caduta e riceve “due parti” (come quelle spettanti a un figlio primogenito) dello spirito di Elia, spirito di coraggio e di ‘assoluta gelosia per Geova l’Iddio degli eserciti’. — 2Re 2:1-13; 1Re 19:10, 14; cfr. De 21:17.
Elia non muore in quel tempo, né va nell’invisibile reame spirituale, ma è trasferito per ricevere un altro incarico profetico. (Gv 3:13) Lo dimostra il fatto che Eliseo non osserva un periodo di lutto per il suo maestro. Alcuni anni dopo la sua ascensione nel turbine Elia è ancora vivo e attivo come profeta, questa volta nei confronti del re di Giuda. A motivo della cattiva condotta seguita da Ieoram re di Giuda, Elia gli scrive una lettera che esprime la condanna di Geova, condanna che si adempie di lì a poco. — 2Cr 21:12-15; vedi CIELO (Ascensione al cielo).

*** it-1 p. 813 Eliseo ***
Lungo la strada una banda di piccoli delinquenti mostra grave mancanza di rispetto per lui e per il suo incarico di profeta. “Sali, testa pelata! Sali, testa pelata!”, lo canzonano. Può darsi che volessero incitarlo a salire fino a Betel o ad andarsene dalla terra come si supponeva avesse fatto il suo predecessore. (2Re 2:11)

(2 RE 2:12)

“Frattanto Eliseo lo vedeva, e gridava: “Padre mio, padre mio, carro da guerra d’Israele e suoi cavalieri!” E non lo vide più. Di conseguenza afferrò le sue proprie vesti e le strappò in due pezzi.”

*** it-1 p. 452 Cavallo ***
L’invisibile equipaggiamento bellico celeste di Geova è rappresentato da carri e cavalli di fuoco. (2Re 2:11, 12) Una volta Eliseo pregò che gli occhi del suo atterrito servitore si aprissero affinché vedesse che “la regione montagnosa era piena di cavalli e di carri da guerra di fuoco tutt’intorno a Eliseo” per proteggerlo dall’accerchiamento delle truppe sire mandate a catturarlo. — 2Re 6:17.

(2 RE 2:23)

“E di là saliva a Betel. Mentre saliva per la via, piccoli ragazzi uscirono dalla città e si burlavano di lui e gli dicevano: “Sali, testa pelata! Sali, testa pelata!””

*** w05 1/8 p. 9 par. 6 Punti notevoli del libro di Secondo Re ***
2:23, 24. A quanto sembra, il motivo principale per cui Eliseo fu schernito fu il fatto che un calvo indossava la veste ufficiale di Elia. I ragazzi riconoscevano che Eliseo era un rappresentante di Geova e semplicemente non lo volevano intorno. Gli dissero di ‘salire’, ovvero di continuare a salire fino a Betel o di essere portato in cielo come lo era stato Elia. È evidente che quei ragazzi manifestavano l’atteggiamento ostile dei loro genitori. È molto importante che i genitori insegnino ai figli a rispettare i rappresentanti di Dio.

*** si p. 74 par. 34 Libro biblico numero 12: 2 Re ***
34 Geova non tollera la mancanza di rispetto per i suoi rappresentanti ufficiali. Quando i giovani delinquenti schernirono Eliseo quale profeta di Geova, Geova diede immediatamente loro ciò che meritavano. (2:23, 24)

*** it-1 p. 286 Bambini, Figli ***
Un gruppo di ragazzini mostrò grave mancanza di rispetto per Eliseo, profeta nominato da Dio, deridendolo con le grida: “Sali, testa pelata! Sali, testa pelata!” Essi volevano che Eliseo, il quale indossava la nota veste di Elia, salisse a Betel oppure se ne andasse dalla terra come si supponeva che avesse fatto Elia. (2Re 2:11) Non volevano averlo fra i piedi. Alla fine Eliseo si voltò e invocò il male su di loro nel nome di Geova. “Quindi due orse uscirono dal bosco e sbranavano quarantadue fanciulli di fra loro”. — 2Re 2:23, 24.

*** it-1 p. 394 Calvizie ***
Eliseo, profeta di Geova, era calvo. Dopo essere succeduto ad Elia nell’incarico profetico, stava salendo da Gerico a Betel quando una turba di ragazzini cominciò a burlarsi di lui, dicendo: “Sali, testa pelata! Sali, testa pelata!” Pare che il motivo principale dei loro scherni non fosse la calvizie di Eliseo, ma il fatto di vedere un calvo che indossava la nota veste ufficiale di Elia. Non volevano nessun successore di Elia lì intorno. Doveva andarsene per la sua strada fino a Betel o salire ai cieli in un turbine come aveva fatto il precedente proprietario di quella veste ufficiale. (2Re 2:11) Per rispondere a quanti mettevano così in dubbio che egli fosse il successore di Elia e per insegnare a quei ragazzi e ai loro genitori il dovuto rispetto per un profeta di Geova, Eliseo invocò il male nel nome dell’Iddio di Elia sulla turba beffeggiatrice. Fu una prova della sua identità profetica. Geova mostrò di approvare Eliseo facendo sì che due orse uscite da un bosco vicino sbranassero 42 fanciulli. — 2Re 2:23, 24.

(2 RE 2:24)

“Infine egli si voltò e li vide e invocò il male su di loro nel nome di Geova. Quindi due orse uscirono dal bosco e sbranavano quarantadue fanciulli di fra loro.”

*** w92 1/11 p. 9 Silo e i ragazzi, buoni e cattivi ***
In 2 Re 2:23, 24 leggiamo che una banda di giovani si mise a canzonare il profeta di Dio dicendogli: “Sali, testa pelata! Sali, testa pelata!” Per tutta risposta, Eliseo “invocò il male su di loro nel nome di Geova. Quindi due orse uscirono dal bosco e sbranavano quarantadue fanciulli di fra loro”. Gli orsi bruni siriani potevano reagire con ferocia se colti di sorpresa o se pensavano che i loro piccoli fossero in pericolo. (2 Samuele 17:8; Proverbi 17:12; 28:15) Geova Dio se ne servì per eseguire la sua giustizia contro coloro che avevano gravemente mancato di rispetto al suo rappresentante e quindi a Lui stesso.

*** si p. 74 par. 34 Libro biblico numero 12: 2 Re ***
34 Geova non tollera la mancanza di rispetto per i suoi rappresentanti ufficiali. Quando i giovani delinquenti schernirono Eliseo quale profeta di Geova, Geova diede immediatamente loro ciò che meritavano. (2:23, 24)

*** it-1 p. 394 Calvizie ***
Eliseo, profeta di Geova, era calvo. Dopo essere succeduto ad Elia nell’incarico profetico, stava salendo da Gerico a Betel quando una turba di ragazzini cominciò a burlarsi di lui, dicendo: “Sali, testa pelata! Sali, testa pelata!” Pare che il motivo principale dei loro scherni non fosse la calvizie di Eliseo, ma il fatto di vedere un calvo che indossava la nota veste ufficiale di Elia. Non volevano nessun successore di Elia lì intorno. Doveva andarsene per la sua strada fino a Betel o salire ai cieli in un turbine come aveva fatto il precedente proprietario di quella veste ufficiale. (2Re 2:11) Per rispondere a quanti mettevano così in dubbio che egli fosse il successore di Elia e per insegnare a quei ragazzi e ai loro genitori il dovuto rispetto per un profeta di Geova, Eliseo invocò il male nel nome dell’Iddio di Elia sulla turba beffeggiatrice. Fu una prova della sua identità profetica. Geova mostrò di approvare Eliseo facendo sì che due orse uscite da un bosco vicino sbranassero 42 fanciulli. — 2Re 2:23, 24.

(2 RE 3:4)

“Riguardo a Mesa re di Moab, divenne allevatore di pecore, e pagò al re d’Israele centomila agnelli e centomila montoni non tosati.”

*** w92 1/3 p. 24 Osservate le pecore della Terra Promessa! ***
La lana era un’importante merce di scambio. Lo si deduce dall’osservazione secondo cui un re moabita “divenne allevatore di pecore, e pagò al re d’Israele centomila agnelli e centomila montoni non tosati”. (2 Re 3:4) Sì, si trattava di montoni “non tosati”; la loro abbondante lana ne accresceva il valore.

*** it-1 p. 127 Amos ***
Amos abitava nel villaggio di Tecoa, circa 16 km a S di Gerusalemme e a un’altitudine di 820 m. Verso E, scendendo fino al Mar Morto circa 1.200 m più in basso, si estendeva il desolato deserto di Giuda, dove, nella prima parte della sua vita, il profeta trovò lavoro come umile allevatore di pecore. (Am 1:1) La parola ebraica noqedhìm, qui tradotta “allevatori di pecore”, ricorre solo un’altra volta nella Bibbia (2Re 3:4), ed è affine al termine arabo naqqad, nome di una speciale razza di pecore, non bella ma molto pregiata per il suo vello.

*** it-2 p. 264 Mesa ***
2. Re di Moab contemporaneo di Giosafat re di Giuda e di Acab, Acazia e Ieoram re d’Israele. I moabiti, soggiogati dal regno settentrionale d’Israele, pagavano al re Acab un tributo di 100.000 agnelli e 100.000 montoni non tosati, a quanto pare di una razza famosa per la sua lana. Dopo la morte di Acab, Mesa si ribellò ad Acazia re d’Israele. Questi però, dopo un breve regno, morì e gli succedette il fratello Ieoram, che fece alleanza con Giosafat di Giuda e con un innominato re di Edom per sottomettere di nuovo Mesa. Durante il difficile percorso a S del Mar Morto, i loro eserciti rimasero senz’acqua. Ma il profeta Eliseo assicurò che se fossero stati scavati dei fossi nella riarsa valle del torrente, Geova li avrebbe riempiti d’acqua. — 2Re 1:1; 3:4-19.

(2 RE 3:5)

“E avvenne che appena Acab fu morto, il re di Moab si rivoltava contro il re d’Israele.”

*** it-1 p. 187 Archeologia ***
La Stele moabita fu una delle prime scoperte importanti fatte nella zona a E del Giordano. (ILLUSTRAZIONE, vol. 1, p. 325) Scoperta nel 1868 a Dhiban, a N della valle dell’Arnon, presenta la versione del re moabita Mesa della sua ribellione contro Israele. (Cfr. 2Re 1:1; 3:4, 5). L’iscrizione dice in parte: “Io (sono) Mesa, figlio di Chemos-[. . .], re di Moab, il dibonita . . . Omri, re d’Israele, umiliò Moab per molti anni (lett. giorni), poiché Chemos [il dio di Moab] era adirato contro il suo paese. E suo figlio lo seguì e anche lui disse: ‘Umilierò Moab’. Ai miei giorni parlò [così], ma io ho trionfato su di lui e sulla sua casa, e Israele è perito per sempre! . . . E Chemos mi disse: ‘Va’, porta via Nebo da Israele!’ Così andai di notte e combattei contro di essa dall’alba fino a mezzogiorno, e la presi e uccisi tutti . . . E portai via di là i [vasi] di Yahweh, e li trascinai davanti a Chemos”. (Ancient Near Eastern Texts, a cura di J. B. Pritchard, 1974, p. 320)

*** it-1 p. 686 Dibon ***
Secondo quanto riferisce la Bibbia in 2 Re 3:4, 5, molti secoli più tardi, “appena Acab fu morto”, Mesa re di Moab si ribellò contro la dominazione israelita. La Bibbia non precisa quanto durò questa insurrezione, ed è possibile, come vanta Mesa nella Stele moabita, che in quell’occasione egli riuscisse ad annettere a “Qarhah” diverse città israelite.

*** gm cap. 4 p. 47 par. 19 Quanto è credibile il “Vecchio Testamento”? ***
19 In seguito Israele e Giuda divennero due nazioni, e Israele conquistò il vicino paese di Moab. In un’occasione Moab, sotto il re Mesa, si ribellò e Israele formò un’alleanza con Giuda e col vicino regno di Edom per muovere guerra contro Moab. (2 Re 3:4-27) È notevole il fatto che nel 1868 fu rinvenuta in Giordania una stele (lastra in pietra incisa) che recava un’iscrizione in lingua moabita con la versione di Mesa di questo conflitto.

(2 RE 3:11)

“Allora Giosafat disse: “Non c’è qui un profeta di Geova? Interroghiamo quindi Geova per mezzo di lui”. Uno dei servitori del re d’Israele dunque rispose e disse: “C’è Eliseo figlio di Safat, che versava acqua sulle mani di Elia”.”

*** w97 1/11 p. 31 Un esempio di abnegazione e di lealtà ***
Evidentemente alcune delle sue mansioni erano umili, poiché divenne noto come colui che “versava acqua sulle mani di Elia”. (2 Re 3:11)

*** w97 1/11 p. 31 Un esempio di abnegazione e di lealtà ***
Era consuetudine che un servitore versasse acqua sulle mani del padrone per lavargliele, specie dopo i pasti. Questa abitudine era simile a quella di lavare i piedi, che era un atto di ospitalità, di rispetto e, in certi rapporti, di umiltà. — Genesi 24:31, 32; Giovanni 13:5.

*** it-1 pp. 244-245 Atteggiamenti e gesti ***
Versare acqua sulle mani altrui. Eliseo fu identificato come ministro o servitore di Elia dall’espressione “versava acqua sulle mani di Elia”. Questo era un servizio reso in particolare dopo i pasti. Nel Medio Oriente non si usavano forchetta e coltello ma le mani, e dopo il servitore versava dell’acqua sulle mani del suo padrone per lavarle. (2Re 3:11)

*** it-1 p. 812 Eliseo ***
Per circa sei anni Eliseo fu il servitore di Elia. Questi era il profeta principale, ed Eliseo lavorava a stretto contatto con lui, essendo noto come colui che “versava acqua sulle mani di Elia” quando Elia si lavava le mani. — 2Re 2:3-5; 3:11.

(2 RE 3:17)

“poiché Geova ha detto questo: “Non vedrete vento, e non vedrete rovescio di pioggia; eppure questa valle di torrente sarà piena d’acqua, e certamente [ne] berrete, voi e il vostro bestiame e i vostri animali domestici”’.”

*** it-1 p. 774 Edom ***
A proposito della campagna contro Moab, il predetto ingrossarsi del torrente un tempo asciutto nella valle in cui erano accampati gli eserciti alleati può essere stato prodotto da un temporale del deserto abbattutosi sull’altopiano. Anche oggi temporali del genere possono fare scendere impetuosi torrenti d’acqua lungo gli uadi verso l’Araba. Oppure l’acqua può essere comparsa in modo puramente miracoloso. — 2Re 3:16-23.

(2 RE 3:19)

“E dovete abbattere ogni città fortificata e ogni città scelta, e dovete gettare giù ogni albero buono, e dovete turare tutte le sorgenti d’acqua, e dovete rovinare con pietre ogni buon tratto di terra”.”

*** it-1 p. 87 Alberi ***
Durante l’occupazione del paese di Canaan gli israeliti ricevettero l’ordine di non distruggere gli alberi da frutto nell’attaccare le città; invece secoli dopo i re di Giuda e d’Israele furono autorizzati da Dio ad abbattere gli ‘alberi buoni’ del regno di Moab, pare perché il paese di Moab non faceva parte della Terra Promessa. Si trattava di una spedizione punitiva contro Moab, e l’azione israelita mirava a prevenire una rivolta o rappresaglia moabita. (De 20:19, 20; 2Re 3:19, 25; cfr. Ger 6:6).

(2 RE 3:20)

“E avvenne la mattina, al tempo in cui ascende l’offerta di cereali, che, ecco, veniva acqua dalla direzione di Edom, e il paese si riempì d’acqua.”

*** it-1 p. 774 Edom ***
A proposito della campagna contro Moab, il predetto ingrossarsi del torrente un tempo asciutto nella valle in cui erano accampati gli eserciti alleati può essere stato prodotto da un temporale del deserto abbattutosi sull’altopiano. Anche oggi temporali del genere possono fare scendere impetuosi torrenti d’acqua lungo gli uadi verso l’Araba. Oppure l’acqua può essere comparsa in modo puramente miracoloso. — 2Re 3:16-23.

(2 RE 3:22)

“Quando si alzarono la mattina di buon’ora, il sole stesso rifulse sull’acqua, così che i moabiti dal lato opposto videro l’acqua rossa come sangue.”

*** w05 1/8 p. 9 par. 8 Punti notevoli del libro di Secondo Re ***
3:22. Il riflesso della prima luce del mattino creò l’illusione che l’acqua fosse sangue, forse perché i fossi appena scavati contenevano argilla rossa. Geova può decidere di servirsi dei fenomeni naturali per adempiere i suoi propositi.

*** it-2 pp. 264-265 Mesa ***
Questo è quanto accadde, e il riflesso del primo sole del mattino sull’acqua fece sì che i moabiti la scambiassero per sangue, forse a motivo dell’argilla rossa dei fossi appena scavati. Perciò furono erroneamente indotti a credere che gli eserciti alleati di Israele, Giuda ed Edom si fossero scontrati fra loro. Non è irragionevole che lo abbiano pensato, visto che conoscevano l’antagonismo esistente fra Israele e Giuda. Inoltre gli edomiti nutrivano poca simpatia per gli uomini di Giuda, che in questo caso erano alleati di Israele. — 2Re 3:20-23; cfr. 2Cr 20:10, 11, 24, 25.
Pensando che i nemici si fossero uccisi a vicenda, i moabiti, al grido di “Or dunque, alle spoglie, o Moab!”, penetrarono nell’accampamento d’Israele, solo per essere messi in rotta. Israele ne approfittò per distruggere le loro città, turare le loro sorgenti e riempire di sassi i loro campi, fino alla città di Chir-Areset (Chir di Moab). — 2Re 3:23-25.

(2 RE 3:23)

“E dicevano: “Questo è sangue! Senza dubbio i re sono stati passati a fil di spada, e si sono abbattuti gli uni gli altri. Or dunque, alle spoglie, o Moab!””

*** it-2 pp. 264-265 Mesa ***
Questo è quanto accadde, e il riflesso del primo sole del mattino sull’acqua fece sì che i moabiti la scambiassero per sangue, forse a motivo dell’argilla rossa dei fossi appena scavati. Perciò furono erroneamente indotti a credere che gli eserciti alleati di Israele, Giuda ed Edom si fossero scontrati fra loro. Non è irragionevole che lo abbiano pensato, visto che conoscevano l’antagonismo esistente fra Israele e Giuda. Inoltre gli edomiti nutrivano poca simpatia per gli uomini di Giuda, che in questo caso erano alleati di Israele. — 2Re 3:20-23; cfr. 2Cr 20:10, 11, 24, 25.
Pensando che i nemici si fossero uccisi a vicenda, i moabiti, al grido di “Or dunque, alle spoglie, o Moab!”, penetrarono nell’accampamento d’Israele, solo per essere messi in rotta. Israele ne approfittò per distruggere le loro città, turare le loro sorgenti e riempire di sassi i loro campi, fino alla città di Chir-Areset (Chir di Moab). — 2Re 3:23-25.

(2 RE 3:26)

“Quando il re di Moab ebbe visto che la battaglia si era mostrata troppo forte per lui, subito prese con sé settecento uomini che traevano la spada per aprirsi un varco verso il re di Edom; ma non poterono.”

*** it-1 p. 945 Regni che circondavano Israele, I ***
Moab Nu 22:4-7; 25:1-3; 2Re 3:26, 27

*** it-2 p. 265 Mesa ***
Quando il re Mesa si accorse di essere in trappola, prese 700 uomini armati di spada e tentò una sortita per aprirsi un varco tra le file del re di Edom (forse pensando che avrebbe opposto minor resistenza), ma invano. “Infine prese il suo figlio primogenito che avrebbe regnato in luogo di lui e lo offrì in sacrificio bruciato sulle mura”. — 2Re 3:26, 27.
La maggioranza dei commentatori ritiene che Mesa abbia immolato suo figlio al dio Chemos. Quei pochi che la pensano altrimenti dicono che venne sacrificato un figlio del re di Edom catturato, e come prova citano Amos 2:1, dove viene detto che Moab ‘aveva bruciato le ossa del re di Edom per farne calce’. Anche se grammaticalmente l’ebraico consentirebbe tale interpretazione, quest’ultima ipotesi è contraria ad altri fatti ben noti. Per esempio, era inaudito che moabiti e ammoniti, vicini di Israele, immolassero i nemici ai loro dèi, mentre una nota consuetudine della loro religione era quella di sacrificare i figli in olocausto per placare l’ira degli dèi. (De 12:30, 31; Mic 6:6, 7) È dunque comprensibile perché Mesa, adoratore di Chemos, di fronte a un imminente pericolo di sconfitta sia ricorso a una misura così drastica.

(2 RE 3:27)

“Infine prese il suo figlio primogenito che avrebbe regnato in luogo di lui e lo offrì in sacrificio bruciato sulle mura. E ci fu grande indignazione contro Israele, tanto che si ritirarono di contro a lui e tornarono al loro paese.”

*** it-1 p. 477 Chir di Moab ***
Come ultima risorsa il re di Moab sacrificò pubblicamente il proprio figlio primogenito, forse per placare il dio Chemos. (2Re 3:5, 9, 25-27) Il testo ebraico (2Re 3:27) si potrebbe anche intendere come riferito al primogenito del re di Edom, e secondo alcuni Amos 2:1 alluderebbe proprio a questo. Ma si tratta di un’ipotesi poco probabile.

*** it-2 p. 265 Mesa ***
Quando il re Mesa si accorse di essere in trappola, prese 700 uomini armati di spada e tentò una sortita per aprirsi un varco tra le file del re di Edom (forse pensando che avrebbe opposto minor resistenza), ma invano. “Infine prese il suo figlio primogenito che avrebbe regnato in luogo di lui e lo offrì in sacrificio bruciato sulle mura”. — 2Re 3:26, 27.
La maggioranza dei commentatori ritiene che Mesa abbia immolato suo figlio al dio Chemos. Quei pochi che la pensano altrimenti dicono che venne sacrificato un figlio del re di Edom catturato, e come prova citano Amos 2:1, dove viene detto che Moab ‘aveva bruciato le ossa del re di Edom per farne calce’. Anche se grammaticalmente l’ebraico consentirebbe tale interpretazione, quest’ultima ipotesi è contraria ad altri fatti ben noti. Per esempio, era inaudito che moabiti e ammoniti, vicini di Israele, immolassero i nemici ai loro dèi, mentre una nota consuetudine della loro religione era quella di sacrificare i figli in olocausto per placare l’ira degli dèi. (De 12:30, 31; Mic 6:6, 7) È dunque comprensibile perché Mesa, adoratore di Chemos, di fronte a un imminente pericolo di sconfitta sia ricorso a una misura così drastica.

*** it-2 p. 304 Moab ***
Già alla fine del IX secolo a.E.V. Amos aveva scritto che la calamità si sarebbe abbattuta su Moab perché aveva ‘bruciato le ossa del re di Edom per fare calce’. (Am 2:1-3) Per alcuni 2 Re 3:26, 27 indicherebbe che il re Mesa non immolò il proprio figlio, ma il primogenito del re di Edom; questa però è un’ipotesi inverosimile. Una tradizione ebraica collega tuttavia l’avvenimento menzionato da Amos con la guerra combattuta contro Mesa e afferma che qualche tempo dopo il conflitto i moabiti dissotterrarono le ossa del re di Edom e le bruciarono per farne calce. Ma la Bibbia non offre alcuno spunto per determinare l’epoca dell’avvenimento in questione.

(2 RE 4:10)

“Ti prego, facciamo una piccola camera in terrazza sul muro e mettiamoci per lui un letto e una tavola e una sedia e un candelabro; e dovrà avvenire che ogni volta che verrà da noi si potrà ritirare lì”.”

*** it-1 p. 440 Casa ***
Spesso una camera superiore o camera in terrazza era costruita sul tetto. Questa era una delle camere più piacevoli e fresche e spesso serviva come camera per gli ospiti. (Gdc 3:20; 1Re 17:19; 2Re 1:2; 4:10)

(2 RE 4:11)

“E avvenne un giorno che come al solito egli andò lì e si ritirò nella camera in terrazza e vi giacque.”

*** w97 1/10 p. 30 Sunem, città di amore e di violenza ***
Possiamo immaginare Eliseo che, riconoscente, torna da un viaggio lungo e faticoso e sale nella piccola camera in terrazza che lei e il marito gli avevano preparato. Probabilmente andava spesso a casa loro, dato che il suo ministero si estese per 60 anni. Perché questa sunamita volle a tutti i costi che Eliseo stesse a casa loro ogni volta che passava di lì? Perché apprezzava l’opera svolta da Eliseo. Questo profeta umile e altruista agiva da coscienza nazionale, rammentando a re, sacerdoti e gente comune il dovere di servire Geova.

(2 RE 4:13)

“Quindi gli disse: “Ti prego, dille: ‘Ecco, ti sei ristretta per noi con tutta questa ristrettezza. Che cosa si può fare per te? C’è qualche cosa di cui si possa parlare per te al re o al capo dell’esercito?’” A ciò essa disse: “Io dimoro fra il mio proprio popolo”.”

*** w97 1/10 p. 30 Sunem, città di amore e di violenza ***
La Bibbia dice che ‘si era ristretta’ — cioè era stata disposta a sacrificarsi — per provvedere pasti regolari e un alloggio al profeta Eliseo. — 2 Re 4:8-13.

(2 RE 4:29)

“Immediatamente egli disse a Gheazi: “Cingiti i lombi e prendi in mano il mio bastone e va. Nel caso che incontri qualcuno, non lo devi salutare; e nel caso che qualcuno ti saluti, non gli devi rispondere. E devi porre il mio bastone sulla faccia del ragazzo”.”

*** it-1 p. 18 Abbigliamento ***
Fascia, cintura. Spesso sopra la tunica o la sopravveste si portava una fascia. Quando si svolgeva qualche lavoro o attività fisica, ci si poteva ‘cingere i fianchi’ con una fascia, spesso facendo passare fra le gambe i lembi del vestito e raccogliendoli sotto la fascia per avere libertà di movimento. (1Re 18:46; 2Re 4:29; 9:1)

(2 RE 4:38)

“Ed Eliseo stesso tornò a Ghilgal, e nel paese c’era la carestia. Mentre i figli dei profeti sedevano davanti a lui, disse a suo tempo al suo servitore: “Metti su la pentola grande e cuoci la minestra per i figli dei profeti”.”

*** it-2 p. 663 Profeta ***
I “figli dei profeti”. Come spiega la Gesenius’ Hebrew Grammar (Oxford, 1952, p. 418), il termine ebraico ben (figlio di) o benèh (figli di) può indicare “appartenenza a una corporazione o associazione (oppure a una tribù, o a una qualsiasi classe particolare)”. (Cfr. Ne 3:8, dove l’espressione “membro dei mischiatori di unguento” letteralmente è “figlio dei mischiatori di unguento”). L’espressione “figli dei profeti” potrebbe quindi indicare una scuola frequentata da coloro che erano chiamati a svolgere questa professione o semplicemente un’associazione cooperativa di profeti. Simili gruppi di profeti erano presenti a Betel, Gerico e Ghilgal. (2Re 2:3, 5; 4:38; cfr. 1Sa 10:5, 10). Samuele presiedeva un gruppo a Rama (1Sa 19:19, 20), e sembra che anche Eliseo ai suoi giorni avesse un incarico simile. (2Re 4:38; 6:1-3; cfr. 1Re 18:13).

(2 RE 4:40)

“Più tardi la versarono perché gli uomini mangiassero. E avvenne che, appena ebbero mangiato della minestra, essi stessi gridarono e dicevano: “C’è la morte nella pentola, o uomo del [vero] Dio”. E non potevano mangiare.”

*** it-2 pp. 1240-1241 Zucca ***
ZUCCA
[ebr. paqquʽòth (pl.)].
Questo termine ebraico compare nella Bibbia solo a proposito di un episodio avvenuto durante una carestia ai giorni di Eliseo. Qualcuno aveva raccolto delle strane zucche selvatiche e le aveva affettate nella minestra. Assaggiatala, “i figli dei profeti” temettero un’intossicazione alimentare e smisero di mangiare, ma Eliseo evitò miracolosamente che la minestra venisse buttata via. — 2Re 4:38-41.
Benché siano state avanzate diverse ipotesi, generalmente si tende a identificare le “zucche selvatiche” menzionate nella Bibbia con i frutti della coloquintide (Citrullus colocynthis), pianta delle Cucurbitacee. La coloquintide è una pianta rampicante come il cetriolo e anche le foglie sono simili. Il frutto, grosso più o meno come un’arancia, ha buccia spessa e liscia con venature verdi e gialle; la polpa spugnosa, amarissima e velenosa, viene usata in piccole dosi come purgante. La descrizione della coloquintide corrisponderebbe alla narrazione biblica di quella zucca selvatica apparentemente velenosa, stando al suo sapore. (2Re 4:40) Quando quasi tutte le altre piante si seccano, questa rimane ancora verde e quindi costituisce una tentazione per chi non la conosce.

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