Punti notevoli del libro di Primo Cronache | Lettura della Bibbia: 1 Cronache

Punti notevoli della lettura della Bibbia: 1 Cronache | Testi spiegati e lezioni pratiche

CRONACHE, I LIBRI DELLE

Due libri ispirati delle Scritture Ebraiche che si ritiene formassero un solo volume nel canone ebraico originale. I masoreti li consideravano un’opera unica, e sono contati come un solo libro nel computo che vuole le Scritture Ebraiche suddivise in 22 o 24 libri, e come due in quello che porta i libri a 39. La divisione in due libri pare sia stata adottata dai traduttori della Settanta greca. Nei manoscritti ebraici questa divisione non compare fino al XV secolo. Nella Bibbia ebraica Cronache si trova alla fine della parte chiamata gli Scritti. Il nome ebraico, Divrèh Haiyamìm, significa “i fatti dei giorni”. Girolamo suggerì il nome Chronicon, da cui deriva “Cronache” nelle Bibbie italiane. Una cronaca è la narrazione storica di certi fatti nell’ordine in cui sono avvenuti. Il titolo greco (nella Settanta) è Paraleipomènon, che significa “cose tralasciate (non dette; omesse)”, con riferimento ai libri di Samuele e Re. Va comunque tenuto presente che le Cronache non sono affatto un semplice supplemento di questi libri.

SCHEMA DI PRIMO CRONACHE

Genealogie e particolari relativi alla vera adorazione nel tempio di Geova, necessari specialmente dopo l’esilio in Babilonia
Scritto forse 55 anni dopo che Zorobabele ebbe ricostruito il tempio, e prima della riedificazione delle mura di Gerusalemme
Genealogie da Adamo (1:1–9:44)
Posterità di Giuda attraverso Davide e Salomone (essenziale per poter identificare il Messia)
Posterità di Levi (necessaria per identificare quelli che potevano prestare servizio nel tempio) e rispettivi compiti nel tempio
Morte di Saul dovuta alla sua infedeltà (10:1-14)
Aspetti del regno di Davide (11:1–29:30)
Unto di nuovo come re a Ebron; conquista Sion; poi è costituito re su tutto Israele
L’Arca del patto viene trasportata impropriamente su un carro; Uzza muore per averla toccata; l’Arca è infine condotta nella Città di Davide con grandi festeggiamenti
Davide esprime il desiderio di edificare un tempio a Geova; da parte sua Geova conclude con Davide un patto per una casa reale di durata indefinita
I nemici d’Israele vengono sconfitti su tutti i fronti
Davide è incitato da Satana a censire Israele; 70.000 muoiono
Grandi preparativi per la costruzione del tempio; Davide organizza i leviti, istituisce 24 divisioni sacerdotali, incarica cantori e portinai; dà a Salomone i piani architettonici ricevuti mediante ispirazione; Davide e il popolo fanno generose contribuzioni
Salomone siede sul “trono di Geova”; morte di Davide

5 OTT. LETTURA DELLA BIBBIA: 1 CRONACHE 1-4


(1 CRONACHE 1:6)

“E i figli di Gomer furono Aschenaz e Rifat e Togarma.”

*** it-1 p. 219 Aschenaz ***
ASCHENAZ
(Àschenaz).
1. Dei tre figli di Gomer, figlio di Iafet, quello nominato per primo. — Ge 10:3; 1Cr 1:6.
Negli scritti ebraici medievali (e anche dopo) il nome “Askenaz” indicava le popolazioni teutoniche, e più specificamente la Germania. Infatti tuttora gli ebrei tedeschi vengono chiamati askenaziti, per distinguerli dai sefarditi, ebrei spagnoli e portoghesi.

*** it-2 p. 768 Rifat ***
RIFAT
(Rìfat).
Figlio di Gomer e nipote di Iafet. (Ge 10:2, 3; 1Cr 1:6) In 1 Cronache 1:6 il testo ebraico masoretico ha “Difat”; comunque la Settanta greca, la Vulgata latina e circa 30 manoscritti ebraici hanno “Rifat”. La variante ortografica può essere dovuta all’errore di un copista che scambiò la lettera ebraica rehsh (ר) per la dàleth (ד), due lettere molto simili fra loro.

(1 CRONACHE 1:7)

“E i figli di Iavan furono Elisa e Tarsis, Chittim e Rodanim.”

*** it-1 pp. 479-480 Chittim ***
CHITTIM
(Chìttim).
Nome di uno dei quattro “figli” di Iavan, pur essendo sempre al plurale in tutti i riferimenti scritturali. (Ge 10:4; 1Cr 1:7) Altre volte il nome è usato per indicare un popolo o una regione.
Giuseppe Flavio (Antichità giudaiche, I, 128, [vi, 1]) menziona Chittim chiamandola “Chetima” e la mette in relazione con Cipro e col “nome Chethim dato dagli ebrei a tutte le isole e alla maggior parte dei paesi marittimi”. Gli antichi fenici chiamavano i ciprioti kitti. Oggi gli esperti sono generalmente concordi nell’identificare Chittim con Cipro.
La città di Kition (Citium) sulla costa SE di Cipro è nota come colonia fenicia, per cui alcuni studiosi ritengono inesatta la collocazione di Chittim fra i discendenti di Iafet. (Ge 10:2, 4; 1Cr 1:5, 7) Le testimonianze indicano però che i fenici arrivarono a Cipro solo in un secondo tempo e la loro colonia di Kition pare non fosse anteriore al IX secolo a.E.V. Infatti, dopo aver identificato Kition come la “principale città fenicia di Cipro”, la New Encyclopædia Britannica (1987, vol. 3, p. 332) aggiunge: “Le più antiche rovine di Citium appartengono a una colonia egea d’epoca micenea (ca. 1400-1100 a.C.)”. — Vedi anche vol. 16, p. 948.

*** it-2 p. 794 Rodanim ***
RODANIM
(Rodanìm).
Uno dei quattro figli di Iavan nell’elenco di 1 Cronache 1:7. La grafia esatta del nome è incerta, dato che in 1 Cronache 1:7 il testo masoretico ha “Rodanim”, mentre molti manoscritti ebraici e la Vulgata latina hanno “Dodanim”. Quest’ultimo nome compare anche nel testo masoretico in Genesi 10:4, dove invece la Settanta greca e il Pentateuco samaritano hanno “Rodanim”. In ebraico la “r” (ר) e la “d” (ד) sono molto simili, per cui era facile che un copista scambiasse l’una per l’altra. (Per esempio, il testo masoretico ha “Rifat” in Ge 10:3 e “Difat” in 1Cr 1:6). La maggioranza delle traduzioni conservano entrambi i nomi. Molti lessicografi ritengono che la lezione da preferirsi sia “Rodanim”. Secondo i commentatori favorevoli a questa ipotesi è probabile che i discendenti di questo figlio di Iavan abbiano popolato l’isola di Rodi e altre vicine isole dell’Egeo.

(1 CRONACHE 1:10)

“E Cus stesso generò Nimrod. Fu lui il primo a divenire potente sulla terra.”

*** it-2 p. 393 Nimrod ***
NIMROD
(Nìmrod).
Figlio di Cus. (1Cr 1:10) Gli scritti rabbinici fanno derivare il nome Nimrod dal verbo ebraico maràdh, che significa “ribellarsi”. Così il Talmud babilonese (Erubin 53a) afferma: “Perché, allora, fu chiamato Nimrod? Perché istigò il mondo intero a ribellarsi (himrid) alla Sua sovranità [di Dio]”. — Encyclopedia of Biblical Interpretation, a cura di Menahem M. Kasher, vol. II, 1955, p. 79.
Nimrod fu il fondatore e il sovrano del primo impero venuto all’esistenza dopo il Diluvio. Si distinse come potente cacciatore “davanti” (in senso negativo; ebr. lifnèh; “contro” o “in opposizione a”; cfr. Nu 16:2; 1Cr 14:8; 2Cr 14:10) o “di fronte a” Geova. (Ge 10:9, nt.) Anche se in questo caso alcuni studiosi ritengono che la preposizione ebraica tradotta “di fronte a” vada intesa in senso favorevole, i Targumim, gli scritti di Giuseppe Flavio e il contesto stesso di Genesi capitolo 10 indicano che Nimrod era un potente cacciatore in opposizione a Geova.
All’inizio il regno di Nimrod includeva Babele, Erec, Accad e Calne, tutte città del paese di Sinar. (Ge 10:10) Perciò fu probabilmente sotto la sua direttiva che ebbe inizio la costruzione di Babele e della sua torre. Questa conclusione concorda anche con la tradizione ebraica. Giuseppe Flavio scrive: “[Nimrod] trasformò gradatamente il governo in una tirannia, non vedendo altro modo per sviare gli uomini dal timor di Dio, se non quello di tenerli costantemente in suo potere. Disse inoltre che intendeva vendicarsi con Dio, se mai avesse avuto in mente di sommergere di nuovo il mondo; perciò avrebbe costruito una torre così alta che le acque non l’avrebbero potuta raggiungere, e avrebbe vendicato la distruzione dei loro antenati. La folla fu assai pronta a seguire la decisione di [Nimrod], considerando un atto di codardia il sottomettersi a Dio; e si accinsero a costruire la torre . . . ed essa sorse con una velocità inaspettata”. — Antichità giudaiche, I, 114, 115 (iv, 2, 3).
Sembra che dopo la costruzione della torre di Babele Nimrod abbia esteso i suoi domini all’Assiria dove costruì “Ninive e Reobot-Ir e Cala e Resen fra Ninive e Cala: questa è la grande città”. (Ge 10:11, 12; cfr. Mic 5:6). Poiché il nome dell’Assiria deriva evidentemente da quello di Assur figlio di Sem, Nimrod, nipote di Cam, deve aver invaso il territorio semita. Sembra quindi che Nimrod sia diventato un eroe o un potente non solo come cacciatore di animali, ma anche come guerriero, come uomo violento. (Ge 10:8) La Cyclopædia di M’Clintock e Strong osserva: “Che la potente caccia non si limitasse agli animali è evidente dalla stretta connessione con l’edificazione di otto città. . . . Ciò che Nimrod fece come cacciatore fu il preludio di ciò che fece poi come conquistatore. Fin dall’antichità caccia ed eroismo erano particolarmente e naturalmente associati . . . Anche i monumenti assiri raffigurano molte scene di caccia, e la parola è spesso impiegata in riferimento a campagne militari. . . . Pertanto caccia e battaglia, che nello stesso paese in epoche successive furono così intimamente legate, potrebbero essere qui associate o coincidere. Il senso allora sarebbe che Nimrod fu il primo a fondare un regno dopo il diluvio, per unificare la frammentaria autorità patriarcale e consolidarla sotto di sé come unico capo e signore; e tutto questo in opposizione a Geova, trattandosi di una violenta ingerenza del potere camitico in territorio semita”. — 1894, vol. VII, p. 109.
Riguardo alla deificazione di Nimrod, vedi DEI E DEE (Divinità babilonesi).

(1 CRONACHE 1:11)

“In quanto a Mizraim, generò Ludim e Anamim e Leabim e Naftuim”

*** it-1 p. 130 Anamim ***
ANAMIM
(anamìm).
Camiti discendenti di Mizraim. Dal momento che Mizraim diventò sinonimo di Egitto, è probabile che gli anamim si siano stabiliti lì o nella zona. (Ge 10:13; 1Cr 1:11) Un’iscrizione cuneiforme dell’epoca di Sargon II re d’Assiria (seconda metà dell’VIII secolo a.E.V.) a quanto pare si riferisce a loro col nome di “Anami”.

*** it-2 p. 103 Leabim ***
LEABIM
(Leabìm).
Nome che ricorre in Genesi 10:13 e 1 Cronache 1:11 fra quelli dei discendenti di Cam tramite Mizraim. Dal momento che il nome ebraico è plurale, molti studiosi sostengono che si tratti di una tribù che prese nome da uno dei figli di Mizraim. (Vedi però MIZRAIM). Generalmente i leabim sono identificati con i libi e per lo meno sembra che fossero una delle tribù che anticamente abitavano la Libia. Per quanto l’identificazione sia difficile, probabilmente corrispondono ai Luvìm menzionati altrove nel testo ebraico, per esempio in 2 Cronache 12:3, dove qualcuno ha “Lubim” (AS) mentre le traduzioni italiane in genere hanno “libici” o “libi”.

*** it-2 p. 301 Mizraim ***
MIZRAIM
(Mizràim).
Secondo figlio di Cam in ordine di menzione. (Ge 10:6) Progenitore delle tribù egiziane (e anche di alcune tribù non egiziane). Il nome Mizraim diventò sinonimo di Egitto. (Ge 10:13, 14; 50:11) Infatti il termine “Egitto” che compare nelle versioni italiane è in realtà la traduzione del termine ebraico Mitsràyim (o in qualche caso di Matsòhr, 2Re 19:24; Isa 19:6; 37:25; Mic 7:12). Nelle lettere di Tell el-Amarna, scritte nella prima metà del II millennio a.E.V., l’Egitto è chiamato Misri, nome simile a quello arabo moderno (Misr).
Molti studiosi sostengono che Mizraim sia una forma duale che rappresenterebbe la dualità dell’Egitto (cioè, Alto e Basso Egitto), ma è solo un’ipotesi. (Vedi EGITTO, EGIZIANI). I nomi dei discendenti di Mizraim sono evidentemente al plurale: Ludim, Anamim, Leabim, Naftuim, Patrusim, Casluim e Caftorim. (Ge 10:13, 14; 1Cr 1:11, 12) Perciò è stata spesso avanzata l’ipotesi che si tratti di nomi di tribù anziché dei singoli figli. Questo è possibile, ma si noti che altri nomi, pur sembrando in forma duale o plurale, come Efraim, Appaim, Diblaim e Mesillemot (Ge 41:52; 1Cr 2:30, 31; Os 1:3; 2Cr 28:12), si riferiscono chiaramente a singoli individui.

(1 CRONACHE 1:12)
“e Patrusim e Casluim (di fra i quali uscirono i filistei) e Caftorim.”


*** it-1 p. 442 Casluim ***
CASLUIM
(Casluìm).
Figlio di Mizraim figlio di Cam, o popolo da lui disceso. La Bibbia indica che dai casluim “uscirono i filistei”. (Ge 10:6, 13, 14; 1Cr 1:8, 11, 12) Dato che altri brani dicono che i filistei venivano da Caftor o Creta (Ger 47:4; Am 9:7), alcuni studiosi ritengono che la frase summenzionata debba essere spostata dopo l’ultimo discendente di Mizraim menzionato, cioè Caftorim. Non è il caso però di ipotizzare una contraddizione fra questi versetti. Il brano di Genesi (e quello parallelo in Cronache) è di carattere genealogico. Gli altri riferimenti secondo cui i filistei venivano da Caftor sono probabilmente di carattere geografico, indicando una migrazione dal territorio dei caftorim.

*** it-2 p. 301 Mizraim ***
MIZRAIM
(Mizràim).
Secondo figlio di Cam in ordine di menzione. (Ge 10:6) Progenitore delle tribù egiziane (e anche di alcune tribù non egiziane). Il nome Mizraim diventò sinonimo di Egitto. (Ge 10:13, 14; 50:11) Infatti il termine “Egitto” che compare nelle versioni italiane è in realtà la traduzione del termine ebraico Mitsràyim (o in qualche caso di Matsòhr, 2Re 19:24; Isa 19:6; 37:25; Mic 7:12). Nelle lettere di Tell el-Amarna, scritte nella prima metà del II millennio a.E.V., l’Egitto è chiamato Misri, nome simile a quello arabo moderno (Misr).
Molti studiosi sostengono che Mizraim sia una forma duale che rappresenterebbe la dualità dell’Egitto (cioè, Alto e Basso Egitto), ma è solo un’ipotesi. (Vedi EGITTO, EGIZIANI). I nomi dei discendenti di Mizraim sono evidentemente al plurale: Ludim, Anamim, Leabim, Naftuim, Patrusim, Casluim e Caftorim. (Ge 10:13, 14; 1Cr 1:11, 12) Perciò è stata spesso avanzata l’ipotesi che si tratti di nomi di tribù anziché dei singoli figli. Questo è possibile, ma si noti che altri nomi, pur sembrando in forma duale o plurale, come Efraim, Appaim, Diblaim e Mesillemot (Ge 41:52; 1Cr 2:30, 31; Os 1:3; 2Cr 28:12), si riferiscono chiaramente a singoli individui.

(1 CRONACHE 1:13)

“In quanto a Canaan, generò Sidone suo primogenito e Het”

*** it-1 p. 908 Fenicia ***
Origine e nome. La storia dei fenici inizia dopo il Diluvio col nipote di Noè, Canaan figlio di Cam. Canaan fu il capostipite di 11 tribù, fra cui quella dei sidoni, discendenti di Sidone, suo primogenito. (Ge 10:15-18; 1Cr 1:13-16) I sidoni erano dunque cananei. (Gsè 13:4-6; Gdc 10:12) Loro stessi, e anche altri, chiamavano il paese Canaan. Su una moneta dell’epoca di Antioco Epifane la città siro-fenicia di Laodicea è chiamata “città madre di Canaan”.
In seguito i greci preferirono chiamare questi cananei sidoni con un altro nome ancora: fenici. Perciò cananei, sidoni e fenici erano nomi usati di volta in volta per lo stesso popolo. Nella profezia di Isaia, per esempio, la Fenicia è chiamata “Canaan”. — Isa 23:11; ATE; CEI; NM, nt.

(1 CRONACHE 1:14)

“e il gebuseo e l’amorreo e il ghirgaseo”

*** it-1 p. 1093 Ghirgasei ***
GHIRGASEI
Popolo che discese da Cam attraverso Canaan. (Ge 10:6, 15, 16; 1Cr 1:8, 13, 14) I ghirgasei risiedevano a O del Giordano. Benché potenti, insieme ad altre sei nazioni cananee furono sconfitti perché Geova li consegnò nelle mani del suo popolo. (De 7:1, 2; Gsè 3:10; 24:11) Questo adempì la promessa che Dio aveva fatto ad Abraamo secoli prima. (Ge 15:13-21; Ne 9:7, 8) I nomi “Girgash” e “Ben-Girgash” dei testi ugaritici sono stati citati come conferma indiretta dell’esistenza dei ghirgasei.

(1 CRONACHE 1:15)

“e l’ivveo e l’archeo e il sineo”

*** it-1 p. 182 Archeo ***
ARCHEO
(archèo).
Nome collettivo di alcuni discendenti di Cam da parte di Canaan e di una delle 70 famiglie postdiluviane (Ge 10:17; 1Cr 1:15), che si stabilirono lungo la costa del Mediterraneo a O della catena montuosa del Libano.

(1 CRONACHE 1:17)

“I figli di Sem furono Elam e Assur e Arpacsad e Lud e Aram, E Uz e Hul e Gheter e Mas.”

*** it-1 pp. 798-799 Elam ***
ELAM
(Èlam).
1. Uno dei cinque figli di Sem da cui discesero “famiglie, secondo le loro lingue, nei loro paesi, secondo le loro nazioni”. (Ge 10:22, 31; 1Cr 1:17) I nomi dei figli di Elam non sono specificati; questo nome indica però sia un popolo che una regione al confine SE della Mesopotamia.
Storicamente il nome Elam si riferiva a una parte di quella che oggi è la provincia del Khuzistan nel SO dell’Iran. Includeva la fertile pianura a E del basso Tigri, bagnata dai fiumi Karun e Karkheh, e si estendeva probabilmente nelle zone montuose a N e a E di questa pianura, anche se questi due confini sono i più incerti. Una regione chiamata Anzan pare si trovasse fra queste montagne ed è menzionata in alcune iscrizioni come facente parte dell’Elam già da molto tempo. Quindi l’Elam, situato all’estremità orientale della Mezzaluna Fertile, era in un certo senso un paese di frontiera, cioè uno di quei paesi dove il territorio popolato e in genere dominato da popolazioni semitiche subiva l’influsso o l’infiltrazione di popolazioni discese da altri figli di Noè, principalmente del ramo iafetico.
Il paese di Elam era chiamato Elamtu dagli assiri e dai babilonesi ed Elimaide dagli scrittori greci; a volte era chiamato anche “Susiana”, dalla città di Susa, o Susan, un tempo probabilmente capitale dell’Elam. Sotto l’impero persiano Susa era una residenza reale. (Ne 1:1; Est 1:2) Era situata sulle vie carovaniere dirette nell’estremo SE e anche verso l’altopiano iranico. I tentativi di assumere il controllo di queste strade resero l’Elam oggetto di frequenti invasioni da parte di sovrani assiri e babilonesi.
Lingua. Parlando dell’Elam, le opere di consultazione sostengono in genere che lo scrittore di Genesi abbia elencato Elam sotto Sem solo come indicazione politica o geografica, poiché, dicono, la popolazione dell’Elam non era semita. Questa affermazione si basa sull’opinione che la lingua degli elamiti non fosse semitica. Un’indagine però rivela che le più antiche iscrizioni ritrovate nella regione geografica chiamata Elam sono “semplici liste di oggetti annotate ideograficamente su tavolette d’argilla con il rispettivo numero accanto, indicato da un semplice sistema di tratti, cerchi e semicerchi . . . il loro contenuto in questo periodo è di carattere puramente economico o amministrativo”. (G. R. Driver, Semitic Writing, Londra, 1976, pp. 2, 3) Ovviamente queste iscrizioni possono definirsi “elamite” solo nel senso che sono state ritrovate nel territorio di Elam.
Sostanzialmente, quindi, quelli che sono contrari a includere Elam fra le popolazioni semitiche devono basarsi su iscrizioni cuneiformi posteriori, attribuite a un periodo piuttosto tardo del II millennio a.E.V., e sul rilievo di Bisutun (VI secolo a.E.V.), che contiene un’iscrizione trilingue in antico persiano, accadico ed “elamita”. La lingua delle iscrizioni cuneiformi attribuite agli elamiti è considerata agglutinante (una lingua cioè in cui più elementi lessicali si uniscono a formare composti, distinta quindi dalle lingue flessive). I filologi non sono riusciti a stabilire un chiaro legame fra questa lingua “elamita” e altre lingue conosciute.
Nel valutare le suddette informazioni occorre ricordare che la zona geografica in cui infine si concentrarono i discendenti di Elam può benissimo essere stata occupata da altri popoli prima o anche durante la residenza degli elamiti, così come in Babilonia risiedevano gli antichi sumeri non semiti. L’Encyclopædia Britannica (1959, vol. 8, p. 118) afferma: “L’intero paese [chiamato Elam] era occupato da varie tribù, che per la maggior parte parlavano dialetti agglutinanti, quantunque i distretti occidentali fossero occupati da semiti”. — Il corsivo è nostro; CARTINA e TAVOLA, vol. 1, p. 329.
Che le iscrizioni cuneiformi rinvenute nella regione di Elam non dimostrino di per sé che i veri elamiti non fossero in origine semiti è evidente da molti antichi esempi storici di popoli che adottarono una lingua diversa dalla propria a motivo della dominazione o dell’infiltrazione di elementi stranieri. Ci sono anche esempi di popoli antichi che, insieme alla loro lingua, ne usavano contemporaneamente un’altra nei rapporti commerciali e internazionali; un esempio è l’aramaico, che divenne una lingua franca usata da molti popoli. Le iscrizioni “ittite” di Karatepe (probabilmente dell’VIII secolo a.E.V.) sono bilingui, essendo scritte in geroglifici “ittiti” e in fenicio antico. Circa 30.000 tavolette d’argilla dell’epoca di Dario I re di Persia sono state rinvenute a Persepoli, residenza reale persiana. Erano in gran parte nella lingua cosiddetta “elamita”. Eppure Persepoli non si direbbe una città “elamita”.
Un’altra indicazione che non è il caso di attribuire alla tavola delle nazioni di Genesi capitolo 10 un valore puramente geografico e non genealogico è data da certe sculture di re elamiti che secondo gli archeologi risalgono all’epoca di Sargon I (il cui regno viene datato all’ultima parte del III millennio). Queste sculture non solo presentano tipiche figure accadiche (assiro-babilonesi semitiche) ma recano anche iscrizioni in accadico. — The Illustrated Bible Dictionary, a cura di J. D. Douglas, 1980, vol. 1, p. 433.

*** it-1 p. 1225 Hul ***
HUL
Figlio di Aram. (Ge 10:23) In 1 Cronache 1:17, però, Hul sembra elencato come figlio di Sem. Nel manoscritto Alessandrino e in quello ebraico Kennicott 175, la lezione di 1 Cronache 1:17 è uguale a quella di Genesi 10:23, dove Uz, Hul, Gheter e Mas sono preceduti dalla frase “e i figli di Aram”. L’omissione quindi delle parole “e i figli di” in 1 Cronache 1:17 nel testo masoretico potrebbe dipendere dall’errore di un copista. Non è detto comunque che sia così; nelle Scritture, “figli” può includere nipoti e perfino discendenti più lontani. (Un caso analogo potrebbe essere quello di 1Cr 1:4, dove Sem, Cam e Iafet non sono introdotti come figli di Noè, forse perché la loro parentela con lui era talmente nota che lo scrittore originale ritenne superfluo specificarlo).

*** it-2 p. 226 Mas ***
MAS
Discendente di Sem tramite Aram. (Ge 10:22, 23; 1Cr 1:17, Sy e sei manoscritti ebraici). In 1 Cronache 1:17 il testo masoretico ha “Mesec” al posto di “Mas”. Ma questo probabilmente è un errore di trascrizione, poiché Mesec è elencato come ‘figlio’ di Iafet. — Ge 10:2; 1Cr 1:5.

*** it-2 p. 924 Sem ***
Dopo Aram la narrazione parallela in 1 Cronache 1:17 elenca anche “Uz e Hul e Gheter e Mas”, mentre in Genesi 10:23 questi sono definiti figli di Aram. Testimonianze bibliche e storiche indicano che Sem fu dunque il progenitore dei popoli semiti: gli elamiti, gli assiri, gli antichi caldei, gli ebrei, gli aramei (o siri), varie tribù arabe e forse i lidi dell’Asia Minore. Questo significherebbe che i discendenti di Sem erano in prevalenza concentrati nella parte sudoccidentale del continente asiatico, si erano estesi in quasi tutta la Mezzaluna Fertile e avevano occupato buona parte della Penisola Arabica. — Vedi le voci sotto i rispettivi nomi dei figli di Sem.

*** it-2 p. 924 Sem ***
Il fatto che Sem sia menzionato per primo di per sé non è una prova che fosse il primogenito di Noè, dato che lo stesso figlio primogenito di Sem (Arpacsad) si trova al terzo posto nelle registrazioni genealogiche. (Ge 10:22; 1Cr 1:17)

(1 CRONACHE 1:18)

“In quanto ad Arpacsad, generò Sela, e Sela stesso generò Eber.”

*** w05 1/10 p. 8 par. 5 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
1:18: Chi era il padre di Sela: Cainan o Arpacsad? (Luca 3:35, 36) Arpacsad era il padre di Sela. (Genesi 10:24; 11:12) Il termine “Cainan” che troviamo in Luca 3:36 potrebbe essere una corruzione del termine “caldeo”. In tal caso è possibile che nel testo originale ci fosse scritto: “Il figlio del caldeo Arpacsad”. Oppure può darsi che i nomi Cainan e Arpacsad si riferiscano alla stessa persona. Si noti inoltre che in alcuni manoscritti l’espressione “figlio di Cainan” non compare. — Luca 3:36, nota in calce.

(1 CRONACHE 1:36)

“I figli di Elifaz furono Teman e Omar, Zefo e Gatam, Chenaz e Timna e Amalec.”

*** it-2 p. 1112 Timna ***
TIMNA
1. Concubina di Elifaz, figlio di Esaù, e madre di Amalec. (Ge 36:10-12) Nella genealogia di 1 Cronache 1:36 vengono prima elencati cinque figli di Elifaz, figlio di Esaù. Seguono poi “Timna e Amalec”. A questo riguardo C. F. Keil osserva: “L’aggiunta dei due nomi Timna e Amalec in Cronache sembra dunque essere una semplice abbreviazione, che l’autore poteva ben permettersi, dato che la posterità di Esaù era nota ai lettori dal libro di Genesi. Inoltre il nome Timna, per la sua forma (femminile), non poteva dar adito all’idea sostenuta da alcuni esegeti moderni che Timna fosse anche un figlio di Elifaz”. (Commentary on the Old Testament, 1973, vol. III, 1 Cronache, p. 53) Perciò furono elencati i sei figli di Elifaz, ma con l’annotazione che uno di loro, Amalec, era figlio di Timna, concubina di Elifaz. Occorre ricordare che Amalec divenne una nazione che odiava il popolo di Dio e in merito alla quale Geova disse: “Geova farà guerra ad Amalec di generazione in generazione”. (Eso 17:8-16) Così, sia il testo di Genesi che quello di Cronache menzionano questo particolare sull’origine di Amalec. Questa Timna potrebbe essere la stessa del n. 2.

(1 CRONACHE 1:41)

“I figli di Ana furono Dison. E i figli di Dison furono Emdan ed Esban e Itran e Cheran.”

*** it-1 p. 129 Amram ***
3. Nome di un discendente di Seir, figlio di Dison, in alcune versioni di 1 Cronache 1:41 (Ri; cfr. Vg, Di). — Vedi EMDAN.

(1 CRONACHE 1:42)

“I figli di Ezer furono Bilan e Zaavan e Acan. I figli di Disan furono Uz e Aran.”

*** it-1 p. 45 Acan ***
2. [Grafia ebraica diversa dal n. 1]. Ultimo nell’elenco dei tre figli dello sceicco Ezer, figlio di Seir. (Ge 36:20, 21, 27) In 1 Cronache 1:42 il testo masoretico ha “Iaacan”, mentre la Settanta greca (codice Alessandrino) e 22 manoscritti ebraici hanno “Acan” in armonia con Genesi 36:27.

*** it-1 p. 701 Disan ***
DISAN
(Dìsan) [forse, antilope].
Sceicco discendente di Seir l’oreo del paese di Edom. (Ge 36:20, 21; 1Cr 1:38) Genesi 36:28 dice che Uz e Aran erano figli di “Disan”, mentre 1 Cronache 1:42 nel testo masoretico ebraico, nella Settanta greca e nella Pescitta siriaca chiama il loro progenitore “Dison”. Questa differenza, dovuta apparentemente a un errore di copiatura, viene risolta da diverse traduzioni italiane (CEI, PS, Ri, ecc.) usando la stessa lezione in entrambi i versetti, come fa la recensione clementina della Vulgata latina.

*** it-1 p. 703 Dison ***
DISON
(Dìson) [forse, antilope].
Nome di uno o forse due uomini diversi che compare nelle genealogie riportate in Genesi 36:20-28 e 1 Cronache 1:38-42.
In Genesi 36:20, 21 (anche vv. 29, 30) sono elencati come sceicchi sette “figli di Seir l’oreo”: Lotan, Sobal, Zibeon, Ana, Dison, Ezer e Disan. Poi, nei versetti da 22 a 28, sono elencati ciascuno dei sette sceicchi con i rispettivi figli. Al versetto 25 uno dei figli di Ana è chiamato Dison. Alcuni ritengono che Seir fosse il nonno di questo Dison e lo sceicco Dison suo zio, supponendo che i sette sceicchi fossero tutti “figli” di Seir nel vero senso della parola, cioè che fossero tutti della stessa generazione.
Altri invece ritengono che i sette sceicchi fossero semplicemente discendenti di Seir, non tutti della stessa generazione, quindi “figli” in senso lato. Per cui pensano che il Dison del versetto 25 sia lo stesso sceicco Dison (Ge 36:21, 26) e non suo nipote. Secondo loro, benché in realtà figlio dello sceicco Ana, Dison viene menzionato insieme agli altri sei sceicchi non perché fosse loro fratello ma perché era loro pari in quanto anche egli sceicco.

(1 CRONACHE 1:48)

“Alla fine Samla morì, e Shaul da Reobot presso il Fiume regnava in luogo di lui.”

*** it-2 p. 753 Reobot ***
2. Città da cui veniva Shaul, antico re edomita; non se ne conosce l’ubicazione. (Ge 36:31, 37; 1Cr 1:43, 48) In entrambi i passi in cui è menzionata, la città è chiamata “Reobot presso il Fiume”. Normalmente nella Bibbia “il Fiume” è l’Eufrate. (Sl 72:8; 2Cr 9:26; cfr. Eso 23:31 con De 11:24). Per questo alcuni geografi hanno proposto come possibile ubicazione un paio di località nei pressi della confluenza tra il Khabur e l’Eufrate. Ciò però significherebbe che Shaul veniva da una città molto lontana dal territorio edomita. Certi geografi odierni, invece, ritengono che in questi due casi “il Fiume” si riferisca a un fiume in Edom o nei pressi di uno dei suoi confini, come lo Zered (Wadi el-Hasaʼ), che si getta nell’estremità meridionale del Mar Morto. J. Simons propone una località circa 37 km a SE dell’estremità del Mar Morto.

(1 CRONACHE 1:51)

“Alla fine Adad morì. E gli sceicchi di Edom furono lo sceicco Timna, lo sceicco Alva, lo sceicco Ietet,”

*** it-2 pp. 1112-1113 Timna ***
3. Primo nome che s’incontra nell’elenco degli undici “sceicchi di Esaù”, o Edom. (Ge 36:40-43; 1Cr 1:51-54) Secondo molti traduttori, Timna e gli altri nomi dell’elenco sono nomi di persona. (Di, Con, Mar, Na, NM, PIB, VR) Tuttavia è opinione comune che l’espressione “secondo le loro famiglie, secondo i loro luoghi, con i loro nomi” si riferisca a tribù o territori. Perciò alcune traduzioni preferiscono espressioni del tipo “il capo di Timna”. (CEI, Ga) In effetti, però, in Genesi 36:41, nello stesso elenco, compare un nome di donna, Oolibama, il che autorizzerebbe a pensare che pure Timna fosse il nome di una donna. Eusebio e Girolamo identificano Timna con una località edomita chiamata “Thamna”, esistente all’epoca loro. (Onomasticon, 96, 24-27) Comunque, l’ubicazione di una regione del genere che corrisponda a Timna è attualmente ignota.

(1 CRONACHE 2:6)

“E i figli di Zera furono Zimri ed Etan ed Eman e Calcol e Dara. Ce ne furono cinque in tutto.”

*** it-1 pp. 875-876 Etan ***
1. Uno dei quattro uomini la cui sapienza, benché grande, fu superata da quella di Salomone. (1Re 4:31) Questo Etan potrebbe essere lo scrittore del Salmo 89, poiché la soprascritta lo attribuisce a Etan l’ezraita. In 1 Cronache 2:6, Etan, Eman, Calcol e Dara sono definiti tutti figli di Zera della tribù di Giuda, e forse sono gli stessi menzionati in 1 Re. Etan è definito padre di Azaria. — 1Cr 2:8; vedi EZRAITA.

(1 CRONACHE 2:15)

“Ozem il sesto, Davide il settimo.”

*** w05 1/10 p. 9 par. 1 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
2:15: Davide era il settimo figlio di Iesse? No, Iesse aveva otto figli e Davide era il minore. (1 Samuele 16:10, 11; 17:12) Evidentemente uno dei figli di Iesse era morto senza discendenti. Dal momento che il nome di questo figlio non avrebbe influito sulle registrazioni genealogiche, Esdra lo omise.

*** w02 15/9 p. 31 Domande dai lettori ***
• Perché 1 Cronache 2:13-15 si riferisce a Davide come al settimo figlio di Iesse, mentre 1 Samuele 16:10, 11 indica che era l’ottavo?
Quando Saul, re dell’antico Israele, si allontanò dalla pura adorazione, Geova Dio mandò il profeta Samuele a ungere re uno dei figli di Iesse. La narrazione ispirata di quell’evento storico, scritta da Samuele stesso nell’XI secolo a.E.V., presenta Davide come l’ottavo figlio di Iesse. (1 Samuele 16:10-13) Tuttavia il racconto scritto dal sacerdote Esdra circa 600 anni dopo dice: “Iesse, a sua volta, generò il suo primogenito Eliab, e Abinadab il secondo, e Simea il terzo, Netanel il quarto, Raddai il quinto, Ozem il sesto, Davide il settimo”. (1 Cronache 2:13-15) Che fine aveva fatto uno dei fratelli di Davide, e perché Esdra ne omette il nome?
Le Scritture dicono che Iesse “aveva otto figli”. (1 Samuele 17:12) A quanto pare uno dei suoi figli non visse abbastanza a lungo da sposarsi e avere figli. Non avendo discendenti, non avrebbe potuto reclamare una parte dell’eredità tribale né avere alcuna rilevanza genealogica nella discendenza di Iesse.
Spostiamoci ora ai giorni di Esdra e consideriamo il contesto in cui compilò Cronache. L’esilio in Babilonia si era concluso circa 77 anni prima e gli ebrei si erano ristabiliti in patria. Il re di Persia aveva autorizzato Esdra a nominare giudici e insegnanti della Legge di Dio e ad abbellire la casa di Geova. C’era bisogno di elenchi genealogici accurati per confermare le eredità tribali e assicurare che solo persone autorizzate prestassero servizio come sacerdoti. Perciò Esdra preparò un racconto completo della storia nazionale, compresa un’esatta e attendibile registrazione della discendenza di Giuda e di Davide. Il nome del figlio di Iesse che era morto senza avere figli sarebbe stato irrilevante. Quindi Esdra lo omise.

(1 CRONACHE 2:16)

“E le loro sorelle furono Zeruia e Abigail; e i figli di Zeruia furono Abisai e Gioab e Asael, tre.”

*** it-1 p. 29 Abigail ***
Ma si noti che in 1 Cronache 2:13-16 Abigail e Zeruia non sono chiamate ‘figlie di Iesse’ ma piuttosto “sorelle” dei figli di Iesse, incluso Davide. Questo fa supporre che la loro madre avesse prima sposato un uomo di nome Naas, da cui avrebbe avuto Abigail e Zeruia, e poi fosse diventata moglie di Iesse e madre dei suoi figli. Non si può dunque affermare categoricamente che Abigail fosse figlia di Iesse. — Vedi NAAS n. 2.

(1 CRONACHE 2:17)

“In quanto ad Abigail, partorì Amasa; e il padre di Amasa fu Ieter l’ismaelita.”

*** it-1 p. 1255 Ieter ***
6. Padre di Amasa, che fu capo dell’esercito di Davide. (1Re 2:5, 32) In 2 Samuele 17:25, nel testo masoretico, viene chiamato Itra ed è definito israelita, mentre in 1 Cronache 2:17 è definito ismaelita, forse perché visse a lungo fra gli ismaeliti.

(1 CRONACHE 2:24)

“E dopo la morte di Ezron a Caleb-Efrata, essendo Abia moglie di Ezron, essa gli partorì quindi Asur padre di Tecoa.”

*** it-1 p. 238 Asur ***
ASUR
(Àsur) [forse, nerezza].
Secondo il testo masoretico, il figlio di Ezron nato dopo la morte del padre; pronipote di Giuda. (1Cr 2:4, 5, 24; vedi EZRON n. 2). Dalle sue due mogli ebbe sette figli. (1Cr 4:5-7) Viene pure detto che era il padre di Tecoa, forse a indicare che fu il fondatore dell’omonima città.

*** it-1 p. 893 Ezron ***
Secondo la lezione di 1 Cronache 2:24 nel testo masoretico, Ezron morì a Caleb-Efrata, dopo di che Abia, la sua vedova, partorì Asur padre di Tecoa. Alcuni però ritengono che il testo masoretico non conservi la lezione originale. Infatti Ezron è elencato fra le 70 “anime della casa di Giacobbe che entrarono in Egitto”, per cui deve essere morto là. (Ge 46:12, 26, 27) Inoltre ritengono improbabile che una località egiziana potesse chiamarsi Caleb-Efrata. Perciò molti traduttori hanno corretto 1 Cronache 2:24 rifacendosi alle lezioni della Settanta greca e della Vulgata latina. La Bibbia Concordata (Con) traduce così: “Dopo la morte di Ezron, Caleb si uní a Efrata, moglie di Ezron suo padre, e questa gli partorí Asur, padre di Tecoa”. La Ricciotti (Ri) traduce: “Dopo la morte di Esron Caleb si unì ad Efrata. Esron ebbe in moglie anche Abia, che gli generò Asur padre di Tecua”. Perciò, secondo queste modifiche, “Asur” sarebbe o il “figlio” di Ezron e di Abia o il “figlio” di Caleb ed Efrata.

(1 CRONACHE 2:45)

“E il figlio di Sammai fu Maon; e Maon fu il padre di Bet-Zur.”

*** it-1 p. 360 Bet-Zur ***
Il nome Bet-Zur compare in un elenco genealogico dei discendenti di Caleb fratello di Ierameel in 1 Cronache 2:45, dove è specificato che Maon era “il padre di Bet-Zur”. Molti commentatori ritengono che Bet-Zur si riferisca all’omonima città, per cui Maon sarebbe il padre di quanti vi si stabilirono, o forse il capo o l’uomo più importante della città.

(1 CRONACHE 2:46)

“In quanto a Efa concubina di Caleb, essa partorì Haran e Moza e Gazez. In quanto ad Haran, generò Gazez.”

*** it-1 p. 996 Gazez ***
GAZEZ
(Gàzez) [tosatore].
In 1 Cronache 2:46 si legge che Efa, concubina di Caleb, partorì Haran, Moza e Gazez, e subito dopo che Haran “generò Gazez”. Quindi potevano esserci due uomini di nome Gazez: (1) un figlio di Caleb e (2) un nipote di Caleb. Ma se la frase, “in quanto ad Haran, generò Gazez”, è semplicemente una precisazione che identifica il Gazez già menzionato non come figlio di Caleb ma come suo nipote, allora ci doveva essere un solo Gazez, figlio di Haran e nipote di Caleb.

(1 CRONACHE 2:49)

“A suo tempo essa partorì Saaf padre di Madmanna, Seva padre di Macbena e padre di Ghibea. E la figlia di Caleb fu Acsa.”

*** it-1 pp. 389-390 Caleb ***
Acsa è elencata come figlia di “Caleb fratello di Ierameel” (il Caleb n. 1), il quale visse circa un secolo e mezzo prima di “Caleb figlio di Iefunne”. (1Cr 2:42, 49) Secondo alcuni commentatori ci sarebbe stato un solo Caleb. Ma il notevole intervallo di tempo che separa Ezron, nipote di Giuda, dall’insediamento in Canaan porta a escludere tale ipotesi. Altri dicono che entrambi i Caleb devono aver avuto figlie con lo stesso nome. Tuttavia nelle genealogie le donne vengono menzionate solo quando hanno avuto un ruolo notevole nella storia del popolo di Dio. E dato che ci fu una sola Acsa famosa, doveva essere la figlia del secondo Caleb, il figlio di Iefunne. Altri commentatori ancora, pur non avendo il sostegno di nessuna autorità testuale, ometterebbero dal versetto (1Cr 2:49) questa frase riguardante Acsa come aggiunta erronea di uno scriba. È più probabile pensare che lo scrittore originale abbia intenzionalmente incluso questa sintetica informazione nel versetto 49 per una ragione particolare, usando il termine “figlia” nel senso più ampio di discendente per richiamare l’attenzione sul fatto che Acsa non solo era la figlia di Caleb figlio di Iefunne, ma era anche una diretta discendente di Caleb figlio di Ezron.

*** it-2 p. 173 Madmanna ***
1. Nome che compare nell’elenco dei discendenti di Giuda tramite Caleb, dove si legge che Maaca concubina di Caleb partorì “Saaf padre di Madmanna”. (1Cr 2:49) Molti studiosi ritengono però che il termine “padre” qui sia usato nel senso di “fondatore” e che in questo versetto Madmanna corrisponda alla città considerata più avanti, di cui Saaf sarebbe stato il fondatore o forse il ricostruttore dopo la conquista. Va notato che nei versetti successivi ricorrono in un contesto simile i nomi Chiriat-Iearim e Betleem. — 1Cr 2:50, 54.

(1 CRONACHE 2:50)

“Questi furono i figli di Caleb. I figli di Hur primogenito di Efrata: Sobal padre di Chiriat-Iearim,”

*** it-1 p. 1007 Genealogia ***
Città e nomi plurali. In alcuni elenchi si legge che un uomo è “padre” di una certa città, come in 1 Cronache 2:50-54, dove per esempio Salma è chiamato “padre di Betleem” e Sobal “padre di Chiriat-Iearim”. Evidentemente Betleem e Chiriat-Iearim furono fondate da quegli uomini o popolate dai loro discendenti. Più avanti, nello stesso elenco troviamo: “I figli di Salma furono Betleem e i netofatiti, Atrot-Bet-Gioab e metà dei manaatiti, gli zoriti”. (1Cr 2:54) Qui i netofatiti, i manaatiti e gli zoriti devono essere famiglie.

(1 CRONACHE 2:51)

“Salma padre di Betleem, Aref padre di Bet-Gader.”

*** it-1 p. 352 Betleem ***
Fra i primi discendenti di Giuda figlio di Giacobbe sono menzionati “Salma padre di Betleem” (1Cr 2:51, 54) e “Hur primogenito di Efrata padre di Betleem”. (1Cr 4:4) Questa espressione può indicare in questi uomini gli antenati degli israeliti che in seguito occuparono Betleem.

*** it-1 p. 1007 Genealogia ***
Città e nomi plurali. In alcuni elenchi si legge che un uomo è “padre” di una certa città, come in 1 Cronache 2:50-54, dove per esempio Salma è chiamato “padre di Betleem” e Sobal “padre di Chiriat-Iearim”. Evidentemente Betleem e Chiriat-Iearim furono fondate da quegli uomini o popolate dai loro discendenti. Più avanti, nello stesso elenco troviamo: “I figli di Salma furono Betleem e i netofatiti, Atrot-Bet-Gioab e metà dei manaatiti, gli zoriti”. (1Cr 2:54) Qui i netofatiti, i manaatiti e gli zoriti devono essere famiglie.

(1 CRONACHE 2:52)

“E Sobal padre di Chiriat-Iearim ebbe figli: Haroe, metà dei Menuot.”

*** it-1 p. 1007 Genealogia ***
Città e nomi plurali. In alcuni elenchi si legge che un uomo è “padre” di una certa città, come in 1 Cronache 2:50-54, dove per esempio Salma è chiamato “padre di Betleem” e Sobal “padre di Chiriat-Iearim”. Evidentemente Betleem e Chiriat-Iearim furono fondate da quegli uomini o popolate dai loro discendenti. Più avanti, nello stesso elenco troviamo: “I figli di Salma furono Betleem e i netofatiti, Atrot-Bet-Gioab e metà dei manaatiti, gli zoriti”. (1Cr 2:54) Qui i netofatiti, i manaatiti e gli zoriti devono essere famiglie.

*** it-2 p. 257 Menuot ***
MENUOT
(Menuòt) [luoghi di riposo].
Secondo il testo masoretico, a quanto pare una famiglia discendente da Giuda tramite Sobal. (1Cr 2:4, 52) Alcuni studiosi però propongono di modificare il testo ebraico onde leggere “i manaatiti”, come al versetto 54. (Cfr. BJ, PIB). Un commentario ebraico su Cronache propone la lezione alternativa “preposto a metà dei luoghi di riposo” e osserva: “Sobal era preposto a metà dei luoghi di sosta delle carovane nel paese di Giuda”. — Soncino Books of the Bible, a cura di A. Cohen, Londra, 1952, p. 15.

(1 CRONACHE 2:54)

“I figli di Salma furono Betleem e i netofatiti, Atrot-Bet-Gioab e metà dei manaatiti, gli zoriti.”

*** it-1 p. 242 Atrot-Bet-Gioab ***
ATROT-BET-GIOAB
(Atròt-Bet-Giòab) [corone [cioè, recinti circolari] della casa di Gioab].
Nome incluso tra “i figli di Salma” nella genealogia della tribù di Giuda. (1Cr 2:54) Alcuni ritengono che sia il nome di una città di Giuda, facendo rilevare che in queste genealogie compaiono nomi come Chiriat-Iearim, Bet-Gader, Betleem e altri. Comunque il solo fatto che un nome corrisponda a quello di una città non è un’indicazione sicura che si tratti di una città, dal momento che ci sono molti casi di persone con lo stesso nome di una città. Tuttavia, la forma o il significato di certi nomi nelle genealogie fa pensare che si tratti di nomi geografici e non di nomi di persona. La soluzione potrebbe essere l’ipotesi avanzata da molti studiosi che si faccia riferimento agli abitanti della città più che alla località geografica stessa. Infatti l’espressione “padre di” in certi casi si ritiene significhi “fondatore di” o “capostipite di” una particolare popolazione stanziatasi nella località indicata.
Per esempio il termine “padre” compare nell’originale ebraico di Genesi 4:20, 21 ma in alcune traduzioni è reso “antenato” (AT, BJ) o “fondatore” (NM). Fra i possibili significati del sostantivo ebraico “padre” i lessici ebraici includono: “sovrano, capo” (Brown, Driver e Briggs, A Hebrew and English Lexicon of the Old Testament, 1980, p. 3), “antenato, capostipite di tribù, nazione . . . di un luogo . . . fondatore di una classe o categoria, . . . di un mestiere . . . fondatore, primo magistrato di una località” (L. Koehler e W. Baumgartner, Lexicon in Veteris Testamenti Libros, Leida, 1958, p. 1). — Cfr. Isa 22:20-22.

*** it-1 p. 352 Betleem ***
Fra i primi discendenti di Giuda figlio di Giacobbe sono menzionati “Salma padre di Betleem” (1Cr 2:51, 54) e “Hur primogenito di Efrata padre di Betleem”. (1Cr 4:4) Questa espressione può indicare in questi uomini gli antenati degli israeliti che in seguito occuparono Betleem.

*** it-1 p. 1007 Genealogia ***
Città e nomi plurali. In alcuni elenchi si legge che un uomo è “padre” di una certa città, come in 1 Cronache 2:50-54, dove per esempio Salma è chiamato “padre di Betleem” e Sobal “padre di Chiriat-Iearim”. Evidentemente Betleem e Chiriat-Iearim furono fondate da quegli uomini o popolate dai loro discendenti. Più avanti, nello stesso elenco troviamo: “I figli di Salma furono Betleem e i netofatiti, Atrot-Bet-Gioab e metà dei manaatiti, gli zoriti”. (1Cr 2:54) Qui i netofatiti, i manaatiti e gli zoriti devono essere famiglie.

(1 CRONACHE 3:5)

“E questi gli nacquero a Gerusalemme: Simea e Sobab e Natan e Salomone, quattro di Betsabea figlia di Ammiel,”

*** it-1 p. 808 Eliam ***
1. Padre di Betsabea. (2Sa 11:3) In 1 Cronache 3:5 è chiamato Ammiel.

(1 CRONACHE 3:6)

“e Ibar ed Elisama ed Elifelet,”

*** it-1 p. 812 Elisama ***
3. Uno dei figli nati a Davide a Gerusalemme. Questo Elisama è chiamato Elisua in 2 Samuele 5:15, in 1 Cronache 14:5 e, in due manoscritti ebraici, in 1 Cronache 3:6. È opinione generale che il nome esatto sia Elisua, in quanto Elisama ricorre nuovamente in 1 Cronache 3:8 ed è quindi facile che un copista l’abbia incluso per errore nel versetto 6. Dal momento però che in 1 Cronache 3:6 il testo masoretico ebraico, la Settanta greca, la Pescitta siriaca e la Vulgata latina hanno “Elisama”, questa variante del nome è stata conservata nella Traduzione del Nuovo Mondo e in altre traduzioni.

*** it-1 p. 816 Elisua ***
ELISUA
(Elìsua) [Dio è salvezza].
Uno dei figli nati a Davide a Gerusalemme. (2Sa 5:15; 1Cr 14:5) In 1 Cronache 3:6 Elisua è chiamato Elisama. — Vedi ELISAMA n. 3.

(1 CRONACHE 3:15)

“E i figli di Giosia furono il primogenito Ioanan, il secondo, Ioiachim, il terzo, Sedechia, il quarto, Sallum.”

*** it-2 p. 34 Ioanan ***
4. Primogenito del re Giosia. (1Cr 3:15) Poiché a differenza dei suoi tre fratelli più giovani non si parla mai di lui in relazione alla successione al trono di Giuda, egli dev’essere morto prima del padre. — 2Re 23:30, 34; 24:17; Ger 22:11; vedi GIOSIA n. 1.

*** it-2 p. 915 Sedechia ***
In 1 Cronache 3:15 viene detto che Sedechia era il “terzo” figlio di Giosia. Benché in ordine di nascita fosse in realtà il quarto figlio (cfr. 2Re 23:30, 31; 24:18; Ger 22:11), può darsi che in questo caso sia menzionato prima del fratello Sallum (Ioacaz) per il fatto che aveva regnato molto più a lungo.

(1 CRONACHE 3:17)

“E i figli di Ieconia da prigioniero furono Sealtiel suo figlio”

*** w05 1/10 p. 9 par. 2 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
3:17: Perché Luca 3:27 si riferisce a Sealtiel figlio di Ieconia chiamandolo figlio di Neri? Il padre di Sealtiel era Ieconia. Ma evidentemente Neri diede in moglie sua figlia a Sealtiel. Riferendosi al genero di Neri, Luca lo chiamò figlio di Neri, come fece nel caso di Giuseppe, chiamandolo figlio di Eli, che era il padre di Maria. — Luca 3:23.

*** w92 15/7 p. 5 La Bibbia si contraddice? ***
▪ Chi era il padre di Sealtiel?
Certi passi indicano che il padre naturale di Sealtiel era Ieconia (il re Ioiachin). (1 Cronache 3:16-18; Matteo 1:12) Ma l’evangelista Luca chiama Sealtiel “figlio di Neri”. (Luca 3:27) Sembra che Neri avesse dato sua figlia in moglie a Sealtiel. Dato che gli ebrei usavano riferirsi a un genero come a un figlio, specie negli elenchi genealogici, Luca poteva correttamente chiamare Sealtiel figlio di Neri. In modo analogo Luca parla di Giuseppe come del figlio di Eli, che in realtà era il padre di Maria, moglie di Giuseppe. — Luca 3:23.

*** it-1 p. 182 Archeologia ***
Presso la porta di Ishtar a Babilonia sono state scoperte circa 300 tavolette con iscrizioni cuneiformi che risalgono al periodo del regno di Nabucodonosor. Fra gli elenchi di artigiani e prigionieri, che vivevano allora a Babilonia e a cui erano date razioni di viveri, compare il nome di “Yaukin, re del paese di Yahud”, cioè “Ioiachin, re del paese di Giuda”. Questo re era stato portato a Babilonia quando Nabucodonosor aveva conquistato Gerusalemme nel 617 a.E.V., ma era stato liberato dalla casa di detenzione da Awil-Marduk (Evil-Merodac), successore di Nabucodonosor, che gli concesse una razione giornaliera di viveri per il resto della sua vita. (2Re 25:27-30) Su queste tavolette sono pure menzionati cinque figli di Ioiachin. — 1Cr 3:17, 18.

*** it-1 p. 229 Assir ***
In 1 Cronache (1 Paralipomeni) 3:17 alcune traduzioni (ATE, Lu, Vg) usano il nome Assir (Asir); molte altre invece (CEI, Con, NM, PIB, PS, VR) ritengono che in questo caso il termine ebraico non sia un nome proprio, ma una semplice apposizione di Ieconia (Ioiachin), prigioniero o deportato a Babilonia. (2Re 24:12-15; 25:27-30) Nella Traduzione del Nuovo Mondo appropriatamente si legge: “E i figli di Ieconia da prigioniero (ʼassìr) furono Sealtiel . . . ”

(1 CRONACHE 3:18)

“e Malchiram e Pedaia e Senazzar, Iecamia, Osama e Nedabia.”

*** it-1 p. 182 Archeologia ***
Presso la porta di Ishtar a Babilonia sono state scoperte circa 300 tavolette con iscrizioni cuneiformi che risalgono al periodo del regno di Nabucodonosor. Fra gli elenchi di artigiani e prigionieri, che vivevano allora a Babilonia e a cui erano date razioni di viveri, compare il nome di “Yaukin, re del paese di Yahud”, cioè “Ioiachin, re del paese di Giuda”. Questo re era stato portato a Babilonia quando Nabucodonosor aveva conquistato Gerusalemme nel 617 a.E.V., ma era stato liberato dalla casa di detenzione da Awil-Marduk (Evil-Merodac), successore di Nabucodonosor, che gli concesse una razione giornaliera di viveri per il resto della sua vita. (2Re 25:27-30) Su queste tavolette sono pure menzionati cinque figli di Ioiachin. — 1Cr 3:17, 18.

(1 CRONACHE 3:19)

“E i figli di Pedaia furono Zorobabele e Simei; e i figli di Zorobabele furono Mesullam e Hanania (e Selomit fu loro sorella);”

*** w05 1/10 p. 9 par. 3 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
3:17-19: Che parentela c’era tra Zorobabele, Pedaia e Sealtiel? Zorobabele era figlio di Pedaia, che era fratello di Sealtiel. Tuttavia in certi casi la Bibbia definisce Zorobabele figlio di Sealtiel. (Matteo 1:12; Luca 3:27) Il motivo potrebbe essere che Pedaia morì e Zorobabele fu allevato da Sealtiel. Oppure, dato che Sealtiel morì senza figli, forse Pedaia compì il matrimonio del cognato e Zorobabele fu il primo figlio nato da quell’unione. — Deuteronomio 25:5-10.

*** it-1 p. 1013 Genealogia di Gesù Cristo ***
Matteo indica che Zorobabele è figlio di Sealtiel (Mt 1:12), e questo coincide con altri versetti biblici. (Esd 3:2; Ne 12:1; Ag 1:14; Lu 3:27) Tuttavia in 1 Cronache 3:19 Zorobabele è definito figlio di Pedaia. Evidentemente Zorobabele era in effetti figlio di Pedaia ma legalmente era figlio di Sealtiel a motivo del matrimonio del cognato; oppure dopo la morte di suo padre Pedaia, Zorobabele fu allevato da Sealtiel come un figlio ed era perciò legalmente riconosciuto come figlio di Sealtiel.

*** it-2 p. 523 Pedaia ***
3. Terzo figlio del re Ioiachin (Ieconia) in ordine di menzione; nacque durante l’esilio in Babilonia. Pedaia fu il padre di Zorobabele, governatore dei reduci dall’esilio, e fu quindi un importante anello nella linea di discendenza che portò a Gesù. (1Cr 3:17-19)

*** it-2 p. 913 Sealtiel ***
Chi era il padre di Zorobabele? Pedaia viene identificato come tale una sola volta (1Cr 3:19), mentre il fratello di Pedaia, Sealtiel (1Cr 3:17, 18), viene così definito in tutti gli altri casi. (Esd 3:2, 8; 5:2; Ne 12:1; Ag 1:1, 12, 14; 2:2, 23; Mt 1:12; Lu 3:27) Se Pedaia morì quando suo figlio Zorobabele era ragazzo, Sealtiel, fratello maggiore di Pedaia, potrebbe averlo allevato come proprio figlio. Oppure, se Sealtiel morì senza figli e Pedaia ne sposò la moglie in base all’istituzione del levirato, il figlio che Pedaia ebbe dalla moglie di Sealtiel sarebbe stato l’erede legale di Sealtiel.

(1 CRONACHE 3:22)

“e i figli di Secania, Semaia, e i figli di Semaia, Attus e Igal e Baria e Nearia e Safat, sei.”

*** it-2 p. 926 Semaia ***
26. Lontano discendente di Davide. (1Cr 3:9, 10, 22) Alcuni biblisti ritengono che le parole “e i figli di Semaia”, che si trovano a metà del versetto 22 (e sono seguite solo da cinque nomi), andrebbero omesse essendo un errore di trascrizione, e attribuiscono così sei figli a Secania. Altri invece propongono di contare Semaia e i suoi cinque figli come i sei discendenti di Secania.

(1 CRONACHE 4:1)

“I figli di Giuda furono Perez, Ezron e Carmi e Hur e Sobal.”

*** it-1 p. 434 Carmi ***
La designazione “figli di Giuda” in 1 Cronache 4:1, dov’è elencato Carmi, include evidentemente i discendenti non immediati. — Cfr. 1Cr 2:4-7.

(1 CRONACHE 4:4)

“e Penuel padre di Ghedor ed Ezer padre di Husa. Questi furono i figli di Hur primogenito di Efrata padre di Betleem.”

*** it-1 p. 352 Betleem ***
Fra i primi discendenti di Giuda figlio di Giacobbe sono menzionati “Salma padre di Betleem” (1Cr 2:51, 54) e “Hur primogenito di Efrata padre di Betleem”. (1Cr 4:4) Questa espressione può indicare in questi uomini gli antenati degli israeliti che in seguito occuparono Betleem.

*** it-1 p. 1225 Husa ***
HUSA
“Figlio” di Ezer della tribù di Giuda o città “generata” o “fondata” da Ezer. (1Cr 4:1, 4) Se era una città, Husa poteva essere il luogo di provenienza di uno degli uomini potenti di Davide, Sibbecai, probabilmente chiamato anche Mebunnai. (1Cr 27:11; cfr. 2Sa 23:27; 1Cr 11:29). Alcuni che interpretano Husa come nome di città la identificano con Husan, circa 6 km a O di Betleem.

(1 CRONACHE 4:5)

“E Asur padre di Tecoa ebbe due mogli, Hela e Naara.”

*** it-1 p. 238 Asur ***
ASUR
(Àsur) [forse, nerezza].
Secondo il testo masoretico, il figlio di Ezron nato dopo la morte del padre; pronipote di Giuda. (1Cr 2:4, 5, 24; vedi EZRON n. 2). Dalle sue due mogli ebbe sette figli. (1Cr 4:5-7) Viene pure detto che era il padre di Tecoa, forse a indicare che fu il fondatore dell’omonima città.

(1 CRONACHE 4:6)

“A suo tempo Naara gli partorì Auzzam ed Hefer e Temeni e Aastari. Questi furono i figli di Naara.”

*** it-1 p. 238 Asur ***
ASUR
(Àsur) [forse, nerezza].
Secondo il testo masoretico, il figlio di Ezron nato dopo la morte del padre; pronipote di Giuda. (1Cr 2:4, 5, 24; vedi EZRON n. 2). Dalle sue due mogli ebbe sette figli. (1Cr 4:5-7) Viene pure detto che era il padre di Tecoa, forse a indicare che fu il fondatore dell’omonima città.

(1 CRONACHE 4:7)

“E i figli di Hela furono Zeret, Izar ed Etnan.”

*** it-1 p. 238 Asur ***
ASUR
(Àsur) [forse, nerezza].
Secondo il testo masoretico, il figlio di Ezron nato dopo la morte del padre; pronipote di Giuda. (1Cr 2:4, 5, 24; vedi EZRON n. 2). Dalle sue due mogli ebbe sette figli. (1Cr 4:5-7) Viene pure detto che era il padre di Tecoa, forse a indicare che fu il fondatore dell’omonima città.

(1 CRONACHE 4:9)

“E Iabez divenne più onorevole dei suoi fratelli; e fu sua madre a chiamarlo col nome di Iabez, dicendo: “L’ho partorito con dolore”.”

*** w10 1/10 p. 23 L’“Uditore di preghiera” ***
Il nome Iabez viene da un termine che può significare “dolore”.

*** w10 1/10 p. 23 L’“Uditore di preghiera” ***
Prendiamo in esame 1 Cronache 4:9, 10.
Tutto ciò che sappiamo di Iabez si trova in questi due versetti. Stando al versetto 9, sua madre lo chiamò “Iabez, dicendo: ‘L’ho partorito con dolore’”. Perché scelse quel nome? È possibile che il dolore che aveva provato nel darlo alla luce fosse stato particolarmente intenso. O forse era vedova e quindi era addolorata perché il suo bambino veniva al mondo senza un padre. La Bibbia comunque non lo dice. In ogni caso, un giorno questa madre avrebbe avuto motivo d’essere particolarmente orgogliosa del figlio. Può darsi che i fratelli di Iabez fossero brave persone, ma sta di fatto che lui “divenne più onorevole dei suoi fratelli”.

(1 CRONACHE 4:10)

“E Iabez invocava l’Iddio d’Israele, dicendo: “Se immancabilmente mi benedici e in effetti allarghi il mio territorio e la tua mano è realmente con me, e davvero [mi] preservi dalla calamità, affinché essa non mi faccia del male, . . .” Pertanto Dio fece [avverare] ciò che egli aveva chiesto.”

*** w10 1/10 p. 23 L’“Uditore di preghiera” ***
Prendiamo in esame 1 Cronache 4:9, 10.

*** w10 1/10 p. 23 L’“Uditore di preghiera” ***
I Targumim, parafrasi delle Sacre Scritture usate dagli ebrei, rendono così le parole di Iabez: “Benedicimi con figli, e allarga i miei confini con discepoli”.

*** w10 1/10 p. 23 L’“Uditore di preghiera” ***
Per Iabez pregare era molto importante. Cominciò la sua preghiera supplicando Dio di benedirlo. Quindi fece tre richieste indicanti che aveva un cuore pieno di fede.
Primo, implorò Dio dicendo: “[Allarga] il mio territorio”. (Versetto 10) Quest’uomo degno d’onore non era un avido che concupiva i possedimenti del suo prossimo. Probabilmente la sua premurosa richiesta aveva a che fare più con le persone che con la terra. Forse chiese che il suo territorio venisse allargato in modo pacifico così da poter accogliere un maggior numero di persone che adoravano il vero Dio.
Secondo, Iabez supplicò che la “mano” di Dio fosse con lui. La simbolica mano di Dio è la sua potenza operante, per mezzo della quale egli aiuta coloro che lo adorano. (1 Cronache 29:12) Perché le richieste del suo cuore fossero esaudite, Iabez si rivolse all’Iddio la cui mano “non è divenuta troppo corta da non poter” aiutare chi mostra fede in lui. — Isaia 59:1.
E, terzo, Iabez pregò: “[Preservami] dalla calamità, affinché essa non mi faccia del male”. L’espressione “affinché essa non mi faccia del male” può far pensare che Iabez pregasse, non di sfuggire alla calamità, ma di non essere tormentato o sopraffatto dagli effetti del male.
Le parole di Iabez rivelarono che la vera adorazione gli stava a cuore e che aveva fede e fiducia nell’Uditore di preghiera. Quale fu la risposta di Geova? Questo breve racconto termina così: “Pertanto Dio fece avverare ciò che egli aveva chiesto”.
L’Uditore di preghiera non è cambiato. Infatti è felice di udire le preghiere dei suoi adoratori. Chi ripone fede e fiducia in lui può avere questa certezza: “Qualunque cosa chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta”. — 1 Giovanni 5:14.

*** w05 1/10 p. 9 par. 6 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
4:9, 10. Geova esaudì la fervida preghiera di Iabez che aveva chiesto che il suo territorio venisse allargato in modo pacifico così da poter accogliere un maggior numero di persone timorate di Dio. Anche noi dobbiamo pregare sinceramente per l’aumento mentre ci impegniamo con zelo nell’opera di fare discepoli.

(1 CRONACHE 4:12)

“Eston, a sua volta, generò Bet-Rafa e Pasea e Teinna padre di Ir-Naas. Questi furono gli uomini di Reca.”

*** it-1 p. 355 Bet-Rafa ***
BET-RAFA
[casa di Rafa].
Il nome compare in 1 Cronache 4:12 dove viene detto che Eston “generò Bet-Rafa”. L’uso di “Bet” (che significa “casa”) come parte del nome ha indotto molti commentatori a ritenerlo il nome di una “casa” o famiglia o di un luogo. Un commentario osserva: “Eston generò la casa (la famiglia) di Rafa, del quale pure nient’altro viene detto; poiché non si possono collegare né col beniaminita Rafa (viii. 2) né con i figli di Rafa (xx. 4, 6, 8)”. — C. F. Keil e F. Delitzsch, Commentary on the Old Testament, 1973, vol. III, 1 Cronache, p. 88.

(1 CRONACHE 4:14)

“In quanto a Meonotai, generò Ofra. In quanto a Seraia, generò Gioab padre di Ghe-Arasim; poiché essi divennero artefici.”

*** it-1 p. 1107 Gioab ***
1. Figlio di Seraia, discendente di Chenaz della tribù di Giuda. Gioab era il “padre di Ghe-Arasim” (valle degli artigiani), “poiché”, dice la Bibbia, “essi divennero artefici”. Evidentemente Gioab era il “padre” o il fondatore della comunità di artigiani o artefici che vivevano nella valle. — 1Cr 4:1, 13, 14; vedi GHE-ARASIM.

(1 CRONACHE 4:15)

“E i figli di Caleb figlio di Iefunne furono Iru, Ela e Naam; e i figli di Ela, Chenaz.”

*** it-2 p. 47 Iru ***
IRU
[forse da un termine che significa “asino adulto”].
Primo figlio dell’esploratore Caleb in ordine di menzione; della tribù di Giuda. (1Cr 4:15) Secondo alcuni studiosi il nome in realtà sarebbe Ir e la “u” non sarebbe che la congiunzione e in ebraico.

(1 CRONACHE 4:18)

“In quanto alla sua moglie giudea, essa partorì Iered padre di Ghedor ed Heber padre di Soco e Iecutiel padre di Zanoa. E questi furono i figli di Bitia figlia di Faraone, che Mered prese.”

*** it-1 p. 1243 Iecutiel ***
IECUTIEL
(Iecutièl).
Discendente di Giuda e “padre di Zanoa”. (1Cr 4:1, 18) Poiché nell’altro caso in cui ricorre (Gsè 15:56, 57) Zanoa non è il nome di una persona ma di una città, Iecutiel probabilmente fu il “padre” di coloro che vi si insediarono, o fu il fondatore o il principale colonizzatore della città.

(1 CRONACHE 4:21)

“I figli di Sela figlio di Giuda furono Er padre di Leca e Laada padre di Maresa e le famiglie della casa dei lavoratori di tessuto fine della casa di Asbea;”

*** it-1 p. 217 Asbea ***
ASBEA
(Asbèa) [faccio giurare].
La casa di Asbea discendeva da Sela figlio di Giuda ed era nota per la produzione di tessuto fine. (1Cr 4:21) I Targumim aggiungono che tessevano lino per re e sacerdoti.

*** it-1 p. 439 Casa ***
(15) associazione di lavoratori dello stesso mestiere (1Cr 4:21);

(1 CRONACHE 4:22)

“e Iochim e gli uomini di Cozeba e Joas e Saraf, che divennero proprietari di mogli moabite, e Iasubi-Leem. E i detti sono di vecchia tradizione.”

*** it-1 pp. 592-593 Cozeba ***
COZEBA
(Còzeba) [prob., bugiardo].
Località di Giuda dove risiedevano alcuni discendenti di Sela figlio di Giuda. (1Cr 4:21, 22) La maggioranza degli studiosi ritiene che Cozeba sia l’Aczib (“Chezib” in certe versioni) di Genesi 38:5 e Giosuè 15:44, per cui viene provvisoriamente identificata con Tell el-Beida (Horvat Lavnin), 5 km a OSO di Adullam.

*** it-1 p. 1233 Iasubi-Leem ***
IASUBI-LEEM
(Iasùbi-Lèem).
Nome che compare nelle genealogie di Giuda, riferito forse a un discendente di Sela. Alcuni traduttori lo interpretano però nel senso di “ritornarono a Leem”, cioè “a Betleem”. — 1Cr 4:21, 22; cfr. CEI, Mar, PIB.

(1 CRONACHE 4:23)

“Essi furono i vasai e gli abitanti di Netaim e Ghedera. Vi dimoravano col re nel suo lavoro.”

*** it-1 p. 593 Cozeba ***
Sembra che in 1 Cronache 4:23 gli uomini di Cozeba siano inclusi nell’espressione “essi furono i vasai”.

(1 CRONACHE 4:29)

“e a Bila e ad Ezem e a Tolad”

*** it-1 p. 267 Baala ***
3. Città di Giuda nel Negheb (Gsè 15:29), chiamata evidentemente Bala in Giosuè 19:3 e Bila in 1 Cronache 4:29. In seguito la città fu assegnata a Simeone come enclave. Non se ne conosce l’esatta ubicazione, ma doveva trovarsi a SE di Beer-Seba.

(1 CRONACHE 4:33)

“E tutti i loro abitati che erano tutt’intorno a queste città giungevano fino a Baal. Questi furono i loro luoghi di dimora e le loro registrazioni genealogiche per loro.”

*** it-1 p. 267 Baalat-Beer ***
BAALAT-BEER
(Baàlat-Bèer) [signora del pozzo].
Enclave di Simeone nel territorio di Giuda. (Gsè 19:1, 8) Questa città, chiamata anche “Rama del sud” (o del Negheb), evidentemente in 1 Cronache 4:33 è chiamata semplicemente Baal. Potrebbe anche essere la “Ramot del sud” di 1 Samuele 30:27. Questi riferimenti la collocherebbero a S di Beer-Seba, molto all’interno del Negheb.

(1 CRONACHE 4:39)

“E andavano all’entrata di Ghedor, fino ad est della valle, a cercar pascolo per i loro greggi.”

*** it-1 p. 1085 Gherar ***
Alcuni biblisti propongono la lezione “Gherar” anziché “Ghedor” in 1 Cronache 4:39, 40 (come nella LXX). Questo brano descrive Ghedor come una regione abitata in origine da camiti, con buoni pascoli, e questa descrizione corrisponderebbe ai riferimenti biblici ai dintorni di Gherar.

12 OTT. LETTURA DELLA BIBBIA: 1 CRONACHE 5-7


(1 CRONACHE 5:1)

“E i figli di Ruben primogenito d’Israele — poiché era il primogenito; ma per aver profanato il giaciglio di suo padre il suo diritto di primogenito fu dato ai figli di Giuseppe figlio d’Israele, così che non si dovette registrare secondo la genealogia per il diritto del primogenito.”

*** w05 1/10 p. 9 par. 4 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
5:1, 2: Cosa significò per Giuseppe ricevere il diritto del primogenito? Significò ricevere una doppia porzione di eredità. (Deuteronomio 21:17) Giuseppe divenne pertanto il capostipite di due tribù, Efraim e Manasse, mentre gli altri figli di Israele di una sola tribù ciascuno.

*** it-2 p. 64 Israele ***
C’era anche la questione della primogenitura. Ruben, primogenito di Giacobbe, aveva diritto a una parte doppia di eredità (cfr. De 21:17), ma perse tale diritto per aver avuto rapporti incestuosi con la concubina di suo padre. (Ge 35:22; 49:3, 4) Questi posti vacanti — quello di Levi fra i dodici e quello di colui che aveva diritto alla primogenitura — si dovevano colmare.
In un modo relativamente semplice Geova sistemò entrambe le cose con un unico atto. I due figli di Giuseppe, Efraim e Manasse, furono promossi a tutti gli effetti capi tribali. (Ge 48:1-6; 1Cr 5:1, 2) Senza contare Levi, le tribù erano di nuovo dodici, e in modo rappresentativo fu data una parte doppia del paese a Giuseppe, padre di Efraim e Manasse. In tal modo la primogenitura venne tolta a Ruben, primogenito di Lea, e data a Giuseppe, primogenito di Rachele. (Ge 29:31, 32; 30:22-24) In seguito a queste modifiche i nomi delle dodici tribù (non levitiche) di Israele erano: Ruben, Simeone, Giuda, Issacar, Zabulon, Efraim, Manasse, Beniamino, Dan, Aser, Gad e Neftali. — Nu 1:4-15.

(1 CRONACHE 5:2)

“Poiché Giuda stesso mostrò d’essere superiore tra i suoi fratelli, e il condottiero era da lui; ma il diritto di primogenito era di Giuseppe —”

*** w05 1/10 p. 9 par. 4 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
5:1, 2: Cosa significò per Giuseppe ricevere il diritto del primogenito? Significò ricevere una doppia porzione di eredità. (Deuteronomio 21:17) Giuseppe divenne pertanto il capostipite di due tribù, Efraim e Manasse, mentre gli altri figli di Israele di una sola tribù ciascuno.

*** it-2 p. 64 Israele ***
C’era anche la questione della primogenitura. Ruben, primogenito di Giacobbe, aveva diritto a una parte doppia di eredità (cfr. De 21:17), ma perse tale diritto per aver avuto rapporti incestuosi con la concubina di suo padre. (Ge 35:22; 49:3, 4) Questi posti vacanti — quello di Levi fra i dodici e quello di colui che aveva diritto alla primogenitura — si dovevano colmare.
In un modo relativamente semplice Geova sistemò entrambe le cose con un unico atto. I due figli di Giuseppe, Efraim e Manasse, furono promossi a tutti gli effetti capi tribali. (Ge 48:1-6; 1Cr 5:1, 2) Senza contare Levi, le tribù erano di nuovo dodici, e in modo rappresentativo fu data una parte doppia del paese a Giuseppe, padre di Efraim e Manasse. In tal modo la primogenitura venne tolta a Ruben, primogenito di Lea, e data a Giuseppe, primogenito di Rachele. (Ge 29:31, 32; 30:22-24) In seguito a queste modifiche i nomi delle dodici tribù (non levitiche) di Israele erano: Ruben, Simeone, Giuda, Issacar, Zabulon, Efraim, Manasse, Beniamino, Dan, Aser, Gad e Neftali. — Nu 1:4-15.

(1 CRONACHE 5:6)

“Beera suo figlio, che Tilgat-Pilneser re d’Assiria portò in esilio, essendo egli un capo principale dei rubeniti.”

*** it-1 p. 232 Assiria ***
Tiglat-Pileser III aveva già adottato la politica di trapiantare altrove le popolazioni dei paesi conquistati, riducendo così la possibilità di future insurrezioni, e procedette quindi a deportare parte degli israeliti. (1Cr 5:6, 26)

*** it-1 p. 306 Beera ***
BEERA
(Beèra) [pozzo].
1. Capo principale rubenita portato in esilio da Tiglat-Pileser III re d’Assiria, pare durante il regno di Peca (ca. 778-759 a.E.V.). — 1Cr 5:6.

(1 CRONACHE 5:9)

“Anche ad est egli dimorò fin dove si entra nel deserto presso il fiume Eufrate, poiché il loro bestiame stesso era divenuto numeroso nel paese di Galaad.”

*** it-1 p. 879 Eufrate ***
In 1 Cronache 5:9 si legge che in epoca precedente al regno di Davide certi discendenti di Ruben si erano stabiliti “fin dove si entra nel deserto presso il fiume Eufrate”. Tuttavia, dato che l’Eufrate dista circa 800 km, andando “ad est di Galaad” (1Cr 5:10), può semplicemente darsi che i rubeniti avessero esteso il loro territorio a E di Galaad fin nel Deserto Siriaco, deserto che si estende sino all’Eufrate (“fino all’entrata del deserto da questa parte dell’Eufrate”, RS; “alla soglia del deserto che termina all’Eufrate”, BJ).

(1 CRONACHE 5:10)

“E ai giorni di Saul fecero guerra agli agareni, che caddero per mano loro; e dimorarono dunque nelle loro tende per tutto il paese ad est di Galaad.”

*** it-1 p. 75 Agareni ***
AGARENI
[forse, di Agar].
A quanto pare popolazione dedita alla pastorizia che abitava in tende a E di Galaad. Ai giorni del re Saul gli israeliti che vivevano a E del Giordano sconfissero gli agareni, prendendo 100.000 prigionieri, e anche migliaia di cammelli, asini e pecore. (1Cr 5:10, 18-22) Il salmista elencò gli agareni fra gli altri nemici di Israele, quali edomiti, moabiti, ammoniti e amalechiti. (Sl 83:2-7) Comunque, durante il regno di Davide, Iaziz l’agareno era responsabile dei greggi del re. — 1Cr 27:31.
Molti studiosi ritengono che gli agareni siano gli Agràioi menzionati negli antichi trattati di geografia di Strabone, Tolomeo e Plinio il Vecchio. Che fossero discendenti di Agar, come alcuni suppongono, non può essere stabilito con sicurezza.

(1 CRONACHE 5:16)

“E continuarono a dimorare in Galaad, in Basan e nelle sue borgate dipendenti e in tutti i pascoli di Saron fino ai loro termini.”

*** it-2 p. 492 Pascoli ***
Pascoli sono menzionati in 1 Cronache 5:16 in relazione a “Saron”, ritenuta da alcuni una regione o una città a E del Giordano.

*** it-2 p. 886 Saron ***
2. Secondo quanto si legge in 1 Cronache 5:16, la tribù di Gad risiedeva “in Galaad, in Basan e nelle sue borgate dipendenti e in tutti i pascoli di Saron”. Alcuni studiosi ritengono che questo significhi che i gaditi facevano pascolare i greggi nella pianura costiera di Saron. Tuttavia Gad ricevette il territorio a E del Giordano, e sia Basan che Galaad si trovavano da quella parte. Quindi molti ritengono che anche nel territorio di Gad esistesse una regione chiamata Saron.

(1 CRONACHE 5:20)

“E furono aiutati contro di essi, così che gli agareni e tutti quelli che erano con loro furono dati in mano loro, poiché invocarono l’aiuto di Dio nella guerra, ed egli si lasciò supplicare a loro favore perché confidarono in lui.”

*** w05 1/10 p. 9 par. 7 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
5:10, 18-22. Ai giorni del re Saul gli uomini delle tribù a est del Giordano sconfissero gli agareni anche se questi ultimi erano più del doppio di loro. Fu possibile perché gli uomini valorosi di queste tribù ebbero fiducia in Geova e chiesero aiuto a lui. Vorremo confidare pienamente in Geova mentre combattiamo la nostra guerra spirituale contro nemici formidabili. — Efesini 6:10-17.

(1 CRONACHE 5:23)

“In quanto ai figli della mezza tribù di Manasse, dimorarono nel paese da Basan a Baal-Ermon e a Senir e al monte Ermon. Essi stessi divennero numerosi.”

*** it-1 p. 268 Baal-Ermon ***
BAAL-ERMON
(Bàal-Èrmon) [proprietario di Ermon].
Questo nome compare in Giudici 3:3 e 1 Cronache 5:23. Nel primo caso si riferisce a una parte della regione abitata dai sidoni e dagli ivvei che gli israeliti non conquistarono, ed è definita “monte Baal-Ermon”. Di solito viene identificato con lo stesso monte Ermon, ma potrebbe anche trattarsi della catena dell’Antilibano o di una parte di essa. In 1 Cronache 5:23 “Baal-Ermon” ricorre insieme a Senir, al monte Ermon e alla regione di Basan a indicare il territorio occupato dalla mezza tribù di Manasse. Potrebbe riferirsi a un villaggio o una località nei pressi del monte Ermon, ma potrebbe anche indicare la regione montuosa dell’Ermon. — Vedi ERMON.

(1 CRONACHE 5:26)

“Di conseguenza l’Iddio d’Israele eccitò lo spirito di Pul re d’Assiria e lo spirito di Tilgat-Pilneser re d’Assiria, così che portò in esilio quelli dei rubeniti e dei gaditi e della mezza tribù di Manasse e li condusse ad Ala e ad Abor e ad Hara e al fiume Gozan [perché vi restassero] fino a questo giorno.”

*** it-1 p. 34 Abor ***
ABOR
(Àbor).
Città o regione in cui Tiglat-Pileser III re d’Assiria esiliò numerosi israeliti del regno delle dieci tribù. (1Cr 5:26) Alcuni studiosi la identificano con Abhar, villaggio sul fiume Qezel-Owzan nell’Iran nordoccidentale, circa 210 km a O di Teheran. In 2 Re 17:6 e 18:11 alcuni propendono per la lezione “Habor, fiume del [di] Gozan” (PIB, VR), e propongono di identificare questo corso d’acqua con un affluente dell’Eufrate, il Khabur, fiume della Turchia sudorientale e della Siria nordorientale. Comunque, in armonia con 1 Cronache 5:26, la frase può essere tradotta “Abor presso il fiume Gozan” o “di Gozan”. — NM; vedi GOZAN.

*** it-1 p. 232 Assiria ***
Tiglat-Pileser III. Il primo re assiro menzionato per nome nella Bibbia è Tiglat-Pileser III (2Re 15:29; 16:7, 10), chiamato anche “Pul” in 2 Re 15:19. In 1 Cronache 5:26 ricorrono entrambi i nomi e questo in passato ha indotto alcuni a considerarli due re diversi. Ma nella cosiddetta “Lista dei re babilonesi A” compare “Pulu”, a indicare che entrambi i nomi si riferiscono allo stesso individuo. Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che questo re si chiamasse in origine Pul e avesse assunto il nome di Tiglat-Pileser una volta salito al trono d’Assiria.

*** it-1 p. 232 Assiria ***
Tiglat-Pileser III aveva già adottato la politica di trapiantare altrove le popolazioni dei paesi conquistati, riducendo così la possibilità di future insurrezioni, e procedette quindi a deportare parte degli israeliti. (1Cr 5:6, 26)

*** it-1 p. 447 Cattività ***
Nel compilare Cronache, Esdra scrisse che molti di quelli dispersi in varie città orientali ‘vi restano fino a questo giorno’ (ca. 460 a.E.V.). (1Cr 5:26)

*** it-1 p. 1041 Geremia ***
4. Uno dei capi delle case paterne della parte della tribù di Manasse a E del Giordano ai giorni dei re. I rubeniti, i gaditi e la metà della tribù di Manasse a E del Giordano (fra cui i discendenti di questo Geremia) “agivano con infedeltà verso l’Iddio dei loro antenati e avevano rapporti immorali con gli dèi dei popoli del paese, che Dio aveva annientato d’innanzi a loro. Di conseguenza l’Iddio d’Israele eccitò lo spirito di Pul re d’Assiria e lo spirito di Tilgat-Pilneser re d’Assiria, così che [ai giorni di Peca, re d’Israele] portò in esilio quelli dei rubeniti e dei gaditi e della mezza tribù di Manasse e li condusse ad Ala e ad Abor e ad Hara e al fiume Gozan”. — 1Cr 5:23-26; 2Re 15:29.

*** it-1 p. 1188 Gozan ***
In 2 Re 17:6 e 18:11 alcune traduzioni anziché Abor “presso il fiume Gozan” (NM), hanno “fiume di [o, del] Gozan” (VR; PIB), prendendo così Gozan per una località anche in questi versetti. Ma la lezione “Abor, il fiume di Gozan” non concorda con 1 Cronache 5:26. In questo passo Abor è elencato fra Ala e Hara; e Hara, non Abor, viene prima di Gozan. Questo indica che Abor e “il fiume di Gozan” non sono sinonimi. Quindi coloro che identificano sempre Gozan con una località sono costretti a non tener conto del riferimento di Cronache. Comunque, dal momento che l’ebraico permette di rendere l’espressione in modo coerente “il fiume Gozan” in tutti e tre i versetti, c’è ragione di ritenere che il re d’Assiria abbia esiliato alcuni israeliti del regno settentrionale nelle vicinanze di un fiume chiamato Gozan. Il Qezel Owzan dell’Iran nordoccidentale sarebbe una possibile identificazione del “fiume Gozan”. Nasce sui monti a SE del lago Urmia (in quella che era la Media) e infine col nome di Sefid Rud o Fiume Bianco (nome che gli viene attribuito nel corso inferiore) si getta nella parte sudoccidentale del Mar Caspio. Secondo altri il Gozan era un fiume della Mesopotamia.

*** it-1 p. 1217 Hara ***
HARA
Una delle località in cui il re assiro Tilgat-Pilneser (Tiglat-Pileser III) deportò i prigionieri israeliti. (1Cr 5:26) Riferimenti simili (2Re 17:6; 18:11) a un successivo esilio in Assiria parlano di israeliti condotti nelle “città dei medi” (testo masoretico) o sui “monti dei medi”. (LXX) Molti studiosi ritengono che la lezione della Settanta potrebbe essere quella esatta e avanzano l’ipotesi che in 1 Cronache 5:26 “Hara” (Haràʼ, forse una forma aramaica del termine ebraico per “monte” [har]) sia diventato un nome proprio quando l’espressione “dei medi” fu inavvertitamente omessa. Se questa ipotesi è esatta, “Hara” poteva riferirsi ai “monti dei medi” a E della valle del Tigri. Tuttavia alcuni che considerano il Gozan di 2 Re 17:6 e 18:11 una località (come CEI, PIB, PS) e non un fiume ritengono che “Hara” potesse essere il nome locale di una regione montuosa della Turchia.

*** it-2 p. 682 Pul ***
1. Nome attribuito a un re d’Assiria in 2 Re 15:19 e 1 Cronache 5:26. Al tempo di Menaem re d’Israele, Pul entrò in Palestina e Menaem gli pagò un tributo. L’identità di Pul è stata per molto tempo oggetto di discussione. Oggi però la maggioranza degli studiosi ritiene che Pul fosse Tiglat-Pileser III re d’Assiria, dato che nella tavoletta dinastica conosciuta come “Lista dei re babilonesi A” si trova il nome Pulu (Pul), mentre nella posizione corrispondente della “Cronaca sincronica” compare il nome Tukultiapilesharra (Tiglat-Pileser). (Ancient Near Eastern Texts, a cura di J. B. Pritchard, 1974, pp. 272, 273) Forse “Pul” era il suo nome personale o quello con cui era noto in Babilonia e Tiglat-Pileser (Tilgat-Pilneser) era il nome che aveva assunto una volta divenuto re d’Assiria. Se così fosse, 1 Cronache 5:26 potrebbe riferirsi due volte alla stessa persona, e cioè: ‘Pul re d’Assiria, sì, . . . Tilgat-Pilneser re d’Assiria’. — Vedi TIGLAT-PILESER (III).

*** it-2 pp. 1110-1111 Tiglat-Pileser (III) ***
Questo re compare dapprima nella Bibbia come “Pul”. (2Re 15:19) Inoltre 1 Cronache 5:26 dichiara che Dio “eccitò lo spirito di Pul re d’Assiria e lo spirito di Tilgat-Pilneser re d’Assiria, così che portò in esilio” la popolazione di alcune tribù di Israele. Antichi documenti secolari riferiscono entrambi i nomi allo stesso personaggio: il nome “Pulu” ricorre nella cosiddetta “Lista dei re babilonesi A”, mentre nella “Cronaca sincronica” compare “Tukultiapilesharra” (Tiglat-Pileser). (Ancient Near Eastern Texts, a cura di J. B. Pritchard, 1974, pp. 272, 273) Pure degno di nota è il fatto che in ebraico, nel versetto appena citato, il verbo “portò” è al singolare, non al plurale. È opinione comune che “Pul” fosse il nome proprio del monarca e che egli abbia assunto il nome “Tiglat-Pileser” (nome di un precedente e famoso re assiro) quando ascese al trono.
Sembra che nella prima parte del suo regno Tiglat-Pileser III fosse impegnato a rafforzare le difese dell’impero lungo i confini S, E e N. Tuttavia sulla Siria e sulla Palestina a O presto si profilò la minacciosa ombra dell’Assiria.
Le iscrizioni assire fanno esplicita menzione di Azriau di Ia-ú-da-a-a (Giuda) in relazione a una campagna condotta da Tiglat-Pileser III in Siria. (Ancient Near Eastern Texts, cit., pp. 282, 283) Sembrerebbe un riferimento ad Azaria re di Giuda, più comunemente noto col nome di Uzzia (829-778 a.E.V.), ma la questione è controversa, perché secondo alcuni anche il piccolo regno di Samʼal in Siria era a volte chiamato Giuda. Le probabilità che il nome di un re pagano includesse il nome di Iah (forma abbreviata di Geova) e che questo re fosse contemporaneo di un omonimo re di Giuda sembrano minime; è pur vero che la Bibbia non menziona Tiglat-Pileser III in relazione ad Azaria (Uzzia), e che le iscrizioni assire sono in gran parte mutile.
Durante il regno di Menaem re d’Israele (ca. 790-781 a.E.V.), Tiglat-Pileser III (Pul) penetrò in Palestina e Menaem cercò di ingraziarselo pagandogli un tributo di “mille talenti d’argento” (10.260.000.000 di lire). Temporaneamente pacificato, Tiglat-Pileser ritirò il suo esercito. (2Re 15:19, 20) I documenti assiri menzionano Me-ni-hi-im-me (Menaem) insieme a Rezon (Rezin) di Damasco e Hiram di Tiro come vassalli di Tiglat-Pileser.
Successivamente, all’epoca di Acaz re di Giuda (761-746 a.E.V.), Peca re di Israele si alleò con Rezin re di Damasco e attaccò Giuda. (2Re 16:5, 6; Isa 7:1, 2) Nonostante l’assicurazione del profeta Isaia che in breve tempo i due regni alleati sarebbero scomparsi, il re Acaz preferì mandare del denaro a Tiglat-Pileser perché venisse in suo aiuto. (2Re 16:7, 8; Isa 7:7-16; 8:9-13) Un’iscrizione assira descrive il tributo pagato da Ia-ú-ha-zi (Ioacaz, o Acaz) di Giuda e da altri re della zona: “oro, argento, stagno, ferro, antimonio, abiti di lino con guarnizioni multicolori, abiti di (produzione) locale (fatti di) lana color porpora scura . . . ogni genere di oggetti sontuosi siano essi prodotto del mare o del continente, i prodotti (scelti) delle loro regioni, i tesori dei (loro) re, cavalli, muli (avvezzi al) giogo”. (Ancient Near Eastern Texts, cit., p. 282) L’aggressore assiro rispose all’invito di Acaz invadendo Israele, conquistando diverse città settentrionali e devastando le regioni di Galaad, Galilea e Neftali, portando molti in esilio. (2Re 15:29; 1Cr 5:6, 26) Damasco fu attaccata e conquistata dall’esercito assiro e il suo re, Rezin, fu ucciso. A Damasco Tiglat-Pileser III ricevette la visita di Acaz re di Giuda, venuto per esprimere gratitudine o sottomissione all’Assiria. — 2Re 16:9-12.
Isaia era stato ispirato a predire che Geova si sarebbe servito del re d’Assiria come di un “rasoio preso a nolo” per ‘radere’ il regno di Giuda. (Isa 7:17, 20) Sia che il “rasoio preso a nolo” si riferisse personalmente a Tiglat-Pileser III, che era stato assoldato da Acaz, o no, la Bibbia indica che egli causò grande afflizione al re di Giuda e che il prezzo pagato da Acaz “non gli fu di nessun aiuto”. (2Cr 28:20, 21) Ciò può aver segnato la fase iniziale dell’‘inondazione’ o invasione assira di Giuda, che sarebbe ‘giunta fino al collo del regno’, come effettivamente accadde all’epoca di Ezechia. — Isa 8:5-8; 2Re 18:13, 14.
In alcune sue iscrizioni Tiglat-Pileser III dice a proposito del regno settentrionale di Israele: “Essi abbatterono il loro re Peca (Pa-qa-ha) e io costituii Oshea (A-ú-si-ʼ) re su di loro. Ricevetti da loro 10 talenti d’oro [5.472.000.000 di lire], 1.000(?) talenti d’argento [10.260.000.000 di lire] come loro [tri]buto e li portai in Assiria”. (Ancient Near Eastern Texts, cit., p. 284) Così il re assiro si attribuisce il merito dell’assunzione del potere reale in Israele da parte di Oshea dopo la sua cospirazione per assassinare Peca, predecessore di Oshea (ca. 758 a.E.V.). — 2Re 15:30.

(1 CRONACHE 6:8)

“Ahitub, a sua volta, generò Zadoc; Zadoc, a sua volta, generò Ahimaaz.”

*** it-1 p. 259 Azaria ***
4. Uno dei principi di Salomone. (1Re 4:2) Viene detto che era figlio del sacerdote Zadoc; forse fratello di Ahimaaz. — 1Cr 6:8.

(1 CRONACHE 6:22)

“I figli di Cheat furono Amminadab suo figlio, Cora suo figlio, Assir suo figlio,”

*** it-1 p. 112 Amminadab ***
2. Forse un altro nome di Izar, figlio di Cheat e padre di Cora. (1Cr 6:22; cfr. i vv. 2, 18, 37, 38; Eso 6:18, 21; Nu 3:19, 27). Alcune copie della Settanta greca hanno “Izar” invece di “Amminadab” in 1 Cronache 6:22 (6:7, LXX).

*** it-1 p. 1007 Genealogia ***
Identificazione del grado di parentela. Per determinare il grado di parentela, spesso è necessario esaminare il contesto o fare un confronto fra elenchi paralleli o versetti in altre parti della Bibbia. Per esempio, “figlio” può in realtà significare nipote o semplicemente discendente. (Mt 1:1) Inoltre una serie di nomi può sembrare un elenco di fratelli, figli di uno stesso padre, ma da un più attento esame e dal confronto con altri versetti può risultare che si tratta di una genealogia, in cui sono inclusi alcuni figli e anche nipoti o discendenti successivi. In Genesi 46:21 sono evidentemente elencati come “figli” sia i figli che i nipoti di Beniamino, come risulta da un confronto con Numeri 26:38-40.
Una cosa del genere si riscontra anche nella genealogia di alcune famiglie importanti. Per esempio, in 1 Cronache 6:22-24 sono elencati dieci “figli di Cheat”. Ma al versetto 18, e in Esodo 6:18, a Cheat sono attribuiti solo quattro figli. E un esame del contesto mostra che in 1 Cronache 6:22-24 l’elenco dei “figli di Cheat” in realtà fa parte di una genealogia delle famiglie discendenti da Cheat ai cui rappresentanti Davide affidò certe mansioni nel tempio.

(1 CRONACHE 6:27)

“Eliab suo figlio, Ieroam suo figlio, Elcana suo figlio.”

*** it-1 p. 808 Eliab ***
3. Levita della famiglia dei cheatiti e antenato del profeta Samuele. (1Cr 6:22, 27, 28, 33, 34) È chiamato Eliel in 1 Cronache 6:34 ed Eliu in 1 Samuele 1:1.

*** it-1 p. 809 Eliel ***
2. Levita della famiglia dei cheatiti e antenato del profeta Samuele. (1Cr 6:33, 34) A quanto pare è chiamato Eliu in 1 Samuele 1:1 ed Eliab in 1 Cronache 6:27.

*** it-1 p. 817 Eliu ***
2. Antenato del profeta Samuele; figlio di Tohu. (1Sa 1:1) Eliu è chiamato anche Eliab ed Eliel. — 1Cr 6:27, 34.

(1 CRONACHE 6:28)

“E i figli di Samuele furono il primogenito [Gioele] e il secondo Abia.”

*** it-1 pp. 1114-1115 Gioele ***
5. Figlio primogenito del profeta Samuele; discendente del n. 2 e padre di Eman, cantore levita. (1Cr 6:28, 33, 36; 15:17) Gioele e il fratello minore Abia erano stati nominati giudici dal padre, ma la loro disonestà diede al popolo una scusa per chiedere un re umano. — 1Sa 8:1-5.
In 1 Cronache 6:28 il testo masoretico (e qualche traduzione) dice che il primogenito di Samuele si chiamava “Vasni”. Gli studiosi però sono generalmente d’accordo che nell’originale ebraico ci fosse “Gioele”, lezione conservata nella Pescitta siriaca e nella Settanta greca (ed. P. A. de Lagarde). (Cfr. 1Sa 8:2). La somiglianza fra “Gioele” e la desinenza di un vocabolo che lo precede nel testo (“Samuele”) può essere forse la ragione per cui uno scriba omise inavvertitamente il nome “Gioele”. Evidentemente poi confuse il successivo vocabolo ebraico wehashshenì (che significa “e il secondo [figlio]”) col nome proprio “Vasni”, e inserì la lettera waw (la congiunzione “e”) prima del nome Abia.

(1 CRONACHE 6:34)

“figlio di Elcana, figlio di Ieroam, figlio di Eliel, figlio di Toa,”

*** it-1 p. 808 Eliab ***
3. Levita della famiglia dei cheatiti e antenato del profeta Samuele. (1Cr 6:22, 27, 28, 33, 34) È chiamato Eliel in 1 Cronache 6:34 ed Eliu in 1 Samuele 1:1.

*** it-1 p. 809 Eliel ***
2. Levita della famiglia dei cheatiti e antenato del profeta Samuele. (1Cr 6:33, 34) A quanto pare è chiamato Eliu in 1 Samuele 1:1 ed Eliab in 1 Cronache 6:27.

*** it-1 p. 817 Eliu ***
2. Antenato del profeta Samuele; figlio di Tohu. (1Sa 1:1) Eliu è chiamato anche Eliab ed Eliel. — 1Cr 6:27, 34.

(1 CRONACHE 6:69)

“e Aialon con i suoi pascoli e Gat-Rimmon con i suoi pascoli;”

*** it-1 p. 82 Aialon ***
Una volta che Giosuè ebbe conquistato Canaan, Aialon fu assegnata alla tribù di Dan. (Gsè 19:40-42) In seguito venne assegnata ai figli di Cheat come città levitica. — Gsè 21:24.
I daniti dapprima furono incapaci di scacciare gli amorrei da Aialon, ma sembra che Efraim sia venuto in loro aiuto da N e “la mano della casa di Giuseppe si fece così pesante che [gli amorrei] furono costretti a compiere lavori forzati”. (Gdc 1:34, 35) Questa potrebbe essere la ragione per cui 1 Cronache 6:69 include Aialon fra le città di Efraim date ai cheatiti. (Vedi però il caso analogo di GAT-RIMMON n. 1).

*** it-1 p. 995 Gat-Rimmon ***
GAT-RIMMON
(Gat-Rìmmon) [strettoio del vino presso il melograno].
1. Città di Dan (Gsè 19:40, 41, 45) assegnata ai leviti cheatiti. (Gsè 21:20, 23, 24) Da 1 Cronache 6:66-70 sembra che Gat-Rimmon fosse una città efraimita. Tuttavia, sulla base del brano parallelo di Giosuè 21:23, 24, alcuni ebraicisti ritengono che, per un errore di trascrizione, parte del testo sia stata inavvertitamente tralasciata e sia andata perduta. Perciò suggeriscono di inserire quanto segue (corrispondente a Giosuè 21:23) prima di 1 Cronache 6:69: “E dalla tribù di Dan, Elteche e il suo pascolo, Ghibbeton e il suo pascolo . . . ” Questa potrebbe essere la lezione originale. Comunque non va trascurata la possibilità che Gat-Rimmon fosse un’enclave danita in territorio efraimita.

(1 CRONACHE 6:70)

“e dalla metà della tribù di Manasse, Aner con i suoi pascoli e Bileam con i suoi pascoli, alla famiglia dei restanti figli di Cheat.”

*** it-1 p. 995 Gat-Rimmon ***
GAT-RIMMON
(Gat-Rìmmon) [strettoio del vino presso il melograno].
1. Città di Dan (Gsè 19:40, 41, 45) assegnata ai leviti cheatiti. (Gsè 21:20, 23, 24) Da 1 Cronache 6:66-70 sembra che Gat-Rimmon fosse una città efraimita. Tuttavia, sulla base del brano parallelo di Giosuè 21:23, 24, alcuni ebraicisti ritengono che, per un errore di trascrizione, parte del testo sia stata inavvertitamente tralasciata e sia andata perduta. Perciò suggeriscono di inserire quanto segue (corrispondente a Giosuè 21:23) prima di 1 Cronache 6:69: “E dalla tribù di Dan, Elteche e il suo pascolo, Ghibbeton e il suo pascolo . . . ” Questa potrebbe essere la lezione originale. Comunque non va trascurata la possibilità che Gat-Rimmon fosse un’enclave danita in territorio efraimita.

*** it-1 p. 1235 Ibleam ***
IBLEAM
(Iblèam) [forse da una radice che significa “inghiottire”].
Città del territorio di Issacar ma assegnata con le sue borgate dipendenti a Manasse. I manassiti, però, non spodestarono i cananei da Ibleam. (Gsè 17:11-13; Gdc 1:27) Ibleam sembra essere la Bileam di Manasse che fu data ai leviti cheatiti. (1Cr 6:70) Ma il brano parallelo che menziona le città levitiche del territorio della mezza tribù di Manasse (Gsè 21:25) ha “Gat-Rimmon” invece di “Bileam” o “Ibleam”. Ciò è generalmente attribuito all’errore di un copista: “Gat-Rimmon”, nome di una città di Dan, sarebbe stato inavvertitamente copiato dal versetto 24.

(1 CRONACHE 7:6)

“[I figli di] Beniamino furono Bela e Becher e Iediael, tre.”

*** it-1 p. 217 Asbel ***
ASBEL
(Asbèl), Asbeliti.
Asbel era figlio di Beniamino, terzo nell’elenco di Genesi 46:21, ma secondo in 1 Cronache 8:1. Nel 1728 a.E.V. giunse in Egitto con la famiglia di Giacobbe. Sembra che sia chiamato Iediael in 1 Cronache 7:6, 10.

(1 CRONACHE 7:14)

“I figli di Manasse furono Asriel, che [gli] fu partorito dalla sua concubina sira. (Essa partorì Machir padre di Galaad.”

*** it-1 p. 225 Asriel ***
Da 1 Cronache 7:14 risulta che Asriel era un figlio di Manasse nato dalla sua concubina sira. Tuttavia, parte della dichiarazione ovviamente parentetica che segue dice: “Essa partorì Machir padre di Galaad”. Quindi, cosa non insolita nelle genealogie bibliche, in questo caso Asriel potrebbe essere definito “figlio” di Manasse solo nel senso di discendente (da parte di Machir, figlio di Manasse e della sua concubina sira). Ma è anche possibile che Manasse avesse sia un figlio che un pronipote con lo stesso nome. “I figli di Asriel” furono fra i discendenti di Manasse ai quali Giosuè assegnò un territorio nella Terra Promessa. — Gsè 17:1-4.

(1 CRONACHE 7:20)

“E i figli di Efraim furono Sutela e Bered suo figlio e Taat suo figlio ed Eleada suo figlio e Taat suo figlio,”

*** it-1 p. 802 Elead ***
ELEAD
(Elèad) [Dio ha reso testimonianza].
Probabilmente, figlio di Efraim che fu ucciso insieme a suo fratello Ezer dagli uomini di Gat “perché scesero a prendere il loro bestiame”. — 1Cr 7:20, 21; vedi EFRAIM n. 1.

(1 CRONACHE 7:24)

“E sua figlia fu Seera, ed essa edificava Bet-Oron, inferiore e superiore, e Uzzen-Seera.”

*** it-2 p. 1173 Uzzen-Seera ***
UZZEN-SEERA
(Ùzzen-Seèra) [forse, orecchio di Seera].
Città edificata da una donna efraimita di nome Seera. In che senso avesse ‘edificato’ la città non è precisato; forse nel senso che contribuì in maniera rilevante al progresso e allo sviluppo di questa città e di altre località menzionate. (1Cr 7:22-24) L’ubicazione di Uzzen-Seera non è nota con certezza. Tuttavia alcuni geografi la identificano con Beit Sira, circa 4 km a O del sito proposto per Bet-Oron Inferiore e circa 21 km a NO di Gerusalemme.

19 OTT. LETTURA DELLA BIBBIA: 1 CRONACHE 8-11


(1 CRONACHE 8:29)

“E fu a Gabaon che dimorò il padre di Gabaon, [Ieiel,] e il nome di sua moglie era Maaca.”

*** it-1 p. 27 Abiel ***
La narrazione di 1 Cronache (8:33; 9:39) sembra essere assai precisa nel presentare Ner come il diretto padre del secondo Chis, e fra le due narrazioni questa sembra senza dubbio la più esplicita. — Vedi CHIS nn. 2 e 3.

*** it-1 p. 27 Abiel ***
ABIEL
(Abièl) [(mio) padre è Dio].
1. Figlio di Zeror e discendente di Becorat e di Afia, della tribù di Beniamino. Confrontando 1 Cronache 8:29-33 e 9:35-39 con 1 Samuele 9:1, 2 e 14:50, 51 c’è ragione di ritenere che Abiel sia chiamato “Ieiel” in Cronache, dato che qui viene indicato che era il padre di Ner, il quale diventò padre di Chis, padre di Saul. Anche 1 Samuele 14:50, 51 indica che Abiel (o Ieiel) era padre di Ner. Da Cronache risulta che Ieiel (o Abiel) ebbe altri nove figli, uno dei quali di nome Chis, e questo primo Chis sarebbe quindi lo zio dell’omonimo figlio di Ner.
In base al presupposto che Abiel e Ieiel fossero la stessa persona, si arriva alla genealogia indicata nel riquadro.
[Diagramma]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
Afia (discendente di Beniamino)
Becorat
Zeror
Abiel o Ieiel
Abdon Zur Chis Baal Ner Nadab Ghedor Ahio Zaccaria Miclot
(Zecher)
Abner Chis
Saul
Perciò, quando leggiamo in 1 Samuele 9:1 che Chis (cioè il secondo Chis, padre di Saul) era “figlio di Abiel”, sembra che ciò vada inteso nel senso che era nipote di Abiel, come accade spesso nelle genealogie bibliche dove uno o più anelli vengono semplicemente omessi.

(1 CRONACHE 8:33)

“In quanto a Ner, generò Chis; Chis, a sua volta, generò Saul; Saul, a sua volta, generò Gionatan e Malchi-Sua e Abinadab ed Esbaal.”

*** it-1 p. 27 Abiel ***
La narrazione di 1 Cronache (8:33; 9:39) sembra essere assai precisa nel presentare Ner come il diretto padre del secondo Chis, e fra le due narrazioni questa sembra senza dubbio la più esplicita. — Vedi CHIS nn. 2 e 3.

*** it-1 p. 27 Abiel ***
ABIEL
(Abièl) [(mio) padre è Dio].
1. Figlio di Zeror e discendente di Becorat e di Afia, della tribù di Beniamino. Confrontando 1 Cronache 8:29-33 e 9:35-39 con 1 Samuele 9:1, 2 e 14:50, 51 c’è ragione di ritenere che Abiel sia chiamato “Ieiel” in Cronache, dato che qui viene indicato che era il padre di Ner, il quale diventò padre di Chis, padre di Saul. Anche 1 Samuele 14:50, 51 indica che Abiel (o Ieiel) era padre di Ner. Da Cronache risulta che Ieiel (o Abiel) ebbe altri nove figli, uno dei quali di nome Chis, e questo primo Chis sarebbe quindi lo zio dell’omonimo figlio di Ner.
In base al presupposto che Abiel e Ieiel fossero la stessa persona, si arriva alla genealogia indicata nel riquadro.
[Diagramma]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
Afia (discendente di Beniamino)
Becorat
Zeror
Abiel o Ieiel
Abdon Zur Chis Baal Ner Nadab Ghedor Ahio Zaccaria Miclot
(Zecher)
Abner Chis
Saul
Perciò, quando leggiamo in 1 Samuele 9:1 che Chis (cioè il secondo Chis, padre di Saul) era “figlio di Abiel”, sembra che ciò vada inteso nel senso che era nipote di Abiel, come accade spesso nelle genealogie bibliche dove uno o più anelli vengono semplicemente omessi.

*** it-1 p. 264 Baal ***
Il significato dispregiativo attribuito al termine ebraico bàʽal a motivo della sua implicazione con il degradato culto di Baal è secondo alcuni la ragione per cui lo scrittore di 2 Samuele usò i nomi “Is-Boset” e “Mefiboset” (bòsheth significa vergogna) invece di “Esbaal” e “Merib-Baal”. — 2Sa 2:8; 9:6; 1Cr 8:33, 34; vedi IS-BOSET.

*** it-2 p. 55 Is-Boset ***
IS-BOSET
(Is-Bòset) [uomo di vergogna].
Il minore dei quattro figli di Saul e suo successore al trono. Dalle genealogie risulta che si chiamava anche Esbaal, che significa “uomo di Baal”. (1Cr 8:33; 9:39) Ma altrove, per esempio in 2 Samuele, è chiamato Is-Boset, nome in cui “baal” è sostituito da “Boset”. (2Sa 2:10) Il termine ebraico bòsheth ricorre in Geremia 3:24 dove è reso “cosa vergognosa” (Di, NM), “vergogna” (Ga, VR). In altri due casi bàʽal e bòsheth vengono accostati in un parallelismo, in cui un termine spiega e identifica l’altro. (Ger 11:13; Os 9:10) Altre volte in certi nomi propri di persona bòsheth, o una forma derivata, sostituisce bàʽal, ad esempio “Ierubbeset” per “Ierubbaal” (2Sa 11:21; Gdc 6:32) e “Mefiboset” per “Merib-Baal”, quest’ultimo nipote di Is-Boset. — 2Sa 4:4; 1Cr 8:34; 9:40.
Non si conosce la ragione di queste sostituzioni o doppi nomi. Secondo una teoria proposta da alcuni studiosi, i doppi nomi si spiegherebbero con un’alterazione fatta quando il nome comune “baal” (proprietario; signore) cominciò a identificarsi quasi esclusivamente con l’abominevole dio cananeo della fertilità, Baal. Tuttavia, nello stesso libro biblico di 2 Samuele in cui si trova la storia di Is-Boset, si legge che Davide, in onore del Signore Geova, dà a un luogo di battaglia il nome Baal-Perazim (che significa “proprietario di brecce”), poiché, dice, “Geova ha fatto irruzione fra i miei nemici”. (2Sa 5:20) Un’altra ipotesi è che il nome Is-Boset potesse essere profetico dell’ingloriosa morte di quell’uomo e della tragica fine della dinastia di Saul.

(1 CRONACHE 8:34)

“E il figlio di Gionatan fu Merib-Baal. In quanto a Merib-Baal, generò Mica.”

*** it-1 p. 264 Baal ***
Il significato dispregiativo attribuito al termine ebraico bàʽal a motivo della sua implicazione con il degradato culto di Baal è secondo alcuni la ragione per cui lo scrittore di 2 Samuele usò i nomi “Is-Boset” e “Mefiboset” (bòsheth significa vergogna) invece di “Esbaal” e “Merib-Baal”. — 2Sa 2:8; 9:6; 1Cr 8:33, 34; vedi IS-BOSET.

*** it-2 p. 262 Merib-Baal ***
MERIB-BAAL
(Merìb-Bàal) [forse, contendente contro Baal; o, Baal fa una difesa legale].
Figlio di Gionatan e nipote del re Saul; padre di Mica. (1Cr 8:33, 34) Questo a quanto pare è un altro nome di Mefiboset. Altri pure avevano due nomi, come Esbaal, chiamato anche Is-Boset. — Cfr. 2Sa 2:8 con 1Cr 8:33.
In 1 Cronache 9:40 il nome Merib-Baal ricorre due volte con grafia ebraica leggermente diversa (Merìv bàʽal e Meri-vàʽal). La prima forma è usata anche in 1 Cronache 8:34.

(1 CRONACHE 9:11)

“e Azaria figlio di Ilchia figlio di Mesullam figlio di Zadoc figlio di Meraiot figlio di Ahitub, conduttore della casa del [vero] Dio,”

*** it-1 p. 260 Azaria ***
23. Uno dei sacerdoti che vissero a Gerusalemme dopo l’esilio. (1Cr 9:11) In un elenco parallelo (Ne 11:11) il nome è Seraia. Forse lo stesso del n. 22.

(1 CRONACHE 9:18)

“e fino ad allora egli era stato alla porta del re ad est. Questi furono i portinai degli accampamenti dei figli di Levi.”

*** it-2 p. 615 Porta ***
Porte del tempio. Porta Orientale. Nel descrivere i lavori di ricostruzione Neemia dice che vi prese parte il custode della Porta Orientale. (Ne 3:29) Quindi la Porta Orientale non è una delle porte delle mura di Gerusalemme, come qualcuno ha pensato. La Porta Orientale poteva trovarsi più o meno alla stessa altezza della Porta dell’Ispezione nelle mura cittadine. Questa dev’essere la porta che in 1 Cronache 9:18 è chiamata “porta del re ad est”, essendo la porta dalla quale il re entrava o usciva dal tempio.

(1 CRONACHE 9:19)

“E Sallum figlio di Core figlio di Ebiasaf figlio di Cora e i suoi fratelli della casa di suo padre, i coraiti, sull’opera del servizio, i guardiani della porta della tenda, e i loro padri sull’accampamento di Geova, i guardiani dell’entrata.”

*** it-1 p. 568 Core ***
1. Levita cheatita “dei figli di Asaf” e discendente di Cora. (Eso 6:16, 18, 21; 1Cr 9:19; 26:1) Sallum, uno dei “guardiani della porta della tenda”, è definito in 1 Cronache 9:19 “figlio di Core figlio di Ebiasaf figlio di Cora”. Questo versetto non menziona tutte le generazioni tra Sallum ed Ebiasaf, ma i nomi menzionati appartengono a questa particolare linea genealogica. In 1 Cronache 26:1 il guardiano della porta è chiamato “Meselemia figlio di Core”.

(1 CRONACHE 9:22)

“Tutti quelli che furono scelti come portinai alle soglie furono duecentododici. Furono nei loro abitati secondo la loro registrazione genealogica. Davide e Samuele il veggente ordinarono questi nel loro incarico di fiducia.”

*** it-2 p. 854 Samuele ***
Ai giorni di Samuele i filistei subirono altre sconfitte (1Sa 7:13, 14), e furono tenute speciali celebrazioni pasquali. (2Cr 35:18) Sembra inoltre che Samuele abbia preso delle disposizioni per i portinai leviti, le quali forse furono la base per l’organizzazione attuata da Davide. (1Cr 9:22) Dalla sua città, Rama, nella regione montagnosa di Efraim, Samuele ogni anno faceva un giro recandosi a Betel, Ghilgal e Mizpa, per giudicare Israele in tutte quelle località. (1Sa 7:15-17) Non abusò mai della sua posizione e fu irreprensibile nel suo servizio. (1Sa 12:2-5) Invece i suoi figli, Gioele e Abia, pervertivano la giustizia. — 1Sa 8:2, 3.

(1 CRONACHE 9:26)

“Poiché nell’incarico di fiducia c’erano quattro uomini potenti dei portinai. Erano leviti, e avevano l’incarico delle stanze da pranzo e dei tesori della casa del [vero] Dio.”

*** w05 1/10 p. 9 par. 8 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
9:26, 27. I portinai leviti occupavano una posizione di grande responsabilità: erano in possesso della chiave che permetteva di accedere alle aree sacre del tempio e si dimostravano fidati aprendo ogni giorno le porte. A noi è stata affidata la responsabilità di contattare le persone del nostro territorio e di aiutarle ad adorare Geova. Non dovremmo dimostrarci affidabili e degni di fiducia come i portinai leviti?

*** w88 1/12 pp. 21-22 Il conferimento dei diplomi all’85a classe di Galaad: un’occasione gioiosa ***
Ha suscitato curiosità l’annuncio, da parte del presidente, del tema dell’oratore successivo, F. D. Songer, del Comitato dello Stabilimento: “Un incarico unico e una chiave speciale”. Songer ha imperniato i suoi commenti su 1 Cronache 9:26, 27 e su ciò che vi è detto circa i portinai leviti. ‘Il loro era un incarico unico’, ha spiegato Songer. Avevano la chiave, lo strumento che rappresentava il potere di controllo sull’accesso ai settori sacri del tempio. Erano fidati nell’aprire puntualmente le porte ogni mattina. Concludendo, Songer ha detto agli studenti: ‘Vi sono stati affidati un incarico unico e una chiave speciale, per così dire, con cui aprire di mattina in mattina l’ingresso a quelli che desiderano entrare nei cortili della vera adorazione. Abbiate buona cura di questo incarico e usate questa chiave in maniera fidata’.

(1 CRONACHE 9:27)

“E passavano la notte tutt’intorno alla casa del [vero] Dio; poiché il servizio di guardia era compito loro, ed erano incaricati della chiave, anche [di aprire] di mattina in mattina.”

*** w05 1/10 p. 9 par. 8 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
9:26, 27. I portinai leviti occupavano una posizione di grande responsabilità: erano in possesso della chiave che permetteva di accedere alle aree sacre del tempio e si dimostravano fidati aprendo ogni giorno le porte. A noi è stata affidata la responsabilità di contattare le persone del nostro territorio e di aiutarle ad adorare Geova. Non dovremmo dimostrarci affidabili e degni di fiducia come i portinai leviti?

*** w88 1/12 pp. 21-22 Il conferimento dei diplomi all’85a classe di Galaad: un’occasione gioiosa ***
Ha suscitato curiosità l’annuncio, da parte del presidente, del tema dell’oratore successivo, F. D. Songer, del Comitato dello Stabilimento: “Un incarico unico e una chiave speciale”. Songer ha imperniato i suoi commenti su 1 Cronache 9:26, 27 e su ciò che vi è detto circa i portinai leviti. ‘Il loro era un incarico unico’, ha spiegato Songer. Avevano la chiave, lo strumento che rappresentava il potere di controllo sull’accesso ai settori sacri del tempio. Erano fidati nell’aprire puntualmente le porte ogni mattina. Concludendo, Songer ha detto agli studenti: ‘Vi sono stati affidati un incarico unico e una chiave speciale, per così dire, con cui aprire di mattina in mattina l’ingresso a quelli che desiderano entrare nei cortili della vera adorazione. Abbiate buona cura di questo incarico e usate questa chiave in maniera fidata’.

(1 CRONACHE 9:33)

“E questi furono i cantori, i capi dei padri dei leviti nelle stanze da pranzo, quelli esentati da doveri; poiché di giorno e di notte avevano la responsabilità di essere al lavoro.”

*** it-2 p. 350 Musica ***
Notevole importanza era attribuita al canto nel tempio. Questo è evidente dai numerosi riferimenti scritturali ai cantori e anche dal fatto che erano “esentati da doveri” propri degli altri leviti perché si potessero dedicare interamente al loro servizio. (1Cr 9:33)

(1 CRONACHE 9:35)

“E a Gabaon dimorò Ieiel, padre di Gabaon. E il nome di sua moglie era Maaca.”

*** it-1 p. 27 Abiel ***
ABIEL
(Abièl) [(mio) padre è Dio].
1. Figlio di Zeror e discendente di Becorat e di Afia, della tribù di Beniamino. Confrontando 1 Cronache 8:29-33 e 9:35-39 con 1 Samuele 9:1, 2 e 14:50, 51 c’è ragione di ritenere che Abiel sia chiamato “Ieiel” in Cronache, dato che qui viene indicato che era il padre di Ner, il quale diventò padre di Chis, padre di Saul. Anche 1 Samuele 14:50, 51 indica che Abiel (o Ieiel) era padre di Ner. Da Cronache risulta che Ieiel (o Abiel) ebbe altri nove figli, uno dei quali di nome Chis, e questo primo Chis sarebbe quindi lo zio dell’omonimo figlio di Ner.
In base al presupposto che Abiel e Ieiel fossero la stessa persona, si arriva alla genealogia indicata nel riquadro.
[Diagramma]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
Afia (discendente di Beniamino)
Becorat
Zeror
Abiel o Ieiel
Abdon Zur Chis Baal Ner Nadab Ghedor Ahio Zaccaria Miclot
(Zecher)
Abner Chis
Saul
Perciò, quando leggiamo in 1 Samuele 9:1 che Chis (cioè il secondo Chis, padre di Saul) era “figlio di Abiel”, sembra che ciò vada inteso nel senso che era nipote di Abiel, come accade spesso nelle genealogie bibliche dove uno o più anelli vengono semplicemente omessi.

*** it-1 p. 27 Abiel ***
La narrazione di 1 Cronache (8:33; 9:39) sembra essere assai precisa nel presentare Ner come il diretto padre del secondo Chis, e fra le due narrazioni questa sembra senza dubbio la più esplicita. — Vedi CHIS nn. 2 e 3.

(1 CRONACHE 9:39)

“In quanto a Ner, generò Chis; Chis, a sua volta, generò Saul; Saul, a sua volta, generò Gionatan e Malchi-Sua e Abinadab ed Esbaal.”

*** it-1 p. 27 Abiel ***
ABIEL
(Abièl) [(mio) padre è Dio].
1. Figlio di Zeror e discendente di Becorat e di Afia, della tribù di Beniamino. Confrontando 1 Cronache 8:29-33 e 9:35-39 con 1 Samuele 9:1, 2 e 14:50, 51 c’è ragione di ritenere che Abiel sia chiamato “Ieiel” in Cronache, dato che qui viene indicato che era il padre di Ner, il quale diventò padre di Chis, padre di Saul. Anche 1 Samuele 14:50, 51 indica che Abiel (o Ieiel) era padre di Ner. Da Cronache risulta che Ieiel (o Abiel) ebbe altri nove figli, uno dei quali di nome Chis, e questo primo Chis sarebbe quindi lo zio dell’omonimo figlio di Ner.
In base al presupposto che Abiel e Ieiel fossero la stessa persona, si arriva alla genealogia indicata nel riquadro.
[Diagramma]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
Afia (discendente di Beniamino)
Becorat
Zeror
Abiel o Ieiel
Abdon Zur Chis Baal Ner Nadab Ghedor Ahio Zaccaria Miclot
(Zecher)
Abner Chis
Saul
Perciò, quando leggiamo in 1 Samuele 9:1 che Chis (cioè il secondo Chis, padre di Saul) era “figlio di Abiel”, sembra che ciò vada inteso nel senso che era nipote di Abiel, come accade spesso nelle genealogie bibliche dove uno o più anelli vengono semplicemente omessi.

*** it-1 p. 27 Abiel ***
La narrazione di 1 Cronache (8:33; 9:39) sembra essere assai precisa nel presentare Ner come il diretto padre del secondo Chis, e fra le due narrazioni questa sembra senza dubbio la più esplicita. — Vedi CHIS nn. 2 e 3.

*** it-2 p. 55 Is-Boset ***
IS-BOSET
(Is-Bòset) [uomo di vergogna].
Il minore dei quattro figli di Saul e suo successore al trono. Dalle genealogie risulta che si chiamava anche Esbaal, che significa “uomo di Baal”. (1Cr 8:33; 9:39) Ma altrove, per esempio in 2 Samuele, è chiamato Is-Boset, nome in cui “baal” è sostituito da “Boset”. (2Sa 2:10) Il termine ebraico bòsheth ricorre in Geremia 3:24 dove è reso “cosa vergognosa” (Di, NM), “vergogna” (Ga, VR). In altri due casi bàʽal e bòsheth vengono accostati in un parallelismo, in cui un termine spiega e identifica l’altro. (Ger 11:13; Os 9:10) Altre volte in certi nomi propri di persona bòsheth, o una forma derivata, sostituisce bàʽal, ad esempio “Ierubbeset” per “Ierubbaal” (2Sa 11:21; Gdc 6:32) e “Mefiboset” per “Merib-Baal”, quest’ultimo nipote di Is-Boset. — 2Sa 4:4; 1Cr 8:34; 9:40.
Non si conosce la ragione di queste sostituzioni o doppi nomi. Secondo una teoria proposta da alcuni studiosi, i doppi nomi si spiegherebbero con un’alterazione fatta quando il nome comune “baal” (proprietario; signore) cominciò a identificarsi quasi esclusivamente con l’abominevole dio cananeo della fertilità, Baal. Tuttavia, nello stesso libro biblico di 2 Samuele in cui si trova la storia di Is-Boset, si legge che Davide, in onore del Signore Geova, dà a un luogo di battaglia il nome Baal-Perazim (che significa “proprietario di brecce”), poiché, dice, “Geova ha fatto irruzione fra i miei nemici”. (2Sa 5:20) Un’altra ipotesi è che il nome Is-Boset potesse essere profetico dell’ingloriosa morte di quell’uomo e della tragica fine della dinastia di Saul.

(1 CRONACHE 9:40)

“E il figlio di Gionatan fu Merib-Baal. In quanto a Merib-Baal, generò Mica.”

*** it-2 p. 262 Merib-Baal ***
In 1 Cronache 9:40 il nome Merib-Baal ricorre due volte con grafia ebraica leggermente diversa (Merìv bàʽal e Meri-vàʽal). La prima forma è usata anche in 1 Cronache 8:34. Il fatto che sia Mefiboset che Merib-Baal avessero un figlio di nome Mica fa pensare che fossero la stessa persona. (Cfr. 2Sa 9:12 con 1Cr 9:40). In ebraico anche la grafia del primo “Mica” è leggermente diversa da quella del secondo.

(1 CRONACHE 10:1)

“E i filistei, da parte loro, fecero guerra a Israele; e gli uomini d’Israele fuggivano d’innanzi ai filistei e cadevano uccisi sul monte Ghilboa.”

*** it-1 p. 746 Epoca di Davide, L’ ***
Ghilboa (M.) 1Cr 10:1-6

(1 CRONACHE 10:10)

“Infine misero la sua armatura nella casa del loro dio, e il suo teschio lo fissarono alla casa di Dagon.”

*** it-1 pp. 185-186 Archeologia ***
Di particolare interesse è stata la scoperta di templi cananei a Bet-San. In 1 Samuele 31:10 si legge che i filistei misero l’armatura del re Saul “nella casa delle immagini di Astoret, e fissarono il suo cadavere alle mura di Bet-San”, mentre in 1 Cronache 10:10 si legge: “Misero la sua armatura nella casa del loro dio, e il suo teschio lo fissarono alla casa di Dagon”. Due dei templi scoperti erano dello stesso periodo e uno risulta essere stato il tempio di Astoret, mentre l’altro si ritiene fosse quello di Dagon, in armonia con i versetti citati sopra in quanto all’esistenza di due templi a Bet-San.

*** it-1 p. 357 Bet-Sean ***
All’epoca del re Saul Bet-Sean apparteneva ai filistei, e dopo la sconfitta di Saul sul vicino monte Ghilboa i filistei vittoriosi misero l’armatura di Saul “nella casa delle immagini di Astoret” e la sua testa nella casa di Dagon, e appesero i cadaveri di Saul e dei suoi figli sulle mura di Bet-San (Bet-Sean), evidentemente nella parte interna di fronte alla piazza della città. Coraggiosi e audaci israeliti di Iabes-Galaad, distante 20 km circa sull’altra sponda del Giordano, ricuperarono le salme, forse penetrando nella città di notte. — 1Sa 31:8-13; 2Sa 21:12; 1Cr 10:8-12.
In armonia con quanto sopra, negli scavi di Tell el-Husn sono state scoperte le rovine di due templi, uno dei quali ritenuto il tempio di Astoret, mentre l’altro, più a S, secondo alcuni sarebbe il tempio di Dagon.

(1 CRONACHE 10:13)

“Così Saul morì per l’infedeltà con la quale aveva agito infedelmente contro Geova circa la parola di Geova che non aveva osservato e anche per aver chiesto di una medium spiritica per consultarla.”

*** it-1 p. 709 Divinazione ***
Il naturale desiderio di conoscere il futuro viene soddisfatto quando uno adora e serve il suo grande Creatore, poiché attraverso il Suo canale di comunicazione Dio amorevolmente rivela in anticipo ciò che è bene che l’uomo sappia. (Am 3:7) Tuttavia, quando gli uomini si allontanano da Geova e abbandonano il solo che conosce dall’inizio la fine, cadono facilmente vittima dell’influenza spiritistica demonica. Saul ne è un chiaro esempio. Infatti prima si rivolgeva a Geova per conoscere gli avvenimenti futuri, ma poi, dopo essere stato tagliato fuori da ogni contatto con Dio a motivo della sua infedeltà, si rivolse ai demoni invece che alla guida divina. — 1Sa 28:6, 7; 1Cr 10:13, 14.

*** it-2 pp. 1033-1034 Spiritismo ***
Un commentario biblico fa riferimento a 1 Cronache 10:13 nella Settanta (ed. Bagster), dove sono aggiunte le parole “e il profeta Samuele gli rispose”, e sostiene l’idea suggerita da queste parole non ispirate,

(1 CRONACHE 11:7)

“E Davide prese a dimorare nel luogo di difficile accesso. Perciò la chiamarono la Città di Davide.”

*** it-1 p. 502 Città di Davide ***
Era un luogo molto adatto per una “fortezza” poiché era protetto da tre lati da profonde vallate: a O dalla valle del Tiropeon, e a E dalla valle del Chidron, che si unisce alla valle di Innom all’estremità S del contrafforte. (1Cr 11:7) Era necessario difendere la città solo a N, dove il crinale si restringeva ancora di più, rendendo assai difficile un eventuale attacco.

*** it-1 p. 1051 Gerusalemme ***
Sembra che in quel tempo la città gebusea si trovasse sulla parte S del contrafforte orientale. Gli abitanti erano sicuri dell’inespugnabilità della loro cittadella, grazie alla difesa naturale fornita dai ripidi pendii delle valli su tre lati e, probabilmente, a speciali fortificazioni a N. Era nota come il “luogo di difficile accesso” (1Cr 11:7), e i gebusei si fecero beffe di Davide dicendo che persino ‘i ciechi e gli zoppi della città’ potevano respingere i suoi attacchi. Ma Davide conquistò la città, presa d’assalto da Gioab, che riuscì a penetrarvi attraverso il “tunnel dell’acqua”. (2Sa 5:6-9; 1Cr 11:4-8)

(1 CRONACHE 11:11)

“E questo è l’elenco degli uomini potenti che appartennero a Davide: Iasobeam figlio di un acmonita, capo dei tre. Egli brandiva la sua lancia su trecento, uccisi in una sola volta.”

*** w05 1/10 p. 10 par. 3 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
11:11: Perché il numero degli uccisi è di 300 e non di 800 come nel racconto parallelo di 2 Samuele 23:8? Iasobeam, o Ioseb-Bassebet, era il capo dei tre uomini di Davide più valorosi. Gli altri due uomini potenti erano Eleazaro e Samma. (2 Samuele 23:8-11) Il motivo della differenza fra i due racconti è che forse si riferiscono a gesta diverse compiute dallo stesso uomo.

*** it-2 p. 41 Ioseb-Bassebet ***
IOSEB-BASSEBET
(Iòseb-Bassèbet).
Capo dei tre principali uomini potenti di Davide. (2Sa 23:8) In 1 Cronache 11:11 è chiamato Iasobeam, probabilmente la forma più corretta. Il testo di 2 Samuele 23:8 presenta altri problemi di copiatura, che rendono necessario correggere l’oscuro testo ebraico masoretico (che sembra leggere: “Egli era Adino l’eznita”) così da leggere: “Egli brandiva la sua lancia”. (NM) Altre traduzioni rendono il brano in modo simile. (Con; Ga; Ge, nt.; PIB; VR) In questa maniera si armonizza Samuele con il libro di Cronache e con la particolare struttura del brano. Infatti si parla dei “tre”, che però diventerebbero quattro se si aggiungesse un altro nome, Adino. Inoltre, a ciascuno dei tre uomini potenti è attribuita una particolare impresa, mentre se l’abbattimento degli 800 uomini fosse opera di un altro, a Ioseb-Bassebet (Iasobeam) non ne sarebbe attribuita nessuna. — Vedi IASOBEAM n. 2.
Esiste la possibilità che l’impresa attribuita a Ioseb-Bassebet in 2 Samuele 23:8 non sia la stessa menzionata in 1 Cronache 11:11. Questo spiegherebbe perché Samuele parla di 800 uccisi e Cronache di 300.

(1 CRONACHE 11:17)

“Dopo un po’ Davide mostrò la sua brama e disse: “Oh potessi avere un sorso d’acqua della cisterna di Betleem, che è alla porta!””

*** it-1 p. 352 Betleem ***
In seguito, quand’era fuggiasco, Davide desiderò un sorso d’acqua di una cisterna di Betleem, allora avamposto dei filistei. (2Sa 23:14, 15; 1Cr 11:16, 17) Si noti che ci sono ancora tre pozzi nella parte N della città.

(1 CRONACHE 11:18)

“Allora i tre si aprirono a forza un varco nel campo dei filistei e attinsero acqua dalla cisterna di Betleem, che è alla porta, e la presero e la portarono a Davide. E Davide non acconsentì a berla, ma la versò a Geova.”

*** w12 15/11 p. 6 parr. 12-13 “Insegnami a fare la tua volontà” ***
Consideriamo cosa accadde quando espresse il forte desiderio di avere “un sorso d’acqua della cisterna di Betleem”. Tre dei suoi uomini fecero un’incursione nella città, che era occupata dai filistei, e gli portarono l’acqua. Tuttavia “Davide non acconsentì a berla, ma la versò a Geova”. Come mai? Lui stesso spiegò: “È impensabile da parte mia, riguardo al mio Dio, far questo! Dovrei io bere il sangue di questi uomini a rischio delle loro anime? Poiché a rischio delle loro anime l’hanno portata”. — 1 Cron. 11:15-19.
13 Davide conosceva la Legge e sapeva che il sangue non doveva essere consumato come cibo, ma andava versato a Geova. Comprendeva anche perché bisognava farlo: sapeva che “l’anima della carne è nel sangue”. Quella però era acqua, non sangue. Perché Davide si rifiutò di berla? Perché comprendeva il principio su cui si basava quella norma legale. Per lui quell’acqua era preziosa quanto il sangue dei tre uomini, e per questo era impensabile berla. Concluse che doveva versarla a terra. — Lev. 17:11; Deut. 12:23, 24.

(1 CRONACHE 11:19)

“E diceva: “È impensabile da parte mia, riguardo al mio Dio, far questo! Dovrei io bere il sangue di questi uomini a rischio delle loro anime? Poiché a rischio delle loro anime l’hanno portata”. E non acconsentì a berla. Queste sono le cose che fecero i tre uomini potenti.”

*** w12 15/11 p. 6 parr. 12-13 “Insegnami a fare la tua volontà” ***
Consideriamo cosa accadde quando espresse il forte desiderio di avere “un sorso d’acqua della cisterna di Betleem”. Tre dei suoi uomini fecero un’incursione nella città, che era occupata dai filistei, e gli portarono l’acqua. Tuttavia “Davide non acconsentì a berla, ma la versò a Geova”. Come mai? Lui stesso spiegò: “È impensabile da parte mia, riguardo al mio Dio, far questo! Dovrei io bere il sangue di questi uomini a rischio delle loro anime? Poiché a rischio delle loro anime l’hanno portata”. — 1 Cron. 11:15-19.
13 Davide conosceva la Legge e sapeva che il sangue non doveva essere consumato come cibo, ma andava versato a Geova. Comprendeva anche perché bisognava farlo: sapeva che “l’anima della carne è nel sangue”. Quella però era acqua, non sangue. Perché Davide si rifiutò di berla? Perché comprendeva il principio su cui si basava quella norma legale. Per lui quell’acqua era preziosa quanto il sangue dei tre uomini, e per questo era impensabile berla. Concluse che doveva versarla a terra. — Lev. 17:11; Deut. 12:23, 24.

(1 CRONACHE 11:20)

“In quanto ad Abisai fratello di Gioab, egli stesso divenne capo dei tre; e brandiva la lancia su trecento uccisi, e aveva una reputazione simile a quella dei tre.”

*** w05 1/10 p. 10 par. 4 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
11:20, 21: Qual era la posizione di Abisai rispetto ai tre principali uomini potenti di Davide? Abisai non era uno dei tre uomini più potenti che servirono Davide. Tuttavia, come si legge in 2 Samuele 23:18, 19, fu il capo di 30 guerrieri e si distinse più di chiunque di loro. La reputazione di Abisai fu quasi pari a quella dei tre principali uomini potenti perché egli compì un atto potente simile a quello di Iasobeam.

(1 CRONACHE 11:21)

“Dei tre egli si distinse più degli altri due, e divenne loro capo; eppure non pervenne all’altezza dei [primi] tre. ”

*** w05 1/10 p. 10 par. 4 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
11:20, 21: Qual era la posizione di Abisai rispetto ai tre principali uomini potenti di Davide? Abisai non era uno dei tre uomini più potenti che servirono Davide. Tuttavia, come si legge in 2 Samuele 23:18, 19, fu il capo di 30 guerrieri e si distinse più di chiunque di loro. La reputazione di Abisai fu quasi pari a quella dei tre principali uomini potenti perché egli compì un atto potente simile a quello di Iasobeam.

(1 CRONACHE 11:25)

“Benché si distinguesse più dei trenta, tuttavia non pervenne al rango dei [primi] tre. Comunque, Davide lo mise sulla sua propria guardia del corpo.”

*** it-1 p. 1206 Guardia ***
Il termine ebraico mishmàʽath, che basilarmente significa “uditori” ed è reso “sudditi” in Isaia 11:14, è usato a proposito della guardia del corpo di Davide (2Sa 23:23; 1Cr 11:25) e della guardia del corpo di Saul, di cui Davide era stato capo. — 1Sa 22:14.

(1 CRONACHE 11:27)

“Sammot l’harorita, Elez il pelonita,”

*** it-1 p. 1219 Harodita ***
HARODITA
Chi dimorava ad Harod o viveva nei pressi di un luogo chiamato Harod. Questo appellativo è dato a Samma ed Elica, due degli uomini potenti di Davide. (2Sa 23:8, 25) Se “Samma” e “Sammot” sono la stessa persona, allora l’appellativo “harorita” in 1 Cronache 11:27 potrebbe essere dovuto all’errata trascrizione di “harodita” da parte di uno scriba, attribuibile forse alla somiglianza fra le lettere ebraiche “r” (ר) e “d” (ד).

(1 CRONACHE 11:38)

“Gioele fratello di Natan, Mibar figlio di Agri,”

*** it-2 p. 274 Mibar ***
MIBAR
(Mìbar) [da una radice che significa “scegliere”].
Figlio di Agri; uno degli uomini potenti delle forze militari di Davide. (1Cr 11:26, 38) Alcuni hanno avanzato l’ipotesi che ci sia una discrepanza nel testo di 1 Cronache 11:38 perché nell’elenco parallelo di 2 Samuele 23:36 è menzionato Bani il gadita, non Mibar. Essi sostengono che Mibar sia un’alterazione dell’ebraico “di Zoba” e che le ultime parole di 1 Cronache 11:38 siano il risultato della lezione ben-haghrì (figlio di Agri) al posto di banì haggadhì (Bani il gadita). Questa però è solo un’ipotesi.

(1 CRONACHE 11:44)

“Uzzia l’asteratita, Sama e Ieiel, figli di Otam l’aroerita,”

*** it-1 p. 207 Aroerita ***
AROERITA
Abitante di una delle città chiamate Aroer. In 1 Cronache 11:44 Otam, padre di Sama e Ieiel, due degli uomini potenti di Davide, è chiamato l’aroerita. Il fatto che i suoi figli avevano a che fare con Davide potrebbe indicare che la città del loro padre si trovava nel territorio di Giuda. — Vedi AROER n. 3.

26 OTT. LETTURA DELLA BIBBIA: 1 CRONACHE 12-15


(1 CRONACHE 12:8)

“E ci furono alcuni dei gaditi che si separarono [schierandosi] al fianco di Davide nel luogo di difficile accesso nel deserto, uomini potenti e valorosi, uomini dell’esercito per la guerra, che tenevano pronti lo scudo grande e la lancia, le cui facce erano facce di leoni, ed erano veloci come le gazzelle sui monti.”

*** w05 1/10 p. 10 par. 5 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
12:8: In che senso le facce dei guerrieri gaditi erano come “facce di leoni”? Questi uomini valorosi furono al fianco di Davide nel deserto. I loro capelli si allungarono e la chioma leonina dava loro un aspetto feroce.

*** it-1 p. 203 Armi, Armatura ***
Lo “scudo grande” (ebr. tsinnàh) veniva usato dalla fanteria pesante (2Cr 14:8) e a volte era portato da uno scudiero. (1Sa 17:7, 41) Evidentemente un “grande scudo” del genere era quello designato dal termine greco thyreòs (da thỳra, che significa “porta”) in Efesini 6:16. Lo tsinnàh era uno scudo abbastanza grande da coprire tutto il corpo. (Sl 5:12) A volte in battaglia serviva a opporre un fronte compatto da cui sporgevano le lance. Lo scudo grande è a volte menzionato insieme alla lancia per indicare le armi in generale. — 1Cr 12:8, 34; 2Cr 11:12.

(1 CRONACHE 12:18)

“E lo spirito stesso avvolse Amasai, capo dei trenta: “Tuoi [siamo], o Davide, e con te [siamo], o figlio di Iesse. Pace, pace a te, e pace a chi ti aiuta, Poiché il tuo Dio ti ha aiutato”. Dunque Davide li ricevette e li mise fra i capi delle truppe.”

*** it-1 p. 106 Amasa ***
Alcuni sostengono che Amasa vada identificato con Amasai, uno di quelli che si unirono all’esercito di Davide a Ziclag, ma tale identificazione è incerta. — 1Cr 12:18.

(1 CRONACHE 12:21)

“Ed essi, da parte loro, furono d’aiuto a Davide contro la banda di predoni, perché erano tutti uomini potenti e valorosi, e divennero capi nell’esercito;”

*** it-1 p. 64 Adna ***
1. Valoroso ufficiale di Manasse che a Ziclag disertò dall’esercito di Saul e passò a quello di Davide. Combatté al fianco di Davide nell’inseguimento della banda di predoni amalechiti che avevano saccheggiato l’accampamento di Davide a Ziclag e diventò un comandante dell’esercito di Davide. — 1Cr 12:20, 21; 1Sa 30:1, 2, 17-19.

(1 CRONACHE 12:23)

“E questi furono i numeri dei capi di quelli equipaggiati per l’esercito che vennero da Davide a Ebron per trasferire a lui il regno di Saul secondo l’ordine di Geova.”

*** it-1 p. 746 Epoca di Davide, L’ ***
Ebron 2Sa 2:1-4, 11; 3:2-5, 12, 20-27, 32;
4:8-12; 5:1-5; 15:7-10; 1Cr 12:23-40

(1 CRONACHE 12:27)

“E Ieoiada fu il conduttore [dei figli] di Aaronne, e con lui c’erano tremilasettecento.”

*** it-1 p. 11 Aaronne ***
Sacerdoti discendenti di Aaronne. Il termine “Aaroniti” o “Aronnidi” ricorre rispettivamente nella Diodati e nella CEI in 1 Cronache 27:17. In altre versioni (KJ, Mo) ricorre anche in 1 Cronache 12:27. (Nel testo masoretico ebraico ricorre semplicemente il nome Aaronne. La LXX [ed. P. A. de Lagarde, in 1Cr 12:27] ha “dei figli di Aaronne”). Evidentemente il nome “Aaronne” qui è usato in senso collettivo, come il nome Israele, e sta per la casa di Aaronne o i suoi discendenti maschi dell’epoca di Davide che erano della tribù di Levi e prestavano servizio come sacerdoti. (1Cr 6:48-53) La Traduzione del Nuovo Mondo dice: “E Ieoiada fu il conduttore [dei figli] di Aaronne, e con lui c’erano tremilasettecento” (1Cr 12:27), mettendo “dei figli” fra parentesi quadre a indicare che si tratta di un’aggiunta.

(1 CRONACHE 12:33)

“Di Zabulon quelli che andavano alle armi, che si schieravano in formazione di battaglia con tutte le armi da guerra, furono cinquantamila, e per accorrere [a Davide] non furono di cuore doppio.”

*** it-1 p. 632 Cuore ***
Una persona potrebbe anche essere di “cuore doppio” (lett. “con un cuore e un cuore”), cercando di servire due padroni, o dicendo qualcosa che in realtà non pensa. (1Cr 12:33; Sl 12:2, nt.) Gesù condannò fermamente la doppiezza di cuore o ipocrisia. — Mt 15:7, 8.

(1 CRONACHE 12:34)

“E di Neftali ci furono mille capi, e con loro, con lo scudo grande e la lancia, ci furono trentasettemila.”

*** it-1 p. 203 Armi, Armatura ***
Lo “scudo grande” (ebr. tsinnàh) veniva usato dalla fanteria pesante (2Cr 14:8) e a volte era portato da uno scudiero. (1Sa 17:7, 41) Evidentemente un “grande scudo” del genere era quello designato dal termine greco thyreòs (da thỳra, che significa “porta”) in Efesini 6:16. Lo tsinnàh era uno scudo abbastanza grande da coprire tutto il corpo. (Sl 5:12) A volte in battaglia serviva a opporre un fronte compatto da cui sporgevano le lance. Lo scudo grande è a volte menzionato insieme alla lancia per indicare le armi in generale. — 1Cr 12:8, 34; 2Cr 11:12.

(1 CRONACHE 13:5)

“Pertanto Davide congregò tutto Israele dal fiume d’Egitto fino all’entrata di Amat, per portare l’arca del [vero] Dio da Chiriat-Iearim.”

*** w05 1/10 p. 10 par. 6 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
13:5: Cos’è il “fiume d’Egitto”? Secondo alcuni questa espressione si riferisce a un ramo del Nilo. Tuttavia in genere si ritiene che si riferisca alla “valle del torrente d’Egitto”, una lunga gola che segna il confine sud-occidentale della Terra Promessa. — Numeri 34:2, 5; Genesi 15:18.

*** it-1 p. 939 Fiume d’Egitto ***
In 1 Cronache 13:5 alcune traduzioni hanno “fiume [shichòhr] d’Egitto” (NM) o “torrente d’Egitto” (Na, PS), e anche questo potrebbe essere il Wadi el-ʽArish. Un’altra possibilità, comunque, è che il versetto si riferisca a un ramo del Nilo. — Vedi SIHOR.

*** it-2 p. 978 Sihor ***
SIHOR
(Sìhor) [da un termine egiziano che significa “stagno di Horus”].
Evidentemente il ramo più orientale del Nilo nella regione del Delta. Sihor ricorre quattro volte nel testo ebraico, sempre in relazione all’Egitto. (Gsè 13:3, “ramo del Nilo”; 1Cr 13:5, “fiume”;

*** it-2 p. 978 Sihor ***
Similmente viene fatta notare un’analogia tra il riferimento al fatto che Davide congregò il popolo d’Israele da Sihor (“dal fiume d’Egitto”, NM) fino ad Amat (nel tentativo di portare l’arca del patto a Gerusalemme) e il radunamento del popolo all’epoca di Salomone “dall’entrata di Amat fino alla valle del torrente d’Egitto”. (1Cr 13:5; 1Re 8:65) La spiegazione potrebbe essere che nel secondo caso (al tempo di Salomone) sono indicati gli effettivi confini degli insediamenti israeliti. La regione compresa tra il Wadi el-ʽArish e il braccio E del Nilo è fondamentalmente desertica e squallida, per cui questo uadi, o valle di torrente, segnava giustamente il limite del territorio abitabile dagli israeliti, mentre nel primo caso (al tempo di Davide) la descrizione può riguardare l’intera zona d’attività degli israeliti, la regione sotto l’effettiva dominazione di Davide, che senz’altro andava fino al confine d’Egitto.
Ancor prima dell’epoca di Davide, il re Saul aveva inseguito gli amalechiti fino a Sur, “che è di fronte all’Egitto” (1Sa 15:7), e il reame che Salomone ereditò da Davide viene detto che giungeva fino “alla linea di confine d’Egitto”. (1Re 4:21) Quindi, anche se il territorio effettivamente ripartito fra le tribù d’Israele non si estendeva oltre “la valle del torrente d’Egitto”, questo non vieterebbe di identificare il Sihor con un “ramo del Nilo” in Giosuè 13:3 e con il “fiume d’Egitto” in 1 Cronache 13:5.

(1 CRONACHE 13:9)

“E gradualmente giunsero fino all’aia di Chidon, e Uzza ora stese la mano per afferrare l’Arca, poiché i tori quasi la fecero rovesciare.”

*** it-1 p. 475 Chidon ***
CHIDON
(Chìdon).
Nome del proprietario o del sito dell’aia in cui Geova abbatté Uzza allorché fu fatto il tentativo di trasportare in modo errato l’arca della testimonianza da Chiriat-Iearim alla Città di Davide. Pare che l’aia fosse situata fra queste due località e vicino alla casa di Obed-Edom. (1Cr 13:6-14) L’ubicazione esatta è ignota. Il brano parallelo di 2 Samuele 6:6 ha “Nacon”, il che potrebbe indicare che un brano usa il nome del luogo dell’aia, mentre l’altro menziona il nome del proprietario. Dopo il suddetto incidente il luogo fu chiamato Perez-Uzza, che significa “rottura contro Uzza”.

*** it-2 p. 360 Nacon ***
NACON
(Nàcon) [forse, fermamente stabilito].
In 2 Samuele 6:6, nome dell’aia in cui Uzza morì per aver afferrato l’arca del patto. Il brano parallelo di 1 Cronache 13:9 ha “Chidon”: probabilmente uno scrittore menziona il nome del luogo e l’altro il nome del suo proprietario, a meno che uno dei due nomi non sia un’alterazione dell’altro.

(1 CRONACHE 13:10)

“Allora l’ira di Geova divampò contro Uzza, così che lo abbatté perché aveva steso la mano sull’Arca, e morì lì dinanzi a Dio.”

*** w05 1/2 pp. 26-27 Geova fa sempre ciò che è giusto ***
Perché Geova abbatté Uzza?
18 Un altro brano che fa sorgere perplessità in alcuni è quello in cui si narra del tentativo di Davide di portare l’arca del patto a Gerusalemme. L’Arca fu messa su un carro condotto da Uzza e da suo fratello. La Bibbia narra: “E gradualmente giunsero fino all’aia di Nacon, e Uzza stese ora la mano verso l’arca del vero Dio e l’afferrò, poiché i bovini quasi la fecero rovesciare. Allora l’ira di Geova divampò contro Uzza e il vero Dio lo abbatté lì per l’atto irriverente, così che morì lì presso l’arca del vero Dio”. Alcuni mesi più tardi un secondo tentativo di trasferire l’Arca riuscì quando fu portata a spalla dai leviti cheatiti come Dio aveva ordinato. (2 Samuele 6:6, 7; Numeri 4:15; 7:9; 1 Cronache 15:1-14) Alcuni potrebbero chiedere: ‘Perché Geova intervenne con tanta severità? Uzza cercava solo di proteggere l’Arca’. Per non trarre conclusioni errate, facciamo bene a notare alcuni utili dettagli.
19 È il caso di ricordare che è impossibile per Geova agire ingiustamente. (Giobbe 34:10) Sarebbe una mancanza di amore da parte sua, e dal nostro studio della Bibbia nel suo insieme abbiamo imparato che “Dio è amore”. (1 Giovanni 4:8) Inoltre le Scritture ci dicono che “giustizia e giudizio sono lo stabilito luogo del [suo] trono”. (Salmo 89:14) Come potrebbe mai Geova agire ingiustamente? Se lo facesse minerebbe le medesime fondamenta della sua sovranità.
20 Bisogna tenere presente che Uzza avrebbe dovuto conoscere meglio le cose. L’Arca rappresentava la presenza di Geova. La Legge specificava che non doveva essere toccata da persone non autorizzate e avvertiva esplicitamente che i trasgressori sarebbero stati puniti con la morte. (Numeri 4:18-20; 7:89) Pertanto il trasferimento dell’Arca non doveva essere preso alla leggera. Evidentemente Uzza era un levita (sebbene non un sacerdote), per cui avrebbe dovuto conoscere la Legge. Inoltre anni prima l’Arca era stata portata a casa di suo padre perché la custodisse. (1 Samuele 6:20–7:1) Era rimasta lì per circa 70 anni, finché Davide non decise di spostarla. Perciò è probabile che Uzza conoscesse sin dall’infanzia le leggi relative all’Arca.
21 Come già menzionato, Geova può leggere il cuore. Dato che la sua Parola definisce il gesto di Uzza un “atto irriverente”, è possibile che Geova abbia scorto un motivo egoistico di cui non si fa espressa menzione nel racconto. Uzza era forse un uomo presuntuoso, incline a oltrepassare i limiti? (Proverbi 11:2) Si era forse insuperbito per il fatto che trasportava l’Arca che la sua famiglia aveva avuto in custodia? (Proverbi 8:13) La mancanza di fede lo indusse forse a pensare che la mano di Geova fosse troppo corta per impedire all’Arca, che rappresentava la Sua presenza, di rovesciarsi? Comunque stessero le cose possiamo essere certi che Geova fece la cosa giusta. Con tutta probabilità vide nel cuore di Uzza qualcosa che lo indusse a eseguire un giudizio immediato. — Proverbi 21:2.

(1 CRONACHE 13:11)

“E Davide si adirò perché Geova aveva fatto irruzione in una rottura contro Uzza; e quel luogo fu chiamato Perez-Uzza fino a questo giorno.”

*** w05 1/10 p. 11 par. 2 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
13:11. Quando non riusciamo a raggiungere i nostri obiettivi, anziché arrabbiarci e incolpare Geova dobbiamo analizzare la situazione e cercare di capire la causa del nostro insuccesso. Senz’altro questo è ciò che fece Davide: egli imparò dal suo errore e in seguito portò l’Arca a Gerusalemme nel modo appropriato.

(1 CRONACHE 14:11)

“Davide salì dunque a Baal-Perazim e là li abbatteva. Allora Davide disse: “Il [vero] Dio ha fatto irruzione fra i miei nemici per mano mia come una breccia fatta dalle acque”. Perciò diedero a quel luogo il nome di Baal-Perazim.”

*** w91 1/6 p. 21 par. 2 Continuate ad avvertire dell’insolita opera di Geova ***
1 Cronache 14:8-17

*** w91 1/6 p. 21 par. 1 Continuate ad avvertire dell’insolita opera di Geova ***
Ubbidendo a Geova, Davide inflisse al potente esercito filisteo una clamorosa sconfitta a Baal-Perazim. Ma i filistei non si diedero per vinti. Nel giro di poco tempo ritornarono a saccheggiare e a depredare nel bassopiano di Refaim, e Davide cercò di nuovo la guida di Geova.

*** it-1 p. 655 Davide ***
Quando i filistei seppero che Davide era re di tutto Israele, mossero contro di lui. Come in passato (1Sa 23:2, 4, 10-12; 30:8), Davide interrogò Geova per sapere se doveva attaccarli. “Sali”, fu la risposta, e Geova sbaragliò il nemico con forza irresistibile, tanto che Davide chiamò il luogo Baal-Perazim, che significa “proprietario delle brecce”. Nello scontro successivo la strategia di Geova mutò e Davide ebbe ordine di accerchiare i filistei e colpirli alle spalle. — 2Sa 5:17-25; 1Cr 14:8-17.

*** it-1 p. 746 Epoca di Davide, L’ ***
Baal-Perazim 1Cr 14:8-12

(1 CRONACHE 14:12)

“Di conseguenza lasciarono là i loro dèi. Quindi Davide disse [la parola], e così furono bruciati nel fuoco.”

*** it-1 p. 269 Baal-Perazim ***
In 2 Samuele 5:21 si legge che Davide e i suoi uomini portarono via gli idoli abbandonati dai filistei; invece nel brano parallelo di 1 Cronache 14:12 è descritta l’azione finale: “Quindi Davide disse la parola, e così [gli idoli] furono bruciati nel fuoco”.

(1 CRONACHE 14:15)

“E avvenga che, quando odi il suono della marcia sulle cime delle macchie di baca, allora esci in combattimento, perché il [vero] Dio sarà uscito davanti a te per abbattere l’accampamento dei filistei”.”

*** w91 1/6 p. 21 par. 2 Continuate ad avvertire dell’insolita opera di Geova ***
2 Questa volta gli fu detto di appostarsi con le sue truppe alle spalle dei filistei. Geova disse: “Quando odi il suono di una marcia sulle cime delle macchie di baca, allora agisci con decisione, perché allora Geova sarà uscito davanti a te per abbattere l’accampamento dei filistei”. E questo è ciò che accadde. Davide aspettò finché Geova non produsse il suono della marcia in cima alle macchie di baca, forse per mezzo di un forte vento. Immediatamente, Davide e le sue truppe saltarono fuori dal nascondiglio e attaccarono i confusi filistei, sconfiggendoli con un grande massacro. Gli idoli religiosi che i filistei lasciarono sul campo di battaglia furono radunati e distrutti. — 2 Samuele 5:17-25; 1 Cronache 14:8-17.

*** it-1 p. 277 Baca ***
Alcuni botanici segnalano un tipo di pioppo (Populus euphratica), principalmente per il fatto che le foglie, agitate dalla minima brezza, producono un fruscio. Comunque la Bibbia non specifica come fu prodotto il “suono di una marcia” (se per mezzo delle foglie, dei rami, o di qualche altra parte della pianta) e indica semplicemente che si udiva fra le “cime” delle piante. Poté trattarsi di un fruscio abbastanza forte prodotto da una folata di vento che servì a coprire o anche a simulare il rumore di un esercito in marcia. — 2Sa 5:24; 1Cr 14:15.

(1 CRONACHE 15:20)

“e Zaccaria e Aziel e Semiramot e Iehiel e Unni ed Eliab e Maaseia e Benaia con strumenti a corda intonati su Alamot,”

*** it-1 p. 86 Alamot ***
ALAMOT
(Alamòt) [fanciulle; giovanette].
Termine musicale che probabilmente si riferisce alle voci di soprano delle giovanette o di falsetto dei ragazzi. In 1 Cronache 15:20 si parla di strumenti a corda “intonati su Alamot”, traslitterando il termine. Tuttavia nella soprascritta del Salmo 46 ʽalamòhth viene tradotto “fanciulle”.
In 1 Cronache 15:21, il versetto che segue quello citato sopra, viene traslitterata un’altra espressione musicale, sheminìth, e si parla di “arpe intonate su Seminit”. Nelle soprascritte dei Salmi 6 e 12 questo termine è reso “ottava inferiore”. Anche se i due termini Alamot e Seminit non hanno necessariamente significato opposto, alcuni studiosi ritengono che siano effettivamente contrapposti l’uno all’altro. Il contenuto dei rispettivi salmi sembra pure confermarlo: entrambi i salmi (6 e 12) nella cui soprascritta ricorre sheminìth sono malinconici e quindi avrebbero un accompagnamento di tono più triste, basso; mentre il Salmo 46, nella cui soprascritta ricorre ʽalamòhth, è gioioso, e ragionevolmente avrebbe un accompagnamento o sarebbe cantato con un registro più alto. — Vedi ARPA; MUSICA.

*** it-1 p. 207 Arpa ***
A motivo dell’impossibilità di identificare con certezza il kinnòhr, e specialmente il nèvel (strumento a corda), qualsiasi tentativo di paragonare i due strumenti è ipotetico. In 1 Cronache 15:20, 21 sono menzionati “strumenti a corda [nevalìm (pl.)] intonati su Alamot, . . . arpe [kinnoròhth (pl.)] intonate su Seminit”. Se “Alamot” si riferisce a un registro musicale più alto e “Seminit” a uno di tono più basso, questo potrebbe indicare che il kinnòhr era lo strumento più grande, di tono più basso. Ma potrebbe essere vero anche il contrario (com’è opinione generale) se in realtà Alamot e Seminit sono menzionati qui come particolari modi di accordare questi strumenti. In ogni caso, entrambi gli strumenti erano portatili.

(1 CRONACHE 15:21)

“e Mattitia ed Elifeleu e Micneia e Obed-Edom e Ieiel e Azazia con arpe intonate su Seminit, per fare da direttori;”

*** it-1 p. 86 Alamot ***
In 1 Cronache 15:21, il versetto che segue quello citato sopra, viene traslitterata un’altra espressione musicale, sheminìth, e si parla di “arpe intonate su Seminit”. Nelle soprascritte dei Salmi 6 e 12 questo termine è reso “ottava inferiore”. Anche se i due termini Alamot e Seminit non hanno necessariamente significato opposto, alcuni studiosi ritengono che siano effettivamente contrapposti l’uno all’altro. Il contenuto dei rispettivi salmi sembra pure confermarlo: entrambi i salmi (6 e 12) nella cui soprascritta ricorre sheminìth sono malinconici e quindi avrebbero un accompagnamento di tono più triste, basso; mentre il Salmo 46, nella cui soprascritta ricorre ʽalamòhth, è gioioso, e ragionevolmente avrebbe un accompagnamento o sarebbe cantato con un registro più alto. — Vedi ARPA; MUSICA.

*** it-1 p. 207 Arpa ***
A motivo dell’impossibilità di identificare con certezza il kinnòhr, e specialmente il nèvel (strumento a corda), qualsiasi tentativo di paragonare i due strumenti è ipotetico. In 1 Cronache 15:20, 21 sono menzionati “strumenti a corda [nevalìm (pl.)] intonati su Alamot, . . . arpe [kinnoròhth (pl.)] intonate su Seminit”. Se “Alamot” si riferisce a un registro musicale più alto e “Seminit” a uno di tono più basso, questo potrebbe indicare che il kinnòhr era lo strumento più grande, di tono più basso. Ma potrebbe essere vero anche il contrario (com’è opinione generale) se in realtà Alamot e Seminit sono menzionati qui come particolari modi di accordare questi strumenti. In ogni caso, entrambi gli strumenti erano portatili.

*** it-2 p. 933 Seminit ***
SEMINIT
(Seminìt).
Anche se il significato letterale di questo termine è “l’ottava”, non si sa con sicurezza a che cosa si riferisca. Potrebbe riferirsi a un particolare registro musicale basso e, se ha relazione con qualche strumento musicale, probabilmente a qualche strumento usato per suonare i toni bassi della scala musicale.
In 1 Cronache 15:21 sono menzionate arpe “intonate su Seminit [“forse si riferisce all’ottava nota o a un’ottava bassa”, NM, nt.; “un’ottava più bassa”, NVB, nt.]”. Similmente la soprascritta dei Salmi 6 e 12 (che hanno entrambi carattere malinconico) dice: “Al direttore su strumenti a corda sull’ottava inferiore [sheminìth]”. Questo potrebbe indicare che dovevano essere accompagnati da musica di tonalità bassa e cantati nello stesso modo. — Vedi ALAMOT.

2 NOV. LETTURA DELLA BIBBIA: 1 CRONACHE 16-20


(1 CRONACHE 16:15)

“Ricordate il suo patto fino a tempo indefinito, La parola che comandò, per mille generazioni,”

*** it-1 p. 1016 Generazione ***
Tuttavia le espressioni “innumerevoli generazioni” e “mille generazioni” si riferiscono a qualcosa che rimane a tempo indefinito. (1Cr 16:15; Isa 51:8)

(1 CRONACHE 16:30)

“Siate in penosi dolori a motivo di lui, [genti di] tutta la terra! Anche il paese produttivo è fermamente stabilito: Non sarà mai fatto vacillare.”

*** w05 1/10 p. 10 par. 7 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
16:30: Cosa si intende quando si parla di “penosi dolori” a motivo di Geova? Il termine “dolori” viene usato qui in senso simbolico per indicare timore reverenziale di Geova e grande rispetto per lui.

(1 CRONACHE 16:31)

“Si rallegrino i cieli, e gioisca la terra, E dicano fra le nazioni: ‘Geova stesso è divenuto re!’”

*** it-2 p. 728 Regno di Dio ***
Mentre l’arca del patto, che simboleggiava la presenza di Geova, veniva portata nella capitale, Gerusalemme, Davide cantava: “Si rallegrino i cieli, e gioisca la terra, e dicano fra le nazioni: ‘Geova stesso è divenuto re!’” (1Cr 16:1, 7, 23-31) Questo illustra il fatto che, sebbene la sovranità di Geova risalga all’inizio della creazione, egli può esprimerla in modi particolari o servirsi di certi strumenti che lo rappresentino, giustificando così l’affermazione secondo cui ‘Geova diventa re’ in un determinato momento o in una determinata occasione.

(1 CRONACHE 16:33)

“Nello stesso tempo gli alberi della foresta prorompano [in grida] di gioia a motivo di Geova, Poiché è venuto a giudicare la terra.”

*** g87 22/6 p. 10 Le foreste si rallegreranno! ***
Sotto il dominio divino, l’umanità ubbidiente sarà debitamente ammaestrata sul modo di prevenire l’inquinamento atmosferico e i problemi da esso causati, come il Waldsterben. Immaginate come si rallegrerà la terra, simbolicamente parlando, quando l’equilibrio della natura sarà stato ristabilito con effetti positivi sul clima, sull’agricoltura e sulla salute. “Gioisca la terra, e [dica] fra le nazioni: ‘Geova stesso è divenuto re!’ . . . Nello stesso tempo gli alberi della foresta prorompano in grida di gioia”. (1 Cronache 16:31-33) Riportati a una condizione di bellezza e benessere senza precedenti, “gli alberi della foresta” avranno davvero ogni ragione per ‘prorompere in grida di gioia’.

(1 CRONACHE 16:34)

“Rendete grazie a Geova, poiché egli è buono, Poiché la sua amorevole benignità è a tempo indefinito.”

*** w02 15/1 p. 11 par. 6 Geova, il massimo Esempio di bontà ***
Dopo che Davide aveva fatto portare l’Arca a Gerusalemme, la capitale d’Israele, i leviti cantarono un cantico contenente questa espressione: “Rendete grazie a Geova, poiché egli è buono, poiché la sua amorevole benignità è a tempo indefinito”. (1 Cronache 16:34, 37-41) Come dev’essere stato piacevole sentire queste parole dalle labbra dei cantori leviti!

(1 CRONACHE 17:12)

“Egli è colui che mi edificherà una casa, e io di sicuro stabilirò fermamente il suo trono a tempo indefinito.”

*** wi pp. 12-13 par. 9 Qual è il proposito di Dio per l’umanità? ***
9 Il primo governante della linea di Giuda, il re Davide, ricevette da Dio questa promessa: ‘La tua casa e il tuo trono saranno saldi per sempre!’ (2 Samuele 7:16) Dio promise ulteriormente: “Io farò sorgere uno della tua stirpe [seme, JP] e consoliderò il suo regno; egli mi edificherà una casa ed Io renderò per sempre stabile il suo trono”. (1 Cronache 17:11, 12) Il re Salomone, figlio di Davide nonché suo successore, edificò veramente la casa, o tempio, di Geova ma ovviamente non regnò in eterno. Tuttavia, uno del seme di Davide sarebbe stato il “Silo”, o Messia, profetizzato in Genesi 49:10. (JP) Parlando di lui in modo profetico, il re Davide scrisse: “Il giusto fiorirà ai suoi giorni e molta sarà la pace, fino a che non ci sarà più la luna. Il re dominerà da un mare all’altro e dall’Eufrate fino all’estremità del paese”. — Salmo 72:7, 8.

(1 CRONACHE 17:16)

“Dopo ciò il re Davide entrò e si sedette dinanzi a Geova e disse: “Chi sono io, o Geova Dio, e che cos’è la mia casa, che mi hai portato fin qui?”

*** it-1 p. 243 Atteggiamenti e gesti ***
Seduti e prostrati. Un’altra posizione assunta nella preghiera era quella del supplicante che evidentemente s’inginocchiava e poi si sedeva sui talloni. (1Cr 17:16) In questa posizione poteva chinare la testa sul petto. Oppure, come fece Elia, poteva rannicchiarsi per terra e mettere il viso fra le ginocchia. (1Re 18:42)

(1 CRONACHE 18:1)

“E in seguito avvenne che Davide abbatteva i filistei e li sottometteva e prendeva Gat e le sue borgate dipendenti dalla mano dei filistei.”

*** it-1 p. 374 Borgate dipendenti ***
BORGATE DIPENDENTI
Piccoli villaggi nelle vicinanze di un villaggio più grande o di una città. La capitale o la città principale di una regione era la metropoli, o città “madre”, come in 1 Cronache 18:1: “Gat e le sue borgate dipendenti” (lett. “Gat e le sue figlie”).

*** it-1 p. 746 Epoca di Davide, L’ ***
Gat 1Cr 18:1; 20:5-8

(1 CRONACHE 18:3)

“E Davide abbatteva Adadezer re di Zoba ad Amat, mentre egli se ne andava a stabilire il suo controllo presso il fiume Eufrate.”

*** w05 1/10 p. 11 par. 5 Punti notevoli del libro di Primo Cronache ***
18:3. Geova adempie le promesse. Per mezzo di Davide adempì la promessa di dare al seme di Abraamo l’intero paese di Canaan, che si estendeva “dal fiume d’Egitto al gran fiume, il fiume Eufrate”. — Genesi 15:18; 1 Cronache 13:5.

*** si p. 77 par. 16 Libro biblico numero 13: 1 Cronache ***
16 Conquiste di Davide (18:1–21:17). Per mezzo di Davide, Geova adempie ora la Sua promessa di dare al seme di Abraamo l’intera Terra Promessa. (18:3)

*** it-1 p. 59 Adadezer ***
ADADEZER
(Adadèzer) [Adad è un aiuto].
Figlio di Reob e re di Zoba, regno siro (arameo) situato, si pensa, a N di Damasco (2Sa 8:3, 5; 1Re 11:23; 1Cr 18:3, 5), che aveva diversi vassalli. (2Sa 10:19) Prima di essere sconfitto dal re Davide, Adadezer aveva combattuto contro Toi (Tou) re di Amat. — 2Sa 8:9, 10; 1Cr 18:9, 10.
Dopo che i siri assoldati dagli ammoniti per combattere contro Davide erano stati sconfitti, Adadezer rafforzò il suo esercito arruolando altri siri della regione dell’Eufrate. (2Sa 10:6, 15, 16; 1Cr 19:16) A questo allude forse 2 Samuele 8:3 (cfr. 1Cr 18:3), dove sembra si faccia riferimento al fatto che Adadezer cercava di riprendere il controllo presso l’Eufrate. In proposito il Commentary di F. C. Cook osserva che il termine ebraico significa letteralmente “far tornare la sua mano” e prosegue: “L’esatto significato della metafora deve . . . essere determinato dal contesto. Se, com’è assai probabile, questo versetto si riferisce alle circostanze più dettagliate [di 2Sa 10:15-19], qui il senso della frase sarà quando egli (Adadezer) andò a rinnovare il suo attacco (contro Israele), o a rinnovare le sue forze contro Israele, presso il fiume Eufrate”.

*** it-1 p. 172 Aram ***
Aram-Zoba era un altro regno arameo ricordato per l’ostilità verso il dominio di Saul (1117-1078 a.E.V.). (1Sa 14:47) Sembra che si trovasse a N di Damasco e avesse esteso il suo dominio a N fino ad Amat e a E fino all’Eufrate. Nel combattere i nemici di Israele, Davide venne in conflitto con Adadezer, potente re di Aram-Zoba, e lo sconfisse. (2Sa 8:3, 4; 1Cr 18:3; cfr. Sl 60:sopr).

(1 CRONACHE 18:4)

“Inoltre, Davide gli catturò mille carri e settemila cavalieri e ventimila uomini a piedi. Quindi Davide tagliò i garretti a tutti i cavalli dei carri, ma lasciò rimanere d’essi cento cavalli dei carri.”

*** it-1 p. 59 Adadezer ***
Davide catturò anche molti cavalli, cavalieri, carri e soldati di Adadezer. Le varianti al riguardo in 2 Samuele 8:4 e in 1 Cronache 18:4 possono essere dovute a un errore di copiatura. Nella Settanta greca entrambi i brani indicano che furono catturati 1.000 carri e 7.000 cavalieri, e quindi quella di 1 Cronache 18:4 è probabilmente la lezione originale.

*** it-1 p. 451 Cavallo ***
Davide re d’Israele ricordò che Geova aveva proibito di moltiplicare i cavalli. Con la sua vittoria su Adadezer re di Zoba, Davide avrebbe potuto aumentare di molto il numero dei cavalli del suo esercito, ma invece tenne solo quelli necessari ai suoi scopi immediati e ordinò che agli altri si tagliassero i garretti. — 2Sa 8:3, 4; 1Cr 18:3, 4; cfr. Gsè 11:6, 9; vedi GARRETTO.

*** it-1 pp. 993-994 Garretto ***
Durante alcune operazioni belliche gli israeliti tagliarono i garretti ai cavalli del nemico, e una volta Giosuè ricevette espressamente da Geova l’ordine di far questo. (Gsè 11:6, 9; 2Sa 8:3, 4; 1Cr 18:3, 4) Era il metodo più semplice per mettere fuori combattimento i cavalli che, dopo essere stati così mutilati, venivano senza dubbio uccisi ed eliminati insieme ai carri da guerra. Non appropriandosi dei cavalli del nemico per usarli in combattimento, gli israeliti avrebbero evitato di cadere nel laccio di confidare nei cavalli anziché nella protezione di Geova. — Cfr. De 17:16; Isa 31:1, 3.

(1 CRONACHE 18:7)

“Per di più, Davide prese gli scudi circolari d’oro che si trovarono sui servitori di Adadezer e li portò a Gerusalemme.”

*** it-1 p. 59 Adadezer ***
Davide prese inoltre molto rame a Beta (a quanto pare chiamata anche Tibat) e a Berotai (che forse corrisponde a Cun), due città del regno di Adadezer, e portò a Gerusalemme gli scudi d’oro che appartenevano ai servitori di Adadezer, probabilmente i re vassalli. (2Sa 8:7, 8; 1Cr 18:7, 8; cfr. 2Sa 10:19).

(1 CRONACHE 18:8)

“E da Tibat e Cun, città di Adadezer, Davide prese moltissimo rame. Con esso Salomone fece il mare di rame e le colonne e gli utensili di rame.”

*** it-1 p. 338 Berota ***
BEROTA
(Beròta), Berotai (Berotài) [pozzi].
Nella visione di Ezechiele riguardante l’eredità territoriale di Israele, viene menzionato che Berota si trovava al confine N nella zona compresa fra Amat e Damasco. (Ez 47:16) Sembra corrispondere alla Berotai di 2 Samuele 8:8, città appartenente ad Adadezer re di Zoba, da cui Davide portò via “rame in grandissima quantità”. Nella descrizione parallela di 1 Cronache 18:8 compare invece il nome Cun. Berota (o Berotai) viene generalmente identificata con l’odierna Britel (Bereitan), circa 10 km a SO di Baalbek nella valle nota come la Beqaʽ, fra i monti del Libano e dell’Antilibano.

*** it-1 p. 345 Beta ***
BETA
Città menzionata insieme a Berotai a proposito della sconfitta inflitta da Davide ad Adadezer, re di Zoba. (2Sa 8:8) Non se ne conosce l’ubicazione, per quanto si ritenga che il regno arameo di Zoba si trovasse a N di Damasco. Nella descrizione parallela di questa vittoria di Davide, 1 Cronache 18:8 parla di “Tibat”, e alcuni lessicografi ritengono che questa sia la lezione più corretta. La Pescitta siriaca ha “Teba” invece di “Beta” in 2 Samuele 8:8. Va notato che con la semplice trasposizione di due consonanti ebraiche Beta diventa Teba. Poiché Beta (o Tibat) era una città aramea, alcuni studiosi la collegano con Teba, figlio di Nahor. — Ge 22:24; vedi TIBAT.

(1 CRONACHE 18:12)

“In quanto ad Abisai figlio di Zeruia, abbatté gli edomiti nella Valle del Sale, diciottomila.”

*** it-1 p. 774 Edom ***
In 1 Cronache 18:12 e nella soprascritta del Salmo 60, la vittoria sugli edomiti è attribuita rispettivamente ad Abisai e a Gioab. Poiché Davide era il comandante in capo, Gioab il suo principale generale e Abisai un comandante di divisione alle dipendenze di Gioab, si comprende come i resoconti potevano attribuire la vittoria all’uno o all’altro a seconda dei punti di vista, come avviene anche nei nostri giorni. Allo stesso modo la differenza nelle cifre riportate in questi versetti è probabilmente dovuta al particolare punto di vista da cui il narratore considerava le diverse fasi o campagne della guerra. (Cfr. 1Re 11:15, 16).

(1 CRONACHE 18:16)

“E Zadoc figlio di Ahitub e Ahimelec figlio di Abiatar erano sacerdoti, e Savsa era segretario.”

*** it-1 p. 30 Abimelec ***
5. Il testo masoretico, come pure diverse traduzioni italiane, hanno “Abimelec” in 1 Cronache 18:16. La Settanta greca, la Vulgata latina, la Pescitta siriaca e 12 manoscritti ebraici hanno “Ahimelec”, in armonia con 2 Samuele 8:17.

(1 CRONACHE 19:4)

“Anun prese dunque i servitori di Davide e li rase e tagliò le loro vesti a metà fino alle natiche e li mandò via.”

*** it-1 p. 290 Barba ***
quando Anun re di Ammon insultò gravemente gli ambasciatori di Davide tagliando loro metà della barba, Davide fu comprensivo e disse ai suoi uomini di restare a Gerico finché la loro barba fosse ricresciuta abbondante. Gli ammoniti, sapendo che questo era un grave insulto e che erano diventati un fetore per Davide, si prepararono per la guerra. — 2Sa 10:4-6; 1Cr 19:1-6.

(1 CRONACHE 19:5)

“Più tardi delle persone vennero a riferire a Davide intorno agli uomini; ed egli subito mandò loro incontro, perché erano divenuti uomini molto umiliati; e il re diceva: “Dimorate a Gerico finché le vostre barbe non siano cresciute abbondantemente. Quindi dovete tornare”.”

*** it-1 p. 290 Barba ***
quando Anun re di Ammon insultò gravemente gli ambasciatori di Davide tagliando loro metà della barba, Davide fu comprensivo e disse ai suoi uomini di restare a Gerico finché la loro barba fosse ricresciuta abbondante. Gli ammoniti, sapendo che questo era un grave insulto e che erano diventati un fetore per Davide, si prepararono per la guerra. — 2Sa 10:4-6; 1Cr 19:1-6.

(1 CRONACHE 19:6)

“A suo tempo i figli di Ammon videro che erano divenuti un fetore per Davide, e Anun e i figli di Ammon mandavano mille talenti d’argento per assoldarsi carri e cavalieri dalla Mesopotamia e da Aram-Maaca e da Zoba.”

*** it-1 p. 172 Aram ***
Aram-Maaca compare insieme a Zoba, Reob e Istob fra i regni aramei da cui gli ammoniti assoldarono cavalieri e carri per far guerra a Davide. Il re di Aram-Maaca si unì a queste forze mercenarie, che l’esercito di Davide mise subito in fuga. (1Cr 19:6-15; 2Sa 10:6-14) Il regno di Maaca probabilmente si trovava a E del Giordano e aveva a N il monte Ermon. — Gsè 12:5; 13:11.

*** it-2 p. 267 Mesopotamia ***
Probabilmente il re ammonita Anun assoldò carri e cavalieri della Mesopotamia settentrionale per combattere contro il re Davide. — 1Cr 19:6, 7.

(1 CRONACHE 19:9)

“E i figli di Ammon uscivano e si schieravano in formazione di battaglia all’ingresso della città, e i re che erano venuti se ne stavano da parte nella campagna.”

*** it-2 p. 693 Rabba ***
Conquistata da Davide. La città è menzionata di nuovo a proposito della guerra scoppiata a motivo dell’offesa arrecata ai messaggeri di Davide da Anun re di Ammon. (2Sa 10:1-19; 1Cr 19:1-19) Gioab e le sue truppe combatterono contro i siri assoldati dagli ammoniti, mentre gli israeliti comandati da Abisai salirono contro gli ammoniti “all’ingresso della città”, evidentemente Rabba. (1Cr 19:9)

(1 CRONACHE 19:16)

“Quando i siri videro che erano stati sconfitti davanti a Israele, mandavano messaggeri e facevano uscire i siri che erano nella regione del Fiume, con Sofac capo dell’esercito di Adadezer davanti a loro.”

*** it-1 p. 59 Adadezer ***
Dopo che i siri assoldati dagli ammoniti per combattere contro Davide erano stati sconfitti, Adadezer rafforzò il suo esercito arruolando altri siri della regione dell’Eufrate. (2Sa 10:6, 15, 16; 1Cr 19:16) A questo allude forse 2 Samuele 8:3 (cfr. 1Cr 18:3), dove sembra si faccia riferimento al fatto che Adadezer cercava di riprendere il controllo presso l’Eufrate. In proposito il Commentary di F. C. Cook osserva che il termine ebraico significa letteralmente “far tornare la sua mano” e prosegue: “L’esatto significato della metafora deve . . . essere determinato dal contesto. Se, com’è assai probabile, questo versetto si riferisce alle circostanze più dettagliate [di 2Sa 10:15-19], qui il senso della frase sarà quando egli (Adadezer) andò a rinnovare il suo attacco (contro Israele), o a rinnovare le sue forze contro Israele, presso il fiume Eufrate”.

(1 CRONACHE 19:18)

“Ma i siri si diedero alla fuga a causa d’Israele; e Davide uccideva dei siri settemila guidatori di carri e quarantamila uomini a piedi, e mise a morte lo stesso Sofac capo dell’esercito.”

*** it-1 p. 59 Adadezer ***
A Helam l’esercito di Adadezer al comando di Sobac (Sofac) affrontò quello di Davide e fu sconfitto. Immediatamente i vassalli di Adadezer fecero la pace con Israele. (2Sa 10:17-19; 1Cr 19:17-19) Nel conflitto furono uccisi 40.000 cavalieri siri. Forse per trovare scampo su terreno impervio, questi cavalieri erano scesi da cavallo e poi erano stati uccisi mentre erano appiedati. Ciò potrebbe spiegare perché sono chiamati “cavalieri” in 2 Samuele 10:18 e “uomini a piedi” in 1 Cronache 19:18. La differenza nel numero dei guidatori di carri siri uccisi in battaglia di solito è attribuita a un errore di copiatura, e la cifra inferiore, 700 guidatori di carri, è considerata quella corretta.

(1 CRONACHE 20:1)

“E avvenne al tempo del volgere dell’anno, nel tempo in cui i re fanno sortite, che Gioab conduceva le forze da combattimento dell’esercito e riduceva in rovina il paese dei figli di Ammon e andava ad assediare Rabba, mentre Davide dimorava a Gerusalemme; e Gioab colpiva Rabba e l’abbatteva.”

*** it-1 p. 115 Ammoniti ***
La primavera seguente Rabba, capitale di Ammon, fu assediata dalle forze di Davide. Durante un disperato attacco degli ammoniti assediati morì Uria l’ittita. (2Sa 11:1, 17, 24, 26, 27; vedi RABBA n. 1). È difficile determinare la durata dell’assedio. La nascita del figlio adulterino di Betsabea e la successiva nascita di Salomone potrebbero rientrare cronologicamente nel periodo dell’assedio o potrebbero semplicemente essere menzionate per completare la storia di Betsabea, anche se è possibile che una o entrambe le nascite siano avvenute dopo l’assedio. Il brano di 1 Cronache 20:1, 2 non sembra indicare un periodo prolungato, ma non sarebbe stato insolito se l’assedio si fosse protratto fino all’anno dopo. Alla fine Davide portò a termine la conquista della capitale ammonita. — 2Sa 12:26-29.

(1 CRONACHE 20:2)

“Ma Davide prese la corona di Malcam dal suo capo, e trovò che il peso era di un talento d’oro, e in essa c’erano pietre preziose; e fu sulla testa di Davide. E le spoglie della città che portò via erano moltissime.”

*** it-1 p. 115 Ammoniti ***
Il brano di 1 Cronache 20:1, 2 non sembra indicare un periodo prolungato, ma non sarebbe stato insolito se l’assedio si fosse protratto fino all’anno dopo. Alla fine Davide portò a termine la conquista della capitale ammonita. — 2Sa 12:26-29.
“La corona di Malcam”, menzionata nella descrizione della conquista di Rabba, era evidentemente una corona posta sul capo dell’idolo del dio ammonita, altrove chiamato Molec o Milcom. Anche se la Versione Riveduta in questo caso traduce il termine ebraico Malkàm “loro re”, non appare logico che si trattasse di un re umano, in quanto la corona pesava “un talento d’oro” (ca. 34 kg). Inoltre sembra probabile che la corona sia stata posta sulla testa di Davide solo per un momento, forse in segno di vittoria su questo falso dio. — 2Sa 12:30.

*** it-1 p. 575 Corona ***
La corona (ʽataràh) che Davide prese come trofeo di guerra dagli ammoniti a Rabba ornava in origine la testa dell’idolo Malcam. Non è detto che forma avesse questa corona, ma “il peso era di un talento d’oro [ca. 34 kg], e in essa c’erano pietre preziose”. “Fu sulla testa di Davide”, forse nel senso che si mise questa pesante corona sulla testa solo momentaneamente, a indicare il suo trionfo sul falso dio. — 1Cr 20:2; vedi MOLEC.

*** it-2 pp. 308-309 Molec ***
In genere si conviene che il Malcam di 2 Samuele 12:30 e 1 Cronache 20:2 fosse l’immagine idolatrica del dio ammonita Milcom o Molec, anche se il termine ebraico potrebbe essere reso “loro re”. (Cfr. VR; ATE e nota in calce). Un po’ prima nella Bibbia il re ammonita viene menzionato con il suo nome, Anun (2Sa 10:1-4); è dunque ragionevole concludere che se si fosse trattato del re anziché dell’idolo, nel testo sarebbe stato usato il nome Anun e non Malcam. Inoltre non è verosimile che un re portasse una corona del peso di 34 kg circa. Per la stessa ragione è stata avanzata l’ipotesi che Davide si sia messo sulla testa la corona di Malcam solo temporaneamente, forse in segno di vittoria sul falso dio. Secondo la lezione del Targum, che è stata adottata da numerosi traduttori, la corona aveva un’unica pietra preziosa. Ciò ha dato origine all’idea che sulla testa di Davide sia stata posta la pietra preziosa e non la corona stessa.

(1 CRONACHE 20:3)

“E fece uscire il popolo che era in essa, e lo tenne occupato a segar pietre e ad affilati strumenti di ferro e a scuri; e Davide faceva così a tutte le città dei figli di Ammon. Infine Davide e tutto il popolo tornarono a Gerusalemme.”

*** w05 15/2 p. 27 Domande dai lettori ***
Domande dai lettori
Davide, uomo secondo il cuore di Dio, trattò i suoi prigionieri barbaramente, come concludono alcuni leggendo 2 Samuele 12:31 e 1 Cronache 20:3?
No. Davide si limitò a condannare i prigionieri ammoniti ai lavori forzati. L’operato di Davide è stato frainteso a causa di come certe traduzioni bibliche hanno reso questi versetti.
Descrivendo il trattamento riservato agli ammoniti, queste traduzioni bibliche presentano Davide come un personaggio brutale e crudele. Per esempio, nella Versione Riveduta, 2 Samuele 12:31 dice: “Fece uscire gli abitanti ch’erano nella città, e mise i loro corpi sotto delle seghe, degli erpici di ferro e delle scuri di ferro, e li fe’ gettare in fornaci da mattoni; e così fece a tutte le città de’ figliuoli di Ammon”. Il versetto di 1 Cronache 20:3 viene reso in modo simile.
Comunque, come fa notare il biblista Samuel Rolles Driver, la crudeltà “è estranea a tutto ciò che conosciamo del carattere e del temperamento di Davide”. Pertanto, un commento riportato in una traduzione biblica dichiara: “Davide organizza fra i prigionieri squadre di lavoratori per lo sfruttamento economico dei territori conquistati, evidentemente una pratica comune per un re vittorioso”. (The Anchor Bible) Con toni simili, Adam Clarke commenta: “Il significato, perciò, è che Davide assoggettò il popolo e lo impiegò per tagliare, per fare erpici di ferro o in attività minerarie, . . . per spaccare la legna e per fare mattoni. Azioni come segare a pezzi, mutilare, trinciare e prendere a colpi di scure esseri umani non hanno niente a che vedere né con questo testo né con il comportamento di Davide verso gli ammoniti”.
Rispecchiando questa comprensione più precisa, varie traduzioni moderne rendono chiaro che Davide non può essere accusato di trattamento disumano. Si noti come vengono resi i versetti in questione nella Nuova Riveduta (1995): “Fece uscire gli abitanti che erano nella città, li fece lavorare con seghe di ferro e scuri di ferro, e li mise a fabbricare mattoni. Così fece a tutte le città dei figli di Ammon”. (2 Samuele 12:31) “Fece uscire gli abitanti che erano nella città, e li fece lavorare con seghe, erpici di ferro e scuri. Così fece Davide a tutte le città dei figli di Ammon”. (1 Cronache 20:3) Anche il modo in cui questi versetti sono resi nella Traduzione del Nuovo Mondo è in linea con gli studi più recenti: “Fece uscire il popolo che era in essa per metterlo a segar pietre e ad affilati strumenti di ferro e a scuri di ferro, e lo fece servire nella fabbricazione di mattoni”. (2 Samuele 12:31) “Fece uscire il popolo che era in essa, e lo tenne occupato a segar pietre e ad affilati strumenti di ferro e a scuri; e Davide faceva così a tutte le città dei figli di Ammon”. — 1 Cronache 20:3.
Davide non sottopose gli ammoniti sconfitti a barbare torture, né li massacrò brutalmente. Non imitò le sadiche e raccapriccianti consuetudini di guerra comuni ai suoi giorni.
[Nota in calce]
Cambiando una lettera, il testo ebraico può dire “li mise alla sega” o “li tagliò (segò) a pezzi”. Inoltre la parola per “fornace da mattoni” può anche significare “stampo per mattoni”. Uno stampo del genere è troppo piccolo perché qualcuno vi possa essere gettato dentro.

*** it-2 p. 919 Sega ***
Davide mise i prigionieri ammoniti a segare pietre. (2Sa 12:29-31) Secondo il testo masoretico di 1 Cronache 20:3 fra i loro arnesi c’erano “scuri” o, letteralmente, “seghe di pietra”. Sembra che in certi casi per tagliare la pietra si usassero seghe munite di lama di rame con denti di pietra. Ma a quanto pare sotto la parte tagliente di una sega con lama di rame o di bronzo si metteva a volte un abrasivo, come polvere di smeriglio, per rendere più facile tagliare la pietra.

(1 CRONACHE 20:5)

“E ci fu di nuovo guerra con i filistei; ed Elanan figlio di Iair abbatteva Lami fratello di Golia il gattita, l’asta della cui lancia era come il subbio dei lavoratori al telaio.”

*** it-1 p. 800 Elanan ***
1. Figlio di Iair che, in una guerra contro i filistei, abbatté Lami fratello di Golia il gattita. (1Cr 20:5) In 2 Samuele 21:19 Elanan è chiamato “figlio di Iaare-Oreghim il betleemita” e viene detto che uccise Golia. Molti studiosi però pensano che la lezione originale di 2 Samuele 21:19 corrispondesse a 1 Cronache 20:5 e che le differenze attuali siano dovute a qualche errore di copiatura. — Vedi IAARE-OREGHIM; LAMI.

*** it-1 p. 1184 Golia ***
Un brano che è stato fonte di qualche difficoltà è quello di 2 Samuele 21:19, dove si legge: “Elanan figlio di Iaare-Oreghim il betleemita abbatteva Golia il gattita, l’asta della cui lancia era come il subbio dei lavoratori al telaio”. L’analoga descrizione in 1 Cronache 20:5 dice: “Elanan figlio di Iair abbatteva Lami fratello di Golia il gattita, l’asta della cui lancia era come il subbio dei lavoratori al telaio”.
Diverse ipotesi sono state avanzate per risolvere il problema. Il Targum conserva una tradizione secondo la quale Elanan va identificato con Davide. Un’opera di consultazione (Soncino Books of the Bible, a cura di A. Cohen, Londra, 1951, 1952) afferma che non è difficile presumere che ci fossero due Golia, e osserva inoltre che Golia poteva essere un titolo descrittivo come “Faraone”, “Rabsache”, “Sultano”. Il fatto che un versetto menzioni “Iaare-Oreghim” e l’altro “Iair”, e che solo in 2 Samuele ci sia il termine “betleemita [ebr. behth hallachmì]”, mentre in Cronache compare solo “Lami [ʼeth-Lachmì]”, è attribuito dalla maggioranza dei commentatori a un errore di copiatura. — Vedi IAARE-OREGHIM; LAMI.

*** it-1 p. 1226 Iaare-Oreghim ***
IAARE-OREGHIM
(Iaàre-Oreghìm).
Nome che compare solo in 2 Samuele 21:19. È opinione comune che si tratti dell’errore di un copista e che la lezione esatta sia quella del brano parallelo di 1 Cronache 20:5. Si pensa che “Iaare” sia un’alterazione di “Iair” e che “Oreghim” (ʼoreghìm, “tessitori” o “lavoratori al telaio”) sia stato inavvertitamente copiato da un rigo sottostante del medesimo versetto.

*** it-2 p. 90 Lami ***
LAMI
[mio pane].
Fratello di Golia il gattita. In 1 Cronache 20:5 si legge che durante una guerra con i filistei “Elanan figlio di Iair abbatteva Lami fratello di Golia il gattita”. Mentre nel brano parallelo di 2 Samuele 21:19 si legge: “Elanan figlio di Iaare-Oreghim il betleemita abbatteva Golia il gattita”. In quest’ultimo brano sembra che ʼeth-lachmì (in italiano “Lami”, poiché l’ebraico ʼeth indica semplicemente che Lami è complemento oggetto) sia stato confuso da un copista con behth hallachmì (betleemita). Quindi probabilmente l’originale era “abbatteva Lami”, come nel brano parallelo di 1 Cronache 20:5. Perciò i due versetti concorderebbero su questo punto. Lami era dunque fratello del Golia ucciso da Davide. D’altra parte è possibile che ci fossero due Golia. — Vedi GOLIA.

(1 CRONACHE 20:8)

“Questi furono quelli che erano nati ai refaim a Gat; e caddero per mano di Davide e per mano dei suoi servitori.”

*** it-1 p. 746 Epoca di Davide, L’ ***
Gat 1Cr 18:1; 20:5-8

9 NOV. LETTURA DELLA BIBBIA: 1 CRONACHE 21-25


(1 CRONACHE 21:1)

“E Satana si levava contro Israele e incitava Davide a contare Israele.”

*** w92 15/7 p. 5 La Bibbia si contraddice? ***
▪ Chi spinse Davide a fare un censimento degli israeliti?
In 2 Samuele 24:1 si legge: “L’ira di Geova si accese di nuovo contro Israele, quando uno incitò Davide [o, “quando Davide fu incitato”, nota in calce] contro di loro, dicendo: ‘Va, fa il conto di Israele e di Giuda’”. Ma non fu Geova a indurre il re Davide a peccare, perché 1 Cronache 21:1 dice: “Satana [o, “uno che fa resistenza”, nota in calce] si levava contro Israele e incitava Davide a contare Israele”. Dio disapprovò gli israeliti e quindi lasciò che Satana il Diavolo li facesse peccare in questo modo. Per questa ragione 2 Samuele 24:1 sembra indicare che fu Dio stesso a farlo. Fatto interessante, la traduzione di Joseph B. Rotherham dice: “L’ira di Yahweh divampò contro Israele, così che egli permise che Davide fosse spinto contro di loro, dicendo: Va, conta Israele e Giuda”.

*** it-2 pp. 720-721 Registrazione ***
Calamitoso censimento di Davide. La Bibbia parla anche di un censimento, fatto verso la fine del regno di Davide, che provocò una calamità. In 2 Samuele 24:1 si legge: “E l’ira di Geova si accese di nuovo contro Israele, quando uno incitò Davide contro di loro, dicendo: ‘Va, fa il conto di Israele e di Giuda’”. Qui l’“uno” che incitò Davide non è identificato. Fu un consigliere umano? Fu Satana? O fu addirittura Dio? Il passo di 1 Cronache 21:1 aiuta a trovare la risposta: “Satana si levava contro Israele e incitava Davide a contare Israele”. La versione della Traduzione del Nuovo Mondo concorda col testo ebraico e con traduzioni in greco, siriaco e latino, nonché con altre traduzioni bibliche. — ATE, CEI, Con, VR.
Comunque, come indica la nota a 1 Cronache 21:1, la parola ebraica satàn si può anche tradurre “uno che fa resistenza”. Byington la rende “un Satana”; Young traduce: “un avversario”. È quindi possibile che l’“uno” che spinse Davide a prendere quella decisione calamitosa fosse un cattivo consigliere umano.
Fatto interessante, una nota a 2 Samuele 24:1 (NM) spiega che il passo potrebbe tradursi: “E l’ira di Geova si accese di nuovo contro Israele, quando egli incitò Davide contro di loro”. C’è anche chi traduce il versetto in questo modo: “L’ira di Jahve si accese ancora una volta contro Israele, e incitò David contro di esso dicendo: ‘Va’ a fare il censimento di Israele e di Giuda’”. (NVB) Perciò alcuni commentatori ritengono che colui che incitò Davide a fare il censimento fosse Geova. Secondo questa ipotesi la sua ‘ira contro Israele’ precedette il censimento e fu dovuta alla recente ribellione contro Geova e il re da lui costituito, Davide, da parte degli israeliti che avevano seguito prima l’ambizioso Absalom e poi Seba, un buono a nulla figlio di Bicri, oppositori di Davide. (2Sa 15:10-12; 20:1, 2) Questo potrebbe conciliarsi con l’idea che fu Geova a incitare Davide se si considera l’incitamento come qualcosa che Geova di proposito consentì, per esempio rimuovendo la sua mano protettiva o restrittiva. — Cfr. 1Re 22:21-23; 1Sa 16:14; vedi PRESCIENZA, PREORDINAZIONE (Singoli individui).
È possibile che Davide, da parte sua, fosse spinto da un motivo errato dovuto all’orgoglio e alla fiducia nella consistenza numerica del suo esercito, e mancasse così di confidare completamente in Geova. Ad ogni modo è chiaro che in questo caso la principale preoccupazione di Davide non fu quella di glorificare Dio.

(1 CRONACHE 21:2)

“Davide disse dunque a Gioab e ai capi del popolo: “Andate, fate il conto di Israele da Beer-Seba a Dan e portatemelo affinché io ne conosca il numero”.”

*** it-1 p. 307 Beer-Seba ***
Beer-Seba rappresentava il punto più meridionale della Terra Promessa, e come tale ricorreva nell’espressione proverbiale “da Dan fino a Beer-Seba” (Gdc 20:1), o viceversa, “da Beer-Seba a Dan”. (1Cr 21:2; 2Cr 30:5) Dopo la divisione della nazione in due regni, Beer-Seba continuò a indicare l’estremità S del regno di Giuda nelle espressioni “da Gheba fino a Beer-Seba” (2Re 23:8) e “da Beer-Seba alla regione montagnosa di Efraim” (dove iniziava il regno settentrionale d’Israele). (2Cr 19:4) Dopo l’esilio l’espressione fu usata in senso ancor più limitato in riferimento alla zona occupata dai rimpatriati di Giuda, che si estendeva da Beer-Seba “fino alla valle di Innom”. — Ne 11:27, 30.
In realtà c’erano altri villaggi nella Terra Promessa più a S di Beer-Seba, come c’erano altri villaggi israeliti più a N di Dan. Comunque, sia Dan che Beer-Seba si trovavano ai confini naturali del paese. Beer-Seba, per esempio, si trovava sotto le montagne di Giuda al limite del deserto. Inoltre era una delle principali città di Giuda (insieme a Gerusalemme e a Ebron), e questo non solo grazie all’eccellente riserva idrica (rispetto alla regione circostante), che favoriva sia l’agricoltura che la pastorizia, ma anche perché vi convergevano diverse strade importanti. Dall’Egitto un’antica strada carovaniera passando per Cades-Barnea risaliva la “Via dei Pozzi” fino a Beer-Seba, dove si congiungeva con un’altra strada percorsa dalle carovane di cammelli provenienti dai regni della Penisola Arabica, dirette in Filistea o in Giuda. Da Ezion-Gheber, all’estremità N del golfo di ʽAqaba, un’altra strada percorreva l’Araba e poi piegava a O, risalendo le alture di Acrabbim fino a Beer-Seba. A Gaza, nella pianura della Filistea, una strada secondaria si diramava da quella principale e portava a SE fino a Beer-Seba. E per collegarla col resto di Giuda, una strada da Beer-Seba si dirigeva verso NE risalendo l’altopiano fra i monti di Giuda fino a Gerusalemme e ancora più a N. — Ge 22:19.

(1 CRONACHE 21:5)

“Gioab diede ora il numero della registrazione del popolo a Davide; e tutto Israele ammontava a un milione e centomila uomini che traevano la spada, e Giuda a quattrocentosettantamila uomini che traevano la spada.”

*** w92 15/7 p. 5 La Bibbia si contraddice? ***
▪ Come si possono conciliare le cifre diverse degli israeliti e degli uomini di Giuda relative al censimento di Davide?
In 2 Samuele 24:9 si parla di 800.000 israeliti e 500.000 uomini di Giuda, mentre in 1 Cronache 21:5 i combattenti di Israele sono 1.100.000 e quelli di Giuda 470.000. Le forze regolari al servizio del re consistevano in 288.000 soldati, divisi in 12 gruppi di 24.000 uomini ciascuno; ogni gruppo prestava servizio un mese all’anno. C’erano poi altri 12.000 uomini al servizio dei 12 principi tribali, per un totale di 300.000 effettivi. A quanto pare la cifra di 1.100.000 uomini menzionata in 1 Cronache 21:5 include questi 300.000 uomini già arruolati, mentre 2 Samuele 24:9 non li include. (Numeri 1:16; Deuteronomio 1:15; 1 Cronache 27:1-22) Per quanto riguarda Giuda, sembra che 2 Samuele 24:9 includa una forza di 30.000 uomini dislocati come osservatori lungo il confine con i filistei, non inclusi invece nella cifra fornita da 1 Cronache 21:5. (2 Samuele 6:1) Se teniamo presente che 2 Samuele e 1 Cronache furono scritti da due uomini con mentalità e scopi diversi, possiamo facilmente conciliare le cifre.

*** it-2 p. 721 Registrazione ***
Il censimento rivelò che gli uomini di Israele erano 1.100.000 e quelli di Giuda 470.000, secondo quanto si legge in 1 Cronache 21:5. Il passo di 2 Samuele 24:9 afferma che gli uomini di Israele erano 800.000 e quelli di Giuda 500.000. Alcuni ritengono che si tratti di un errore di trascrizione. Ma non è saggio giudicare sbagliate le cifre quando non si comprendono pienamente le circostanze, i metodi seguiti per il conteggio, e via dicendo. Può darsi che i due risultati siano stati ottenuti in modo diverso. Per esempio, è possibile che sia stato incluso oppure omesso il numero degli effettivi dell’esercito o degli ufficiali o di tutti e due. Inoltre metodi diversi seguiti nel fare il censimento possono aver determinato l’inclusione o l’esclusione di certi uomini negli elenchi di Giuda o di Israele. Un caso simile potrebbe essere quello di 1 Cronache capitolo 27. Qui sono elencate 12 divisioni al servizio del re, e sono incluse tutte le tribù tranne Gad e Aser, comprese Levi e le due mezze tribù di Manasse. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che forse in quel tempo gli uomini di Gad e di Aser erano riuniti sotto altri capi, o a qualche altra ragione sconosciuta.

(1 CRONACHE 21:6)

“E non registrò fra loro Levi e Beniamino, perché la parola del re era stata detestabile a Gioab.”

*** it-2 p. 721 Registrazione ***
Dietro insistenza di Davide, Gioab fece il censimento, ma controvoglia; infatti la Bibbia dice: “Non registrò fra loro Levi e Beniamino, perché la parola del re era stata detestabile a Gioab” (la tribù di Levi non fu contata, secondo la legge riportata in Numeri 1:47-49). Gioab si fermò prima di registrare Beniamino oppure ritardò la registrazione e Davide, tornato in sé, diede ordine di smettere prima che Gioab la completasse. (1Cr 21:6) Può darsi che Gioab abbia evitato di registrare Beniamino non volendo irritare quella che era la tribù di Saul, la quale, prima di unirsi alle altre tribù nel riconoscere Davide, aveva combattuto contro l’esercito di Davide comandato da Gioab. (2Sa 2:12-17)

(1 CRONACHE 21:9)

“E Geova parlava a Gad, visionario di Davide, dicendo:”

*** it-2 p. 1199 Visionario ***
Non tutti i profeti di Geova erano visionari. Comunque Gad fu definito sia “profeta” che “visionario di Davide”, forse perché almeno alcuni dei messaggi che ricevette da Dio li ricevette mediante visioni contenenti consigli o istruzioni divine per il re Davide. — 2Sa 24:11; 1Cr 21:9.

(1 CRONACHE 21:12)

“se per tre anni ci dev’essere carestia, o per tre mesi ci dev’essere uno spazzar via d’innanzi ai tuoi avversari e che la spada dei tuoi nemici [ti] raggiunga, o per tre giorni ci dev’essere la spada di Geova, sì, la pestilenza, nel paese, con l’angelo di Geova che causi rovina su tutto il territorio d’Israele’. E ora vedi ciò che devo rispondere a Colui che mi manda”.”

*** it-2 p. 721 Registrazione ***
Giudizio di Geova. Gad, profeta di Geova, fu mandato da Davide, che aveva autorizzato il censimento, per dargli la possibilità di scegliere fra tre forme di punizione: tre anni di carestia, tre mesi durante i quali la spada dei nemici avrebbe avuto la meglio su Israele o tre giorni di pestilenza. Davide, confidando nella misericordia di Dio più che in quella dell’uomo, preferì ‘cadere nella mano di Geova’; a motivo della pestilenza morirono 70.000 persone. — 1Cr 21:10-14.
Anche in questo caso c’è una differenza fra il libro di Samuele e quello di Cronache. Mentre in 2 Samuele 24:13 si parla di sette anni di carestia, in 1 Cronache 21:12 si parla di tre. (La Settanta greca ha “tre” anche in Samuele). Una spiegazione potrebbe essere che i sette anni menzionati in 2 Samuele sarebbero stati, in parte, un’estensione dei tre anni di carestia che ci furono a motivo del peccato di Saul e della sua casa contro i gabaoniti. (2Sa 21:1, 2) L’anno in corso (la registrazione richiese 9 mesi e 20 giorni [2Sa 24:8]) sarebbe stato il quarto anno, e con i tre anni successivi si sarebbe giunti a sette. Anche se la variante può essere dovuta all’errore di un copista, si può dire ancora una volta che prima di giungere a una conclusione del genere bisognerebbe conoscere bene tutti i fatti e le circostanze.

(1 CRONACHE 21:23)

“Ma Ornan disse a Davide: “Prendilo come tuo proprio, e faccia il mio signore il re ciò che è bene ai suoi propri occhi. Vedi, realmente do i bovini come olocausti e la trebbia come legna e il frumento come offerta di cereali. Do proprio tutto”.”

*** it-1 pp. 250-251 Attrezzi agricoli ***
La trebbia serviva per separare i chicchi dalle spighe di grano. La trebbia usata nell’antichità probabilmente era simile ai due tipi ancora in uso in alcune zone dei paesi biblici. Uno consiste di assi di legno unite insieme e rialzate sul davanti, sotto le quali sono fissate pietre o lame acuminate. (Cfr. 1Cr 21:23; Gb 41:30; Isa 41:15). Il guidatore sta in piedi sulla trebbia servendo da contrappeso. L’altro tipo ha un sedile per il guidatore e consiste di un’intelaiatura quadrangolare a cui sono fissati due o tre rulli muniti di cerchioni di ferro. — Cfr. Isa 28:27, 28.

(1 CRONACHE 21:25)

“Davide diede dunque a Ornan per il luogo sicli d’oro del peso di seicento.”

*** it-1 p. 58 Acquistare ***
In seguito, pare, si aggiunse altra proprietà circostante fino a includere un’area sufficientemente grande per l’intero tempio, al prezzo di 600 sicli d’oro pesati (ca. 110.000.000 di lire). (2Sa 24:21-24; 1Cr 21:22-25)

*** it-1 p. 177 Arauna ***
In Cronache Arauna è chiamato Ornan. — 1Cr 21:18-28; 2Cr 3:1.

*** it-1 pp. 176-177 Arauna ***
ARAUNA
(Aràuna).
Gebuseo proprietario dell’aia acquistata dal re Davide per costruirvi un altare a Geova. Quest’azione fu il mezzo indicato da Dio per porre fine al flagello provocato dal censimento della popolazione voluto da Davide. — 2Sa 24:16-25; 1Cr 21:15-28.
Arauna a quanto pare voleva offrire gratuitamente il terreno, insieme al bestiame e agli attrezzi di legno per il sacrificio, ma Davide insisté per pagarne il prezzo. In 2 Samuele 24:24 viene indicato che Davide acquistò l’aia e il bestiame per 50 sicli d’argento (ca. 170.000 lire), mentre in 1 Cronache 21:25 viene detto che Davide pagò 600 sicli d’oro (ca. 110.000.000 di lire) per il terreno. Lo scrittore di 2 Samuele considera solo l’acquisto del posto per l’altare e del materiale per il sacrificio fatto allora, e quindi il prezzo menzionato riguarderebbe solo queste cose. Invece lo scrittore di 1 Cronache considera la cosa in relazione al tempio costruito più tardi sul posto e menziona l’acquisto in rapporto a quella costruzione. (1Cr 22:1-6; 2Cr 3:1) Poiché l’intera area del tempio era molto grande, sembra che la somma di 600 sicli d’oro si riferisca all’acquisto di questa vasta area e non solo del pezzetto necessario per l’altare costruito inizialmente da Davide.

(1 CRONACHE 21:26)

“Quindi Davide edificò lì un altare a Geova e offrì sacrifici bruciati e sacrifici di comunione, e invocava Geova, che ora gli rispose con fuoco dai cieli sull’altare dell’olocausto.”

*** si p. 78 par. 17 Libro biblico numero 13: 1 Cronache ***
Dopo aver acquistato il sito da Ornan, ubbidientemente Davide vi offre sacrifici e invoca Geova, che gli risponde “con fuoco dai cieli sull’altare dell’olocausto”. (21:26)

(1 CRONACHE 22:2)

“Davide disse ora di adunare i residenti forestieri che erano nel paese d’Israele, e li pose quindi come tagliapietre a tagliare pietre squadrate per edificare la casa del [vero] Dio.”

*** it-1 p. 1052 Gerusalemme ***
Verso la fine del suo regno, Davide cominciò a preparare il materiale per la costruzione del tempio. (1Cr 22:1, 2; cfr. 1Re 6:7). Le pietre già squadrate potevano provenire da cave della zona, in quanto la viva roccia su cui era costruita Gerusalemme è facile da tagliare e lavorare, ma, esposta alle intemperie, si indurisce formando pietre da costruzione belle e resistenti. Pare che nei pressi dell’odierna Porta di Damasco ci fosse un’antica cava da cui nel corso del tempo è stata estratta una gran quantità di pietra.

(1 CRONACHE 22:8)

“Ma la parola di Geova venne contro di me, dicendo: ‘Hai sparso sangue in gran quantità, e hai fatto grandi guerre. Non edificherai una casa al mio nome, poiché hai sparso una gran quantità di sangue sulla terra dinanzi a me.”

*** it-2 p. 841 Salomone ***
Senza dubbio il nome Salomone (che deriva da un termine che significa “pace”) aveva relazione col patto che Geova aveva fatto con Davide. Geova aveva detto a Davide che, avendo sparso molto sangue in guerra, non avrebbe edificato la casa di Geova, come aveva in cuore di fare. (1Cr 22:6-10) Non che fosse sbagliato da parte di Davide combattere. Ma il regno tipico di Geova aveva essenzialmente natura e scopo pacifici, e le sue guerre avevano l’obiettivo di eliminare la malvagità e coloro che si opponevano alla sovranità di Geova, di estendere il territorio di Israele fino ai confini indicati da Dio e di stabilire giustizia e pace. Le guerre di Davide fecero conseguire a Israele questi obiettivi. Il regno di Salomone fu essenzialmente un regno di pace.

*** it-2 p. 1085 Tempio ***
Il tempio di Salomone. Il re Davide desiderava vivamente costruire una casa per Geova, in cui mettere l’arca del patto, la quale dimorava “in mezzo a teli di tenda”. Geova si compiacque delle buone intenzioni di Davide, ma gli disse che, avendo egli sparso molto sangue in guerra, il privilegio di costruire il tempio non sarebbe stato concesso a lui ma a suo figlio (Salomone). Questo non significava che Geova Dio non approvasse le guerre combattute da Davide a favore del Suo nome e del Suo popolo. Ma il tempio doveva essere costruito in pace da un uomo di pace. — 2Sa 7:1-16; 1Re 5:3-5; 8:17; 1Cr 17:1-14; 22:6-10.

(1 CRONACHE 22:14)

“Ed ecco, durante la mia afflizione ho preparato per la casa di Geova centomila talenti d’oro e un milione di talenti d’argento, e il rame e il ferro non c’è modo di pesarli perché sono in gran quantità; e ho preparato legname e pietre, ma vi farai aggiunte.”

*** it-1 p. 657 Davide ***
Davide aveva sempre desiderato costruire il tempio, e anche se non gli fu permesso, poté inviare una grossa squadra a tagliare pietre e a raccogliere i materiali che includevano 100.000 talenti d’oro (54.720.000.000.000 di lire) e 1.000.000 di talenti d’argento (10.260.000.000.000 di lire), e rame e ferro in quantità smisurata. (1Cr 22:2-16)

*** it-2 p. 447 Oro ***
Davide aveva messo da parte per quel tempio non meno di 100.000 talenti d’oro, il cui valore supererebbe oggi i 54.700 miliardi di lire. (1Cr 22:14)

(1 CRONACHE 23:24)

“Questi furono i figli di Levi secondo la casa dei loro padri, i capi dei padri, secondo i loro incaricati, in base al numero dei nomi, testa per testa d’essi, quelli che facevano il lavoro per il servizio della casa di Geova, dall’età di vent’anni in su.”

*** it-1 p. 875 Età ***
In seguito, ai giorni di Davide, il limite per prestare servizio nel tabernacolo, e poi nel tempio, fu abbassato a 20 anni. — 1Cr 23:24-32; cfr. anche Esd 3:8.

(1 CRONACHE 23:29)

“anche per il pane in pile e per il fior di farina per l’offerta di cereali e per le schiacciate di pane non fermentato e per [i pani del]la teglia e per la pasta mischiata e per tutte le misure di capacità e di lunghezza;”

*** it-1 p. 629 Cucinare, Utensili da cucina ***
Gli israeliti avevano anche tegami o padelle profonde e teglie, in cui spesso venivano preparate le offerte di cereali. (Le 2:5, 7; 7:9; 1Cr 23:29) Esemplari di teglie di terracotta sono stati scoperti a Ghezer. Avevano piccole scanalature, simili a quelle delle bistecchiere moderne. Si usavano anche teglie di ferro. — Ez 4:1-3.

(1 CRONACHE 24:3)

“E Davide, e Zadoc dai figli di Eleazaro, e Ahimelec dai figli di Itamar facevano d’essi divisioni per il loro incarico nel loro servizio.”

*** it-1 p. 916 Festa delle capanne ***
Probabilmente la prima delle 24 divisioni sacerdotali istituite da Davide cominciava a prestare servizio nel tempio dopo la festa delle capanne, poiché il tempio costruito da Salomone fu inaugurato durante questa festa nel 1027 a.E.V. — 1Re 6:37, 38; 1Cr 24:1-18; 2Cr 5:3; 7:7-10.

(1 CRONACHE 25:4)

“Di Eman: i figli di Eman, Bucchia, Mattania, Uzziel, Sebuel e Ierimot, Hanania, Hanani, Eliata, Ghiddalti e Romamti-Ezer, Iosbecasa, Malloti, Otir, Maaziot.”

*** it-1 p. 259 Azarel ***
2. Capo dell’11a delle 24 divisioni di cantori del tempio all’epoca di Davide; chiamato anche Uzziel. — 1Cr 25:1, 4, 18.

(1 CRONACHE 25:7)

“E il numero d’essi insieme ai loro fratelli addestrati nel canto a Geova, tutti esperti, fu di duecentottantotto.”

*** it-2 p. 349 Musica ***
Nel fare i preparativi per il tempio di Geova, Davide riservò 4.000 leviti per il servizio musicale. (1Cr 23:4, 5) Di questi, 288 erano “addestrati nel canto a Geova, tutti esperti”. (1Cr 25:7) L’intera disposizione era affidata alla direzione di tre musicisti provetti: Asaf, Eman e Iedutun (chiamato evidentemente anche Etan). Poiché ciascuno di loro era discendente di uno dei tre figli di Levi — rispettivamente di Ghersom, di Cheat e di Merari — le tre principali famiglie levitiche erano dunque rappresentate nell’organizzazione musicale del tempio. (1Cr 6:16, 31-33, 39-44; 25:1-6) Asaf, Eman e Iedutun avevano complessivamente 24 figli, che facevano tutti parte dei summenzionati 288 esperti musicisti. Ciascun figlio fu nominato a sorte capo di un settore di musicisti composto di altri 11 “esperti”, scelti fra i suoi stessi figli e anche fra altri leviti. In tal modo i 288 ([1 + 11] × 24 = 288) esperti musicisti leviti, come i sacerdoti, erano divisi in 24 gruppi. Se tutti gli altri 3.712 ‘allievi’ erano pure divisi allo stesso modo, a ciascuna delle 24 divisioni si dovevano aggiungere in media altri 155 uomini, con una proporzione di circa 13 leviti con diverso grado di istruzione ed esperienza musicale per ciascun esperto. (1Cr 25:1-31) I suonatori di tromba, che erano sacerdoti, non erano inclusi fra i musicisti leviti. — 2Cr 5:12; cfr. Nu 10:8.

(1 CRONACHE 25:14)

“la settima per Iesarela, i suoi figli e i suoi fratelli, dodici;”

*** it-1 p. 216 Asarela ***
ASARELA
(Asarèla).
Figlio di Asaf che faceva parte dei gruppi di musicisti e cantori che prestavano servizio nella casa di Geova all’epoca di Davide. (1Cr 25:1, 2) È probabile che al versetto 14 Iesarela sia una variante del suo nome.

(1 CRONACHE 25:18)

“l’undicesima per Azarel, i suoi figli e i suoi fratelli, dodici;”

*** it-1 p. 259 Azarel ***
2. Capo dell’11a delle 24 divisioni di cantori del tempio all’epoca di Davide; chiamato anche Uzziel. — 1Cr 25:1, 4, 18.

16 NOV. LETTURA DELLA BIBBIA: 1 CRONACHE 26-29


(1 CRONACHE 26:16)

“Suppim e Osa ebbero le loro a ovest presso la Porta Sallechet sulla strada maestra che sale, corrispondendo gruppo di guardia a gruppo di guardia;”

*** it-2 p. 1064 Suppim ***
2. Portinaio incaricato della vigilanza a O del santuario. (1Cr 26:16) Poiché gli ultimi tre caratteri del nome in ebraico (Shuppìm) sono identici agli ultimi tre caratteri del vocabolo precedente (behth haʼasuppìm), gli studiosi sospettano che si tratti di una dittografia (involontaria ripetizione di uno o più segni grafici) e quindi che in questo versetto non sia un nome proprio. — Cfr. 1Cr 26:10, 11.

(1 CRONACHE 26:29)

“Degli izariti, Chenania e i suoi figli furono [incaricati] per gli affari esterni come ufficiali e come giudici su Israele.”

*** it-1 p. 469 Chenania ***
2. Cheatita della famiglia di Izar. Chenania e i suoi figli dovevano occuparsi degli “affari esterni”, incarico che a quanto pare equivaleva a quello di giudici e ufficiali, il cui organico al tempo del censimento dei leviti sotto Davide era di 6.000 unità. (1Cr 26:29; 23:1-4, 12)

(1 CRONACHE 26:30)

“Degli ebroniti, Asabia e i suoi fratelli, uomini capaci, millesettecento, furono [incaricati] sull’amministrazione d’Israele nella regione del Giordano a ovest per tutta l’opera di Geova e per il servizio del re.”

*** it-1 p. 112 Amministrazione ***
Il termine ebraico tradotto “amministrazione” in 1 Cronache 26:30 (pequddàh) deriva dal verbo paqàdh, che significa “visitare; rivolgere l’attenzione a”. (Ru 1:6, nt.) È reso anche “cura; sorveglianza”. — 2Cr 24:11; Nu 3:32; cfr. 2Re 11:18, nt.; vedi SORVEGLIANTE.

(1 CRONACHE 27:1)

“In quanto ai figli d’Israele secondo il loro numero, i capi delle case paterne e i capi delle migliaia e delle centinaia e i loro ufficiali che servivano il re in ogni cosa delle divisioni di quelli che entravano e che uscivano di mese in mese per tutti i mesi dell’anno, ciascuna divisione fu di ventiquattromila.”

*** it-1 p. 853 Esercito ***
Tuttavia Davide adottò soluzioni nuove. Un sistema di rotazione mensile prevedeva 12 gruppi di 24.000 uomini ciascuno (per un totale di 288.000), così che ogni soldato prestava servizio solo un mese all’anno. (1Cr 27:1-15) Questo non significa che in un dato mese i 24.000 effettivi fossero tutti della stessa tribù, ma ogni tribù forniva un certo numero di soldati tutti i mesi dell’anno.

(1 CRONACHE 27:6)

“Questo Benaia era un uomo potente dei trenta e sui trenta; e [sulla] sua divisione c’era Ammizabad suo figlio.”

*** it-1 p. 114 Ammizabad ***
AMMIZABAD
(Ammìzabad) [il mio popolo ha dotato].
Figlio del Benaia uomo potente e capo dei 30 prodi combattenti di Davide. Ammizabad sostituì il padre, Benaia, nella sorveglianza del terzo gruppo al servizio del re, nel terzo mese dell’anno. — 1Cr 27:5, 6.

(1 CRONACHE 27:7)

“Il quarto per il quarto mese fu Asael, fratello di Gioab, e Zebadia suo figlio dopo di lui, e nella sua divisione ci furono ventiquattromila.”

*** it-1 p. 215 Asael ***
In 1 Cronache 27:7 Asael è menzionato come comandante di divisione delle truppe organizzate in turni di un mese. Dato che Asael era morto prima che Davide diventasse re di tutto Israele, in questo caso il suo nome può riferirsi piuttosto alla sua casa, rappresentata dal figlio Zebadia, menzionato nel versetto come successore di Asael. The Interpreter’s Dictionary of the Bible (a cura di G. A. Buttrick, 1962, vol. 1, p. 244) fa un’altra ipotesi: “È possibile che abbiamo qui il prototipo della milizia davidica, organizzata dal re all’inizio del suo regno su Giuda, e che l’elenco originale sia stato aggiornato con l’inclusione di Zebadia, figlio e successore di Asael al comando”. — Cfr. 1Cr 12.

(1 CRONACHE 27:24)

“Gioab figlio di Zeruia aveva cominciato a fare lui stesso il conto, ma non finì; e per questo ci fu indignazione contro Israele, e il numero non figurò nella relazione dei fatti dei giorni del re Davide.”

*** it-2 p. 721 Registrazione ***
Il totale non fu riportato nella “relazione dei fatti dei giorni del re Davide”, senza dubbio perché era stato un errore fare quel censimento. — 1Cr 27:24.

(1 CRONACHE 27:32)

“E Gionatan, nipote di Davide, fu consigliere, uomo d’intendimento, e fu anche segretario; e Iehiel figlio di Acmoni fu con i figli del re.”

*** it-1 p. 1126 Gionatan ***
7. Uomo d’intendimento, segretario e consigliere del re Davide. (1Cr 27:32) Nel testo masoretico il termine ebraico dohdh, che significa “zio”, indica la parentela che c’era fra Gionatan e Davide. Ma poiché due volte nelle Scritture viene menzionato un nipote di Davide di nome Gionatan, è probabile che il termine qui sia usato nel senso più ampio di “parente”, in questo caso “nipote” (Mar, nt.; NM) Per cui sarebbe lo stesso del n. 4.

(1 CRONACHE 28:5)

“e da tutti i miei figli (poiché molti sono i figli che Geova mi ha dato) egli scelse quindi Salomone mio figlio perché sedesse sul trono del regno di Geova su Israele.”

*** it-2 p. 705 Re ***
Rappresentanti nominati da Dio. I re del popolo di Geova nominati da Geova stesso dovevano agire quali suoi rappresentanti regali; infatti non sedevano su troni propri, ma “sul trono del regno di Geova”, cioè rappresentavano il Suo governo teocratico. (1Cr 28:5; 29:23)

(1 CRONACHE 28:9)

““E tu, Salomone figlio mio, conosci l’Iddio di tuo padre e servilo con cuore completo e con anima dilettevole; poiché Geova scruta tutti i cuori, e discerne ogni inclinazione dei pensieri. Se lo cerchi, egli si lascerà trovare da te; ma se lo abbandoni, egli ti respingerà per sempre.”

*** w10 1/11 p. 30 “Egli si lascerà trovare da te” ***
Accostiamoci a Dio
“Egli si lascerà trovare da te”
1 CRONACHE 28:9
CONOSCETE Dio? Rispondere a questa domanda non è così semplice come può sembrare. Per conoscere veramente Dio bisogna sapere bene quali sono la sua volontà e le sue vie. Questo ci permette di allacciare un legame con lui, legame che influisce profondamente su tutta la nostra esistenza. È davvero possibile creare un simile legame? Se sì, come? Le risposte a queste domande si possono trovare nei consigli che il re Davide diede a suo figlio Salomone, riportati in 1 Cronache 28:9.
Immaginate la scena. Davide governa Israele da quasi 40 anni e sotto il suo dominio la nazione ha prosperato. Salomone, che presto gli succederà, è molto giovane. (1 Cronache 29:1) Quali sono gli ultimi consigli che Davide dà a suo figlio?
Basandosi sulla preziosa esperienza che si è fatto nel servire Dio, Davide comincia con l’esortazione: “Salomone figlio mio, conosci l’Iddio di tuo padre”. Davide non si riferisce a una conoscenza puramente teorica. Salomone è già un adoratore di Geova, l’Iddio di Davide. Inoltre, circa un terzo delle Scritture Ebraiche sono già state redatte e Salomone indubbiamente sa cosa dicono questi scritti sacri riguardo a Dio. Uno studioso spiega che il termine ebraico qui reso “conosci” può indicare “la conoscenza più intima”. Davide quindi vuole che suo figlio coltivi ciò di cui lui stesso ha fatto tesoro, un’intima relazione con Dio.
Un legame come questo doveva influire profondamente sul modo in cui Salomone vedeva e affrontava la vita. Davide esorta il figlio: “[Servi Dio] con cuore completo e con anima dilettevole”. Si noti che il comando di servire Dio segue l’esortazione a conoscerlo. Chi conosce veramente Dio è spinto a servirlo, ma non con poco entusiasmo o in modo irresoluto, né con doppiezza di cuore o ipocrisia. (Salmo 12:2; 119:113) Davide implora suo figlio affinché serva Dio con tutto il cuore e di buon grado.
Perché Davide esorta il figlio ad adorare con la motivazione giusta e il corretto modo di pensare? Lui stesso spiega: “Poiché Geova scruta tutti i cuori, e discerne ogni inclinazione dei pensieri”. Salomone doveva servire Dio non solo per compiacere il padre, Davide. Dio cerca coloro che vogliono sinceramente servirlo, il cui cuore ha un’“inclinazione” verso di lui.
Che dire di Salomone? Seguirà l’esempio del padre e si avvicinerà a Geova? Dipende da lui. Davide gli dice: “Se lo cerchi, egli si lascerà trovare da te; ma se lo abbandoni, egli ti respingerà per sempre”. Perciò, se voleva adorare Geova Dio ed essergli vicino, Salomone doveva compiere un vero sforzo per conoscerlo.
Il paterno consiglio di Davide ci assicura che Geova vuole che stringiamo un’intima relazione con lui. Ma per stringere questo legame dobbiamo ‘cercare Dio’, scavando nelle Scritture con l’obiettivo di conoscerlo profondamente. Conoscerlo dovrebbe spingerci a servirlo con tutto il cuore e di buon grado. Questo è ciò che Geova desidera e merita di ricevere dai suoi adoratori. — Matteo 22:37.
[Note in calce]
Alcune traduzioni, come la English Standard Version, rendono così queste parole: “Servilo con tutto il cuore e con mente volenterosa”.
Purtroppo, anche se iniziò a servire Dio con cuore completo, Salomone non rimase fedele. — 1 Re 11:4.

*** w08 15/10 p. 7 Gli “occhi brillanti” di Geova esaminano tutti ***
Continuate ad avere un cuore completo
18 Il re Davide disse a suo figlio Salomone: “Conosci l’Iddio di tuo padre e servilo con cuore completo e con anima dilettevole; poiché Geova scruta tutti i cuori, e discerne ogni inclinazione dei pensieri”. (1 Cron. 28:9) Davide voleva che suo figlio non si limitasse a credere in Dio. Desiderava che apprezzasse il profondo interesse di Geova per i Suoi servitori. Apprezzate Geova nello stesso modo?

*** w05 15/2 p. 19 par. 9 Salvaguardiamo la nostra identità cristiana ***
Davide, padre di Salomone, lo esortò: “Conosci l’Iddio di tuo padre e servilo con cuore completo”. (1 Cronache 28:9) A Salomone non bastava guardare come suo padre alimentava la propria fede in Geova. Doveva imparare in prima persona a conoscere Geova, ed è proprio ciò che fece. Rivolse questa supplica a Dio: “Dammi ora sapienza e conoscenza perché io possa uscire ed entrare davanti a questo popolo”. — 2 Cronache 1:10.

*** cl cap. 24 p. 242 par. 7 Niente può “separarci dall’amore di Dio” ***
Il re Davide disse al figlio Salomone: “Geova scruta tutti i cuori, e discerne ogni inclinazione dei pensieri”. (1 Cronache 28:9) Mentre esamina miliardi di cuori in questo mondo violento e pieno di odio, che piacere deve provare Dio quando scorge un cuore che ama la pace, la verità e la giustizia!

*** g90 8/10 pp. 24-25 Perché dovrei studiare la Bibbia? ***
In 1 Cronache 28:9 si legge: “Se lo cerchi, egli si lascerà trovare da te”. A tal fine bisogna scavare nelle Scritture allo scopo di conoscere Geova intimamente.
L’hai fatto? Per esempio, sapresti spiegare perché la Bibbia dice che Geova ha “occhi”, “orecchi”, una “faccia” e un “braccio”? (1 Pietro 3:12; Ezechiele 20:33) Non dice la Bibbia che “Dio è uno Spirito?” (Giovanni 4:24) O sai fino a che punto Dio può osservarti, o sapere quello che stai per dire ancor prima che tu lo dica? (Salmo 139:4) E che dire dei principali attributi di Geova, cioè amore, sapienza, giustizia e potenza? Sai spiegare qual è stata la più grande manifestazione dell’amore di Dio? (Giovanni 3:16) Sai che differenza c’è fra lo spirito e la potenza di Dio? (Michea 3:8) Sapresti dimostrare che Dio ha sentimenti, e che è possibile ferire i suoi sentimenti? — Salmo 78:40.
C’è solo un modo per rispondere a queste domande: studiare la Bibbia. Ecco cos’ha detto il giovane Luther: “Studiando la Sua Parola, posso ‘vedere’ la personalità di Geova e che tipo di persona è”. (Confronta Giobbe 42:5). Anche una ragazza di nome Jaquella ha imparato a conoscere meglio Dio. Studiando la Bibbia ha compreso “che Geova è in grado di fare quello che dice. Quando promette qualcosa, non viene meno alla sua promessa; non mente”. — Tito 1:2.

*** w89 1/5 p. 19 par. 6 Adorate il Creatore, non la creazione ***
6 Ciò che distingue le persone simili a pecore da quelle simili a capri è il desiderio di cercare Geova. “Se lo cerchi, egli si lascerà trovare da te; ma se lo abbandoni, egli ti respingerà per sempre”. (1 Cronache 28:9) Pertanto, indipendentemente dalla propria razza e nazionalità, dalla propria istruzione, dal fatto di essere ricco o povero, chi cerca sinceramente la verità riguardo a Dio la troverà. Dall’alto della loro posizione celeste, Cristo e i suoi angeli faranno sì che costui, dovunque abiti, venga in contatto con la verità.

(1 CRONACHE 28:11)

“E Davide dava a Salomone suo figlio il piano architettonico del portico e delle sue case e delle sue stanze di deposito e delle sue camere in terrazza e delle sue oscure stanze interne e della casa del propiziatorio;”

*** it-1 p. 193 Architettura ***
Inoltre per mezzo suo fu provveduto il “piano architettonico” divinamente ispirato per l’intero progetto del tempio e l’arredamento. (1Cr 28:11, 19) La parola ebraica resa “piano architettonico” (tavnìth) deriva dal verbo banàh (“edificare”; 1Cr 22:11) e altrove è tradotta “modello” e “rappresentazione”. — Eso 25:9; 1Cr 28:18.

*** it-2 p. 669 Propiziatorio ***
In 1 Cronache 28:11 si parla del Santissimo, il compartimento più interno del tempio, come della “casa della kappòreth”. In questo caso evidentemente il termine ebraico non viene usato per indicare semplicemente il coperchio di una cassa, bensì la speciale funzione del coperchio nella propiziazione o espiazione dei peccati. Infatti l’espressione è resa “luogo per l’Espiatorio” (Ga), “casa della propiziazione” (Vg), “casa del propiziatorio” (NM).

(1 CRONACHE 28:12)

“perfino il piano architettonico d’ogni cosa che era stata presso di lui mediante ispirazione per i cortili della casa di Geova e per tutte le stanze da pranzo tutt’intorno, per i tesori della casa del [vero] Dio e per i tesori delle cose santificate;”

*** it-2 p. 1040 Spirito ***
Lo spirito ha la forza o il potere di rendere qualificati; può rendere idonei a svolgere un lavoro o a ricoprire un incarico. Anche se Bezalel e Ooliab potevano conoscere il mestiere prima di ricevere l’incarico di fare gli arredi del tabernacolo e gli abiti sacerdotali, lo spirito di Dio ‘li riempì di sapienza, intendimento e conoscenza’ affinché il lavoro venisse fatto nel modo dovuto. Accrebbe qualsiasi abilità naturale e conoscenza avessero già, e permise loro di addestrare altri. (Eso 31:1-11; 35:30-35) I progetti architettonici per il successivo tempio furono dati a Davide per ispirazione, cioè per opera dello spirito di Dio, permettendogli così di fare grandi preparativi. — 1Cr 28:12.

(1 CRONACHE 28:18)

“e per l’altare dell’incenso, oro raffinato a peso, e per la rappresentazione del carro, cioè i cherubini d’oro per spiegare [le loro ali] e coprire l’arca del patto di Geova.”

*** it-1 p. 472 Cherubino ***
Simbolicamente i cherubini servivano come “rappresentazione del carro” di Geova (1Cr 28:18), e le ali dei cherubini erano indice di vigile protezione e rapidità di movimento. Perciò Davide in un canto poetico, per descrivere la velocità con cui Geova era intervenuto in suo aiuto, disse che era venuto come ‘cavalcando un cherubino e volando’ proprio “sulle ali di uno spirito”. — 2Sa 22:11; Sl 18:10.

(1 CRONACHE 28:19)

““Egli diede perspicacia per l’intera cosa per iscritto, dalla mano di Geova su di me, anche per tutte le opere del piano architettonico”.”

*** it-1 p. 193 Architettura ***
Inoltre per mezzo suo fu provveduto il “piano architettonico” divinamente ispirato per l’intero progetto del tempio e l’arredamento. (1Cr 28:11, 19) La parola ebraica resa “piano architettonico” (tavnìth) deriva dal verbo banàh (“edificare”; 1Cr 22:11) e altrove è tradotta “modello” e “rappresentazione”. — Eso 25:9; 1Cr 28:18.

(1 CRONACHE 29:1)

“Davide il re disse ora a tutta la congregazione: “Salomone mio figlio, l’unico [che] Dio ha scelto, è giovane e delicato, ma l’opera è grande; poiché il castello non è per l’uomo, ma per Geova Dio.”

*** it-1 p. 443 Castello ***
Scrivendo nella lingua dell’epoca, Esdra riferisce che Davide, nell’incoraggiare il popolo a sostenere pienamente la costruzione, usò il termine “castello” riferendosi al tempio di Salomone. — 1Cr 29:1, 19.

(1 CRONACHE 29:4)

“tremila talenti d’oro dell’oro di Ofir, e settemila talenti d’argento raffinato, per ricoprire le pareti delle case;”

*** it-1 p. 556 Contribuzione ***
Le contribuzioni del re Davide per la futura costruzione del tempio includevano una sua “speciale proprietà” in oro e argento del valore di 1.713.420.000.000 lire. A loro volta i principi e i capi del popolo furono felici di contribuire l’equivalente di 2.838.600.000.000 di lire in oro e argento, oltre a rame, ferro e pietre. — 1Cr 29:1-9.

*** it-1 p. 657 Davide ***
Dal suo patrimonio personale Davide contribuì oro di Ofir e argento raffinato per un valore di oltre 1.700 miliardi di lire. Inoltre provvide i piani architettonici, ricevuti per ispirazione, e organizzò il servizio di decine di migliaia di leviti nelle loro numerose divisioni, incluso un grande coro di musicisti e cantori. — 1Cr 23:1–29:19; 2Cr 8:14; 23:18; 29:25; Esd 3:10.

*** it-2 p. 423 Ofir ***
Davide donò 3.000 talenti d’oro di Ofir (un valore di oltre 1.640 miliardi di lire) per la costruzione del tempio. (1Cr 29:1, 2, 4)

(1 CRONACHE 29:5)

“dell’oro per il lavoro in oro, e dell’argento per il lavoro in argento e per tutto il lavoro per mano degli artefici. E chi si offre volontariamente di riempire oggi la sua mano [con un dono] per Geova?””

*** w90 1/7 p. 31 Onorate Geova con le vostre ricchezze ***
Tutti possono ‘riempire la propria mano’ con un dono
Si può dare solamente in senso spirituale? No. Quando faceva i preparativi per la costruzione del tempio, l’antico re Davide chiese: “Chi si offre volontariamente di riempire oggi la sua mano con un dono per Geova?” (1 Cronache 29:5) Tutti potevano farlo. Allo stesso modo oggi molti, giovani o vecchi, sani o no, contribuiscono volontariamente in senso materiale per promuovere gli interessi del Regno. Lo si può fare sia tramite la filiale del proprio paese che tramite la congregazione locale. In questo modo ciascuno, a seconda delle proprie capacità, può aiutare a sostenere le spese per far sì che la buona notizia sia predicata in tutta la terra abitata. Questo è un privilegio. — 2 Corinti 9:8-12.

(1 CRONACHE 29:7)

“Diedero pertanto al servizio della casa del [vero] Dio oro del valore di cinquemila talenti e diecimila darici e argento del valore di diecimila talenti e rame del valore di diciottomila talenti e ferro del valore di centomila talenti.”

*** w09 1/8 p. 30 Di che entità dovrebbero essere le mie offerte? ***
Ad esempio, quando il re Davide fece i preparativi per la costruzione di un tempio a Geova, i sudditi donarono un quantitativo di “oro del valore di cinquemila talenti”. (1 Cronache 29:7)

*** w09 1/8 p. 30 Di che entità dovrebbero essere le mie offerte? ***
Nel 2008 il prezzo medio dell’oro è stato di 871 dollari l’oncia, quindi la contribuzione equivarrebbe a qualcosa come 4.794.855.000 dollari.

*** it-1 p. 556 Contribuzione ***
Le contribuzioni del re Davide per la futura costruzione del tempio includevano una sua “speciale proprietà” in oro e argento del valore di 1.713.420.000.000 lire. A loro volta i principi e i capi del popolo furono felici di contribuire l’equivalente di 2.838.600.000.000 di lire in oro e argento, oltre a rame, ferro e pietre. — 1Cr 29:1-9.

*** it-1 p. 648 Darico ***
In 1 Cronache 29:7 una delle cifre relative alle contribuzioni per il tempio durante il regno di Davide è espressa in darici, anche se il darico persiano era sconosciuto all’epoca di Davide. Evidentemente lo scrittore di Cronache convertì la cifra originale nella moneta corrente, ben nota ai lettori. — Esd 8:27.

*** it-1 p. 910 Ferro ***
In seguito però il re Davide raccolse ingenti quantitativi di ferro da usare nella costruzione del tempio. Sotto il regno di Salomone venne offerto “ferro del valore di centomila talenti” o, come traducono altri, “centomila talenti di ferro”. (1Cr 22:14, 16; 29:2, 7) Se si intende il valore del ferro e i talenti erano d’argento, il valore del ferro era pari a 1.026 miliardi di lire. Se si intende il peso del ferro, era pari a 3.420 tonnellate.

(1 CRONACHE 29:14)

““Eppure, chi sono io e chi è il mio popolo, che dovremmo ritenere il potere di fare offerte volontarie come questa? Poiché ogni cosa viene da te, e dalla tua propria mano ti abbiamo dato.”

*** it-1 p. 718 Doni ***
A Geova, il Creatore, appartiene ogni cosa. Perciò, quando si offrono cose materiali per promuovere la vera adorazione, non si fa altro che restituire una parte di ciò che in origine si è ricevuto da Dio. — Sl 50:10; 1Cr 29:14.

(1 CRONACHE 29:19)

“E dà a Salomone mio figlio un cuore completo per osservare i tuoi comandamenti, le tue testimonianze e i tuoi regolamenti, e per fare ogni cosa, e per edificare il castello per cui ho fatto i preparativi”.”

*** it-1 p. 443 Castello ***
Scrivendo nella lingua dell’epoca, Esdra riferisce che Davide, nell’incoraggiare il popolo a sostenere pienamente la costruzione, usò il termine “castello” riferendosi al tempio di Salomone. — 1Cr 29:1, 19.

(1 CRONACHE 29:23)

“E Salomone sedeva sul trono di Geova come re in luogo di Davide suo padre e aveva successo, e tutti gli israeliti gli erano ubbidienti.”

*** it-1 p. 1186 Governante ***
I re di discendenza davidica sul trono d’Israele governavano quali rappresentanti di Geova, il loro vero, invisibile Re. Perciò erano chiamati unti di Dio, e sedevano “sul trono di Geova”. (1Cr 29:23)

*** it-2 p. 110 Legge ***
La Legge riconosceva Geova quale Sovrano assoluto e anche quale Re in senso speciale. Poiché Geova era sia Dio che Re d’Israele, la disubbidienza alla Legge era una trasgressione religiosa e anche un reato di lesa maestà, un’offesa al Capo dello Stato, in questo caso a Geova il Re. Si diceva che Davide, Salomone e i loro successori al trono di Giuda sedevano sul “trono di Geova”. (1Cr 29:23)

*** it-2 p. 705 Re ***
Rappresentanti nominati da Dio. I re del popolo di Geova nominati da Geova stesso dovevano agire quali suoi rappresentanti regali; infatti non sedevano su troni propri, ma “sul trono del regno di Geova”, cioè rappresentavano il Suo governo teocratico. (1Cr 28:5; 29:23)

*** it-2 p. 728 Regno di Dio ***
Da quel momento in poi i re nominati da Geova dovevano servire quali suoi agenti terreni, senza che ciò limitasse minimamente la sovranità di Geova sulla nazione. Il trono era in effetti di Geova ed essi vi salivano come re delegati. (1Cr 29:23) Geova ordinò l’unzione del primo re, Saul (1Sa 9:15-17), denunciando allo stesso tempo la mancanza di fede della nazione. — 1Sa 10:17-25.
Perché il regno portasse dei benefìci, sia il re che la nazione dovevano rispettare l’autorità di Dio. Se, poco realisticamente, si fossero rivolti ad altre fonti per avere guida e protezione, sia il popolo che il re sarebbero stati spazzati via. (De 28:36; 1Sa 12:13-15, 20-25) Il re doveva evitare di fare assegnamento sulla potenza militare, di moltiplicare le mogli e di farsi dominare dalla brama di ricchezze. Il suo regno doveva operare nei limiti ben definiti del patto della Legge. Egli aveva da Dio l’ordine di scriversi una copia di quella Legge e di leggerla ogni giorno, per mantenere il giusto timore dell’Autorità suprema, rimanere umile e condursi rettamente. (De 17:16-20) Nella misura in cui lo avesse fatto, amando Dio con tutto il cuore e amando il prossimo come se stesso, il suo dominio sarebbe stato fonte di benedizioni e nessuno avrebbe avuto un valido motivo per lamentarsi o sentirsi oppresso. Ma, come aveva fatto con il popolo, così ora Geova permise ai re della nazione di mostrare ciò che avevano nel cuore, se erano disposti o no a riconoscere l’autorità e la volontà di Dio.

*** it-2 p. 1082 Tempi fissati delle nazioni ***
Gerusalemme era la capitale della nazione d’Israele, dei cui re, discendenti di Davide, si diceva che ‘sedevano sul trono di Geova’. (1Cr 29:23) Come tale essa rappresentava la sede del governo costituito da Dio, cioè del regno tipico di Dio retto dalla casa di Davide.

*** it-2 p. 1143 Trono ***
Geova estese il suo trono alla terra in modo specifico, tipico, nei suoi rapporti con i figli di Israele. Poiché colui che regnava in Israele doveva essere “un re che Geova tuo Dio sceglierà”, che avrebbe regnato nel nome di Geova sul popolo di Geova e secondo la legge di Geova, il suo trono era realmente il “trono di Geova”. — De 17:14-18; 1Cr 29:23.

*** g89 22/2 p. 18 Parte IV: 1513-607 a.E.V. Una nazione particolare, diversa da tutte le altre ***
Fu solo circa 400 anni dopo che venne fondata una dinastia di re umani. Ma anche allora la nazione continuò ad essere senza uguali. Il suo re non pretendeva d’essere Dio o un discendente di Dio come lo pretendevano, ad esempio, i faraoni d’Egitto. I re d’Israele sedevano sul “trono di Geova” solo in modo rappresentativo. — 1 Cronache 29:23.

(1 CRONACHE 29:29)

“In quanto ai fatti di Davide il re, i primi e gli ultimi, ecco, sono scritti fra le parole di Samuele il veggente e fra le parole di Natan il profeta e fra le parole di Gad il visionario,”

*** w09 15/3 p. 32 Domande dai lettori ***
Per esempio, 1 Cronache 29:29 menziona “le parole di Samuele il veggente”, “le parole di Natan il profeta” e “le parole di Gad il visionario”. Questi tre scritti potrebbero riferirsi ai libri che conosciamo con il nome di 1 e 2 Samuele o forse al libro di Giudici.

*** it-2 p. 1182 Veggente ***
VEGGENTE
Evidentemente il veggente era un uomo a cui Dio aveva dato la capacità di discernere la volontà divina, un uomo dotato di questo tipo di perspicacia. I suoi occhi non erano, per così dire, velati e quindi egli era in grado di vedere o capire cose che non erano manifeste agli uomini in generale. Il termine ebraico roʼèh, “veggente”, deriva da una radice che significa “vedere”, in senso letterale o figurato. Chi aveva qualche problema consultava il veggente per avere saggi consigli. (1Sa 9:5-10) La Bibbia definisce veggenti Samuele (1Sa 9:9, 11, 18, 19; 1Cr 9:22; 29:29), Zadoc (2Sa 15:27) e Hanani (2Cr 16:7, 10).
Nelle Scritture i termini “veggente”, “profeta” e “visionario” hanno un significato molto simile. La distinzione può consistere nel fatto che “veggente” dà particolare risalto al discernimento, “visionario” al modo in cui è rivelata la volontà divina, e “profeta” più alla dichiarazione o proclamazione della volontà divina. Samuele, Natan e Gad sono tutti chiamati profeti (1Sa 3:20; 2Sa 7:2; 24:11), ma 1 Cronache 29:29 fa capire che c’era una distinzione fra i tre termini, precisando: “Fra le parole di Samuele il veggente e fra le parole di Natan il profeta e fra le parole di Gad il visionario”.
In 1 Samuele 9:9 si legge: “In tempi precedenti il profeta d’oggi era chiamato veggente”. Questo si spiega forse col fatto che verso la fine dell’epoca dei Giudici e sotto i re di Israele (a partire dai giorni di Samuele) il profeta quale pubblico annunciatore della volontà di Dio acquistò maggiore importanza. Samuele viene comunemente considerato il primo in ordine di tempo degli uomini definiti “i profeti”. — At 3:24; 13:20; vedi PROFETA.

NOTA: Non disponibile per il download.
È possibile scaricare le informazioni specifiche per ogni settimana nel file digitale che è previsto per la Scuola di Ministero Teocratico.

Punti notevoli del libro: Primo Cronache

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