Punti notevoli di Numeri 7, 8, 9

Punti Notevoli Della Lettura Della Bibbia ‒ Numeri 7, 8, 9

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Punti notevoli del libro di Numeri 7-9

11 ago. Lettura della Bibbia: Numeri 7-9
*** w04 1/8 p. 24 par. 4 Punti notevoli del libro di Numeri ***
Dopo il censimento vengono date agli israeliti istruzioni sull’ordine di marcia, vengono forniti particolari circa i doveri dei leviti e il servizio del tabernacolo, vengono impartiti comandi sulla quarantena e comunicate le leggi relative ai casi di gelosia e ai voti dei nazirei. Il capitolo 7 contiene informazioni sulle offerte dei capi delle tribù relative all’inaugurazione dell’altare e il capitolo 9 tratta l’osservanza della Pasqua. Vengono date istruzioni all’assemblea anche su come piantare e levare il campo.

Lezioni per noi:

8:25, 26. Affinché gli incarichi del servizio levitico fossero assolti debitamente, e per riguardo verso la loro età, gli uomini anziani dovevano ritirarsi dal servizio obbligatorio. Ma potevano offrirsi per assistere gli altri leviti. Sebbene oggi non sia previsto che i proclamatori del Regno vadano in pensione, possiamo imparare molto dal principio su cui si basa questa legge. Se a motivo dell’età avanzata il cristiano non può adempiere certi obblighi, può impegnarsi in un tipo di servizio che è in grado di compiere.

*** w96 1/4 pp. 28-29 Gettate sempre il vostro peso su Geova ***
Usare un carro per trasportare l’Arca era contrario a tutte le istruzioni di Geova. Era stato chiaramente detto che i portatori autorizzati, i leviti cheatiti, e loro soltanto, dovevano portare l’Arca a spalla, mediante stanghe infilate in appositi anelli dell’Arca. (Esodo 25:13, 14; Numeri 4:15, 19; 7:7-9) Ignorare quelle istruzioni provocò un disastro. Quando i bovini che tiravano il carro quasi fecero rovesciare l’Arca, Uzza, che probabilmente era un levita ma di certo non un sacerdote, stese la mano per reggerla e fu abbattuto da Geova per il suo atto irriverente. — 2 Samuele 6:6, 7.

*** si p. 32 parr. 15-16 Libro biblico numero 4: Numeri ***
15 Inserendo alcuni particolari che risalgono al mese precedente (Num. 7:1, 10; Eso. 40:17), Mosè parla poi delle offerte fatte dai 12 capi principali del popolo nell’arco di 12 giorni a cominciare dall’inaugurazione dell’altare. Non ci fu nessuna competizione né alcuno cercò la propria gloria; ciascuno fece esattamente la stessa offerta degli altri. Tutti devono ora tenere presente che al di sopra di questi capi, e al di sopra di Mosè stesso, c’è Geova Dio, che dà istruzioni a Mosè. Non devono mai dimenticare la loro relazione con Geova. La Pasqua deve ricordare loro la miracolosa liberazione dall’Egitto per opera di Geova, ed essi la celebrano qui nel deserto nel tempo fissato, un anno dopo essere usciti dall’Egitto.
16 Nello stesso modo in cui aveva guidato Israele fuori d’Egitto, Geova continua a condurre la nazione nei suoi viaggi mediante una nuvola che copre il tabernacolo della tenda della Testimonianza di giorno, e mediante l’aspetto del fuoco di notte. Quando la nuvola si muove, la nazione si muove. Quando la nuvola rimane sul tabernacolo, la nazione rimane accampata, sia per alcuni giorni che per un mese o più. Infatti si legge: “All’ordine di Geova si accampavano, e all’ordine di Geova partivano. Osservavano il loro obbligo verso Geova all’ordine di Geova per mezzo di Mosè”. (Num. 9:23) Mentre si avvicina il tempo della partenza dal Sinai, vengono stabiliti segnali di tromba sia per radunare il popolo che per dirigere le varie divisioni dell’accampamento durante il viaggio nel deserto.

*** hs cap. 2 p. 30 par. 32 Spirito santo all’opera nell’invisibile reame celeste ***
32 Quest’arca o cassa d’oro serviva a contenere oggetti sacri. Aveva un coperchio su cui erano due cherubini d’oro con le ali spiegate per coprire il propiziatorio. Quando quest’arca fu posta nel Santissimo del tabernacolo o tempio, una luce miracolosa (la luce Shechina) apparve al di sopra delle ali dei cherubini. (Esodo 25:10-22; 2 Re 19:15) Così Geova fu rappresentato come su un trono al di sopra dei cherubini dal quale dava istruzioni. Mosè narra l’esperienza che ebbe a questo riguardo quando scrive: “Ora ogni qualvolta Mosè entrava nella tenda di adunanza per parlare con lui, udiva la voce che conversava con lui di sopra il coperchio che era sull’arca della testimonianza, di fra i due cherubini; ed egli parlava a lui”. — Numeri 7:89.

*** w92 15/4 p. 12 par. 3 Geova provvede uomini che sono “dati” ***
3 Geova disse a Mosè: “Fa avvicinare la tribù di Levi . . . E devono aver cura di tutti gli utensili della tenda di adunanza . . . E devi dare i leviti ad Aaronne e ai suoi figli. Essi sono dati [ebraico: nethunìm], dati a lui dai figli d’Israele”. (Numeri 3:6, 8, 9, 41) I leviti furono “dati” ad Aaronne perché svolgessero certe mansioni nel servizio del tabernacolo, così che Dio poté dire: “Essi sono dati, dati a me di tra i figli d’Israele”. (Numeri 8:16, 19; 18:6) Alcuni leviti eseguivano lavori semplici; altri ricevettero privilegi di notevole rilievo, come quello di insegnare le leggi di Dio. (Numeri 1:50, 51; 1 Cronache 6:48; 23:3, 4, 24-32; 2 Cronache 35:3-5) Rivolgiamo ora la nostra attenzione a un altro popolo ‘dato’ e a un parallelo moderno.

*** w11 15/4 pp. 4-5 Riconoscete l’evidenza della guida di Dio? ***
Seguiamo la guida di Dio
Come possiamo dimostrare che apprezziamo la guida di Dio? L’apostolo Paolo disse: “Siate ubbidienti a quelli che prendono la direttiva fra voi e siate sottomessi”. (Ebr. 13:17) Questo non è sempre facile. Facciamo un esempio. Immaginate di essere un israelita ai giorni di Mosè. Siete in cammino da un po’ di tempo quando la nuvola si ferma. Per quanto tempo rimarrà lì? Un giorno? Una settimana? Diversi mesi? Vi chiedete: ‘È il caso di disfare i bagagli?’ All’inizio forse tirate fuori solo l’indispensabile. Ma, dopo alcuni giorni, stanchi di dover rovistare fra i bagagli, iniziate a tirare fuori tutto. A un certo punto, proprio mentre state per finire, vedete la colonna sollevarsi: è il momento di fare di nuovo i bagagli! Questo non era certo facile o comodo. Eppure, gli israeliti dovevano ‘partire subito’. — Num. 9:17-22.
E noi come reagiamo quando riceviamo istruzioni che hanno origine da Dio? Cerchiamo di applicarle “subito”? O continuiamo a fare le cose come siamo abituati? Conosciamo bene le istruzioni più aggiornate, ad esempio quelle su come condurre studi biblici, predicare a persone di lingua straniera, tenere regolarmente l’adorazione in famiglia, cooperare con i Comitati di assistenza sanitaria e comportarci dovutamente alle assemblee? Mostriamo apprezzamento per la guida di Dio anche accettando i consigli. Quando dobbiamo prendere decisioni importanti non confidiamo nella nostra saggezza, ma seguiamo la guida di Geova e della sua organizzazione. E come un bambino cerca la protezione dei genitori quando scoppia un forte temporale, così noi cerchiamo protezione nell’organizzazione di Geova quando i problemi di questo mondo si abbattono su di noi come una tempesta.
Ovviamente i fratelli che ricoprono incarichi di responsabilità nella parte terrena dell’organizzazione di Dio non sono perfetti, ma neanche Mosè lo era. Nondimeno la colonna costituiva un’evidenza costante del fatto che Mosè era stato costituito da Dio e aveva la sua approvazione. Notate inoltre che non era il singolo israelita a decidere quando mettersi in marcia. Il popolo si muoveva per “ordine di Geova per mezzo di Mosè”. (Num. 9:23) Perciò era probabilmente Mosè, colui che Geova usava per comunicare le sue istruzioni, a dare al popolo il segnale di mettersi in marcia.
Oggi la classe dell’economo di Geova dà segnali chiari ogni volta che è il momento di fare dei cambiamenti. Come lo fa? Per mezzo di articoli della Torre di Guardia e del Ministero del Regno, di nuove pubblicazioni e di discorsi alle assemblee. Alle congregazioni vengono inoltre impartite istruzioni tramite i sorveglianti viaggianti, lettere o scuole a cui partecipano i fratelli che ricoprono incarichi di responsabilità nella congregazione.

*** it-1 p. 465 Cheatiti ***
A parte Aaronne e i suoi figli, ai cheatiti non era permesso di vedere neanche per un momento gli utensili, né di toccare il luogo santo, perché far questo avrebbe significato la morte. (Nu 4:4-15, 20) Israele provvide ai leviti bestiame e carri per trasportare gli arredi del tabernacolo, ma questi non furono provveduti ai cheatiti. Senza dubbio a motivo della santità del loro carico, essi lo portavano sulle spalle. (Nu 7:2-9) Inoltre erano gli ultimi dei leviti a levare il campo. — Nu 10:17-21.

*** it-1 pp. 874-875 Età ***
C’era un’età minima per iniziare a prestare servizio nel tempio, e un limite d’età oltre il quale veniva meno l’obbligo di prestare servizio. Alcuni vedono una discordanza fra Numeri 4:3, 30, 31 e Numeri 8:24-26, dato che l’età per iniziare il servizio levitico è indicata prima in 30 anni e poi in 25 anni. Pare comunque che si tratti di due diverse categorie di servizio. Infatti certe fonti rabbiniche sostengono che all’età di 25 anni il levita veniva introdotto al servizio del tabernacolo ma solo per svolgervi le mansioni più leggere. Successivamente, raggiunti i 30 anni, passava ai compiti più pesanti. Queste fonti fanno rilevare che i riferimenti all’“opera” e al “servizio faticoso e [al] servizio di portare carichi” che compaiono in Numeri 4:3, 47 mancano in Numeri 8:24, dove è menzionato il limite di 25 anni. Altri avanzano l’ipotesi che quelli che prestavano servizio dai 30 anni in su erano addetti al trasporto del tabernacolo e dei suoi arredi nel caso di spostamenti, mentre quelli in età compresa fra i 25 e i 30 anni prestavano servizio solo quando il tabernacolo veniva eretto nel luogo dell’accampamento. I fautori dell’ipotesi che solo a 30 anni si potesse essere assegnati ai compiti più pesanti fanno rilevare che a quell’età gli individui avrebbero avuto maggiore forza fisica, maturità intellettuale e capacità di giudizio. Nella Settanta greca il limite di 25 anni si trova sia in Numeri 4:3 che in Numeri 8:24. In seguito, ai giorni di Davide, il limite per prestare servizio nel tabernacolo, e poi nel tempio, fu abbassato a 20 anni. — 1Cr 23:24-32; cfr. anche Esd 3:8.

*** w90 15/2 p. 14 parr. 21-22 Dal “Sèder” alla salvezza ***
21 Il giorno ebraico andava dal tramonto (verso le 18,00) al tramonto successivo. Dio comandò di uccidere l’agnello pasquale il 14 nisan “fra le due sere”. (Esodo 12:6) Quando bisognava farlo? Gli ebrei moderni si attengono al punto di vista rabbinico secondo cui l’agnello andava scannato verso la fine del 14 nisan, tra il momento in cui il sole cominciava a calare (verso le 15,00) e il tramonto vero e proprio. Come risultato, tengono il loro Sèder dopo il tramonto, quando è già iniziato il 15 nisan. — Marco 1:32.
22 Noi, comunque, abbiamo buone ragioni per comprendere l’espressione in maniera diversa. Deuteronomio 16:6 diceva chiaramente agli israeliti di “scannare il sacrificio pasquale la sera, al tramonto”. (Traduzione ebraica Tanakh) Questo indica che “fra le due sere” si riferiva al periodo del crepuscolo, dal tramonto (con cui inizia il 14 nisan) alle tenebre vere e proprie. Gli antichi ebrei caraiti avevano questo intendimento, come ce l’hanno i samaritani fino a questo giorno. Il fatto che noi crediamo che l’agnello pasquale venisse sacrificato e mangiato “nel suo tempo fissato” il 14 nisan, e non il 15 nisan, è un motivo per cui a volte la data della nostra Commemorazione differisce da quella degli ebrei. — Numeri 9:2-5.

Riferimenti consultati: Watchtower Library 2013 CD‒ROM

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