Punti notevoli di Numeri 14, 15, 16

Punti Notevoli Della Lettura Della Bibbia ‒ Numeri 14, 15, 16

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Punti notevoli del libro di Numeri 14-16

25 ago. Lettura della Bibbia: Numeri 14-16

Lezioni per noi:

14:24. Un segreto per resistere al mondo che spinge a fare il male è quello di sviluppare uno “spirito diverso”, cioè un atteggiamento mentale che si distingue da quello del mondo.
15:37-41. La particolare frangia degli abiti degli israeliti serviva a ricordare loro che erano un popolo separato per adorare Dio e per ubbidire ai suoi comandamenti. Non dovremmo anche noi vivere secondo le norme di Dio e farci notare perché siamo diversi dal mondo?

*** w11 15/1 pp. 27-28 Riceviamo potenza per superare qualsiasi prova ***
Aiuto per resistere alle pressioni degli altri
8 Una forma di opposizione più subdola con cui i cristiani devono confrontarsi è l’influenza negativa che gli altri esercitano su di loro. Comunque, dato che lo spirito di Geova è molto più potente dello spirito del mondo, possiamo resistere a chi cerca di metterci in ridicolo, diffonde menzogne sul nostro conto o fa pressione su di noi per spingerci ad adottare i suoi valori. Per esempio, cosa permise a Giosuè e Caleb di dissentire dall’opinione degli altri dieci esploratori che erano stati inviati nel paese di Canaan? Lo spirito santo produsse in loro uno “spirito”, o inclinazione mentale, di tipo diverso. — Leggi Numeri 13:30; 14:6-10, 24.

*** w11 15/3 p. 27 par. 15 Esteja preparado! ***
15 Nos 40 anos seguintes, de 1513 a 1473 AEC, Moisés sofreu desapontamentos. Mas ele procurava oportunidades para honrar a Jeová e zelosamente incentivava os israelitas a fazerem o mesmo. (Deut. 31:1-8) Por quê? Porque amava o nome e a soberania de Jeová mais do que o seu próprio nome. (Êxo. 32:10-13; Núm. 14:11-16) Apesar de desapontamentos ou reveses, nós também temos de continuar a apoiar o governo divino, certos de que o modo de Deus agir é o mais sábio, o mais justo e o melhor de todos. (Isa. 55:8-11; Jer. 10:23) Você concorda?

*** w11 15/3 p. 27 par. 15 Siate pronti! ***
15 Nei successivi 40 anni, dal 1513 al 1473 a.E.V., Mosè ebbe delle delusioni. Ciò nonostante, cercò le opportunità per onorare Geova e incoraggiò con tutto il cuore gli israeliti a fare altrettanto. (Deut. 31:1-8) Perché? Perché amava il nome e la sovranità di Geova più del proprio nome. (Eso. 32:10-13; Num. 14:11-16) Malgrado le delusioni o le battute d’arresto anche noi dobbiamo continuare a sostenere la sovranità di Dio, certi che il suo modo di fare le cose è più saggio, più giusto e migliore di qualunque altro. (Isa. 55:8-11; Ger. 10:23) È così che la pensate?

*** w11 15/7 p. 12 Seguirete l’amorevole guida di Geova? ***
Non seguite ‘il vostro cuore e i vostri occhi’
9 La seconda influenza negativa di cui parleremo proviene dall’interno. Potremmo spiegare di cosa si tratta con questo esempio: se foste in viaggio verso una certa destinazione, vi sognereste di mettere via la cartina e seguire semplicemente l’impulso del momento, magari prendendo ogni strada che sembra promettervi un bel panorama? È chiaro che assecondare ogni vostro impulso vi impedirebbe di raggiungere la vostra meta. A questo proposito possiamo riflettere su un’altra legge data da Geova all’antico Israele. La troviamo in Numeri 15:37-39. (Leggi). Oggi molti troverebbero incomprensibile una legge che prescrivesse di applicare frange e filo turchino ai propri abiti. Ma riuscite a vederne l’importanza? Ubbidire a questa legge aiutava il popolo di Dio a distinguersi e a mantenersi separato dalle nazioni pagane circostanti, il che era fondamentale per ottenere la Sua approvazione e non perderla. (Lev. 18:24, 25) Questa legge, comunque, mette in evidenza una pericolosa influenza che proviene da dentro e che potrebbe impedirci di raggiungere la nostra destinazione, la vita eterna. In che modo?

*** w11 15/7 p. 12 par. 11 Seguirete l’amorevole guida di Geova? ***
11 Ai nostri giorni è ancora più facile che il nostro ingannevole cuore si faccia sedurre dai sensi. Viviamo in un mondo strutturato per far leva sulle inclinazioni carnali. Come possiamo quindi seguire il principio implicito in Numeri 15:39? Riflettete: se a scuola, al lavoro o nella zona in cui vivete le persone attorno a voi si vestono in maniera sempre più provocante, questo potrebbe influire su di voi? Potreste essere tentati di ‘andare dietro al vostro cuore e ai vostri occhi’ e farvi sedurre da quello che vedete? A quel punto, potreste essere tentati di annacquare le vostre norme adottando un abbigliamento simile? — Rom. 12:1, 2.

*** w98 1/9 pp. 19-20 Date la precedenza alle cose più importanti! ***
Cos’ha la precedenza?
Poco dopo che gli israeliti avevano ricevuto i Dieci Comandamenti, un uomo fu scoperto a raccogliere legna di sabato, cosa rigorosamente vietata dalla Legge. (Numeri 15:32-34; Deuteronomio 5:12-15) Come avreste giudicato la cosa? Avreste scusato quell’uomo, dicendo che, dopo tutto, non stava lavorando per fare una vita di lusso, ma per provvedere il necessario alla famiglia? Avreste ragionato che durante l’anno si poteva osservare il sabato tante altre volte, per cui non osservarne uno, forse per non aver programmato in anticipo le proprie attività, era una colpa veniale?
Geova considerò la cosa in maniera più seria. “A suo tempo”, dice la Bibbia, “Geova disse a Mosè: ‘Immancabilmente l’uomo dev’essere messo a morte’”. (Numeri 15:35) Perché Geova giudicò così grave ciò che aveva fatto quell’uomo?
Il popolo aveva sei giorni per raccogliere legna e provvedere per le proprie necessità relative a vitto, vestiario e alloggio. Il settimo giorno doveva essere dedicato ai bisogni spirituali. Non c’era nulla di male a raccogliere legna, ma era sbagliato farlo nel tempo riservato all’adorazione di Geova. Anche se i cristiani non sono sotto la Legge mosaica, questo episodio non ci insegna forse una lezione sull’ordine di precedenza da attribuire alle cose? — Filippesi 1:10.

*** w12 15/10 p. 13 parr. 5-7 Che genere di spirito mostriamo? ***
5 Atteggiamenti del genere non sono niente di nuovo. Ai giorni di Mosè, Cora sfidò l’autorità costituita nella congregazione di Israele. In particolare se la prese con Aaronne e i suoi figli, che prestavano servizio come sacerdoti. Forse vedeva i loro difetti. Magari accusava Mosè di nepotismo, cioè di accordare privilegi ai parenti. In ogni caso, è ovvio che Cora cominciò a vedere le cose da un punto di vista umano e attaccò coloro che erano stati nominati da Geova, dicendo loro in tono irrispettoso: “Questo vi basti. . . . Perché, dunque, vi dovete innalzare al di sopra della congregazione?” (Num. 16:3) Anche Datan e Abiram fecero le proprie rimostranze a Mosè, sostenendo che ‘cercava di fare da principe su di loro fino al limite’. Alla convocazione di Mosè risposero con arroganza: “Non saliremo!” (Num. 16:12-14) Chiaramente Geova non fu contento di tale spirito: infatti mise a morte tutti i ribelli. — Num. 16:28-35.
7 Ovviamente nella congregazione cristiana non c’è posto per uno spirito del genere. Ecco perché bisogna stare attenti. Gli anziani di congregazione non sono perfetti, proprio come non erano perfetti gli anziani dei giorni di Mosè né quelli del tempo dell’apostolo Giovanni. È possibile che commettano errori che si ripercuotono su di noi personalmente. Se questo dovesse verificarsi, sarebbe del tutto fuori luogo reagire secondo lo spirito del mondo, chiedendo a gran voce che sia fatta “giustizia” o affermando che il responsabile non può farla franca. Geova può decidere di passare sopra a certe mancanze meno gravi. Non possiamo fare la stessa cosa? Alcuni componenti della congregazione che hanno commesso un peccato grave si sono rifiutati di comparire davanti a un comitato di anziani, formato per aiutarli, a motivo di qualche presunto difetto degli anziani stessi. Ma è come se un paziente rinunciasse ai benefìci di una terapia solo perché, per qualche motivo, il medico non gli sta simpatico.

*** w11 1/12 p. 3 Dio ci sta punendo? ***
Dio usa veramente i disastri naturali per punire le persone? La recente serie quasi ininterrotta di cataclismi è un castigo di Dio?
Volendo dare a tutti i costi la colpa a Dio, alcuni fanno riferimento a episodi biblici in cui Dio recò la distruzione servendosi di elementi naturali. (Genesi 7:17-22; 18:20; 19:24, 25; Numeri 16:31-35) Ma da un esame di questi episodi emergono in ciascun caso tre importanti fattori caratteristici. Primo, fu dato un avvertimento in anticipo. Secondo, a differenza degli odierni disastri naturali che uccidono buoni e cattivi indiscriminatamente, la distruzione divina fu selettiva, dal momento che si abbatté solo sui malvagi ostinati e su coloro che si erano rifiutati di prestare ascolto agli avvertimenti. Terzo, Dio provvide scampo agli innocenti. — Genesi 7:1, 23; 19:15-17; Numeri 16:23-27.

*** km 9/04 p. 3 Dobbiamo rispettare l’autorità di Geova ***
Dobbiamo rispettare l’autorità di Geova
A cosa vi fanno pensare antichi nomi come Cora, Datan e Abiram? Alla ribellione! Contro che cosa? L’autorità di Geova. I dettagli della loro tragica vicenda si trovano in Numeri capitolo 16. Inoltre l’articolo “Sottomettiamoci lealmente all’autorità divina”, nella Torre di Guardia del 1° agosto 2002, contiene una trattazione generale di questo episodio. Troverete utile leggere queste informazioni prima di vedere l’interessante dramma Rispettiamo l’autorità di Geova. Vedrete il conflitto che ci fu tra i figli di Cora, uomini fedeli, e il loro padre ribelle, che era in rotta di collisione con il Sovrano dell’universo. (Num. 26:9-11) Questo dramma tratto dalla vita reale dovrebbe spingerci a essere ancora più leali a Geova.
Mentre guardate la videocassetta notate come Cora e gli altri ribelli non superarono la prova della lealtà sotto sei aspetti fondamentali: (1) In che modo non rispettarono l’autorità di Dio? (2) In che modo si fecero sopraffare da orgoglio, ambizione e gelosia? (3) In che modo si concentrarono sull’imperfezione di quelli nominati da Geova? (4) Che spirito di lamentela svilupparono? (5) Perché divennero insoddisfatti dei loro privilegi di servizio? (6) In che modo lasciarono che l’amicizia o i vincoli familiari avessero la meglio sulla lealtà a Geova?
Esaminate in che modo ciò che impariamo da questo dramma biblico si applica a come consideriamo l’autorità di Dio oggi: (1) Come dovremmo reagire alle decisioni degli anziani della congregazione, e perché? (2) Come possiamo eliminare ogni nostro motivo errato? (3) Come dovremmo reagire alle imperfezioni di quelli nominati per prendere la direttiva? (4) Cosa dovremmo fare se nel nostro cuore cominciassimo a sviluppare uno spirito di lamentela? (5) Come dovremmo considerare qualunque privilegio affidatoci? (6) Che cosa non dovrebbe mai avere la meglio sulla lealtà a Dio, e quando questo potrebbe diventare una prova difficile da superare?
Dopo che queste informazioni sono state trattate all’adunanza, perché non rivedere il dramma? Imprimete ancora meglio nella mente i motivi per cui dobbiamo rispettare sempre l’autorità di Geova! — Sal. 18:25; 37:28.

*** w06 15/7 p. 15 parr. 6-7 Evitate i mormorii ***
6 Non molto tempo dopo gli israeliti mormorarono di nuovo. Mosè mandò 12 uomini a esplorare la Terra Promessa. Dieci di loro fecero un cattivo rapporto. Il risultato? “Tutti i figli d’Israele mormoravano contro Mosè e contro Aaronne, e tutta l’assemblea diceva contro di loro: ‘Fossimo morti nel paese d’Egitto, o fossimo morti in questo deserto! E perché Geova ci conduce in quel paese [Canaan] per cadere di spada? Le nostre mogli e i nostri piccoli diverranno preda. Non è meglio che ce ne torniamo in Egitto?’” — Numeri 14:1-3.
7 Com’era cambiato l’atteggiamento del popolo d’Israele! Inizialmente gli israeliti erano grati di essere stati liberati dall’Egitto e di aver attraversato il Mar Rosso, e questo li aveva spinti a cantare lodi a Geova. (Esodo 15:1-21) Di fronte ai disagi della vita nel deserto e a causa del timore dei cananei, però, la gratitudine aveva lasciato il posto al malcontento. Invece di ringraziare Dio per la libertà lo incolparono di quelle che erroneamente consideravano privazioni. I mormorii furono perciò un’espressione della mancanza di apprezzamento per ciò che Geova provvedeva. Non sorprende che Geova dicesse: “Fino a quando questa empia assemblea continuerà a mormorare contro di me?” — Numeri 14:27; 21:5.

*** w11 15/7 pp. 25-26 parr. 9-10 Cos’è il riposo di Dio? ***
9 Israele aveva davvero un enorme privilegio: cooperare alla realizzazione del proposito di Geova, con conseguenti benedizioni non solo per sé ma, infine, per tutte le famiglie della terra. (Gen. 22:18) Tuttavia, nel suo insieme quella generazione ribelle non si mostrò interessata a stabilire un regno che fosse un modello di governo teocratico. Gli israeliti chiesero addirittura di tornare in Egitto! (Leggi Numeri 14:2-4). Se fossero tornati in Egitto, avrebbero mai potuto operare per la realizzazione del proposito di Dio di fare di Israele un regno modello? No di certo. Per di più, se fossero tornati sotto il giogo dei dominatori pagani non avrebbero mai potuto osservare la Legge mosaica e beneficiare della disposizione di Geova per il perdono dei loro peccati. Che mentalità carnale e miope! Non sorprende che Geova si esprimesse così riguardo a quei ribelli: “Mi disgustai di quella generazione e dissi: ‘Sempre si sviano nel loro cuore, ed essi stessi non hanno conosciuto le mie vie’. E giurai nella mia ira: ‘Non entreranno nel mio riposo’”. — Ebr. 3:10, 11; Sal. 95:10, 11.
10 Con la richiesta di tornare in Egitto, quella nazione ostinata mostrò di considerare di poco valore le benedizioni spirituali che aveva ricevuto e di preferire i porri, le cipolle e l’aglio dell’Egitto. (Num. 11:5) Come l’ingrato Esaù, i ribelli erano pronti a rinunciare a una preziosa eredità spirituale in cambio di un pasto appetitoso. — Gen. 25:30-32; Ebr. 12:16.

*** w06 1/10 pp. 16-17 par. 5 Coraggiosi grazie alla fede e al santo timore ***
5 Due degli esploratori, Giosuè e Caleb, erano invece pronti a entrare nella Terra Promessa. Dissero: “[I cananei] sono pane per noi. Il loro riparo si è ritirato di sopra a loro, e Geova è con noi. Non li temete”. (Numeri 14:9) Giosuè e Caleb erano forse irragionevoli nel loro ottimismo? Niente affatto. Insieme al resto della nazione, avevano visto Geova umiliare il potente Egitto e i suoi dèi mediante le dieci piaghe. Poi lo avevano visto travolgere Faraone e il suo esercito nel Mar Rosso. (Salmo 136:15) Era evidente che la paura manifestata dai dieci esploratori e da chi si era lasciato influenzare da loro era ingiustificabile. “Fino a quando non riporranno fede in me per tutti i segni che ho compiuto in mezzo a loro?”, disse Geova amareggiato. — Numeri 14:11.

*** it-1 p. 803 Eleazaro ***
Eleazaro era uno di quelli che avevano più di 20 anni alla partenza dall’Egitto ma che entrarono nella Terra Promessa. Essendo della tribù di Levi, non fu incluso nella condanna espressa da Dio contro le altre dodici tribù, secondo la quale nessuno di quelli dai 20 anni in su sarebbe entrato nella Terra Promessa, ad eccezione di Giosuè e Caleb. Non c’era nessun rappresentante di Levi fra i 12 esploratori, 10 dei quali riportarono cattive notizie, e a quanto pare i leviti non furono tra i ribelli che per mancanza di fede mormorarono contro Geova. — Nu 13:4-16; 14:26-30.

*** it-2 p. 1084 Tempi fissati delle nazioni ***
Secondo questo calcolo “sette tempi” equivarrebbero a 2.520 giorni. Che un preciso numero di giorni possa essere usato nella Bibbia per rappresentare un corrispondente numero di anni è evidente da Numeri 14:34 e da Ezechiele 4:6. Solo applicando ai “sette tempi” di questa profezia la formula ivi espressa di “un giorno per un anno” la visione di Daniele capitolo 4 può avere un adempimento significativo al di là dei giorni dell’ormai estinto Nabucodonosor, come le prove sin qui presentate danno ragione di ritenere. I “sette tempi” rappresentano dunque 2.520 anni.

*** it-1 p. 125 Amorreo ***
Importante tribù di Canaan. Alcuni commentatori ritengono che il termine “amorrei”, come è usato in Genesi 15:16 e 48:22, indicasse tutte le popolazioni di Canaan. Sembra che al tempo dell’esodo degli israeliti dall’Egitto gli amorrei fossero effettivamente la tribù principale o dominante di Canaan. (Cfr. De 1:6-8, 19-21, 27; Gsè 24:15, 18; Gdc 6:10). Stando così le cose sarebbe comprensibile che a volte altre tribù affini o sottomesse venissero chiamate con il nome della tribù dominante, gli amorrei. Infatti in Numeri 14:44, 45 viene detto che “amalechiti” e “cananei” infersero agli israeliti la prima sconfitta militare, mentre Mosè ricapitolando gli avvenimenti dice semplicemente che furono “gli amorrei” a sconfiggerli. (De 1:44) Similmente in Giosuè 10:5 viene detto che Gerusalemme era governata da un re amorreo (cfr. Ez 16:3, 45), mentre altrove è indicato che era abitata da gebusei. (Gsè 15:8, 63; Gdc 1:21; cfr. anche il caso di Gabaon in Gsè 9:7 e 2Sa 21:2). In modo simile, il nome di una tribù della nazione di Israele, Giuda, finì per indicare tutti gli israeliti.

*** it-1 p. 339 Bestemmia ***
Anche se non si pronunciavano parole contro Dio, le azioni contrarie alle leggi del patto di Dio potevano evidentemente equivalere a ‘parlare ingiuriosamente di Geova’ o a bestemmiarlo. Quindi, mentre al violatore involontario della legge di Dio veniva mostrata misericordia, a chi commetteva reati intenzionali, premeditati, sia israelita che residente forestiero, era inflitta la pena di morte per aver parlato ingiuriosamente di Geova e aver disprezzato la sua parola e i suoi comandamenti. — Nu 15:27-31; cfr. De 31:20; Ne 9:18, 26.

*** it-1 p. 637 Custodia ***
Nella Bibbia custodia ha a volte il senso di detenzione. Un esempio è quello del figlio di una donna israelita e di un egiziano che abusò del nome di Geova nell’accampamento d’Israele. Dopo aver descritto questa trasgressione della Legge, il racconto dice: “Quindi lo misero sotto custodia finché fosse fatta loro un’esplicita dichiarazione secondo la parola di Geova”. (Le 24:10-16, 23) Di norma in Israele i criminali non erano posti sotto custodia per lungo tempo, perché la giustizia era molto rapida. (Gsè 7:20, 22-25) In questo caso, però, come anche in quello del violatore del sabato menzionato in Numeri 15:32-36, si era in attesa di un chiarimento circa la legge; non appena però la volontà di Geova al riguardo fu manifesta, la sentenza venne immediatamente eseguita.

*** w03 15/7 p. 13 par. 15 Siete “in aspettazione”? ***
15 Gli israeliti dovevano “fare orli frangiati sui lembi delle loro vesti” e “mettere un cordone turchino al di sopra dell’orlo frangiato del lembo”. Perché? Per ricordare i comandamenti di Geova, ubbidire ad essi e ‘mostrarsi santi al loro Dio’. (Numeri 15:38-40) Noi odierni servitori di Geova siamo diversi dal mondo perché osserviamo le leggi e i princìpi divini. Ad esempio, ci manteniamo moralmente puri, rispettiamo la santità del sangue ed evitiamo ogni forma di idolatria. (Atti 15:28, 29) Molti ci rispettano perché siamo fermamente decisi a rimanere incontaminati. — Giacomo 1:27.

*** w00 1/8 p. 10 La presunzione porta al disonore ***
Cora, invidioso ribelle
4 Cora era un levita cheatita, primo cugino di Mosè e Aaronne. A quanto pare era stato fedele a Geova per decenni. Cora aveva il privilegio di essere fra coloro che erano stati miracolosamente liberati al Mar Rosso e aveva probabilmente preso parte all’esecuzione del giudizio di Geova contro gli israeliti che avevano adorato il vitello al monte Sinai. (Esodo 32:26) Col tempo però Cora divenne l’istigatore di una rivolta contro Mosè e Aaronne, a cui presero parte i rubeniti Datan, Abiram e On insieme a 250 capi principali di Israele. “Questo vi basti”, dissero a Mosè e Aaronne, “perché l’intera assemblea, tutti loro, sono santi e Geova è in mezzo a loro. Perché, dunque, vi dovete innalzare al di sopra della congregazione di Geova?” — Numeri 16:1-3.

*** it-1 p. 30 Abiram ***
Abiram e suo fratello Datan appoggiarono il levita Cora nella sua ribellione contro l’autorità di Mosè e Aaronne. Un terzo rubenita di nome On è pure incluso nella fase iniziale della ribellione, ma poi non è più menzionato. (Nu 16:1) Radunato un gruppo di 250 capi principali, “uomini di fama”, costoro accusarono Mosè e Aaronne di innalzarsi arbitrariamente al di sopra del resto della congregazione. (Nu 16:1-3) Dalle parole rivolte da Mosè a Cora è chiaro che Cora e i leviti suoi seguaci volevano il sacerdozio che era stato conferito ad Aaronne (Nu 16:4-11); ma senz’altro la posizione di Abiram e Datan, che erano rubeniti, era diversa. Mosè si rivolse a loro separatamente, e il loro rifiuto di presentarsi a lui contiene accuse rivolte solo contro Mosè, senza alcun riferimento ad Aaronne. Essi protestavano contro l’autorità di Mosè sulla nazione, e dicevano che ‘cercava di fare da principe su di loro fino al limite’ e che non aveva mantenuto la promessa di portarli in un paese dove scorreva latte e miele. Anche la preghiera rivolta da Mosè a Geova in risposta a queste accuse contiene una difesa delle proprie azioni, non di quelle di Aaronne. — Nu 16:12-15.
Sembrerebbe dunque che la ribellione avesse un duplice intento e volesse contestare non solo il sacerdozio aaronnico ma anche la posizione di Mosè quale depositario delle istruzioni di Dio. (Sl 106:16) La situazione poteva sembrare propizia a fomentare il sentimento popolare favorevole a un cambiamento; infatti poco prima il popolo si era lamentato aspramente contro Mosè, aveva parlato di eleggere un nuovo capo per ricondurre la nazione in Egitto, e aveva persino proposto di lapidare Giosuè e Caleb perché sostenevano Mosè e Aaronne. (Nu 14:1-10) Ruben era il primogenito di Giacobbe, ma per una sua cattiva azione aveva perso il diritto all’eredità come tale. (1Cr 5:1) Quindi Datan e Abiram potevano esprimere risentimento per l’autorità che il levita Mosè esercitava su di loro, perché desideravano riacquistare il primato perso dal loro antenato. Numeri 26:9 indica però che non lottavano solo contro Mosè e Aaronne, ma anche “contro Geova”, che aveva conferito a Mosè e Aaronne le posizioni autorevoli che occupavano.

*** w00 1/8 pp. 10-11 par. 6 La presunzione porta al disonore ***
6 Molto probabilmente il problema di Cora dipendeva in parte dal fatto che non apprezzava i privilegi che egli stesso aveva nella disposizione di Dio. È vero che i leviti cheatiti non erano tutti sacerdoti, ma erano insegnanti della Legge di Dio. Inoltre, all’occorrenza, alcuni erano addetti al trasporto degli arredi e degli utensili del tabernacolo. Non era un compito da poco, perché i sacri utensili potevano essere maneggiati solo da persone religiosamente e moralmente pure. (Isaia 52:11) Perciò, quando Mosè tenne testa a Cora, gli stava in effetti chiedendo: Per te il tuo incarico vale così poco che cerchi di impadronirti anche del sacerdozio? (Numeri 16:9, 10) Cora non si rendeva conto che il più grande onore è quello di servire Geova fedelmente secondo la sua disposizione, non di ottenere un particolare incarico o di raggiungere una certa posizione. — Salmo 84:10.

*** w02 1/8 pp. 11-12 Sottomettiamoci lealmente all’autorità divina ***
Interviene il Giudice di Israele
12 Quando diede la Legge a Israele, Geova disse al popolo che se avessero ubbidito sarebbero diventati “una nazione santa” e che sarebbero rimasti tali fintanto che avessero accettato la sua disposizione. (Esodo 19:5, 6) Ora, con una rivolta in atto, era tempo che il Giudice e Legislatore di Israele intervenisse! Mosè disse a Cora: “Tu e tutta la tua assemblea, siate presenti domani dinanzi a Geova, tu ed essi e Aaronne. E prendete ciascuno il suo portafuoco, e vi dovete mettere sopra incenso e presentare ciascuno il suo portafuoco dinanzi a Geova, duecentocinquanta portafuoco, e tu e Aaronne ciascuno il suo portafuoco”. — Numeri 16:16, 17.
13 Secondo la Legge di Dio, solo i sacerdoti potevano offrire incenso. L’idea stessa che un levita non sacerdote offrisse incenso davanti a Geova avrebbe dovuto far tornare in sé quei ribelli. (Esodo 30:7; Numeri 4:16) Ma Cora e i suoi sostenitori non se ne diedero pensiero. Il giorno dopo Cora ‘convocò tutta l’assemblea contro Mosè e Aaronne all’ingresso della tenda di adunanza’. Il racconto dice: “Geova parlò ora a Mosè e ad Aaronne, dicendo: ‘Separatevi di mezzo a questa assemblea, perché li stermini in un istante’”. Ma Mosè e Aaronne lo supplicarono di risparmiare la vita al popolo. Geova ascoltò la loro implorazione. In quanto a Cora e al suo gruppo, “un fuoco uscì da Geova e consumava i duecentocinquanta uomini che offrivano l’incenso”. — Numeri 16:19-22, 35.

*** w02 1/8 p. 12 parr. 14-15 Sottomettiamoci lealmente all’autorità divina ***
14 La cosa che più sorprende è che gli israeliti, pur avendo visto ciò che Geova aveva fatto ai ribelli, non impararono la lezione. “Il giorno dopo l’intera assemblea dei figli d’Israele mormorava contro Mosè e Aaronne, dicendo: ‘Voi, voi avete messo a morte il popolo di Geova’”. Gli israeliti si erano schierati con i cospiratori! Alla fine la pazienza di Geova giunse al limite. Ora nessuno poteva intercedere per il popolo, nemmeno Mosè e Aaronne. Geova colpì i disubbidienti con un flagello, “e i morti per il flagello ammontarono a quattordicimilasettecento, oltre ai morti a causa di Cora”. — Numeri 16:41-49.
15 Quante vite sprecate! Se solo avessero usato la testa! Avrebbero potuto chiedersi: ‘Chi è andato davanti al faraone a rischio della propria vita? Chi gli ha intimato di lasciare liberi gli israeliti? Dopo la liberazione di Israele, chi è stato invitato a salire sul monte Horeb per parlare faccia a faccia con l’angelo di Dio?’ Di sicuro le esperienze eccezionali avute da Mosè e Aaronne dimostravano la loro lealtà a Geova e il loro amore per il popolo. (Esodo 10:28; 19:24; 24:12-15) Geova non era contento di mettere a morte i ribelli. Tuttavia quando divenne evidente che il popolo avrebbe persistito nella rivolta, intervenne con decisione. (Ezechiele 33:11) Tutto questo ha un profondo significato per noi oggi. Perché?

Riferimenti consultati: Watchtower Library 2013 CD‒ROM

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