2 Cronache 33-36 | Tesori della Parola di Dio: settimana del 11-17 gennaio

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2 CRONACHE 33-36 | TESORI DELLA PAROLA DI DIO: SETTIMANA DEL 11-17 GENNAIO


TESTI BIBLICI E I RIFERIMENTI: 2 CRONACHE 33-36


“GEOVA APPREZZA IL PENTIMENTO SINCERO”: (10 MIN)

TESORI DELLA PAROLA DI DIO | 2 CRONACHE 33-36
Geova apprezza il pentimento sincero

MANASSE

Geova lascia che venga catturato dagli assiri, i quali lo mettono in ceppi e lo portano a Babilonia
PRIMA DELLA SUA CATTURA
o Costruisce altari a falsi dèi
o Offre i suoi figli in sacrificio
o Sparge sangue innocente
o Promuove pratiche spiritiche in tutta la nazione
DOPO IL SUO RILASCIO
o Si umilia grandemente
o Prega Geova; offre sacrifici
o Elimina gli altari dedicati a falsi dèi
o Incoraggia la nazione a servire Geova

GIOSIA

DURANTE TUTTO IL SUO REGNO
o Ricerca Geova
o Purifica Giuda e Gerusalemme
o Ripara la casa di Geova; il libro della Legge viene ritrovato

2Cr 33:2-9, 12-16 — Venne mostrata misericordia a Manasse per il suo pentimento sincero (w05 1/12 21 par. 5)


2 Cronache 33:2-9 Traduzione del Nuovo Mondo con riferimenti

2 E faceva ciò che era male agli occhi di Geova, secondo le cose detestabili delle nazioni che Geova aveva cacciato d’innanzi ai figli d’Israele. 3 Edificò dunque di nuovo gli alti luoghi che Ezechia suo padre aveva abbattuto, ed eresse altari ai Baal e fece pali sacri, e si inchinava davanti a tutto l’esercito dei cieli e li serviva. 4 Ed edificò altari nella casa di Geova, circa la quale Geova aveva detto: “Il mio nome sarà in Gerusalemme a tempo indefinito”. 5 E continuò a edificare altari a tutto l’esercito dei cieli in due cortili della casa di Geova. 6 Ed egli stesso fece passare i suoi propri figli attraverso il fuoco nella valle del figlio di Innom, e praticò la magia e usò la divinazione e praticò la stregoneria e costituì medium spiritici e quelli che per mestiere predicevano gli avvenimenti. Fece in grandi proporzioni ciò che era male agli occhi di Geova, per offenderlo.

7 Per giunta, mise l’immagine scolpita che aveva fatto nella casa del [vero] Dio, circa la quale Dio aveva detto a Davide e a Salomone suo figlio: “In questa casa e in Gerusalemme, che ho scelto da tutte le tribù d’Israele, porrò il mio nome a tempo indefinito. 8 E non allontanerò più il piede d’Israele dal suolo che assegnai ai loro antenati, purché abbiano cura di mettere in pratica tutto ciò che ho comandato loro riguardo alla legge e ai regolamenti e alle decisioni giudiziarie per mano di Mosè”. 9 E Manasse seduceva Giuda e gli abitanti di Gerusalemme per fare peggio delle nazioni che Geova aveva annientato d’innanzi ai figli d’Israele.

2 Cronache 33:12-16 Traduzione del Nuovo Mondo con riferimenti

12 E appena ciò gli ebbe causato angustia, egli placò la faccia di Geova suo Dio e si umiliava grandemente a causa dell’Iddio dei suoi antenati. 13 E Lo pregava, così che Egli si lasciò supplicare da lui e udì la sua richiesta di favore e lo restituì a Gerusalemme al suo regno; e Manasse seppe che Geova è il [vero] Dio.

14 E dopo ciò edificò un muro esterno per la Città di Davide ad ovest di Ghihon nella valle del torrente e fino alla Porta dei Pesci, e [lo] fece passare intorno a Ofel e lo faceva molto alto. Inoltre, pose capi delle forze militari in tutte le città fortificate di Giuda. 15 E toglieva gli dèi stranieri e l’immagine dell’idolo dalla casa di Geova e tutti gli altari che aveva edificato sul monte della casa di Geova e a Gerusalemme e li fece quindi gettare fuori della città. 16 Per di più, preparò l’altare di Geova e vi sacrificava sopra sacrifici di comunione e sacrifici di rendimento di grazie e diceva a Giuda di servire Geova l’Iddio d’Israele.

Punti notevoli del libro di Secondo Cronache

33:2-9, 12, 13, 15, 16. Per mostrare vero pentimento bisogna abbandonare la condotta errata e compiere uno sforzo deciso per fare il bene. Chi è veramente pentito può essere oggetto della misericordia di Geova anche se ha agito malvagiamente come il re Manasse.

2Cr 34:18, 30, 33 — Leggere la Bibbia e meditarvi sopra può avere un profondo effetto su di noi (w05 1/12 21 par. 10)


2 Cronache 34:18 Traduzione del Nuovo Mondo con riferimenti

18 E Safan il segretario continuò a riferire al re, dicendo: “Ilchia il sacerdote mi ha dato un libro”. E Safan leggeva da esso davanti al re.

2 Cronache 34:30 Traduzione del Nuovo Mondo con riferimenti

30 Il re ora salì alla casa di Geova con tutti gli uomini di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme e i sacerdoti e i leviti e tutto il popolo, sia il grande che il piccolo; ed egli leggeva ai loro orecchi tutte le parole del libro del patto, che era stato trovato nella casa di Geova.

2 Cronache 34:33 Traduzione del Nuovo Mondo con riferimenti

33 Dopo ciò Giosia eliminò tutte le cose detestabili da tutti i paesi che appartenevano ai figli d’Israele, e fece prendere servizio a tutti quelli che si trovavano in Israele, per servire Geova loro Dio. Per tutti i suoi giorni non si scostarono dal seguire Geova l’Iddio dei loro antenati.

Punti notevoli del libro di Secondo Cronache

Leggere la Parola di Dio e meditare su ciò che leggiamo può avere un profondo effetto su di noi. Riflettere sulla storia dei re della dinastia davidica non ci incoraggia forse a imitare l’esempio di quelli che riposero fiducia in Geova e a evitare la condotta di quelli che non lo fecero? Il libro di Secondo Cronache ci sprona a rendere esclusiva devozione al vero Dio e a rimanergli fedeli. Il suo messaggio è vivente ed esercita potenza. — Ebrei 4:12.

2Cr 36:15-17 — La compassione e la pazienza di Geova non devono essere date per scontate (w05 1/12 21 par. 7)


2 Cronache 36:15-17 Traduzione del Nuovo Mondo con riferimenti

15 E Geova l’Iddio dei loro antenati mandava [avvertimenti] contro di loro per mezzo dei suoi messaggeri, mandando più volte, perché provò compassione del suo popolo e della sua dimora. 16 Ma si facevano continuamente beffe dei messaggeri del [vero] Dio e disprezzavano le sue parole e schernivano i suoi profeti, finché il furore di Geova salì contro il suo popolo, finché non ci fu guarigione.

17 Fece dunque salire contro di loro il re dei caldei, che uccideva i loro giovani con la spada nella casa del loro santuario, né provò compassione di giovane o vergine, vecchio o decrepito. Diede tutto nella sua mano.

Punti notevoli del libro di Secondo Cronache

36:15-17. Geova è compassionevole e paziente, tuttavia la sua compassione e la sua pazienza hanno un limite. Chi vuole sopravvivere quando Geova porrà fine a questo sistema di cose malvagio deve reagire in modo positivo all’opera di predicazione del Regno.

SCAVIAMO PER TROVARE GEMME SPIRITUALI: (8 MIN)


2Cr 33:11 — Quale profezia si adempì quando Manasse fu portato a Babilonia? (it-1 45 par. 6)


2 Cronache 33:11 Traduzione del Nuovo Mondo con riferimenti

11 Infine Geova fece venire contro di loro i capi dell’esercito che apparteneva al re d’Assiria, e catturarono dunque Manasse nelle buche e lo serrarono in due ceppi di rame e lo condussero a Babilonia.

Acaz

In quanto ai “sessantacinque anni” di Isaia 7:8, cioè il periodo in cui Efraim sarebbe stato “frantumato”, un commentario biblico afferma: “Una prima deportazione d’Israele avvenne nel giro di un anno o due da questo momento [in cui fu pronunciata la profezia di Isaia], sotto Tiglat-Pileser (2 Re 15. 29). Una seconda durante il regno di Oshea, sotto Salmaneser (2 Re 17. 1-6), circa vent’anni dopo. Ma la deportazione finale che diede il ‘colpo di grazia’ a Israele così che non fosse più ‘un popolo’, accompagnata dall’insediamento di stranieri in Samaria, avvenne sotto Esar-Addon, che deportò anche Manasse, re di Giuda, nel ventiduesimo anno del suo regno, sessantacinque anni dopo che era stata pronunciata questa profezia (cfr. Esdra 4.2, 3, 10 con 2 Re 17.24; 2 Cronache 33.11)”. — Jamieson, Fausset e Brown, Commentary on the Whole Bible.

2Cr 34:1-3 — In che modo l’esempio di Giosia ci incoraggia? (w05 1/12 21 par. 6)


2 Cronache 34:1-3 Traduzione del Nuovo Mondo con riferimenti

34
Giosia aveva otto anni quando cominciò a regnare, e regnò trentuno anni a Gerusalemme. 2 Ed egli faceva ciò che era retto agli occhi di Geova e camminava nelle vie di Davide suo antenato; e non deviò né a destra né a sinistra.

3 E nell’ottavo anno del suo regno, mentre era ancora un ragazzo, cominciò a ricercare l’Iddio di Davide suo antenato; e nel dodicesimo anno cominciò a purificare Giuda e Gerusalemme dagli alti luoghi e dai pali sacri e dalle immagini scolpite e dalle statue di metallo fuso.

Punti notevoli del libro di Secondo Cronache

34:1-3. Il fatto di essersi trovati in circostanze sfavorevoli nell’infanzia non deve necessariamente impedire di acquistare conoscenza di Dio e servirlo. È possibile che in tenera età Giosia fosse influenzato positivamente, magari da Manasse, il nonno pentito. Qualsiasi buona influenza possa aver avuto, essa produsse infine dei buoni risultati. Altrettanto può accadere a noi.

Cosa impariamo su Geova dalla lettura biblica di questa settimana?



Quali punti della lettura biblica di questa settimana possiamo usare nel ministero di campo?



LETTURA BIBLICA: 2CR 34:22-33 (4 MIN O MENO)


• 2 Cronache 34:22-33 Traduzione del Nuovo Mondo con riferimenti
22 Pertanto Ilchia insieme a quelli che il re [aveva detto] andò da Ulda la profetessa, moglie di Sallum figlio di Ticva figlio di Aras, il guardiano delle vesti, mentre essa dimorava a Gerusalemme nel secondo quartiere; e le parlavano in questo modo. 23 A sua volta essa disse loro:

“Geova l’Iddio d’Israele ha detto questo: ‘Dite all’uomo che vi ha mandati da me: 24 “Geova ha detto questo: ‘Ecco, faccio venire la calamità su questo luogo e sui suoi abitanti, tutte le maledizioni che sono scritte nel libro che hanno letto davanti al re di Giuda, 25 per il fatto che hanno lasciato me e si sono messi a fare fumo di sacrificio ad altri dèi, per offendermi con tutto ciò che fanno con le loro mani e affinché il mio furore si versi su questo luogo e non si estingua’”. 26 E al re di Giuda, che vi manda a interrogare Geova, dovete dire questo: “Geova l’Iddio d’Israele ha detto questo: ‘Riguardo alle parole che hai udito, 27 per la ragione che il tuo cuore si è intenerito così che ti sei umiliato a causa di Dio nell’udire le sue parole riguardo a questo luogo e ai suoi abitanti, e ti sei umiliato dinanzi a me e ti sei strappate le vesti e hai pianto dinanzi a me, io, sì, io ho udito, è l’espressione di Geova. 28 Ecco, ti raccolgo presso i tuoi antenati, e certamente sarai raccolto nel tuo cimitero in pace, e i tuoi occhi non guarderanno tutta la calamità che farò venire su questo luogo e sui suoi abitanti’”’”.

Portarono quindi la risposta al re. 29 E il re mandava a raccogliere tutti gli anziani di Giuda e di Gerusalemme. 30 Il re ora salì alla casa di Geova con tutti gli uomini di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme e i sacerdoti e i leviti e tutto il popolo, sia il grande che il piccolo; ed egli leggeva ai loro orecchi tutte le parole del libro del patto, che era stato trovato nella casa di Geova. 31 E il re stava in piedi al suo posto e concludeva dinanzi a Geova il patto di seguire Geova e di osservare i suoi comandamenti e le sue testimonianze e i suoi regolamenti con tutto il suo cuore e con tutta la sua anima, per eseguire le parole del patto che erano scritte in questo libro. 32 Per giunta, fece prendere a tutti quelli che si trovavano a Gerusalemme e in Beniamino la loro posizione [al riguardo]. E gli abitanti di Gerusalemme facevano secondo il patto di Dio, l’Iddio dei loro antenati. 33 Dopo ciò Giosia eliminò tutte le cose detestabili da tutti i paesi che appartenevano ai figli d’Israele, e fece prendere servizio a tutti quelli che si trovavano in Israele, per servire Geova loro Dio. Per tutti i suoi giorni non si scostarono dal seguire Geova l’Iddio dei loro antenati.

RICERCA PER TROVARE ALTRI TESORI DELLA PAROLA DI DIO: 2 CRONACHE 33-36


(2 CRONACHE 33:3)

“Edificò dunque di nuovo gli alti luoghi che Ezechia suo padre aveva abbattuto, ed eresse altari ai Baal e fece pali sacri, e si inchinava davanti a tutto l’esercito dei cieli e li serviva.”

it-1 p. 265 Baal
Vi sono indicazioni che Baal e altri dèi e dee del pantheon cananeo fossero collegati dagli adoratori a certi corpi celesti. Per esempio, uno dei testi di Ras Shamra menziona un’offerta alla “regina Shapash (il Sole) e alle stelle”, e un altro allude a “l’esercito del sole e l’esercito del giorno”.
È dunque degno di nota che la Bibbia faccia parecchi riferimenti ai corpi celesti in relazione all’adorazione di Baal. Descrivendo la condotta ribelle del regno d’Israele, le Scritture affermano: “Lasciavano tutti i comandamenti di Geova . . . , e si inchinavano davanti a tutto l’esercito dei cieli e servivano Baal”. (2Re 17:16) Riguardo al regno di Giuda si legge che perfino nel tempio di Geova c’erano “utensili fatti per Baal e per il palo sacro e per tutto l’esercito dei cieli”. Inoltre in tutto il paese la popolazione di Giuda faceva “fumo di sacrificio a Baal, al sole e alla luna e alle costellazioni dello zodiaco e a tutto l’esercito dei cieli”. — 2Re 23:4, 5; 2Cr 33:3; vedi anche Sof 1:4, 5.

(2 CRONACHE 33:9)

“E Manasse seduceva Giuda e gli abitanti di Gerusalemme per fare peggio delle nazioni che Geova aveva annientato d’innanzi ai figli d’Israele.”

w86 1/10 p. 25 Cosa rendeva tanto abominevole il sacrificio di bambini?
AI GIORNI dei re di Giuda Acaz e Manasse, la nazione di Israele cadde nella trappola dei culti depravati seguiti dalle nazioni confinanti. Questi culti prevedevano il sacrificio di bambini a Molec. (II Cronache 28:3; 33:6, 9) Anche se in seguito Giosia pose fine a molte di queste pratiche “detestabili”, “Geova non si volse dal grande ardore della sua ira, col quale la sua ira s’accese contro Giuda per tutte le cose offensive con le quali Manasse aveva fatto loro commettere offesa”. (II Re 23:10, 26) Perché? Cosa rendeva questa trasgressione così ‘offensiva’ da non poter essere perdonata?
“Il sacrificio di bambini era uno dei principali aspetti del culto fenicio di Malik-Baal-Kronos”, dice la
Jewish Encyclopedia
di Funk e Wagnalls. In origine, i fenici occupavano il litorale settentrionale di Canaan. Poiché erano un popolo marinaro, fondarono colonie in tutto il Mediterraneo e, ovunque andassero, portavano con sé l’odioso rituale del sacrificio di bambini. Recenti ritrovamenti archeologici presso l’antica città fenicia di Cartagine (che ora è un sobborgo di Tunisi) consentono di capire fino a che punto questi riti fossero depravati.
Il luogo fu scoperto nel 1921. Ma le attività di scavo si sono fatte più intense solo a partire dagli anni ’70, quando la città moderna ha cominciato a estendersi in quella direzione. Gli scavi hanno portato alla luce un enorme sacrario in cui erano raccolti i resti dei bambini sacrificati. Il periodico
Biblical Archaeology Review
dice:
“Qui, dall’VIII al II secolo a.C. le madri e i padri di Cartagine seppellirono le ossa dei loro figli sacrificati al dio Ba‘al Hammon e alla dea Tanit. È possibile che nel IV secolo a.C. questo Tofet [analogo al Tofet biblico] coprisse un’estensione di 6.000 metri quadrati e avesse nove livelli di sepoltura”.
Siti archeologici simili a questo sono stati portati alla luce in Sicilia, in Sardegna e in altre località della Tunisia. Un tempo tutte queste zone erano colonie fenicie. Nel sacrario cartaginese i ricercatori hanno rinvenuto diverse stele sulle quali erano incise figure della dea Tanit, che va identificata con la cananea Astoret, o Astarte, la moglie di Baal. Sotto le stele sono state ritrovate urne di terracotta, alcune delle quali decorate in modo molto vivace, che contenevano le ossa carbonizzate delle vittime dei sacrifici.
Per far capire quanto fosse estesa questa pratica, l’articolo dice: “Prendendo come riferimento la densità delle urne ritrovate nella zona in cui abbiamo scavato, pensiamo che qui possano essere state depositate almeno 20.000 urne tra il 400 e il 200 a.C.”. Questa cifra enorme colpisce ancora di più se si tiene presente che, all’apice del suo splendore, Cartagine aveva solo 250.000 abitanti, secondo quanto afferma lo stesso articolo.
Le iscrizioni sulle stele indicano che i bambini venivano sacrificati in adempimento di voti fatti dai genitori a Baal o a Tanit per ottenerne i favori. Le indicazioni del rango e i titoli rinvenuti sulle iscrizioni indicano che questa usanza era particolarmente seguita dalle classi più agiate, che evidentemente invocavano la benedizione degli dèi sui loro sforzi per conseguire e mantenere ricchezza e potere. Alcune urne contenevano i resti di due o tre bambini, che probabilmente appartenevano alla stessa famiglia a giudicare dal fatto che erano di età diverse.
Se questa usanza dei fenici ci lascia sbalorditi, allora dobbiamo rammentare che “Manasse seduceva Giuda e gli abitanti di Gerusalemme a far peggio delle nazioni che Geova aveva annientate d’innanzi ai figli d’Israele”. (II Cronache 33:9) Geova non stava esagerando quando disse: “Hanno empito questo luogo del sangue degli innocenti”. (Geremia 19:4)

(2 CRONACHE 33:11)

“Infine Geova fece venire contro di loro i capi dell’esercito che apparteneva al re d’Assiria, e catturarono dunque Manasse nelle buche e lo serrarono in due ceppi di rame e lo condussero a Babilonia.”

it-1 p. 45 Acaz
In quanto ai “sessantacinque anni” di Isaia 7:8, cioè il periodo in cui Efraim sarebbe stato “frantumato”, un commentario biblico afferma: “
Una prima
deportazione d’Israele avvenne nel giro di un anno o due da questo momento [in cui fu pronunciata la profezia di Isaia], sotto Tiglat-Pileser (2 Re 15. 29). Una seconda durante il regno di Oshea, sotto Salmaneser (2 Re 17. 1-6), circa vent’anni dopo. Ma la deportazione finale che diede il ‘colpo di grazia’ a Israele così che non fosse più ‘un popolo’, accompagnata dall’insediamento di stranieri in Samaria, avvenne sotto Esar-Addon, che deportò anche Manasse, re di Giuda, nel ventiduesimo anno del suo regno, sessantacinque anni dopo che era stata pronunciata questa profezia (cfr. Esdra 4.2, 3, 10 con 2 Re 17.24; 2 Cronache 33.11)”. — Jamieson, Fausset e Brown, Commentary on the Whole Bible.

it-1 p. 233 Assiria
Esar-Addon. Geova permise che i capi dell’esercito assiro portassero Manasse re di Giuda (716-662 a.E.V.) prigioniero a Babilonia, allora sotto la dominazione Assira. (2Cr 33:11) Secondo alcuni ciò poté avvenire al tempo della vittoriosa campagna di Esar-Addon contro l’Egitto. Ad ogni modo
Menasi
(Manasse) di Giuda è menzionato in alcune iscrizioni fra coloro che pagavano un tributo a Esar-Addon. Più tardi Manasse fu riportato a Gerusalemme. (2Cr 33:10-13)

it-1 p. 842 Esar-Addon
In 2 Cronache 33:10-13 si legge che Manasse fu catturato dai “capi dell’esercito che apparteneva al re d’Assiria” e portato a Babilonia. Un tempo alcuni pensavano che questo riferimento a Babilonia fosse errato, ritenendo che Manasse fosse stato portato a Ninive. Tuttavia, come si è già visto, Esar-Addon, che secondo le sue stesse iscrizioni era contemporaneo di Manasse, aveva ricostruito Babilonia e pare “si interessasse molto meno di qualsiasi altro re assiro di abbellire la sua capitale, Ninive”.
(The Interpreter’s Dictionary of the Bible,
a cura di G. Buttrick, 1962, vol. 2, p. 125) Se Manasse fu catturato durante il regno di Esar-Addon, non ci sarebbe nulla di strano nel fatto che fosse portato a Babilonia, della cui ricostruzione Esar-Addon si vantava tanto. Si noti però che anche Assurbanipal figlio di Esar-Addon menziona che Manasse era soggetto a un tributo durante il suo regno.

w88 15/2 p. 28 La spietata Assiria, seconda grande potenza mondiale
Esar-Addon,
figlio più giovane di Sennacherib e suo successore, è menzionato tre volte nella Bibbia: in 2 Re, in Esdra e in Isaia. La Bibbia rivela che gli assiri catturarono Manasse re di Giuda. Gli archeologi hanno trovato una lista assira che include “Manasse re di Giuda” fra i tributari di Esar-Addon. — 2 Cronache 33:11.

(2 CRONACHE 33:14)

“E dopo ciò edificò un muro esterno per la Città di Davide ad ovest di Ghihon nella valle del torrente e fino alla Porta dei Pesci, e [lo] fece passare intorno a Ofel e lo faceva molto alto. Inoltre, pose capi delle forze militari in tutte le città fortificate di Giuda.”

it-2 p. 613 Porta
Porta dei Pesci. Pare che Ezechia avesse fatto costruire una parte delle mura che cingevano il secondo quartiere fino alla Porta dei Pesci. (2Cr 32:5; 33:14)

(2 CRONACHE 33:20)

“Infine Manasse giacque con i suoi antenati, e lo seppellirono nella sua casa; e Amon suo figlio regnava in luogo di lui.”

it-2 p. 938 Sepoltura, Luoghi di sepoltura
Poteva trovarsi vicino alla casa della persona, magari in un giardino (1Sa 25:1; 1Re 2:34; 2Re 21:25, 26); l’espressione “nella sua casa” non significa all’interno dell’edificio, come risulta confrontando 2 Cronache 33:20 con 2 Re 21:18.

(2 CRONACHE 34:1)

“Giosia aveva otto anni quando cominciò a regnare, e regnò trentuno anni a Gerusalemme.”

w05 1/12 p. 21 par. 6 Punti notevoli del libro di Secondo Cronache
34:1-3. Il fatto di essersi trovati in circostanze sfavorevoli nell’infanzia non deve necessariamente impedire di acquistare conoscenza di Dio e servirlo. È possibile che in tenera età Giosia fosse influenzato positivamente, magari da Manasse, il nonno pentito. Qualsiasi buona influenza possa aver avuto, essa produsse infine dei buoni risultati. Altrettanto può accadere a noi.

(2 CRONACHE 34:2)

“Ed egli faceva ciò che era retto agli occhi di Geova e camminava nelle vie di Davide suo antenato; e non deviò né a destra né a sinistra.”

w05 1/12 p. 21 par. 6 Punti notevoli del libro di Secondo Cronache
34:1-3. Il fatto di essersi trovati in circostanze sfavorevoli nell’infanzia non deve necessariamente impedire di acquistare conoscenza di Dio e servirlo. È possibile che in tenera età Giosia fosse influenzato positivamente, magari da Manasse, il nonno pentito. Qualsiasi buona influenza possa aver avuto, essa produsse infine dei buoni risultati. Altrettanto può accadere a noi.

(2 CRONACHE 34:3)

“E nell’ottavo anno del suo regno, mentre era ancora un ragazzo, cominciò a ricercare l’Iddio di Davide suo antenato; e nel dodicesimo anno cominciò a purificare Giuda e Gerusalemme dagli alti luoghi e dai pali sacri e dalle immagini scolpite e dalle statue di metallo fuso.”

w96 1/3 p. 8 par. 3 “Attendetemi”
3 È degno di nota che, pur proclamando i giudizi di Dio contro i “principi” civili di Giuda (i nobili, o capi tribali) e i “figli del re”, nelle sue accuse Sofonia non menzionò mai il re in persona. (Sofonia 1:8; 3:3) Questo fa pensare che il giovane re Giosia avesse già rivelato la sua propensione per la pura adorazione, anche se, vista la situazione lamentata da Sofonia, evidentemente non aveva ancora avviato le sue riforme religiose. Tutto ciò fa pensare che Sofonia abbia profetizzato in Giuda nei primi anni di Giosia, che regnò dal 659 al 629 a.E.V. L’energica attività profetica di Sofonia contribuì certamente a rendere il giovane Giosia più consapevole dell’idolatria, della violenza e della corruzione che dilagavano in Giuda a quel tempo e ne incoraggiò la successiva campagna contro l’idolatria. — 2 Cronache 34:1-3.

(2 CRONACHE 34:14)

“Or mentre traevano fuori il denaro che era stato portato alla casa di Geova, Ilchia il sacerdote trovò il libro della legge di Geova per mano di Mosè.”

it-1 p. 1136 Giosia
Quando il re Giosia aveva già terminato di purificare il paese di Giuda e stava facendo riparare il tempio di Geova, il sommo sacerdote Ilchia trovò “il libro della legge di Geova per mano di Mosè”, senza dubbio la copia originale.

it-1 p. 1136 Giosia
2Cr 34:8-28;

it-1 p. 1260 Ilchia
Durante i lavori di restauro del tempio, Ilchia trovò nientemeno che “il libro della legge di Geova per mano di Mosè”. Ciò che rese eccezionale la scoperta fu il fatto che probabilmente si trattava del manoscritto autografo di Mosè. Ilchia lo diede a Safan il segretario, che lo portò al re. Appena ebbe udito Safan leggere il libro, Giosia inviò una delegazione capeggiata dal sommo sacerdote Ilchia dalla profetessa Ulda per interrogare Geova a favore del re e del popolo. — 2Re 22:3-14; 2Cr 34:14.

it-2 p. 128 Lettura pubblica
Secoli dopo Giosia lesse a tutto il popolo “il libro della legge di Geova per mano di Mosè” che il sacerdote Ilchia aveva trovato mentre si restaurava il tempio, indubbiamente il libro originale della Legge scritto da Mosè. (2Re 23:2; 2Cr 34:14) Il risultato fu che la nazione si purificò dall’adorazione demonica.

(2 CRONACHE 34:19)

“E avvenne che appena il re ebbe udito le parole della legge, immediatamente si strappò le vesti.”

w01 15/4 p. 27 Si può riuscire malgrado l’educazione ricevuta
“Appena il re ebbe udito le parole della legge”, scrive Esdra, “immediatamente si strappò le vesti”. Questa fu una sincera espressione di dolore perché si rese conto che i suoi padri non avevano osservato tutti i comandi di Dio. Che segno di umiltà! Il re mandò immediatamente una delegazione formata di cinque uomini a interrogare Geova mediante la profetessa Ulda. La delegazione tornò con un rapporto più o meno di questo tipo: ‘A causa della disubbidienza alla Legge di Geova verrà la calamità. Ma poiché tu, re Giosia, ti sei umiliato, sarai sepolto in pace e non vedrai la calamità’. (2 Cronache 34:19-28) Geova si compiacque dell’atteggiamento di Giosia.

(2 CRONACHE 34:22)

“Pertanto Ilchia insieme a quelli che il re [aveva detto] andò da Ulda la profetessa, moglie di Sallum figlio di Ticva figlio di Aras, il guardiano delle vesti, mentre essa dimorava a Gerusalemme nel secondo quartiere; e le parlavano in questo modo.”

it-1 p. 1053 Gerusalemme
All’epoca di Giosia viene menzionato per la prima volta il “secondo quartiere” (“nuovo quartiere”,
PIB
) della città. (2Re 22:14; 2Cr 34:22) In genere si pensa che questo “secondo quartiere” fosse la parte della città a O o a NO dell’area del tempio. — Sof 1:10.

it-2 pp. 611-612 Porta
Le porte nominate da Neemia sono quelle delle mura costruite prima dell’VIII secolo a.E.V. e delle mura che cingevano il “secondo quartiere”. (2Re 22:14; 2Cr 34:22; Sof 1:10) Il “secondo quartiere”, situato nella parte N della città, era delimitato a O e in parte a N dalle mura di Ezechia (2Cr 32:5), a cui si congiungevano le mura di Manasse, che proseguivano a NE e ad E. (2Cr 33:14) Esso si trovava a N della parte più antica della città e delle sue mura, ma sembra che non si estendesse a O quanto le mura precedenti.

it-2 p. 833 Sallum
8. Marito di Ulda, la profetessa da cui si recò la delegazione inviata dal re Giosia; figlio di Ticva. Presumibilmente era “il guardiano delle vesti” dei sacerdoti o del re. (2Re 22:14; 2Cr 34:22) Forse lo stesso del n. 10.

(2 CRONACHE 34:28)

“Ecco, ti raccolgo presso i tuoi antenati, e certamente sarai raccolto nel tuo cimitero in pace, e i tuoi occhi non guarderanno tutta la calamità che farò venire su questo luogo e sui suoi abitanti’”’”. Portarono quindi la risposta al re.”

it-2 p. 461 Pace
La profezia che Giosia sarebbe stato ‘raccolto nel suo cimitero in pace’ indicava che sarebbe morto prima che la calamità predetta si abbattesse su Gerusalemme. (2Re 22:20; 2Cr 34:28; cfr. 2Re 20:19).

it-2 pp. 1154-1155 Ulda
Quando Giosia udì la lettura del “medesimo libro della legge”, rinvenuto dal sommo sacerdote Ilchia durante i lavori di riparazione del tempio, mandò una delegazione a interrogare Geova. Questa andò da Ulda che, a sua volta, riferì la parola di Geova, indicando che tutte le calamità dovute alla disubbidienza descritte nel “libro” si sarebbero abbattute sulla nazione apostata. Ulda aggiunse che Giosia, poiché si era umiliato davanti a Geova, non avrebbe visto la calamità, ma sarebbe stato raccolto presso i suoi antenati e deposto nel suo cimitero in pace. — 2Re 22:8-20; 2Cr 34:14-28.
Alcuni ritengono che la profezia di Ulda fosse inesatta visto che Giosia morì in un’inutile battaglia. (2Re 23:28-30) Tuttavia la “pace” che Giosia avrebbe trovato nel suo cimitero è ovviamente contrapposta alla “calamità” che doveva abbattersi su Giuda. (2Re 22:20; 2Cr 34:28) Giosia morì prima di quella calamità verificatasi nel 609-607 a.E.V., quando i babilonesi assediarono e distrussero Gerusalemme. Inoltre l’espressione ‘essere raccolto presso i propri antenati’ non esclude automaticamente la possibilità di morire di morte violenta in guerra, com’è indicato dall’uso di un’espressione simile, ‘giacere con i propri antenati’, riferita sia a una morte in combattimento che a una morte non violenta. — Cfr. De 31:16; 1Re 2:10; 22:34, 40.

(2 CRONACHE 34:33)

“Dopo ciò Giosia eliminò tutte le cose detestabili da tutti i paesi che appartenevano ai figli d’Israele, e fece prendere servizio a tutti quelli che si trovavano in Israele, per servire Geova loro Dio. Per tutti i suoi giorni non si scostarono dal seguire Geova l’Iddio dei loro antenati.”

w05 1/12 p. 21 Punti notevoli del libro di Secondo Cronache
Un libro che spinge ad agire
“Giosia eliminò tutte le cose detestabili da tutti i paesi che appartenevano ai figli d’Israele, e fece prendere servizio a tutti quelli che si trovavano in Israele, per servire Geova loro Dio”, afferma 2 Cronache 34:33. Cosa spinse Giosia a far questo? Quando Safan il segretario gli portò il libro della Legge di Geova appena ritrovato, il re Giosia lo fece leggere ad alta voce. Giosia fu così toccato da ciò che udì che per tutta la sua vita promosse con zelo la pura adorazione.
Leggere la Parola di Dio e meditare su ciò che leggiamo può avere un profondo effetto su di noi.

(2 CRONACHE 35:3)

“E diceva ai leviti, gli insegnanti di tutto Israele, quelli santi a Geova: “Mettete la santa Arca nella casa che Salomone figlio di Davide re d’Israele edificò; non è per voi come un peso sulla spalla. Ora servite Geova vostro Dio e il suo popolo Israele.”

w09 1/9 p. 18 Lo sapevate?
L’Arca è menzionata per l’ultima volta in 2 Cronache 35:3, dove leggiamo che il re Giosia la riportò nel tempio. Questo avvenne nel 642 a.E.V. Forse l’Arca era stata rimossa dal suo predecessore, l’apostata Manasse, che aveva collocato un’immagine nel tempio. O forse era stata spostata perché non venisse danneggiata durante i lavori di riparazione del tempio compiuti da Giosia. (2 Cronache 33:1, 2, 7; 34:1, 8-11)

w05 1/12 p. 20 par. 6 Punti notevoli del libro di Secondo Cronache
35:3: Dove si trovava la sacra Arca prima che Giosia la facesse portare nel tempio? La Bibbia non dice se l’Arca fosse stata spostata in precedenza da uno dei re malvagi o se Giosia l’avesse fatta mettere in luogo sicuro durante i grandi lavori di riparazione del tempio. Dopo i giorni di Salomone l’unico riferimento storico all’Arca riguarda il suo trasferimento nel tempio ad opera di Giosia.

it-1 p. 181 Arca del patto
Dopo l’epoca di Salomone, l’unico riferimento storico all’arca del patto, quasi 900 anni dopo la sua costruzione, è quello di 2 Cronache 35:3, dove si legge che il re Giosia, nel 642 a.E.V., comandò che venisse riportata nel tempio. Non è spiegato come mai fosse stata tolta di là. Giosia salì al trono dopo alcuni re apostati, uno dei quali aveva collocato un’immagine nel tempio di Geova, e forse uno di quei re malvagi aveva asportato l’Arca. (2Cr 33:1, 2, 7) D’altra parte, Giosia aveva commissionato estesi lavori di riparazione del tempio, durante i quali l’Arca potrebbe essere stata tenuta altrove perché non venisse danneggiata. (2Cr 34:8–35:19)

(2 CRONACHE 35:4)

“E fate i preparativi secondo la casa dei vostri antenati conforme alle vostre divisioni, secondo lo scritto di Davide re d’Israele e secondo lo scritto di Salomone suo figlio.”

it-1 p. 442 Casa paterna
Alla celebrazione della Pasqua tenuta a Gerusalemme ai giorni del re Giosia, il popolo a quanto pare entrò nel cortile del tempio in ordine di casa paterna per offrire sacrifici. I leviti, secondo le loro divisioni basate sulle case paterne, ricevettero i sacrifici del popolo e li prepararono. — 2Cr 35:4, 5, 12.

(2 CRONACHE 35:5)

“E state nel luogo santo secondo le classi della casa degli antenati per i vostri fratelli, i figli del popolo, e [ci sia] la porzione della casa paterna appartenente ai leviti.”

it-1 p. 442 Casa paterna
Alla celebrazione della Pasqua tenuta a Gerusalemme ai giorni del re Giosia, il popolo a quanto pare entrò nel cortile del tempio in ordine di casa paterna per offrire sacrifici. I leviti, secondo le loro divisioni basate sulle case paterne, ricevettero i sacrifici del popolo e li prepararono. — 2Cr 35:4, 5, 12.

(2 CRONACHE 35:12)

“Inoltre, prepararono gli olocausti in modo da darli alle classi secondo la casa paterna, ai figli del popolo, in modo da fare la presentazione a Geova conforme a ciò che è scritto nel libro di Mosè; e così pure con i bovini.”

it-1 p. 442 Casa paterna
Alla celebrazione della Pasqua tenuta a Gerusalemme ai giorni del re Giosia, il popolo a quanto pare entrò nel cortile del tempio in ordine di casa paterna per offrire sacrifici. I leviti, secondo le loro divisioni basate sulle case paterne, ricevettero i sacrifici del popolo e li prepararono. — 2Cr 35:4, 5, 12.

(2 CRONACHE 35:24)

“Pertanto i suoi servitori lo fecero scendere dal carro e lo fecero salire sul secondo carro da guerra che era suo e lo portarono a Gerusalemme. Così morì e fu sepolto nel cimitero dei suoi antenati; e tutto Giuda e Gerusalemme furono in lutto per Giosia.”

it-2 p. 940 Sepoltura, Luoghi di sepoltura
La dichiarazione che il figlio di Amon, il fedele re Giosia, fu sepolto “nel cimitero dei suoi antenati” potrebbe indicare sia le tombe reali nella Città di Davide che i luoghi di sepoltura di Manasse e di Amon. (2Cr 35:23, 24)

(2 CRONACHE 35:25)

“E Geremia intonava un canto su Giosia; e tutti i cantori e le cantatrici continuano a parlare di Giosia nei loro canti funebri fino ad oggi; e li hanno stabiliti come regolamento per Israele, ed ecco, sono scritti fra i canti funebri.”

it-1 p. 419 Canto funebre
CANTO FUNEBRE
Composizione poetica o musicale che esprime profondo dolore, come per la morte di un amico o di un congiunto; elegia. Nella
Traduzione del Nuovo Mondo
“canto funebre” traduce di solito l’ebraico qinàh, che indica un componimento funebre, un’elegia o una lamentazione.
Anche il termine ebraico
shiggayòhn
nella soprascritta del Salmo 7 è tradotto “canto funebre” e può riferirsi a un canto altamente emotivo, con rapidi cambiamenti di ritmo. (NM, nt.) Il plurale di questo termine ebraico si trova in Abacuc 3:1, dov’è tradotto “canti funebri”. Per la loro natura, i canti funebri sono associati a gemiti e lamenti (Ez 2:10), e almeno alcuni furono messi per iscritto e conservati. In 2 Cronache 35:25 si legge che Geremia intonò un canto per la morte del re Giosia; sembra che un tempo esistesse una raccolta di canti funebri (ebr. qinòhth), poiché viene detto: “Tutti i cantori e le cantatrici continuano a parlare di Giosia nei loro canti funebri fino ad oggi; e li hanno stabiliti come regolamento per Israele, ed ecco, sono scritti fra i canti funebri”.

it-2 p. 351 Musica
Il salmodiare si potrebbe definire una via di mezzo fra il canto e il parlato. È piuttosto monotono e ripetitivo, e dà risalto principalmente al ritmo. Anche se in alcune delle maggiori religioni del mondo questo canto è tuttora assai popolare, nella Bibbia sembra limitato ai canti funebri, come nel caso di Davide che intonò un canto funebre per la morte del suo amico Gionatan e del re Saul. (2Sa 1:17; 2Cr 35:25; Ez 27:32; 32:16) Solo in un canto funebre, o lamentazione, questo genere di canto sarebbe preferibile alla melodia della musica o alla modulazione e all’enfasi orale di un discorso vero e proprio. — Vedi CANTO FUNEBRE.

(2 CRONACHE 36:2)

“Ioacaz aveva ventitré anni quando cominciò a regnare, e regnò tre mesi a Gerusalemme.”

it-2 p. 34 Ioacaz
Ioacaz (pur non essendo il maggiore dei figli viventi di Giosia) fu a quanto pare scelto dal popolo come successore al trono. (2Re 23:29, 30) In 2 Cronache 36:2, dove si parla del medesimo avvenimento, il testo masoretico ha la forma abbreviata
Yohʼachàz.

(2 CRONACHE 36:6)

“Nabucodonosor re di Babilonia salì contro di lui per serrarlo in due ceppi di rame e portarlo a Babilonia.”

it-2 p. 38 Ioiachim
Forse va inteso nel senso che egli morì durante l’assedio e suo figlio andò in esilio, così che la discendenza di Ioiachim perse il regno per mano di Nabucodonosor. Non è possibile confermare la tradizione ebraica (menzionata da Giuseppe Flavio) secondo la quale Nabucodonosor uccise Ioiachim e ordinò che il suo cadavere fosse gettato fuori delle mura di Gerusalemme. (
Antichità giudaiche,
X, 97 [vi, 3]) Comunque sia avvenuta la morte di Ioiachim, sembra che i ceppi di rame che Nabucodonosor aveva portato con sé per legare Ioiachim non siano stati usati secondo il previsto. — 2Cr 36:6.

(2 CRONACHE 36:10)

“E al volgere dell’anno il re Nabucodonosor mandò e lo portava a Babilonia con gli oggetti desiderabili della casa di Geova. Inoltre, fece Sedechia fratello [di] suo [padre] re su Giuda e Gerusalemme.”

it-2 p. 326 Babilonia conquista Gerusalemme
Tre anni dopo, nel 617 a.E.V., i babilonesi deportarono molti abitanti di Gerusalemme — nobili, uomini importanti e artigiani — e saccheggiarono i tesori della città. (2Cr 36:5-10)

(2 CRONACHE 36:16)

“Ma si facevano continuamente beffe dei messaggeri del [vero] Dio e disprezzavano le sue parole e schernivano i suoi profeti, finché il furore di Geova salì contro il suo popolo, finché non ci fu guarigione.”

g03 8/6 p. 19 Evitate le parole che feriscono
Il popolo d’Israele ‘si faceva continuamente beffe dei messaggeri del vero Dio e disprezzava le sue parole e scherniva i suoi profeti, finché il furore di Geova salì contro il suo popolo, finché non ci fu guarigione’. (2 Cronache 36:16) Benché il furore di Dio fosse stato scatenato soprattutto dalla condotta disubbidiente e idolatrica del suo popolo, va notato che la Bibbia menziona specificamente la violenza verbale rivolta ai profeti di Dio. Ciò sottolinea il fatto che Dio disapprova senza mezzi termini tale condotta.

(2 CRONACHE 36:19)

“E bruciava la casa del [vero] Dio e abbatteva le mura di Gerusalemme; e bruciarono col fuoco tutte le sue torri di dimora e anche tutti i suoi oggetti desiderabili, in modo da causare rovina.”

si pp. 68-69 par. 25 Libro biblico numero 11: 1 Re
Comunque, le profezie più notevoli sono quelle relative alla casa di Geova, costruita da Salomone. Geova annunciò a Salomone che, se Israele si fosse allontanato da Lui per seguire falsi dèi, lo avrebbe stroncato dalla superficie del suolo e avrebbe rigettato la casa che Egli aveva santificato al suo nome. (1 Re 9:7, 8) In 2 Cronache 36:17-21 leggiamo come questa profezia si avverò completamente. Per di più, Gesù indicò che il tempio costruito in seguito nello stesso luogo da Erode il Grande avrebbe subìto la stessa sorte, e per la stessa ragione. (Luca 21:6) Anche questo si avverò! Dovremmo ricordare queste catastrofi e la ragione per cui avvennero, ed esse dovrebbero rammentarci di camminare sempre nelle vie del vero Dio.

si p. 156 par. 4 Libro biblico numero 33: Michea
4 L’autenticità del libro di Michea è pienamente attestata. È stato sempre accettato dagli ebrei come parte del canone ebraico. Geremia 26:18, 19 cita direttamente le parole di Michea: “Sion sarà arata come un semplice campo, e Gerusalemme stessa diverrà semplici mucchi di rovine”. (Mic. 3:12) Questa profezia si adempì con precisione nel 607 a.E.V. quando il re di Babilonia rase al suolo Gerusalemme, “in modo da causare rovina”. (2 Cron. 36:19)

(2 CRONACHE 36:21)

“per adempiere la parola di Geova per bocca di Geremia, finché il paese non ebbe scontato i suoi sabati. Tutti i giorni che giacque desolato osservò il sabato, per compiere settant’anni.”

w06 15/11 p. 32 Il paese di Giuda rimase veramente desolato?
Il paese di Giuda rimase veramente desolato?
LA BIBBIA prediceva che il regno di Giuda sarebbe stato devastato dai babilonesi e il paese sarebbe rimasto desolato fino al ritorno degli esuli ebrei. (Geremia 25:8-11) Questa profezia si avverò e la storia ispirata, scritta circa 75 anni dopo che il primo gruppo di esuli era tornato nel proprio paese, ne è la prova più importante. Secondo questa narrazione, il re babilonese “portò via prigionieri a Babilonia quelli che rimanevano dalla spada, e divennero servitori suoi e dei suoi figli finché cominciarono a regnare i reali di Persia”. E per quanto riguarda il paese, viene detto che “tutti i giorni che giacque desolato osservò il sabato”. (2 Cronache 36:20, 21) L’archeologia fornisce prove di questo fatto?
Ephraim Stern, docente di archeologia palestinese all’Università ebraica di Gerusalemme, fa i seguenti commenti in una rivista: “Sia gli assiri che i babilonesi devastarono gran parte dell’antico Israele, anche se i reperti archeologici venuti alla luce negli scavi effettuati nei territori delle rispettive conquiste raccontano due storie molto diverse”. Stern spiega: “Mentre gli assiri lasciarono un segno chiaro della loro presenza in Palestina, c’è uno strano vuoto dopo la distruzione compiuta dai babilonesi. . . . Fino al periodo dei persiani non troviamo nessuna prova indicante che il paese fosse occupato . . . In quanto a tali prove c’è il vuoto totale. In tutto quel tempo neppure una delle città distrutte dai babilonesi fu rioccupata”. —
Biblical Archaeology Review.
Il prof. Lawrence E. Stager, della Harvard University, concorda. Egli dice che “in tutta la Filistea, e in seguito in tutto Giuda”, il sovrano babilonese usò “la strategia della terra bruciata, creando una vera e propria distesa desolata a ovest del Giordano”. E aggiunge: “Solo con Ciro il Grande, il successore persiano dei babilonesi, ricominciano le testimonianze archeologiche . . . a Gerusalemme e in Giuda, dove molti esuli ebrei fecero ritorno”.
La parola di Geova, secondo la quale il paese di Giuda sarebbe rimasto desolato, si adempì. Quello che Geova Dio predice si avvera sempre. (Isaia 55:10, 11) Possiamo riporre completa fiducia in lui e nelle promesse scritte nella sua Parola, la Bibbia. — 2 Timoteo 3:16.

si p. 84 par. 33 Libro biblico numero 14: 2 Cronache
33 Alla fine Sedechia si ribella contro il giogo di Babilonia, e questa volta Nabucodonosor non mostra nessuna misericordia. La collera di Geova è al culmine, e non c’è guarigione. Gerusalemme cade, il suo tempio viene saccheggiato e incendiato e, dopo un assedio di 18 mesi, i superstiti vengono portati prigionieri a Babilonia. Giuda rimane desolato. Così in questo anno, nel 607 a.E.V., ha inizio la desolazione “per adempiere la parola di Geova per bocca di Geremia, . . . per compiere settant’anni”. (36:21) Il cronista salta quindi questo periodo di quasi 70 anni e riporta negli ultimi due versetti lo storico decreto di Ciro del 537 a.E.V. I prigionieri giudei devono essere liberati! Gerusalemme deve risorgere!

si p. 84 par. 35 Libro biblico numero 14: 2 Cronache
35 I versetti conclusivi di 2 Cronache (36:17-23) danno convincente prova dell’adempimento di Geremia 25:12 e per di più mostrano che si devono contare 70 anni
interi
dalla completa desolazione del paese fino alla restaurazione dell’adorazione di Geova a Gerusalemme nel 537 a.E.V. Questa desolazione comincia perciò nel 607 a.E.V. — Ger. 29:10; 2 Re 25:1-26; Esd. 3:1-6.

it-1 pp. 145-146 Anno sabatico
Se Israele avesse osservato dovutamente la Legge, prima dell’esilio il paese avrebbe goduto di 121 anni sabatici e di 17 giubilei. Ma gli anni sabatici furono osservati solo in parte. Quando la popolazione andò in esilio in Babilonia, il paese rimase desolato per 70 anni “finché il paese non ebbe scontato i suoi sabati”. (2Cr 36:20, 21; Le 26:34, 35, 43) Non esistono riferimenti scritturali indicanti che gli ebrei avessero mancato di osservare esattamente 70 anni sabatici; ma Geova stabilì che 70 anni di desolazione del paese compensassero tutti gli anni sabatici che non erano stati osservati.

it-1 pp. 498-499 Ciro
In base a quanto dice la Bibbia, il decreto di Ciro che permetteva agli ebrei di tornare a Gerusalemme fu probabilmente emanato alla fine del 538 o all’inizio del 537 a.E.V. Così gli ebrei esiliati avrebbero avuto il tempo di prepararsi a partire da Babilonia, compiere il lungo viaggio fino in Giuda e Gerusalemme (viaggio che secondo Esd 7:9 poteva richiedere quattro mesi circa) e sistemarsi in Giuda “nelle loro città” entro il “settimo mese” (tishri) del 537 a.E.V. (Esd 3:1, 6) Questo segnò la fine dei predetti 70 anni di desolazione di Giuda iniziati nello stesso mese di tishri del 607 a.E.V. — 2Re 25:22-26; 2Cr 36:20, 21.

it-1 p. 623 Cronologia
Dal 607 a.E.V. al ritorno dall’esilio. La durata di questo periodo è stabilita dal decreto stesso di Dio relativo a Giuda, secondo il quale “tutto questo paese deve divenire un luogo devastato, un oggetto di stupore, e queste nazioni dovranno servire il re di Babilonia per settant’anni”. — Ger 25:8-11.
La profezia biblica non consente di far coincidere i 70 anni con un periodo di tempo diverso da quello intercorso fra la desolazione di Giuda, conseguente alla distruzione di Gerusalemme, e il ritorno in patria degli esiliati ebrei in seguito al decreto di Ciro. La Bibbia precisa che i 70 anni sarebbero stati anni di
devastazione del paese di Giuda.
Il profeta Daniele comprese la profezia in questo senso, poiché disse: “Io stesso, Daniele, compresi dai libri il numero degli anni riguardo ai quali la parola di Geova era stata rivolta a Geremia il profeta, per compiere le devastazioni di Gerusalemme, cioè settant’anni”. (Da 9:2) Dopo aver descritto la conquista di Gerusalemme da parte di Nabucodonosor, 2 Cronache 36:20, 21 dice: “Per di più, portò via prigionieri a Babilonia quelli che rimanevano dalla spada, e divennero servitori suoi e dei suoi figli finché cominciarono a regnare i reali di Persia; per adempiere la parola di Geova per bocca di Geremia, finché il paese non ebbe scontato i suoi sabati. Tutti i giorni che giacque desolato osservò il sabato, per compiere settant’anni”.
L’assedio finale di Gerusalemme ebbe inizio nel 9° anno di Sedechia (609 a.E.V.) e la città cadde nell’11° anno (607 a.E.V.), corrispondente al 19° anno dell’effettivo regno di Nabucodonosor (contando dal 625, suo anno di accessione). (2Re 25:1-8) Nel quinto mese di quell’anno (il mese di ab, corrispondente a luglio-agosto) la città fu incendiata, le mura vennero abbattute e la maggioranza della popolazione fu portata in esilio. Tuttavia “alcuni della gente misera del paese” ebbero il permesso di rimanere, cosa che fecero fino all’assassinio di Ghedalia, il governatore nominato da Nabucodonosor, dopo di che fuggirono in Egitto lasciando infine Giuda nella completa desolazione. (2Re 25:9-12, 22-26) Ciò avvenne nel settimo mese, etanim (o tishri, corrispondente a settembre-ottobre). Quindi i 70 anni di desolazione dovettero iniziare verso il 1° ottobre del 607 a.E.V. e terminarono nel 537 a.E.V. Nel settimo mese di quest’ultimo anno i primi ebrei rimpatriati giunsero in Giuda, esattamente 70 anni dopo l’inizio della completa desolazione del paese. — 2Cr 36:21-23; Esd 3:1.

(2 CRONACHE 36:22)

“E nel primo anno di Ciro re di Persia, affinché si adempisse la parola di Geova per bocca di Geremia, Geova destò lo spirito di Ciro re di Persia, così che egli fece passare un bando per tutto il suo regno, e anche per iscritto, dicendo:”

it-1 p. 498 Ciro
Il decreto di Ciro per il ritorno dall’esilio. Decretando la fine dell’esilio degli ebrei, Ciro assolse il suo incarico di ‘unto pastore’ di Geova a favore di Israele. (2Cr 36:22, 23; Esd 1:1-4) Il proclama fu emanato “nel primo anno di Ciro re di Persia”, cioè nel suo primo anno di regno sulla conquistata Babilonia. In Daniele 9:1 la Bibbia parla del “primo anno di Dario”, anno che può essere intercorso fra la caduta di Babilonia e il “primo anno di Ciro” su Babilonia. Se così fu, questo significherebbe che secondo lo scrittore l’inizio del primo anno di Ciro era forse da collocarsi verso la fine del 538 a.E.V. Se invece si considera la posizione di Dario simile a quella di un viceré, e il suo regno contemporaneo a quello di Ciro, secondo l’usanza babilonese il primo anno
di regno
di Ciro andrebbe dal nisan del 538 al nisan del 537 a.E.V.

it-1 p. 614 Cronologia
Cronologia persiana. Diversi avvenimenti biblici importanti si verificarono durante il periodo persiano: la caduta di Babilonia, seguita dalla liberazione degli ebrei per opera di Ciro e dalla fine dei 70 anni di desolazione di Giuda; la ricostruzione del tempio di Gerusalemme, completato “nel sesto anno del regno di Dario [I, il Persiano]”, e la riedificazione delle mura di Gerusalemme per opera di Neemia, secondo il decreto emanato nel 20° anno di Artaserse Longimano. — 2Cr 36:20-23; Esd 3:8-10; 4:23, 24; 6:14, 15; Ne 2:1, 7, 8.
Al 539 a.E.V., data della caduta di Babilonia, si può risalire non solo attraverso il canone di Tolomeo, ma anche tramite altre fonti. Lo storico Diodoro Siculo, nonché Africano ed Eusebio, mostrano che il primo anno di Ciro come re di Persia corrispose al I anno della 55a Olimpiade (560/559 a.E.V.), mentre il suo ultimo anno di regno è datato al II anno della 62a Olimpiade (531/530 a.E.V.). Tavolette in cuneiforme attribuiscono a Ciro un regno di nove anni su Babilonia, il che avvalorerebbe il 539 come data della sua conquista di Babilonia. — Jack Finegan,
Handbook of Biblical Chronology,
1964, pp. 112, 168-170; Babylonian Chronology, 626 B.C.–A.D. 75, cit., p. 14; vedi sopra, “Cronologia babilonese”, e anche PERSIA, PERSIANI.

it-1 p. 623 Cronologia
Dal 607 a.E.V. al ritorno dall’esilio. La durata di questo periodo è stabilita dal decreto stesso di Dio relativo a Giuda, secondo il quale “tutto questo paese deve divenire un luogo devastato, un oggetto di stupore, e queste nazioni dovranno servire il re di Babilonia per settant’anni”. — Ger 25:8-11.
La profezia biblica non consente di far coincidere i 70 anni con un periodo di tempo diverso da quello intercorso fra la desolazione di Giuda, conseguente alla distruzione di Gerusalemme, e il ritorno in patria degli esiliati ebrei in seguito al decreto di Ciro. La Bibbia precisa che i 70 anni sarebbero stati anni di
devastazione del paese di Giuda.
Il profeta Daniele comprese la profezia in questo senso, poiché disse: “Io stesso, Daniele, compresi dai libri il numero degli anni riguardo ai quali la parola di Geova era stata rivolta a Geremia il profeta, per compiere le devastazioni di Gerusalemme, cioè settant’anni”. (Da 9:2) Dopo aver descritto la conquista di Gerusalemme da parte di Nabucodonosor, 2 Cronache 36:20, 21 dice: “Per di più, portò via prigionieri a Babilonia quelli che rimanevano dalla spada, e divennero servitori suoi e dei suoi figli finché cominciarono a regnare i reali di Persia; per adempiere la parola di Geova per bocca di Geremia, finché il paese non ebbe scontato i suoi sabati. Tutti i giorni che giacque desolato osservò il sabato, per compiere settant’anni”.
L’assedio finale di Gerusalemme ebbe inizio nel 9° anno di Sedechia (609 a.E.V.) e la città cadde nell’11° anno (607 a.E.V.), corrispondente al 19° anno dell’effettivo regno di Nabucodonosor (contando dal 625, suo anno di accessione). (2Re 25:1-8) Nel quinto mese di quell’anno (il mese di ab, corrispondente a luglio-agosto) la città fu incendiata, le mura vennero abbattute e la maggioranza della popolazione fu portata in esilio. Tuttavia “alcuni della gente misera del paese” ebbero il permesso di rimanere, cosa che fecero fino all’assassinio di Ghedalia, il governatore nominato da Nabucodonosor, dopo di che fuggirono in Egitto lasciando infine Giuda nella completa desolazione. (2Re 25:9-12, 22-26) Ciò avvenne nel settimo mese, etanim (o tishri, corrispondente a settembre-ottobre). Quindi i 70 anni di desolazione dovettero iniziare verso il 1° ottobre del 607 a.E.V. e terminarono nel 537 a.E.V. Nel settimo mese di quest’ultimo anno i primi ebrei rimpatriati giunsero in Giuda, esattamente 70 anni dopo l’inizio della completa desolazione del paese. — 2Cr 36:21-23; Esd 3:1.

(2 CRONACHE 36:23)

““Ciro re di Persia ha detto questo: ‘Geova l’Iddio dei cieli mi ha dato tutti i regni della terra, ed egli stesso mi ha incaricato di edificargli una casa a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque fra voi è di tutto il suo popolo, Geova suo Dio sia con lui. Salga dunque’”.”

it-1 p. 183 Archeologia
Dove sorgeva l’antica Sippar, sull’Eufrate a circa 32 km da Baghdad, è stato scoperto un cilindro d’argilla che menziona il re Ciro, conquistatore di Babilonia. Questo cilindro descrive con quanta facilità Ciro conquistò la città e parla della sua politica di rimpatriare i prigionieri residenti a Babilonia, in armonia con quanto dice la Bibbia di Ciro, predetto conquistatore di Babilonia, e del ritorno degli ebrei in Palestina durante il suo regno. — Isa 44:28; 45:1; 2Cr 36:23.

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